ITVI20120258A1 - Dispositivo a cerniera per porte, ante o similari - Google Patents

Dispositivo a cerniera per porte, ante o similari Download PDF

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ITVI20120258A1
ITVI20120258A1 IT000258A ITVI20120258A ITVI20120258A1 IT VI20120258 A1 ITVI20120258 A1 IT VI20120258A1 IT 000258 A IT000258 A IT 000258A IT VI20120258 A ITVI20120258 A IT VI20120258A IT VI20120258 A1 ITVI20120258 A1 IT VI20120258A1
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IT
Italy
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tubular
shell
bush
tubular shell
Prior art date
Application number
IT000258A
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English (en)
Inventor
Luciano Bacchetti
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In & Tec Srl
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05FDEVICES FOR MOVING WINGS INTO OPEN OR CLOSED POSITION; CHECKS FOR WINGS; WING FITTINGS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, CONCERNED WITH THE FUNCTIONING OF THE WING
    • E05F1/00Closers or openers for wings, not otherwise provided for in this subclass
    • E05F1/08Closers or openers for wings, not otherwise provided for in this subclass spring-actuated, e.g. for horizontally sliding wings
    • E05F1/10Closers or openers for wings, not otherwise provided for in this subclass spring-actuated, e.g. for horizontally sliding wings for swinging wings, e.g. counterbalance
    • E05F1/12Mechanisms in the shape of hinges or pivots, operated by springs
    • E05F1/1207Mechanisms in the shape of hinges or pivots, operated by springs with a coil spring parallel with the pivot axis
    • E05F1/1223Mechanisms in the shape of hinges or pivots, operated by springs with a coil spring parallel with the pivot axis with a compression or traction spring
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05FDEVICES FOR MOVING WINGS INTO OPEN OR CLOSED POSITION; CHECKS FOR WINGS; WING FITTINGS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, CONCERNED WITH THE FUNCTIONING OF THE WING
    • E05F3/00Closers or openers with braking devices, e.g. checks; Construction of pneumatic or liquid braking devices
    • E05F3/20Closers or openers with braking devices, e.g. checks; Construction of pneumatic or liquid braking devices in hinges
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05YINDEXING SCHEME ASSOCIATED WITH SUBCLASSES E05D AND E05F, RELATING TO CONSTRUCTION ELEMENTS, ELECTRIC CONTROL, POWER SUPPLY, POWER SIGNAL OR TRANSMISSION, USER INTERFACES, MOUNTING OR COUPLING, DETAILS, ACCESSORIES, AUXILIARY OPERATIONS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, APPLICATION THEREOF
    • E05Y2201/00Constructional elements; Accessories therefor
    • E05Y2201/60Suspension or transmission members; Accessories therefor
    • E05Y2201/622Suspension or transmission members elements
    • E05Y2201/628Bearings
    • E05Y2201/632Sleeves
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05YINDEXING SCHEME ASSOCIATED WITH SUBCLASSES E05D AND E05F, RELATING TO CONSTRUCTION ELEMENTS, ELECTRIC CONTROL, POWER SUPPLY, POWER SIGNAL OR TRANSMISSION, USER INTERFACES, MOUNTING OR COUPLING, DETAILS, ACCESSORIES, AUXILIARY OPERATIONS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, APPLICATION THEREOF
    • E05Y2201/00Constructional elements; Accessories therefor
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    • E05Y2201/622Suspension or transmission members elements
    • E05Y2201/638Cams; Ramps

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  • Wing Frames And Configurations (AREA)
  • Closing And Opening Devices For Wings, And Checks For Wings (AREA)

Description

DISPOSITIVO A CERNIERA PER PORTE, ANTE O SIMILARI
DESCRIZIONE
Campo di applicazione
La presente invenzione à ̈ generalmente applicabile al settore tecnico delle cerniere di chiusura e/o di controllo per porte, ante o elementi di chiusura similari, ed ha particolarmente per oggetto un dispositivo a cerniera per la movimentazione e/o il controllo girevole in apertura e/o in chiusura di un elemento di chiusura, quale ad esempio una porta, un’anta o similare, ancorato ad una struttura di supporto stazionaria, quale ad esempio una parete o un telaio.
Stato della Tecnica
Come noto, le cerniere comprendono, generalmente, un elemento mobile, solitamente fissato ad una porta, un’anta o similare, imperniato su un elemento fisso, solitamente fissato al telaio di supporto di queste, oppure ad una parete e/o al pavimento.
Dai documenti US7305797, US2004/206007 ed EP1997994 sono note cerniere nelle quali l’azione dei mezzi di chiusura che garantiscono il ritorno dell’anta in posizione chiusa à ̈ incontrastata. Dal documento EP0407150 à ̈ noto un chiudiporta che include mezzi di smorzamento idraulico per il contrasto dell’azione dei mezzi di chiusura.
Tali noti dispositivi presentano tutti ingombri più o meno elevati, e di conseguenza uno sgradevole impatto visivo. Essi, inoltre, non consentono la regolazione della velocità di chiusura e/o la chiusura a scatto della porta, o comunque non ne consentono una semplice e rapida regolazione.
Tali noti dispositivi, inoltre, presentano un gran numero di parti costruttive, risultando sia difficili da realizzare che relativamente costose, oltre a richiedere una frequente manutenzione.
Altre cerniere sono note dai documenti GB19477, US1423784, GB401858, WO03/067011, US2009/241289, EP0255781, WO2008/50989, EP2241708, CN101705775, GB1516622, US20110041285, WO200713776, WO200636044, WO2006025663 e US20040250377.
Tali note cerniere possono essere migliorate in termini di ingombri e/o affidabilità e/o prestazioni.
Presentazione dell’invenzione
Scopo del presente trovato à ̈ quello di superare almeno parzialmente gli inconvenienti sopra riscontrati, mettendo a disposizione un dispositivo a cerniera di elevata funzionalità, semplicità costruttiva e costo contenuto.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera che consenta una semplice e pratica regolazione dell’angolo di apertura e/o chiusura dell’elemento di chiusura a cui à ̈ vincolato.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera di ingombri contenuti che consenta di chiudere automaticamente porte e serramenti molto pesanti.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione una cerniera che garantisca il movimento controllato della porta a cui à ̈ vincolata, sia in fase di apertura che in quella di chiusura.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera che presenti un minimo numero di parti costitutive.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera in grado di mantenere nel tempo l’esatta posizione di chiusura.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera estremamente sicuro.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera estremamente facile da installare.
Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a cerniera che può essere montato su elementi di chiusura aventi verso di apertura sia destro che sinistro.
Tali scopi, nonché altri che appariranno più chiaramente nel seguito, sono raggiunti da un dispositivo a cerniera avente una o più delle caratteristiche qui descritte e/o rivendicate e/o illustrate.
Forme di realizzazione vantaggiose del trovato sono definite in accordo con le rivendicazioni dipendenti.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive di un dispositivo a cerniera secondo il trovato, illustrate a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delle unite tavole di disegno in cui:
la FIG. 1 Ã ̈ una vista esplosa di un primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
le FIGG. 2a e 2b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 Ã ̈ in posizione chiusa;
le FIGG. 3a e 3b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12 ed in cui il grano di fermo 90 à ̈ in posizione di riposo;
la FIG.3c à ̈ una vista esplosa in sezione assiale di alcuni particolari del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG.1;
le FIGG. 4a e 4b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12 ed in cui il grano di fermo 90 à ̈ in posizione di lavoro per bloccare lo scorrimento dell’elemento allungato 60;
la FIG. 4c à ̈ una vista ingrandita in sezione assiale di alcuni particolari del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG.1;
le FIGG. 5a, 5b e 5c sono viste rispettivamente assonometrica, in sezione assiale e laterale del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione totalmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente complanare con l’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
le FIGG. 6a, 6b e 6c sono viste assonometriche del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1 che illustrano la posizione della spina 73 relativamente sia alla boccola 80 che al perno 50 rispettivamente nelle posizioni chiusa delle FIGG.3a e 3b, parzialmente aperta delle FIGG.4a e 4b e totalmente aperta delle delle FIGG.5a, 5b e 5c;
la FIG. 7 à ̈ una vista assonometrica parzialmente esplosa e spaccata del dispositivo a cerniera 1 di FIG.1 che illustra l’accoppiamento fra il secondo semiguscio tubolare mobile 13 e la boccola 80;
le FIGG. 8a e 8c sono viste ingrandite in sezione di alcuni particolari del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, con rispettivamente nelle FIGG. 8b e 8d un ingrandimento dell’elemento di regolazione 130 rispettivamente nelle posizioni di lavoro e di riposo;
la FIG. 8e à ̈ una vista in sezione spaccata ed ingrandita di alcuni particolari del primo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 1, che evidenzia la sede 108 del canale 100;
la FIG.8f à ̈ una vista assonometrica dell’elemento di regolazione 130;
le FIGG. dalla 9a alla 15c sono viste in pianta di alcune forme di realizzazione della boccola 80, in cui per ogni forma di realizzazione di quest’ultima sono illustrate due viste assonometriche della posizione della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nelle posizioni chiusa e totalmente aperta del secondo semiguscio tubolare 13;
le FIGG. 16 e 17 sono viste assonometriche di alcune forme di realizzazione del perno 50, in cui l’elemento attuatore passante 72 à ̈ costituito da una singola porzione elicoidale 71’, 71’’ ad inclinazione o passo elicoidale costante che si sviluppa rispettivamente per 180° e 90° attorno all’asse X;
le FIGG. dalla 18a alla 18c sono ulteriori viste in pianta di un’altra forma di realizzazione della boccola 80, in cui sono illustrate due viste assonometriche della posizione della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nelle posizioni chiusa e totalmente aperta del secondo semiguscio tubolare 13;
le FIGG. dalla 19a alla 19d sono ulteriori viste in pianta di un’altra forma di realizzazione della boccola 80, in cui sono illustrate tre viste assonometriche della posizione della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nelle posizioni chiusa, parzialmente aperta e totalmente aperta del secondo semiguscio tubolare 13;
la FIG. 20 Ã ̈ una vita assonometrica esplosa di un terzo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1, in cui il circuito idraulico 100 Ã ̈ parzialmente realizzato nel tappo di chiusura 27;
le FIGG.21a, 21b e 21c sono viste in sezione assiale del dispositivo a cerniera 1 di FIG.
20 rispettivamente nelle posizioni chiusa, parzialmente aperta con grano di fermo 90 in posizione di lavoro e totalmente aperta.
la FIG. 22 Ã ̈ una vista esplosa di un quarto esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
le FIGG. 23a e 23b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 22, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione chiusa;
le FIGG. 24a e 24b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 22, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
le FIGG. 25a e 25b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 22, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione totalmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente complanare con l’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
la FIG. 26 Ã ̈ una vista esplosa di un quinto esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
le FIGG. 27a e 27b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 26, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione chiusa;
le FIGG. 28a e 28b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 26, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
le FIGG. 29a e 29b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 26, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione totalmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente complanare con l’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
la FIG. 30 Ã ̈ una vista esplosa di un sesto esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
le FIGG. 31a e 31b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 30, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione chiusa;
le FIGG. 32a e 32b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 30, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12 ed in cui il grano di fermo 90 à ̈ in posizione di riposo;
le FIGG. 33a e 33b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 30, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente perpendicolare all’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12 ed in cui il grano di fermo 90 à ̈ in posizione di lavoro per bloccare lo scorrimento dell’elemento allungato 60;
le FIGG.34a, 34b e 34c sono viste rispettivamente assonometrica, in sezione assiale e laterale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 30, in cui il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione totalmente aperta con la relativa ala di fissaggio 15 sostanzialmente complanare con l’ala di fissaggio 14 del primo semiguscio tubolare fisso 12;
la FIG. 35 Ã ̈ una vista assonometrica di un esempio di applicazione di un settimo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
la FIG. 36 Ã ̈ una vista assonometrica parzialmente esplosa del settimo esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
la FIG. 37 à ̈ una vista dall’alto dell’esempio di applicazione di FIG. 35 in cui il dispositivo a cerniera 1 presenta il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione chiusa; le FIG.38a e 38b sono viste assonometriche del dispositivo a cerniera 1 di FIG.36 che illustrano rispettivamente la posizione relativa delle ali di fissaggio 14, 15 e le posizioni della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nella posizione illustrata in FIG.37;
la FIG. 39 à ̈ una vista dall’alto dell’esempio di applicazione di FIG. 35 in cui il dispositivo a cerniera 1 presenta il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione parzialmente aperta;
le FIG.40a e 40b sono viste assonometriche del dispositivo a cerniera 1 di FIG.36 che illustrano rispettivamente la posizione relativa delle ali di fissaggio 14, 15 e le posizioni della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nella posizione illustrata in FIG.39;
la FIG. 41 à ̈ una vista dall’alto dell’esempio di applicazione di FIG. 35 in cui il dispositivo a cerniera 1 presenta il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in posizione totalmente aperta;
le FIG.42a e 42b sono viste assonometriche del dispositivo a cerniera 1 di FIG.36 che illustrano rispettivamente la posizione relativa delle ali di fissaggio 14, 15 e le posizioni della spina 73, dell’elemento a pistone 30 e dei mezzi elastici di contrasto 40 nella posizione illustrata in FIG.41;
le FIG. 43a e 43b sono viste in sezione ingrandite di alcuni particolari della forma di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG.20;
le FIG. 44a, 44b e 44c sono viste in pianta, in sezione presa lungo un piano di traccia XLIV – XLIV e assonometrica sezionata come la figura precedente del tappo di chiusura 27; la FIG.45 à ̈ una vista esplosa di un ulteriore esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1;
le FIGG. 46a e 46b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 45, in cui l’elemento mobile 11 à ̈ in posizione chiusa;
le FIGG. 47a e 47b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 45, in cui l’elemento mobile 11 à ̈ in posizione parzialmente aperta;
le FIGG. 48a e 48b sono viste rispettivamente assonometrica e in sezione assiale dell’esempio di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 di FIG. 45, in cui l’elemento mobile 11 à ̈ in posizione totalmente aperta.
Descrizione dettagliata di alcuni esempi di realizzazione preferiti Con riferimento alle figure citate, il dispositivo a cerniera secondo il trovato, indicato generalmente con il numero 1, sarà particolarmente utile per la movimentazione e/o il controllo girevole di un elemento di chiusura D, quale ad esempio una porta, un’anta, un cancello o similare, il quale potrà essere ancorato ad una struttura di supporto stazionaria S, quale ad esempio un muro e/o un telaio di una porta o di una finestra e/o un pilone di sostegno e/o il pavimento.
A seconda della configurazione, il dispositivo a cerniera 1 secondo il trovato consentirà esclusivamente la chiusura automatica dell’elemento di chiusura D al quale à ̈ vincolato, come ad esempio illustrato nelle FIGG. dalla 30 alla 34c, oppure esclusivamente il controllo in apertura e/o in chiusura dello stesso, come ad esempio illustrato nelle FIGG. dalla 22 alla 25b, oppure entrambe le azioni, come ad esempio illustrato nelle FIGG. dalla 1 alla 5c.
In generale, il dispositivo a cerniera 1 potrà includere un elemento fisso 10 ancorabile alla struttura di supporto stazionaria S ed un elemento mobile 11 ancorabile all’elemento di chiusura D.
In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, gli elementi fisso 10 e mobile 11 potranno includere un rispettivo primo e secondo semiguscio tubolare 12, 13 fra loro reciprocamente accoppiati per ruotare attorno ad un asse longitudinale X tra una posizione aperta, illustrata ad esempio nelle FIGG. dalla 3a alla 5c, ed una posizione chiusa, illustrata ad esempio nelle FIGG.2a e 2b.
Opportunamente, gli elementi fisso 10 e mobile 11 potranno includere una rispettiva prima e seconda ala di fissaggio 14, 15 collegata rispettivamente al primo e al secondo semiguscio tubolare 12, 13 per l’ancoraggio alla struttura di supporto stazionaria S e all’elemento di chiusura D.
Preferibilmente, il dispositivo a cerniera 1 potrà essere configurato come una cerniera di tipo “anuba†.
Vantaggiosamente, ad eccezione delle ali di fissaggio 14, 15, tutti gli altri componenti del dispositivo a cerniera 1 potranno essere inclusi all’interno del primo e del secondo semiguscio tubolare 12, 13.
In particolare, il primo semiguscio tubolare fisso 12 potrà includere una camera di lavoro 20 definente l’asse X ed un elemento a pistone 30 scorrevole nella stessa. Opportunamente, la camera di lavoro 20 potrà essere inferiormente chiusa da un tappo di chiusura 27 inserito nel semiguscio tubolare 12.
Come meglio specificato più avanti, inoltre, il primo semiguscio tubolare fisso 12 potrà includere un fluido di lavoro, generalmente olio, agente sull’elemento a pistone 30 per contrastarne idraulicamente l’azione e/o mezzi elastici di contrasto 40, ad esempio una molla elicoidale a compressione 41, agenti sullo stesso elemento a pistone 30. Opportunamente, esternamente alla camera di lavoro 20 e coassialmente con la stessa potrà essere previsto un perno 50, che potrà vantaggiosamente agire da attuatore, il quale potrà includere una porzione d’estremità 51 ed un corpo tubolare 52. Vantaggiosamente, il perno 50 potrà essere supportato dalla porzione d’estremità 16 del primo semiguscio tubolare fisso 12.
La porzione d’estremità 51 del perno 50 consentirà l’accoppiamento coassiale fra lo stesso e il secondo semiguscio tubolare mobile 13, in modo che quest’ultimo e il perno 50 ruotino solidalmente fra le posizioni aperta e chiusa del secondo semiguscio tubolare mobile 13.
Allo scopo, in una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, la porzione d’estremità 51 del perno 50 potrà includere una superficie esterna sagomata 53 accoppiabile, preferibilmente in modo amovibile, con una superficie controsagomata 17 del secondo semiguscio tubolare mobile 13.
In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, illustrata ad esempio in FIG.
7, la superficie sagomata 53 potrà includere una pluralità di risalti assiali, destinati ad incastrarsi in corrispondenti recessi della superficie controsagomata 17.
Preferibilmente, la superficie sagomata 53 del perno 50 e quella controsagomata 17 del secondo semiguscio tubolare 13 potranno essere configurate in modo da consentire la variazione selettiva della posizione angolare reciproca degli stessi.
In tal modo, sarà possibile variare alla bisogna la posizione angolare reciproca delle ali di fissaggio 14, 15, così che, ad esempio, le stesse possano risultare perpendicolari l’una all’altra nella posizione chiusa dell’elemento di chiusura D, come ad esempio illustrato in FIG.
38a.
Opportunamente, l’elemento a pistone 30 e il perno 50 potranno essere operativamente collegati fra loro mediante l’elemento allungato cilindrico 60, in modo che alla rotazione del secondo attorno all’asse X corrisponda lo scorrimento del primo lungo lo stesso asse X e viceversa.
Allo scopo, l’elemento allungato cilindrico 60 potrà includere una prima porzione d’estremità 61 inserita nella camera di lavoro 20 e reciprocamente collegata con l’elemento a pistone 30 ed una seconda porzione d’estremità 62 esterna alla camera di lavoro 20 e scorrevole internamente al corpo tubolare 52 del perno 50.
Il collegamento fra l’elemento allungato cilindrico 60 e l’elemento a pistone 30 potrà essere atto a rendere solidali tali elementi, in modo che gli stessi potranno definire un cursore mobile lungo l’asse X.
Vantaggiosamente, la porzione tubolare 52 del perno 50 potrà presentare un diametro interno Di’ sostanzialmente coincidente con il diametro D’’’ del corpo allungato cilindrico 60.
L’elemento allungato cilindrico 60 potrà pertanto essere scorrevole lungo l’asse X solidalmente con l’elemento a pistone 30. In altre parole, l’elemento allungato cilindrico 60 ed il perno 50 potranno essere fra loro accoppiati in modo telescopico.
Inoltre, come meglio specificato più avanti, l’elemento allungato cilindrico 60 con il relativo elemento a pistone 30 potrà o meno essere bloccato girevolmente nella camera di lavoro 20 per evitare rotazioni attorno all’asse X durante il suo scorrimento lungo quest’ultimo. Ciò accadrà a seconda della configurazione delle asole a camma di guida 81 della boccola 80.
Rispetto al perno 50, quindi, l’elemento a pistone 30 potrà scorrere lungo l’asse X fra una posizione di fine corsa prossimale allo stesso, corrispondente ad una fra le posizioni aperta e chiusa del secondo semiguscio tubolare mobile 13, ed una posizione di fine corsa distale dal perno 50, corrispondente all’altra fra le posizioni aperta e chiusa del secondo semiguscio tubolare mobile 13.
Per consentire il movimento reciproco fra l’elemento a pistone 30 e il perno 50, il corpo tubolare 52 di quest’ultimo potrà includere almeno una coppia di scanalature 70’, 70’’ uguali fra loro angolarmente spaziate di 180°, ciascuna comprendente almeno una porzione elicoidale 71’, 71’’ evolvente attorno all’asse X. Le scanalature 70’, 70’’ potranno essere fra loro comunicanti per definire un singolo elemento attuatore passante 72.
Nelle FIGG. 16 e 17 Ã ̈ illustrato un esempio di realizzazione di elemento attuatore passante 72.
Opportunamente, l’almeno una porzione elicoidale 71’, 71’’ potrà presentare inclinazione qualsivoglia, e potrà presentare andamento destrorso, rispettivamente andamento sinistrorso. Preferibilmente, l’almeno una porzione elicoidale 71’, 71’’ potrà svilupparsi per almeno 90° attorno all’asse X, ed ancor più preferibilmente per almeno 180°.
Vantaggiosamente, l’almeno una porzione elicoidale 71’, 71’’ potrà presentare un passo elicoidale P compreso fra 20 mm e 100 mm, e preferibilmente compreso fra 30 mm e 80 mm.
In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, ognuna delle scanalature 70’, 70’’ potrà essere costituita da una singola porzione elicoidale 71’, 71’’, eventualmente con inclinazione o passo elicoidale costante.
Opportunamente, l’elemento attuatore 72 potrà essere chiuso ad entrambe le estremità in modo da definire un percorso chiuso avente due punti finali di bloccaggio 74’, 74’' per la spina 73 scorrevole attraverso lo stesso, il percorso chiuso essendo definito dalle scanalature 71’, 71''.
Indipendentemente dalla sua posizione o configurazione, l’elemento attuatore passante 72 ruotando attorno all’asse X consentirà il movimento reciproco fra il perno 50 e l’elemento a pistone 30.
Per guidare tale rotazione, potrà essere prevista una boccola tubolare di guida 80 coassialmente posta esternamente al corpo tubolare 52 del perno 50. La boccola di guida 80 potrà includere una coppia di asole a camma 81 angolarmente spaziate di 180°.
Per consentire il reciproco collegamento fra perno 50, l’elemento allungato 60 e la boccola di guida 80, la seconda porzione d’estremità 62 dell’elemento allungato 60 potrà includere una spina 73 inserita nell’elemento attuatore passante 72 e nelle asole a camma 81 per scorrere al loro interno.
La lunghezza della spina 73, pertanto, potrà essere tale da consentire tale funzione. La spina 73, inoltre, potrà definire un asse Y sostanzialmente perpendicolare all’asse X.
All’atto della rotazione dell’elemento attuatore passante 72, la spina 73 quindi sarà movimentata da quest’ultimo e guidata dalle asole a camma 81.
Come sopra già descritto, la porzione d’estremità 16 del primo semiguscio tubolare 12 potrà essere suscettibile di supportare il perno 50. La boccola 80, coassialmente accoppiata con quest’ultimo, potrà a sua volta essere solidalmente accoppiata con il primo semiguscio tubolare 12, preferibilmente in corrispondenza della stessa porzione d’estremità 16, così da consentire l’accoppiamento fra il primo e il secondo semiguscio tubolare 12, 13.
Vantaggiosamente, la porzione tubolare 52 del perno 50 potrà presentare un diametro esterno De’ inferiore o al più sostanzialmente coincidente con il diametro interno Di’’ della boccola 80.
Opportunamente, inoltre, la porzione d’estremità 16 del primo semiguscio tubolare 12 potrà includere un’appendice sostanzialmente anulare 18 avente diametro esterno De maggiore o al più sostanzialmente coincidente con il diametro esterno De’ della porzione tubolare 52 del perno 50, e pertanto minore o al più sostanzialmente coincidente con il diametro interno Di’’ della boccola 80.
L’appendice sostanzialmente anulare 18 potrà inoltre presentare un diametro interno Di sostanzialmente coincidente con il diametro interno Di’ della porzione tubolare 52 del perno 50, e pertanto sostanzialmente coincidente con il diametro D’’’ del corpo allungato cilindrico 60.
Più in particolare, l’appendice sostanzialmente anulare 18 potrà inoltre comprendere una superficie inferiore 21 definente la parete superiore della camera di lavoro 20, una superficie superiore 19’ affacciata alla porzione inferiore 54 della porzione tubolare 52 del perno 50, una superficie laterale interna 19’’ affacciata alla parete laterale 63 dell’elemento allungato cilindrico 60 ed una superficie laterale esterna 19’’’ affacciata alla parete laterale interna 83 della boccola 80 per l’accoppiamento solidale della stessa con il primo semiguscio tubolare 12. Allo scopo, ad esempio, la parete 19’’’ potrà essere filettata, mentre la corrispondente porzione di accoppiamento 85 della parete interna 83 potrà essere controfilettata.
Preferibilmente, il secondo semiguscio tubolare 13 potrà presentare una parete laterale interna 13’ affacciata alla parete laterale esterna 82 della boccola 80 quando lo stesso secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ accoppiato al primo semiguscio tubolare 12.
Grazie a una o più delle caratteristiche di cui sopra, il dispositivo a cerniera 1 presenterà prestazioni elevate pur essendo estremamente semplice da realizzare e di costo contenuto.
La boccola 80, infatti, presenterà la doppia funzione di guida per la spina 73 e di colonna portante per il secondo semiguscio tubolare mobile 13 a cui à ̈ collegato l’elemento di chiusura D.
In tal modo, la componente verticale del peso di quest’ultimo viene scaricato sulla struttura di supporto stazionaria S mentre la componente orizzontale dello stesso viene distribuita sulla lunghezza della boccola 80, senza gravare minimamente sulle parti in movimento del dispositivo a cerniera 1 ed in particolare sul perno 50.
Ciò consente di ottenere prestazioni superiori ai dispositivi dello stato della tecnica. Il primo e/o il secondo semiguscio tubolare 12, 13, inoltre, potranno essere realizzati in materiale polimerico, ad esempio polietilene, ABS o polipropilene stampato, oppure in materiale metallico con resistenza meccanica relativamente bassa, ad esempio alluminio, poiché la loro funzione risulta prevalentemente di supporto e presentano un’usura relativamente bassa.
Ciò consente di contenere al massimo i costi ed i tempi di produzione.
Ciò consente, inoltre, di minimizzare o eliminare la trasmissione termica di cui risentono i cerniera o chiudiporta idraulici con struttura metallica poiché trasmettono al fluido di lavoro i cambiamenti di temperatura esterna, con conseguente alterazione della viscosità e, pertanto, dei parametri di funzionamento impostati al momento dell’installazione.
D’altra parte, il perno 50 e/o la boccola 80, che saranno maggiormente sollecitati, potranno essere realizzati in materiale metallico con resistenza meccanica relativamente elevata, ad esempio acciaio temprato.
L’assemblaggio del dispositivo a cerniera, inoltre, risulta eccezionalmente semplice, consentendo così di semplificare al massimo la realizzazione dello stesso.
Come sopra accennato, poi, la boccola 80 e il secondo semiguscio tubolare 13 potranno essere fra loro accoppiati in modo amovibile, ad esempio facendo scorrere lungo l’asse X il secondo sulla prima fino all’impegno reciproco fra la superficie esterna sagomata 53 e quella controsagomata 17.
In tal caso, sarà possibile semplificare al massimo le operazioni di manutenzione dell’elemento di chiusura D, poiché lo stesso potrà essere rimosso dalla posizione operativa mediante semplice sollevamento, senza smontare il dispositivo a cerniera 1.
In tal caso, il secondo semiguscio tubolare potrà restare in posizione operativa sulla boccola 80 semplicemente per gravità.
D’altra parte, il dispositivo a cerniera 1 potrà eventualmente includere almeno un elemento di bloccaggio del secondo semiguscio tubolare in posizione operativa selettivamente azionabile/disazionabile da un utente per consentire l’accoppiamento/il disaccoppiamento dello stesso con il/dal primo semiguscio tubolare.
Le FIGG. dalla 9a alla 15c e dalla 18a alla 19c mostrano, a scopo meramente illustrativo e non limitativo del trovato, alcune forme di realizzazione della boccola 80, che differiscono fra loro per la configurazione delle asole a camma di guida 81.
In particolare, in FIG.9a à ̈ illustrata una boccola 80 avente asole a camma di guida 81 che presentano una prima porzione 84’ estendentesi parallelamente all’asse X ed una successiva seconda porzione 84’’ estendentesi perpendicolarmente allo stesso.
Entrambe le porzioni 84’, 84’’ potranno avere una lunghezza tale da guidare la rotazione del perno 50, solidale al secondo semiguscio tubolare 13, per 90° attorno all’asse X. Eventualmente, potrà altresì essere prevista una porzione di bloccaggio 145, atta a bloccare la spina 73 nella posizione desiderata, nella fattispecie l’estremità della seconda porzione 84’’.
Tale forma di realizzazione à ̈ particolarmente vantaggiosa nelle forme di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 che includono i mezzi elastici 40, ed in particolare la molla a compressione 41.
Grazie alla particolare configurazione delle asole a camma di guida 81, infatti, sarà possibile sfruttare al massimo la forza di precarica della molla 41, così che a parità di dimensioni del dispositivo a cerniera sarà possibile ottenere una forza maggiore rispetto ai dispositivi dello stato della tecnica, oppure a parità di forza sarà possibile ottenere un dispositivo a cerniera di dimensioni minori.
Quando la spina 73 percorre la prima porzione 84’ estendentesi parallelamente al asse X, infatti, il perno 50 in rotazione attorno allo stesso asse comprime la molla 41 per 90°. Quando la spina 73 percorre la seconda porzione 84’’ estendentesi perpendicolarmente all’asse X, poi, il perno 50 continua a ruotare attorno allo stesso ma non comprime la molla 41.
Ciò consente di sfruttare al massimo la precarica della molla 41 stessa, con i vantaggi sopra menzionati. E’ evidente che in tal caso la molla 41 lavora solo quando la spina 73 percorre la prima porzione 84’.
In tal caso, la boccola 80 potrà essere ad esempio operativamente accoppiata con il perno illustrato in FIG.16, in cui l’elemento attuatore passante 72 à ̈ costituito da una singola porzione elicoidale 71’, 71’’ ad inclinazione o passo elicoidale costante che si sviluppa per 180° attorno all’asse X.
In FIG. 10a à ̈ illustrata una boccola 80 avente asole a camma di guida 81 che presentano anch’esse una prima porzione 84’ estendentesi parallelamente all’asse X ed una successiva seconda porzione 84’’ estendentesi perpendicolarmente allo stesso, e differisce dalla boccola 80 illustrata in FIG.9a per la presenza di tre porzioni di bloccaggio 145 lungo la seconda porzione 84’’ delle asole a camma di guida 81.
In FIG. 11a à ̈ illustrata una boccola 80 avente asole a camma di guida 81 che presentano anch’esse una prima porzione 84’ estendentesi parallelamente all’asse X ed una successiva seconda porzione 84’’ estendentesi perpendicolarmente allo stesso, ma che differisce dalla boccola 80 illustrata nelle FIGG. 9a e 10a per l’orientamento delle stesse e per il verso di percorrenza della spina 73 nelle asole a camma di guida 81.
In tal caso, infatti, la molla 41 à ̈ atta a spingere verso l’alto la spina 73, a differenza di quanto accade nelle forme di realizzazione illustrate nelle FIGG. dalla 9a alla 10c, in cui la molla 41 tira la spina 73 verso il basso. La configurazione delle asole a camma di guida 81 sarà pertanto atta a guidare la spina 73 nel suo percorso verso il basso, così da caricare la molla 41.
Nelle FIGG. 12a, 13a e 14a sono illustrate boccole 80 aventi asole a camma di guida 81 che presentano una singola porzione 84 inclinata oppure evolvente con angolazione o passo predeterminato. In tal modo, la spina 73 non trova punti di bloccaggio intermedio fra le posizioni chiusa e totalmente aperta del secondo semiguscio 13.
Tale configurazione risulta estremamente vantaggiosa nel caso in cui la porzione 84 presenta angolazione oppure andamento opposto a quello della porzione elicoidale 71’, 71’’ dell’elemento attuatore passante 72. In tal caso, infatti, la componente verticale della reazione vincolare che la spina 73 sviluppa lungo il suo percorso all’interno delle asole a camma di guida 81 si somma a quella sviluppata dall’elemento attuatore passante 72.
Ciò consentire di ottenere un dispositivo a cerniera che a parità di dimensioni presenti una forza maggiore rispetto ai dispositivi dello stato della tecnica, oppure a parità di forza sarà possibile ottenere un dispositivo a cerniera di dimensioni minori.
In FIG. 15a à ̈ illustrata una boccola 80 avente asole a camma di guida 81 che presentano una singola porzione 84’ sostanzialmente parallela all’asse X.
In FIG. 18a à ̈ illustrata una boccola 80 avente asole a camma di guida 81 che presentano una prima porzione 84 ed una successiva seconda porzione 84’ estendentesi perpendicolarmente all’asse X. La prima porzione 84 potrà essere inclinata oppure evolvente con angolazione o passo predeterminato. L’angolazione potrà essere inferiore a 30°, preferibilmente inferiore ai 25° ed ancor più preferibilmente prossima a 20°, e potrà presentare angolazione oppure andamento opposto a quello della porzione elicoidale 71’, 71’’ dell’elemento attuatore passante 72.
Ciò consente di unire i vantaggi sopra illustrati, ad esempio per le boccole 80 delle FIGG. 9a e 12a: la prima porzione 84, infatti, con la sua angolazione non eccessiva consente di sfruttare la forza di precarica della molla 41, mentre la seconda porzione 84’ consente di sfruttare al massimo tale forza in chiusura o in apertura. In pratica, si otterrà un elemento di chiusura D potenzialmente senza punti di bloccaggio, eccetto quelli in corrispondenza di eventuali porzioni di bloccaggio 145, che presenta elevata forza in chiusura o apertura e doppia velocità, dapprima lenta e poi veloce o viceversa. Agendo poi sul grano di bloccaggio 90 sarà possibile in pratica ottenere angolazioni di apertura e chiusura qualsivoglia fra 0° e 180°.
Si comprende che ognuna delle forme di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d e dalla 18 alla 42b potrà includere una qualsiasi delle boccole 80 illustrate nelle FIGG. dalla 9a alla 15c e dalla 18a alla 19c, così come perni 50 aventi l’almeno una porzione elicoidale 71’, 71’’ con andamento destrorso oppure sinistrorso, senza per questo uscire dall’ambito di tutela del trovato definito dalle rivendicazioni allegate.
Indipendentemente dalla forma delle asole a camma 81, queste ultime potranno essere chiuse ad entrambe le estremità in modo da definire un percorso chiuso avente due punti finali di bloccaggio 87’, 87’' per la spina 73 scorrevole attraverso le stesse.
Al fine di consentire ad un utente di regolare l’angolo di apertura e/o di chiusura del secondo semiguscio tubolare 13, potrà essere previsto almeno un grano di battuta 90 avente una prima estremità 91 destinata ad interagire selettivamente con la seconda porzione d’estremità 62 dell’elemento allungato 60 ed una seconda estremità 92 comandabile dall’esterno da parte di un utente per regolare la corsa dello stesso lungo l’asse X.
Preferibilmente, l’almeno un grano di battuta 90 potrà essere inserito nel perno 50 in corrispondenza della porzione di estremità 51 dello stesso, così da scorrere lungo l’asse X fra una posizione di riposo lontana dalla seconda porzione d’estremità 62 dell’elemento allungato 60 ed una posizione di lavoro a contatto con la stessa.
In tal modo, sarà possibile una gamma di regolazioni pressoché infinita del dispositivo a cerniera 1.
Le FIGG. 4b e 33b, ad esempio, illustrano forme di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 in cui il grano di fermo 90 à ̈ in posizione di lavoro per impedire alla spina 73 di percorrere la seconda porzione 84’’ dell’asola a camma di guida 81 della boccola 80. In pratica, in tal modo, in tali forme di realizzazione la spina 73 non trova punti di bloccaggio intermedio fra le posizioni chiusa e totalmente aperta del secondo semiguscio 13, che in tal caso coincide con un’angolazione di circa 90° fra le ali 14, 15.
In alcune forme di realizzazione, ad esempio quella illustrata nelle FIGG. dalla 30 alla 34c, potrà essere prevista una coppia di grani di battuta 90, 90’, posti in corrispondenza delle rispettive estremità superiore e inferiore 2, 3 del dispositivo a cerniera 1.
Il grano superiore 90 potrà presentare le caratteristiche sopra descritte.
Il grano inferiore 90’ potrà presentare una prima estremità 91’ destinata ad interagire selettivamente con l’elemento a pistone 30 ed una seconda estremità 92’ comandabile dall’esterno da parte di un utente.
Come sopra menzionato, alcune forme di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 potranno includere un fluido di lavoro, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d e dalla 20 alla 29b.
Tali forme di realizzazione potranno includere i mezzi elastici 40, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d, dalla 20 alla 21c e dalla 26 alla 29c, oppure no, ad esempio quella illustrate nelle FIGG. dalla 22 alla 25c.
Nelle forme di realizzazione che includono i mezzi elastici 40, questi ultimi potranno assicurare la chiusura o l’apertura automatica dell’elemento di chiusura D, come ad esempio in quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d, dalla 20 alla 21c e dalla 26 alla 29c, oppure semplicemente consentire all’elemento a pistone 30 di ritornare da una delle posizioni distale o prossimale all’altra delle posizioni distale o prossimale senza assicurare la chiusura o l’apertura automatica dell’elemento di chiusura D.
Nel primo caso i mezzi elastici 40 potranno includere una molla di spinta 41 di potenza relativamente elevata, nel secondo potranno includere una molla di contrasto di potenza relativamente contenuta.
Nel primo caso il dispositivo a cerniera 1 agirà da cerniera o chiudiporta idraulico con chiusura automatica, mentre le secondo caso lo stesso agirà da cerniera di smorzamento idraulico.
Si comprende che l’impiego della molla 41 nel dispositivo a cerniera 1 di smorzamento à ̈ puramente opzionale. Ad esempio, nella forma di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 illustrato nelle FIGG. dalla 22 alla 25b non à ̈ impiegata.
Ciò consente di sfruttare tutta la lunghezza della camera di lavoro 20, minimizzando gli ingombri.
Vantaggiosamente, nelle forme di realizzazione che includono il fluido di lavoro la camera di lavoro 20 potrà includere uno o più elementi di tenuta 22 per evitare la fuoriuscita dello stesso, ad esempio uno o più o-ring.
L’elemento a pistone 30 potrà essere suscettibile di separare la camera di lavoro 20 in almeno un primo ed un secondo vano a volume variabile 23, 24 fra loro fluidicamente comunicanti e preferibilmente adiacenti. Opportunamente, quando presenti, i mezzi elastici di contrasto potranno essere inseriti nel primo vano 23.
Per consentire il passaggio del fluido di lavoro fra il primo e il secondo vano 23, 24, l’ elemento a pistone 30 potrà comprendere un’apertura passante 31 e mezzi valvolari, i quali potranno includere una valvola di non ritorno 32.
Vantaggiosamente, la valvola di non ritorno 32 potrà includere un disco 33 inserito con gioco minimo in un opportuno alloggiamento 34 per muoversi assialmente lungo l’asse X.
A seconda del verso con cui la valvola di non ritorno 32 viene montata, essa potrà aprirsi in apertura oppure in chiusura dell’elemento di chiusura D, così da consentire il passaggio del fluido di lavoro fra il primo vano 23 e il secondo vano 24 durante una fra l’apertura o la chiusura dell’elemento di chiusura D e per impedirne il riflusso durante l’altra fra l’apertura o la chiusura dello stesso.
Per il riflusso controllato del fluido di lavoro fra il primo vano 23 e il secondo vano 24 durante l’altra fra l’apertura o la chiusura dell’elemento di chiusura D, potrà essere previsto un opportuno circuito idraulico 100.
Opportunamente, l’elemento a pistone 30 potrà includere, rispettivamente essere costituito da, un corpo cilindrico inserito a tenuta nella camera di lavoro 20 ed affacciato alla parete laterale interna 25 della stessa. Il circuito idraulico 100 potrà essere incluso almeno parzialmente nel primo semiguscio tubolare 12, e potrà preferibilmente include un canale 107 esterno alla camera di lavoro 20 definente un asse X’ sostanzialmente parallelo all’asse X.
Vantaggiosamente, il circuito idraulico 100 potrà includere almeno una prima apertura 101 nel primo vano 23 ed almeno una seconda apertura 102 nel secondo vano 24. A seconda del verso in cui à ̈ montata la valvola 32, la prima e la seconda apertura 101, 102 potranno agire rispettivamente da entrata ed uscita del circuito 100 oppure da uscita ed entrata dello stesso.
Il primo semiguscio tubolare potrà presentare almeno una prima vite di regolazione 103 avente una prima estremità 104 interagente con una fra la prima e la seconda apertura 101, 102 del circuito idraulico 100 ed una seconda estremità 105 comandabile dall’esterno da parte di un utente per regolare la sezione di passaggio del fluido di lavoro attraverso la stessa apertura 101, 102.
Nelle forme di realizzazione illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d e dalla 20 alla 29c, la valvola 32 si apre all’atto dell’apertura dell’elemento di chiusura e si chiude all’atto della chiusura dello stesso, forzando il fluido di lavoro a rifluire attraverso il circuito idraulico 100. In tali condizioni, l’apertura 101 agisce da entrata del circuito idraulico 100 mentre l’apertura 102 agisce da uscita dello stesso.
Opportunamente, l’uscita 102 potrà essere fluidicamente disaccoppiata dall’elemento a pistone 30 per tutta la corsa dello stesso. La vite 103 potrà avere la prima estremità 104 interagente con l’apertura 102 per regolare la velocità di chiusura dell’elemento di chiusura.
In alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d e dalla 22 alla 25c, il circuito idraulico 100 potrà includere una terza apertura 106 nel secondo vano 24, che nell’esempio sopra menzionato potrà agire da seconda uscita del circuito 100 posta a monte della prima uscita 103.
L’elemento a pistone 30, quindi, potrà essere in una relazione spaziale con le aperture 103, 106 tale da restare fluidicamente disaccoppiata dalla seconda apertura 103 per tutta la corsa dell’elemento a pistone 30, come visto sopra, e tale da restare fluidicamente accoppiato con la terza apertura 106 per un primo tratto della corsa dello stesso e da restare fluidicamente disaccoppiato dalla stessa terza apertura 106 per un secondo tratto della corsa dell’elemento a pistone 30.
In tal modo, nell’esempio di cui sopra sarà possibile far scattare l'elemento di chiusura D verso la posizione chiusa quando il secondo semiguscio tubolare 13 à ̈ in prossimità del primo semiguscio tubolare 12, o comunque quando l’elemento di chiusura D à ̈ in prossimità della posizione chiusa.
Nel caso di valvola 32 montata al contrario, cioà ̈ che si apre all’atto della chiusura dell’elemento di chiusura e si chiude all’atto dell’apertura dello stesso, il circuito 100 configurato come sopra descritto consentirà di avere due resistenze in apertura, secondo gli insegnamenti della domanda di brevetto VI2012A000158 alla quale si rimanda per consultazione.
In alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 5d, il canale 107 potrà includere una sede sostanzialmente cilindrica 108 nella quale à ̈ inserito un elemento di regolazione 130 comprendente un’estremità di manovra 131 ed uno stelo 132 a questa accoppiato, il quale potrà definire un asse longitudinale X’’ reciprocamente parallelo o coincidente con l’asse X’ del canale 107.
Come particolarmente visibile in FIG. 8e, la sede 108 potrà presentare una prima porzione cilindrica 109’ in corrispondenza dell’apertura 102 e una seconda porzione cilindrica 109’’ in corrispondenza dell’apertura 106.
Per consentire il reciproco accoppiamento fra l’elemento di regolazione 130 e sede 108, lo stelo 132 dell’elemento di regolazione 130 potrà includere una prima e una seconda porzione filettata 133’, 133’’, mentre la sede 108 potrà essere controfilettata in corrispondenza della prima porzione cilindrica 109’.
Vantaggiosamente, invece, la seconda porzione cilindrica 109’’ potrà essere liscia, cioà ̈ priva di controfilettatura. Pertanto, la prima porzione cilindrica 109’ della sede 108 potrà presentare diametro massimo Dp1 maggiore di quello Dp2 della seconda porzione cilindrica 109’’.
Lo stelo 132 potrà presentare una superficie esterna 134 affacciata ad entrambe le aperture 101 e 106, la quale potrà essenzialmente presentare una zona sostanzialmente cilindrica 135’ ed una zona piana 135’’ a questa opposta.
Più in particolare, la superficie esterna 134 potrà includere una terza ed una quarta porzione cilindrica 136’, 136’’ e una prima e una seconda porzione piana 137’, 137’’ a queste opposte affacciate rispettivamente alle prima e seconda porzione cilindrica 109’, 109’’ della sede 108.
Opportunamente, il diametro massimo Dp4 della quarta porzione cilindrica 136’’ potrà essere maggiore del diametro massimo Dp3 della terza porzione cilindrica 136’ e potrà essere sostanzialmente coincidente con il diametro massimo Dp2 della seconda porzione cilindrica 109’’ della sede 108. Il diametro massimo Dp3 della terza porzione cilindrica 136’, pertanto, potrà essere inferiore al diametro massimo Dp1 della prima porzione cilindrica 109’.
La forma in pianta dello stelo 132 potrà essere tale che la zona sostanzialmente cilindrica 135’ si estenda oltre il piano di simmetria dell’elemento di regolazione 130. La prima e la seconda porzione piana 137’, 137’’, pertanto, potranno presentare rispettive altezze massime h’, h’’ inferiori ai rispettivi diametri massimi Dp3, Dp4 della terza e quarta porzione cilindrica 136’, 136’’.
Vantaggiosamente, la prima porzione filettata 133’, la quale potrà essere interposta fra la terza e la quarta porzione cilindrica 136’, 136’’, potrà a sua volta includere una prima zona cilindrica 138’ in corrispondenza delle terza e quarta porzione cilindrica 136’, 136’’ ed una prima zona piana 138’’ in corrispondenza delle prima e seconda porzione piana 137’, 137’’.
D’altra parte, la seconda porzione filettata 133’’, la quale potrà essere interposta fra l’estremità di manovra 131 e la terza porzione cilindrica 136’ dello stelo 132, potrà a sua volta includere una seconda zona cilindrica 139’ in corrispondenza delle terza porzione cilindrica 136’ ed una seconda zona piana 139’’ in corrispondenza della prima porzione piana 137’.
Grazie ad una o più delle caratteristiche di cui sopra, l’elemento di regolazione 130 consentirà di regolare in modo semplice la sezione di passaggio dell’apertura 106 quando, come nella fattispecie, i limitati ingombri del dispositivo a cerniera 1 non consentono l’impiego di una “classica†vite radiale. L’elemento di regolazione 130 consentirà, ad esempio, di regolare la forza con la quale l’elemento di chiusura D scatta verso la posizione chiusa, piuttosto che l’esclusione dello scatto stesso.
Agendo sull’estremità di manovra 131, ad esempio mediante un cacciavite, un utente potrà promuovere la rotazione dello stelo 132 attorno all’asse X’’ fra una posizione di lavoro, illustrata ad esempio nelle FIGG. 8b e 8d, ed una di riposo, illustrata ad esempio nelle FIGG.
8a e 8c.
Come illustrato in tali figure, nella posizione di lavoro la terza e la quarta porzione cilindrica 136’, 136’’ restano rispettivamente affacciate alla prima e seconda apertura 101, 106, così che la superficie esterna 134 dello stelo 132 ostruirà selettivamente l’apertura 106 mentre l’altra apertura 101 resterà in comunicazione fluidica con il canale 107.
D’altra parte, nella posizione di riposo la prima e la seconda porzione piana 137’, 137’’ resteranno rispettivamente affacciate alle aperture 101, 106, così che il fluido di lavoro sarà libero di passare fra il primo e il secondo vano a volume variabile 23, 24 attraverso il canale 107.
E’ evidente, pertanto, che indipendentemente dalla posizione di riposo o di lavoro dell’elemento di regolazione 130 l’apertura 101 resterà sempre aperta, mentre a seconda dalla posizione di riposo o di lavoro dell’elemento di regolazione 130 l’apertura 106 resterà rispettivamente aperta e chiusa.
Di conseguenza, quando l’elemento di regolazione 130 à ̈ nella posizione di riposo l’apertura 101 resterà in comunicazione fluidica con entrambe le aperture 102 e 106, così da consentire ad esempio lo scatto di cui sopra, mentre nella posizione di lavoro l’apertura 101 resterà in comunicazione fluidica esclusivamente con l’apertura 102, così da escludere ad esempio lo scatto di cui sopra.
In alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive, ad esempio quella illustrata nelle FIGG. dalla 20 alla 21c e dalla 43a alla 44c, il tappo di chiusura 27 della camera di lavoro 20 potrà includere un condotto passante 100’ ed un solco periferico 29 avente sviluppo sostanzialmente anulare attorno alla parete laterale 28 sostanzialmente cilindrica del tappo di chiusura 27 stesso. Una volta che il tappo 27 à ̈ inserito nella camera di lavoro 20, la sua parete laterale 28 sostanzialmente cilindrica, e pertanto il relativo solco periferico 29, resterà affacciata alla parete laterale interna 25 della camera di lavoro 20 stessa.
Opportunamente il solco periferico 29, il quale potrà presentare pareti laterali affacciate 29’, 29’’ ed una parete di fondo 29’’’, potrà essere aperto superiormente in modo che la parete di fondo 29’’’ e la parete laterale interna 25 della camera di lavoro 20 restino direttamente affacciate l’una all’altra.
Il condotto passante 100' potrà includere una coppia di primi rami 140', 140'' aventi rispettive aperture 100’’ fluidicamente comunicanti con il canale 107 attraverso il solco periferico 29 e l'apertura 101 passante attraverso il secondo semiguscio 12 ed un secondo ramo 141 con un'apertura 100’’' fluidicamente comunicante con il primo vano 23.
Fra i primi rami 140', 140'' e il secondo ramo 141, in posizione sostanzialmente centrale lungo l'asse X, potrà essere posto un collettore centrale 100’’’’, che pertanto sarà in comunicazione fluidica sia con il canale 107 che il primo vano 23.
Vantaggiosamente, il tappo di chiusura 27 potrà includere la vite di regolazione 103 posta preferibilmente in posizione assiale lungo l'asse X. La vite 103 potrà avere l'estremità 104 interagente il collettore centrale 100'''' e l'estremità di manovra 105 comandabile dall’esterno da parte di un utente per regolare la sezione di passaggio del fluido di lavoro attraverso lo stesso.
Nell'esempio di realizzazione illustrato nelle FIGG. dalla 20 alla 21c e dalla 43a alla 44c, in cui i mezzi valvolari 32 sono configurati per consentire il passaggio del fluido di lavoro fra il primo vano 23 e il secondo vano 24 durante l’apertura dell’elemento di chiusura D e per impedirne il riflusso durante la chiusura dello stesso, la vite 103 sarà atta a regolare la velocità in chiusura dell'elemento di chiusura D.
Grazie ad una o più delle caratteristiche di cui sopra, sarà pertanto possibile realizzare una semplice e pratica regolazione anche in dispositivi a cerniera 1 di ingombri minimi o con forme completamente tonde, dove non à ̈ possibile inserire viti nà ̈ assialmente nà ̈ radialmente.
La presenza del canale periferico anulare 29, poi, consente di semplificare al massimo il montaggio del dispositivo a cerniera 1, migliorandone al contempo l'affidabilità.
Come sopra menzionato, alcune forme di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 potranno includere i mezzi elastici di contrasto 40, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d, dalla 20 alla 21c e dalla 26 alla 34c.
Tali forme di realizzazione potranno includere il fluido di lavoro, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d, dalla 20 alla 21c e dalla 26 alla 29c, oppure no, ad esempio quella illustrate nelle FIGG. dalla 30 alla 34c.
In quest’ultimo caso, il dispositivo a cerniera 1 agirà da cerniera di chiusura/apertura puramente meccanica.
In alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive, ad esempio quelle illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 8d, dalla 20 alla 21c e dalla 30 alla 34c, la molla 41 e l’elemento a pistone 30 potranno essere reciprocamente accoppiati in modo che la prima 41 si trovi in posizione di massima elongazione in corrispondenza della posizione di fine corsa distale del secondo. In tal caso, la molla 41 potrà essere interposto tra la porzione cilindrica 52 del perno 50 e l’elemento a pistone 30.
Al fine di minimizzare l'attrito fra le parti in movimento, potrà essere previsto almeno un elemento antiattrito, ad esempio un cuscinetto anulare 110, interposto fra il perno 50 e la porzione d’estremità 16 del primo semiguscio tubolare 12 per il supporto dello stesso.
Come sopra accennato, infatti, grazie alla configurazione di cui sopra la spina 73 verrà tirata verso il basso, trascinando con sé il perno 50 che pertanto ruoterà attorno all'asse X sul cuscinetto 110.
In altre forme di realizzazione preferite ma non esclusive, ad esempio quella illustrata nelle FIGG. dalla 26 alla 29c, la molla 41 e l’elemento a pistone 30 potranno essere reciprocamente accoppiati in modo che la prima si trovi in posizione di massima elongazione in corrispondenza della posizione di fine corsa prossimale dell'elemento a pistone 30. In tal caso, la molla 41 potrà essere interposta fra la parete di fondo 26 della camera di lavoro 20 e l’elemento a pistone 30.
In tal caso, per minimizzare l'attrito fra le parti in movimento potrà essere previsto almeno un elemento antiattrito, ad esempio un ulteriore cuscinetto anulare 111, interposto fra il perno 50 e la parete superiore 121 di una bussola 120 atta al trattenimento del perno 50 solidalmente accoppiata esternamente alla boccola 80 coassialmente con la stessa.
Con la configurazione di cui sopra, infatti, la spina 73 verrà spinta verso l'alto, trascinando con sé il perno 50 che pertanto ruoterà attorno all'asse X sul cuscinetto 111. La bussola di trattenimento 120 potrà essere ad esempio avvitata in corrispondenza della porzione inferiore della boccola 80, così da trattenere il perno 50 in posizione operativa.
In ogni caso, il dispositivo a cerniera 1 potrà essere configurato per minimizzare gli attriti fra le parti in movimento.
Allo scopo, potrà essere previsto almeno un elemento antiattrito, ad esempio un ulteriore cuscinetto anulare 112, interposto fra la boccola 80 e il secondo semiguscio tubolare 13, in modo tale che quest'ultimo ruoti attorno all'asse X sul cuscinetto 112.
Opportunamente, poi, la boccola 80 potrà presentare un'apertura centrale 86 in prossimità della porzione superiore 87 per l'inserimento della porzione d'estremità 51 del perno 50. Più in particolare, la boccola 80 e il perno 50 potrà essere reciprocamente configurati in modo che una volta accoppiati la porzione d’estremità 51 del perno 50 fuoriesca attraverso l’apertura centrale 86 della boccola.
Allo scopo, la boccola 80 potrà presentare un'altezza h sostanzialmente pari alla somma dell'altezza del cuscinetto 110, del corpo tubolare 52 del perno 50 e della sua porzione di accoppiamento 85 con la parete laterale esterna 19''' dell'appendice anulare 18.
Il cuscinetto 112, quindi, poggerà sulla porzione superiore 87, in modo che il perno 50 non risenta minimamente del peso dell'elemento di chiusura durante la sua rotazione attorno all'asse X.
Preferibilmente, inoltre, la boccola 80 e il secondo semiguscio tubolare 13 potranno essere in una relazione spaziale reciproca tale che il secondo semiguscio tubolare 13 una volta accoppiato con la boccola 80 resti spaziato dal primo semiguscio tubolare 12, ad esempio di una distanza d pari a qualche decimo di millimetro.
In un’ulteriore forma di realizzazione illustrata nelle FIGG. dalla 45 alla 48b, il dispositivo a cerniera 1 potrà avere un guscio realizzato in tre parti anziché in due, tutte accoppiabili alla boccola 80. Potrà infatti essere previsto un singolo guscio tubolare centrale 12 fisso e una coppia di secondi gusci tubolari d’estremità mobili 13, 13’’, ognuno con una rispettiva ala di fissaggio 15, 15’’.
Vantaggiosamente, la lunghezza l della boccola 80 potrà essere tale da accogliere internamente il perno 50, l’elemento allungato cilindrico 60 e la camera di lavoro 20, con l’elemento a pistone 30 e la molla 41 e/o il fluido di lavoro.
Più in particolare, la parete interna 83 della boccola tubolare 80 potrà includere una prima porzione 89’ reciprocamente affacciata con il corpo tubolare 52 del perno 50, una seconda porzione 89’’ che comprende l’elemento di supporto 142 e una terza porzione 89’’’ definente la parete laterale della camera di lavoro 20.
La boccola 80, inoltre, potrà accogliere un elemento di supporto 142 del perno 50, ad esempio uno o più anelli seeger. L’elemento di supporto 142, equivalentemente all’appendice 18 della forma di realizzazione illustrata nelle FIGG. dalla 1 alla 5c, potrà essere atto a separare il perno 50 dalla camera di lavoro 20, e potrà supportare l’elemento antiattrito 110.
Opportunamente, inoltre, la boccola tubolare 80 potrà essere solidalmente accoppiata con il guscio tubolare centrale 12, ad esempio mediante opportuni mezzi di impegno 150 giacenti su una prima porzione centrale 88’ della parete interna 82 della boccola 80 e corrispondenti mezzi di impegno realizzati internamente al guscio tubolare centrale 12, non rappresentati nelle figure poiché in sé noti.
La parete esterna 82 della boccola tubolare 80 potrà inoltre includere una coppia di seconde porzioni di estremità 88’’, 88’’’ lisce per consentire l’accoppiamento eventualmente amovibile per scorrimento lungo l’asse X di uno oppure di entrambi i gusci d’estremità mobili 13, 13’’.
Una volta reciprocamente accoppiati, il guscio tubolare centrale 12 ed i gusci d’estremità 13, 13’’ potranno presentare rispettive pareti laterali interne 12’, 13’, 13’’’ affacciate alla parete laterale esterna 82 della boccola 80.
In tal modo, la boccola tubolare 80 supporta in rotazione i gusci d’estremità mobili 13, 13’’, uno dei quali à ̈ reciprocamente accoppiato con il perno 50 mediante le superficie sagomate e contro sagomate 53, 17.
D’altra parte, laddove il guscio centrale 12 fosse mobile ed i gusci d’estremità 13, 13’’ fossero fissi, questi ultimi supporterebbero in rotazione la boccola 80.
In ogni caso, se il perno 50 à ̈ fisso la boccola 80 ruota attorno all’asse X, mentre viceversa se quest’ultima à ̈ fissa il perno 50 à ̈ mobile.
Nel primo caso l’elemento elicoidale passante 72 potrà guidare la movimentazione della spina 73, la quale potrà essere attuata dalle asole a camma 81. D’altra parte, nel secondo caso le asole a camma 81 potranno guidare la movimentazione della spina 73, la quale potrà essere attuata dall’elemento elicoidale passante 72.
Ciò rende la forma di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 in accordo con le FIGG.
45- 48b reversibile, cioà ̈ impiegabile indipendentemente in un senso oppure capovolto.
La camera di lavoro 20 potrà includere il fluido di lavoro e/o i mezzi elastici 40.
Nell’esempio di realizzazione illustrato nelle FIGG. 45- 48b, la camera di lavoro 20 include sia il fluido di lavoro che la molla 41, e potrà essere configurata come quella ad esempio illustrata nelle FIGG. 1-5c ad eccezione del fatto che il circuito 100 di riflusso del fluido di lavoro à ̈ definito dall’intercapedine fra l’elemento a pistone 30 e la parete laterale della camera di lavoro 20 stessa. Quest'ultima, inoltre, potrà essere chiusa da un tappo di chiusura superiore 27'. La camera di lavoro 20 potrà tuttavia essere configurata in accordo con una qualsiasi delle forme di realizzazione qui illustrate senza per questo uscire dall’ambito di tutela delle rivendicazioni allegate.
Nell’esempio di realizzazione illustrato nelle FIGG. 45 - 48b, le porzioni elicoidali 71’, 71’’ delle scanalature 70’, 70’’ del perno 50 potranno presentare andamento destrorso, rispettivamente andamento sinistrorso, mentre le asole a camma 81 della boccola 80 potranno essere configurate in accordo con quanto illustrato nella FIG. 9a. Tuttavia, le asole a camma 81 potranno essere configurate in accordo con una qualsiasi delle forme di realizzazione delle stesse illustrate nelle FIGG. dalla 1 alla 42b senza per questo uscire dall’ambito di tutela delle rivendicazioni allegate.
Opportunamente, il perno 50 potrà includere almeno un grano di battuta 90, la cui funzione à ̈ stata sopra esposta.
Vantaggiosamente, analogamente a quanto sopra esposto, i gusci tubolari 12, 13 e 13’’ potranno essere realizzati in materiale polimerico, mentre il perno 50 e/o la boccola 80 potranno essere realizzati in materiale metallico.
Nell’esempio di realizzazione illustrato nelle FIGG. 45- 48b, la molla 41 potrà essere interposta tra la porzione cilindrica 52 del perno 50 e l’elemento a pistone 30. Tuttavia, la molla 41 potrà avere qualsivoglia posizione, ad esempio quella in accordo con la forma di realizzazione del dispositivo a cerniera 1 illustrata nelle FIGG. dalla 26 alla 29b senza per questo uscire dall’ambito di tutela delle rivendicazioni allegate.
Fra i gusci d’estremità 13, 13’’ e la boccola 80 potranno essere interposti altrettanti elementi antiattrito 112, 112’, la cui funzione à ̈ stata sopra esposta.
I gusci d’estremità 13, 13’’ e la boccola 80, inoltre, potranno essere in una relazione spaziale reciproca tale che i primi una volta accoppiato con la seconda resti spaziato dal guscio centrale 12 di una distanza d di pochi decimi di millimetro, così da favorire la rotazione reciproca.
Da quanto sopra descritto, appare evidente che il trovato raggiunge gli scopi prefissatisi.
Il trovato à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nel concetto inventivo espresso nelle rivendicazioni allegate. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito di tutela del trovato definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo a cerniera per la movimentazione e/o il controllo girevole in apertura e/o in chiusura di un elemento di chiusura (D), quale una porta, un’anta o similare, ancorato ad una struttura di supporto stazionaria (S), quale una parete o un telaio, l’elemento di chiusura (D) essendo mobile fra una posizione aperta ed una posizione chiusa, il dispositivo includendo: - un elemento fisso (10) ancorabile alla struttura di supporto stazionaria (S) comprendente almeno un primo guscio tubolare (12); - un elemento mobile (11) ancorabile all’elemento di chiusura (D) comprendente almeno un secondo guscio tubolare (13), quest’ultimo essendo reciprocamente accoppiato e/o accoppiabile con detto almeno un primo guscio tubolare (12) per ruotare attorno a un asse longitudinale (X) tra le posizioni aperta e chiusa dell’elemento di chiusura (D); - una boccola tubolare (80) definente detto asse longitudinale (X) reciprocamente accoppiata e/o accoppiabile sia con detto almeno un primo guscio tubolare (12) che con detto almeno un secondo guscio tubolare (13); - un perno (50) coassialmente accoppiato con detta boccola tubolare (80), detto perno (50) comprendendo un corpo tubolare (52); - un elemento a pistone (30) scorrevole lungo detto asse (X) tra una posizione di fine corsa prossimale a detto perno (50), corrispondente ad una fra le posizioni aperta e chiusa dell’elemento di chiusura (D), ed una posizione di fine corsa distale dallo stesso, corrispondente all’altra fra le posizioni aperta e chiusa dell’elemento di chiusura (D), - almeno un elemento di supporto (142) per detto perno (50); - una camera di lavoro (20) atta ad accogliere scorrevolmente detto elemento a pistone (30), l’elemento di supporto (142) essendo interposto fra detto perno (50) e detta camera di lavoro (20), quest’ultima includendo almeno uno fra: - un fluido di lavoro agente su detto elemento a pistone (30) per contrastarne idraulicamente l’azione; - mezzi elastici di contrasto (40) agenti su detto elemento a pistone (30) per riportarlo da una fra dette posizioni di fine corsa distale e prossimale verso l’altra fra dette posizioni di fine corsa distale e prossimale; - un elemento allungato cilindrico (60) passante attraverso detto elemento di supporto (142) che comprende una prima porzione d’estremità (61) reciprocamente collegata con detto elemento a pistone (30) ed una seconda porzione d’estremità (62) scorrevole internamente al corpo tubolare (52) di detto perno (50); in cui detto perno (50) include almeno una coppia di scanalature (70’, 70’’) uguali fra loro angolarmente spaziate di 180° ciascuna comprendente almeno una porzione elicoidale (71’, 71’’) evolvente attorno a detto asse (X), dette scanalature (70’, 70’’) essendo fra loro comunicanti per definire un singolo elicoidale passante (72), detta boccola tubolare (80) includendo una coppia di asole a camma (81) angolarmente spaziate di 180°; in cui detta seconda porzione d’estremità (62) di detto elemento allungato (60) include una spina (73) inserita in detto elemento elicoidale passante (72) ed in dette asole a camma (81) per scorrere al loro interno, in modo tale da realizzare il reciproco impegno fra detto perno (50), detto elemento allungato cilindrico (60) e detta boccola (80); in cui uno fra detto elemento fisso (10) e detto elemento mobile (11) include detto perno (50), l’altro fra detto elemento fisso (10) e detto elemento mobile (11) includendo detta boccola tubolare (80); in cui detta boccola (80) e uno fra detto almeno un primo guscio tubolare (12) e detto almeno un secondo guscio tubolare (13) sono fra loro solidalmente accoppiati, detta boccola (80) e l’altro fra detto almeno un primo guscio tubolare (12) e detto almeno un secondo guscio tubolare (13) essendo fra loro accoppiati in modo che uno fra il primo e il secondo (80) supporti girevolmente l’altro (13).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, configurato in modo che quando detto elemento fisso (10) include detta boccola tubolare (80) e detto elemento mobile (11) include detto perno (50) dette asole a camma (81) guidano la movimentazione di detta spina (73) attuata da detto elemento elicoidale passante (72), e che quando detto elemento fisso (10) include detto perno (50) e detto elemento mobile (11) include detta boccola tubolare (80) detto elemento elicoidale passante (72) guida la movimentazione di detta spina (73) attuata da dette asole a camma (81).
  3. 3. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta boccola tubolare (80) e detto almeno un secondo guscio tubolare (13) sono fra loro accoppiabili in modo amovibile per reciproco scorrimento lungo detto asse (X).
  4. 4. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta boccola tubolare (80) presenta una lunghezza (l) tale da accogliere internamente detto perno (50), detto elemento di supporto (142), detto elemento allungato cilindrico (60) e detta camera di lavoro (20).
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui detta boccola tubolare (80) include una parete interna (83) che include una prima porzione (89’) reciprocamente affacciata con il corpo tubolare (52) di detto perno (50), una seconda porzione (89’’) che comprende detto elemento di supporto (142) e una terza porzione (89’’’) definente la parete laterale di detta camera di lavoro (20), detta boccola tubolare (80) includendo inoltre una parete esterna (82) che comprende almeno una prima porzione (88’) che include mezzi di impegno (150) con uno fra detto almeno un primo guscio tubolare (12) e almeno un secondo guscio tubolare (13) ed almeno una seconda porzione (88’’) liscia reciprocamente accoppiabile con l’altro fra detto almeno un primo guscio tubolare (12) e almeno un secondo guscio tubolare (13).
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta porzione tubolare (52) di detto perno (50) presenta un diametro interno (Di’) sostanzialmente coincidente con il diametro (D’’’) di detto corpo allungato cilindrico (60) ed un diametro esterno (De’) inferiore o sostanzialmente coincidente con il diametro interno (Di’’) di detta boccola (80), detto almeno un primo guscio tubolare (12) e almeno un secondo guscio tubolare (13) presentando rispettive pareti laterali interne (12’, 13’) affacciate alla parete laterale esterna (82) di detta boccola (80).
  7. 7. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta camera di lavoro (20) include detto fluido di lavoro, essendo previsto almeno un elemento di tenuta (22) per evitare la fuoriuscita di detto fluido di lavoro da detta camera di lavoro (20), detto elemento a pistone (30) essendo suscettibile di separare detta camera di lavoro (20) in almeno un primo ed un secondo vano a volume variabile (23, 24) fra loro fluidicamente comunicanti e preferibilmente adiacenti, detto elemento a pistone (30) comprendendo un’apertura passante (31) per porre in comunicazione fluidica detto primo vano e detto secondo vano a volume variabile (23, 24) e mezzi valvolari (32) interagenti con detta apertura (31) per consentire il passaggio del fluido di lavoro fra detto primo vano (23) e detto secondo vano (24) durante una fra l’apertura o la chiusura dell’elemento di chiusura (D) e per impedirne il passaggio durante l’altra fra l’apertura o la chiusura dello stesso, essendo previsto inoltre un circuito idraulico (100) per consentire il passaggio del fluido di lavoro fra detto primo vano (23) e detto secondo vano (24) durante l’altra fra l’apertura o la chiusura dell’elemento di chiusura (D).
  8. 8. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui dette porzioni elicoidali (71’, 71’’) di dette scanalature (70’, 70’’) presentano andamento destrorso, rispettivamente andamento sinistrorso, dette asole a camma (81) includono una prima porzione (84’) estendentesi parallelamente a detto asse (X) ed una seconda porzione (84’’) estendentesi perpendicolarmente allo stesso.
  9. 9. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre almeno un grano di battuta (90) in prossimità di una delle estremità superiore o inferiore (2, 3) del dispositivo, detto almeno un grano di battuta (90) includendo una prima estremità (91) destinata ad interagire selettivamente con detta seconda porzione d’estremità (62) di detto elemento allungato (60) ed una seconda estremità (92) comandabile dall’esterno da parte di un utente per regolare la corsa dello stesso lungo detto asse (X), detto almeno un grano di battuta (90) essendo inserito in detto perno (50) in corrispondenza di detta porzione di estremità (51) per scorrere lungo detto asse (X) fra una posizione di riposo lontana dalla seconda porzione d’estremità (62) dell’elemento allungato (60) ed una posizione di lavoro a contatto con la stessa.
  10. 10. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente detti mezzi elastici di contrasto (40), questi ultimi (40) includendo una molla (41) mobile lungo detto asse (X) fra una posizione di massima e minima elongazione, detta molla (41) e detto elemento a pistone (30) essendo reciprocamente accoppiati in modo che la prima (41) si trovi in posizione di massima elongazione in corrispondenza della posizione di fine corsa distale del secondo (30), detta molla (41) essendo interposta tra detta porzione cilindrica (52) di detto perno (50) e detto elemento a pistone (30), essendo previsto inoltre almeno un elemento antiattrito (110) interposto fra detto perno (50) e detto elemento di supporto (142) dello stesso.
  11. 11. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre almeno un elemento antiattrito (112) interposto fra detta boccola (80) e detto almeno un secondo guscio tubolare (13), in modo tale che quest'ultimo ruoti attorno all'asse (X) su detto almeno un elemento antiattrito (112), detta boccola (80) presentando un'apertura centrale (86) in prossimità della porzione superiore (87), detta boccola (80) e detto perno (50) essendo reciprocamente configurati in modo che una volta accoppiati la porzione d’estremità (51) del secondo (50) fuoriesca attraverso l’apertura centrale (86) della prima (80), detto almeno un elemento antiattrito (112) essendo supportato da detta parete superiore (87) di detta boccola (80).
  12. 12. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta boccola (80) e detto almeno un secondo guscio tubolare (13) sono in una relazione spaziale reciproca tale che il secondo (13) una volta accoppiato con la prima (80) resti spaziato da detto almeno un primo guscio tubolare (12).
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