ITTO980802A1 - Dispositivo spruzzatore per impianti antincendio. - Google Patents

Dispositivo spruzzatore per impianti antincendio. Download PDF

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ITTO980802A1
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IT
Italy
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spraying device
shutter
passageway
shaft
fluid
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IT98TO000802A
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Costanzo Gadini
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Eltek Spa
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    • A62LIFE-SAVING; FIRE-FIGHTING
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    • A62C37/08Control of fire-fighting equipment comprising an outlet device containing a sensor, or itself being the sensor, i.e. self-contained sprinklers
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale dal titolo:
” DISPOSITIVO SPRUZZATORE PER IMPIANTI ANTINCENDIO”
RIASSUNTO
Viene descritto un dispositivo spruzzatore per impianti antincendio, atto ad essere accoppiato con una linea di alimentazione di un fluido e posizionato in un ambiente che deve essere protetto da un incendio.
Il dispositivo (1) comprende mezzi di attuazione (13) sensibili alla temperatura ambiente, atti a determinare, al superamento di una data soglia di temperatura ambiente, il movimento di mezzi otturatori (8-12), al fine di consentire il deflusso del fluido da detta uscita (4). Tali mezzi di attuazione (13) comprendono un contenitore infrangibile definente una cavità interna atta al contenimento di un materiale che aumenta e diminuisce di volume in funzione della temperatura di detto contenitore, quest’ultima essendo determinata direttamente dalla temperatura dell’ambiente, un albero (17) mobile in funzione dell’aumento e della diminuzione di volume di detto materiale, mezzi di chiusura e tenuta per detta cavità e detto albero (17).
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo spruzzatore per impianti antincendio. I dispositivi del tipo citato, noti anche con il termine inglese “sprinkler”, sono solitamente accoppiati ad una linea di alimentazione di un fluido o liquido soto pressione, tipicamente acqua, e disposti al di sopra di un’area predeterminata che si desidera proteggere da danni eventualmente causati da un incendio.
Solitamente il dispositivo spruzzatore comprende un corpo realizzato in materiale metallico, avente un condotto di ingresso ed un condotto di uscita, tra i quali è definito un passaggio per il liquido; il condotto di ingresso è atto all’accoppiamento con la citata linea di alimentazione del fluido, mentre inferiormente al condotto di uscita è solitamente disposto un mezzo diffusore, solidale al corpo del dispositivo spruzzatore e atto ad irrorare il liquido con un getto a pioggia sull’area che si desidera proteggere.
A monte o in corrispondenza del condotto di uscita è posto un otturatore che, in condizioni normali (ossia in assenza di incendio), previene l’uscita del liquido dal corpo del dispositivo spruzzatore. Al corpo del dispositivo spruzzatore sono poi associati mezzi sensibili alla temperatura ambiente, solitamente esposti direttamente all’area che si desidera proteggere; al superamento di una soglia predeterminata di temperatura (che si considera indicativa della sussistenza di un incendio), tali mezzi determinano uno spostamento dell’otturatore, tale da consentire il passaggio del liquido attraverso il condotto di uscita, verso il sottostante diffusore, che provvede cosi ad irrorare l’area da proteggere.
Come si vede, i dispositivi del tipo citato sono atti a produrre l’apertura automatica della linea di alimentazione del liquido, al fine di ottenere lo spegnimento di fiamme, in presenza di un aumento della temperatura ambiente ritenuto eccessivo; da quanto sopra si intuisce altresì come i dispositivi spruzzatori o sprinkler debbano essere dotati di mezzi sensibili alla temperatura dell’ ambiente in cui si trovano ad operare, ed essere rapidi ad intervenire in conseguenza al superamento di una soglia di temperatura predefinita.
I mezzi sensibili alla temperatura dell’ ambiente, che come detto sono previsti anche per abilitare la fuoriuscita del fluido dal dispositivo spruzzatore, possono essere di vario tipo. Solitamente tali mezzi sono costituiti da un contenitore chiuso ermeticamente, quale un bulbo in vetro, entro il quale è contenuto un materiale dilatabile in funzione della temperatura assunta dal contenitore stesso; in caso di incendio, l’aumento del volume del materiale dilatabile, conseguente ad un aumento della temperatura del contenitore, determina la rottura di quest’ultimo.
Secondo tale tipo di soluzione, il contenitore è posizionato nel corpo dello spruzzatore in modo tale da mantenere un tappo otturatore in chiusura del condotto di uscita del liquido, a mo’ di puntello o colonna di sostegno; la rottura del contenitore, per effetto della eccessiva temperatura ambiente, viene quindi a privare del proprio sostegno il tappo che, sotto la spinta della pressione del fluido presente nel passaggio, viene espulso dal corpo del dispositivo spruzzatore, così liberando il flusso del liquido.
In altre soluzioni note, in luogo di un bulbo in vetro, è previsto l’impiego di elementi sensori realizzati con leghe fondenti a temperature predefinite; in tali casi è solitamente previsto un cinematismo meccanico, avente due parti in equilibrio precario saldate tra loro con una lega fondente, al fine di realizzare una colonna di sostegno stabile per il tappo otturatore; la fusione della lega, per effetto della eccessiva temperatura ambiente, libera il cinematismo, nel senso che i due particolari possono scomporsi, liberando il tappo otturatore, e quindi aprendo il condotto di uscita del liquido.
Le suddette soluzioni, per quanto mediamente precise ed affidabili, presentano tuttavia l’inconveniente che i mezzi sensibili alla temperatura dell’ambiente sono di tipo monouso, nel senso che essi diventano di fatto inutilizzabili a seguito del loro primo intervento, con la conseguente necessità di dover provvedere alla loro sostituzione.
Inconveniente correlato è poi costituito dal fatto che i dispositivi spruzzatori utilizzanti i suddetti mezzi sensibili alla temperatura del’ambiente non sono in grado di consentire il ripristino automatico della condizione di chiusura del condotto di alimentazione del fluido, e quindi di interrompere l’erogazione del fluido anche al cessare dell’incendio, con il conseguente rischio di danni prodotti da allagamenti.
In altri spruzzatori noti, i mezzi sensibili alla temperatura ambiente provvedono invece ad azionare un otturatore, suscettibile di movimento tra una posizione di chiusura ed una posizione di apertura del passaggio del liquido; tali spruzzatori vengono attuati in apertura dall’aumento di temperatura ambiente, per poi ritornare nella condizione iniziale di chiusura, al cessare delle cause di intervento, cosi evitando possibili danni da allagamento.
Le soluzioni note a tal riguardo, tuttavia, presentano l’inconveniente di utilizzare un bimetallo quale mezzo sensore ed attuatore che, avendo debole forza (nell’ordine di alcuni grammi) e corsa limitata (pochi decimi di millimetro con bimetalli piccoli o comunque pochi millimetri con bimetalli di dimensioni grandi, ossia dimensioni nell’ordine di alcune decine di millimetri) non è atto ad effettuare un azionamento diretto dell’otturatore del dispositivo spruzzatore; in questi casi il dispositivo spruzzatore deve quindi essere equipaggiato di un complesso circuito servoidraulico, per trasformare il modesto movimento del bimetallo in un ampio movimento dell’otturatore, di forza tale da vincere la pressione del fluido.
Altri dispositivi spruzzatori noti prevedono l’utilizzo di un otturatore azionato da un motore; in tali casi deve essere previsto un apposito termostato elettrico o elettronico di controllo, atto a rilevare la temperatura ambiente ed alimentare elettricamente il motore, per determinare in caso di necessità il movimento dell’otturatore e quindi l’apertura del condotto di uscita del liquido.
Anche tali soluzioni presentano tuttavia degli inconvenienti, principalmente dovuti a ragioni di ingombro, di difficoltà di realizzazione e di costo.
La presente invenzione si propone di risolvere i suddetti inconvenienti, indicando un dispositivo spruzzatore per impianti antincendio che sia di struttura migliorata rispetto all'arte nota.
In tale ambito uno scopo dell’invenzione è quello di indicare un dispositivo spruzzatore dotato di mezzi sensibili alla temperatura. ambiente che non necessitino di sostituzione a seguito del loro primo intervento, e che siano affidabili ed efficienti nel tempo, di ingombro limitato e di costo contenuto.
Altro scopo dellinvenzione è quello di indicare un tale dispositivo spruzzatore che consenta il ripristino automatico della condizione di chiusura del condotto di alimentazione del fluido al cessare dell’incendio.
Questi ed altri scopi, che risulteranno più chiari in seguito, vengono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispositivo spruzzatore per impianti antincendio incorporante le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che formano parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, fomiti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, nei quali:
- la Fig. 1 rappresenta in vista laterale una prima possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione;
- le Figg. 2 e 3 rappresentano in sezione il dispositivo oggetto della presente invenzione, , secondo l’asse A - A di Fig. 1, in due diverse posizioni di lavoro;
- la Fig. 4 rappresenta un elemento termosensibile facente parte del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione,
- le Figg. 5 e 6 rappresentano in vista laterale una seconda possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione, in due diverse posizioni di lavoro,
- le Figg. 7 e 8 rappresentano in sezione il dispositivo oggetto della presente invenzione secondo l’asse B - B di Fig. 5 e l’asse C - C di Fig. 6 rispettivamente, - le Figg. 9 e 10 rappresentano in sezione una terza possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione, in due diverse posizioni di lavoro;
- le Figg. 11 e 12 rappresentano in sezione il dispositivo oggetto della presente invenzione secondo l’asse D - D di Fig. 9 e l’asse E - E di Fig. 10 rispettivamente; - le Figg. 13 e 14 rappresentano con due viste ortogonali una quarta possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione;
- le Figg. 15, 16 e 17 rappresentano in sezione il dispositivo oggetto della presente invenzione secondo l’asse F - F di Fig. 14, in tre diverse condizioni di lavoro;
- la Fig. 18 rappresenta un ingrandimento di una parte della Fig. 17;
- la Fig. 19 rappresenta una possibile variante realizzativa dell’elemento termosensibile facente parte del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione.
Nelle Figg. 1-3 viene illustrata una prima possibile forma realizzativa di un dispositivo spruzzatore per impianti antincendio secondo la presente invenzione.
Tale dispositivo spruzzatore, indicato nel suo complesso con 1, comprende un corpo 2 in materiale metallico, internamente cavo a definire un condotto avente un ingresso 3 ed un‘uscita 4. Alla sua estremità superiore, in corrispondenza dell’ingresso 3, il corpo 2 presenta un attacco o raccordo filettato 5, per il collegamento idraulico ad una linea di alimentazione di un liquido sotto pressione, quale ad esempio acqua, non rappresentata nelle figure per semplicità.
Con 6 è indicata una di due aste di sostegno, che si dipartono dal corpo 2 ai lati dell’uscita 4, per il supporto di un distributore 7; tale distributore 7 è costituito da un elemento di forma sostanzialmente conica 7 A, con vertice rivolto verso l’alto, dalla base del quale si dipartono radialmente dei segmenti 7B leggermente inclinati verso il basso e distanziati tra loro.
Come si nota, il vertice dell’elemento conico 7 A risulta allineato con l’uscita 4; in tal modo, il flusso di liquido che eventualmente fuoriesce dall’uscita 4 percorre liberamente il tratto in aria, presente tra le aste 6, per raggiungere l’elemento 7A ed i segmenti 7B, i quali provvedono a diffondere il flusso con un getto a pioggia.
Con 8 è indicato un otturatore, inserito nel condotto interno al corpo 2 e ivi guidato da un supporto 9 avente forma sostanzialmente a disco; il supporto 9 presenta un’apertura centrale, di guida di una porzione dell’otturatore 8, e delle aperture periferiche 9 A, per il passaggio del liquido; l’otturatore 8 è di tipo di tipo assiale, nel senso che esso opera lungo una direzione sostanzialmente coincidente o parallela all’asse del condotto di transito del fluido.
L’otturatore 8 presenta una porzione a tappo 8 A, dotata di idonei mezzi di tenuta 8B, quali un anello del tipo O-Ring, atta ad occludere l’uscita 4, ed una porzione a stelo 8C, atta allo scorrimento nell’apertura centrale del supporto 9; con 10 è indicato un elemento elastico, quale una molla a spirale, operante tra il supporto 9 e l’otturatore 8, per mantenere durante il funzionamento normale la porzione a tappo 8A di quest’ultimo in chiusura dell’uscita 4.
Con 11 è indicato una leva, infulcrata in un punto 12 ad una delle aste 6.
Una prima estremità della leva 11 è rivolta verso una appendice 8D, che si diparte dalla parte inferiore della porzione a tappo 8A dell’otturatore 8; la seconda estremità della leva 11 è invece rivolta verso un elemento termosensibile, indicato nel suo complesso con 13, il quale è fissato ad una porzione 2A del corpo 2 all’uopo prevista, il fissaggio può vantaggiosamente essere realizzato prevedendo nella porzione 2A un foro con filetto femmina, e definendo un filetto maschio sulla superfìcie esterna dell’involucro dell’elemento termosensibile 13.
L’elemento termosensibile 13, che viene illustrato in dettaglio in Fig. 4, comprende un corpo o involucro 14 realizzato con un materiale termicamente conduttivo; a titolo di esempio, l’involucro 14 può essere realizzato in metallo, ed avere una sezione quadrangolare (in particolare di 6 x 6 mm) o circolare (in particolare di diametro 8 mm); si noti quindi che l’involucro 14 è di tipo infrangibile, anche al raggiungimento di temperature elevate. L’involucro 14 presenta ad una delle sue estremità longitudinali un'apertura AA, ed al suo interno è definita una camera 15, avente ad esempio sezione cilindrica; in tale camera 15 è presente un materiale 16 espandibile in temperatura, in particolare una cera.
Con 17 è indicato un albero o spintore, realizzato ad esempio in acciaio inossidabile, inserito in parte nell’involucro 14, attraverso la citata apertura: come si nota, una porzione dello spintore 17 è direttamente annegata nel materiale 16, la porzione opposta dell'albero fuoriuscendo dall’involucro 14.
Con 18 e 19 sono indicate due sedi, definite in una zona prossima all'apertura dell’involucro 14 da rispettivi allargamenti cilindrici della camera 15; come si nota, la sede 18, più interna all’involucro 14 rispetto all'apertura, ha uno sviluppo verticale maggiore rispetto alla sede 19.
Nella sede 18 sono inserite, nell'ordine, dall'apertura AA, una rondella rigida 20 ed una guarnizione o boccola cilindrica elastica 21; la rondella 20 è preferibilmente realizzata con un materiale metallico, quale ad esempio ottone, la boccola 21 è preferibilmente realizzata in PTFE, o Teflon®, o simile materiale elastico.
Nella sede 19 è invece inserita una rondella 22, preferibilmente in metallo, quale ad esempio ottone, e presentante maggiore diametro rispetto alla rondella 20, la rondella inferiore 20 poggia sullo spallamento definito tra la sede 18 e la camera 15, mentre la rondella superiore 22 poggia sullo spallamento definito tra la sede 18 e la sede 19.
Lo spallameno definito tra la sede 18 e la sede 19 presenta vantaggiosamente una svasatura, a mo’ di imbuto, avente la funzione di agevolare il raggiungimento, in fase di montaggio, da parte dei componenti 20. e 21, della relativa sede 18; vantaggiosamente, la rondella superiore 22 presenta una duplice svasatura, ossia risulta smussata lungo la sua circonferenza, su entrambe le sue facce; tale doppia svasatura della rondella 22, oltre ad agevolare l’inserimento della stessa entro l’apertura, ha la duplice funzione di consentire da un lato un suo preciso accoppiamento con la svasatura dello spallameno definito tra la sede 18 e la sede 19, e dall’altro lato di guidare la deformazione dell’estremità dell’involucro 14 in cui è presente la citata apertura, facendola combaciare meccanicamente con precisione con essa in sede di ribaditura; tale estremità dell’involucro 14 viene infatti sottoposta ad una operazione di ribaditura, in fase di realizzazione dell’elemento 13. Si noti inoltre che la doppia svasatura della rondella 22 consente un agevole montaggio della stessa in un processo di lavorazione automatizzato, poiché non è richiesto un suo orientamento particolare.
Come si nota, quindi, la rondella superiore 22 risulta alloggiata in una prima sede 19, che è diversa dalla seconda sede 18 in cui opera almeno un organo di tenuta radiale 21 sullo spintore 17, e nella quale è inserita anche la rondella 20, le rondelle 20 e 22 cosi delimitando una zona di alloggiamento ben definita e precisa (18,19) per l’organo di tenuta 21; risulta ovvio che detti mezzi di tenuta 21 potrebbero essere anche più di uno ed essere realizzati con forme e/o materiali differenti.
In tal modo, la citata operazione di ribaditura dell’involucro 14 per realizzare la chiusura dell’elemento 13, e quindi di spinta sulla rondella superiore 22, non determina rischi di compressione incontrollata sull’elemento di tenuta costituito dalla boccola 21; ciò proprio in virtù del fatto che la rondella 22 e la boccola 21 sono alloggiate in due sedi diverse, la sede 18 della boccola essendo più interna all’involucro 14 e di dimensioni inferiori rispetto alla sede 19 della rondella 22; ciò evita altresì il rischio che la pressione esercitata sulla rondella nel corso della fase di ribaditura del corpo 14 possa essere eccessiva, e determinare deformazioni o lacerazioni indesiderate della boccola.
Appare peraltro chiaro che utilizzando macchinari di produzione di sufficiente precisione, l’elemento 13 potrebbe essere privo dello spallamento definito tra la sede 18 e la sede 19, pur garantendo le caratteristiche di funzionamento descritte.
Importanti effetti pratici di tale tipo di realizzazione dell’ elemento termosensibile 13, per quello che riguarda il funzionamento della boccola 21, sono determinati anche dalla presenza della rondella inferiore 20. Tale rondella inferiore 20, che funge da mezzi di sostegno inferiori per la boccola 21, consente di definire con precisione la sede in cui la stessa boccola deve operare, garantendo inoltre un’ampia superficie d’appoggio; la rondella inferiore 20 funge infine da ulteriore mezzo di guida per lo spintore 17.
In Fig. 4 l’elemento termosensibile 13 è illustrato in posizione di riposo, nella quale lo spintore 17 risulta arretrato all’interno della camera 15.
A seguito di una trasmissione di calore all’involucro 14, si determina un'espansione del materiale dilatabile 16 e tale espansione determina lo spostamento lineare dello spintore 17 verso l'esterno (sino alla posizione visibile in Fig. 3); quando la trasmissione di calore all’involucro 14 diminuisce o viene interrotta, il materiale dilatabile 16 si contrae, cosi consentendo il graduale ritorno dello spintore 17 nella posizione iniziale di riposo di Fig. 3, sotto la spinta indiretta della molla 10.
Si sottolinea in particolare il fatto che l’attuatore termico 13 è atto ad esercitare una spinta alcune decine di Kilogrammi, effettuando corse o spostamenti di circa 10 millimetri.
Tornando ora alle Figg. 2 e 3, si può notare come la seconda estremità della leva 11 sia rivolta verso lo spintore 17 dell’elemento termosensibile 13, che opera quindi in direzione sostanzialmente parallela rispetto all’asse del dispositivo spruzzatore 1.
In Fig. 2 il dispositivo spruzzatore 1 secondo l’invenzione è rappresentato nella sua posizione di riposo, ossia in assenza di un incendio.
In tali condizioni, i mezzi di tenuta 8B dell’otturatore 8 operano in chiusura lungo al circonferenza dell’uscita 4; in tal modo, quindi, il deflusso del liquido presente in ingresso al corpo 2 è impedito.
Si noti che in generale (e indipendentemente dal tipo di forma realizzativa) il dispositivo spruzzatore secondo l’invenzione viene pretarato, ossia i vari componenti dello stesso vengono assemblati, in modo tale che con temperatura ambiente inferiore ad un predeterminato valore, ad esempio 68°C, l’elemento termosensibile 13 non intervenga, mantenendo il relativo otturatore in chiusura per quanto riguarda l’uscita di liquido; ciò significa che, nel corso dell’uso effettivo del dispositivo, ad esempio in una abitazione, il dispositivo termosensibile non è atto a determinare il deflusso del liquido se non quando la temperatura ambiente raggiunge o supera la temperatura predeterminata.
E’ chiaro che differenti valori di temperatura potranno essere predeterminati, variando la tipologia e/o quantità del materiale espandente 16, oppure variando la posizione e/o il punto di lavoro, dell’elemento termosensibile, ad esempio avvitando o svitando maggiormente il suo involucro nella rispettiva sede filettata presente nel corpo 2.
Nel caso esemplificato nelle Figg. 1-3, ciò consente di variare la posizione relativa tra l’elemento termosensibile 13 e la leva 11, in modo che sia necessaria una maggiore o minore corsa dello spintore 17, per ottenere la movimentazione dell’otturatore 8.
Il dispositivo delle Figg. 1-3 funziona nel modo che segue.
Quando la temperatura nell’ ambiente inizia progressivamente ad aumentare, ad esempio a causa di un incendio, si determina un progressivo innalzamento della temperatura dell’involucro 14 dell’elemento termosensibile 13; tale aumento di temperatura causa una espansione del materiale dilatabile 16 contenuto nel dispositivo termosensibile 13, che a sua volta determina il movimento dello spintore 17 in uscita dall’involucro 14; come si nota in Fig. 3, tale movimento dello spintore 17 determina un movimento angolare della leva 11, che premendo sull’appendice 8D dell’otturatore 8 provoca l’innalzamento di quest’ultimo, in contrasto all’azione della molla 10 ed alla pressione del liquido presente a monte della porzione a tappo 8A.
In tal modo, quindi, l’uscita 4 del dispositivo 1 viene aperta, e quindi il flusso del liquido in ingresso al corpo 2 viene diretto al diffusore 7, e da questo distribuito a pioggia sulla zona da proteggere.
In seguito, quando la temperatura ambiente si abbassa (ad esempio perché l’incendio nell’ambiente in cui opera il dispositivo 1 è stato domato), l’involucro 14 dell’elemento termosensibile 13 si raffredda, ed il materiale 16 in esso contenuto si contrae; ciò consente l’arretramento dello spintore 17 verso la posizione originaria, anche sotto la spinta della molla 10 e dell’otturatore 8, che può ritornare ad occludere l’uscita 4, in tal modo viene interrotto il flusso del liquido che esce dal dispositivo 1, il quale risulta quindi di tipo autoripristinabile. E’ infatti chiaro che nel caso in cui si verifichi un ulteriore incendio, il dispositivo 1 è nuovamente in condizioni di operare come in precedenza descritto.
Nelle Figg. 5-8, che utilizzano in parte i numeri di riferimento delle figure precedenti, per indicare elementi tecnicamente equivalenti, viene illustrata una seconda possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore oggetto della presente invenzione.
In tale forma realizzativa il dispositivo spruzzatore 1 presenta, in luogo di un otturatore lineare, un otturatore 30 sferico forato, di tipo rotante o angolarmente girevole attorno ad una asse trasversale o perpendicolare rispetto all’asse del condotto di transito del liquido nel corpo 2.
Come si nota nelle Figg. 7 e 8, tale otturatore 30, che è alloggiato nel corpo 2 a monte dell’uscita 4 è dotato di un foro centrale 31 e di due appendici laterali 32 e 33.
L’appendice 32 risulta inserita in una idonea sede definita internamente al corpo 2, mentre parte dell’appendice 33 fuoriesce all’esterno del corpo 2, attraverso un foro centrale di un coperchio 34; tale coperchio 34 è destinato ad occludere un’apertura definita nel corpo 2, prevista per consentire l inserimento entro il corpo 2 dell’otturatore 30.
All’estremità dell’appendice 33 che fuoriesce dal coperchio 34 è solidale un ingranaggio 35, atto all’impegno in un cinematismo a cremagliera 36, sostanzialmente a forma di “L”, atto allo scorrimento su idonei mezzi di guida presenti sulla superficie esterna del corpo 2, con.38 è indicato un elemento elastico, quale una molla a spirale, atto a contrastare il movimento del cinematismo 36 in un senso (ossia verso l’alto) e a favorirlo nell’altro (ossia verso il basso).
Il cinematismo a cremagliera 36 è atto ad essere movimentato linearmente verso l’alto dallo spintore 17 dell’elemento termosensibile 13, in contrasto all’azione della molla 38, così da produrre un movimento angolare dell’ingranaggio 35, e quindi la rotazione dell’otturatore 30 ad esso associato; si noti quindi che anche in questa forma realizzativa l’elemento termosensibile 13 opera in direzione sostanzialmente parallela rispetto all’asse del dispositivo spruzzatore 1.
Nelle Figg. 5 e 7 il dispositivo 1 è illustrato nella posizione di riposo, in cui il foro centrale 31 dell’otturatore 30 risulta disposto angolarmente, ovvero in modo ortogonale, rispetto all’asse del condotto interno al corpo 2, in modo da prevenire il passaggio del liquido all’uscita 4.
Anche in questa forma realizzativa, quando la temperatura nell’ambiente inizia ad aumentare, ad esempio a causa di un incendio, l’elemento termosensibile 13 inizia ad operare, come in precedenza descritto con riferimento alla forma realizzativa delle Figg.
1-3.
Il conseguente movimento dello spintore 17 determina lo spostamento verso l’alto del cinematismo a cremagliera 36, il quale provoca il movimento angolare dell' ingranaggio 15 e quindi la rotazione dell’otturatore 30 alla posizione visibile in Fig. 8; come si nota, in tale situazione, il foro 31 dell’otturatore 30 risulta allineato con il passaggio interno al corpo 2, sicché il liquido può liberamente defluire attraverso l’uscita 4 ed essere irrorato come in precedenza descritto.
In seguito, quando la temperatura ambiente si abbassa (ad esempio perché viene spento l’incendio nell’ambiente in cui il dispositivo 1 è posto), l’elemento termosensibile 13 si raffredda, con il conseguente arretramento dello spintore 17 verso la posizione originaria, sotto la spinta della molla 38; l’otturatore 30 può quindi ruotare verso la posizione iniziale di Fig. 7, di occlusione del condotto interno al corpo 2, così interrompendo il flusso del liquido dall’uscita 4.
Nelle Figg. 9-12 viene illustrata, tramite varie sezioni, un’altra possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore secondo la presente invenzione; anche tali figure utilizzano in parte i numeri di riferimento delle figure precedenti, per indicare elementi tecnicamente equivalenti.
In questo caso il dispositivo 1 utilizza un terzo tipo di otturatore simile ad un cassetto, indicato nel suo complesso con 40, ossia operante lungo una direzione sostanzialmente trasversale all’asse del condotto di transito del liquido.
L’otturatore 40 comprende un primo disco o piattello di supporto inferiore 41, inserito in idonea sede definita nel condotto interno al corpo 2, a monte dell’uscita 4, e provvisto di un foro 42; su tale piattello 41 opera in appoggio un secondo piattello o disco mobile 43, provvisto di un foro 44 di dimensioni sostanzialmente coincidenti con quelle del foro 42; con 45 viene poi indicato un terzo disco o piattello superiore, inserito nel condotto interno al corpo 2, superiormente al secondo piattello 43, e provvisto di un foro 46 analogo al foro 42 del piattello 41. .
Come si nota in Fig. 9, i fori 42 e 46 dei piattelli 41 e 45 risultano tra loro allineati, mentre nella posizione di riposo del dispositivo 1, il foro 44 del piattello mobile 43 risulta disassato rispetto ai detti fori 42 e 46, in modo da impedire il passaggio del fluido attraverso l’otturatore 40.
I piattelli 41, 43 e 45, ad esempio realizzati in materiale ceramico, o in PTFE o Teflon® (o altro materiale atto allo scopo, ed in particolare duro superficialmente e/o autolubrificante), sono provvisti di superfici molto ben rifinite e sono posti l’uno sull’altro in modo da assicurare una tenuta ermetica; tale tenuta viene garantita dalla compressione reciproca tra detti piattelli 41, 43 e 45, realizzata a mezzo di una molla a spirale 47, operante tra il piattello superiore 41 ed un elemento di fermo 48, presentante un’apertura centrale, reso solidale al condotto interno al corpo 2.
Dal piattello mobile 43 si diparte un’appendice 43A, passante in una apertura definita nel corpo 2, per terminare in un alloggiamento laterale 49, in cui è presente un elemento elastico, quale una molla a spirale 50, che reaziona tale appendice 49.
Dal lato opposto del corpo 2 è invece prevista una sede 51 per il fissaggio a tenuta, a mezzo di una guarnizione 52, dell’elemento termosensibile 13; come si nota, lo spintore 17 dell’elemento termosensibile 13 risulta inserito in una apertura allineata con il piano di giacitura del piattello mobile 43, in modo tale da poter spingere su quest’ultimo; pertanto, in questo caso, il dispositivo termosensibile 13 opera in direzione sostanzialmente perpendicolare rispetto all’asse del dispositivo spruzzatore 1.
Nella condizione di riposo delle Figg. 9 e 11, il foro 44 del piattello mobile 43 è disallineato rispetto ai fori 42 e 46 dei piattelli 41 e 45, sicché il condotto interno al corpo 2 risulta occluso e non vi può essere transito di liquido verso l’uscita 4.
Quando il dispositivo termosensibile 13 viene invece eccitato dall’aumento di temperatura ambiente, nei modi in precedenza descritti, il movimento dello spintore 17 provoca lo spostamento del piattello mobile 43, in contrasto all’azione della molla 50. Come si nota nella Fig. 9, a seguito di tale attuazione, i fori 42, 44 e 46 risultano ora allineati tra loro, in modo tale da consentire un passaggio del liquido verso l’uscita 4, per la sua irrorazione a pioggia.
E’ evidente che anche in questo caso, quando la temperatura ambiente si abbassa, il dispositivo termosensibile 13 si raffredda, con il conseguente arretramento dello spintore 17 verso la posizione originaria, sotto la spinta della molla 50 e del piattello 43, che può quindi ritornare nella posizione di Fig. 8 e 10, di occlusione del condotto interno al corpo 2, cosi interrompendo il flusso del liquido all’uscita 4.
Nelle Figg. 13-18 viene illustrata una ulteriore possibile forma realizzativa del dispositivo spruzzatore secondo la presente invenzione; anche tali figure utilizzano in parte i numeri di riferimento delle figure precedenti, per indicare elementi tecnicamente equivalenti. Il dispositivo 1 comprende in questo caso un corpo 2 in cui è definita una camera laterale 60, un’estremità della quale è chiusa a mezzo di un tappo 60A; come risulterà in seguito, la camera 60 è messa in comunicazione idraulica con l’ingresso 3 e, a mezzo di un passaggio 65, con l’uscita 4.
Come si nota nelle Figg. 15-17, al corpo 2 è fissato un elemento termosensibile 13, il cui spintore 17 è atto ad operare in spinta su una estremità di un cursore mobile 62, l’altra estremità del quale è reazionata da elemento elastico 63, alloggiato entro la camera 60, quale una molla a spirale; il cursore 62 è dotato di una guarnizione di tenuta 64, atta ad occludere il condotto interno 65 di un otturatore 66, il quale è mobile entro il passaggio 61
L’otturatore 66 è reso solidale ad una estremità di una membrana mobile 67 (ad esempio realizzata in PTFE o Teflon®, o in lamierino flessibile), in particolare a mezzo di un anello elastico 68, che opera anche come elemento di tenuta sui bordi 61A del passaggio 61, Torturatore 66 è inoltre provvisto di prime terminazioni 66A, atte allo scorrimento entro il passaggio 61, del tipo a croce, e quindi atte a lasciare defluire il liquido anche entro tale passaggio quando l’otturatore 66 è in posizione di apertura (si veda ad esempio Fig. 18); l’otturatore 66 è altresì provvisto di seconde terminazioni 66B arte a ricevere la spinta dell’estremità del cursore 62, quando questo viene movimentato dallo spintore 17 del dispositivo termosensibile 13 (si veda ad esempio Fig. 16).
Sulla membrana 67 sono previsti alcuni fori 67A, che consentono di mettere in comunicazione l’ingresso 3 del corpo 1 con la camera 60, la superficie totale di tali fori 67A è in particolare minore della superficie libera nel condotto 65 interno all’ otturatore 66.
Molto schematicamente, il funzionamento del dispositivo spruzzatore 1 delle Figg. 13-18 è il seguente; si tenga presente a tal fine che, come nei casi in precedenza descritti, il dispositivo 1 è del tipo normalmente chiuso, e che quindi la posizione di Fig. 15 corrisponde alla condizione di riposo, ossia di assenza di un incendio.
In tale condizione, la guarnizione 64 del cursore 62, soggetto all’azione della molla 63, opera in chiusura del condotto 65 interno all’otturatore 66, e l’otturatore stesso, a mezzo della guarnizione 68, opera in chiusura del passaggio 61, il liquido riempie, oltre all’ingresso 3, anche la camera 60, in virtù dei fori 67A della membrana 67.
In tali condizioni, nella camera 60 si determina una pressione P, che è uguale alla pressione P presente nell’ingresso 3 (Fig. 15), tale pressione P interna alla camera è tale da operare in spinta sulla membrana 67 per mantenere l’otturatore 66, guidato dalle proprie terminazioni 66 A, in chiusura del passaggio 61; come detto, Torturatore 66 opera in tenuta sui bordi 61 A tramite la guarnizione 68, così impedendo il deflusso del fluido dall’ingresso 3 verso l’uscita 4.
Quando la temperatura nell’ambiente inizia progressivamente ad aumentare, ad esempio a causa di un incendio, si determina un progressivo innalzamento della temperatura del corpo dell’elemento termosensibile 13; tale aumento di temperatura causa una espansione del materiale dilatabile 16 contenuto nell’elemento termosensibile 13, che a sua volta determina il movimento dello spintore 17 in uscita dal relativo corpo 14; tale movimento dello spintore 17 si traduce in un movimento del cursore 62, in contrasto all’azione della molla 63, in apertura del passaggio 65 interno all’otturatore 66.
In tale condizione intermedia, illustrata in Fig. 16, la guarnizione 64 del cursore 62 opera in apertura del condotto 65 interno all’otturatore 66, ed il liquido presente nella camera 60 defluisce verso l’uscita 4, tramite il condotto 65 stesso; si noti che il liquido che può fluire, tramite i fori 67A della membrana 67, dall’ingresso 3 nella camera 60 risulta essere limitato in portata, rispetto a quella che può fluire attraverso il condotto 65, a causa delle dette differenti sezioni.
Nel modo suddetto, nella camera 60 si determina quindi una riduzione della pressione al valore P’ dell’uscita 4, che comunemente risulta essere a pressione atmosferica (Fig. 16). In tale situazione, la pressione P presente nell’ingresso 3 è tale da vincere la pressione P’ presente nella camera 60, iniziando a movimentare in senso opposto al precedente la membrana 67 e quindi l’otturatore 66, si noti anche che, quando l’estremità del cursore 62 giunge in appoggio sulle terminazioni 66B, anche la spinta dell’attuatore 13 contribuisce a movimentare l’otturatore 66.
Come si nota nelle Figg. 17 e 18, ove il dispositivo 1 è illustrato in completa apertura, lo spostamento dell’otturatore 66 libera a questo punto il passaggio 61, nel quale il liquido proveniente dall’ingresso 3 può defluire ai lati delle terminazioni 66A, che come detto hanno una sezione a croce.
Il liquido può quindi raggiungere l’uscita 4 e, da questa, giungere al distributore 7, dove il flusso viene allargato a formare una pioggia suH’ambiente da proteggere.
E’ chiaro che, in seguito, quando la temperatura ambiente si abbassa (ad esempio perché viene spento l’incendio neH’ambiente), l’elemento termosensibile 13 si raffredda e il materiale 16 in esso contenuto si contrae; ciò determina l’arretramento dello spintore 17, in virtù del ritorno del cursore 62, soggetto alla reazione della molla 63, verso la posizione di partenza.
In tali condizioni, la guarnizione 64 del cursore 62 ritorna ad operare in chiusura su! condotto 65 interno all’otturatore 66, ed il liquido presente nella camera 60 aumenta di pressione, sino al valore P originario, uguale alla pressione nell’ingresso 3 e maggiore della pressione nell’uscita 4, tale aumento di pressione nella camera 60 determina quindi un movimento della membrana 67 opposto al precedente; l’otturatore 67, solidale alla membrana 67, quindi si sposta, portando la guarnizione 68 ad effettuare tenuta sui bordi 61 A del passaggio 61, che così risulta chiuso; in tal modo viene interrotto il flusso del liquido all’uscita 4.
Il funzionamento del dispositivo 1 secondo la forma realizzativa delle Figg. 13-18 è quello tipico di una valvola di tipo servoassistito, che sfrutta cioè la stessa pressione del liquido di rete per agevolare le operazioni di apertura e chiusura, abbinata ad un azionamento diretto tramite un elemento termostatico 13.
Nel caso dell’applicazione secondo la presente invenzione, tale soluzione servoassistita è atta a garantire il funzionamento certo del dispositivo 1 anche in presenza di elevate pressioni del fluido, in quanto l’attuatore 13 non è chiamato a contrastare interamente la forza esercitata dalla pressione P sull’otturatore 66, bensì sono quella esercitata sulla superficie del cursore 62, che ha minore ampiezza; la spinta prodotta dell’ attuatore 13 sulle terminazioni 66B dell’otturatore 66 consente inoltre di ovviare ad eventuali anomalie, quali ad esempio inceppamenti dell’otturatore stesso, dovuti ad incrostazioni, o ad anni di inattività; si noti al riguardo che, in tali condizioni anomale, un bimetallo non risulterebbe sufficiente a determinare l’apertura del passaggio del liquido.
Si noti che elementi termosensibili 13 aventi anche funzione di attuatore, del tipo previsto secondo la presente invenzione sono di realizzazione semplice ed economica, ed atti a sviluppare una notevole potenza, in rapporto alle loro dimensioni contenute.
Ciò permette di ridurre gli ingombri dell’elemento termosensibile/attuatore, pur ottenendo una uguale o maggiore potenza sviluppabile dallo stesso rispetto alle soluzioni note, e garantendo una notevole affidabilità, precisione e rapidità di intervento; da ciò consegue altresì la possibilità di realizzare dei dispositivi spruzzatori 1 di ingombro complessivamente inferiore rispetto a quelli previsti dall’arte nota.
Va altresì sottolineato il fatto che, secondo gli esempi sopra descritti dell’invenzione, la movimentazione dello spintore 17 è determinata direttamente dall’espansione del materiale dilatabile 16, ossia tale movimentazione non è “mediata” da alcun mezzo di isolamento tra i due elementi, quali una membrana in gomma; l’elemento 13 differisce quindi dalle tipologie di attuatori termici noti, comunemente utilizzati nelle valvole termostatiche ad impiego sanitario, i quali necessitano di una membrana di isolamento tra la camera di espansione del materiale dilatabile e lo spintore; tale membrana utilizzata nella applicazioni note, è comunemente realizzata in materiali elastici non idonei ad operare a temperature superiori ai 100 °C. L’elemento termosensibile 13, al contrario, è idoneo ad operare anche a temperature superiori ai 20.0 °C; in virtù dell’impiego della boccola 21 in PTFE, o Teflon®.
Da quanto sopra risulta quindi evidente come l’oggetto della presente invenzione risulti migliorativo rispetto alla tecnica nota.
Rispetto alle soluzioni note impieganti bulbi frangibili o leghe fondenti, il dispositivo spruzzatore 1 secondo ['invenzione presenta il vantaggio di essere dotato di mezzi sensibili alla temperatura ambiente che non debbono essere necessariamente sostituiti a seguito del primo intervento.
Altro vantaggio è che dispositivo spruzzatore 1 secondo l invenzione può quindi essere realizzato in modo da essere autoripristinabile.
Rispetto alle soluzioni note impieganti elementi a bimetallo, il dispositivo spruzzatore 1 secondo l’invenzione consente, nonostante le dimensioni molto contenute del proprio elemento termosensibile 13, di sviluppare potenze notevoli, atte a ridurre il rischio di inceppamenti dell’otturatore dovuti ad incrostazioni, o ad anni di inattività Vantaggio connesso è il fatto l’impiego elemento termosensibile 13 consente di impiegare per il dispositivo 1 innumerevoli soluzioni tecniche ai fini del sistema di otturazione, pur con ridotte dimensioni e ridotti costi; come si è in precedenza descritto, infatti, è possibile prevedere otturatori a movimento assiale, angolare o perpendicolare rispetto alla direzione del flusso da intercettare, ovvero sistemi di otturazione che sfruttano la stessa pressione del liquido per agevolare le operazioni di apertura e chiusura del dispositivo.
Dalla descrizione effettuata risultano pertanto chiare le caratteristiche del dispositivo spruzzatore per impianti antincendio oggetto della presente invenzione, così come chiari risultano i suoi vantaggi.
E' chiaro che numerose varianti sono possibili per l'uomo del ramo al dispositivo spruzzatore per impianti antincendio descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti di novità insiti nell'idea inventiva, cosi come è chiaro che nella pratica attuazione dell'invenzione i vari elementi descritti potranno essere di forma e materiali differenti, e sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.
Ad esempio, al riguardo del tipo di realizzazione deU’elemento termosensibile 13, si segnala la possibilità di utilizzare più elementi di tenuta, per la chiusura dell’involucro 14. Similmente, la boccola 21, in quanto soggetta a deformazioni in adattamento alle superfìci e/o gli spazi liberi che la circondano, potrebbe avere geometria differente da quella illustrata a mo’ d’esempio.
Con riferimento alla forma realizzativa delle Figg. 1-3, si segnala la possibilità di prevedere più elementi termosensibili 13 in parallelo, al fine di aumentare la potenza disponibile per vincere la spinta contraria del fluido in pressione, la quale è tanto maggiore quanto più è ampia la superficie dell’otturatore.
Con riferimento alla forma realizzativa delle Figg. 13-18, il passaggio 61 e tutti i particolari ad esso correlati, quali l’attuatore 13, il cursore 62, la membrana 67, eccetera, potrebbero essere orientati angolarmente rispetto all’ingresso 3 (ad esempio a 45° anziché 90°), al fine di ridurre la tortuosità del percorso del fluido.
Una ulteriore possibile variante riguarda il tipo di realizzazione dell’elemento termosensibile, che potrebbe essere del tipo di quello rappresentato in Fig. 19.
Tale elemento termosensibile, indicato 105 presenta un corpo IOSA, definente una camera di contenimento per un materiale termodilatabile, indicato con 105B, che in questo caso è di tipo liquido, ad esempio un particolare tipo di alcool o solvente.
Il corpo 105 A presenta un’apertura longitudinale, la quale risulta chiusa da una rondella 105G, in materiale rigido; in corrispondenza del foro centrale della rondella 105G è fissato un soffietto a tenuta in materiale metallico 105H, chiuso ad una estremità, il quale si estende verso l’interno della camera contenente il liquido 105B, infine, con 106 è indicato lo spintore dell’elemento termosensibile, il quale risulta parzialmente inserito nel soffietto 105H, attraverso il foro centrale della rondella 105G.
Ai fini del montaggio dell ’elemento 105, il soffietto 105H viene fissato al foro centrale della rondella 105G, tale accoppiamento tra le parti essendo assicurato tramite saldatura, brasatura, stagnatura, o simile procedimento. Si noti che la rondella 105G presenta, su una sua faccia, una sagomatura in prossimità del suo bordo, e che il soffietto 105H si estende dalla faccia opposta di detta rondella.
La rondella 105G viene quindi posizionata in corrispondenza dell’apertura longitudinale del corpo 105 A, e questo viene ribadito meccanicamente, ossia ripiegato, sulla rondella stessa; anche in questo caso, per garantire una chiusura a tenuta certa, la rondella 105G, in corrispondenza della propria suddetta sagomatura, viene sigillata al corpo 105 A, ad esempio tramite saldatura, brasatura, stagnatura, eccetera
A questo punto il soffietto 105H viene opportunamente pretensionato verso l’interno del corpo 105A e lo stesso viene riempito di liquido 105B; il liquido viene immesso entro il corpo 105 A tramite un’idonea apertura, non rappresentata in figura, la quale viene poi richiusa, ad operazione ultimata, tramite una piccola sfera. Infine, nel soffietto 105H viene inserita una porzione dello spintore 106, attraverso il foro centrale della rondella 105G.
Il funzionamento dell’elemento termosensibile 105 è simile a quello già in precedenza descritto con riferimento all’elemento termosensibile 13. In particolare, un aumento della temperatura nell’ambiente determina un innalzamento della temperatura del corpo 105 A e tale aumento di temperatura determina l’espansione del liquido dilatabile 105B, tale espansione del liquido trova sfogo sul soffietto 105H, il quale viene progressivamente compresso verso la rondella 105G, così determinando il movimento dello spintore 106 in uscita dal corpo 105 A.
In seguito, quando la temperatura ambiente si abbassa, il corpo 105 A si raffredda ed il liquido in esso contenuto si contrae, ciò consente l’arretramento dello spintore 106 e del soffietto 105H verso le rispettive posizioni iniziali, anche in virtù dell’azione degli elementi elastici, previsti dal dispositivo spruzzatore sul quale l’elemento termosensibile è impiegato, e della depressione esistente entro il corpo 105 A.
Si noti che l’elemento termosensibile 105 illustrato in Fig. 19 non necessita di alcuna guarnizione in gomma o altro simile materiale degradabile in temperatura; con un tale tipo di realizzazione, inoltre, si potrebbe prevedere un elemento sensore di temperatura remoto rispetto all’elemento termosensibile 105, e collegato ad esso a mezzo di un tubetto metallico capillare e flessibile.
Tra le ulteriori possibili varianti si segnala la possibilità di prevedere dei mezzi di isolamento termico tra l’involucro 14 o 105A dell’elemento termosensibile 13 o 105 ed il corpo 2 del dispositivo spruzzatore 1, al fine di evitare dissipazioni di calore da detto involucro a detto corpo; tali mezzi potrebbero essere ad esempio costituiti da una boccola in idoneo materiale isolante, resa solidale al corpo 2, entro cui fissare l’involucro 14 o 105A.
E’ infine chiaro che, in virtù della elevata potenza disponibile dell’elemento termosensibile 13, numerose altre tipologie di otturatore potrebbero essere vantaggiosamente utilizzate sul dispositivo spruzzatore secondo l’invenzione, pur con ingombri assai limitati.

Claims (47)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo spruzzatore per impianti antincendio, atto ad essere accoppiato con una linea di alimentazione di un fluido e posizionato in un ambiente che deve essere protetto da un incendio, comprendente: - un corpo avente un ingresso (3), collegato a detta linea di alimentazione, ed una uscita (4), per il deflusso del fluido, tra detto ingresso (3) e detta uscita (4) essendo definita una via di passaggio per il fluido, - mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) atti a prevenire, in una rispettiva posizione di riposo del dispositivo spruzzatore (1), il deflusso del fluido da detta uscita (4), - mezzi di attuazione (13;105) sensibili alla temperatura ambiente, atti a determinare, al superamento di una data soglia di temperatura ambiente, un movimento di detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) verso una rispettiva posizione di lavoro per consentire il deflusso del fluido da detta uscita (4), caratterizzato dal fatto che detti mezzi di attuazione (13,105) comprendono: - un contenitore infrangibile (14; 105A) definente una cavità interna (15) atta al contenimento di un materiale (16;105B) che aumenta e diminuisce di volume in funzione della temperatura di detto contenitore (14; 105 A), quest’ultima essendo determinata direttamente dalla temperatura dell’ambiente; - un albero (17; 106) mobile in funzione dell’aumento e della diminuzione di volume di detto materiale (16;105B) tra una posizione di riposo ed una posizione di lavoro, per movimentare detti mezzi otturatori (8-12,30-36,40;60-68) tra la loro posizione di riposo e la loro posizione di lavoro rispettivamente; - mezzi di chiusura e tenuta (20-22;105G-105H) per detta cavità (15) rispetto a detto albero (17; 106).
  2. 2. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che, alla discesa della temperatura ambiente al di sotto di detta data soglia di temperatura, il movimento di detto albero (17,106) dalla propria posizione di lavoro alla propria posizione di riposo è atto a determinare il ritorno verso la rispettiva posizione di riposo di detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68).
  3. 3. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto albero (17) presenta almeno una prima porzione di estremità costantemente inserita in detta cavità (15) ed una seconda porzione di estremità costantemente all’ esterno di detta cavità (15), detta prima porzione di estremità essendo in particolare costantemente inserita in detto materiale (16), ovvero direttamente in contatto con esso.
  4. 4. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto materiale (16;105B) è una cera.
  5. 5. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto materiale (16;105B) è un fluido termicamente dilatabile, in particolare un liquido.
  6. 6. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto albero (17; 106) è mobile lungo una direzione sostanzialmente parallela o coincidente rispetto all’asse di detto corpo (1).
  7. 7. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) comprendono un otturatore assiale (8), ossia mobile lungo una direzione sostanzialmente coincidente o parallela all’asse di detta via di passaggio.
  8. 8. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi di guida (9) per detto otturatore assiale (8), alloggiati in detta via di passaggio.
  9. 9. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi elastici (10) per riportare verso una rispettiva posizione di riposo detto otturatore assiale (8) alla discesa della temperatura ambiente al di sotto di detta data soglia di temperatura.
  10. 10. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) comprendono una leva (11), infulcrata a detto corpo (2), un’estremità di detta leva (11) essendo atta ad essere movimentata da detta seconda porzione di detto albero (17,106), l’estremità opposta di detta leva (11) essendo atta a produrre un movimento di detto otturatore assiale (8) in apertura di detta via di passaggio.
  11. 11. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) comprendono un otturatore rotante (30), in particolare angolarmente girevole attorno ad un asse trasversale o perpendicolare rispetto all’asse di detta via di passaggio.
  12. 12. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detto otturatore rotante (30) presenta un foro centrale (31) che in una rispettiva posizione di riposo risulta disposto angolarmente rispetto a detta via di passaggio e in una rispettiva posizione di lavoro risulta allineato con detta via di passaggio.
  13. 13. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) comprendono mezzi cinematici (35,36) per trasformare un movimento lineare dì detto albero ( 17; 106) in un movimento angolare di detto otturatore rotante (30).
  14. 14. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detti mezzi cinematici (35,36) comprendono un ingranaggio (35) solidale a detto otturatore rotante (30) ed un elemento a cremagliera (36), impegnato in detto ingranaggio (35) e atto ad essere movimento linearmente da detto albero (17; 106).
  15. 15. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi elastici (38) per riportare verso una rispettiva posizione di riposo detto otturatore rotante (8) alla discesa della temperatura ambiente al di sotto di detta data soglia di temperatura.
  16. 16. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto albero (17; 106) è mobile lungo una direzione sostanzialmente perpendicolare o angolata rispetto all’asse di detto corpo (1).
  17. 17. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36;40;60-68) comprendono un otturatore a cassetto (40), in particolare comprendente almeno un elemento (43) linearmente mobile lungo una direzione sostanzialmente trasversale rispetto all’asse di detta via di passaggio.
  18. 18. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che detto otturatore a cassetto (40) comprende almeno un primo elemento (41) fissato in detta via di passaggio e provvisto di un foro (42), ed un secondo elemento (43) provvisto di un foro (44), il secondo elemento (43) essendo mobile in detta via di passaggio parallelamente a detto primo elemento (41), sotto l’azione di detto albero (17; 106), i due fori (42,44) risultando disassati nella posizione di riposo del dispositivo (1) ed allineati nella posizione di lavoro del dispositivo (1).
  19. 19. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 18, caratterizzato dal fatto che detto otturatore a cassetto (40) comprende almeno un elemento di supporto e/o compressione (45) per mantenere detto secondo elemento (43) adiacente a detto primo elemento (41).
  20. 20. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 17 o 18 o 19, caratterizzato dal fatto che detti elementi (41,43,45) sono realizzati in materiale ceramico e/o altro materiale duro superficialmente e/o altro materiale autolubrificante.
  21. 21. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 18 o 19, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi (45,47,48) per comprimere tra loro detti elementi (41,43).
  22. 22. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 17 o 18, caratterizzato dal fatto sono previsti mezzi elastici (50) atti a contrastare il movimento di detto elemento mobile (43) verso detta posizione di lavoro e a favorirlo nella direzione opposta.
  23. 23. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi otturatori (8-12;30-36,40;60-68) sono di tipo servoassistito (60-68), che per determinare una loro movimentazione sfruttano la pressione del fluido, in abbinamento ad un azionamento diretto prodotto da detto albero (17; 106).
  24. 24. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di otturazione servo assi siiti (60-68) comprendono una camera (60) atta ad essere messa in comunicazione idraulica con detta via di passaggio.
  25. 25. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di otturazione servoassistiti (60-68) comprendono un cursore mobile (62), reazionato da elemento elastico (63) e atto ad essere movimentato da detto albero (17;106).
  26. 26. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 25, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di otturazione servoassistiti (60-68) comprendono un otturatore mobile (66) per detta via di passaggio, presentante un condotto interno (65) atto ad essere occluso da detto cursore mobile (62).
  27. 27. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di otturazione servoassistiti (60-68) comprendono una membrana mobile (67), fissata tra detto otturatore (66) e detto corpo (3), e provvista di fori (67 A) atti a mettere in comunicazione detta via di passaggio con detta camera (60).
  28. 28. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 27, caratterizzato dal fatto che la superficie totale di detti fori (67A) è minore della superficie libera di detto condotto interno (65) dell’otturatore (66).
  29. 29. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 27, caratterizzato dal fatto che detta membrana mobile (67) è realizzata in lamierino flessibile e/o PTFE e/o Teflon®.
  30. 30. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 27, caratterizzato dal fatto che, nella posizione di riposo del dispositivo (1), detto cursore (62) opera in chiusura di detto condotto interno (65) dell’otturatore (66), e detto otturatore (66) opera in chiusura di detta via di passaggio, in detta camera (60) essendo presente del fluido, avente una prima pressione (P) sostanzialmente uguale alla pressione del fluido presente in detta via di passaggio a monte di detto otturatore (66), detta prima pressione (P) essendo tale da operare in spinta su detta membrana (67) per mantenere detto otturatore (66) in chiusura di detta via di passaggio.
  31. 31. Dispositivo spruzzatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la movimentazione di detto albero (17; 106) è atta a produrre lo spostamento di detto cursore (62) in apertura di detto condotto interno (65) dell’otturatore (66), per consentire al fluido contenuto in detta camera (60) di defluire verso detta uscita (4) e determinare una seconda pressione (P’) del fluido in detta camera (60), inferiore alla precedente, in modo tale che la pressione (P) del fluido presente in detta via di passaggio a monte di detto otturatore (66) possa movimentare detta membrana (67) e quindi detto otturatore (66) in apertura di detta via di passaggio.
  32. 32. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 31, caratterizzato dal fatto che il ritorno di detto albero (17; 106) nella rispettiva posizione di riposo è atto a consentire il ritorno di detto cursore (62) in chiusura di detto condotto interno (65) dell’otturatore (66), con il conseguente ritorno del fluido entro detta camera (60) a detta prima pressione (P) ed il movimento di detta membrana (67) che porta detto otturatore (66) in chiusura di detta via di passaggio.
  33. 33. Dispositivo spruzzatore, secondo una o più delie rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (2) comprende una sede filettata, in cui detto contenitore (14; 105 A) è atto ad essere avvitato, in particolare a tenuta.
  34. 34. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di chiusura e tenuta (20-22) comprendono mezzi di tenuta radiale (21) su detto albero (17), operanti direttamente tra quest’ultimo ed una superficie di detta cavità (18).
  35. 35. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che. detti mezzi di chiusura e tenuta (20-22) comprendono almeno un elemento di chiusura (22), in forma di rondella o similare, atto a cooperare meccanicamente con detto corpo (2) e presentante un’apertura centrale per la guida di detto albero (17).
  36. 36. Dispositivo spruzzatore, secondo le rivendicazioni 34 e 35, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di chiusura e tenuta (20-22) comprendono mezzi di sostegno inferiore (20)- per detti mezzi di tenuta radiale (21), associati a detto corpo (2) in un punto predefinito di questo, detto elemento di chiusura (22) e detti mezzi di sostegno inferiore (20) delimitando una zona di alloggiamento precisa (18) in detto corpo (2) per detti mezzi di tenuta radiale (21).
  37. 37. Dispositivo spruzzatore, secondo le rivendicazioni 34 e 35, caratterizzato dal fatto che detto elemento di chiusura (22) è posizionato in una prima sede (19) definita in detto corpo (2) e che detti mezzi di tenuta radiale (21) sono posizionati in una seconda sede (18) definita in detto corpo (2) e presentante dimensioni inferiori a detta prima sede (19).
  38. 38. Dispositivo spruzzatore, secondo le rivendicazioni 36 e 37, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di sostegno (20) sono alloggiati in detta seconda sede (18).
  39. 39. Dispositivo spruzzatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di sostegno inferiore sono costituiti da una rondella rigida (20), o elemento similare, in particolare in materiale metallico, quale ottone.
  40. 40. Dispositivo spruzzatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di chiusura sono costituiti da una rondella rigida (22), o elemento similare, in particolare in materiale metallico, quale ottone.
  41. 41. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 34, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di tenuta radiale comprendono una boccola (21) di tipo cilindrico, realizzata in PTFE, o Teflon®, o simile materiale elastico.
  42. 42. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto contenitore infrangibile (105 A) presenta un’apertura longitudinale, e che detti mezzi di chiusura e tenuta comprendono un soffietto a tenuta (105H) chiuso ad una estremità, in particolare metallico.
  43. 43. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 42, caratterizzato dal fatto che detto soffietto a tenuta (105H) si estende verso l intemo di detta cavità di contenimento di detto materiale (105B).
  44. 44. Dispositivo spruzzatore, secondo la rivendicazione 42, caratterizzato dal fatto che detto albero (106) è almeno in parte inserito in detto soffietto (105H), attraverso detto forno centrale di detta rondella (105G).
  45. 45. Dispositivo spruzzatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi di isolamento termico tra detto corpo (2) e detto contenitore (14,105A).
  46. 46. Impianto antincendio, comprendente almeno un dispositivo spruzzatore secondo una o più deile rivendicazioni precedenti.
  47. 47. Dispositivo spruzzatore, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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