ITVI20080174A1 - Dispositivo diffusore di liquidi. - Google Patents
Dispositivo diffusore di liquidi.Info
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Description
D E S C R I Z I O N E
Campo di applicazione
La presente invenzione à ̈ generalmente applicabile al settore tecnico degli impianti di irrigazione per usi agricoli ed industriali, ed ha particolarmente per oggetto un dispositivo diffusore di liquidi.
Il dispositivo sarà particolarmente adatto per l'irrigazione di terreni coltivati e potrà essere adoperato da solo o in combinazione con uno o più dispositivi similari.
Stato della Tecnica
Come à ̈ noto, i dispositivi diffusori di liquido, in particolare del tipo comunemente denominato “sprinkler†, sono impiegati all'interno di impianti di irrigazione per la distribuzione di acqua o altri liquidi, in particolare per terreni di grande estensione.
Tipicamente, i dispositivi diffusori presentano un telaio di supporto destinato ad essere connesso all'impianto idraulico e provvisto di un ugello che dirige il getto liquido verso un piattello di diffusione sagomato.
Quest'ultimo à ̈ a sua volta montato su uno stelo rotante collegato alla parte fissa del telaio e posto in rotazione per effetto della pressione esercitata dal getto.
Un inconveniente comunemente riscontrato nei dispositivi noti à ̈ costituito dalla difficoltà di controllare la velocità di rotazione del piattello al fine di ottenere una gittata quanto più ampia ed uniforme.
Inoltre, in tali dispositivi una parte consistente del liquido proiettato perifericamente viene nebulizzato a causa del moto proprio del diffusore ed evapora prima di raggiungere il terreno. Le perdite per evaporazione possono arrivare anche fino al 30% in ambienti particolarmente secchi.
Al fine di superare tali inconvenienti, sono state realizzate diverse soluzioni di diffusori di liquidi che superano alcuni di questi problemi.
Da US5439174 Ã ̈ noto un dispositivo diffusore con un elemento deviatore rotante alloggiato in un corpo cavo e supportato nello stesso mediante un giunto di tipo omocinetico.
Per trascinare in rotazione l'elemento rotante, Ã ̈ previsto un ingranaggio costituito da una coppia di ruote dentate frontali solidali rispettivamente all'elemento rotante ed al corpo cavo.
Tale soluzione, pur garantendo la rotazione del diffusore a qualsiasi regime, tuttavia non consente ancora di controllare e limitare la velocità di rotazione dell'elemento rotante e quindi di regolare la gittata dell'acqua in maniera immediata.
Inoltre, la presenza dell'ingranaggio rende relativamente complessa ed onerosa la sua costruzione ed il suo montaggio.
Ancora, poiché il corpo cavo à ̈ completamente aperto, à ̈ possibile che corpi estranei quali sabbia o polvere si insinuino nelle zone di supporto e di contatto dell'elemento rotante, con elevato rischio di irregolarità nel funzionamento che possono portare anche al blocco totale del dispositivo.
Da US5588595 à ̈ altresì noto un dispositivo diffusore in cui il giunto di collegamento tra l'elemento rotante e l'elemento fisso di contenimento à ̈ costituito da un sistema di cuscinetti sferici.
Questa nota soluzione, seppur realizzando un diffusore più semplice, tuttavia non consente ancora di regolare la velocità di rotazione né di impedire il bloccaggio e la irregolarità di funzionamento a seguito di penetrazione di corpi estranei nelle zone di supporto e strisciamento delle parti a reciproco contatto.
Presentazione dell'invenzione
Scopo del presente trovato à ̈ quello di superare gli inconvenienti sopra riscontrati, mettendo a disposizione un dispositivo diffusore che consenta di controllare in modo ottimale la rotazione del piattello diffusore nelle diverse condizioni di funzionamento, regolando anche la posizione della superficie irradiante rispetto al getto d'acqua.
Altro scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo diffusore che consenta di ottenere una gittata più ampia ed uniforme rispetto ai diffusori noti.
Un ulteriore scopo à ̈ quello di realizzare un dispositivo diffusore che consenta di ridurre la nebulizzazione del liquido diffuso in modo da incrementare la propria efficacia.
Ancora altro scopo à ̈ quello di mettere a disposizione un dispositivo diffusore capace di resistere e funzionare in modo regolare anche in ambienti particolarmente polverosi ed inquinanti.
Non ultimo scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo diffusore che presenti una struttura relativamente semplificata tale da risultare affidabile e di costo relativamente contenuto.
Tali scopi, nonché altri che appariranno più chiaramente nel seguito, sono raggiunti da un dispositivo diffusore di liquidi, in accordo con la rivendicazione 1 , comprendente un telaio di supporto ancorabile ad una linea di alimentazione di un liquido, detto telaio avendo un passaggio tubolare superiore per il liquido ed un corpo cavo inferiore definenti un primo asse longitudinale, un ugello associato a detto passaggio superiore per dirigere longitudinalmente verso il basso un getto liquido con pressione predeterminata, un elemento deviatore associato a detto corpo cavo inferiore.
L'elemento deviatore presenta uno stelo inferiore alloggiato in detta porzione tubolare inferiore ed un piattello deviatore superiore associato a detto stelo ed affacciato a detto ugello per deviare il getto perifericamente verso l'esterno e promuovere la rotazione di detto stelo intorno a detto primo asse longitudinale con velocità di rotazione predeterminata.
Sono inoltre presenti mezzi di autoregolazione della velocità di rotazione di detto stelo.
Il dispositivo si caratterizza per il fatto che i mezzi di autoregolazione comprendono almeno un elemento frenante in materiale elastomerico interposto tra detto stelo e detto corpo cavo inferiore per regolare automaticamente la velocità di rotazione di detto stelo all'aumentare della pressione del getto generato da detto ugello e permettere la distribuzione uniforme del liquido deviato.
Grazie a questa configurazione, il dispositivo adatterà la velocità di rotazione del piattello diffusore in risposta alla velocità imposta dal getto liquido.
Vantaggiosamente, l'elemento frenante potrà essere sostanzialmente anulare con una superficie laterale per lo strisciamento relativo tra il piattello o lo stelo ed il corpo cavo inferiore del telaio.
In questo modo si eviterà di ricorrere a mezzi di autoregolazione di complessa realizzazione, quali ad esempio gli ingranaggi, consentendo di ottenere una maggiore rotazione del piattello e di conseguenza una gittata più lunga e praticamente in assenza di nebulizzazione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive di un dispositivo diffusore di liquidi secondo il trovato, illustrate a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delle unite tavole di disegno in cui:
la FIG. 1 Ã ̈ una vista prospettica di un dispositivo diffusore di liquidi secondo il trovato;
la FIG. 2 Ã ̈ una vista in sezione del dispositivo di Fig. 1 in una prima configurazione preferita;
la FIG. 3 Ã ̈ una vista ingrandita di un particolare di Fig. 2;
la FIG. 4 Ã ̈ una vista laterale in sezione di un dispositivo diffusore in accordo al trovato in una seconda forma di realizzazione preferita;
la FIG. 6 5 una vista ingrandita di un particolare del dispositivo di Fig. 4.
Descrizione dettagliata di un esempio di realizzazione preferito Con riferimento alle figure citate, il dispositivo diffusore secondo il trovato, indicato globalmente con il numero 1 , potrà essere utilizzato per distribuire un liquido, ad esempio acqua, su superfici aventi estensione anche elevata, come ad esempio nell'irrigazione di terreni agricoli.
A tal fine, il dispositivo 1 potrà essere collegato ad un impianto idraulico, non illustrato, per l'erogazione del liquido e potrà essere montato, da solo o insieme ad altri dispositivi similari, su un braccio di sostegno fisso o girevole, anch'esso non illustrato, al fine di essere posizionato ad un'altezza predeterminata in funzione della lunghezza di gittata voluta.
Secondo il trovato, un dispositivo diffusore di liquidi comprende un telaio di supporto 2 ancorabile alla linea di alimentazione del liquido di un impianto di irrigazione ed avente un passaggio tubolare superiore 3 ed un corpo cavo inferiore 4 definenti un primo asse longitudinale L.
Il passaggio superiore 3 del telaio 2 à ̈ associato ad un ugello 5 atto a dirigere longitudinalmente verso il basso un getto liquido con pressione e portata predeterminate e potrà essere sostanzialmente assiale.
Il corpo cavo inferiore 4 à ̈ associato ad un elemento deviatore 6 avente uno stelo inferiore 7, sostanzialmente allungato per definire un secondo asse longitudinale X ed alloggiato nel corpo cavo 4, ed un piattello deviatore superiore 8 solidale allo stelo 7 ed affacciato all'ugello 5 per deviare il getto perifericamente verso l'esterno e promuovere la rotazione ω1dello stelo 7 intorno al primo asse longitudinale L con velocità di rotazione predeterminata.
Sono inoltre previsti mezzi di autoregolazione 9 della velocità di rotazione dello stelo 7.
Secondo una caratteristica peculiare del trovato, i mezzi di autoregolazione 9 comprendono almeno un elemento frenante 10 in materiale elastomerico interposto tra lo stelo 7 ed il corpo cavo inferiore 4 per regolare automaticamente la velocità di rotazione dello stelo 7 al variare della pressione e della portata del getto generato dall'ugello 5 così da permettere la distribuzione uniforme del liquido deviato.
Nella prima configurazione illustrata nelle Figg. dalla 1 alla 3, il piattello deviatore 8 potrà presentare una porzione tubolare inferiore 11 coassiale allo stelo 7 ed almeno parzialmente inserito nel corpo cavo 4 per interporsi tra quest'ultimo e lo stelo 7.
In tal caso, l'elemento frenante 10 potrà essere posizionato in modo da risultare interposto tra la porzione tubolare inferiore 11 del piattello 8 ed il corpo cavo 4.
Quest'ultimo potrà presentare una parete di fondo 12 sostanzialmente trasversale ed una parete laterale 13 sostanzialmente cilindrica delimitante una pista di rotolamento 14 per la porzione tubolare 11 del piattello 8, ovvero per lo stelo 7.
La cilindricità del corpo cavo 4 e della porzione tubolare 11 del piattello 8, con conseguente assenza di sottosquadri, eviterà che si possano determinare zone di accumulo di impurità che potrebbero rendere irregolare il movimento complesso di rotazione dell'elemento deviatore 6.
Il passaggio superiore 3 ed il corpo cavo 4 potranno essere unite tra loro mediante una coppia di collari superiore 18 ed inferiore 19 uniti tra loro da una pluralità di bracci 20.
L'accoppiamento tra il passaggio tubolare superiore 3 ed il collare superiore 18 potrà essere di tipo rimovibile per semplificare le operazioni di rimozione e sostituzione dell'ugello 5.
Il piattello deviatore 8 potrà essere agganciato a o essere monolitico con lo stelo 7 e potrà essere sagomato secondo schemi noti.
La sua superficie superiore 21 potrà presentare una pluralità di canali di diffusione radiali 22 configurati per conferire al piattello 8 una forma asimmetrica con settori angolari aventi inclinazione differenziata rispetto al getto liquido proiettato dall'ugello 5, così da trasmettere allo stelo 7 una coppia atta a determinarne la rotazione ω1durante il transitorio iniziale.
Secondo un aspetto particolarmente vantaggioso del trovato, l'elemento frenante 10 potrà essere sostanzialmente anulare e realizzato in un materiale elastomerico, ad esempio gomma naturale o sintetica, avente un coefficiente di attrito relativamente elevato.
La sua dimensione longitudinale potrà essere scelta in modo da coprire l'intera porzione di contatto tra la porzione tubolare 11 del piattello 8 ed il corpo cavo 4, ovvero tra lo stelo 7 ed il corpo cavo 4.
Inoltre, l'elemento anulare 10 potrà essere alloggiato nel corpo cavo 4 in corrispondenza dell'estremità longitudinale superiore 23 per definire una superficie di strisciamento relativo tra la porzione tubolare 11 del piattello e la parete laterale 13 del corpo cavo 4.
Secondo una prima forma di realizzazione del trovato, illustrata nelle figure dalla 1 alla 3, l'elemento frenante anulare 10 potrà presentare una parete fissa 24 sostanzialmente cilindrica ed una parete mobile 25 sostanzialmente troncoconica coassiale alla parete fissa 24.
L'elemento anulare 10 potrà essere configurato come una guarnizione a labbro con le due pareti 24, 25 unite tra loro in corrispondenza dei rispettivi bordi superiori 26, 27 mentre i bordi inferiori 28, 29 potranno essere radialmente sfalsati.
In particolare, la parete fissa 24 potrà essere a contatto con la parete laterale 13 del corpo cavo 4 mentre la parete mobile 25 potrà essere affacciata alla porzione tubolare 11 del piattello 8.
Inoltre, le due pareti anulari 24, 25 potranno essere monolitiche tra loro ed unite, in corrispondenza dei rispettivi bordi superiori 26, 27, da una corona 30 sostanzialmente radiale per definire una sezione assiale sostanzialmente ad U.
In questo modo la porzione tubolare 11 del piattello 8, durante il suo moto di rotazione ω1rispetto al primo asse longitudinale L, potrà venire a contatto con la parete mobile 25 provocandone la deformazione radiale con freccia direttamente proporzionale alla spinta prodotta dal getto.
Resta inteso, tuttavia, che la disposizione delle due pareti 24, 25 dell'elemento frenante 10 potrà essere invertita rispetto a quella illustrata, con la parete fissa 24 montata sulla porzione tubolare 11 del piattello 8, perifericamente alla stessa, e la parete mobile 25 affacciata alla parete laterale 13 del corpo cavo 4, ottenendo lo stesso effetto di regolazione della velocità sopra descritto.
Secondo la configurazione illustrata in Fig. 4, l'elemento frenante anulare 10 potrà essere tuttavia un semplice anello a parete unica relativamente sottile montato sullo stelo 7, coassialmente allo stesso.
In questo caso, la superficie esterna 31 dell'elemento anulare 10 definirà la superficie di rotolamento dello stelo 7, mentre la parete laterale 13 del corpo cavo 4 definirà la pista di rotolamento.
In entrambi i casi, la dimensione assiale dell'elemento frenante 10 nonché la sua posizione lungo il primo asse L o il secondo asse X potranno essere differenti da quelle illustrate, senza limitazione per l'ambito di tutela del presente trovato.
Come si osserva dalle figure, in entrambe le configurazioni lo stelo 7 potrà essere sostanzialmente cilindrico con il secondo asse longitudinale X che potrà definire anche il suo asse di simmetria.
Inoltre, lo stelo 7 potrà presentare la sua estremità inferiore 32 imperniata alla parete di fondo 12 del corpo cavo 4 così da trasformare il moto di rotazione del secondo asse X intorno al primo asse longitudinale L in un moto di precessione, rendendo inoltre possibile la rotazione ω2dello stelo 7, e conseguentemente del piattello 8, intorno al secondo asse X.
In una prima forma di realizzazione, l'estremità inferiore 32 dello stelo 7 potrà essere sagomata convessa per ruotare su una porzione concava 33 della parete di fondo 12, eventualmente con l'interposizione di una prima sfera 34.
In quest'ultimo caso, nell'estremità inferiore 32 dello stelo 7 potrà essere realizzata una sede cava 35 alloggiante una seconda sfera 36 di dimensioni minori rispetto alla prima sfera 34 ed avente il compito di impedire che lo stelo 7 trasli verso il basso in seguito all'usura per contatto della superficie convessa 32 o della prima sfera 34.
In una forma alternativa di realizzazione del trovato, più chiaramente visibile in Fig. 5, l'estremità imperniata 32 dello stelo 7 potrà presentare una superficie esterna sagomata 37 alloggiata in una sede controsagomata 38 della parete di fondo 12 del corpo cavo 4.
Sia l'estremità sagomata 37 dello stelo 7 che la sede controsagomata 38 della parete di fondo 12 potranno avere forma in pianta poligonale, ad esempio esagonale, e potranno essere montate in modo che il poligono formato dall'estremità sagomata 37 dello stelo 7 risulti angolarmente sfalsato rispetto al poligono definito dalla sua sede di alloggiamento 38, per evitare che vi sia coincidenza dei rispettivi vertici.
Così, durante la rotazione o precessione ω1dello stelo 7 si determinerà una serie di interferenze tra l'estremità imperniata 32 e la sua sede di alloggiamento 38, rallentando ulteriormente il moto dello stelo 7 ed incrementando la gittata.
La parete di fondo 12 potrà presentare una porzione 39 assialmente scorrevole all'interno del corpo cavo 4 per variare la distanza lungo il primo asse longitudinale L tra il piattello deviatore 8 e l'ugello 5.
La presenza di opportuni mezzi di sigillatura 40, ad esempio una o più guarnizioni, garantirà la tenuta ermetica del dispositivo proteggendolo da eventuali intrusioni di particelle estranee.
Inoltre, tra la parete di fondo fissa 12 e la sua porzione scorrevole 39 potrà essere interposto un disco di frizione 41 che sfrutterà la spinta assiale generata dal getto sul piattello 8 e da questo trasmessa allo stelo 7 per esercitare un ulteriore effetto di regolazione della velocità .
La particolare configurazione dell'estremità imperniata 32, sia convessa che poligonale, farà sì che in condizione di riposo il secondo asse longitudinale X risulti inclinato rispetto al primo asse L in modo da favorire la rotazione ω1dello stelo 7 nella fase di transitorio iniziale.
Operativamente, la spinta esercitata dal getto liquido emesso dall'ugello 5 sul piattello 8 causerà il moto complesso di rotazione o precessione ω1del secondo asse longitudinale X e di rotazione ω2dello stelo 7, e quindi del piattello 8 ad esso solidale, in modo che la porzione tubolare 11 del piattello 8 oppure lo stelo 7 vengano a contatto con la parete laterale cilindrica 13 del corpo cavo 4.
Grazie alla presenza dei mezzi di autoregolazione 9, il moto di precessione ω1dello stelo 7, dopo una fase di transitorio iniziale in cui sarà sostanzialmente irregolare, si stabilizzerà acquisendo andamento regolare e rallentato.
Il rallentamento sarà prodotto dallo stesso moto combinato dello stelo 7 favorito inoltre dall'attrito tra la porzione tubolare 11 del piattello deviatore 8 sull'elemento frenante 10 e consentirà di incrementare la gittata di liquido verso l'esterno.
Inoltre, l'elasticità propria dell'elemento frenante 10 farà sì che all'incrementare della pressione del getto emesso dall'ugello 5 aumenti anche l'effetto di schiacciamento del piattello 8 o dello stelo 7 sull'elemento frenante 10.
Di conseguenza, aumenterà anche la superficie di contatto tra piattello 8 ed elemento frenante 10, nella prima configurazione illustrata, ovvero tra elemento frenante 10 e parete laterale 13 del corpo cavo 4, nella seconda configurazione illustrata.
In ogni caso, si determinerà un incremento dell'attrito tra porzione tubolare 11 del piattello 8 ed elemento franante 10, ovvero tra stelo 7 e corpo cavo 4, conferendo comportamento regolare all'intero dispositivo 1 e determinando un effetto di autoregolazione della velocità di rotazione dell'elemento deviatore 6.
Il particolare dimensionamento dello stelo 7 rispetto al corpo cavo 4, più chiaramente visibile in Fig. 2 ed in Fig. 4, consentirà inoltre di incrementare l'ampiezza delle oscillazioni di precessione ω1dello stelo 7 intorno al primo asse L, riducendo la portata di liquido diffuso per unità di superficie ma rendendola più uniforme e costante nel tempo.
In questo modo si potrà eliminare, o quantomeno ridurre in maniera sensibile, l'effetto di nebulizzazione comunemente presente nei diffusori secondo la tecnica nota, garantendo maggiore efficienza al nuovo dispositivo.
Da quanto sopra descritto appare evidente che il trovato realizza gli scopi prefissati ed in particolare quello di mettere a disposizione un dispositivo diffusore di liquidi che consente di ottenere una gittata di liquido quanto più estesa ed uniforme, riducendo al minimo la percentuale di liquido nebulizzato.
Grazie alla sua particolare configurazione il dispositivo sarà capace di resistere e funzionare in modo regolare anche in ambienti particolarmente polverosi ed inquinanti.
II dispositivo secondo il trovato à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nel concetto inventivo espresso nelle rivendicazioni allegate. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito del trovato.
Anche se il dispositivo à ̈ stato descritto con particolare riferimento alle figure allegate, i numeri di riferimento usati nella descrizione e nelle rivendicazioni sono utilizzati per migliorare l'intelligenza del trovato e non costituiscono alcuna limitazione all'ambito di tutela rivendicato
Claims (10)
- R I V E N D I C A Z I O N I 1. Un dispositivo diffusore di liquidi, comprendente: - un telaio di supporto (2) ancorabile ad una linea di alimentazione di un liquido, detto telaio (2) avendo un passaggio tubolare superiore (3) per il liquido ed un corpo cavo inferiore (4) definenti un primo asse longitudinale (L); - un ugello (5) associato a detto passaggio superiore (3) di detto telaio (2) per dirigere longitudinalmente verso il basso un getto liquido con pressione e portata predeterminate; - un elemento deviatore (6) con uno stelo inferiore (7) alloggiato in detto corpo cavo (4) ed un piattello deviatore superiore (8) associato a detto stelo (7) ed affacciato a detto ugello (5) per deviare il getto perifericamente verso l'esterno e promuovere la rotazione (ω1) di detto stelo (7) intorno a detto primo asse longitudinale (L) con velocità di rotazione predeterminata, - mezzi di autoregolazione (9) della velocità di rotazione di detto stelo (7); caratterizzato dal fatto che detti mezzi di autoregolazione (9) comprendono almeno un elemento frenante (10) in materiale elastomerico interposto tra detto stelo (7) e detto corpo cavo (4) per regolare automaticamente la velocità di rotazione di detto stelo (7) al variare della pressione e della portata del getto liquido e permettere la distribuzione uniforme del liquido deviato.
- 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detto piattello deviatore (8) presenta una porzione tubolare inferiore (11) ed almeno parzialmente inserito in detto corpo cavo (4), detto almeno un elemento frenante (10) essendo interposto tra detta porzione tubolare inferiore (11) e detto corpo cavo (4).
- 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto corpo cavo (4) presenta una parete di fondo (12) sostanzialmente trasversale ed una parete laterale (13) sostanzialmente cilindrica definente una pista di rotolamento (14) per detta porzione tubolare (11) di detto piattello (8).
- 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento frenante (10) Ã ̈ sostanzialmente anulare con una superficie laterale (31) per lo strisciamento relativo tra detta porzione tubolare (11) di detto piattello (8) e detta parete laterale (13) di detto corpo cavo (4).
- 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento frenante (10) presenta una parete fissa (24) sostanzialmente cilindrica ed una parete mobile (25) sostanzialmente troncoconica coassiale a detta parete fissa (24).
- 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che dette pareti fissa e mobile (24, 25) sono unite in corrispondenza dei rispettivi bordi superiori (26, 27) e presentano bordi inferiori (28, 29) radialmente sfalsati per consentire, in seguito alla rotazione di detto stelo (7), la deformazione in direzione radiale di detta parete mobile (25) con freccia direttamente proporzionale alla spinta trasmessa dal getto.
- 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 4 o 5, caratterizzato dal fatto che detta parete fissa (24) di detto almeno un elemento frenante (10) Ã ̈ associata a detta parete laterale (13) di detto corpo cavo (4), detta parete mobile (25) essendo affacciata a detta porzione tubolare (11) di detto piattello (8).
- 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento frenante (10) Ã ̈ montato su detto stelo (7) coassialmente allo stesso.
- 9. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto stelo (7) à ̈ sostanzialmente cilindrico con un secondo asse longitudinale (X) e presenta un estremità inferiore (32) imperniata in detta parete di fondo (12) di detto corpo cavo per permettere la rotazione (ω1) di detto secondo asse longitudinale (X) intorno a detto primo asse (L).
- 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che l'estremità inferiore imperniata (32) di detto stelo (7) presenta una superficie esterna sagomata (37) alloggiata in una sede controsagomata (38) di detta parete di fondo (12) di detto corpo cavo (4).
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