ITVE20070070A1 - Struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura di una porta o anta - Google Patents

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TITOLO: “STRUTTURA DI DISPOSITIVO DI PROTEZIONE, PARTICOLARMENTE PER UNA SERRATURA DI UNA PORTA O ANTA”
DESCRIZIONE II presente trovato ha per oggetto una struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura di una porta o anta, ad esempio una porta di accesso ad una abitazione, o un cancello, o una porta di un armadio blindato.
Oggigiorno sono note delle serrature, atte ad esempio a consentire la chiusura e la riapertura di una porta o di un cancello, comprendenti un predisposto cilindro azionabile mediante una opportuna chiave inseribile in una toppa ricavata assialmente a tale cilindro.
Tali cilindri di tipo noto sono tipicamente realizzati in ottone, e non presentano quindi una elevata resistenza meccanica, prestandosi così ad essere agevolmente scassinati mediante trapanazione e/o rottura e/o strappo.
Al fine di proteggere tali cilindri di tipo noto da possibili effrazioni, è in uso fissare alla serratura, in una posizione tale da ricoprire il cilindro, un apposito elemento di copertura costituito da una borchia, a pianta sostanzialmente circolare, che presenta, in corrispondenza della toppa del cilindro, un foro circolare entro cui è girevolmente associato un disco proteggi toppa nel quale è ricavata una feritoia atta a consentire l' inserimento della chiave.
La borchia costituisce quindi una protezione per il cilindro, e consente al contempo l’inserimento e la rotazione della chiave nella toppa di questo ultimo.
Tali borchie di tipo noto presentano tuttavia un inconveniente: infatti, anche dopo l’applicazione delle stesse, il cilindro risulta parzialmente accessibile attraverso la feritoia del disco proteggi toppa, ed è quindi ancora esposto a possibili manomissioni o atti vandalici quali, ad esempio, l’immissione attraverso tale feritoia di colla o altre sostanze che potrebbero danneggiare il cilindro.
A parziale soluzione di tale inconveniente è nota la domanda di brevetto n.TV2003A000115 del 07.08.2003, in cui è illustrato un dispositivo di protezione per il cilindro di una serratura comprendente una piastra, a pianta circa rettangolare, fissabile ad una porta a ricoprire la serratura, e dotata, in prossimità di una sua estremità, di una apposita apertura di accesso al cilindro di tale serratura.
Sulla superficie anteriore della piastra, rivolta da parte opposta alla serratura, sono ricavate due apposite sedi a pianta circolare entro cui sono girevolmente alloggiate due camme, sostanzialmente cilindriche, sulla cui superficie laterale sono ricavati radialmente due scarichi a profilo semicircolare; entro tali camme sono inseriti degli appositi primi magneti.
Sulla superficie laterale di tali sedi sono ricavate, secondo due assi trasversali alla piastra, due condotti, passanti, entro cui sono scorrevolmente alloggiate apposite spine di bloccaggio presentanti dimensioni tali da essere parzialmente inseribili negli scarichi ricavati nelle camme; tali spine sono spinte verso l’estemo dei rispettivi condotti, a fuoriuscire trasversalmente dalla superfici laterali della piastra, per azione di apposite molle inserite nei condotti stessi.
Alla piastra è scorrevolmente associato un elemento di copertura, che può scorrere longitudinalmente alla stessa, in modo da occultare selettivamente, con una sua estremità, l’apertura di accesso alla serratura.
Tale elemento di copertura è conformato, in una sezione trasversale, circa a C, a definire una base, sostanzialmente rettangolare, disposta, in uso, affacciata alla superficie anteriore della piastra; dalle estremità longitudinali di tale base sporgono due bracci che avvolgono le superfici laterali della piastra, vincolandosi scorrevolmente alle stesse.
Sulla superficie di tali bracci rivolta verso le superfici longitudinali della piastra sono ricavate due apposite cave entro cui, nella condizione in cui l’elemento di copertura occulta completamente l’apertura di acceso alla serratura, si inseriscono le spine fuoriuscenti trasversalmente dalle superfici laterali della piastra, così da bloccare lo scorrimento mutuo tra questa ultima e l’elemento di copertura.
Lo sblocco dell’elemento di copertura è ottenuto posizionando in una controsagomata scanalatura ricavata sulla base dello stesso una apposita chiavetta magnetica contenente dei predisposti secondi magneti atti ad accoppiarsi con i primi magneti presenti nelle camme, al fine provocare la rotazione di queste ultime fino alla condizione in cui gli scarichi ricavati nelle stesse risultano affacciati ai canali contenenti le spine.
In tale condizione una trazione dell’elemento di copertura nel senso del suo allontanamento dall’apertura di accesso alla serratura provoca la fuoriuscita delle spine dalle cavità ricavate nei bracci di tale elemento di copertura, ed il contemporaneo inserimento parziale di tali spine negli scarichi delle camme; in tal modo viene liberato lo scorrimento dell’elemento di copertura rispetto alla piastra, consentendo così l’accesso alla serratura.
Una volta rimossa la chiavetta magnetica e riposizionato l’elemento di copertura ad occultare l’apertura di accesso alla serratura, l’interazione mutua tra i primi magneti delle due camme provoca una rotazione delle stesse tale da disallineare gli scarichi dai condotti contenenti le spine; l’elemento di copertura viene così nuovamente bloccato in condizione di chiusura.
Tale dispositivo di tipo noto presenta tuttavia alcuni inconvenienti: innanzitutto per consentire di ispezionare l’apertura di accesso alla serratura, e poter quindi inserire la chiave in questa ultima, è necessario disporre della apposita chiavetta magnetica necessaria per sbloccare lo scorrimento dell’elemento di copertura rispetto alla piastra; in mancanza di tale chiavetta magnetica diventa quindi impossibile accedere alla serratura, ciò comportando che in caso di smarrimento di tale chiavetta magnetica si non possa più aprire la porta.
Inoltre la chiavetta magnetica presenta un costo elevato, in quanto presenta una struttura complessa e contiene dei magneti, che risultano a loro volta alquanto costosi; poiché per accedere alla serratura è necessario utilizzare una chiavetta magnetica, o si fornisce una chiavetta magnetica a tutti i possibili utilizzatori della serratura (ciò comportando però un costo molto elevato), o i vari utilizzatori devono scambiarsi una stessa chiavetta, ciò potendo però risultare scomodo.
Inoltre in caso di smarrimento o furto di una chiavetta magnetica, è necessario acquistarne una nuova, con il conseguente costo elevato che questo comporta; in caso di smarrimento o furto della chiavetta, è inoltre necessario, per ragioni di sicurezza, cambiare la posizione delle camme corrispondente alla condizione di libero scorrimento dell’elemento di copertura, ciò potendo risultare difficile e/o scomodo.
È anche noto il brevetto italiano n. 01288200, nel quale è illustrato un dispositivo di sicurezza per la protezione del lato esterno di un sistema di chiusura di porte o infissi d’ingresso, comprendente un elemento di base, fisso, posto e conformato per circondare un cilindro di serratura, ovvero il foro per la chiave del sistema di chiusura.
Frontalmente all’elemento di base è ricavata una sede longitudinale, con due fianchi paralleli, nella quale è scorrevolmente associato un corpo mobile, spostabile tra una posizione attiva, nella quale tale corpo mobile è posto di fronte al cilindro, ovvero al foro di serratura, nascondendolo, ed una posizione passiva, nella quale tale corpo mobile è lontano dal cilindro, ovvero dal foro di serratura, per consentire l’accesso a questo ultimo.
Il dispositivo comprende inoltre un sistema cifrato per il bloccaggio/sbloccaggio del corpo mobile nella posizione attiva, costituito da dei pomoli cifrati, rotanti, montati sul corpo mobile e portanti ciascuno un disco di blocco/sblocco, posizionato sulla faccia interna del corpo mobile, tra i fianchi della sede frontale dell’elemento di base; su tali fianchi è ricavato, per ognuno dei dischi, un incavo parzialmente controsagomato, in pianta, al rispettivo disco e posizionato in modo tale che, con il corpo mobile in posizione attiva, ogni disco sia posizionato in prossimità di uno di tali incavi.
I dischi presentano inoltre ognuno una spianatura laterale che può essere posizionata selettivamente, a seguito della rotazione del disco, in corrispondenza o meno del rispettivo incavo; con il corpo mobile in posizione attiva, quando la spianatura di un disco non si trova in corrispondenza dell’incavo, tale disco sporge trasversalmente dal corpo mobile con la sua parte curva, la quale si posiziona quindi del contiguo incavo, impedendo lo scorrimento del corpo mobile rispetto all’elemento di base, e mantenendo quindi tale corpo mobile nella posizione attiva.
Ruotando in modo opportuno i pomoli cifrati è possibile ruotare i dischi fino a portare la spianatura di tutti gli stessi in corrispondenza del rispettivo incavo; in tale condizione i dischi non sporgono trasversalmente dal corpo mobile, il quale non risulta più vincolato all’elemento di base, e può quindi essere fatto scorrere fino alla posizione passiva.
Lo sblocco del corpo mobile è quindi possibile solamente conoscendo la corretta combinazione che consente di ruotare convenientemente i pomoli cifrati, e con questi i dischi di blocco/sblocco.
Anche tale dispositivo di tipo noto presenta tuttavia alcuni inconvenienti: infatti è noto che nei sistemi di combinazione a dischi, a causa dei giochi meccanici tra i vari componenti, e del diverso suono che i dischi producono nel contatto con gli stessi a seconda della loro posizione mutua, è possibile, dopo vari tentativi di auscultazione, individuare la posizione di apertura di tutti i dischi, e quindi aprire la serratura.
Inoltre in tale dispositivo di tipo noto la posizione dei pomoli cifrati che consente di ottenere lo sblocco del corpo mobile non è univocamente definita, in quanto per ottenere lo sblocco del corpo mobile è sufficiente che tutti i dischi siano posizionati con la loro spianatura parzialmente contenuta nell’ incavo e rivolta da parte opposta al cilindro di serratura o foro per la chiave del sistema di chiusura; infatti in questa condizione, che può essere ottenuta con i pomoli cifrati in varie posizioni, esercitando una trazione sul corpo mobile nel verso dell’apertura, si ha che la spianatura dei vari dischi riscontra con il bordo del rispettivo incavo, provocando la rotazione del rispettivo disco fino alla condizione in cui il tratto curvo dello stesso fuoriesce completamente dall’incavo, liberando così lo scorrimento del corpo mobile.
Tale dispositivo di tipo noto presenta inoltre un ulteriore inconveniente: infatti quando il corpo mobile si trova nella posizione passiva i pomoli cifrati sono posizionati necessariamente ad individuare la combinazione di apertura; per evitare che in tale condizione qualcuno possa leggere tale combinazione è quindi necessario, dopo ogni utilizzo, riportare il corpo mobile nella condizione passiva e ruotare i pomoli cifrati per ottenere il bloccaggio di tale corpo mobile, ciò potendo risultare scomodo.
Compito principale di quanto forma oggetto del presente trovato è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati, eliminando gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi escogitando un trovato il quale consenta di proteggere in modo efficace l’accesso ad una serratura, prevenendo così tentativi di manomissione della stessa.
Nell’ambito del compito sopra esposto, un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che non necessiti di utilizzare elementi esterni, quali ad esempio una chiavetta magnetica, che possano comportare dei costi aggiuntivi e/o il rischio di smarrimento o furto della stessa.
Un altro scopo del trovato è quello di rendere difficoltoso l’accesso alla serratura anche da parte di uno scassinatore esperto.
Un altro scopo ancora è quello di realizzare un trovato che possa essere applicato anche alle comuni serrature di tipo noto.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un trovato che risulti strutturalmente semplice, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti.
Il compito e gli scopi accennati, nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da una struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura di una porta o anta, comprendente un elemento di copertura scorrevolmente associato ad una piastra fissabile a detta porta o anta e posizionabile selettivamente a richiudere una apertura, di accesso a detta serratura, ricavata in detta piastra, a questa ultima essendo trasversalmente associate almeno due spine, cooperanti con delle camme associate girevolmente entro detta piastra, ed atte a bloccare temporaneamente lo scorrimento di detto elemento di copertura rispetto a detta piastra, che si caratterizza per il fatto che dette camme interagiscono con un elemento combinatorio a magneti atto a modificare la posizione angolare di dette camme per consentire o impedire lo sbloccaggio temporaneo tra dette spine e detto elemento di copertura.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una particolare, ma non esclusiva, forma di realizzazione, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nelle tavole di disegni allegate, in cui:
la fig. 1 illustra, in una vista prospettica frontale ed in un esploso, la struttura di dispositivo secondo il trovato;
la fig. 2 illustra, in una vista prospettica posteriore ed in un esploso, la struttura di dispositivo secondo il trovato;
le fig. 3 e 4 illustrano, rispettivamente in una vista prospettica frontale ed in una vista prospettica posteriore, la piastra della struttura di dispositivo di cui alle figure precedenti;
le fig. 5 e 6 illustrano, rispettivamente in una vista prospettica frontale ed in una vista prospettica posteriore, l’elemento di copertura della struttura di dispositivo di cui alle figure precedenti;
le fig. 7 e 8 illustrano, rispettivamente in una vista prospettica frontale in esploso ed in una vista prospettica posteriore in esploso, un elemento combinatorio a magneti della struttura di dispositivo secondo il trovato;
la fig. 9 illustra, in una vista prospettica, la struttura di dispositivo secondo il trovato nella condizione di totale occultamento della apertura di accesso alla serratura;
la fig. 10 illustra, in una vista prospettica ed in uno spaccato, la struttura di dispositivo di figura 9;
la fig. 11 illustra, in una vista prospettica, la struttura di dispositivo secondo il trovato in condizione di totale accessibilità all’ apertura di accesso alla serratura;
la fig. 12 illustra, in una vista prospettica dal retro, la struttura di dispositivo secondo il trovato durante la regolazione della combinazione.
Negli esempi di realizzazione che seguono, singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno in realtà essere intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
Inoltre è da notare che tutto quello che nel corso della procedura di ottenimento del brevetto si rivelasse essere già noto, si intende non essere rivendicato ed oggetto di stralcio ( disclaimer ) dalle rivendicazioni.
Con riferimento alle allegate figure, si è indicata con il numero 1 una struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura, non rappresentata nelle allegate figure, di una porta o anta quale, ad esempio, la porta di accesso ad una abitazione, un cancello, la porta di un armadio blindato, la porta di una cassaforte.
La struttura di dispositivo 1 comprende una piastra 2, conformata in pianta preferibilmente, ma non necessariamente, circa a T, a definire una prima testa 3 presentante una conformazione in pianta circa a trapezio isoscele con i lati obliqui arrotondati, dalla cui base maggiore sporge, circa perpendicolarmente, un primo gambo 4 a pianta sostanzialmente rettangolare; tale piastra 2 è fissabile alla porta o anta in posizione tale da ricoprirne la serratura, non evidenziata nelle allegate figure, con il suo primo gambo 4.
Dalla superficie frontale 5 del primo gambo 4 rivolta, in uso, da parte opposta alla porta o anta, sporge, in prossimità della prima testa 3 di tale piastra 2, un risalto 6, a pianta sostanzialmente rettangolare, che interessa il primo gambo 4 per la sua intera larghezza e per parte della sua lunghezza.
Circa centralmente al risalto 6 è ricavata, secondo un asse perpendicolare al piano di giacitura del primo gambo 4, e quindi della porta o anta, una apposita apertura di accesso 7, la quale risulta posizionata, in uso, frontalmente alla serratura, così da consentire l’accesso a questa ultima e l’inserimento di una chiave nella medesima.
Vantaggiosamente, sul risalto 6 sono ricavati, preferibilmente in prossimità degli angoli dello stesso e secondo assi circa perpendicolari al piano di giacitura del primo gambo 4, uno o più primi fori 8, atti all’ inserimento di appositi mezzi di fissaggio della piastra 2 alla porta o anta, quali ad esempio delle prime viti o tasselli, non illustrate nelle allegate figure.
Dalle superfici laterali 9a, 9b del primo gambo 4 della piastra 2 sporgono, circa perpendicolarmente, rispettivamente due nervature 10a e 10b, che interessano longitudinalmente, preferibilmente in una zona mediana, la rispettiva superficie laterale 9a, 9b, preferibilmente a partire dall’estremità libera del primo gambo 4 e per quasi tutta la sua lunghezza.
Sulla superficie frontale 5 del primo gambo 4 sono ricavate, nella zona non interessata dal risalto 6, due o più prime sedi 11, sostanzialmente cilindriche, sulla cui superficie laterale è definita una prima battuta anulare 12; nell’esempio realizzativo illustrato nelle allegate figure, nella piastra 2 sono ricavate tre prime sedi 1 1 , disposte a distanza via via crescente dal risalto 6, e a due a due sfalsate tra loro trasversalmente alla superficie frontale 5 del primo gambo 4.
Vantaggiosamente, a partire dalla superficie laterale di almeno una delle prime sedi 11 è ricavato, trasversalmente al primo gambo 4 e secondo un asse circa perpendicolare alle superfici laterali 9a, 9b del primo gambo 4 stesso, almeno un condotto 13, sostanzialmente rettilineo, che sbocca su una di tali superfici laterali 9a, 9b.
Entro ognuna delle prime sedi 11 è girevolmente alloggiata una camma 14, sostanzialmente cilindrica, sulla cui superficie laterale è ricavato, lungo una generatrice, almeno uno scarico 15, conformato in pianta preferibilmente, ma non necessariamente, circa a semicerchio; vantaggiosamente alla camma 14 sono associati uno o più primi magneti 16.
Vantaggiosamente, dalla superficie della camma 14 rivolta da parte opposta al fondo della rispettiva prima sede 11 sporge, circa centralmente e assialmente, un piolino 17 impegnabile girevolmente in un forellino 18 ricavato circa centralmente ad un predisposto coperchietto 19, almeno parzialmente controsagomato, in pianta, alla prima sede 11, così da poter essere fissato a pressione entro la stessa, in impegno con la prima battuta anulare 12, per evitare la fuoriuscita della camma 14 da tale prima sede 11.
Vantaggiosamente ad ognuno dei condotti 13 è scorrevolmente associata almeno una spina 20, cooperante selettivamente con la camma 14 che è girevolmente associata alla prima sede 1 1 che comunica con tale condotto 13.
Le spine 20 sono atte a bloccare temporaneamente lo scorrimento, rispetto alla piastra 2, di un elemento di copertura 21, che sarà descritto nel seguito, scorrevolmente associato longitudinalmente a tale piastra 2, in modo da poter occultare selettivamente, con una sua estremità, l’apertura 7 di accesso alla serratura.
Le spine 20 presentano opportunamente una seconda testa 22, circa semisferica, rivolta verso l’esterno della piastra 20, dalla quale sporge, circa perpendicolarmente, un secondo gambo 23, sostanzialmente cilindrico, rivolto, in uso, verso la prima sede 11, e presentante una conformazione tale da essere almeno parzialmente inseribile nello scarico 15 ricavato nelle camme 14.
La lunghezza delle spine 20 è superiore alla lunghezza del condotto 13, cosicché se lo scarico 15 della camma 14 alloggiata nella contigua prima sede 11 non è allineato con tale condotto 13, il secondo gambo 23 di tale spina 20 riscontra con la superficie laterale della camma 14, e la sua seconda testa 22 fuoriesce dal rispettivo condotto 13, sporgendo quindi trasversalmente dalla contigua superficie laterale 9a o 9b del primo gambo 4.
Se lo scarico 15 della camma 14 risulta invece allineato con il condotto 13, il secondo gambo 23 della la rispettiva spina 20 può inserirsi parzialmente in tale scarico 15, consentendo così alla spina 20 di traslare in direzione della contigua prima sede 11 , e di rientrare completamente nel condotto 13; in tale condizione la seconda testa 22 non sporge dalla contigua superficie laterale 9a o 9b del primo gambo 4.
La spina 20 viene forzata verso l’esterno del rispettivo condotto 13, e quindi da parte opposta alla contigua prima sede 11, per azione di appositi primi mezzi elastici costituiti da una prima molla 24 interposta tra la seconda testa 22 della spina 20 ed un apposito cordolo anulare, non evidenziato nelle allegate figure, ricavato internamente al condotto 13, ad esempio mediante una riduzione della sezione, in prossimità della contigua prima sede 1 1.
Vantaggiosamente l’elemento di copertura 21 scorrevolmente associato alla piastra 2 è conformato, in una sezione trasversale, circa a C, a definire una base 25, sostanzialmente rettangolare, disposta, in uso, affacciata alla superfìcie frontale 5 del primo gambo 4 della piastra 2, dalle cui estremità longitudinali sporgono due bracci 26a, 26b scorrevolmente impegnati, in uso, rispettivamente con le superfici laterali 9a, 9b di tale gambo 4.
Sulla superficie dei bracci 26a, 26b rivolta verso la contigua superficie laterale 9a, 9b del gambo 4 della piastra 2 sono ricavate, a partire dal bordo perimetrale trasversale delle stesse rivolto, in uso, verso la prima testa 3 della piastra 2, due prime scanalature 27a, 27b, longitudinali, entro cui sono scorrevolmente alloggiate, in uso, le nervature 10a, 10b sporgenti dalle superfici laterali 9a, 9b, così da impedire la separazione dalla piastra 2 dell’elemento di copertura 21 mediante una trazione di questo ultimo in direzione trasversale al suo piano di giacitura.
La struttura di dispositivo 1 comprende mezzi di finecorsa, superiore ed inferiore, atti a limitare lo scorrimento dell’elemento di copertura 21 longitudinalmente alla piastra 2, onde impedire la totale fuoriuscita di questa ultima dall’elemento di copertura 21 stesso.
I mezzi di finecorsa superiore comprendono vantaggiosamente la prima testa 3 la quale, riscontrando con l’estremità trasversale 2 la, aperta, dell’elemento di copertura 21, limita lo scorrimento di questo ultimo verso la stessa.
I mezzi di finecorsa inferiore comprendono vantaggiosamente una o più apposite seconde viti 28 associate a delle controfilettate cavità 29 ricavate sulla superficie posteriore 30 del primo gambo 4 della piastra 2, in prossimità di uno dei bordi longitudinali della stessa, e posizionate in modo tale che una volta inserite le seconde viti 28 nelle medesime, la terza testa 31 di tali seconde viti non sporge perpendicolarmente dalla superficie posteriore 30, ma sporge invece parzialmente trasversalmente ad una delle superfìci laterali 9a o 9b del gambo 4.
Il tratto della terza testa 31 che sporge dalla superficie laterale 9a o 9b del gambo 4 si impegna scorrevolmente in una apposita seconda scanalatura 32 ricavata sulla superficie del braccio 26a o 26b rivolta verso tale superficie laterale 9a o 9b; il finecorsa inferiore per lo scorrimento dell’elemento di copertura è dato dal riscontro tra la terza testa 3 1 e l’estremità superiore 33 della seconda scanalatura 32.
Sulla superficie dei bracci 26a, 26b rivolta verso le superfici laterali 9a, 9b sono ricavate delle apposite cave 34 entro cui, nella condizione in cui l’elemento di copertura 21 occulta completamente l’apertura 7 di acceso alla serratura, si inseriscono, per azione dei suddetti primi mezzi elastici, le seconde teste 22 delle spine 20 fuoriuscenti trasversalmente dalle superfici laterali 9a, 9b del gambo 4 della piastra 2, così da bloccare lo scorrimento mutuo tra questa ultima e l’elemento di copertura 21.
Le camme 14 interagiscono con un elemento combinatorio a magneti atto a modificare la posizione angolare delle stesse per consentire o impedire lo sbloccaggio temporaneo tra le spine 20 e l’elemento di copertura 21 .
Vantaggiosamente tale elemento combinatorio a magneti comprende due o più primi dischi 35, sostanzialmente cilindrici, girevolmente posizionati entro apposite seconde sedi 36, passanti, a pianta sostanzialmente circolare, ricavate sulla base 25 dell’elemento di copertura 21, in posizione tale da risultare circa affacciate ed in asse con le camme 14 nella condizione in cui l’elemento di copertura 21 è posizionato ad occludere completamente l’apertura 7 di accesso alla serratura.
Dalla superficie laterale interna delle seconde sedi 36 sporge radialmente un cordolo anulare 37, la cui superfìcie laterale presenta una alternanza di zone concave e convesse, e risulta interposta tra una seconda ed una terza battuta anulare, indicate rispettivamente con i numeri 38 e 39, rivolte, in uso, rispettivamente verso la piastra 2 e da parte opposta alla stessa.
Dalla superficie laterale dei primi dischi 35 sporge, circa in corrispondenza della estremità degli stessi rivolta, in uso, verso la piastra 2, un risalto anulare 40 che riscontra, in uso, con la seconda battuta anulare 38 della seconda sede 36, impedendo la fuoriuscita da questa ultima del primo disco 35 nel verso opposto alla piastra 2.
Vantaggiosamente si ha che assialmente ai primi dischi 35 sono ricavate una o più terze sedi 41, preferibilmente circa cilindriche, entro cui sono inseriti dei secondi magneti 42 atti ad interagire con i primi magneti 16 delle camme 14.
Vantaggiosamente i primi dischi 35 comprendono mezzi atti a definire la loro posizione angolare entro le seconde sedi 36, i quali comprendono vantaggiosamente una o più sferette 43, scorrevolmente associate entro apposite quarte sedi 44, sostanzialmente cilindriche, ricavate radialmente sulla superficie laterale del primo disco 35; tali sferette 43 vengono spinte verso l’esterno delle rispettive quarte sedi 44, a riscontrare così, in uso, con il cordolo anulare 37, mediante appositi secondi mezzi elastici costituiti ad esempio da apposite seconde molle 45 interposte tra tali sferette 43 ed il fondo della rispettiva quarta sede 44.
Le sferette 43 tendono a posizionarsi stabilmente in corrispondenza delle zone concave della superficie laterale del cordolo anulare 37, individuando così per la posizione angolare dei primi dischi 35 delle prestabilite posizioni di equilibrio.
Sulla base dei primi dischi 35 rivolta, in uso, da parte opposta alla piastra 2, sono ricavate, in prossimità del bordo perimetrale della stessa, una pluralità di quinte sedi 46, disposte vantaggiosamente circa equispaziate tra loro e con i centri che insistono lungo una circonferenza.
Vantaggiosamente l’elemento combinatorio a magneti comprende anche dei secondi dischi 47, girevolmente posizionabili entro le seconde sedi 36, da parte opposta ai primi dischi 35, in appoggio sulle terze battute anulari 39 di tali seconde sedi 36.
Ogni secondo disco 47 è vincolabile amovibilmente al contiguo primo disco 35 mediante appositi mezzi di fissaggio costituiti, ad esempio, da una apposita vite di serraggio 48 inseribile assialmente nel primo disco 35 ed a in una apposita controfilettata sesta sede 49, ricavata centralmente alla superficie del secondo disco 47 rivolta verso il primo disco 35.
Sono previsti mezzi di vincolo della posizione angolare mutua tra i primi dischi 35 ed i secondi dischi 47 associati agli stessi, i quali sono ad esempio costituiti da almeno due spinette 50 inseribili in due apposite settime sedi 51 ricavate sulla superficie dei secondi dischi 47 rivolta verso i contigui primi dischi 35 e posizionabili, prima del bloccaggio mutuo del primo e del secondo disco e mediante una opportuna rotazione mutua degli stessi, in due volute quinte sedi 46 ricavate nel sottostante primo disco 45, al fine di fissare una voluta posizione angolare mutua di tali primo e secondo disco.
La struttura di dispositivo 1 comprende mezzi di indicazione della posizione angolare dei secondi dischi 47, i quali comprendono, ad esempio, delle impronte o incisioni 52, ad esempio numeriche, disposte equispaziate sulla superficie di tali secondi dischi 47 rivolta da parte opposta ai contigui primi dischi 35, a cui corrispondono delle tacche di riferimento 53 disposte in una voluta posizione sulla superficie esterna dell’elemento di copertura 21, in prossimità dei secondi dischi 47.
Vantaggiosamente i secondi dischi 47 sono dotati di mezzi di presa, quali ad esempio delle apposite levette 54 sporgenti perpendicolarmente dalla superficie degli stessi rivolta da parte opposta al contiguo primo disco 35.
La struttura di dispositivo 1 comprende mezzi atti a consentire lo sbloccaggio di detti primi e secondi dischi, così da poter modificare la loro posizione angolare mutua; tali mezzi sono costituiti da appositi secondi fori 55, passanti, ricavati sul primo gambo 4 della piastra 2 in posizione tale per cui gli stessi risultano affacciati alle viti di serraggio 48 nella condizione in cui l’elemento di copertura 21 non copre l’apertura 7 di accesso alla serratura; in tale condizione è quindi possibile introdurre nei secondi fori 55 una apposita chiave a brugola 56 o cacciavite, al fine di poter svitare e riavvitare le viti di serraggio 48, e poter quindi modificare la posizione angolare mutua del primo e del secondo disco.
Il funzionamento del trovato è quindi il seguente: con riferimento alle allegate figure, per assemblare la struttura di dispositivo 1, dopo aver inserito i secondi magneti 42 nelle terze sedi 41 dei primi dischi 35, ed aver forzato le seconde molle 45 e le sferette 43 entro le rispettive quarte sedi 44, è possibile disporre i primi dischi 35 entro le seconde sedi 36, in modo tale che il risalto anulare 40 degli stessi si impegni con la seconda battuta anulare 38 della rispettiva seconda sede 36.
È quindi possibile disporre le spinette 50 nelle settime sedi 51 dei secondi dischi 47, ed inserire questi ultimi nelle seconde sedi 36, posizionando le due spinette 50 in due volute quinte sedi 46 dei primi dischi 35 contenuti in tali seconde sedi 36, così da ottenere il voluto posizionamento angolare mutuo tra i primi e gli attigui secondi dischi; il primo ed il secondo disco associati ad una stessa seconda sede 36 vengono quindi fissati tra loro mediante una vite di serraggio vite 48.
Le camme 14 vengono quindi inserite nelle rispettive prime sedi 11, e ruotate in modo tale da posizionare lo scarico 15 delle stesse in corrispondenza dell’imbocco del condotto 13 afferente alla rispettiva prima sede 11; le prime molle 24 e le spine 20 possono quindi essere forzate nei condotti 13, fino ad inserire l’estremità libera del gambo delle stesse negli scarichi 15 delle camme 14, e le prime sedi 1 1 possono quindi essere richiuse mediante i coperchietti 19.
Mantenendo le seconde teste 22 delle spine 20 totalmente inserita nei rispettivi condotti 13, l’elemento di copertura 21 può essere scorrevolmente associato alla piastra 2 inserendo le nervature 10a, 10b entro le prime scanalature 27a, 27b, e la fuoriuscita di tale piastra 2 dall’elemento di copertura 21 può essere impedita fissando le seconde viti 28 nelle rispettive cavità 29.
Per modificare la combinazione di apertura della struttura di dispositivo 1, corrispondente ad un voluto posizionamento delle impronte o incisioni 52 dei secondi dischi 47 rispetto alle tacche di riferimento 53, si deve innanzitutto disporre l’elemento di copertura 21 in posizione tale per cui i secondi fori 55, ricavati sul primo gambo 4 della piastra 2 risultano affacciati alle viti di serraggio 48, così da poter accedere a tali viti di serraggio 48 con un cacciavite o una chiave a brugola 56, al fine svitare tali viti di serraggio 48 e consentire la separazione dei secondi dischi 47 dai primi dischi 35.
Dopo aver riposizionato i secondi dischi 47 in una voluta posizione angolare rispetto ai primi dischi 35, corrispondente ad una voluta posizione delle impronte o incisioni 52 rispetto alle tacche di riferimento 53, è quindi sufficiente serrare nuovamente le viti di serraggio 48, fissando così nuovamente tra loro i primi ed i secondi dischi; in tal modo è quindi possibile impostare la voluta combinazione di apertura.
È poi possibile associare la struttura di dispositivo 1 ad una porta o anta, quale, ad esempio, la porta di accesso ad una abitazione, un cancello, la porta di un armadio blindato, la porta di una cassaforte, non illustrata nelle allegate figure, posizionando l’apertura 7 di accesso alla serratura in corrispondenza di tale serratura, e fissando quindi la piastra 2 alla porta o anta mediante apposite prime viti o rivetti inseriti nei primi fori 8.
Spingendo l’elemento di copertura 21 fino a riscontrare con la prima testa 3 della piastra 2, così da ricoprire totalmente l’apertura 7 di accesso alla serratura, si ha che le seconde teste 22 delle spine 20 risultano affacciate alle cave 34; in tale condizione le prime molle 24 spingono le spine 20 in verso opposto alla rispettiva prima sede 11 , e la seconda testa 22 di tali spine 20 si inserisce nella contigua cava 34, bloccando lo scorrimento dell’elemento di copertura 21 rispetto alla piastra 2.
In tale condizione la serratura risulta totalmente occultata dall’elemento di copertura 21, e quindi totalmente inaccessibile dall’esterno, e al sicuro da possibili manomissioni.
Ruotando i secondi dischi 47, e di conseguenza i primi dischi 35 fissati agli stessi, si ha che i secondi magneti 42 contenuti in questi ultimi, accoppiandosi magneticamente con i primi magneti 16 delle camme 14, provocano la rotazione di queste ultime, disallineando gli scarichi 15 delle stesse dai contigui condotti 13, ed impedendo quindi l’arretramento delle spine 20 nelle prime sedi 11; la seconda testa 22 delle spine 20 non può quindi fuoriuscire dalla rispettiva cava 34, bloccando così l’elemento di copertura 21 nella condizione di totale copertura della apertura 7 di accesso alla serratura.
Ruotando i secondi dischi 47 fino al riottenimento della voluta combinazione, corrispondente alla prefissata posizione delle impronte o incisioni 52 rispetto alle tacche di riferimento 53, si ha che, a causa dell’interazione dei secondi magneti 42 dei primi dischi 35 con i primi magneti 16 delle camme 14, queste ultime ruotano fino ad allineare nuovamente gli scarichi 15 con i contigui condotti 13, rendendo così possibile l’arretramento delle spine 20 nelle prime sedi 11 .
In tale condizione, una trazione dell’elemento di copertura 21 nel senso del suo allontanamento dalla prima testa 3 della piastra 2 provoca la fuoriuscita delle spine 20 dalle cavità 34, ed il contemporaneo inserimento parziale di tali spine 20 negli scarichi 15 delle camme 14; in tal modo viene liberato lo scorrimento dell’elemento di copertura 21 rispetto alla piastra 2, consentendo così l’accesso alla serratura.
Si è così constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati, essendosi escogitata una struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura, in grado di proteggere efficacemente tale serratura dai tentativi di manomissione della stessa.
Inoltre la struttura di dispositivo secondo il trovato non necessita di chiavette o altri elementi esterni per essere utilizzata, risultando quindi più economica, comoda, ed esente da rischi rispetto alla tecnica nota.
Inoltre, poiché l’accoppiamento tra le camme ed i secondi dischi avviene per mezzo dell’interazione magnetica tra i primi ed i secondi magneti associati agli stessi, non c’è un accoppiamento meccanico diretto tra tali componenti, per cui non è possibile scassinare tale struttura di dispositivo con i tradizionali metodi utilizzati per forzare i sistemi a combinazione a dischi di tipo noto, che sfruttano i giochi meccanici tra i vari componenti; la struttura di dispositivo secondo il trovato risulta quindi molto più sicura rispetto alla tecnica nota.
In più la struttura di dispositivo secondo il trovato può essere agevolmente applicata anche alle comuni serrature di tipo noto.
Ancora, la struttura di dispositivo secondo il trovato consente di lasciare l’elemento di copertura in condizione di apertura senza il rischio che un terzo venga a conoscenza della combinazione di apertura; infatti dopo aver portato l’elemento di copertura nella condizione di apertura, i secondi dischi, non essendo vincolati meccanicamente alle camme, possono essere ruotati e portati in una voluta posizione angolare, non corrispondente alla combinazione di apertura, mantenendo comunque l’elemento di copertura in condizione aperta.
Ciò permette, ad esempio, di consentire l’accesso alla serratura senza dover far conoscere a qualcuno la combinazione di apertura, evitando di riportare l’elemento di copertura in condizione di chiusura dopo ogni utilizzo.
Inoltre i costi di produzione della struttura di dispositivo secondo il trovato si mantengono modesti, essendo realizzata solamente con componenti di facile produzione e/o assemblaggio.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del medesimo concetto inventivo.
Così, ad esempio, la struttura di dispositivo di protezione secondo il trovato può essere utilizzata per proteggere e consentire selettivamente l’accesso ad esempio ad un interruttore, ad un azionamento e, in generale, a un qualsiasi elemento selettivamente accessibile.
Naturalmente i materiali impiegati nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti il trovato potranno essere più pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.
I diversi mezzi per effettuare certe differenti funzioni non dovranno certamente coesistere solo nella forma di realizzazione illustrata, ma potranno essere di per sé presenti in molte forme di realizzazione, anche non illustrate.
Le caratteristiche indicate come vantaggiose, opportune o simili, possono anche mancare od essere sostituite da equivalenti.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Struttura di dispositivo di protezione, particolarmente per una serratura di una porta o anta, comprendente un elemento di copertura scorrevolmente associato ad una piastra fissabile a detta porta o anta e posizionabile selettivamente a richiudere una apertura, di accesso a detta serratura, ricavata in detta piastra, a questa ultima essendo trasversalmente associate almeno due spine, cooperanti con delle camme associate girevolmente entro detta piastra, ed atte a bloccare temporaneamente lo scorrimento di detto elemento di copertura rispetto a detta piastra, che si caratterizza per il fatto che dette camme interagiscono con un elemento combinatorio a magneti atto a modificare la posizione angolare di dette camme per consentire o impedire lo sbloccaggio temporaneo tra dette spine e detto elemento di copertura.
  2. 2) Struttura, come alla rivendicazione 1 in cui detta piastra è conformata in pianta circa a T, a definire una prima testa da cui sporge un primo gambo a pianta sostanzialmente rettangolare, che si caratterizza per il fatto che dalla superficie frontale di detto primo gambo rivolta, in uso, da parte opposta a detta porta o anta, sporge, in prossimità di detta prima testa, un risalto, a pianta sostanzialmente rettangolare, che interessa detto primo gambo preferibilmente per la sua intera larghezza e per parte della sua lunghezza, circa centralmente a detto risalto essendo ricavata, secondo un asse perpendicolare al piano di giacitura di detto primo gambo, detta apertura di accesso, su detto risalto essendo ricavati, preferibilmente in prossimità degli angoli dello stesso e secondo assi circa perpendicolari al piano di giacitura di detto primo gambo, uno o più primi fori atti all’inserimento di appositi mezzi di fissaggio di detta piastra a detta porta o anta, quali delle prime viti o tasselli.
  3. 3) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 2, in cui dette camme portano ognuna uno o più primi magneti e sono girevolmente posizionate entro delle prime sedi ricavate sulla superficie frontale di detto primo gambo e presentanti, sulla loro superficie laterale, una prima battuta anulare, detto elemento di copertura essendo conformato, in una sezione trasversale, circa a C, a definire una base, sostanzialmente rettangolare, disposta, in uso, affacciata a detta superficie frontale di detto primo gambo di detta piastra, che si caratterizza per il fatto che detto elemento combinatorio a magneti comprende due o più primi dischi, sostanzialmente cilindrici, ad ognuno dei quali sono associati uno o più secondi magneti interagenti con detti primi magneti, detti primi dischi essendo girevolmente posizionati entro apposite seconde sedi, passanti, a pianta sostanzialmente circolare, ricavate su detta base di detto elemento di copertura, in posizione tale da risultare circa affacciate ed in asse con dette camme nella condizione in cui detto elemento di copertura è posizionato ad occludere completamente detta apertura di accesso a detta serratura.
  4. 4) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 3, che si caratterizza per il fatto che dalla superficie laterale interna di dette seconde sedi di detto elemento di copertura sporge radialmente un cordolo anulare la cui superficie laterale presenta una alternanza di zone concave e convesse, e risulta interposta tra una seconda ed una terza battuta anulare rivolte, in uso, rispettivamente verso detta piastra e da parte opposta alla stessa.
  5. 5) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 4, che si caratterizza per il fatto che dalla superficie laterale di detti primi dischi sporge, circa in corrispondenza della estremità degli stessi rivolta, in uso, verso detta piastra, un risalto anulare che riscontra, in uso, con detta seconda battuta anulare di detta seconda sede, impedendo la fuoriuscita da questa ultima di detto primo disco nel verso opposto a detta piastra.
  6. 6) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 5, che si caratterizza per il fatto che assialmente a detti primi dischi sono ricavate una o più terze sedi, preferibilmente circa cilindriche, entro cui sono inseriti detti uno o più secondi magneti.
  7. 7) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto che detti primi dischi comprendono mezzi atti a definire la loro posizione angolare entro dette seconde sedi.
  8. 8) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 7, in cui a partire dalla superficie laterale interna di dette prime sedi è ricavato almeno un condotto a cui è scorrevolmente associata almeno una di dette spine, la quale viene forzata verso l’esterno di detto, rispettivo condotto, per azione di appositi primi mezzi elastici costituiti preferibilmente da una prima molla, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi atti a definire la posizione angolare di detti primi dischi entro dette seconde sedi comprendono una o più sferette, scorrevolmente associate entro delle quarte sedi, sostanzialmente cilindriche, ricavate radialmente sulla superficie laterale di detto primo disco, dette sferette essendo spinte verso l’esterno di dette, rispettive, quarte sedi, a riscontrare così, in uso, con detto cordolo anulare, mediante secondi mezzi elastici costituiti preferibilmente da seconde molle interposte tra dette sferette ed il fondo di detta, rispettiva, quarta sede.
  9. 9) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto che sulla base di detti primi dischi rivolta, in uso, da parte opposta a detta piastra, sono ricavate, in prossimità del bordo perimetrale della stessa, una pluralità di quinte sedi, disposte preferibilmente circa equispaziate tra loro e con i centri che insistono lungo una circonferenza.
  10. 10) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto che detto elemento combinatorio a magneti comprende dei secondi dischi, girevolmente posizionabili entro dette seconde sedi, da parte opposta a detti primi dischi ed in appoggio su dette terze battute anulari di dette seconde sedi, ognuno di detti secondi dischi essendo vincolabile amovibilmente ad un detto, contiguo, primo disco, mediante appositi mezzi di fissaggio.
  11. 11) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 10, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di fissaggio sono costituiti da una vite di serraggio inseribile assialmente in detto primo disco ed in una controfilettata sesta sede ricavata centralmente alla superficie di detto secondo disco rivolta verso detto primo disco.
  12. 12) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi di vincolo della posizione angolare mutua tra detti primi dischi e detti secondi dischi associati agli stessi.
  13. 13) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 12, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di vincolo della posizione angolare mutua sono costituiti da almeno due spinette inseribili in due settime sedi ricavate su detta superfìcie di detti secondi dischi rivolta verso detto, contiguo, primo disco e posizionabili, prima del bloccaggio mutuo di detti primo e secondo disco, e mediante una opportuna rotazione mutua degli stessi, in due volute tra dette quinte sedi ricavate in detto, sottostante, primo disco.
  14. 14) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi di indicazione della posizione angolare di detti secondi dischi 15) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 14, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di indicazione della posizione angolare di detti secondi dischi comprendono delle impronte o incisioni disposte equispaziate sulla superficie di detti secondi dischi rivolta da parte opposta a detti, contigui, primi dischi, a cui corrispondono delle tacche di riferimento disposte in una voluta posizione sulla superficie esterna di detto elemento di copertura, in prossimità di detti secondi dischi. 16) Struttura, ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto che detti secondi dischi sono dotati di mezzi di presa. 17) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 16, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di presa sono costituiti da una o più levette sporgenti perpendicolarmente da detta superficie degli stessi rivolta da parte opposta a detto, contiguo, primo disco. 18) Struttura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi atti a consentire lo sbloccaggio di detti primi e secondi dischi, così da poter modificare la loro posizione angolare mutua. 19) Struttura, come alle rivendicazioni 1 e 18, che si caratterizza per il fatto che detti mezzi atti a consentire lo sbloccaggio di detti primi e secondi dischi sono costituiti da dei secondi fori, passanti, ricavati su detto primo gambo in posizione tale per cui gli stessi risultano affacciati a dette viti di serraggio nella condizione in cui detto elemento di copertura non copre detta apertura di accesso a detta serratura, così da consentire l’accesso a dette viti di serraggio, attraverso detti secondi fori, con una apposita chiave a brugola o cacciavite, per poter svitare o riavvitare dette viti di serraggio. 20) Struttura di dispositivo di protezione, particolarmente di un elemento selettivamente accessibile, comprendente un elemento di copertura, scorrevolmente associato ad una piastra fissabile ad occultare detto elemento selettivamente accessibile, e posizionabile selettivamente a richiudere una apertura di accesso a detto elemento selettivamente accessibile ricavata in detta piastra, a questa ultima essendo trasversalmente associate almeno due spine, cooperanti con delle camme associate girevolmente entro detta piastra, ed atte a bloccare temporaneamente lo scorrimento di detto elemento di copertura rispetto a detta piastra, che si caratterizza per il fatto che dette camme interagiscono con un elemento combinatorio a magneti atto a modificare la posizione angolare di dette camme per consentire o impedire lo sbloccaggio temporaneo tra dette spine e detto elemento di copertura.
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EP3243979A1 (en) 2016-05-12 2017-11-15 Pier Luigi Oliana Protection device, particularly for a lock of a door or door wing
IT202000010852A1 (it) 2020-05-13 2021-11-13 Fabio Fontana Sistema di attuazione con codici a elementi mobili.

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