ITVR20120122A1 - Vitrectomo - Google Patents

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Description

VITRECTOMO
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un vitrectomo, vale a dire l’apparecchiatura generalmente utilizzata per le operazioni di chirurgia vitreoretinica.
In particolare, la presente invenzione nasce in relazione alla funzionalità tipica dei vitrectomi che prevede la possibilità di erogare un fluido di lavoro all’interno della camera posteriore di un bulbo oculare.
Attualmente, i vitrectomi presenti sul mercato sono apparecchiature complesse e complete nel senso che sono in grado di fornire al chirurgo tutte le funzioni di cui egli può avere necessità durante l’intervento.
I vitrectomi sono quindi dotati di:
- un sistema di irrigazione attraverso il quale permettono l’erogazione di un liquido all’interno della camera posteriore occhio;
- un sistema di infusione continua di gas (aria sterile) all’interno della camera posteriore;
- un circuito di aspirazione collegabile anch’esso all’occhio per aspirare sia liquidi sia gas;
- un circuito pneumatico ausiliario previsto sia per controllare il funzionamento di un secondo sistema di infusione discontinua (l’aria in pressione viene utilizzata come propellente per il fluido da infondere, quale un olio di silicone) sia per l’attivazione di un primo manipolo, vale a dire di un dispositivo che il chirurgo tiene in mano ed utilizza per la frammentazione del vitreo; il manipolo normalmente comprende o delle micro-forbici o un tagliente a lama o a ghigliottina, e può essere sia ad attivazione pneumatica (attraverso il circuito pneumatico ausiliario) sia ad attivazione elettrica;
- un circuito di illuminazione che alimenta una sorgente luminosa (normalmente costituita da una fibra ottica) montata su un secondo manipolo che il chirurgo tiene in mano ed inserisce all’interno della camera posteriore per rendere visibile il campo operatorio;
- un dispositivo di generazione di fasci laser da utilizzare per indurre una pessia corio retinica;
- una unità di controllo di tutte le varie funzionalità (computer);
- una interfaccia per l’interazione con l’unità di controllo, generalmente costituita da un display ed una tastiera e/o un display touch screen;
- un pedale di controllo per la maggior parte delle funzioni; e
- un vassoio mobile porta strumenti.
Si noti che sia l’erogazione di fluidi nella camera posteriore, sia l’aspirazione degli stessi, possono essere effettuate, a seconda delle esigenze, sia tramite appositi condotti fissati al bulbo oculare in corrispondenza di sclerotomie, sia tramite manipoli azionati dal chirurgo. Durante le operazioni di chirurgia vitreoretinica, comunque, vengono normalmente praticati tre fori nel bulbo oculare, un primo foro in corrispondenza del quale viene fissato un erogatore per l’erogazione nella camera posteriore di un fluido di lavoro (liquido o gas); un secondo foro attraverso il quale il chirurgo inserisce un manipolo/sonda di illuminazione; ed un terzo foro attraverso il quale il chirurgo inserisce di volta in volta il manipolo/utensile attraverso il quale esegue l’intervento vero e proprio, vale a dire il manipolo/utensile per la distruzione e l’aspirazione del vitreo, quello per iniettare dell’ulteriore fluido, quello utilizzato per la pessia corio retinica, ecc…
Da un punto di vista strutturale, il vitrectomo si presenta generalmente come un corpo principale a sviluppo prevalentemente verticale, montato su ruote per poter essere facilmente movimentato, ed al cui interno sono installati i vari sistemi, circuiti e dispositivi sopra elencati. Sul lato frontale del corpo principale sono poi previste numerose porte/connessioni di ingresso/uscita alle quali possono essere collegati diversi accessori destinati alle varie applicazioni.
A titolo di esempio, ciascun vitrectomo può comprendere una pluralità di uscite di irrigazione per liquidi uguali o diversi, una pluralità di uscite di infusione per aria sterile o altri gas, una o più uscite di infusione, una o più bocche di aspirazione per liquidi e/o gas, uno o più ingressi per liquidi o gas da infondere, una o più uscite per l’illuminazione, una o più connessioni per l’alimentazione pneumatica dei manipoli o dei dispositivi di infusione discontinua, una o più uscite per la generazione del raggio laser, ecc… A ciascuna connessione si possono poi collegare diverse sonde/utensili/manipoli attraverso i quali il chirurgo esegue effettivamente l’intervento. Ciascuna sonda/utensile/manipolo à ̈ generalmente collegata alla relativa connessione sul corpo principale dell’apparecchiatura tramite un elemento di collegamento flessibile per garantire la massima libertà di manovra.
L’unità di controllo à ̈ poi programmata e programmabile per eseguire diverse funzionalità (ciascuna unità può permettere la memorizzazione anche di centinaia di programmi diversi) e può sia gestire le varie funzionalità in modo completamente automatico in funzione dei comandi ricevuti tramite l’interfaccia, sia gestire una o più funzioni sulla base di comandi trasmessi dal chirurgo mediante il pedale nel corso dell’intervento. A titolo di esempio, l’irrigazione continua e l’aspirazione possono essere controllate congiuntamente in modo automatico per mantenere sostanzialmente stabile (o meglio all’interno di un range di oscillazione predeterminato) la pressione intraoculare durante un’intera fase dell’intervento.
Al contrario, il circuito di infusione discontinua à ̈ normalmente controllato direttamente dal chirurgo tramite il comando a pedale.
Inoltre, in caso di erronea aspirazione da parte del chirurgo (ad esempio della retina), il vitrectomo permette al chirurgo stesso di attivare, con il pedale, una funzione per cui si genera un reflusso di fluido attraverso il manipolo normalmente utilizzato solo per l’aspirazione.
Sebbene i vitrectomi siano apparecchiature relativamente complesse, come detto la presente invenzione à ̈ rivolta esclusivamente alla loro capacità di erogare direttamente fluidi nella camera posteriore (normalmente quindi l’irrigazione e l’infusione di aria sterile, mentre à ̈ esclusa l’infusione delle sostanze tramite il circuito di spinta pneumatico).
La presente invenzione nasce in particolare con riferimento ad alcune problematiche che si possono manifestare nel corso delle operazioni di chirurgia vitreale eseguite con i vitrectomi, sebbene esse non siano di per sé causate propriamente dai vitrectomi in quanto tali.
In primo luogo, si à ̈ potuto constatare che, a seguito in particolare di interventi di vitrectomia, si possono avere dei danni al sistema circolatorio endooculare, tra i quali l’inibizione delle piastrine, l’inibizione dei fattori della coagulazione, la perdita di elettroliti etc….
In secondo luogo, si à ̈ constatato che nella maggior parte degli interventi di chirurgia vitreoretinica à ̈ assai difficoltoso rimuovere completamente dall'occhio le sostanze utilizzate come tamponanti endooculari, quali i perfluorocarburi liquidi, e che i relativi residui che rimangono nell’occhio inducono successivamente fenomeni infiammatori e proliferativi a carico della retina e dei tessuti intraoculari. La presenza di tali residui à ̈ inoltre in grado di modificare le proprietà fisiche e reologiche dei tamponanti utilizzati nel post-operatorio inducendo potenziali danni iatrogeni alle strutture intraoculari.
In questo contesto il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ realizzare un vitrectomo che ponga rimedio agli inconvenienti citati.
È in particolare compito tecnico della presente invenzione realizzare un vitrectomo che permetta una più agevole rimozione delle sostanze utilizzate come tamponanti endooculari, quali i perfluorocarburi, rispetto alle apparecchiature note.
È ulteriormente compito tecnico della presente invenzione realizzare un vitrectomo che permetta di ridurre il rischio di causare danni sia al sistema circolatorio endooculare sia alle strutture oculari.
Il compito tecnico e gli scopi indicati sono sostanzialmente raggiunti da un vitrectomo realizzato in accordo con quanto descritto nelle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, di un vitrectomo illustrate negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 mostra schematicamente un vitrectomo realizzato in accordo con la presente invenzione limitatamente ad alcune sue parti di interesse per la presente invenzione (e con riferimento ad un loro utilizzo in un occhio);
- la figura 2 mostra schematicamente un dettaglio del vitrectomo di figura 1 realizzato in accordo con una prima forma realizzativa della presente invenzione;
- la figura 3 mostra schematicamente un dettaglio del vitrectomo di figura 1 realizzato in accordo con una seconda forma realizzativa della presente invenzione;
- la figura 4 mostra schematicamente un dettaglio del vitrectomo di figura 1 realizzato in accordo con una terza forma realizzativa della presente invenzione;
- la figura 5 mostra schematicamente un dettaglio del vitrectomo di figura 1 realizzato in accordo con una quarta forma realizzativa della presente invenzione; e
- la figura 6 mostra schematicamente un dettaglio del vitrectomo di figura 1 realizzato in accordo con una quinta forma realizzativa.
Con riferimento alle figure citate à ̈ stato globalmente indicato con il numero di riferimento 1 un vitrectomo realizzato secondo la presente invenzione. Tuttavia, dato che la presente invenzione, come detto, riguarda esclusivamente alcune delle funzionalità del vitrectomo 1, quelle legate all’erogazione tramite il vitrectomo 1 stesso di fluidi nella camera posteriore 2, nelle unite figure il vitrectomo 1 à ̈ stato illustrato in modo molto schematico e ne sono stati evidenziati, sempre in modo schematico, solamente alcuni dettagli collegati a queste funzionalità. Tutte le altre funzionalità del vitrectomo 1 cui non si riferisce direttamente la presente invenzione, sebbene non illustrate né descritte nel seguito, potranno comunque essere qualsiasi a seconda delle esigenze, ed in particolare in accordo con la tecnica nota.
In generale quindi, il vitrectomo 1 oggetto della presente invenzione comprende un corpo di contenimento 3, almeno un erogatore 4, 5 maneggiabile da parte di un operatore o fissabile ad un bulbo oculare 6, e dei mezzi di alimentazione 7 controllata di almeno un fluido di lavoro all’erogatore 4, 5.
In particolare, in modo di per sé noto, i mezzi di alimentazione 7 sono almeno in parte montati nel corpo di contenimento 3 e comprendono almeno un condotto principale collegato o collegabile all’erogatore 4, 5. In ogni caso, essendo di per sé noti, i mezzi di alimentazione 7 non verranno qui ulteriormente descritti nel dettaglio. A seconda delle esigenze, poi, il vitrectomo 1 può comprendere una pluralità di erogatori 4, 5, ognuno alimentato o alimentabile tramite un relativo condotto principale 8, e che possono essere collegati o in parallelo o alternativamente ai mezzi di alimentazione 7. Ciascun condotto principale 8 à ̈ inoltre almeno in parte flessibile per agevolare la movimentazione del rispettivo erogatore 4, 5. Nella forma realizzativa illustrata in figura 1, in particolare, à ̈ rappresentato il caso in cui l’apparecchiatura presenta contemporaneamente due erogatori 4, 5, un primo erogatore di tipo fisso (nel seguito erogatore fisso 4) che in uso viene fissato in corrispondenza di una sclerotomia praticata nel bulbo oculare 6, ed un secondo erogatore di tipo libero (nel seguito erogatore libero 5) impugnabile dall’operatore e dotato di un ugello di iniezione 9 aghiforme (questo secondo erogatore libero 5 à ̈ quindi un manipolo).
In generale, comunque, il vitrectomo 1 può comprendere sia erogatori fissi 4 sia erogatori liberi 5, e ciascuno può essere destinato sia ad irrigare l’occhio con un liquido (quale una soluzione salina bilanciata - BSS) sia ad infondervi del gas (quale aria sterile).
Analogamente ai vitrectomi noti, inoltre, anche in quello oggetto della presente invenzione à ̈ prevista almeno un’unità di controllo 21 (illustrata solo nelle forme realizzative delle figure 2 e 3) operativamente connessa almeno ai mezzi di alimentazione 7 per controllarne il funzionamento (in particolare la modalità di erogazione del fluido), e, preferibilmente, l’utilizzatore può interagire con l’unità di controllo 21 sia tramite un’interfaccia di controllo di tipo noto (che può quindi comprendere display e tastiera e qui non illustrata) sia tramite un pedale di comando anch’esso di tipo noto (anch’esso non illustrato).
L’unità di controllo 21 può inoltre essere programmata per eseguire qualsiasi funzionalità attualmente nota in relazione ad un vitrectomo 1.
Venendo all’aspetto caratterizzante della presente invenzione, il vitrectomo 1 comprende inoltre dei mezzi di variazione della temperatura 11 del fluido di lavoro per variare la temperatura del fluido di lavoro che viene erogato dal vitrectomo 1 nell’occhio.
Come meglio descritto nel seguito, i mezzi di variazione della temperatura 11 sono preferibilmente accoppiati ai mezzi di alimentazione 7, ma possono essere eventualmente accoppiati anche, o solamente, all’erogatore 4, 5. In particolare, i mezzi di variazione della temperatura 11 sono preferibilmente almeno in parte montati attorno ad almeno parte del condotto principale 8 per variare la temperatura del fluido di lavoro mentre percorre il condotto principale 8 stesso. Vantaggiosamente, comunque, dato che à ̈ sempre necessario che le temperature in gioco non causino problemi alle strutture dell’occhio, nel contesto della presente invenzione le variazioni di temperatura cui ci si riferisce sono sempre dell’ordine al massimo di qualche decina di gradi centigradi. In particolare, il controllo sulla variazione della temperatura del fluido di lavoro à ̈ effettuato in modo tale da ottenere un’escursione termica all’interno dell’occhio al massimo dell’ordine di una ventina di gradi centigradi, ad esempio tra una temperatura minima di 15°C ed una temperatura massima di 37°C. Ciò può essere ottenuto sia facendo subire una corrispondente variazione alla temperatura del fluido di lavoro in modo tale da poter giungere ad una temperatura sostanzialmente uniforme dopo un tempo relativamente lungo, sia determinando una variazione di temperatura maggiore nel fluido di lavoro, per ottenere la temperatura voluta a seguito del mescolamento di una certa quantità di fluido di lavoro con il fluido presente nella camera posteriore, dopo un tempo in generale più breve che nel primo caso. Ad esempio, se si vuole innalzare la temperatura della camera posteriore da 22°C a 28°C, à ̈ possibile sia iniettare fluido di lavoro a 28°C (con la prospettiva di raggiungere il risultato voluto dopo un tempo relativamente lungo, necessario sostanzialmente per sostituire tutto il fluido a 22°C con il fluido di lavoro a 28°C), sia iniettare una minore quantità di fluido di lavoro ad esempio a 37°C (per ottenere la temperatura finale voluta per mescolamento tra fluido di lavoro “caldo†e fluido già presente “freddo†).
In accordo con una prima forma realizzativa preferita semplificata, i mezzi di variazione della temperatura 11 comprendono esclusivamente dei mezzi di riscaldamento 12 per permettere di aumentare la temperatura del fluido di lavoro erogato.
In una seconda forma realizzativa più completa, invece, i mezzi di variazione della temperatura 11 comprendono anche dei mezzi di raffreddamento 13 per diminuire la temperatura del fluido di lavoro erogato e permettere quindi di ottenerne una completa regolazione della temperatura.
L’unità di controllo 21 à ̈ in generale connessa ai mezzi di variazione della temperatura 11 per controllarne il funzionamento sulla base sia di una programmazione memorizzata, sia di eventuali istruzioni impartite dall’utilizzatore (ad esempio tramite l’interfaccia), vantaggiosamente i base ai criteri sopra indicati.
Nella forma realizzativa preferita, per garantire un miglior controllo dei mezzi di variazione della temperatura 11, l’unità di controllo 21 à ̈ programmata per controllare i mezzi di variazione della temperatura 11 anche in funzione del segnale ricevuto da un rilevatore di temperatura 14 (illustrato solo nelle figure 1 e 2) montato in modo tale da poter rilevare, in uso, o la temperatura del fluido di lavoro erogato o la temperatura interna del bulbo oculare 6 in corrispondenza della camera posteriore 2. Il rilevatore di temperatura 14 à ̈ infatti connesso all’unità di controllo 21 per inviarle un segnale indicativo della temperatura rilevata, vale a dire preferibilmente o un segnale rappresentativo del valore di temperatura rilevato, o un segnale indicativo dell’eventuale superamento (positivo o negativo) da parte della temperatura rilevata di un valore di soglia prefissato.
Come detto, il rilevatore di temperatura 14 può essere associato all’erogatore 4, 5 per misurare la temperatura del fluido che viene erogato (soluzione illustrata in figura 2); nella forma realizzativa preferita, tuttavia, esso à ̈ invece montato in modo tale da poter rilevare le temperatura interna dell’occhio essendo questa temperatura più importante ai fine dell’ottenimento dei risultati voluti. Preferibilmente quindi, il rilevatore 14 à ̈ montato su un diverso elemento di supporto 10 inseribile nel bulbo oculare 6, quale ad esempio, come illustrato in figura 1, il manipolo utilizzato dal chirurgo per illuminare la camera posteriore 2 (che à ̈ collegato ad una relativa uscita del corpo di contenimento 3, ed al cui interno à ̈ montata, per l’illuminazione, una fibra ottica).
Vantaggiosamente, poi, l’interfaccia di comando à ̈ predisposta per permettere all’utilizzatore di impostare una temperatura di riferimento, ed à ̈ connessa all’unità di controllo 21 per comunicarle tale temperatura di riferimento. In questo modo l’unità di controllo 21 può essere programmata per controllare i mezzi di variazione della temperatura 11 anche in funzione della temperatura di riferimento impostata tramite l’interfaccia di comando. In altre soluzioni realizzative, comunque, la temperatura di riferimento può essere già memorizzata nell’unità di controllo 21.
A seconda delle esigenze e delle forme realizzative della presente invenzione, i mezzi di variazione della temperatura 11 possono assumere varie configurazioni alcune delle quali sono rappresentate schematicamente nelle figure da 2 a 6.
Nella forma realizzativa preferita della presente invenzione, i mezzi di variazione della temperatura 11 comprendono una o più celle di Peltier 15 associate al condotto e/o all’erogatore 4, 5. In particolare, in figura 2 à ̈ illustrato il caso in cui una pluralità di celle di Peltier 15 connesse all’unità di controllo 21 e da essa controllate, sono montate in successione lungo il condotto. Va notato che quando sono presenti più celle separate à ̈ preferibilmente previsto un loro controllo indipendente in modo tale da garantire una maggiore versatilità dei mezzi di variazione di temperatura; à ̈ infatti possibile attivare in ogni momento da una sola cella sino a tutte le celle presenti. Come à ̈ noto, le celle di Peltier 15 sono delle piccole pompe di calore allo stato solido in grado di trasferire calore tra due superfici opposte in funzione della polarità con cui vengono alimentati i semiconduttori che le costituiscono. Inoltre, esse risultano particolarmente vantaggiose quando il salto termico à ̈ ridotto e non à ̈ particolarmente importante l’efficienza energetica come nel caso della presente invenzione.
In figura 3, à ̈ invece rappresentato il caso in cui i mezzi di riscaldamento 12 comprendono una o più resistenze elettriche 16 montate attorno al condotto principale 8 (nel caso illustrato in particolare si tratta di un’unica resistenza). In particolare, in modo di per sé noto, le resistenze elettriche 16 possono essere del tipo descritto ad esempio nei brevetti US 5245161, US 4816649, US 4523086, US 4725713, US 2010126986, DE 3346191, DE 102008062682, US 5910266 e US 4100673.
Nella forma realizzativa di figura 4, à ̈ schematicamente rappresentato il caso in cui i mezzi di variazione della temperatura 11 sono direttamente associati alla parte dei mezzi di alimentazione 7 che provvede ad alimentare il fluido di lavoro al condotto principale 8. In questo modo, a seconda che i mezzi di variazione della temperatura 11 siano mezzi di riscaldamento 12, di raffreddamento o entrambi, il fluido di lavoro viene erogato già o riscaldato o raffreddato.
In una ulteriore forma realizzativa, invece, i mezzi di variazione della temperatura 11 comprendono almeno un condotto secondario 17 montato esternamente e coassialmente ad almeno parte del condotto principale 8. Un dispositivo di alimentazione 18 Ã ̈ connesso al condotto secondario 17 per alimentargli un fluido secondario a temperatura controllata, tramite il quale determinare una variazione della temperatura del fluido di lavoro a seguito di uno scambio termico tra il condotto principale 8 ed il condotto secondario 17.
A propria volta il dispositivo di alimentazione 18 à ̈ controllato dall’unità di controllo 21 e può quindi variare la temperatura del fluido secondario sulla base delle istruzioni ricevute dall’unità di controllo 21.
Nella forma realizzativa di figura 5, à ̈ rappresentato il caso di un unico dispositivo di alimentazione 18 che può essere sia in grado esclusivamente di riscaldare (ad esempio tramite resistenze elettriche 16) o raffreddare (ad esempio tramite un circuito frigorifero), sia di eseguire entrambe le operazioni (tramite un sistema a celle di Peltier 15 o tramite una pompa di calore di tipo tradizionale). La mandata del dispositivo di alimentazione 18 à ̈ vantaggiosamente collegata all’estremità del condotto principale 8 più vicina all’erogatore 4, 5, mentre il suo ritorno à ̈ collegato all’estremità del condotto secondario 17 più lontana dall’erogatore 4, 5.
Nella forma realizzativa di figura 6, invece, sono previsti due dispositivi di alimentazione 18 uno in grado di esclusivamente di riscaldare il fluido secondario, l’altro esclusivamente di raffreddare. Le rispettive mandate sono vantaggiosamente collegate ciascuna ad un ingresso di una prima valvola 19 a tre vie, la cui uscita à ̈ a propria volta collegata all’estremità del condotto principale 8 più vicina all’erogatore 4, 5; analogamente i due ritorni dei dispositivi di alimentazione 18 sono vantaggiosamente collegati ciascuno ad un ingresso di una seconda valvola 20 a tre vie, la cui uscita à ̈ a propria volta collegata all’estremità del condotto secondario 17 più lontana dall’erogatore 4, 5. Con tale struttura, mediante una semplice commutazione delle due valvole 19, 20 a tre vie à ̈ possibile, a seconda delle esigenze, alimentare il condotto secondario 17 con fluido riscaldato o raffreddato.
Sebbene tutte le forme realizzative delle figure da 2 a 6 siano illustrate con riferimento ad un erogatore fisso 4, soluzioni del tutto analoghe possono essere adottate anche per erogatori liberi 5.
La presente invenzione consegue importanti vantaggi.
In primo luogo, quando i mezzi di variazione della temperatura sono mezzi di riscaldamento, à ̈ possibile facilitare la rimozione delle sostanze utilizzate come tamponanti endooculari. In particolare, mediante l’erogazione nell’occhio di un fluido riscaldato à ̈ possibile portare la temperatura della camera posteriore dai 22-24°C normalmente presenti durante un’operazione, a circa 28-30°C; se il tamponante utilizzato à ̈ un perfluorocarburo l’aumento di temperatura tende a farlo riunire in un’unica bolla più facilmente aspirabile da parte del chirurgo; se invece il tamponante à ̈ una sostanza viscosa, quale l’olio di silicone, l’aumento di temperatura tende ad aumentarne la fluidità anche in questo caso facilitandone la rimozione per aspirazione da parte del chirurgo.
In secondo luogo, sempre quando i mezzi di variazione della temperatura sono mezzi di riscaldamento, erogando aria riscaldata all’interno dell’occhio, portando ad esempio anche in questo caso la temperatura intorno ai 28-30°C, à ̈ possibile facilitare l’eliminazione di eventuali residui di tamponanti endooculari non precedentemente aspirati, mediante una loro evaporazione. Si à ̈ infatti visto che la tensione di vapore, ad esempio per i perfluorocarburi, aumenta significativamente aumentando la temperatura della camera posteriore anche di pochi gradi centigradi.
Quando invece i mezzi di variazione di temperatura sono anche mezzi di raffreddamento, à ̈ possibile utilizzare l’irrigazione con un fluido raffreddato per compensare l’aumento di temperatura determinato dal laser in fase di riattacco della retina, prevenendo così danni al sistema circolatorio endooculare, dovuti al surriscaldamento localizzato causato dal laser.
Va infine rilevato che la presente invenzione risulta di relativamente facile realizzazione e che anche il costo connesso alla sua attuazione non risulta molto elevato.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo che la caratterizza.
Tutti i dettagli sono rimpiazzabili da altri tecnicamente equivalenti ed i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni dei vari componenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Vitrectomo comprendente: un corpo di contenimento (3); almeno un erogatore (4), (5) fissabile ad un bulbo oculare (6) e/o movimentabile da parte di un operatore; mezzi di alimentazione (7) controllata di almeno un fluido di lavoro, almeno in parte montati nel corpo di contenimento (3) ed a propria volta comprendenti almeno un condotto principale (8) collegato o collegabile all’erogatore (4), (5); e almeno un’unità di controllo (21) operativamente connessa almeno ai mezzi di alimentazione (7) per controllarne il funzionamento; caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi di variazione della temperatura (11) di detto fluido di lavoro, accoppiati ai mezzi di alimentazione (7) e/o all’erogatore (4), (5), per variare la temperatura del fluido di lavoro, l’unità di controllo (21) essere inoltre connessa ai mezzi di variazione della temperatura (11) per controllarne il funzionamento.
  2. 2. Vitrectomo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno un rilevatore di temperatura (14) per rilevare in uso o la temperatura del fluido di lavoro erogato o la temperatura interna del bulbo oculare (6), il rilevatore (14) essendo connesso all’unità di controllo (21) per inviarle un segnale indicativo della temperatura rilevata, e l’unità di controllo (21) essendo programmata per controllare i mezzi di variazione della temperatura (11) in funzione del segnale ricevuto dal rilevatore (14).
  3. 3. Vitrectomo secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che detto rilevatore (14) à ̈ solidale a detto erogatore (4), (5) o à ̈ montato su un diverso elemento di supporto (10) inseribile in detto bulbo oculare (6).
  4. 4. Vitrectomo secondo la rivendicazione 2 o 3 caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno un’interfaccia di comando attraverso la quale à ̈ possibile impostare una temperatura di riferimento, connessa all’unità di controllo (21) per comunicarle detta temperatura di riferimento, l’unità di controllo (21) essendo programmata per controllare i mezzi di variazione della temperatura (11) anche in funzione della temperatura di riferimento impostata tramite l’interfaccia di comando.
  5. 5. Vitrectomo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che i mezzi di variazione della temperatura (11) comprendono mezzi di riscaldamento (12) per aumentare la temperatura del fluido di lavoro erogato.
  6. 6. Vitrectomo secondo la rivendicazione 5 caratterizzato dal fatto che i mezzi di variazione della temperatura (11) comprendono inoltre mezzi di raffreddamento (13) per diminuire la temperatura del fluido di lavoro erogato.
  7. 7. Vitrectomo secondo la rivendicazione 5 o 6 caratterizzato dal fatto che i mezzi di variazione della temperatura (11) comprendono una o più celle di Peltier (15) associate a detto condotto e/o a detto erogatore (4), (5).
  8. 8. Vitrectomo secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzato dal fatto che i mezzi di riscaldamento (12) comprendono una o più resistenze elettriche (16) montate attorno al condotto principale (8).
  9. 9. Vitrectomo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 6 caratterizzato dal fatto che i mezzi di variazione della temperatura (11) comprendono almeno un condotto secondario (17) montato esternamente e coassialmente ad almeno parte del condotto principale (8), ed alimentabile con un fluido secondario a temperatura controllata per determinare una variazione della temperatura del fluido di lavoro, ed almeno un dispositivo di alimentazione (18) del fluido secondario al condotto secondario (17), il dispositivo di alimentazione (18) essendo controllato dall’unità di controllo (21) e variando la temperatura del fluido secondario.
  10. 10. Vitrectomo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che i mezzi di variazione della temperatura (11) sono almeno in parte montati attorno ad almeno parte di detto condotto principale (8) per variare la temperatura del fluido di lavoro mentre percorre il condotto principale (8).
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