IT201600127169A1 - Metodo per la formazione e l'assemblaggio di una ruota per veicoli. - Google Patents
Metodo per la formazione e l'assemblaggio di una ruota per veicoli.Info
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Description
61.G3684.12.IT.5
VB Ing. Barbara CASADEI
(Albo iscr. n.1516 B)
1
DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
METODO PER LA FORMAZIONE E L'ASSEMBLAGGIO DI
5 UNA RUOTA PER VEICOLI.
A nome: GRIMECA S.R.L.
di nazionalità italiana, con sede in Ceregnano (Rovigo), Via Garibaldi 390
Mandatari: Ing. Barbara CASADEI, Albo iscr. nr.1516 B
Ing. Simone MILLI, Albo iscr. nr.1517 BM
* ;La presente invenzione ha per oggetto un metodo per la formazione e l’assemblaggio di una ruota per veicoli. ;In particolare la definizione di ruote per veicoli nella presente trattazione si 10 riferisce ad una ruota formante, unitamente allo pneumatico, una ruota completa per veicoli, quali ad esempio: motocicli, automobili, veicoli agricoli, veicoli industriali, ecc. ;Attualmente le ruote per tali veicoli possono essere ottenute a freddo e lavorate con macchine automatiche oppure per fusione in corpo unico. ;15 In entrambi i casi i componenti che formano la ruota sono: ;- un cerchio (denominato in gergo tecnico "rim") su cui viene montato lo pneumatico; ;- un disco (denominato in gergo tecnico “disc”) formato da un elemento di supporto o “mozzo ruota” (od anche “wheel hub”) e una pluralità di flange ;20 di collegamento o “razze ruota” (denominate in gergo tecnico “wheel spokes”). ;La pluralità di razze si sviluppano radialmente dal mozzo ruota e si uniscono in punti predeterminati, interni, del cerchio. ;Il disco ha lo scopo di irrigidire il cerchio (razze) e di definire un punto di 25 connessione con il mozzo del veicolo, oltre che ovviamente di trasmettere 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;2 ;;al mozzo e supportare i carichi agenti sulla ruota in esercizio. ;Come detto precedentemente, la ruota può essere ottenuta tramite processo di fusione in un unico pezzo conformato attraverso la forma dello stampo, oppure con un processo di formatura a freddo. ;;5 Nel caso di processo di formatura a freddo, a cui è diretta la presente invenzione, la ruota è usualmente ribattuta/lavorata alle macchine utensili, mentre il disco è usualmente forgiato in diverse leghe leggere (come le leghe d’alluminio). ;I due componenti sono poi uniti tra loro attraverso diverse soluzioni: ;10 - la prima è di tipo permanente, come: saldatura, brasatura, assemblaggio per interferenza, rivettatura, imbullonatura o incollaggio; ;- la seconda è di tipo risolvibile con organi di fissaggio preferenzialmente filettati. ;In altre parole la ruota viene formata, usualmente, attraverso queste fasi: 15 - posizionamento del cerchio: ;- avvicinamento del disco al cerchio in modo da far coincidere le estremità delle razze alle zone del cerchio provviste di corrispondenti organi di unione; ;- unione delle razze al cerchio (in modo permanente od in modo 20 risolvibile). ;Nel mercato attuale la formazione delle ruote secondo i due processi viene utilizzata in funzione dei segmenti di mercato a cui sono indirizzati i prodotti. ;Nel caso di processo con fusione si ha un prodotto relativamente leggero ;25 e preciso, ma si hanno costi e difficoltà di produzione elevati. ;Nel caso di processo di formatura a freddo si hanno costi di produzione economici, ma i pesi del prodotto finale sono superiori a quelli del prodotto formato per fusione e non sempre garantiscono la stessa efficienza in termini di rapporto rigidezza/peso delle ruote realizzate per fusione in lega 30 di alluminio. ;Inoltre le fasi di montaggio tra cerchio e wheel hub, possono risultare 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;3 ;;particolarmente lunghe e devono essere accurate per garantire delle ruote sicure in esercizio e di grado estetico accettabile. ;Per rendere maggiormente competitive ed efficienti le ruote realizzate con processo di formatura a freddo, attualmente esistono ruote definite ;5 “bimetalliche” indirizzate ad auto di lusso costituite da un cerchio in lega d’alluminio preferenzialmente formato a freddo e da un disco forgiato sempre in lega d’alluminio uniti tra loro da organi filettati di tipo risolvibile. Questo tipo di prodotto, estremamente versatile e maggiormente performante, ha un costo elevato e deve prevedere un processo di 10 assemblaggio estremamente preciso e lento e, conseguentemente, ha delle limitazioni sia nelle diverse tipologie di prodotto da offrire che nella vendita cosiddetta "after market". ;Scopo del presente trovato è rendere disponibile un metodo per la formazione a freddo di una ruota per veicoli che superi gli inconvenienti 15 sopra citati della tecnica nota. ;In particolare, è scopo del presente trovato mettere a disposizione un metodo per la formazione a freddo di una ruota per veicoli in grado di assemblare i componenti con elevata precisione ed in tempi rapidi. ;Ulteriore scopo della presente invenzione è proporre un metodo per la 20 formazione a freddo di una ruota per veicoli in grado di produrre un numero elevato di prodotti nell'unità di tempo e con elevata flessibilità produttiva e di varianti geometriche e/o estetiche, aumentando l’efficienza meccanica delle ruote. ;Detti scopi sono pienamente raggiunti dal metodo per la formazione e ;25 l’assemblaggio di una ruota per veicoli oggetto del presente trovato, che si caratterizza per quanto contenuto nelle rivendicazioni sotto riportate. ;In particolare, il metodo per la formazione e per l’assemblaggio di una ruota per veicoli comprende le seguenti fasi in successione: ;- predisposizione di un cerchio con un predeterminato orientamento di un 30 suo primo asse; ;- deformazione del cerchio attraverso una spinta diretta verso il primo asse 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;4 ;;e lungo almeno un bordo di una sua superficie esterna al fine di definire una configurazione del cerchio avente una pluralità di lobi lungo il cerchio; - predisposizione del disco in modo da orientare un suo secondo asse coassiale al primo asse; ;;5 - avvicinamento del disco al cerchio deformato lungo una direzione assiale di traslazione parallela al primo ed al secondo asse, ed in modo da portare la pluralità di estremità libere delle razze all'interno dei lobi formati; ;- ripristino della configurazione anulare del cerchio tramite il rilascio della forza di spinta ed ;10 - unione delle razze ad elementi di ancoraggio tramite organi di fissaggio. ;Preferibilmente, la fase di deformazione del cerchio definisce una configurazione del cerchio avente una pluralità di lobi lungo il cerchio almeno in un numero corrispondente alla pluralità di razze presenti sul disco. ;15 Grazie a questo metodo si hanno molteplici vantaggi, tra i quali ridurre i tempi di evasione degli ordini (ad esempio nel segmento "after market") anche in presenza di elevata combinazioni cerchio / disco in richiesta. Ciò permette di mantenere in magazzino cerchi e dischi già finiti e di effettuare un loro assemblaggio, al ricevimento degli ordini, in tempi 20 significativamente minori rispetto a quelli necessari a completare e finire una ruota integrale semilavorata e con simili prerogative estetiche. ;Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno, in ;25 cui: ;- la figura 1 illustra una ruota per veicoli formabile con il metodo oggetto della presente invenzione, in una vista prospettica in esploso; ;- le figure da 2 a 5 illustrano corrispondenti fasi del metodo di formazione della ruota di cui alla figura 1 in una sua prima soluzione, tutte le figure 30 sono in una vista frontale; ;- la figura 6 illustra la ruota di cui alle figure precedenti già assemblata con 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;5 ;;il metodo oggetto della presente invenzione, in una vista laterale e con una parziale sezione della sua parte esterna; ;- la figura 7 illustra un dettaglio in scala ingrandita riferito alla figura 6; - la figura 8 illustra una fase alternativa del metodo di formazione della ;5 ruota in oggetto, in una vista frontale. ;Con riferimento alle figure allegate e con particolare riferimento alla figura 1, il metodo in oggetto viene utilizzato per la formazione di una ruota 1 per veicoli. ;Nella presente trattazione, con ruota si intende quel componente che va a 10 formare, unitamente ad uno pneumatico (qui non illustrato), una ruota completa per un veicolo, quali ad esempio, motocicli, automobili, veicoli agricoli, veicoli industriali, ecc. ;La ruota 1 (vedi sempre figura 1) comprende un elemento anulare o cerchio 2 sviluppantesi attorno ad un primo asse X2 ed avente una 15 superficie esterna 2a, destinata al supporto dello pneumatico, ed una superficie interna 2b. ;Inoltre, la ruota 1 comprende una pluralità di elementi 3 di ancoraggio disposti lungo un bordo della superficie interna 2b del cerchio 2. ;Ancora, la ruota 1 comprende un disco 4 comprendente un elemento 20 centrale 5 a forma anulare, sviluppantesi attorno ad un secondo asse X5, ed una pluralità di porzioni di collegamento o razze 6, in numero uguale alla pluralità di elementi 3 di ancoraggio, ed aggettantisi radialmente dall'elemento centrale 5. ;Sempre la ruota 1 comprende organi 7 di fissaggio per fissare ;25 reciprocamente la pluralità di elementi 3 di ancoraggio e le corrispondenti estremità libere della pluralità di razze 6. ;Nella presente trattazione viene illustrato, a solo titolo esemplificativo e non limitativo un disco avente cinque razze, ma il metodo in oggetto può essere utilizzato per dischi aventi meno di cinque razze o più di cinque 30 razze, senza con ciò limitare l'ambito di protezione. ;Secondo quanto illustrato, il metodo di formazione ed assemblaggio della 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;6 ;;ruota 1 comprende almeno le seguenti fasi in successione: ;- predisposizione del cerchio 2 con un predeterminato orientamento del primo asse X2 (orizzontale o verticale o inclinato) (figura 1); ;- deformazione (preferenzialmente elastica) del cerchio 2 attraverso una ;5 spinta diretta verso il primo asse X2 e lungo almeno un bordo della sua superficie esterna 2a al fine di definire una configurazione del cerchio 2 avente una pluralità di lobi 8 lungo il cerchio 2 (figura 2); ;- predisposizione del disco 4 in modo da orientare il secondo asse X5 coassiale al primo asse X2 (figure 1 e 3); ;10 - avvicinamento del disco 4 al cerchio 2 deformato lungo una direzione assiale A di traslazione parallela (preferenzialmente coincidente) al primo X2 ed al secondo X5 asse, ed in modo da portare la pluralità di estremità libere delle razze 6 all'interno della pluralità di lobi 8 formati (figure 4 e 8); - ripristino della configurazione anulare del cerchio 2 tramite il rilascio della 15 forza di spinta (figura 5); ;- unione delle razze 6 agli elementi 3 di ancoraggio tramite gli organi di fissaggio 7. ;Preferibilmente, la fase di deformazione del cerchio 2 definisce una configurazione del cerchio 2 avente una pluralità di lobi 8 lungo il cerchio 2 20 almeno in numero corrispondente alla pluralità di razze 6 presenti sul disco 4. ;In quest'ultima modalità operativa, come detto precedentemente, le razze 6 presenti nei disegni presenti sono cinque e, in questo caso, la fase di spinta per la deformazione del cerchio 2 viene effettuata in cinque diversi ;25 punti del cerchio 2. ;In questa luce, la fase di spinta viene effettuata radialmente lungo un bordo esterno della superficie esterna 2a del cerchio 2 e nella pluralità di punti, distanziati tra loro attorno al cerchio 2, in funzione del numero di razze 6 presenti sul disco 2. ;30 In una prima forma realizzativa (vedi figure da 3 a 5), la fase di deformazione del cerchio 2 definisce una pluralità di lobi 8 angolarmente 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;7 ;;sfasati rispetto alla posizione sul cerchio 2 della (corrispondente) pluralità di elementi 3 di ancoraggio (vedi figura 3). ;Preferibilmente, quindi, successivamente alla fase di avvicinamento del disco 4 al cerchio 2 deformato, vi è una fase di rotazione del disco 4 e ;5 delle razze 6 attorno al secondo asse X5 per permettere il posizionamento delle estremità libere della pluralità di razze 6 in corrispondenza della corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio (figura 4). ;In questa luce, la fase di rotazione del disco 4 è effettuata precedentemente alla fase di ripristino della configurazione anulare del 10 cerchio 2. ;In funzione della tipologia di elementi 3 di ancoraggio (come vedremo nel seguito della trattazione), successivamente alla fase di avvicinamento del disco 4 al cerchio 2 deformato, vi può essere una fase di rototraslazione del disco 4 e delle razze 6 attorno al e lungo il secondo asse X5 per 15 permettere il posizionamento delle estremità libere della pluralità di razze 6 in corrispondenza della corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio. ;Anche in questa luce, la fase di rotazione del disco 4 è effettuata precedentemente alla fase di ripristino della configurazione anulare del 20 cerchio 2. ;Si osservi che la fase di avvicinamento del disco 4 al cerchio 2 avviene in modo da portare le estremità libere della pluralità di razze 6 in corrispondenza della parte più sporgente, radialmente in allontanamento dal primo asse X2, della corrispondente pluralità di lobi 8 presenti ;25 temporaneamente sul cerchio 2. ;In questo modo si hanno un posizionamento ed un centraggio rapidi e precisi del disco con razze rispetto al cerchio. ;Si osservi inoltre che la fase di rotazione del disco 4 attorno al secondo asse X5 definisce un accoppiamento stabile, per interferenza (con gioco) o 30 per incastro, tra le estremità libere della pluralità di razze 6 con la corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio. ;61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;8 ;;In una seconda forma realizzativa del metodo in oggetto, illustrata nella figura 8, la fase di deformazione del cerchio 2 definisce una pluralità di lobi 8 coincidenti alla posizione sul cerchio 2 della corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio. ;;5 In questo caso, la fase di avvicinamento del disco 4 porta le estremità libere della pluralità di razze 6 a contatto diretto con la corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio. ;In altre parole, in funzione della tipologia e forma sia degli elementi 3 di ancoraggio, che delle estremità delle razze 6 si utilizzano due diverse fasi 10 di centraggio ed unione. ;In entrambi i casi le porzioni di unione sono occultate esternamente alla vista, ottenendo una ruota con elevato tasso estetico. ;Come deducibile dalle fasi di metodo, nel caso di deformazione con successiva rotazione, le porzioni di unione possono essere occultate sia 15 internamente che esternamente alla vista. ;In entrambi i casi, la fase di ripristino della conformazione anulare del cerchio 2 determina un posizionamento stabile del disco 4 rispetto al cerchio 2 tramite il contatto delle estremità libere della pluralità di razze 6 al bordo interno del cerchio 2. ;20 Questa caratteristica garantisce un immediato e corretto centraggio relativo tra disco e cerchio. ;Preferibilmente, ma non limitatamente, gli organi di fissaggio sono di tipo risolvibile (ad esempio bulloni e / o dadi filettati). ;In questa luce la fase di unione comprende una fase di bloccaggio, per ;25 avvitamento degli organi 7 di fissaggio, tra la pluralità di razze 6 e la corrispondente pluralità di elementi 3 di ancoraggio. ;Nel caso illustrato nelle figure 6 e 7, a puro titolo di esempio non limitativo, ogni elemento 3 di ancoraggio comprende almeno una flangia 9, disposta lungo un piano parallelo al bordo della superficie interna 2b del cerchio 2 e 30 connessa al bordo interno del cerchio 2, in modo da sporgere radialmente verso il primo asse X2. ;61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;9 ;;Preferibilmente, ogni flangia 9 è provvista di uno o più fori per il passaggio degli organi 7 di di fissaggio per l'unione con la corrispondente razza 6. A sua volta, ogni estremità libera della pluralità di razze 6 ha una prima 10 ed una seconda 11 ala tra loro parallele e distanziate a definire un canale ;5 12 (trasversale al secondo asse X5). ;Inoltra, ogni razza 6 è prevista di corrispondenti fori per il passaggio degli organi 7 di fissaggio. ;In questa luce, la fase di rotazione del disco 4 attorno al secondo asse X5 permette l'accoppiamento, anche con gioco o per incastro, di ogni flangia 10 9 nel corrispondente canale 12 delle estremità libere della pluralità di razze 6. ;Nel caso in cui la flangia 9 presenti una configurazione geometrica inclinata rispetto al bordo della superficie interna 2b del cerchio 2, la fase di associazione delle razze 6 agli elementi 3 di ancoraggio verrà effettuata 15 con la rototraslazione del disco 4 per permettere l'accoppiamento corretto tra i due componenti. ;Successivamente a questi accoppiamenti, in grado di rendere coassiali i corrispettivi fori di ogni flangia 9 e di ogni razza 6, si provvede all'unione meccanica tra i due componenti. ;20 Si è descritto che, preferenzialmente gli organi di fissaggio sono collegamenti risolvibili di tipo filettato (ad esempio dadi e viti), ma il metodo in oggetto può comprendere anche altre forme di collegamento filettato oppure sistemi di collegamento permanente tramite una rivettatura, una imbullonatura, un montaggio per interferenza (“press- ;25 fitting”), una saldatura, una brasatura od anche un incollaggio. ;Riassumendo qui di seguito in forma essenziale il metodo, il cerchio viene disposto all’interno di un’opportuna attrezzatura (qui non illustrata), che prevede un numero di centraggi (organi di spinta) preferenzialmente pari al numero di razze di cui è provvisto il disco ;30 Successivamente si effettua un posizionamento/centraggio del disco rispetto al cerchio. ;61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;10 ;;Quindi si applica un’opportuna forza calibrata sui centraggi in modo da deformare il cerchio che assume, provvisoriamente, una forma multilobata ovvero con un numero di lobi preferenzialmente pari al numero di centraggi (quindi di razze). ;;5 Successivamente, mantenendo la forza calibrata dei centraggi sul cerchio, il disco viene posizionato all’interno del cerchio, tramite traslazione del medesimo disco lungo la direzione assiale, avendo cura di disporre ciascuna razza in corrispondenza della parte più sporgente di ciascun lobo in cui il cerchio è deformato temporaneamente, preferenzialmente con 10 gioco relativo tra razza e parte sporgente del corrispondente lobo Nella prima forma realizzativa illustrata, sempre mantenendo la forza calibrata dai centraggi al cerchio, il disco viene anche ruotato (o rototraslato) attorno al secondo asse secondo una direzione circonferenziale. ;15 Quest’azione porta le estremità delle razze ad alloggiare gli elementi di ancoraggio nel cerchio. ;A questo punto, prima di procedere all'unione delle razze con gli elementi di ancoraggio è possibile annullare la forza applicata dai centraggi al cerchio, in modo che il cerchio recuperi la sua geometria iniziale e che il 20 disco risulti centrato correttamente all’interno del cerchio. ;Nella seconda forma di realizzazione del metodo, invece, dopo il posizionamento del disco all'interno del cerchio, con elementi di ancoraggio e razze già posizionati frontalmente l'uno contro l'altro si passa direttamente alla fase di ripristino della geometria iniziale del cerchio. ;;25 A questo punto, in entrambi i casi, è possibile collegare il disco al cerchio, ad esempio tramite il serraggio dei dadi e delle viti, oppure con altro sistema di fissaggio rimovibile o amovibile. ;Le diverse soluzioni di assemblaggio, con o senza rotazione del disco, dipendono dalla geometria delle estremità delle razze e dal risultato 30 estetico finale ricercato per la ruota. ;Se le stesse, come descritto sono contraddistinte da una parte interna ed 61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;;11 ;;una parte esterna, il posizionamento del disco nel cerchio deve essere realizzato in modo che ogni razza si disponga lateralmente al corrispondente elemento di ancoraggio e da ambo i lati dello stesso, rispetto alla direzione di traslazione. ;;5 Per questo tipo di geometria è necessaria la rotazione del disco all’interno del cerchio quando quest’ultimo è temporaneamente costretto, tramite deformazione in campo elastico, ad assumere la forma multi-lobata. ;Nel caso in cui la geometria delle estremità delle razze (ad esempio con una sezione flangiata a “C”), è tale da permettere una copertura totale 10 dell'elemento di ancoraggio, è possibile realizzare l'accoppiamento solo con una traslazione lungo la direzione assiale del disco all’interno del cerchio, ed avendo cura di disporre il disco in modo che a ciascuna razza corrisponda la parte più sporgente di ciascun lobo in cui il cerchio è deformato temporaneamente. ;15 Quindi grazie a questo metodo si raggiungono gli scopi prefissati e ci sono notevoli vantaggi, tra cui: ;- combinare elevate resistenza ed affidabilità di un cerchio preferenzialmente in acciaio con la leggerezza e la valenza estetica di un disco preferenzialmente in lega leggera di alluminio; ;20 - si possono realizzare famiglie di ruote modulari per larghezza, aventi il medesimo disco ma differenti larghezze del cerchio; ;- si possono realizzare famiglie di dischi modulari per dimensione diametrale, dato che la geometria grezza del disco può essere configurata in modo da essere finita con differenti programmi di lavorazione ed ;25 essere così assemblata a cerchi aventi diametri diversi; ;- si possono realizzare famiglie di ruote modulari e “dedicate" per finitura estetica, cioè ruote aventi cerchi e dischi con differenti opzioni di colore e/o trattamento superficiale, combinabili secondo varie opzioni; ;- si possono realizzare famiglie di ruote modulari e “dedicate” per 30 prestazioni (rigidezza e leggerezza), cioè ruote aventi cerchi e/o dischi realizzati con differenti materiali metallici o non metallici. ;61.G3684.12.IT.5 ;VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) ;;12 ;;IL MANDATARIO ;Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n. 1516 B) *
Claims (1)
- 61.G3684.12.IT.5 VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) 1 RIVENDICAZIONI 1. Metodo per la formazione e l’assemblaggio di una ruota (1) per veicoli comprendente almeno: - un elemento anulare o cerchio (2) sviluppantesi attorno ad un primo 5 asse (X2) ed avente una superficie esterna (2a), destinata al supporto di uno pneumatico, ed una superficie interna (2b); - una pluralità di elementi (3) di ancoraggio disposti lungo un bordo della superficie interna (2b) del cerchio (2); - un disco (4) comprendente un elemento centrale (5) a forma anulare, 10 sviluppantesi attorno ad un secondo asse (X5), ed una pluralità di porzioni di collegamento o razze (6), in numero uguale alla pluralità di elementi (3) di ancoraggio, ed aggettantisi radialmente dall'elemento centrale (5); - organi (7) di fissaggio per fissare reciprocamente la pluralità di elementi (3) di ancoraggio e le corrispondenti estremità libere della pluralità di razze 15 (6); il metodo essendo caratterizzato dal fatto di comprendere almeno le seguenti fasi in successione: - predisposizione del cerchio (2) con un predeterminato orientamento del primo asse (X2); 20 - deformazione del cerchio (2) attraverso una spinta diretta verso il primo asse (X2) e lungo almeno un bordo della sua superficie esterna (2a) al fine di definire una configurazione del cerchio (2) avente una pluralità di lobi (8) lungo il cerchio (2); - predisposizione del disco (4) in modo da orientare il secondo asse (X5) 25 coassiale al primo asse (X2); - avvicinamento del disco (4) al cerchio (2) deformato lungo una direzione assiale (A) di traslazione parallela al primo (X2) ed al secondo (X5) asse, ed in modo da portare la pluralità di estremità libere delle razze (6) all'interno della pluralità di lobi (8) formati; 30 - ripristino della configurazione anulare del cerchio (2) tramite il rilascio della forza di spinta; 61.G3684.12.IT.5 VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) 2 - unione delle razze (6) agli elementi (3) di ancoraggio tramite gli organi di fissaggio (7). 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui la fase di deformazione del cerchio (2) definisce una configurazione del cerchio (2) avente una 5 pluralità di lobi (8) lungo il cerchio (2) almeno in numero corrispondente alla pluralità di razze presenti sul disco (4). 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 o la 2, in cui la fase di deformazione del cerchio (2) definisce una pluralità di lobi (8) angolarmente sfasati rispetto alla posizione sul cerchio (2) della pluralità di 10 elementi (3) di ancoraggio, ed in cui, successivamente alla fase di avvicinamento del disco (4) al cerchio (2) deformato, vi è una fase di rotazione del disco (4) e delle razze (6) attorno al secondo asse (X5) per permettere il posizionamento delle estremità libere della pluralità di razze (6) in corrispondenza della corrispondente pluralità di elementi (3) di 15 ancoraggio. 4. Metodo secondo la rivendicazione 1 o la 2, in cui la fase di deformazione del cerchio (2) definisce una pluralità di lobi (8) angolarmente sfasati rispetto alla posizione sul cerchio (2) della pluralità di elementi (3) di ancoraggio, ed in cui, successivamente alla fase di 20 avvicinamento del disco (4) al cerchio (2) deformato, vi è una fase di rototraslazione del disco (4) e delle razze (6) attorno al e lungo il secondo asse (X5) per permettere il posizionamento delle estremità libere della pluralità di razze (6) in corrispondenza della corrispondente pluralità di elementi (3) di ancoraggio. 25 5. Metodo secondo la rivendicazione 3 o la 4, in cui detta fase di rotazione o rototraslazione del disco (4) è effettuata precedentemente alla fase di ripristino della configurazione anulare del cerchio (2). 6. Metodo secondo la rivendicazione 1 o la 2, in cui la fase di deformazione del cerchio (2) definisce una pluralità di lobi (8) coincidenti 30 alla posizione sul cerchio (2) della corrispondente pluralità di elementi (3) di ancoraggio ed in cui la fase di avvicinamento del disco (4) porta le 61.G3684.12.IT.5 VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) 3 estremità libere della pluralità di razze (6) a contatto diretto con la corrispondente pluralità di elementi (3) di ancoraggio. 7. Metodo secondo la rivendicazione 3 o la 4, in cui la fase di rotazione o rototraslazione del disco (4) attorno al secondo asse (X5) definisce un 5 accoppiamento stabile, per interferenza o ad incastro, tra le estremità libere della pluralità di razze (6) con la corrispondente pluralità di elementi (3) di ancoraggio. 8. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fase di ripristino della conformazione anulare del cerchio (2) determina 10 un posizionamento stabile del disco (4) rispetto al cerchio (2) tramite il contatto delle estremità libere della pluralità di razze (6) al bordo interno del cerchio (2). 9. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fase di avvicinamento del disco (4) al cerchio (2) avviene in modo da 15 portare le estremità libere della pluralità di razze (6) in corrispondenza della parte più sporgente, radialmente in allontanamento dal primo asse (X2), della corrispondente pluralità di lobi (8) presenti temporaneamente sul cerchio (2). 10. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui 20 la fase di spinta viene effettuata radialmente lungo un bordo esterno della superficie esterna (2a) del cerchio (2) e nella pluralità di punti, distanziati tra loro attorno al cerchio (2), in funzione del numero di razze (6) presenti sul disco (2). 11. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui 25 gli organi di fissaggio sono di tipo risolvibile ed in cui la fase di unione comprende una fase di bloccaggio, per avvitamento degli organi (7) di fissaggio, tra la pluralità di razze (6) e la corrispondente pluralità di elementi (3) di ancoraggio. 12. Metodo secondo la rivendicazione 3, in cui ogni elemento (3) di 30 ancoraggio comprende almeno una flangia (9), disposta lungo un piano parallelo al bordo della superficie interna (2b) del cerchio (2) e connessa 61.G3684.12.IT.5 VB Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B) 4 al bordo interno del cerchio (2) in modo da sporgere radialmente verso il primo asse (X2), ed in cui ogni estremità libera della pluralità di razze (6) ha una prima (10) ed una seconda (11) ala tra loro parallele e distanziate a definire un canale (12), ed in cui la fase di rotazione del disco (4) attorno 5 al secondo asse (X5) permette l'accoppiamento di ogni flangia (9) nel corrispondente canale (12) delle estremità libere della pluralità di razze (6). Bologna, 15.12.2016 IL MANDATARIO 10 Ing. Barbara CASADEI (Albo iscr. n.1516 B)
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