ITUD20130074A1

ITUD20130074A1 - Protesi acetabolare

Info

Publication number: ITUD20130074A1
Application number: IT000074A
Authority: IT
Inventors: Pria Paolo Dalla; Luca Giorgini; Michele Pressacco
Original assignee: Limacorporate Spa
Priority date: 2013-05-24
Filing date: 2013-05-24
Publication date: 2014-11-25
Also published as: JP2016518238A; AU2014269983B2; WO2014188400A1; US10918490B2; EP3003227A1; ES2641850T3; US20160106542A1; AU2014269983A1; EP3003227B1

Description

"PROTESI ACETABOLARE"

CAMPO DI APPLICAZIONE

II presente trovato si riferisce ad una protesi acetabolare, da utilizzare in protesi d'anca, comprendente una coppa acetabolare ed un inserto acetabolare da posizionare nella coppa acetabolare ed al cui interno puÃ² articolare la testa del femore e della corrispondente protesi femorale.

STATO DELLA TECNICA

Ãˆ noto, nel settore delle protesi d'anca, un elemento protesico formato dall'accoppiamento di una coppa acetabolare e di un inserto acetabolare con cavitÃ semisferica al fine di consentire il posizionamento e l'articolazione di una protesi femorale.

L'ancoraggio dell'inserto all'interno della coppa acetabolare puÃ² avvenire ad esempio solitamente tramite accoppiamento conico tra la superficie interna della coppa acetabolare e la superficie esterna dell'inserto acetabolare, che generalmente consente adeguata stabilitÃ del collegamento.

Un possibile inconveniente di tali realizzazioni Ã ̈ che durante, l'operazione chirurgica d'innesto protesico, non sempre le condizioni di spazio e visibilitÃ sono tali da consentire un semplice e corretto posizionamento dell'inserto nella coppa acetabolare. Tipicamente, infatti, l'accoppiamento conico Ã ̈ autocentrante solo per ridotti scostamenti angolari rispetto ad una corretta e centrata posizione, mentre se tali scostamenti angolari sono maggiori puÃ² esserci un intraversamento tra coppa ed inserto. Di conseguenza, l'accoppiamento puÃ² avvenire, ma in modo errato, con conseguenze anche gravi sul paziente, ad esempio la lussazione, la rottura dell'inserto, se in materiale fragile, oppure ancora la fuoriuscita della coppa.

Un ulteriore inconveniente puÃ² verificarsi durante la fase di fissaggio della coppa al bacino, infatti puÃ² subentrare una deformazione del materiale della coppa, che puÃ² portare ad un accoppiamento errato dell'inserto, con conseguente possibile intraversamento dello stesso.

Ãˆ noto, inoltre, che per facilitare le operazioni di posizionamento dell'inserto, si puÃ² ricorrere ad un perno di centraggio, e ad un apposito foro di centraggio sulla coppa acetabolare.

L'insieme di perno e foro di centraggio realizzano complessivamente una guida di centraggio che permette, in fase di posizionamento, di centrare le superfici di contatto di coppa ed inserto.

Generalmente, tra il perno ed il foro di centraggio Ã ̈ prevista una, se pur minima, differenza di diametro che consenta l'inserimento del perno nel foro di centraggio, anche per sopperire alle tolleranze di fabbricazione. Quanto minore risulterÃ tale differenza di diametro e tanto minore sarÃ la possibilitÃ di posizionamento errato, al momento dell'inserzione.

Un possibile inconveniente delle realizzazioni con foro e perno di centraggio, che puÃ² essere particolarmente rilevante nel caso in cui l'inserto sia fatto di materiali fragili, come potrebbe essere ad esempio un materiale ceramico, puÃ² risiedere nel fatto che il bordo del perno, a contatto con la superficie dell'inserto, puÃ² essere soggetto a rotture o scheggiature.

Questo inconveniente si puÃ² manifestare, in particolare, nel caso in cui il perno venga a contatto con il bordo del foro di centraggio prossimo alla superficie interna della coppa acetabolare.

Ãˆ noto, ad esempio dall'US-A-2012/0101590, un elemento protesico avente un inserto per coppa acetabolare provvisto di un perno di centraggio a forma tronco-conica rastremata dall'esterno verso l'interno del suddetto inserto, con il bordo del perno, a contatto con la superficie dell'inserto, che Ã ̈ arrotondato. Il foro di centraggio puÃ² presentare una configurazione rastremata dall'interno all'esterno della coppa acetabolare.

Un possibile inconveniente di tale realizzazione Ã ̈ che anche una conformazione a cono rovesciato puÃ² presentare il rischio di scheggiature, ad esempio a seguito di eventuali variazioni di inclinazioni improvvise dell'inserto nel momento in cui il perno di centraggio Ã ̈ giÃ all'interno del corrispondente foro.

Un possibile ulteriore inconveniente di tale forma realizzativa puÃ² essere una minore semplicitÃ d'inserimento del perno nel foro in quanto le superfici di contatto cosÃ¬ realizzate non sono adatte a ridurre gli attriti tra perno ed alloggiamento.

Uno scopo del presente trovato Ã ̈ quello di realizzare una protesi acetabolare, in particolare utilizzabile per una protesi d'anca, che renda agevole l'inserimento e centraggio dell'inserto nella coppa acetabolare, anche in caso di inclinazioni successive all'inserimento del perno stesso.

Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questo ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.

ESPOSIZIONE DEL TROVATO

Il presente trovato Ã ̈ espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell'idea di soluzione principale.

In accordo con il suddetto scopo, una protesi acetabolare secondo il presente trovato, che supera i limiti della tecnica nota ed elimina i difetti in essa presenti, comprende:

- una coppa acetabolare;

un inserto acetabolare, configurato per essere stabilmente accoppiato all'interno della coppa acetabolare e per ricevere la testa di articolazione di una protesi femorale o di un femore naturale;

un gruppo di centraggio configurato per guidare e centrare l'inserimento e stabile posizionamento dell'inserto acetabolare nella coppa acetabolare.

Il gruppo di centraggio comprende un foro di centraggio previsto nella coppa acetabolare ed un perno di centraggio previsto sull'inserto acetabolare e che si sviluppa lungo un asse di centraggio, configurato per essere inserito nel foro di centraggio.

Secondo il presente trovato, il suddetto perno di centraggio Ã ̈ provvisto di una superficie laterale esterna che presenta un andamento ondulato lungo l'asse di centraggio .

Tale configurazione ondulata del perno di centraggio puÃ² rendere maggiormente agevole l'inserimento e centraggio dell'inserto nella coppa acetabolare, anche in caso di inclinazioni successive all'inserimento del perno stesso.

Rientra nel presente trovato anche un inserto acetabolare configurato per essere stabilmente accoppiato all'interno di una coppa acetabolare di una protesi acetabolare e per ricevere una testa di articolazione. Tale inserto acetabolare comprende un perno di centraggio che si sviluppa lungo un asse di centraggio, configurato per essere inserito in un foro di centraggio della coppa acetabolare per definire un gruppo di centraggio configurato per guidare e centrare l'inserimento e stabile posizionamento dell'inserto acetabolare nella coppa acetabolare.

Secondo il presente trovato, il suddetto perno di centraggio Ã ̈ provvisto di una superficie laterale esterna che presenta un andamento ondulato lungo l'asse di centraggio.

ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI

Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fornite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui: - la fig. 1 Ã ̈ una sezione parziale di una protesi acetabolare secondo forme di realizzazione qui descritte, in unione con una protesi femorale;

- la fig. 2 Ã ̈ un dettaglio ingrandito di fig. 1;

- la fig. 3 Ã ̈ una sezione trasversale di una protesi acetabolare secondo forme di realizzazione qui descritte;

la fig. 4 Ã ̈ un dettaglio di un'altra forma di realizzazione di una protesi acetabolare;

la fig. 5 Ã ̈ un dettaglio di un'altra forma di realizzazione di una protesi acetabolare;

la fig. 6 Ã ̈ un dettaglio di un'ulteriore forma di realizzazione di una protesi acetabolare;

- la fig. 7 Ã ̈ un dettaglio di ancora un'altra forma di realizzazione di una protesi acetabolare;

- la fig. 8 Ã ̈ un dettaglio di un'ulteriore forma di realizzazione di una protesi acetabolare.

Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.

DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE

Si farÃ ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o piÃ¹ esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio Ã ̈ fornito a titolo di illustrazione del trovato e non Ã ̈ inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un'ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarÃ comprensivo di tali modifiche e varianti.

La fig. 1 Ã ̈ utilizzata per descrivere forme di realizzazione di una protesi acetabolare 10, secondo il presente trovato, utilizzabile per una protesi d'anca e comprendente una coppa acetabolare 12 ed un inserto acetabolare 11 configurato per essere stabilmente accoppiato all'interno della coppa acetabolare 12 e per ricevere la testa di articolazione 51 di una protesi femorale 50 od anche di un femore naturale, che puÃ² essere tipicamente di forma essenzialmente sferica.

Tipicamente, infatti, la protesi acetabolare 10 Ã ̈ adatta ad essere inserita, ad esempio, all'interno di un acetabolo cotile 41 dell'osso iliaco 40, fungendo da sede di posizionamento e rotazione per la anzidetta testa di articolazione 51.

In possibili forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento a fig. 3, l'inserto acetabolare 11 puÃ² presentare una simmetria assiale intorno ad un asse di centraggio X. Tipicamente, in modo coordinato, la coppa acetabolare 12 puÃ² essere anch'essa simmetrica rispetto al suddetto asse di centraggio X, comune all'inserto acetabolare 11.

In possibili forme di realizzazione, l'inserto acetabolare 11 puÃ² essere realizzato con un materiale ad elevata durezza, per resistere ad esempio all'usura dovuta alla movimentazione della testa di articolazione 51. Alcuni esempi di materiali idonei possono essere leghe metalliche a base di cobalto, ad esempio lega cromo-cobalto-molibdeno, o ceramica biocompatibile od il polietilene, preferibilmente ad alta od altissima reticolazione .

In possibili forme di realizzazione, la suddetta coppa acetabolare 12 puÃ² essere realizzata con un materiale metallico osteocompatibile, ad esempio una lega di titanio o cobalto.

La coppa acetabolare 12 Ã ̈ tipicamente configurata per essere alloggiata all'interno del citato acetabolo cotile 41. Inoltre, la coppa acetabolare 12 Ã ̈ configurata per ricevere al suo interno l'inserto acetabolare 11.

Tipicamente, quindi, la coppa acetabolare 12 puÃ² essere convessa esternamente e concava internamente.

Ad esempio, in possibili implementazioni, la coppa acetabolare 12 puÃ² presentare una superficie esterna della coppa 23 sagomata in modo coniugato alla sede definita dall'acetabolo cotile 41, ad esempio di forma a calotta sferica.

Inoltre, l'inserto acetabolare 11 Ã ̈ configurato per realizzare un accoppiamento conico con la coppa acetabolare 12. Ad esempio, in possibili implementazioni, l'inserto acetabolare 11 presenta una superficie esterna dell'inserto 13 almeno in parte tronco-conica, ad esempio comprendente una fascia anulare tronco-conica 13a ed una porzione a calotta 13b che si estende dalla citata fascia anulare tronco-conica 13a e definisce una zona polare 17 dell'inserto, opposta alla fascia anulare tronco-conica 13a. In modo coordinato, la coppa acetabolare 12 presenta una superficie interna della coppa 24 almeno in parte tronco-conica, coniugata alla citata superficie esterna dell'inserto 13, ad esempio comprendente una fascia anulare tronco-conica 24a ed una porzione a calotta 24b che si estende dalla citata fascia anulare tronco-conica 24a e definisce una zona polare 37 della coppa, opposta alla fascia anulare tronco-conica 24a. Tipicamente, l'accoppiamento conico viene realizzato tra la fascia anulare tronco-conica 13a dell'inserto acetabolare 11 e la fascia anulare tronco-conica 24a della coppa acetabolare 12.

Inoltre, l'inserto acetabolare 11 Ã ̈ configurato per ricevere al suo interno la citata testa di articolazione 51 e consentire la rotazione necessaria ai fini di riprodurre i movimenti naturali di rotazione ed articolazione propri della spalla. Ad esempio, in possibili implementazioni, l'inserto acetabolare 11 presenta una superficie interna dell'inserto 14 che definisce essenzialmente una calotta sferica coniugata alla forma della testa di articolazione 51.

In forme di realizzazione, la protesi acetabolare 10 comprende un gruppo di centraggio 33 configurato per guidare e centrare l'inserimento e stabile posizionamento dell'inserto acetabolare 11 nella coppa acetabolare 12. La fig. 2 Ã ̈ utilizzata per descrivere forme di realizzazione combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, del citato gruppo di centraggio 33. Ad esempio, il gruppo di centraggio 33 puÃ² comprendere un perno di centraggio 18 che si sviluppa lungo l'asse di centraggio X e previsto sporgente dall'inserto acetabolare 11, in particolare sporgente dalla citata superficie esterna dell'inserto 13, ad esempio tipicamente disposto in corrispondenza della zona polare 17 dell'inserto acetabolare 11. In forme di realizzazione, il gruppo di centraggio 33 comprende inoltre un foro di centraggio 27 previsto nella coppa acetabolare 12 e configurato per ricevere il suddetto perno di centraggio 18, ad esempio tipicamente realizzato in corrispondenza della zona polare 37 della coppa acetabolare 12. In possibili implementazioni, il foro di centraggio 27 puÃ² essere cieco, e quindi realizzato internamente, cioÃ ̈ sulla superficie interna della coppa 24. In tal caso, il foro di centraggio 27 puÃ² essere delimitato da una parete laterale 32 che presenta un bordo esterno 31 e da un fondo 30. Oppure, in altre implementazioni, il foro di centraggio 27 puÃ² essere passante, cioÃ ̈ realizzato attraverso tutto lo spessore della coppa acetabolare 12.

Tipicamente, il citato perno di centraggio 18 si puÃ² sviluppare lungo 1'anzidetto asse di centraggio X che risulta allineato con l'asse del foro di centraggio 27, una volta che inserto acetabolare 11 e coppa acetabolare 12 sono stati accoppiati in modo centrato.

In accordo con forme di realizzazione qui descritte, il citato perno di centraggio 18 Ã ̈ provvisto di una superficie laterale esterna, o mantello, 29 che presenta un andamento ondulato lungo l'asse di centraggio X.

Con il termine "ondulato" si intende che la superficie laterale esterna, o mantello, 29 Ã ̈ piÃ¹ o meno regolarmente ad andamento sinuoso, a salienze e rientranze alternate.

In particolare, in esempi di realizzazione, la superficie laterale esterna, o mantello, 29 presenta almeno una concavitÃ , o parte concava, 19, che si estende dall'inserto acetabolare 11, seguita da almeno una convessitÃ , o parte convessa, 21.

In particolare, la parte convessa 21 segue, lungo la direzione assiale, la citata parte concava 19, definendo, in particolare, l'andamento assialmente ondulato del perno di centraggio 18. Di conseguenza, puÃ² essere previsto che il perno di centraggio 18 presenti una sezione trasversale che assialmente, nel verso dall'interno verso l'esterno, Ã ̈ prevista con un andamento concavo-convesso. In altre parole, la sezione trasversale del perno di centraggio 18 presenta una tratto concavo, definente la citata parte concava 19, che si diparte verso l'esterno dalla superficie esterna dell'inserto 13, seguito da una tratto convesso, definente la citata parte convessa 21. Ancora, in esempi realizzativi l'andamento assiale della sezione trasversale del perno di centraggio 18 puÃ² essere definito ondulato, in cui una gola (parte concava 19) Ã ̈ seguita da una cresta (parte convessa 21). In possibili esempi realizzativi, la parte concava 19 Ã ̈ raccordata in modo continuo alla parte convessa 21, ad esempio puÃ² essere previsto un flesso 20 di raccordo.

In esempi specifici, la superficie laterale esterna, o mantello, 29 puÃ² presentare un'unica concavitÃ , o parte concava, 19 seguita a valle, lungo l'asse di centraggio X, da un'unica convessitÃ , o parte convessa, 21.

La parte del perno di centraggio 18 distale rispetto alla superficie esterna dell'inserto 13 puÃ² presentare una superficie sommitale 22 di raccordo. In altre parole, la suddetta superficie sommitale 22 definisce, rispetto alla sezione trasversale del perno di centraggio 18, un tratto essenzialmente rettilineo che connette le due parti convesse 21 da un lato e dall'altro rispetto all'asse di centraggio X. Ad esempio, la suddetta superficie sommitale 22 puÃ² essere piana, oppure circolare, curva, smussata, a fungo od altre conformazioni .

In forme di realizzazione descritte con riferimento ad esempio alla fig. 2, il citato perno di centraggio 18 puÃ² presentare quindi un andamento a concavitÃ /convessitÃ , ovvero presentando almeno un'inversione di concavitÃ , secondo l'asse di centraggio X. In particolare, com'Ã ̈ visibile ad esempio in fig. 2, la citata parte concava 19 aggetta dalla zona polare 17 e si rastrema inizialmente verso l'alto per poi svasarsi, fino a raggiungere il citato flesso 20, in cui la concavitÃ cambia in convessitÃ . Dal suddetto flesso 20, si sviluppa la parte convessa 21 che inizialmente si svasa e poi si rastrema, sempre nella direzione assiale, ovvero dalla zona polare 17 verso l'esterno dell'inserto acetabolare 11 fino ad incontrare la citata superficie piana 22.

Inoltre, in esempi descritti utilizzando la fig. 2, il foro di centraggio 2 7 puÃ² essere cilindrico, cioÃ ̈ con sezione circolare, con un raggio minore R, in questo caso ad esempio costante lungo l'asse di centraggio X.

In possibili forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento a fig. 2, la parte convessa 21 del perno di centraggio 18 puÃ² essere prevista con un raggio maggiore ri che rappresenta la parte piÃ¹ larga dell'intero perno di centraggio 18. La differenza tra il raggio maggiore ri dell'inserto acetabolare 11 ed il raggio minore R della coppa acetabolare 12 definisce una differenza minima di raggio I.

La differenza minima di raggio I puÃ² essere correlata con la capacitÃ di guida e centraggio del gruppo di centraggio 33.

Infatti, tipicamente piÃ¹ Ã ̈ ridotta o minimizzata la differenza minima di raggio I, maggiore Ã ̈ la stabilitÃ nel posizionamento dell'inserto acetabolare 11 nella coppa acetabolare 12, evitando quindi possibili scivolamenti errati intraversamenti o incastri non voluti dell'inserto acetabolare 11 all'interno della coppa acetabolare 12.

Tipicamente, inoltre, una differenza minima di raggio I ridotta o minimizzata puÃ² essere vantaggiosa ad esempio in una prima fase d'inserimento del perno di centraggio 18 nel foro di centraggio 27, in quanto, avanzando il perno di centraggio 18 assialmente lungo il foro di centraggio 27 durante l'inserimento, la possibilitÃ di scivolamenti errati o intraversamenti si riduce progressivamente .

Si ritiene, quindi, che la configurazione a concavitÃ /convessitÃ del perno di centraggio 18 consenta di mantenere una ridotta differenza minima di raggio I nella parte superiore del perno di centraggio 18 e poi avere un raggio minore r2 ridotto nella parte inferiore del perno di centraggio 18. Il vantaggio di avere un raggio minore r2, ridotto nella parte inferiore del perno di centraggio 18, puÃ² risiedere nel fatto che si riduce la probabilitÃ di eventuali collisioni tra il bordo esterno 31 del foro di centraggio 27 presente sulla superficie interna della coppa 24 e la base del perno di centraggio 18. Inoltre la configurazione a concavitÃ /convessitÃ del perno di centraggio 18 fa sÃ¬ che tra questo e la zona polare 17 non ci siano spigoli vivi, e si riduca la possibilitÃ di scheggiature.

In possibili implementazioni descritte ad esempio utilizzando le figg. 4 e 5, il foro di centraggio 27 puÃ² essere di forma tronco-conica. Ad esempio, la forma tronco conica del foro di centraggio 27 puÃ² essere rastremata, come si vede ad esempio in fig. 4, oppure svasata, come si vede ad esempio in fig. 5, in entrambi i casi con riferimento alla direzione dell'asse di centraggio X, nel verso dall'interno all'esterno della coppa acetabolare 12.

Secondo le forme realizzative qui descritte, la conformazione del perno di centraggio 18 configurato a concavitÃ /convessitÃ puÃ² consentire un inserimento con minori rischi di scheggiatura della superficie del perno di centraggio 18 stesso.

Infatti, un andamento curvilineo, od ondulato, del suddetto perno di centraggio 18 puÃ² definire una superficie di contatto che agevola lo scivolamento della parete laterale 32 del foro di centraggio 27, ma allo stesso tempo, in virtÃ¹ della ridotta o minimizzata differenza minima di raggio I nella parte superiore del perno di centraggio 18, viene mantenuto adeguatamente l'effetto di guida del gruppo di centraggio 33.

In ulteriori forme di realizzazione, descritte ad esempio con riferimento alla fig. 6, il foro di centraggio 27 puÃ² presentare una conformazione a convessitÃ /concavitÃ , cioÃ ̈ un inversione di concavitÃ , lungo l'asse di centraggio X, ad esempio in modo opposto alla configurazione a concavitÃ /convessitÃ del citato perno di centraggio 18. Vale a dire, il foro di centraggio 27 puÃ² presentare una parte convessa 34 piÃ¹ interna ed una parte concava 36 piÃ¹ esterna. Ad esempio, a tale fine la parete laterale 32 del foro dÃ¬ centraggio 27 puÃ² essere sagomata ondulata in modo opportuno. In particolare, in questo caso l'andamento della parete laterale 32 puÃ² presentare un restringimento, parte convessa 34, in prossimitÃ della superficie interna della coppa 24, fino al raggio minore R, per poi allargarsi, parte concava 36, ad esempio per il tramite di un flesso 35 in cui Ã ̈ prevista l'inversione di concavitÃ .

Un possibile vantaggio delle forme di realizzazione, descrÃ¬tte ad esempio con riferimento alla fig. 6, Ã ̈ che puÃ² essere mantenuta una differenza minima di raggio I ridotta nella parte iniziale dell'inserimento ed inoltre viene smussato, od eliminato, il bordo esterno 31, definendo invece una superficie curva, bombata, raccordata o smussata, come ad esempio quella della parte convessa 34. CiÃ² puÃ² ridurre ulteriormente la probabilitÃ di scheggiature, aggiungendosi al medesimo effetto prodotto del restringimento del perno di centraggio 18 nella sua parte concava 19. Inoltre l'incontro delle superfici curvilinee presenti sia nel perno di centraggio 18 sia nel foro di centraggio 27 puÃ² produrre uno scivolamento agevolato lungo l'asse di centraggio, avanzando verso il fondo 30 del foro di centraggio 27. In altri esempi ancora, il foro di centraggio 27 puÃ² essere di forma curvilinea.

In ulteriori forme di realizzazione, descritte ad esempio con riferimento alle figg. 7 e 8, il foro di centraggio 27 puÃ² presentare una sezione con configurazione, intesa lungo l'asse di centraggio X, che Ã ̈ mista, combinata lineare e curvilinea, ad esempio definita da una porzione cilindirica ed una porzione concava o convessa.

Gli esempi realizzativi descritti utilizzando le figg.

7 e 8 possono consentire una semplicitÃ realizzativa, in virtÃ¹ della presenza di un tratto lineare nella parte cilindrica, tipicamente di piÃ¹ agevole produzione. Vengono, inoltre, mantenuti in ogni caso i vantaggi di guida e centraggio connessi alla discussa ridotta differenza minima di raggio I.

In possibili implementazioni, con riferimento ad esempio alla fig. 7, il foro di centraggio 27 puÃ² presentare una parte cilindrica verso l'interno della coppa acetabolare 12 ed una parte concava verso l'esterno. Ad esempio, la parete laterale 32 del foro di centraggio 27 puÃ² presentare una parte cilindrica 37a ed una parte concava 38a, ad esempio raccordate da un flesso 35a.

In possibili implementazioni, con riferimento ad esempio alla fig. 8, il foro di centraggio 27 puÃ² presentare una parte convessa 37b verso l'interno della coppa acetabolare 12 ed una parte cilindrica 38b verso l'esterno. Ad esempio, la parete laterale 32 del foro di centraggio 27 puÃ² presentare una prima parte convessa 37b ed una seconda parte cilindrica 38b, ad esempio raccordate da un flesso 35b. Questa forma di realizzazione, inoltre, presentando il bordo esterno 31 smussato od eliminato in favore di una superficie curva, bombata o raccordata, puÃ² ridurre la probabilitÃ di scheggiature, come ad esempio discusso con riferimento a fig. 6.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Protesi acetabolare comprendente: - una coppa acetabolare (12); un inserto acetabolare (11), configurato per essere stabilmente accoppiato all'interno della coppa acetabolare (12) e per ricevere una testa di articolazione (51); - un gruppo di centraggio (33) configurato per guidare e centrare l'inserimento e stabile posizionamento dell'inserto acetabolare (11) nella coppa acetabolare (12), detto gruppo di centraggio (33) comprendendo un foro di centraggio (27) previsto nella coppa acetabolare (12) ed un perno di centraggio (18) previsto sull'inserto acetabolare (11) e che si sviluppa lungo un asse di centraggio (X), configurato per essere inserito nel foro di centraggio (27), caratterizzata dal fatto che detto perno di centraggio (18) Ã ̈ provvisto di una superficie laterale esterna (29) che presenta un andamento ondulato lungo l'asse di centraggio (X).
2. Protesi acetabolare come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la superficie laterale esterna (29) presenta almeno una parte concava (19) seguita da almeno una parte convessa (21).
3. Protesi acetabolare come nella rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che il perno di centraggio (18) Ã ̈ esternamente sporgente dall'inserto acetabolare (11), la parte concava (19) sviluppandosi dall'inserto acetabolare (11) e la parte convessa (21) essendo a valle della parte concava (19) rispetto all'inserto acetabolare (11).
4. Protesi acetabolare come nella rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che la parte concava (19) del perno di centraggio (18) Ã ̈ raccordata in modo continuo alla parte convessa (21) da un flesso (20) di raccordo.
5. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 4, caratterizzata dal fatto che la parte convessa (21) Ã ̈ prevista con un raggio maggiore (ri) che rappresenta la parte piÃ¹ larga dell'intero perno di centraggio (18) e la parte concava (19) Ã ̈ prevista con raggio minore (r2) inferiore a detto raggio maggiore (ri).
6. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto inserto acetabolare (11) e detta coppa acetabolare (12) presentano essenzialmente una simmetria assiale intorno a detto asse di centraggio (X).
7. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il perno di centraggio (18) Ã ̈ disposto in una zona polare (17) dell'inserto acetabolare (11) ed il foro di centraggio (27) Ã ̈ previsto in una zona polare (37) della coppa acetabolare (12).
8. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'inserto acetabolare (11) Ã ̈ configurato per realizzare un accoppiamento conico con la coppa acetabolare (12).
9. Protesi acetabolare come nella rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che l'inserto acetabolare (11) presenta una superficie esterna dell'inserto (13) almeno in parte tronco-conica e la coppa acetabolare (12) presenta una superficie interna della coppa (24) almeno in parte tronco-conica, coniugata alla superficie esterna dell'inserto (13).
10. Protesi acetabolare come nella rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che la superficie esterna dell'inserto (13) comprende una fascia anulare troncoconica (13a) ed una porzione a calotta (13b) che si estende dalla fascia anulare tronco-conica (13a) e la superficie interna della coppa (24) comprende una fascia anulare tronco-conica (24a) ed una porzione a calotta (24b) che si estende dalla fascia anulare tronco-conica (24a).
11. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il foro di centraggio (27) Ã ̈ cieco, oppure Ã ̈ passante.
12. Protesi acetabolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il foro di centraggio (27) Ã ̈ previsto con una forma scelta in un gruppo comprendente: - sezione trasversale a raggio (R) costante lungo l'asse di centraggio (X), in particolare cilindrico; - tronco-conica, in particolare rastremata o svasata; - curvilinea; - a convessitÃ /concavitÃ ; - mista, combinata lineare e curvilinea.
13. Inserto acetabolare (11) configurato per essere stabilmente accoppiato all'interno di una coppa acetabolare (12) di una protesi acetabolare (10) e per ricevere una testa di articolazione (51), comprendente un perno di centraggio (18) che si sviluppa lungo un asse di centraggio (X), configurato per essere inserito in un foro di centraggio (27) della coppa acetabolare (12) per definire un gruppo di centraggio (33) configurato per guidare e centrare l'inserimento e stabile posizionamento dell'inserto acetabolare (11) nella coppa acetabolare (12), caratterizzato dal fatto che detto perno di centraggio (18) Ã ̈ provvisto di una superficie laterale esterna (29) che presenta un andamento ondulato lungo l'asse di centraggio (X).