IT201700013395A1 - Stivali elasticizzati ad elevato confort ottenuti da un migliorato processo produttivo - Google Patents

Stivali elasticizzati ad elevato confort ottenuti da un migliorato processo produttivo

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IT201700013395A1
IT201700013395A1 IT102017000013395A IT201700013395A IT201700013395A1 IT 201700013395 A1 IT201700013395 A1 IT 201700013395A1 IT 102017000013395 A IT102017000013395 A IT 102017000013395A IT 201700013395 A IT201700013395 A IT 201700013395A IT 201700013395 A1 IT201700013395 A1 IT 201700013395A1
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Description

Ambito dell’invenzione
La presente invenzione riguarda uno stivale elasticizzato in pellame naturale ottenuto mediante un migliorato procedimento realizzativo che permette di realizzare, a partire da una singola porzione di pelle naturale elasticizzata opportunamente conformata, un articolo in un’ampia varietà di forme con caratteristiche non riscontrabili nello stato dell’arte. Tali caratteristiche si concretizzano nella sostanziale invisibilità di cuciture esterne, nella perfetta vestibilità ed aderenza dello stivale al piede ed alla gamba, nonché nella traspirabilità dello stesso.
Analisi dello stato dell’arte
Allo stato dell’arte sono note svariate tecniche per la realizzazione di stivali utilizzando pellami naturali ottenuti dal trattamento di pelli di bovini, ovini, rettili o altri animali. Intrinsecamente, tali materiali non sono elastici o al più presentano una limitata elasticità (il modulo elastico è compreso tra 0,1 e 0,5 GPa, superiore di almeno due ordini di grandezza agli elastomeri) a seconda dello spessore, della provenienza del pellame e del trattamento di concia al quale è sottoposto.
Rispetto ad altri articoli di calzatura, la progettazione e la realizzazione degli stivali deve tenere in particolare considerazione la natura non elastica del pellame di partenza.
Per realizzare uno stivale aderente alla gamba non sono adatti pellami rigidi, più facili da lavorare, ed è preferibile l’uso di pellami morbidi e di basso spessore la cui lavorazione è tuttavia molto più difficoltosa e richiede particolare perizia. Inoltre, la natura non elastica del pellame di partenza, e la necessità di garantire una buona aderenza alla gamba, impone l’inserimento nello stivale di chiusure per facilitare la calzata e la rimozione degli stivali specialmente di quelli che raggiungono, o addirittura superano, il ginocchio. Ad esempio, alcune tipologie di stivali noti in pelle naturale sostanzialmente rigida presentano una chiusura a zip lungo il gambale, mentre altre comprendono un inserto in tessuto elastico cucito che unisce due lembi di pelle lungo il gambale. In altre tipologie ancora, la zip o l’inserto elastico sono sostituiti da altri sistemi di chiusura come chiusure con lacci ed occhielli. In tutti i casi, la conformazione di questi stivali in pelle noti, non appare “in pezzo unico”. Infatti, la natura bidimensionale della pelle naturale di partenza rende inevitabile la presenza di cuciture (o linee di giunzione) esternamente visibili, per unire i diversi componenti dello stivale (es. tomaia, gambale e tallone) in modo da creare una struttura tubolare. Al presente inventore non sono noti stivali in commercio in pelle costituiti da meno di tre componenti ed aventi non meno di due o tre cuciture (per ciascuno stivale del paio). In queste tipologie note, la presenza delle cuciture non è sempre apprezzata in quanto possono ridurre il confort ed essere giudicate inestetiche, tanto che a volte sono mascherate dall’applicazione di rivestimenti decorativi in pelle o tessuto.
A fronte delle sopra menzionate peculiarità degli stivali, le tecniche di lavorazione sviluppate negli anni si sono conseguentemente adattate a materiali sostanzialmente rigidi e ad una struttura di stivale nella quale due o più lembi di pellame sono uniti mediante uno dei sistemi di chiusura precedentemente citati per consentire di calzare e togliere gli stivali, operazioni nella pratica non sempre agevoli, specialmente in tipologie molto aderenti alla gamba.
Negli ultimi anni, le tendenze della moda femminile e la disponibilità di materiali sintetici aventi elasticità mono o bidirezionale (detti, rispettivamente, mono e bielastici), come tessuti o finta pelle elasticizzata, hanno portato alla comparsa nel mercato di una nuova tipologia di stivali elasticizzati detti anche “stretch”. Sostanzialmente, in tali stivali il gambale è realizzato a partire da un tessuto tubolare mono o bielastico il quale, sfruttando appunto tali proprietà elastiche, integra la tomaia senza interruzioni: in pratica questa stivale è di tipo “a pezzo unico” ed appare come una calza di elevata denatura al quale è applicata una suola munita di tacco. Tali stivali elasticizzati, che nel seguito definiremo di “tipo tradizionale”, presentano alcuni inconvenienti. In primo luogo, la natura sintetica dei materiali “stretch” che imitano la pelle naturale (ad esempio, a base di poliestere ed elastam) comporta una scarsa o assente traspirabilità dello stivale con conseguenti problematiche igieniche (cattivi odori, insorgenza di micosi, etc.) e di scarso confort (irritazioni cutanee) specialmente con l’uso prolungato. Inoltre, quand’anche si utilizzasse un tessuto elasticizzato traspirante, lo stivale non assumerebbe le fattezze e la mano di uno realizzato in pelle naturale, e non sarebbe adatto all’uso in climi rigidi o piovosi. Infine, i materiali stretch utilizzati non presentano le caratteristiche di pregio e l’attrattività dei pellami naturali specialmente nel mercato del lusso. Per tali motivi, le industrie ed i laboratori artigiani calzaturieri, si sono dedicati a sperimentare nuovi materiali con l’obiettivo di realizzare stivali in pelle naturale elasticizzata, in particolare per soddisfare la crescente domanda da parte di una clientela femminile di alta fascia. Tuttavia, alla luce delle migliori conoscenze del presente inventore, questi tentativi si sono dimostrati insoddisfacenti, nonostante la forte domanda di mercato ed il fatto che siano note pelli naturali elasticizzate (ad esempio quelle realizzate dall’azienda francese Cuirs du Futur), potenzialmente utili allo scopo in combinazione con il grande patrimonio di conoscenze tecniche nel campo calzaturiero.
Ad esempio, sono attualmente presenti nel mercato gli stivali in pelle aderente elasticizzati, ma questi sono realizzati unendo almeno tre porzioni sagomate (per singola calzatura) di pelle elasticizzata: ad esempio, una per realizzare il gambale, una seconda la tomaia e la terza per il contrafforte. Tali stivali in pelle di tipo noto, non garantiscono l’effetto avvolgente sulle gambe ed il livello di confort che al contrario assicurano gli stivali stretch “in pezzo unico” realizzati in tessuto elasticizzato.
Come accennato in precedenza, esiste una forte richiesta da parte del mercato del lusso di stivali in pelle aderente elasticizzati che si presentino come un “pezzo unico”, ma tale richiesta non è evidentemente soddisfatta dagli stivali in pelle aderente elasticizzati di tipo noto. Il soddisfacimento di questo bisogno richiede un miglioramento degli attuali processi produttivi per questa tipologia di prodotti che allo stato attuale non risulta adeguatamente affrontato. Infatti, dal punto di vista produttivo, la realizzazione degli stivali stretch di tipo tradizionale, coinvolge tecniche di lavorazione tipiche del settore gomma-plastica e/o (es. formatura per stampaggio di materiali elastomerici) oppure tessile (es. produzione di articoli in tessuto tubulare come calze). A tal proposito, nella letteratura brevettuale sono presenti scarse divulgazioni utili all’esperto. Ad esempio nel documento giapponese JP2006149660A a nome Yamamoto Keika 2006-06-15 (“Stretch boots and manufacturing method”), descrive uno stivale in tessuto stretch unitamente al processo realizzativo. In un altro documento (JP3641634B1), lo stesso inventore fornisce la soluzione al problema di realizzare in modo economico uno stivale elasticizzato privo di cuciture avente un eccellente aspetto estetico. Tuttavia, questi procedimenti noti non sono utili per lo scopo della presente invenzione in quanto indirizzati esclusivamente alla realizzazione di stivali in tessuto elasticizzato e non in pelle naturale elasticizzata.
Nel settore, in particolare nei calzaturifici artigianali di piccola dimensione, vi è la tendenza a mantenere segreto il know-how sui materiali e sulle lavorazioni impiegati. Pertanto, in base alle caratteristiche del prodotto finito disponibile in commercio, per l’esperto del ramo risulta difficile, o impossibile, ricavare le caratteristiche delle fasi di lavorazione e dei materiali impiegati attraverso un’attività di “reverse engineering”. Tutto ciò impedisce un avanzamento delle conoscenze nel settore e dunque la disponibilità di stivali elasticizzati in pellami naturali con le caratteristiche richieste dal mercato, specificatamente di alta fascia.
In conclusione, per i motivi sopra esposti, allo stato della tecnica non appare risolto adeguatamente il problema di realizzare uno stivale elasticizzato realizzato a partire da una singola porzione di pelle naturale elasticizzata opportunamente conformata privo di cuciture visibili ed in grado garantire una perfetta aderenza alla gamba.
Descrizione dettagliata dell’invenzione
Partendo dunque, dai limiti dei prodotti noti allo stato attuale dell’arte, la presente invenzione intende superarli in maniera compiuta, come apparirà evidente all’esperto del ramo dalla descrizione di seguito fornita.
Pertanto, il primo e principale scopo del presente trovato è realizzare una calzatura elasticizzata in pellame naturale ottenuta mediante un migliorato procedimento produttivo che permette di realizzare articoli con elevata vestibilità e confort. In particolare, tale scopo include la realizzazione di uno stivale che si presenti come una calza, anche se realizzato in pellame naturale e non in tessuto, ed al pari di questa sia facile da indossare e rimuovere dalla gamba.
Unitamente al compito principale sopra esposto, un secondo importante scopo del presente trovato è dischiudere una struttura di stivale elasticizzato in pellame naturale, nonché il relativo procedimento realizzativo, in grado di assicurare una perfetta aderenza e traspirabilità a livello del piede e della gamba.
Ancora, nell’ambito del primo e del secondo scopo sopra esposti, un terzo importante scopo del presente trovato, è realizzare uno stivale elasticizzato mediante un migliorato procedimento a partire da una singola porzione di pelle naturale elasticizzata opportunamente conformata che non presenti cuciture evidenti all’esterno. In particolare, detto terzo scopo include la possibilità di realizzare uno stivale nel quale tali cuciture possono essere ridotte ad una singola, ovvero il minimo possibile per un articolo tridimensionale realizzato a partire da un materiale piano e non tubolare.
Ulteriormente, nell’ambito degli scopi sopra esposti, un quarto importante scopo del presente trovato, è dischiudere una calzatura elasticizzata in pellame naturale, in particolare uno stivale, ottenuto mediante un procedimento che sia applicabile ad una vasta tipologia di forme in modo da assecondare le tendenze della moda e le esigenze del mercato specificatamente del lusso.
Infine, uno scopo del presente trovato è quello di realizzare detta calzatura e detto procedimento mediante tecnologie note sfruttando un’ampia gamma di pellami naturali.
Questi ed altri scopi ancora, che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da uno stivale elasticizzato ad elevato confort ottenuto da un migliorato processo produttivo, come all’unita rivendicazione indipendente, i cui elementi tecnici di dettaglio sono individuati dalle corrispondenti rivendicazioni dipendenti. Le suddette rivendicazioni, cui si rimanda per brevità di esposizione, sono nel seguito specificatamente e concretamente definite e si intendono parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato, risulteranno maggiormente dalla descrizione di una sua forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nelle unite tavole di disegni, in cui:
- la figura 1 illustra una vista tridimensionale dell’articolo di calzatura secondo la forma realizzativa preferita del trovato rappresentato da uno stivale femminile in “velour stretch”;
- la figura 2 rappresenta, sempre con riferimento alla forma realizzativa preferita secondo il trovato, alla lettera (a), lo sviluppo in piano di una tipica porzione di pelle elasticizzata sagomata che, una volta cucita, permette la realizzazione di un gambale integrato alla tomaia, mentre alla lettera (b), un dettaglio della struttura della pelle elasticizzata;
- la figura 3 rappresenta una vista dal basso dello stivale durante la fase di montaggio, sempre con riferimento alla forma realizzativa preferita secondo il trovato.
Nella descrizione della presente invenzione di seguito fornita, per maggior chiarezza il termine “stivale” designa in modo ampio un articolo di calzatura per uomo, donna o bambino, con o senza allacciatura, provvisto di un gambale che generalmente raggiunge o supera il ginocchio ma che può essere di altezza inferiore. Pertanto, tale termine include calzature quali stivaletti, tronchetti, o altre tipologie tecnicamente equivalenti, anche se definite con termini diversi da quelli utilizzati nella presente descrizione.
Con i termini “elasticità monodirezionale” o “monoelastico” riferiti ad un tessuto (o a materiali simili) si intendono la proprietà di possedere una sola direzione di massimo allungamento elastico a seguito dell’applicazione di una forza di trazione, e di comportarsi in modo sostanzialmente rigido nella direzione ortogonale alla direzione di massimo allungamento. Analogamente, i termini “elasticità bidirezionale” o “bielastico” designeranno, mutatis mutandis invece un materiale elastico in grado di estendersi, in modo reversibile lungo due direzioni distinte.
Nella descrizione e nelle rivendicazioni, per semplicità è stato utilizzato lo stesso termine “porzioni di pelle elasticizzata” (al singolare o al plurale), e la stessa numerazione, per indicare sia il componente grezzo ricavato da un pellame elasticizzato, sia il semicomponente ottenuto dopo la rifilatura di tale componente grezzo, e sia il componente dello stivale ottenuto al termine del montaggio. Considerazioni analoghe mutatis mutandis valgono anche per la fodera. In entrambi i casi, il differente significato apparirà chiaro all’esperto del ramo dal contesto.
Il termine “in pezzo unico” oppure “appare in pezzo unico” si riferiscono ad una struttura di stivale nella quale la tomaia ed il gambale sono integrati, come negli stivali stretch di tipo noto in tessuto, e sono ricavati da una singola porzione di pelle elasticizzata (per singolo stivale e non per paio di stivali) opportunamente sagomata, i cui lembi sono uniti mediante una singola cucitura (per singolo stivale e non per paio di stivali) non visibile all’esterno. Infine, nell’ambito della presente invenzione il termine “pelle naturale” o semplicemente “pelle” designerà una qualunque pelle animale sottoposta a concia, anche se dal punto di vista tecnico è “cuoio” il termine più correttamente utilizzato per definire il prodotto finale risultante dalla lavorazione chimica o vegetale della pelle animale indipendentemente dalla destinazione d’uso. Conseguentemente, i termini “pelle elastica” o “pelle elasticizzata” indicheranno una pelle naturale la quale è stata resa monoelastica o bielastica attraverso opportuni procedimenti e trattamenti.
Forma realizzativa preferita
Con riferimento alle unite figure, nella forma realizzativa preferita del presente trovato, qui illustrata a titolo esemplificativo e non limitativo, l’articolo di calzatura elasticizzata in pellame naturale, è uno stivale da donna “in pezzo unico” che copre la gamba fino al ginocchio, realizzato in pelle naturale monoelastica di camoscio. Detto stivale elasticizzato viene indicato complessivamente con il numero (1) ed è realizzato mediante il procedimento che successivamente sarà descritto a partire da una singola porzione di pelle naturale elasticizzata (10) opportunamente sagomata. A titolo esemplificativo e non limitativo dl presente trovato, detta pelle naturale elasticizzata (10) è costituita da una porzione di pellame (11) e di tessuto elasticizzato (12) opportunamente tagliati, ed è unita ad una fodera (13) in tessuto, a sua volta costituita da una fodera piede (131) ed una fodera gambale (132) anch’essi opportunamente sagomati, in modo da ottenere un modello in piano dello stivale come quello illustrato nell’unita figura 2.
Successivamente i lembi del modello in piano sono cuciti in modo da formare il gambale (unito alla tomaia) al quale sono applicati durante il montaggio nell’ordine: gli elementi di rinforzo (puntale e contrafforte), la soletta, suola e tacco, il sottopiede posto sopra la soletta, ed altri componenti. In funzione delle esigenze e del modello di stivale, detti componenti possono essere variati in numero dimensione aspetto, oppure integrati tra loro, senza dipartire dal più generale ambito della presente invenzione.
Nella forma realizzativa preferita del presente trovato, lo stivale elasticizzato secondo il presente trovato è ottenuto mediante un procedimento comprendente le seguenti fasi, qui elencate e descritte a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato:
1. Progettazione dello stivale e selezione materiali;
2. Taglio pelle e fodera;
3. Cambratura pelle e fodera;
4. Rifilatura pelle e fodera;
5. Preparazione e montaggio;
6. Montaggio dello stivale;
7. Finitura dello stivale.
Fase 1: Progettazione stivale e selezione materiali.
A causa della natura elastica del materiale, la progettazione della forma dello stivale secondo il trovato riveste un’importanza fondamentale allo scopo di ottenere un articolo caratterizzato da elevata vestibilità e comfort ed in grado di rimanere perfettamente aderente alla gamba come una tradizionale calza. Infatti, il progettista, partendo dalle caratteristiche della pelle elasticizzata di partenza valutando il progetto complessivo dello stivale deve capire in quali porzioni imprimere maggior elasticità.
Il punto di partenza per la realizzazione dello stivale secondo il presente trovato è un taglio di pelle elasticizzata (10) comprendente una porzione di pelle naturale (11) accoppiata ad un tessuto elasticizzato (12). Preferibilmente detta pelle naturale (11) è camoscio ma anche altre tipologie possono essere utilizzate, purché dotate di spessore compreso tra 0,3 e 1,0 mm e di morbidezza equivalente.
Preferibilmente, detto tessuto elasticizzato (12) è monoelastico avente elasticità monodirezionale e spessore scelto in modo tale che detto pellame accoppiato abbia uno spessore complessivo compreso tra circa 0,4 e 2 mm. In commercio sono disponibili diversi tessuti elasticizzati adatti allo scopo noti all’esperto del ramo.
L’accoppiamento di detta pelle naturale (11) con detto tessuto elasticizzato (12) può essere realizzato mediante tecniche note, ad esempio immersione in materiali elastomerici, calandratura, oppure altre tecniche equivalenti. Alternativamente è possibile reperire nel mercato pellami elasticizzati, come quelli prodotti dall’azienda francese Cuirs du Futur.
Accanto alla scelta del materiale, nella fase di progettazione si definiscono anche le lo stampo e la forme dello stivale che verranno utilizzate per ricavare i diversi componenti, ed effettuare la lavorazione ed il loro montaggio.
Fase 2: Taglio pelle e fodera.
La fase di taglio comprende il taglio della pelle elasticizzata (10) e della fodera (13). La pelle elasticizzata (10) è tagliata a misura secondo un profilo definito da uno stampo, avendo cura di orientare opportunamente la pezza in modo che l’elasticità unidirezionale sia diretta lungo la direzione trasversale (T) dello stivale. Il taglio viene realizzato mediante un utensile da taglio di tipo noto, ad esempio una taglierina a mano in modo da determinare vantaggiosamente l’arricciamento di detta pelle elasticizzata e facilitare la conformazione allo stampo dello stivale. In modo analogo si procede con il taglio della fodera (13) la quale comprende una fodera piede (131), realizzata in pelle, ed una fodera gambale (132), realizzata in tessuto elasticizzato, in grado di garantire adeguata traspirabilità al piede e di facilitare lo scivolamento del piede e quindi la calzata dello stivale.
Fase 3: Cambratura pelle e fodera.
In questa fase, la pelle elasticizzata (10) e la fodera (13) tagliati sono collocati su una macchina cambratrice per dare forma allo stivale tenendo in considerazione le caratteristiche di elasticità unidirezionale dei componenti (10) e (13) e il progetto complessivo dello stivale. La cambratura viene effettuata mediante una macchina cambratrice nota ad una temperatura compresa tra 80 e 180 °C per un tempo compreso tra 1 e 300 minuti, a seconda delle caratteristiche della pelle naturale (11), la quali non è sempre omogenea essendo il pellame di partenza un materiale naturale.
Vantaggiosamente, il presente inventore ha verificato sperimentalmente che l’applicazione di un ammorbidente facilita l’impostazione della forma dello stivale specialmente in quelle zone caratterizzate da elevata curvatura come il collo del piede ed il gambale. Preferibilmente, l’ammorbidente è scelto tra quelli contenenti tensioattivi non ionici in emulsione siliconica, tuttavia altri ammorbidenti tecnicamente equivalenti possono essere utilizzati.
A livello di prodotto finito, l’impiego dell’ammorbidente si traduce in uno stivale elasticizzato in pelle privo di grinze e di tensioni elastiche (“stivale che tira da una parte”), con caratteristiche estetiche e di confort elevate, a differenza di quelli tradizionali noti allo stato dell’arte. Alla luce delle sperimentazioni effettuate con diversi ammorbidenti, questo significativo effetto tecnico sembra legato all’azione fluidificante dell’ammorbidente stesso, il quale stende le fibre presenti nella pelle naturale (11), nel tessuto elasticizzato (12) e nella fodera (13) compensando i differenti moduli elastici di tali componenti (11,12,13). Infatti, è proprio il differente comportamento elastico dei componenti che determina l’insorgenza di grinze e di tensioni elastiche che pregiudicano l’estetica ed il confort in questa tipologia di stivali. Al termine della fase di cambratura si ottengono un pelle elasticizzata ed una fodera, “condizionati” che nella presente descrizione per semplicità verranno indicati ancora con (10) e (13) rispettivamente.
Attraverso la descrizione qui fornita apparirà evidente all’esperto del ramo, come questa fase di lavorazione non sia desumibile dal prodotto finito, anche se essa determina le proprietà dello stivale elasticizzato secondo il presente trovato.
Fase 4: Rifilatura pelle e fodera.
Utilizzando tecniche note, in questa fase la pelle elasticizzata e la fodera sottoposti a cambratura sono rifilati manualmente con una taglierina a mano e l’ausilio di uno stampo di precisione in modo da conformarli alla forma definitiva dello stivale secondo il progetto stabilito nella precedente Fase 1. Al termine della fase di cambratura si ottengono un pelle elasticizzata ed una fodera, rifilati che nella presente descrizione per semplicità verranno indicati ancora con (10) e (13) rispettivamente.
Fase 5: Cucitura pelle e fodera.
Le porzioni di pelle elasticizzata (10) e la fodera (13) rifilati nella fase precedente sono sovrapposti l’uno rispetto all’altro e quindi cuciti assieme lungo il perimetro. In particolare, sono realizzate: una prima cucitura interna per unire i lembi della fodera piede (131) lungo il perimetro (P1) ed una seconda cucitura interna, per unire i lembi della fodera gambale (132) lungo il perimetro (P2). Detti componenti (10) e (13) devono essere orientati in modo opportuno affinché una volta cuciti assieme sia preservata l’elasticità unidirezionale lungo la direzione trasversale (T) dello stivale. Per assicurare tale importante scopo del presente trovato, ed al contempo elevata tenuta della fodera alla pelle elasticizzata (10) durante l’uso, l’inventore, ha escogitato un accorgimento nell’applicazione di detta prima cucitura interna che prevede l’impiego di filo elastico (ad esempio, in elastam) nella parte superiore (S) del gambale, ove è richiesta elasticità per favorire la calzata, e di un filo ad elevata resistenza alla rottura (es. un filo di nylon) nella parte inferiore (I) del gambale più soggetta ad usura. Inoltre uno strato di colla è spalmato sui lembi della pelle elasticizzata (10) e della fodera (13) per favorirne l’adesione.
In questa fase sono inoltre applicate una o più cuciture interne addizionali, preferibilmente due, con filo non elastico e l’applicazione di uno o più elementi di rinforzo (13) per conferire maggior consistenza allo stivale ed evitare che si afflosci una volta indossato.
Opzionalmente, nella parte superiore (S) del gambale, può essere applicato, preferibilmente incollato, un elemento antiscivolo (14), detto in gergo “cordellina”, realizzato in materiale siliconico, o altro materiale analogo in grado di aderire alla gamba dell’utilizzatore.
Fase 7: Preparazione e montaggio stivale
La preparazione al montaggio dello stivale secondo il presente trovato coinvolge tecniche e materiali noti del settore che prevedono l’applicazione, mediante colla o mastice e macchinari specifici, di ausili per mantenere in posizione i componenti dello stivale e conferirne la forma secondo il disegno iniziale. Come di consueto nel settore tali ausili sono: il puntale applicato sulla punta del piede; il contrafforte; sul tallone.
In sintesi, nella fase di montaggio, inserita la pelle elasticizzata (10) (ovvero la tomaia unita al gambale) sulla forma in plastica, l’operatore prende la forma e vi fissa la soletta (15) mediante chiodini metallici; poi prende detta pelle elasticizzata (10) e la incolla sopra tale forma usando una macchina di premonta; dopodiché procede con la sagomatura manuale di detta pelle elasticizzata (10). In questa fase, l’operatore deve unire la superficie inferiore (Σinf) dello stivale limitata dal bordo (C) alla soletta (15), facendo in modo che detta superficie inferiore (Σinf) sia il più possibile regolare ovvero in termini geometrici, il versore normale n⊥(x,y) per tutti i punti (x,y) appartenenti alla superficie inferiore (Σinf), abbia una variazione inferiore ad un valore ∆ prefissato e corrispondente ad un livello di qualità accettabile dello stivale. In realtà, per vari motivi la singola porzione di pelle elasticizzata (10) non si adatta perfettamente alla forma dello stivale (1) prevista a disegno (lo stesso problema vale anche nel caso di modelli costituiti da più porzioni di pelle elasticizzata). Infatti, la pelle elasticizzata (10) è composta di un materiale naturale, le cui caratteristiche elastiche non sono mai perfettamente identiche e ripetibili (spesso nemmeno all’interno di uno stesso lotto di pellame); inoltre, devono essere considerate le tolleranze e gli inevitabili errori introdotti nelle lavorazioni a macchina e manuali; in aggiunta, l’elasticità di detta porzione di pelle elasticizzata non è mai perfettamente unidirezionale e diretta lungo la direzione (T), a causa delle tolleranze nelle lavorazioni di taglio e cucitura e della intrinseca curvatura dello stivale; infine, la porzione di pelle elasticizzata (10) geometricamente possiede due dimensioni, ma deve adattarsi ad una forma a tre dimensioni.
In sintesi, questi fattori determinano una limitata, o spesso scarsa, aderenza della superficie inferiore (Σinf) di pelle elasticizzata (10) alla forma in plastica introdotta nella fase di montaggio. A sua volta questo fenomeno determina la formazione di grinze, aree nelle quali la pelle è “abbondante” oppure è “scarsa”, i quali non solo rappresentano inaccettabili difetti estetici ma anche funzionali in quanto possono portare allo snervamento ed alla rottura della pelle elasticizzata durante l’uso.
Pertanto, nella fase di montaggio l’operatore deve tenere in considerazione questi aspetti apportando opportune correzioni. Il presente inventore, a seguito di un’attenta analisi degli stivali stretch di tipo noto, ritiene che tali fattori non siano stati ad oggi considerati e gestiti adeguatamente, e per questa ragione non sono attualmente disponibili nel mercato stivali stretch in pelle naturale elasticizzata, nonostante le ampie conoscenze e tecnologie disponibili in campo calzaturiero.
Il presente inventore ha così codificato una procedura per garantire un’ottimale aderenza della superficie inferiore (Σinf) alla sagoma del piede e minimizzare, o eliminare, difetti o inestetismi. Detta procedura, qui illustrata a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato con riferimento all’unita figura 3, prevede le seguenti sotto-fasi:
i. Il bordo inferiore (C) che limita la superficie inferiore (Σinf) è fissato con mastice, o altro adesivo, ed opzionalmente con chiodini alla soletta (15);
ii. Si valuta il grado di scostamento della superficie inferiore (Σinf) rispetto a detta forma ed al valore di massimo scostamento accettabile ∆ prefissato;
iii. Si divide il bordo (C) in un certo numero di lembi Cidi uguale lunghezza, dove i è un intero che preferibilmente varia tra 4 e 16;
iv. Si applica una tensione al lembo Ciin modo da tirarlo e fissarlo preferibilmente mediante chiodini, su un punto perimetrale della superficie della soletta (15);
v. Si valuta il grado di scostamento della superficie inferiore (Σinf) rispetto a detta forma e alla conformazione complessiva dello stivale;
vi. Opzionalmente, si applica calore per minimizzare o annullare le tensioni elastiche introdotte durante la fase di montaggio;
vii. Si ripetono le sotto-fasi da iv. a vi. ad un altro lembo Cj, con j≠ i, fino a quando detto scostamento è inferiore al valore prefissato corrispondente al livello di qualità accettabile.
Preferibilmente, i lembi Cipossono essere scansionati in modo sequenziale seguendo un verso, ad esempio orario, ma altre sequenze possono essere utilizzate, ad esempio scegliendo a due a due lembi Cie Cjtra loro contrapposti.
Tale procedura può essere implementata in modo manuale, oppure utilizzando una macchina, dotata di una pluralità di pinze in grado di trattenere e tirare in modo indipendente uno o più di detti lembi Ci. In questo caso, l’operatore manovra le pinze di modo da tirare un lembo (Ci), dove i è un intero, preferibilmente uguale o maggiore di 8, e adattare la superficie inferiore (Σinf) della pelle elastica (10) alla sagoma del piede. Alternativamente, o in combinazione, tale operazione di fissaggio può essere effettuata manualmente.
Attraverso la descrizione qui fornita apparirà evidente all’esperto del ramo, come questa fase di lavorazione non sia desumibile dal prodotto finito, anche se essa determina le proprietà dello stivale elasticizzato secondo il presente trovato.
Fase 8: Finitura dello stivale
Lo stivale è infine sottoposto ad una serie di lavorazioni di finitura che coinvolgono tecniche e macchine note nel settore. A titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato la fase di finitura comprende la seguente sequenza di lavorazioni: prima lo stivale è inserito in un forno per stabilizzarne la forma; poi è sottoposto a raschiatura per eliminare residui di pelle o colla; quindi è utilizzata una ribattitrice per appiattire le cuciture e le punte dei chiodini applicati nella precedente fase. In questa fase inoltre si procede con la presa dell’impronta del tacco ed il relativo montaggio mediante mastice. Infine si procede con la rimozione della forma dello stivale introdotta nella precedente fase di preparazione, l’inserimento della suoletta in pelle, la stiratura e la pulitura ed il confezionamento dello stivale finito.
Allo scopo di aggiungere gli obiettivi del presente trovato, la stiratura riveste un ruolo importante e si effettua con appositi utensili riscaldati ad una temperatura compresa tra 70 e 150°C su appositi gambali preformati e riscaldati. Infatti, la stiratura permette di appiattire ulteriormente le cuciture interne presenti ed eliminare grinze eventualmente presenti. Alternativamente o in combinazione, può essere aggiunta una fase di stiratura a mano Si è in pratica constatato come il trovato così descritto porti a soluzione il compito e gli scopi preposti. Infatti, attraverso il presente trovato qui compiutamente descritto è stato dischiuso uno stivale elasticizzato in pellame naturale ottenuto mediante un migliorato procedimento realizzativo, ed avente caratteristiche di confort e vestibilità non riscontrabili nello stato dell’arte. In particolare, lo stivale si caratterizza per il fatto di essere ottenuto mediante detto procedimento a partire da una singola porzione di pelle naturale elasticizzata opportunamente conformata. Questo risultato, ottenuto dal presente inventore attraverso attività di innovazione di processo non banale, unitamente ad una ingegnosa struttura della calzatura, permette di ottenere, in un’ampia varietà di forme, uno stivale avente una sola cucitura esterna, ovvero il minimo numero possibile, a differenza degli stivali elasticizzati in pelle noti che ne possiedono almeno due o tre. Tali caratteristiche di prodotto/processo si traducono in uno stivale elasticizzato in pelle naturale perfettamente aderente al piede ed alla gamba, che appare e si indossa come una calza, in quanto l’unica cucitura esterna è pressoché invisibile, ma che al contempo garantisce una elevata traspirabilità non riscontrabile negli stivali stretch basati su materiali tubolari sintetici.
La descrizione delle forme realizzative sono qui riportate è a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato. Infatti, apparirà evidente all’esperto del ramo come numerose varianti siano possibili, tutte rientranti nell’ambito generale del concetto inventivo.
Sebbene la descrizione e le unite figure contengano molti dettagli, questi non devono essere interpretati come limitativi dell’ambito dell'invenzione, ma semplicemente come illustrazioni esemplificative di alcune possibile forme realizzative della presente invenzione.
Pertanto, qualsiasi modifica della presente invenzione che rientra nello scopo e nell'ambito delle rivendicazioni che seguono è considerata parte della presente invenzione.
Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni di riferimento sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento.

Claims (6)

  1. Rivendicazioni 1) Uno stivale elasticizzato in pellame naturale, caratterizzato dal fatto di essere ottenuto a partire da una singola porzione di pelle elasticizzata (10) attraverso il metodo comprendente le seguenti fasi: a) Ottenere uno o più stampi e forme per ciascuno dei componenti di detto stivale, in base al quale selezionare una singola porzione di pelle elasticizzata (10) avente uno spessore complessivo compreso tra 0,4 e 2 mm, detta pelle elasticizzata (10) comprendente una pelle naturale (11) abbinata ad un materiale elasticizzante; b) Utilizzare uno o più di detti stampi per tagliare a misura una singola porzione di detta pelle elasticizzata (10) in modo da includere almeno una parte gambale ed una parte tomaia, ed in modo che l’elasticità unidirezionale sia diretta lungo la direzione trasversale (T) di detto stivale; c) Utilizzare uno o più di detti stampi per tagliare a misura la fodera (13) in modo che l’elasticità unidirezionale sia diretta lungo la direzione trasversale (T) di detto stivale, detta fodera (13) comprendente una fodera piede (131), realizzata in pelle, ed una fodera gambale (132), realizzata con detto tessuto elasticizzato; d) Formare detta singola porzione di pelle elasticizzata (10) e detta fodera (13) tramite cambratura mediante una macchina cambratrice, in modo che l’elasticità unidirezionale di detta porzione (10) sia diretta lungo la direzione trasversale (T) secondo il progetto complessivo di detto stivale definito nella precedente fase a), detta cambratura essendo effettuata preferibilmente ad una temperatura compresa tra 80 e 180° C gradi per un tempo compreso tra 3 e 30 minuti, detta cambratura essendo effettuata in combinazione a un ammorbidente per compensare i differenti moduli elastici di detta porzione (10) di pelle elasticizzata e di detta fodera piede (131) e fodera gambale (132), in modo da eliminare, o ridurre, grinze e tensioni elastiche; e) Rifilare detta singola porzione di pelle elasticizzata (10), detta fodera piede (131) e detta fodera gambale ottenuti al termine della precedente fase con l’ausilio di uno stampo di precisione in modo da conformarli alla forma definitiva dello stivale secondo il progetto stabilito nella precedente fase a); f) Unire mediante cucitura detta fodera piede (131) e detta fodera gambale rifilate alla parte tomaia ed alla parte gambale, rispettivamente, di detta singola porzione di pelle elasticizzata (10) rifilata, in modo che l’elasticità unidirezionale di detta porzione (10) sia diretta lungo la direzione trasversale (T) secondo il progetto complessivo di detto stivale definito nella precedente fase a), detta cucitura comprendente almeno: - una prima cucitura interna realizzata lungo il perimetro (P1) per la fodera piede (131), detta prima cucitura essendo realizzata mediante un filo ad elevata resistenza alla rottura, non elastico, preferibilmente in nylon; - una seconda cucitura interna realizzata lungo il perimetro (P2) per la fodera gambale (132), detta seconda cucitura essendo realizzata nella parte inferiore del gambale mediante un filo ad elevata resistenza alla rottura, non elastico, preferibilmente in nylon, e nella parte superiore (S) del gambale mediante un filo elastico, preferibilmente in elastam; g) Unire mediante cucitura i lembi longitudinali (L) di detta singola porzione di pelle elasticizzata (10) rifilata, in modo da formare una struttura sostanzialmente tubolare nella quale l’elasticità unidirezionale è diretta lungo la direzione trasversale (T) secondo il progetto complessivo di detto stivale definito nella precedente fase a), detta cucitura essendo realizzata mediante un filo ad elevata resistenza alla rottura, non elastico, preferibilmente in nylon; h) Applicare, mediante incollaggio o cuciture interne addizionali, uno o più elementi di rinforzo (13) per conferire maggior consistenza allo stivale ed evitare che si afflosci una volta indossato, dette cuciture interne addizionali, essendo preferibilmente due e realizzate con filo non elastico; i) Opzionalmente, applicare nella parte superiore (S) del gambale, preferibilmente mediante incollaggio, un elemento antiscivolo (14), realizzato in materiale siliconico, o altro materiale analogo in grado di aderire alla gamba dell’utilizzatore; j) Minimizzare lo scarto tra la superficie inferiore (Σinf) e la sagoma del piede attraverso un procedimento manuale o assisto da una macchina, comprendente le seguenti sotto-fasi i. Inserire una forma nell’estremità inferiore di detta singola porzione di pelle elasticizzata (10); ii. Fissare alla soletta (15) il bordo inferiore (C) che limita detta superficie inferiore (Σinf) preferibilmente con mastice, o altro adesivo, ed opzionalmente con chiodini; iii. Valutare il grado di scostamento di detta superficie inferiore (Σinf) rispetto a detta sagoma del piede; iv. Dividere detto bordo (C) in un certo numero di lembi Cidi uguale lunghezza, dove i è un intero che preferibilmente varia tra 4 e 16; v. Applicare una tensione ad un lembo Ciin modo da tirarlo e fissarlo preferibilmente mediante chiodini, su un punto perimetrale della superficie della soletta (15); vi. Valutare il grado di scostamento di detta superficie inferiore (Σinf) rispetto a detta sagoma del piede e la conformazione complessiva dello stivale; vii. Opzionalmente, applicare calore per minimizzare o annullare le tensioni elastiche introdotte durante la fase di montaggio; viii. Ripetere le sotto-fasi da iv. a vi. ad un altro lembo Cj, fino a quando detto scostamento è inferiore ad un valore prefissato ∆ corrispondente al un livello di qualità accettabile. k) Sottoporre detto stivale ad una o più lavorazioni di finitura selezionate dal gruppo consistente di: stabilizzazione della forma di detto stivale, preferibilmente in forno; eliminazione dei residui di pelle o colla mediante raschiatura; appiattimento mediante ribattitrice delle cuciture applicate nelle fasi f), g) ed h); presa d’impronta e montaggio del tacco, preferibilmente mediante mastice; inserimento della soletta in pelle; l) Stiratura dello stivale (1) con utensili riscaldati ad una temperatura compresa tra 70 e 150°C su appositi gambali preformati e riscaldati per eliminare tensioni residue e per appiattire ulteriormente le cuciture interne presenti.
  2. 2) Lo stivale secondo la rivendicazione precedente nel quale detta pelle è selezionato dal gruppo consistente di: camoscio, pelle bovina, pelle ovina, o una combinazione delle stesse.
  3. 3) Lo stivale secondo la rivendicazione 1 nel quale detto materiale elasticizzante è un tessuto elasticizzato accoppiato a detta pelle naturale (11), preferibilmente un tessuto elasticizzato traspirante monoelastico.
  4. 4) Lo stivale secondo una o più delle rivendicazione da 1 a 3 nel quale detta pelle naturale (11) ha uno spessore compreso tra 0,3 e 1,0 mm.
  5. 5) Lo stivale secondo la rivendicazione 3 nel quale detto tessuto elasticizzato (12) ha uno spessore compreso tra 0,1 e 1,4 mm.
  6. 6) Lo stivale secondo la rivendicazione 1 nel quale detto ammorbidente è a base siliconica comprendente tensioattivi non-ionici.
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