CH711859A2 - Procedimento ed impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami. - Google Patents

Procedimento ed impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami. Download PDF

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CH711859A2
CH711859A2 CH01796/15A CH17962015A CH711859A2 CH 711859 A2 CH711859 A2 CH 711859A2 CH 01796/15 A CH01796/15 A CH 01796/15A CH 17962015 A CH17962015 A CH 17962015A CH 711859 A2 CH711859 A2 CH 711859A2
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Abstract

Impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami, il detto impianto comprendendo: un reattore di pirolisi (20) atto ad essere alimentato su di un suo ingresso (40) mediante detti materiali combustibili, il detto reattore di pirolisi (20) essendo almeno parzialmente installato in una prima camera (30) termoisolata ed essendo lambito in uso da gas di combustione di gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20), ed in cui il detto reattore di pirolisi (20) produce in uscita del carbone; una camera di generazione di flussi (140) sottostante la detta prima camera (30) termoisolata e con essa comunicante, in cui la detta camera di generazione di flussi (140) presenta ugelli d’ingresso (220) alimentati con gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20); una unità di decarburazione anossica (100) avente primi mezzi di ingresso (80) alimentati con il detto carbone prodotto in uscita dal detto rettore di pirolisi (20) ed avente secondi mezzi di ingresso, direttamente collegati con la detta camera di generazione dei flussi (140); in cui nella detta camera di generazione di flussi (140) avviene una combustione stechiometrica o sovrastechiometrica di parte dei detti gas di pirolisi in un bruciatore (210), in cui la parte restante dei detti gas di pirolisi alimentati da detti ugelli d’ingresso (220) viene poi miscelata con i prodotti di detta combustione ottenendo così un flusso caldo totalmente esente da ossigeno e in cui si bruciano completamente i catrami (tars) contenuti in detti gas di pirolisi. L’invenzione comprende inoltre il procedimento associato.

Description

Descrizione Campo dell’invenzione [0001] La presente invenzione concerne il campo della trasformazione dei materiali combustibili.
[0002] In dettaglio, la presente invenzione concerne un impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrame.
[0003] La presente invenzione concerne altresì un procedimento per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito sente da catrame.
Tecnica Nota [0004] La presente invenzione riguarda il campo dei procedimenti e degli impianti utilizzati per trasformare materiali combustibili a base di molecole contenenti almeno carbonio e idrogeno (quali ad esempio le biomasse, i rifiuti urbani, le plastiche, gli pneumatici, il car fluff, ...) in gas combustibile pulito e residuo inerte.
[0005] Come ben sanno in tecnici del settore, il gas combustibile pulito può essere ottenuto grazie ai conosciuti processi di pirolisi, gassificazione o pirogassificazione anche se però la qualità dei prodotti, in particolare per quanto attiene al gas prodotto, è solitamente insoddisfacente tanto da richiedere, prima del suo utilizzo complessi sistemi di trattamento.
[0006] Ottenere un gas pulito, dunque esente da sostanze condensabili, chiamate dai tecnici del settore catrami «tars» e da polveri, è una condizione necessaria per il suo utilizzo quale combustibile in motori o turbine, quindi per la generazione di elettricità, o quale sostanza di base per la produzione di combustibili liquidi, di gas naturale sintetico o altri prodotti di sintesi.
[0007] Mentre la polverosità del gas può essere completamente eliminata per semplice filtrazione, l’eliminazione dei tars necessità di sistemi molto più complessi e genera solitamente sottoprodotti di difficile e costoso smaltimento.
[0008] Esistono sul mercato diversi processi e impianti di conversione di un combustibile o più genericamente di un materiale solido contenente almeno carbonio e idrogeno in gas utile.
[0009] Esistono procedimenti diretti di conversione di un combustibile solido in gas, quali ad esempio la gassificazione o la sola pirolisi, ma non vengono qui esaminati in quanto, se del caso, rappresentano solo una parte del procedimento complessivo oggetto di deposito di brevetto.
[0010] Nella maggioranza dei casi il procedimento migliore messo in atto secondo la tecnica nota consiste in una prima fase di pirolisi seguita da una fase di gassificazione e/o di combustione. Il calore richiesto puntualmente nel processo viene generato tramite combustione (ossidazione) di una parte del combustibile (materiale) da trattare o di una parte dei prodotti da esso generati.
[0011] A volte procedimenti diversi utilizzano apparecchiature simili anche se poi i procedimenti valutati nel loro assieme sono diversi e distinti tra loro.
[0012] Il processo di pirolisi, utilizzato universalmente, è un valido esempio di quanto affermato prima.
[0013] Dal documento EP 0 976 806 è noto un impianto di produzione di gas di sintesi, il quale illustra II materiale da trattare, tipicamente rifiuti urbani, viene spinto tramite pressa attraverso un condotto nel quale viene compresso. Questo condotto è riscaldato esteriormente da fumi di combustione caldi generati bruciando parte del gas prodotto dal processo. Il materiale che ivi si trova subisce, almeno in parte, la pirolisi.
[0014] I vapori e il gas prodotti da questa pirolisi parziale escono poi dalla parte terminale del condotto assieme al materiale parzialmente carbonizzato («pirolizzato»). Questo condotto, posizionato orizzontalmente è direttamente collegato ad una camera verticale. Lo scopo di questa camera è la gassificazione e combustione completa del materiale parzialmente carbonizzato proveniente dal summenzionato condotto. Questo processo avviene iniettando ossigeno nella camera in quantità sottostechiometrica (inferiore a quanto necessario a bruciare tutto il materiale). Il gas prodotto dalla gassificazione va a miscelarsi con il gas di pirolisi e i vapori uscenti dal condotto di pirolisi. Questa miscela gassosa viene estratta alla sommità della camera di gassificazione.
[0015] Dunque, l’impianto sopra descritto non consente di ottenere un processo di creazione di gas senza la produzione di tars.
[0016] La parte incombustibile del materiale gassificato, viste le alte temperature che regnano nella zona (1800 °C e oltre), fondono e vanno a raccogliersi sul fondo della camera di gassificazione dove vengono poi estratte, sempre allo stato liquido, attraverso un sifone che ha lo scopo di mantenere isolato l’interno dall’ambiente. Gli inerti liquidi che escono dal sifone vengono poi vetrificati per tempra in acqua.
[0017] Dal documento CH 697 942 il materiale da trattare viene avviato attraverso un ingresso 4 provvisto di mezzi atti ad assicurare una sua tenuta stagna rispetto all’ambiente circostante. A valle del detto ingresso 4 è installata un’apparecchiatura di alimentazione 5 che convoglia il materiale (freccia B) verso l’interno di un reattore di pirolisi, costituito da un tamburo rotante 2 incamiciato, le pareti del quale sono lambite da fumi di combustione che attraversano lo spazio compreso fra il detto tamburo rotante 2 ed una camera 3 termoisolata che lo contiene, fuoriuscendo (freccia C) attraverso un condotto di scarico 13. Tali fumi cedono gran parte del loro calore al reattore di pirolisi 2, all’interno del quale il materiale da trattare, raggiungendo temperature dell’ordine dei 400-500 °C, subisce un processo di pirolisi trasformandosi in gas e carbone.
[0018] Mentre il gas di pirolisi fuoriesce (freccia E) attraverso un condotto di uscita 6 il carbone sposta (freccia D) verso una camera di gassificazione 9 nella quale esso si depone (freccia F) e nella quale, insufflando del gas comburente (ossigeno, aria, aria arricchita di ossigeno e/o vapore), viene ottenuta la parziale combustione con relativa parziale gassificazione del detto carbone di pirolisi.
[0019] Mentre il gas di sintesi prodotto fuoriesce insieme al gas di pirolisi (freccia E) attraverso il già descritto condotto di uscita 6, il carbone non gassificato transita (anch’esso per gravità) attraverso un impianto di by-pass 7, provvisto di mezzi di estrazione 8 che lo depositano (freccia G) su di una griglia di postcombustione 10 situata nella zona inferiore della detta camera 3 termoisolata contenente il reattore di pirolisi 2 dove viene bruciato generando i fumi necessari al riscaldamento del tamburo rotante 2 e ceneri poi rimosse per mezzo di un’apparecchiatura di estrazione 12 di tipo noto, ad esempio del tipo a coclea come raffigurato nel disegno.
[0020] Anche l’impianto descritto nel brevetto CH 697 942 non permette di ottenere una produzione di gas senza residui solidi non ossidati e privo di incombusti.
[0021] I documenti US 2007/0 163 176 (solo reattore di combustione e gassificazione) e WO 95/21 903, illustrano un impianto ed un processo di produzione di gas, in cui prevede una prima fase di trasformazione del materiale da trattare in carbone e gas contenente catrami tramite pirolisi in un reattore specifico e poi successiva gassificazione del char in un gassificatore speciale del tipo a letto trascinato utilizzando come medium di gassificazione i fumi ottenuti dalla combustione in condizioni sottostechiometriche di tutto il gas di pirolisi ottenuto nella precedente fase e utilizzando ossigeno puro come comburente. La reazione tra i fumi di combustione e il char genera il gas di sintesi.
[0022] L’utilizzo di ossigeno come comburente permette di raggiungere temperature dei fumi molto elevate che dovrebbero sciogliere gli inerti contenuti nel char che vengono così estratti sotto forma di scoria fusa. Segnatamente, si fa notare che nel brevetto originale (WO 95/21 903) il calore sensibile contenuto nel gas di sintesi prodotto (con temperatura dell’ordine degli 800-900 °C) veniva recuperato per fornire il calore necessario all’essiccamento e alla pirolisi del materiale da trattare.
[0023] Anche questi due documenti mostrano lo svantaggio di avere produzione di scorie fuse ossidate.
[0024] In particolare, se applicato a biomasse, rifiuti urbani e similari, il procedimento indicato nei due ultimi documenti sopra citati, non è praticamente realizzabile in quanto: - il calore sensibile recuperato dal gas di sintesi caldo in uscita dal reattore a letto trascinato non è sufficiente a permettere l’essiccamento e la pirolisi del materiale da trattare ed inoltre la temperatura relativamente bassa del flusso termico utilizzato per le due suddette operazioni ne inficia il rendimento (occorre dunque molto più calore rispetto a quanto ne servirebbe con un flusso più caldo) e richiede superfici di scambio su essiccatore e pirolizzatore molto ampie per compensare il minore salto termico disponibile. - le quantità e composizione di pyrogas e char ottenibili dalla pirolisi a bassa temperatura dipendono in massima parte dalle caratteristiche del materiale sottoposto a trattamento e solo secondariamente dalla temperatura e tempi impostati per il processo. La quantità di fumi richiesti per la gassificazione del char ottenuto dalla precedente pirolisi dipende invece prevalentemente dalla composizione e quantità del char. Anche la composizione dei fumi giocherebbe un ruolo importante ma, dovendo lavorare in difetto di ossigeno (come richiesto dal procedimento brevettato) e dovendo assicurare nel contempo temperature dei fumi sufficientemente elevate, tale composizione diventa poco influenzabile. Le alte temperature dei fumi richiedono inoltre di dover lavorare con difetto d’aria vicino a 1 (combustione quasi stechiometrica) il che rende ancor meno regolabile la portata e composizione dei fumi - il processo di gassificazione comporta una serie di reazioni chimiche che richiedono una precisa stechiometria e che dunque quantitativi precisi di reagenti e di composizione nota per ottenere i prodotti desiderati. Siccome, come da precedente punto, i quantitativi in gioco e le relative composizioni di char, pyrogas e fumi non sono di fatto regolabili, si ha come risultato l’impossibilità ad ottenere i prodotti desiderati. Prendendo ad esempio il caso di trattamento della legna, ciò che avverrebbe sarebbe la generazione di un quantitativo di gas di pirolisi e dunque di fumi di combustione sensibilmente superiore a quanto richiesto per gassificare il char disponibile. Il gas di sintesi ottenuto sarebbe dunque molto caldo e con un potere calorifico molto basso.
[0025] Nei convenzionali procedimenti di combustione e di gassificazione del carbone, l’energia e i flussi necessari alla loro realizzazione vengono generati direttamente dalle reazioni che vedono coinvolto il carbone stesso: ad esempio nella combustione si ha l’ossidazione completa del carbonio a anidride carbonica mentre nella gassificazione si ha l’ossidazione parziale del carbonio a monossido di carbonio.
[0026] Come i tecnici del ramo sanno, è molto difficile e a volte impossibile realizzare questi procedimenti su carboni cosiddetti poveri (= a basso potere calorifico), in particolare nel caso dei procedimenti di gassificazione, in quanto non viene raggiunto il livello di autosostentamento delle reazioni chimiche coinvolte. Non riuscendo a bruciare tutto il carbonio disponibile si ottiene un residuo finale che contiene ancora incombusti con le conseguenze già descritte precedentemente.
[0027] Avere un residuo finale con il minore grado di ossidazione possibile, è di fondamentale importanza. Infatti, molti metalli contenuti nel residuo solido dovrebbero rimanere allo stato metallico puro non ossidato, come accade invece nell’incenerimento o nella gassificazione ad aria o ossigeno, permettendo così un recupero efficace e sicuro. In dettaglio, dal residuo finale è possibile ottenere ferro rame o alluminio.
[0028] La formazione di ossidi nei residuo finale è pericolosa poiché alcuni metalli se ossidati si trasformano in componenti tossiche; un esempio è il cromo, che se ossidato, può trasformarsi in cromo esavalente.
[0029] Inoltre, il contatto tra carbone e ossigeno, oltre che generare un residuo ossidato poco riciclabile, comporta diverse altre problematiche note ai tecnici del ramo e conseguente al fatto che i fenomeni ossidativi sono rapidi e fortemente esotermici.
[0030] Una di queste problematiche è la fusione delle ceneri, dovuta alle alte temperature raggiunte dal processo di ossidazione e che provoca danneggiamenti, usura prematura o disfunzioni delle apparecchiature coinvolte. La fusione delle ceneri avviene tipicamente nei processi di combustione, nei quali la quantità di ossigeno introdotta nel processo è pari (Astechiometrica) o leggermente superiore a quanto teoricamente richiesto per bruciare tutto il carbone, ma può’ avvenire anche nei processi di gassificazione in quanto, malgrado in essi il quantitativo di ossigeno inserito nel processo non sia sufficiente a bruciare tutto il carbone, si hanno comunque a livello locale, normalmente in corrispondenza del punto di iniezione del comburente (aria o ossigeno) nel sistema, zone con concentrazioni di ossigeno stechiometriche o superiori con conseguenti alte temperature locali e ossidazione del residuo.
[0031] Inoltre, come gli esperti del settore sanno, la presenza di ossigeno favorisce la fusione delle ceneri anche grazie alla sua partecipazione nella formazione di sostanze bassofondenti quali il vetro partendo da sodio, potassio e silice.
[0032] Lo scopo della presente invenzione è quello di descrivere un impianto e un processo che consentano di risolvere gli inconvenienti sopra descritti.
Sommario dell’invenzione [0033] Lo scopo della presente invenzione è realizzato mediante un impianto ed un processo che sono totalmente privi di processi ossidativi sia della materia solida in ingresso all’impianto, sia di ogni altro flusso di materiale solido creato durante il processo di lavorazione all’interno dell’impianto.
[0034] Segnatamente, l'impianto della presente invenzione può vantaggiosamente operare anche su carboni poveri, a basso potere calorifico, operando una gassificazione completa del carbonio in anidride carbonica ed un’ossidazione parziale del carbonio in monossido di carbonio.
[0035] Secondo la presente invenzione viene dunque realizzato un impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami, il detto impianto comprendendo: - un reattore di pirolisi atto ad essere alimentato su di un suo ingresso mediante detti materiali combustibili, il detto reattore di pirolisi essendo almeno parzialmente installato in una prima camera termoisolata ed essendo lambito in uso da gas di combustione di gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi, ed in cui il detto reattore di pirolisi produce in uscita del carbone; - una camera di generazione di flussi sottostante la detta prima camera termoisolata e con essa comunicante, in cui la detta camera di generazione di flussi presenta ugelli d’ingresso alimentati con gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi; - una unità di decarburazione anossica avente primi mezzi di ingresso alimentati con il detto carbone prodotto in uscita dal detto rettore di pirolisi ed avente secondi mezzi di ingresso, direttamente collegati con la detta camera di generazione dei flussi; in cuinella detta camera di generazione di flussi (140) avviene una combustione stechiometrica o sovrastechiometrica di parte dei detti gas di pirolisi ed avviene la miscelazione della parte restante dei detti gas di pirolisi alimentati da detti ugelli d’ingresso (220) con i prodotti di detta combustione ottenendo così un flusso caldo totalmente esente da ossigeno si e bruciano completamente i catrami (tars) contenuti in detti gas di pirolisi.
[0036] In un aspetto della presente invenzione, il detto impianto comprende inoltre una tramoggia di alimentazione posizionata in uscita dal detto reattore di pirolisi e in cui i detti primi mezzi di ingresso comprendono una coclea di alimentazione di carbone, posizionata ad una quota inferiore rispetto alla detta tramoggia di alimentazione.
[0037] Segnatamente, i detti secondi mezzi di ingresso della detta camera di decarburazione anossica sono posizionati ad una quota inferiore rispetto ai detti primi mezzi di ingresso della detta camera di decarburazione anossica. In un aspetto della presente invenzione, la detta camera di generazione dei flussi ha la particolarità di essere geometricamente un’estensione della prima camera condividendo con essa le pareti esterne ed essendo da essa separata tramite un setto divisorio.
[0038] In un aspetto della presente invenzione, il detto impianto comprende inoltre un filtro eliminatore di polvere installato in corrispondenza di una porzione terminale di un condotto di uscita che è posizionato sulla sommità della tramoggia.
[0039] In un aspetto della presente invenzione, la detta prima camera comprende uno scarico di fumi, ed in cui il detto scarico comprende inoltre scambiatori termici.
[0040] In dettaglio, i detti scambiatori termici preriscaldano e/o essiccano il detto materiale combustibile a monte dell’immissione entro il detto reattore di pirolisi.
[0041] In un aspetto della presente invenzione, i detti gas di combustione entro la detta prima camera presentano un tenore di ossigeno sempre superiore a zero e tipicamente compreso tra il 3% ed il 15%.
[0042] In dettaglio, in detta camera di generazione di flussi sono individuate: - una prima zona ove è presente un bruciatore per i detti gas di pirolisi; e - una seconda zona ove sono presenti i detti ugelli; ed in cui in detta prima zona sono in uso presenti gas di combustione comprendenti ossigeno e diretti verso la detta prima camera ed in cui in detta seconda zona sono in uso presenti gas di combustione privi di ossigeno e diretti verso la detta unità di decarburazione anossica.
[0043] In dettaglio, la detta prima zona è una zona frapposta fra detti ugelli e detto bruciatore.
[0044] Secondo la presente invenzione viene inoltre realizzato un procedimento per la trasformazione di materiale combustibile in gas puliti esenti da catrami, il detto procedimento essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: - un passo di introduzione di detto materiale combustibile entro un reattore di pirolisi di un impianto per la trasformazione di materiale combustibile in gas puliti, - un passo di riscaldamento di un tamburo rotante del detto reattore di pirolisi, detto tamburo rotante essendo almeno parzialmente introdotto entro una prima camera termoisolata, ed in cui il detto passo di riscaldamento del detto tamburo rotante avviene bruciando gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi; - un passo di trasferimento di un carbone prodotto nel detto reattore di pirolisi entro una camera di decarburazione anossica per mezzo di primi mezzi di ingresso alla detta camera di decarburazione anossica frapposti fra detto reattore di pirolisi e detta camera di decarburazione anossica; - in cui in detta camera di decarburazione anossica prende luogo un passo di decarburazione anossica del detto carbone, in cui il detto passo di decarburazione anossica avviene mediante reazioni chimiche che prendono luogo per contatto con il flusso di gas di combustione caldo ricevuto dalla camera di generazione dei flussi limitrofa.
[0045] In un aspetto della presente invenzione, avviene un passo di bruciatura dei detti gas di pirolisi in una camera di generazione di flussi sottostante la detta prima camera e da essa separata mediante setti attraverso i quali gas di combustione dei detti gas di pirolisi riscaldano almeno parzialmente il detto tamburo rotante.
[0046] In un aspetto della presente invenzione, il detto metodo comprende un passo di posizionamento di secondi mezzi di ingresso nella detta camera di decarburazione anossica ad una quota inferiore rispetto ai detti primi mezzi di ingresso.
[0047] In un aspetto della presente invenzione, il detto metodo comprende un passo di filtraggio dei gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi a monte della detta loro bruciatura entro detta camera di generazione dei flussi.
[0048] In dettaglio, bruciando i detti gas di pirolisi, entro la detta prima camera si producono gas di combustione entro la detta prima camera, e detti gas di combustione presentano un tenore di ossigeno sempre superiore a zero e tipicamente compreso tra il 3% ed il 15%.
[0049] In dettaglio, in detta camera di generazione di flussi i detti gas di pirolisi vengono bruciati generando due flussi di combustione separati, in cui un primo flusso di combustione contiene ossigeno ed è diretto verso la detta prima camera ed un secondo flusso di combustione, che è assolutamente privo di ossigeno e viene diretto verso i detti secondi mezzi di ingresso alla unità di decarburazione anossica.
[0050] Pertanto, il detto secondo flusso è ottenuto da un passo di miscelazione dei detti gas di combustione prodotti nella detta prima camera con una frazione o parte dei detti gas di pirolisi.
[0051] Segnatamente, i detti gas di pirolisi sono immessi nella detta camera per una quantità almeno sufficiente a consumare, tramite sua combustione, l’ossigeno contenuto nei detti gas di combustione impiegati nella miscelazione.
Descrizione delle figure [0052] L’ invenzione verrà ora descritta facendo riferimento alle figure annesse nelle quali: la fig. 1 illustra un impianto per la trasformazione di materiali combustibili di tipo noto; la fig. 2 illustra un impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami secondo la presente invenzione.
Descrizione dettagliata dell’invenzione [0053] Con riferimento alla fig. 2, con il numero di riferimento 10 è indicato nel suo complesso un impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami.
[0054] L’unità di pirolisi riceve il materiale combustibile che viene così sottoposto al procedimento di pirolisi. Come è noto nel ramo della tecnica, nel procedimento di pirolisi il materiale da trattare viene riscaldato, in assenza di ossigeno, fino a temperature all’incirca comprese tra 400 e 800°C, mantenendolo in quelle condizioni per un tempo sufficiente a causarne la trasformazione completa in gas, vapori di sostanze condensabili (detti catrami o tars) e carbone.
[0055] Il carbone è composto da una frazione combustibile e energetica, essenzialmente carbonio, e da una parte incombustibile la cui composizione dipende dal materiale alimentato all’impianto. A titolo di esempio, trattando biomasse, la parte incombustibile del carbone è composta da minerali e altri materiali lapidei mentre trattando rifiuti indifferenziati nella composizione della parte incombustibile troviamo anche metalli e vetro.
[0056] Ottenere un gas pulito, dunque esente da sostanze condensabili (chiamate dai tecnici del settore catrami o «tars») e da polveri, è una condizione estremamente importante per l’utilizzo del gas quale combustibile in motori o turbine, quindi per la generazione di elettricità, o quale sostanza di base per la produzione di combustibili liquidi, di gas naturale sintetico o altri prodotti di sintesi. Mentre la polverosità del gas può’ essere completamente eliminata per semplice filtrazione, l’eliminazione dei tars necessità di sistemi molto più complessi e genera solitamente sottoprodotti di diffìcile e costoso smaltimento.
[0057] Sempre procedendo con una descrizione schematica, il carbone generato nell’unità di pirolisi viene poi trasferito ad un’unità di decarburazione anossica al fine di valorizzare energeticamente il carbonio contenuto nel detto carbone e nel contempo ottenere un residuo di minor massa possibile e totalmente incombustibile.
[0058] Il procedimento messo in atto in quest’ultima unità ha lo scopo di eliminare completamente il carbonio contenuto nel carbone; eliminazione che avviene assolutamente senza apporto di ossigeno e in condizioni di temperatura controllata.
[0059] Ai sensi della presente invenzione, per decarburazione anossica si intende dunque un processo di eliminazione del carbonio in assenza di ossigeno.
[0060] Ciò al fine di distinguere questo particolare procedimento da quelli più noti e utilizzati dai tecnici del settore quali la combustione e la gassificazione ad aria (o altra miscela gassosa contenente ossigeno) dove invece si ha, in maniera più o meno importante, contatto tra il carbone e l’ossigeno.
[0061] Nel procedimento di decarburazione anossica che prende atto nell’impianto 10 oggetto della presente invenzione, la fusione delle ceneri viene evitata grazie all’assenza di ossigeno e grazie al fatto che questi è un processo endotermico (che assorbe calore). La temperatura massima raggiunta nel processo è quella del flusso decarburante, meglio spiegato nel seguito, generato e controllato con precisione nella camera di generazione dei flussi. Per cui nell’unità di decarburazione non si possono formare, nemmeno localmente, zone con temperature eccessive e tali provocare la fusione delle ceneri.
[0062] Tra il carbone e il flusso decarburante inserito nell’unità di decarburazione avvengono delle reazioni chimiche che generano un gas combustibile nel quale si ritrova interamente l’energia chimica del carbone generato e poi consumato dal procedimento. Questo gas combustibile è il prodotto principale del procedimento e presenta, come meglio descritto oltre, la particolarità di essere assolutamente esente da sostanze condensabili (tars) rendendolo idoneo a essere utilizzato, previa filtrazione e raffreddamento, in motori o turbine a gas o quale sostanza di base per sintesi chimiche.
[0063] La camera di generazione dei flussi si rileva una componente essenziale del sistema, rendendo possibile il procedimento nel suo complesso come pure conferendo carattere innovativo al sistema preso nel suo assieme carattere innovativo.
[0064] Nell’impianto 10 oggetto della presente invenzione si distinguono principalmente tre elementi, fisicamente uniti tra loro e inscindibili: l’unità di pirolisi, la camera di generazione dei flussi e l’unità di decarburazione anossica.
[0065] Il materiale combustibile da trattare viene avviato verso l’impianto 10 (freccia A) attraverso un ingresso 40 provvisto di mezzi (rotocelle, doppie ghigliottine, doppio clapet ecc.) atti ad assicurare una sua tenuta stagna rispetto all’ambiente circostante.
[0066] A valle del detto ingresso 40 l’impianto comprende un’apparecchiatura di alimentazione 50 o alimentatore, che convoglia il materiale (freccia B), mediante un sistema a coclee, a pistoni spintori o equivalenti mezzi tecnici, verso l’interno di un reattore di pirolisi.
[0067] Il reattore di pirolisi comprende un tamburo rotante 20 incamiciato e parzialmente giacente in una camera 30 termoisolata (prima camera); la parete del tamburo rotante 20 è lambita da fumi di combustione che attraversano lo spazio compreso fra il detto tamburo rotante 20 ed una prima camera 30 termoisolata che lo contiene, fuoriuscendo (freccia C) attraverso un condotto di scarico 130.
[0068] Ai sensi della presente invenzione il tamburo rotante è definito parzialmente giacente entro la prima camera 30 termoisolata, poiché alcune porzioni d’estremità del detto tamburo ne giacciono all’esterno.
[0069] Tali fumi cedono gran parte del loro calore al reattore di pirolisi 20, all’Interno del quale il materiale combustibile da trattare, riscaldandosi a temperature maggiori od uguali a ca. 400 °C e comunque non inferiori a 300 °C, subisce un processo di pirolisi.
[0070] Durante il processo di pirolisi, si generano gas, sostanze condensabili allo stato di vapore (tars) e carbone. Il calore residuo restante nei fumi quando raggiungono lo scarico 130 può essere recuperato attraverso scambiatori termici 230 per poi essere ulteriormente diretto (freccia P) ad altri utilizzi quali l’essiccazione a monte dell’impianto 10 del materiale combustibile da trattare o il preriscaldo dell’aria di combustione utilizzata in un bruciatore 210 meglio descritto nel seguito.
[0071] L’impianto 10 oggetto della presente invenzione comprende altresì un condotto di uscita 60 per la fuoriuscita (freccia E) del gas di pirolisi o pyrogas.
[0072] Il carbone, per effetto della rotazione del tamburo rotante 20 (che opzionalmente ma preferibilmente può essere combinato con un’opportuna inclinazione del suo asse longitudinale, sebbene nella presente invenzione sia possibile anche una configurazione orizzontale come schematicamente rappresentato in fig. 2), si sposta (freccia D) verso una tramoggia 90 nella quale esso si depone (freccia F) e dalla quale viene poi estratto attraverso un mezzo di estrazione 70 (rotocelle, doppie ghigliottine, doppio clapet ecc.) atto ad assicurare una compartimentazione perfetta delle atmosfere esistenti a monte e a valle del medesimo.
[0073] L’impianto 10 oggetto della presente invenzione comprende altresì un filtro eliminatore di polvere 180 installato in corrispondenza di una porzione terminale del condotto di uscita 60 che è posizionato sulla sommità della tramoggia 90; a valle del detto filtro eliminatore di polvere, l’impianto 10 oggetto della presente invenzione comprende anche un ventilatore 160.
[0074] Il gas di pirolisi in uscita dal detto condotto di uscita 60 viene depolverato nel filtro eliminatore di polvere 180 (ad esempio di tipo inerziale, a maglia metallica o ceramico), aspirato per mezzo del ventilatore 160 e, attraverso dei condotti 17, avviato (freccia J) alla camera di generazione dei flussi 140.
[0075] La polvere trattenuta dal filtro eliminatore di polvere 180, prevalentemente composta da particelle fini di carbone trascinate dal gas di pirolisi, viene estratta con mezzi noti (non indicati nelle figure annesse).
[0076] Nella camera di generazione dei flussi 140 vengono generati i flussi gassosi necessari sia per il riscaldo del tamburo rotante del reattore di pirolisi 20, sia per le reazioni chimiche che avvengono nella camera 100 di decarburazione anossica.
[0077] La camera di generazione dei flussi 140 ha la particolarità di essere geometricamente un’estensione della prima camera 30 condividendo con essa le pareti esterne ed essendo da essa separata solo dal setto divisorio 190, quest’ultimo dotato di aperture in numero, dimensione e posizione tale da suddividere il flusso gassoso che ivi transita (freccia K) in maniera idonea a garantire il sufficiente riscaldamento del reattore di pirolisi 20 e la corretta distribuzione del calore sulla sua superficie.
[0078] Altro aspetto particolare è il fatto che la stessa camera di generazione dei flussi 140 è poi direttamente collegata anche alla camera di decarburazione anossica 100 creando così, assieme alla prima camera 30, un unico aggregato compatto, finalizzato a ridurre al minimo il tragitto dei flussi caldi (a temperature comprese tra circa i 1200 e i 1800°C e comunque preferibilmente al di sopra dei 1000° C al fine di ottenere un corretto riscaldamento del reattore di pirolisi ed una efficace decarburazione anossica) generati nella camera di generazione dei flussi 140 e inviati alle altre due camere limitando così le perdite termiche ed evitando l’utilizzo di condotti che, come noto ai tecnici del settore, sono di complessa realizzazione. Le dimensioni della camera di generazione dei flussi 140 sono comunque tali da assicurare sufficienti tempi di residenza per il materiale tali da avere un completamento delle reazioni chimiche che poi avvengono.
[0079] Il gas di pirolisi viene distribuito nella camera di generazione flussi 140 in due zone distinte, controllandone la suddivisione della portata attraverso le valvole di regolazione 200. Una parte del gas viene bruciata in condizioni di eccesso d’aria nel bruciatore 210 precedentemente menzionato. Tale bruciatore 210 è in dettaglio posizionato in testa alla camera di generazione dei flussi 140, preferibilmente giacendo su di un lato della medesima in corrispondenza di un setto divisorio 190 che separa la detta camera di generazione dei flussi 140 dalla soprastante prima camera 30. Una restante parte dei gas viene iniettata direttamente in camera di generazione dei flussi 140 attraverso gli ugelli 220 situati tra il bruciatore 210 e la connessione alla camera di decarburazione anossica 100. Parte dei fumi generati nel bruciatore 210 vanno a riscaldare il tamburo rotante 20 attraversando le aperture di cui è dotato il setto divisorio 190 (freccia K).
[0080] I fumi necessari al riscaldo del reattore di pirolisi devono avere una temperatura ben definita al fine di assicurare lo scambio di calore desiderato e rimanendo nel contempo al di sotto dei limiti di temperatura di utilizzo dei materiali del tamburo rotante 20.
[0081] La regolazione della temperatura dei fumi avviene, come i tecnici del settore sanno, agendo sull’eccesso d’aria impostato al bruciatore 210.1 fumi di combustione ottenuti avranno dunque un tenore di ossigeno sempre superiore a zero (tipicamente tra il 3 e 1 ' 10%) e funzione della temperatura desiderata.
[0082] La frazione di fumi non utilizzata per il riscaldo del tamburo rotante 20 attraversa la camera di generazione dei flussi 140 (freccia M) reagendo poi con il flusso di gas iniettato attraverso gli ugelli 220 (freccia L).
[0083] Qui, l’ossigeno contenuto nel flusso di fumi proveniente dal bruciatore 210 viene consumato ad opera della combustione del gas di pirolisi iniettato attraverso gli ugelli 220 nella camera di generazione dei flussi 140 sottostante la prima camera 30 termoisolata. Il flusso risultante, esente da ossigeno e con una temperatura molto elevata (1200-1800 °C) viene poi convogliato (freccia H) alla camera di decarburazione anossica 100.
[0084] La distribuzione del gas tra il bruciatore 210 e gli ugelli 220 è impostata in maniera tale che il flusso risultante dall'interazione dei due sia assolutamente esente da ossigeno. In pratica la portata di gas iniettata attraverso gli ugelli 220 deve essere, come definita dai tecnici del ramo, stechiometrica (quantità di gas esatta per consumare tutto l’ossigeno disponibile) o leggermente sovrastechiometrica (quantità di gas eccessiva rispetto all’ossigeno disponibile). Pertanto nella camera di generazione dei flussi 140 avviene la combustione stechiometrica o sovrastechiometrica di parte dei gas di pirolisi nel bruciatore 210, in cui una parte dei gas di pirolisi che è rialimentata in ingresso nella camera di generazione dei flussi 140 attraverso gli ugelli 220, viene poi miscelata con i prodotti della combustione ottenendo così un flusso di gas caldi totalmente esente da ossigeno i cui i catrami (tars) contenuti nei detti gas di pirolisi sono totalmente bruciati.
[0085] In termini riassuntivi e più semplici, nella camera di generazione dei flussi 140 si ha un flusso di fumi caldi privo di ossigeno. Giacché nella prima camera 30 termoisolata sono presenti sì dei fumi caldi, ma con un po’ di ossigeno, parte di questi fumi vengono catturati e ricircolati in retroazione essendo miscelati con una quantità predeterminata di gas di pirolisi. Il poco ossigeno presente nei fumi caldi della prima camera 30 termoisolata brucia pertanto una parte dei gas di pirolisi, laddove l’ossigeno è introdotto in quantità pari o superiore a quella che serviva per solo consumare l’ossigeno presente.
[0086] In pratica la quantità miscelata di detti gas di pirolisi viene sempre impostata a valori maggiori onde garantire con certezza il consumo di tutto l’ossigeno.
[0087] I catrami (tars) normalmente presenti in detti gas di pirolisi vengono completamente eliminati durante il processo di combustione.
[0088] In altri termini, nella camera di generazione dei flussi 140 si generano due flussi di fumi di combustione, entrambi composti da azoto, anidride carbonica e acqua (sotto forma di vapore), ma con la particolarità che uno di questi contiene anche ossigeno mentre il secondo ne è esente. Nella camera di generazione dei flussi 140 vi sono dunque due zone con atmosfere diverse: una prima zona situata tra bruciatore 210 e gli ugelli 220 dove si hanno fumi contenenti ossigeno e una seconda zona situata tra gli ugelli 220 e camera di decarburazione 100 dove i fumi sono completamente esenti da ossigeno.
[0089] Nella figura allegata la zona di transizione tra le due zone nella camera 140 è indicata con la linea tratteggiata 240.
[0090] A valle del mezzo di estrazione 70 il carbone viene prelevato e trasportato da un’apparecchiatura di alimentazione 80 (freccia G), che nella forma di realizzazione preferita descritta e qui illustrata è un convogliatore a coclea e rappresenta dei primi mezzi di ingresso per la camera di decarburazione anossica.
[0091] Tale carbone si deposita sul fondo della camera di decarburazione anossica 100, di tipo termoisolato, dove, reagendo con il flusso gassoso generato e proveniente (freccia H) dalla camera di generazione dei gas 140 si consuma perdendo il carbonio contenuto trasformandosi così in un residuo incombustibile poi rimosso (freccia I) dalla camera di decarburazione anossica 100 per mezzo di un’apparecchiatura di estrazione 120 di tipo noto, ad esempio del tipo a coclea come raffigurato in fig. 2, abbinata ad un sistema di scarico a tenuta 150 (rotocelle, doppie ghigliottine, doppio clapet ecc.) che separa l’atmosfera interna alla camera dall’ambiente esterno. Ricapitolando dunque, la camera di decarburazione anossica 100 presenta primi mezzi di ingresso rappresentati dall’apparecchiatura di alimentazione 80 e secondi mezzi di ingresso che sono rappresentati dalla conduttura presente tra la camera di generazione dei flussi 140 e la porzione inferiore della camera di decarburazione anossica stessa.
[0092] Preferibilmente, ma non limitatamente, la detta camera di decarburazione anossica 100 presenta i detti secondi mezzi di ingresso ad una quota inferiore rispetto ai detti primi mezzi di ingresso. Questo vantaggiosamente consente di ottimizzare il flusso del gas di pirolisi ribruciato, in uscita dalla camera di generazione dei flussi, rispetto al carbone che discende nella camera di decarburazione provenendo dalla apparecchiatura di alimentazione 80, garantendo una decarburazione più completa ed efficace.
[0093] L’apparecchiatura di estrazione 120 viene attivata e regolata al fine di mantenere costante il livello del letto di carbone nella camera 140; livello controllato con apparecchi noti (quali livellostati a elica, a ultrasuoni, ecc.) non indicati nella figura.
[0094] La frazione combustibile del carbone è essenzialmente costituita da carbonio che viene consumato nella camera di decarburazione anossica 100 dall’anidride carbonica e dall’acqua (sottoforma di vapore) contenuti nel flusso gassoso caldo (freccia H) proveniente dalla camera di generazione dei flussi 140 trasformandosi nei gas combustibili che comprendono almeno monossido di carbonio e idrogeno grazie a reazioni chimiche endotermiche.
[0095] Tali gas monossido di carbonio ed idrogeno vanno poi a miscelarsi con la parte del flusso gassoso caldo proveniente dalla camera di generazione dei gas 140 che non ha reagito.
[0096] Pertanto la composizione finale del gas combustibile prodotto dall’impianto sarà una miscela composta prevalentemente da azoto, anidride carbonica, monossido di carbonio, idrogeno e acqua (allo stato di vapore) con concentrazioni dei singoli composti dipendente sia dalla composizione del materiale combustibile solido di partenza sia dai tempi e temperature applicate nel procedimento.

Claims (18)

  1. [0097] Nessuna reazione di ossidazione con ossigeno è possibile per cui il residuo solido finale si presenta non ossidato data l’assenza di ossigeno e non fuso in quanto le reazioni chimiche implicate sono endotermiche e pertanto la temperatura massima di processo è limitata alla temperatura del flusso gassoso in ingresso (freccia H). [0098] Inoltre il flusso gassoso caldo proveniente dalla camera di generazione dei gas 140 è in quantità sufficiente a completare le reazioni di decarburazione; il residuo è quindi esente da incombusti, in quanto esente da carbonio. [0099] Il gas combustibile ottenuto, esente da sostanze condensabili (tars) in quanto queste assenti sia nel carbone che nel flusso gassoso in ingresso alla camera di decarburazione anossica 100, esce attraversando controcorrente il letto di carbone (freccia N) e la parte libera superiore della medesima camera dove, per effetto della riduzione di velocità, perde per decantazione buona parte delle polveri trascinate. Il gas viene poi estratto dall'impianto (freccia O) attraverso un condotto 110, disposto in corrispondenza della sommità della detta camera di decarburazione anossica 100. [0100] I vantaggi deirimpianto oggetto della presente invenzione sono chiari alla luce della descrizione che precede. Segnatamente, il detto impianto consente di produrre residuo solido privo di sostanze combustibili (chiamati incombusti) che, oltre a significare una perdita energetica, ne aumentano la massa e il costo dell’eventuale smaltimento. Questo, producendo gas combustibile pulito, che può essere impiegato senza ulteriori passi di trattamento in applicazioni quali motori o turbine, in cui esso viene bruciato per generare trazione e/o coppia meccanica o elettricità. [0101] Inoltre, il detto impianto consente di avere dei residui finali privi di metalli ossidati, giacché vengono prodotti da procedimenti anossici; questo consente di evitare una pluralità di residui - come ad esempio il cromo esavalente - che possono rivelarsi fortemente tossici. Dunque, rimpianto oggetto della presente invenzione risulta anche caratterizzato da una ecologicità maggiore rispetto al passato. L’efficienza derivante dall’assenza di metalli ossidati, deriva dal fatto che la costruzione propria dell’impianto 10 permette di avere una totale assenza dei processi ossidativi nella parte decarburante del processo. [0102] Inoltre, questo processo consente di evitare la formazione di ceneri fuse È infine chiaro che all’oggetto della presente invenzione possono essere applicate aggiunte, modifiche o varianti ovvie per un tecnico del ramo senza per questo fuoriuscire dall’ambito di tutela fornito dalle rivendicazioni annesse. Rivendicazioni
    1. Impianto per la trasformazione di materiali combustibili in gas pulito esente da catrami, il detto impianto comprendendo: - un reattore di pirolisi (20) atto ad essere alimentato su di un suo ingresso (40) mediante detti materiali combustibili, il detto reattore di pirolisi (20) essendo almeno parzialmente installato in una prima camera (30) termoisolata ed essendo lambito in uso da gas di combustione di gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20), ed in cui il detto reattore di pirolisi (20) produce in uscita del carbone; - una camera di generazione di flussi (140) sottostante la detta prima camera (30) termoisolata e con essa comunicante, in cui la detta camera di generazione di flussi (140) presenta ugelli d’ingresso (220) alimentati con gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20); - una unità di decarburazione anossica (100) avente primi mezzi di ingresso (80) alimentati con il detto carbone prodotto in uscita dal detto rettore di pirolisi (20) ed avente secondi mezzi di ingresso, direttamente collegati con la detta camera di generazione dei flussi (140); in cui nella detta camera di generazione di flussi (140) avviene una combustione stechiometrica o sovrastechiometrica di parte dei detti gas di pirolisi e ed avviene la miscelazione della parte restante dei detti gas di pirolisi alimentati da detti ugelli d’ingresso (220) con i prodotti di detta combustione ottenendo così un flusso caldo totalmente esente da ossigeno si e bruciano completamente i catrami (tars) contenuti in detti gas di pirolisi.
  2. 2. .Impianto secondo la rivendicazione 1, comprendente inoltre una tramoggia (90) posizionata in uscita dal detto reattore di pirolisi (20) e in cui i detti primi mezzi di ingresso (80) comprendono una coclea di alimentazione di carbone, posizionata ad una quota inferiore rispetto alla detta tramoggia.
  3. 3. Impianto secondo la rivendicazione 1, in cui i detti secondi mezzi di ingresso della detta camera di decarburazione anossica (100) sono posizionati ad una quota inferiore rispetto ai detti primi mezzi di ingresso della detta camera di decarburazione anossica.
  4. 4. Impianto secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui la detta camera di generazione dei flussi (140) ha la particolarità di essere geometricamente un’estensione della prima camera (30) condividendo con essa le pareti esterne ed essendo da essa separata tramite un setto divisorio (190).
  5. 5. Impianto secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente inoltre un filtro eliminatore di polvere (180) installato in corrispondenza di una porzione terminale di un condotto di uscita (60) che è posizionato sulla sommità della tramoggia (90).
  6. 6. Impianto secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui la detta prima camera (30) comprende uno scarico (130) di fumi, ed in cui il detto scarico (130) comprende inoltre scambiatori termici (230).
  7. 7. Impianto secondo la rivendicazione 6, in cui i detti scambiatori termici (230) preriscaldano e/o essiccano il detto materiale combustibile a monte dell’immissione entro il detto reattore di pirolisi (20).
  8. 8. Impianto secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui i detti gas di combustione entro la detta prima camera (30) presentano un tenore di ossigeno sempre superiore a zero e tipicamente compreso tra il 3% ed il 15%.
  9. 9. Impianto secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui in detta camera di generazione di flussi (140) sono individuate: - una prima zona ove è presente un bruciatore (210) per i detti gas di pirolisi; e - una seconda zona ove sono presenti i detti ugelli (220), ed in cui in detta prima zona sono in uso presenti gas di combustione comprendenti ossigeno e diretti verso la detta prima camera (30) ed in cui in detta seconda zona sono in uso presenti gas di combustione privi di ossigeno e diretti verso la detta unità di decarburazione anossica (100).
  10. 10. Impianto secondo la rivendicazione 9, in cui la detta prima zona è una zona frapposta fra detti ugelli (220) e detto bruciatore (210).
  11. 11. Procedimento per la trasformazione di materiale combustibile in gas puliti esenti da catrami, il detto procedimento essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: - un passo di introduzione di detto materiale combustibile entro un reattore di pirolisi (20) di un impianto (10) per la trasformazione di materiale combustibile in gas puliti, - un passo di riscaldamento di un tamburo rotante del detto reattore di pirolisi (20), detto tamburo rotante essendo almeno parzialmente introdotto entro una prima camera (30) termoisolata, ed in cui il detto passo di riscaldamento del detto tamburo rotante avviene bruciando gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20); -un passo di trasferimento di un carbone prodotto nel detto reattore di pirolisi (20) entro una camera di decarburazione anossica (100) per mezzo di primi mezzi di ingresso (80) alla detta camera di decarburazione anossica (100) frapposti fra detto reattore di pirolisi (20) e detta camera di decarburazione anossica (100); - in cui in detta camera di decarburazione anossica (100) prende luogo un passo di decarburazione anossica del detto carbone mediante reazioni chimiche che avvengono per contatto con il flusso di gas di combustione caldo ricevuto dalla limitrofa camera di generazione dei flussi (140).
  12. 12. Procedimento secondo la rivendicazione 10, comprendente un passo di bruciatura dei detti gas di pirolisi in una camera di generazione di flussi (140) sottostante la detta prima camera (30) e da essa separata mediante setti (190) attraverso i quali gas di combustione dei detti gas di pirolisi riscaldano almeno parzialmente il detto tamburo rotante.
  13. 13. Procedimento secondo la rivendicazione 11 o la rivendicazione 12, comprendente un passo di posizionamento di secondi mezzi di ingresso nella detta camera di decarburazione anossica (100) ad una quota inferiore rispetto ai detti primi mezzi di ingresso.
  14. 14. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-13, caratterizzato dal fatto di comprendere un passo di filtraggio dei gas di pirolisi prodotti dal detto reattore di pirolisi (20) a monte della detta loro bruciatura entro detta camera di generazione dei flussi (140).
  15. 15. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 11-14, in cui bruciando i detti gas di pirolisi, entro la detta prima camera (30) si producono gas di combustione entro la detta prima camera (30), e detti gas di combustione presentano un tenore di ossigeno sempre superiore a zero e tipicamente compreso tra il 3% ed il 15%.
  16. 16. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 12-15, in cui in detta camera di generazione di flussi (140) i detti gas di pirolisi vengono bruciati generando due flussi di combustione separati, in cui un primo flusso di combustione contiene ossigeno ed è diretto verso la detta prima camera (30) ed un secondo flusso di combustione totalmente privo di ossigeno, viene diretto verso i detti secondi mezzi di ingresso alla detta unità di decarburazione anossica (100).
  17. 17. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il detto secondo flusso è ottenuto da un passo di miscelazione dei detti gas di combustione prodotti nella detta prima camera (30) con una frazione o parte dei detti gas di pirolisi.
  18. 18. Procedimento secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che i detti gas di pirolisi sono immessi nella detta camera per una quantità almeno sufficiente a consumare, tramite sua combustione, l’ossigeno contenuto nei detti gas di combustione impiegati nella miscelazione.
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