ITTO20070847A1 - Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie - Google Patents

Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie Download PDF

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ITTO20070847A1
ITTO20070847A1 IT000847A ITTO20070847A ITTO20070847A1 IT TO20070847 A1 ITTO20070847 A1 IT TO20070847A1 IT 000847 A IT000847 A IT 000847A IT TO20070847 A ITTO20070847 A IT TO20070847A IT TO20070847 A1 ITTO20070847 A1 IT TO20070847A1
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IT
Italy
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cap
dispenser
dispenser according
adjustment
plug
Prior art date
Application number
IT000847A
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English (en)
Inventor
Daniele Cerruti
Costanzo Gadini
Original Assignee
Eltek Spa
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47LDOMESTIC WASHING OR CLEANING; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47L15/00Washing or rinsing machines for crockery or tableware
    • A47L15/42Details
    • A47L15/44Devices for adding cleaning agents; Devices for dispensing cleaning agents, rinsing aids or deodorants
    • A47L15/4409Devices for adding cleaning agents; Devices for dispensing cleaning agents, rinsing aids or deodorants by tipping containers or opening their lids, e.g. with the help of a programmer

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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
“Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie”,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione è relativa ai dispensatori di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio domestiche ed è stata sviluppata con particolare riferimento ai dispensatori per lavastoviglie.
Le macchine lavastoviglie sono tipicamente dotate di un dispensatore di agenti di lavaggio che è generalmente configurato per erogare, in momenti differenti di un medesimo ciclo di lavaggio delle stoviglie, due diversi agenti di lavaggio, tipicamente rappresentati da un detersivo in polvere o in forma di pastiglia e da un brillantante liquido. Sono noti anche dispensatori predisposti ai fini dell’erogazione di una sola sostanza liquida.
Nelle soluzioni più diffuse il corpo del dispensatore, che è solitamente fissato alla faccia interna di una porta frontale della macchina, definisce al proprio interno un serbatoio suscettibile di contenere una quantità dell’agente di lavaggio liquido sufficiente per l’effettuazione di più cicli di lavaggio. Il dispensatore è poi dotato di un sistema atto a causare l’erogazione selettiva di singole dosi dell’agente di lavaggio liquido. Il volume delle dosi erogabili deve poter essere regolato o pre-impostato, ad esempio in funzione del tipo di agente liquido utilizzato, oppure a seconda del grado di durezza dell’acqua, o ancora in funzione di scelte proprie dell’utilizzatore.
Nella maggior parte delle soluzioni note il frazionamento del contenuto del serbatoio in singole dosi erogabili viene effettuato sfruttando il movimento di apertura della porta della macchina, sostanzialmente verticale quando chiusa e sostanzialmente verticale quando aperta. Molto schematicamente, il sistema di dosaggio e di erogazione comprende un organo regolatore della dose di brillantante, avente un elemento di dosaggio, quale una vaschetta o una piccola camera. In talune soluzioni, quando la porta della macchina viene portata in posizione orizzontale, ovvero di apertura, una parte del brillantante contenuto nel relativo serbatoio può passare entro il suddetto elemento di dosaggio, ad esempio in forma di vaschetta. Successivamente, quando la porta della macchina viene richiusa, la quantità di brillantante che rimane nella vaschetta di dosaggio realizza la singola dose che viene poi erogata.
Al fine di poter variare il volume delle dosi erogabili il suddetto organo regolatore che integra la vaschetta di dosaggio è posizionabile dall’utilizzatore in una tra una pluralità di possibili posizioni angolari predefinite. Questi sistemi di dosaggio e regolazione sono largamente noti e pertanto la loro descrizione viene qui omessa. Si rimanda, a mero titolo di riferimento, ai documenti DE-A-310 71 36, DE-A- 197 57 679 e DE-A- 195 35 153 quali esempi di tecniche note per la realizzazione di sistemi di regolazione volumetrica delle dosi di agente di lavaggio liquido erogabili da un dispensatore.
L’organo di regolazione è montato in modo assialmente girevole entro il corpo del dispensatore, in corrispondenza del passaggio di caricamento del brillantante nel serbatoio, in modo che una sua porzione sia accessibile proprio attraverso tale passaggio. Questa parte accessibile include un primo riferimento visivo, quale una tacca o una freccia, e nell’ambito del passaggio di caricamento sono a loro volta presenti secondi riferimenti visivi, ad esempio tacche o numeri, delle possibili posizioni di regolazione alternative per l’organo. Ai fini dell’impostazione volumetrica delle dosi, quindi, l’utilizzatore può ruotare l’organo di regolazione nell’ambito del suo alloggiamento, onde allineare il suddetto primo riferimento ad uno tra i secondi riferimenti, rappresentativi delle possibili quantità per le dosi erogabili.
Onde poter ruotare l’organo di regolazione l’utilizzatore deve tipicamente inserire almeno due dita nel passaggio di caricamento del brillantante. Questa operazione risulta disagevole, soprattutto quando effettuata da persone aventi dita relativamente grandi. Alcuni utilizzatori, onde effettuare l’operazione di regolazione, si servono di utensili “occasionali”, quali un giravite o la punta di un coltello, ma questo ha spesso l’effetto di danneggiare o comunque rovinare la parte accessibile l’organo di regolazione, solitamente configurato come un pezzo in materiale termoplastico stampato.
Sono anche stati proposti dispensatori dotati di organi di regolazione che sporgono o hanno parti sporgenti all’ esterno del corpo dispensatore. Tali soluzioni presentano però diversi inconvenienti, quale l’elevato rischio di accidentali variazioni della regolazione impostata, il rischio di scarsa tenuta dell’organo di regolazione rispetto al serbatoio dell’agente liquido, il rischio di inceppamenti a seguito del deposito di sporcizia di lavaggio.
La presente invenzione si propone di risolvere gli inconvenienti citati, in particolare realizzando un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, nel quale la regolazione volumetrica delle dosi di agente di lavaggio liquido erogabile possa essere effettuata in modo semplice e comodo per l’utilizzatore. Altro scopo della presente invenzione è quello di realizzare un tale dispensatore di costruzione estremamente semplice ed economica. Scopo ulteriore dell’invenzione è quello di realizzare un tale dispensatore il cui ingombro verso l’interno di una vasca di una lavastoviglie non sia penalizzato rispetto alle soluzioni note.
Questi ed altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito, sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, avente le caratteristiche delle rivendicazioni allegate. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’ insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiate che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi che illustrano forme di attuazione preferite ma non esclusive dell’invenzione. Nei disegni:
- la figura 1 è una vista schematica in prospettiva di una lavastoviglie incorporante un dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
- le figure 2 e 3 sono viste prospettiche di un dispensatore realizzato in accordo ad una prima forma di attuazione dell’invenzione, in due diverse condizioni;
- le figure 4 e 5 sono due viste parziali in elevazione frontale del dispensatore secondo l’invenzione, in condizioni corrispondenti a quelle delle figure 2 e 3, rispettivamente;
- la figura 6 è una vista prospettica in scala maggiorata di due componenti del dispensatore delle figure 2-5;
- le figure 7, 8 e 9 sono viste parziali in elevazione frontale del dispensatore delle figure 2-6, in rispettive diverse condizioni;
- le figure 10 e 11 sono viste prospettiche di un dispensatore realizzato in accordo ad una seconda forma di attuazione dell’invenzione, in due diverse condizioni;
- la figura 12 è una vista prospettica in scala maggiorata di due componenti del dispensatore delle figure 10-11;
- le figure 13-17 sono viste parziali in elevazione frontale del dispensatore delle figure 10-12, in altrettante condizioni;
- la figura 18 è una vista prospettica in scala maggiorata di un componente secondo una possibile variante dell’ invenzione;
- le figure 19-21 sono schemi a blocchi di ulteriori possibili varianti dell’ invenzione; - le figure 22-24 sono schemi a blocchi di ulteriori realizzazioni di per sé inventive di dispensatori.
In figura 1, con 1 è indicata nel suo complesso una macchina di lavaggio equipaggiata con un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio realizzato secondo la presente invenzione. Nel caso esemplificato la macchina 1 è una lavastoviglie avente un mobile 2 definente al proprio interno una vasca o camera di lavaggio 3. Con 4 è indicata nel suo complesso una porta frontale della macchina 1, incernierata al mobile 2 per ruotare secondo un asse sostanzialmente orizzontale. La faccia interna della porta 4 realizza la superficie frontale della vasca 3 ed in essa è montato, in corrispondenza di una relativa apertura, un dispensatore di agenti di lavaggio secondo un esempio di attuazione della presente invenzione, indicato globalmente con 10. L’invenzione è comunque applicabile anche a dispensatori per macchine di lavaggio di altro tipo e/o aventi configurazione diversa da quella rappresentata. Per maggior chiarezza di rappresentazione, nelle figure 2-9, il dispensatore 10 è stato rappresentato a sé stante o isolatamente, ossia in una condizione non montata sulla porta 4.
La macchina 1 comprende poi tutti gli elementi normalmente noti per il suo funzionamento, che non saranno qui descritti.
Con particolare riferimento all’esempio preferenziale delle figure 2 e 3, il dispensatore 10 ha un corpo 11, preferibilmente formato da una parte frontale ed una parte posteriore unite tra loro, ad esempio tramite saldatura, secondo tecnica nota. Sempre secondo tecnica nota, il corpo 11 definisce una cavità esterna atta a contenere un primo agente di lavaggio, particolarmente un detersivo in polvere o in forma di pastiglia. Tale cavità è chiusa da uno sportello ribaltabile indicato con 12, incernierato ad una sua estremità al corpo 11, secondo tecnica nota. La realizzazione pratica del sistema di erogazione del detersivo solido non è qui descritta, in quanto di per sé nota e prescindente dalla presente invenzione. Si tenga comunque presente che lo sportellino 12 potrebbe essere montato scorrevole sul corpo 11, anziché in modo ribaltabile, o essere di altro tipo.
All’interno del corpo 11 è definito un serbatoio per un agente di lavaggio liquido, che qui si supponga essere un brillantante. La capacità di tale serbatoio, indicato genericamente con 13, è tale da poter contenere una quantità di brillantante sufficiente per l effettuazione di più cicli di lavaggio da parte della lavastoviglie 1. Dall’altro lato, il dispensatore 10 ha un sistema di dosaggio ed erogazione del brillantante, di concezione generalmente nota, ad eccezione dei relativi mezzi di regolazione delle dosi, preferibilmente rappresentati da mezzi di regolazione di tipo volumetrico, che formano oggetto specifico della presente invenzione e che saranno in seguito descritti in dettaglio.
Con 14 è designato un indicatore ottico del livello di brillantante contenuto nel serbatoio 13, realizzato secondo tecnica nota. Con 15 è indicata un’apertura di erogazione del brillantante. Come detto il sistema di erogazione del dispositivo dispensatore secondo l’invenzione è di concezione di per sé nota e, pertanto, esso non verrà descritto in dettaglio. A mero titolo di esempio, il sistema di attuazione volto a produrre sia l’erogazione del detersivo in forma solida che quella del brillantante può essere del tipo descritto in EP-A-0 602 572 oppure in WO 2007 017755, a nome della stessa Richiedente, i cui insegnamenti si considerano qui incorporati. Il sistema per erogare il contenuto del serbatoio 13 in singole dosi di quantità sostanzialmente predefinita è preferibilmente del tipo noto citato nella parte introduttiva della presente descrizione, che sfrutta i movimenti di apertura e chiusura della porta 4 della macchina. Tale sistema potrebbe peraltro essere di qualsiasi altro tipo.
Con 20 è indicato nel suo complesso un tappo asportabile, selettivamente impegnabile in un passaggio o condotto di caricamento del serbatoio 13, tale passaggio essendo indicato complessivamente con 30 in figura 3.
Secondo una caratteristica preferita dell’ invenzione, sulla superficie frontale del corpo 11 del dispensatore 10, in una zona prossima al bordo del passaggio 30, è prevista una pluralità di riferimenti visivi. Nell’esempio raffigurato tali riferimenti sono rappresentati da semplici tacche uguali fra loro, ma si tenga conto che le modalità di realizzazione e di rappresentazione grafica dei suddetti riferimenti può essere di qualsiasi tipo. Ad esempio, i riferimenti potrebbero essere ottenuti in rilievo mediante lo stampaggio del corpo 11, oppure essere impressi con inchiostro indelebile o serigrafati, e comprendere, numeri, lettere, simboli astratti, eccetera.
Come visibile anche nelle figure 4 e 5, i suddetti riferimenti, indicati con 31 e 32, sono disposti secondo una configurazione generalmente arcuata, ovvero lungo il bordo circonferenziale dell’imbocco del passaggio di caricamento 30. Si identificano in particolare un primo riferimento 31 ed una serie di secondi riferimenti, indicati complessivamente con 32 e sostanzialmente equidistanti tra loro. La distanza tra il riferimento 31 ed il primo riferimento 32 della serie (nel senso orario, rispetto alle figure 4 e 5) è maggiore rispetto alla distanza tra due riferimenti 32. Come risulterà maggiormente chiaro in seguito, il riferimento 31 è volto ad indicare una predefinita posizione di inserimento/estrazione per il tappo 20 rispetto al passaggio 30, mentre i riferimenti 32 indicano varie possibili posizioni alternative di un organo di regolazione appartenente al sistema di dosaggio ed erogazione del brillantante.
Con riferimento anche alla figura 6, il tappo 20 comprende un corpo principale 20a che ha, in una sua porzione destinata a rimanere all’esterno del passaggio 30, due riferimenti 21. Questi riferimenti, qui aventi forma di freccia in rilievo, sono previsti in posizioni diametralmente opposte su una porzione a flangia anulare 22 del corpo 20a. La presenza di due riferimenti 21 consente ad un utilizzatore il montaggio del tappo 20 senza preoccuparsi della relativa posizione angolare di inserimento nel passaggio 30. Peraltro, nell’esempio illustrato, dopo l’inserimento del tappo 20 nel passaggio 30, solo uno dei riferimenti 21 risulterà essere operativo, ovvero cooperante con i riferimenti 31, 32 per fornire indicazioni all’utilizzatore, come risulterà in seguito. In una variante possono anche essere previsti ulteriori riferimenti 31, 32, in posizione opposta a quella rappresentata (ovvero ruotati di 180°), in modo che entrambi i riferimenti 21 del tappo corrispondano operativamente a rispettivi riferimenti 31, 32, consentendo quindi all’ utilizzatore di vedere da più angolazioni le varie posizioni di regolazione.
Nella porzione esterna del corpo 20a è formata una cavità sostanzialmente cilindrica, la quale è delimitata inferiormente da una parete 23 (figura 2) ed è attraversata diametralmente da una parete trasversale 24.
Come visibile in figura 3, il passaggio di caricamento 30 ha una porzione superiore 30a di forma generalmente svasata o troncoconica, sulla quale è destinata ad operare in tenuta una guarnizione 25 del tappo 20. Inferiormente alla superficie 30a (con riferimento alle figure) il passaggio 30 presenta poi una prima ed una seconda porzione di forma generalmente cilindrica, indicate con 30b e 30c, la porzione 30c avendo diametro inferiore rispetto alla porzione 30b ed in essa sporgendo almeno parzialmente un organo di regolazione 40, preferibilmente di tipo volumetrico, che è montato girevole secondo un asse sostanzialmente coincidente con l’asse centrale del passaggio 30, e che preferibilmente non è estraibile dal passaggio stesso. Tra le porzioni 30b e 3 Oc è risulta definito un gradino avente una superficie o fascia anulare 3 Od, che è sostanzialmente parallela al fronte del corpo 11. Sulla superficie 30c sono presenti riferimenti di posizione per l’organo di regolazione 40. Nell’esempio illustrato questi riferimenti, indicati nel complesso con 34, sono in forma di numeri ottenuti con lo stampaggio del corpo 11. Ovviamente anche i riferimenti 34 potrebbero essere di tipo diverso da quella rappresentata.
Nella porzione cilindrica 30b sono formati due rilievi 33, in posizioni diametralmente opposte e sporgenti sostanzialmente radialmente verso l’interno del passaggio 30, i quali rilievi sono parte di un sistema di innesto a baionetta che realizza mezzi di mutuo accoppiamento tra il passaggio 30 ed il tappo 20.
Come si vede, il tappo 20 e l’organo 40 sono configurati come componenti separati. Tuttavia, secondo un aspetto inventivo, il tappo 20 è atto a cooperare con l’organo di regolazione 40, al fine di consentire la variazione della posizione dell’organo stesso dall’esterno del dispensatore 10, in particolare senza che alcuna parte dell’organo di regolazione sporga verso l’esterno del dispensatore. Nella forma di attuazione delle figure 1-9 il tappo 20 è conformato in modo tale da cooperare meccanicamente con l’organo di regolazione 40 e prevede a questo scopo mezzi atti a cooperare con, o ad essere associati a, l’organo di regolazione 40. In altre possibili forme di attuazione dell’invenzione, peraltro, la cooperazione o accoppiamento operativo tra il tappo asportabile del serbatoio di agente di lavaggio liquido ed il sistema di dosaggio ed erogazione delle dosi di quantità essenzialmente predefinita dello stesso agente può essere di altro tipo, come risulterà in seguito.
In figura 6 sono mostrati in vista prospettica il tappo 20 e l’organo 40.
Il corpo 20a del tappo 20 è preferibilmente in un pezzo unico tramite stampaggio di materiale termoplastico. Come precedentemente accennato il corpo 20a ha una porzione superiore destinata a rimanere almeno in parte accessibile dall’ esterno del corpo 11 del dispensatore 10. Questa porzione comprende essenzialmente la parte a flangia anulare 22 e la cavità sostanzialmente cilindrica, che è chiusa inferiormente dalla parete 23 (si vedano anche le figure 3 e 4) e che è attraversata diametralmente dalla parete trasversale 24, quest’ ultima realizzando un mezzo di presa del tappo 20 per l’utilizzatore. Il mezzo di presa del tappo 20 potrebbe essere di altro tipo e/o forma, eventualmente realizzato almeno in parte separatamente e poi associato o fissato al tappo stesso.
Sulla superficie esterna della parte a flangia 22 sono ricavati o impressi, come detto, i due riferimenti 21. Sotto la parte a flangia 22 il corpo del tappo 20 ha una regione cilindrica 22a, definente con la parete 23 la suddetta cavità attraversata dalla parete 24. Questa regione cilindrica 22a realizza una sede di posizionamento per la guarnizione 25, che nell’esempio è una guarnizione di tipo O-Ring, preferibilmente in materiale elastomero.
Il tappo 20 ed il relativo passaggio 30 sono equipaggiati con mezzi di mutuo accoppiamento configurati per mantenere, in almeno una loro condizione di impegno, il tappo 20 in una posizione di chiusura a tenuta del passaggio 30, mentre in una loro condizione di rilascio essi consentono l’estrazione del tappo 20 dal passaggio 30.
Nell’esempio di attuazione i suddetti mezzi di mutuo accoppiamento sono costituiti da un innesto a baionetta comprendente, oltre che i rilievi 33 formati nella porzione 30b del passaggio 30, sedi o guide di impegno 26 formate nella porzione del corpo del tappo 20 al di sotto della regione 22a di posizionamento della guarnizione 25.
A tale scopo, come si evince particolarmente in figura 6, il corpo del tappo 20 presenta una porzione inferiore, preferibilmente cava ed aperta inferiormente, delimitata da una parete cilindrica 27 e dalla parete 23 (si vedano le figure 3 e 5). Nella parete cilindrica 27 sono ricavate le guide 26, qui in forma di incavo o scanalatura sagomata.
Le guide 26 non sono di tipo tradizionale, ma invece configurate in modo specifico per contribuire ad ottenere gli scopi dell’invenzione. Ciascuna sede 26 comprende un imbocco 26a, aperto sul bordo inferiore della parete 27, attraverso il quale un rispettivo rilievo 33 può penetrare nell’ambito della sede. La sede 26 definisce ulteriormente una superficie di appoggio, destinata a cooperare con un rispettivo rilievo 33 onde causare sia la compressione della guarnizione 25, sia il trattenimento del tappo 20 entro il passaggio 30. La superficie di appoggio della sede 26 comprende una prima porzione o rampa 26b, che è generalmente inclinata rispetto ad un piano ortogonale all’asse A del tappo 20. La suddetta superficie di appoggio prosegue poi con una seconda porzione 26c, decisamente più estesa in lunghezza rispetto alla porzione di superficie inclinata 26b. La porzione 26c è essenzialmente piana, ovverosia giace sostanzialmente secondo un piano perpendicolare all’asse A del tappo 20. Si noti che una siffatta porzione 26c rappresenta una caratteristica peculiare dell’innesto a baionetta illustrato, ovvero innovativa rispetto ai tappi di tipo noto. Le due sedi 26, formate in posizioni diametrali opposte della parete cilindrica 27, sono di concezione analoga, ma evidentemente orientate in modo opposto tra loro.
Dalle figure 3, 5 e 6 si nota infine come il corpo del tappo 20 presenta inferiormente un elemento assiale 28, quale una sporgenza o un’appendice, che si diparte dalla parete di fondo 23. Nell’esempio illustrato l’appendice 28 ha forma generalmente appiattita, con sezione quadrangolare, ed uno sviluppo longitudinale tale per cui la sua estremità libera sporga oltre il bordo inferiore della parete cilindrica 27. La conformazione dell’appendice illustrata non deve essere intesa come limitativa: l’elemento assiale 28 potrebbe infatti essere di altro tipo, ed eventualmente essere configurato completamente o parzialmente come un componente separatamente dal tappo 20, e poi associato o fissato al tappo stesso.
Ancora in figura 6 è visibile l’organo di regolazione 40. Come già in precedenza spiegato, il sistema per la regolazione del volume delle dosi di brillantante di cui all’esempio di attuazione attualmente descritto è di tipo generalmente noto, a parte le caratteristiche specifiche che verranno in seguito descritte. L’organo 40 è parte di un tale sistema e comprende sostanzialmente un corpo, preferibilmente formato in un pezzo unico in materiale termoplastico, che definisce una vaschetta di dosaggio sostanzialmente semicilindrica, indicata con 41. La vaschetta 41 è suddivisa in senso longitudinale sostanzialmente in due metà o parti, tramite un setto o parete divisoria 42. Questa conformazione di vaschetta è largamente nota nel settore e, ad esempio, impiegata su dispensatori prodotti e commercializzati dalla Richiedente.
Si rimanda comunque anche ai documenti anteriori citati nella parte introduttiva della presente descrizione, che illustrano possibili esempi alternativi di attuazione della vaschetta di un organo di dosaggio, utilizzabili anche ai fini dell’implementazione pratica della presente invenzione.
Per quanto qui di specifico interesse, l’organo 40 ha una parte di connessione o di accoppiamento, che è suscettibile di cooperare con il tappo 20, in modo tale per cui una rotazione o movimentazione del tappo stesso venga trasferita all’organo 40. Nell’esempio, questa parte di accoppiamento è ricavata nella zona superiore dell’organo 40 ed è conformata per impegnarsi con l’appendice 28 ricavata nella zona inferiore del tappo 20, ovvero cooperare meccanicamente con esse.
Nell’esempio di attuazione illustrato la parte superiore di accoppiamento dell’organo 40, indicata con 43, ha forma generalmente prismatica e definisce una sede o incavo 44 di sezione oblunga, entro il quale è atto ad essere ricevuta una porzione di estremità dell’appendice 28, quando il tappo 20 è inserito nel passaggio 30.
Si noti che, in una variante non raffigurata, potrebbero essere eventualmente previsti anche mezzi di accoppiamento aggiuntivi, atti ad essere interposti tra il tappo 20 e l’organo 40, e configurati per trasferire almeno parte del movimento del tappo 20 all’organo 40. In tale soluzione, quindi, il tappo e l’organo si accoppiano tra loro in modo indiretto, per il tramite dei suddetti mezzi interposti, che possono ad esempio essere configurati come un componente distinto rispetto al tappo 20 ed all’organo 40, accoppiabile o impegnabile nella sua parte superiore al tappo e nella sua parte inferiore all’organo di regolazione (ad esempio un elemento discoidale che, nella sua parte superiore ha un incavo atto a ricevere l’appendice 28 e, nella sua parte inferiore, u rilievo atto a impegnarsi nella sede 44).
L’appendice 28 e la parte di accoppiamento 43, ed eventualmente i suddetti mezzi interposti aggiuntivi, presentano preferibilmente forme almeno in parte complementari fra loro (che naturalmente potranno differire da quelle qui fomite a titolo esemplificativo), anche se questo non è strettamente indispensabile ai fini dell’ implementazione dell’invenzione. A prescindere dalla conformazione specifica, infatti, è sufficiente che il tappo 20 presenti nella sua porzione inferiore un mezzo di impegno (l’appendice 28, nell’esempio) atto a cooperare meccanicamente con un mezzo di impegno (la parte 43, nell’esempio) previsto in una porzione dell’organo 40, in modo da consentire che un movimento di rotazione del tappo causi un movimento dell’organo 40. Ovviamente è possibile una disposizione inversa da quella esemplificata nelle figure, ovverosia tale per cui è il tappo 20 ad avere una parte inferiore che riceve un rilievo dell’organo 40, preferibilmente assiale e sporgente verso il tappo.
Nell’esempio illustrato la parte 43 dell’organo 40 è accessibile alfinterno del passaggio 30, quando il tappo 20 è rimosso (si vedano le figure 3 e 5): pertanto, eventualmente, la parte 43 potrebbe essere anche utilizzata direttamente come mezzo di presa dell’organo 40, onde ruotarlo, stante anche la presenza dei riferimenti 34, rispetto ad un riferimento dell’organo 40, quale una estremità della stessa parte 43. La parte 43 dell’organo 40 può quindi essere atta a realizzare sia i mezzi di accoppiamento rispetto al tappo 20, sia i mezzi di presa o di azionamento diretto da parte di un utilizzatore, sia mezzi indicatori della posizione angolare. Preferibilmente, la parte 43 dell’organo 40 è conformata e ubicata in modo tale da evitare accidentali azionamenti o spostamenti da parte dell’ utilizzatore, il quale è comunque in grado di determinare e ripristinare la corretta posizione dell’organo 40 data la presenza dei riferimenti 34.
Si noti che i riferimenti 34 sono disposti secondo un arco di cerchio che è sfalsato angolarmente rispetto a quello dei riferimenti 32 presenti sulla superficie frontale del dispensatore (di circa 90°, nell’esempio illustrato): l’organo 40 è tuttavia montato nel dispensatore 10 in modo tale per cui a ciascuna delle possibili posizioni dell’organo 40 indicate dai riferimenti 34 possa corrispondere una ed una sola delle possibili posizioni del tappo 20 indicate dei riferimenti 32.
La figura 7 rappresenta una posizione del tappo 20 in cui i mezzi di accoppiamento a baionetta sono rilasciati, pur essendo il tappo stesso inserito nel passaggio 30. In pratica, in tale posizione, i rilievi 33 della porzione 30b del passaggio 30 (figure 3 e 5) sono allineati agli imbocchi 26a della rispettiva sede 26 (figura 6). A partire da questa posizione, quindi Γ utilizzatore non deve far altro che ruotare in senso orario il tappo 20, se egli si desidera bloccare assialmente quest’ultimo entro il passaggio 30, oppure tirare verso sé il tappo, se egli vuole estrarlo dal passaggio 30.
Con il tappo 20 estratto l’utilizzatore può operare il rabbocco del brillantante nel relativo serbatoio, sfruttando il passaggio 30, in modo noto. Onde richiudere il passaggio 30, l’utilizzatore inserisce poi il tappo 20 nel passaggio 30 come visibile in figura 7, ossia con uno qualsiasi dei suoi due riferimenti 21 sostanzialmente allineato al riferimento 31, e con l’appendice inferiore 28 del tappo 20 che si inserisce almeno parzialmente nell’incavo 44 della parte di accoppiamento 43 dell’organo 40. Come si intuisce, ai fini dell’implementazione pratica, è sufficiente anche un solo riferimento 21 sul tappo, la presenza di due tali riferimenti essendo preferibile solo per agevolare, come detto, Γ utilizzatore ai fini del posizionamento iniziale del tappo nel passaggio di caricamento.
Successivamente Γ utilizzatore può ruotare il tappo 20, in senso orario con riferimento alle figure. Nel corso del primo tratto del movimento di rotazione, la rampa 26b della superficie di appoggio di ciascuna sede 26 (figura 6) si insinua al di sotto della superficie inferiore dei riscontri 33, che può essere eventualmente inclinata in modo concorde. Come si intuisce, proseguendo nella rotazione del tappo 20, la conformazione inclinata della superficie 26b determina una trazione del tappo verso l’interno del passaggio 30, a causa dello scorrimento dei rilievi 33 sulle superfici 26b. In questo modo si ottiene quindi un movimento angolare ed assiale del tappo 20, tale da determinare la compressione della guarnizione 25 sulla porzione troncoconica di tenuta 30a del passaggio 30. Chiaramente la profondità dell’incavo 44 è tale da consentire l’ulteriore inserimento dell’appendice inferiore 28 causato dal leggero abbassamento del tappo 20 in questa fase. E’ parimenti chiaro che la rotazione del tappo 20 causa in questa fase anche una rotazione del sottostante organo 40.
Quando al di sotto dei rilievi 33 viene a trovarsi il tratto iniziale della porzione di superficie piana 26c di ciascuna sede 26, il tappo 20 è sostanzialmente nella posizione illustrata in figura 8. Nella superficie 26c si può quindi individuare un primo tratto, indicato schematicamente con 26c’ in figura 6, nel quale ha inizio la condizione di impegno dell’innesto a baionetta. Questo tratto iniziale 26c’ ha, in sostanza, una lunghezza pari o poco maggiore alla larghezza di un rispettivo rilievo 33.
In questa posizione, il riferimento 21 che all’avvio della rotazione del tappo (figura 7) era allineato al riferimento 31, risulta ora allineato al primo dei riferimenti 32 (ossia quello più prossimo al riferimento 31). Questa condizione indica, all’utilizzatore, che il tappo 20 si trova nella relativa condizione di bloccaggio in senso assiale ed in una prima posizione di regolazione dell’ organo 40.
Nel caso in cui l’utilizzatore voglia impostare il sistema di dosaggio del brillantante in modo diverso, egli non deve far altro che muovere ulteriormente il tappo in modo angolare, in modo da portare il riferimento 21 considerato in corrispondenza di un altro dei riferimenti 32. Un tale caso è rappresentato in figura 9, dove il riferimento 21 si trova appunto allineato al terzo riferimento 32. In tale posizione, all’interno del passaggio 30, l’organo 40 si troverà in una posizione di regolazione tale per cui un’estremità della porzione 43 è sostanzialmente allineata ad uno dei corrispondenti riferimenti 34 presenti all’interno del passaggio 30 (nel caso esemplificato, pertanto, e con riferimento alla figura 5, la porzione 43 avrà il suo estremo superiore in corrispondenza del numero “3” appartenente ai riferimenti 34).
Quanto si renda necessario il rabbocco del brillantante all’intemo del relativo serbatoio, l’utilizzatore non deve far altro che ruotare il tappo 20 in modo inverso al precedente (in senso antiorario, con riferimento alle figure), sino a portarlo nella posizione di figura 7. Quanto l’utilizzatore vede che il riferimento 21 è allineato al riferimento 31, egli sa che il tappo 20 si trova nella condizione di rilascio dell’innesto a baionetta (ossia i rilievi 33 sono in corrispondenza degli imbocchi 26a delle sedi 26) e può essere tirato verso l’esterno del passaggio 30.
In accordo alla prima forma di attuazione dell’invenzione, quindi, al tappo 20 è consentita una significativa o sostanziale “extra-corsa” rispetto alla posizione di figura 7, a partire dalla quale si realizza il bloccaggio in senso assiale del tappo stesso entro il passaggio 34. Le guide 26 hanno la porzione di superficie 26c appositamente conformata a tale scopo, e segnatamente con un tratto, indicato con 26c” in figura 6, decisamente più lungo rispetto al tratto 26c’ in cui ha avuto inizio la condizione di impegno dell’innesto a baionetta (in sostanza, la lunghezza del tratto 26c” è pari alla differenza tra la lunghezza complessiva della superficie 26c e la lunghezza del tratto iniziale 26c’). Questa extracorsa non ha sostanzialmente alcun effetto sul bloccaggio assiale del tappo 20 e sull’entità della compressione impartita alla guarnizione 25 atteso che, come detto, la porzione di superficie 26c è sostanzialmente piana ed ortogonale all’asse A di rotazione del tappo 20, quanto questo è inserito nel passaggio 30.
Come si vede, secondo l’invenzione, il tappo 20 e l’organo 40 di regolazione volumetrica delle dosi di brillantante sono dotati di mezzi di interconnessione o accoppiamento separabile 28, 43-44. Questa caratteristica consente sia di estrarre ed inserire liberamente il tappo 20 dal passaggio di caricamento 30, al fine di consentire le operazioni di rabbocco del brillantante nel relativo serbatoio, sia di utilizzare il tappo come mezzo di comando per l’organo di regolazione 40, anche quando il tappo è in una condizione di bloccaggio assiale entro il passaggio 30. L’invenzione consente così di effettuare la regolazione volumetrica delle dosi di brillantante direttamente dall’esterno del corpo 11 del dispensatore 10, a tutto vantaggio della praticità e della comodità di impiego, senza che l’utilizzatore debba inserire le dita o un utensile occasionale nel passaggio 30. La soluzione proposta consente fra l’altro di mantenere una struttura classica o standard per il dispensatore.
La soluzione proposta è costruttivamente semplice ed economica, atteso che il corpo principale del tappo, definente l’appendice 28, ed il corpo dell’organo 40 con la sua parte di impegno superiore 43, possono essere ottenuti tramite operazioni di stampaggio di materiale plastico. Altro vantaggio è che la soluzione proposta non causa alcun aumento degli ingombri del dispensatore, rispetto ad un simile dispensatore di tipologia nota. L’elemento di chiusura del serbatoio dell’agente di lavaggio liquido, ovverosia il tappo, è robusto ed affidabile.
Ulteriore vantaggio è quello di sensibilizzare l’utilizzatore verso l’effettivo sfruttamento della possibilità di regolazione della dose del brillantante, la quale dovrebbe infatti essere impostata opportunamente a seconda delle effettive esigenze di lavaggio e/o in funzione della durezza dell’acqua (nella pratica quotidiana, la possibilità di regolazione è soventemente ignorata dall’utilizzatore, ovverosia la posizione dell’organo di regolazione non viene modificata rispetto a quella impostata durante il ciclo di produzione del dispensatore: la regolazione impostata in fase produttiva corrisponde sovente ad una dose eccessiva rispetto alle reali necessità, con conseguente spreco dell’agente di lavaggio).
La soluzione proposta consente inoltre di raggiungere gli scopi proposti adottando un tappo e/o un corpo di dispensatore che, a parte le caratteristiche peculiari descritte, hanno configurazione generale sostanzialmente simile a quella dei tappi e/o dispensatori già di uso comune nel settore.
Nelle figure da 10 a 17 è illustrata una seconda possibile forma di attuazione della presente invenzione. In tali figure sono utilizzati i medesimi numeri di riferimento delle figure precedenti, per indicare elementi tecnicamente equivalenti a quelli in precedenza descritti e rappresentati.
Come si vede dalle figure 10 e 11, il dispensatore 10 della seconda forma di attuazione è di costruzione generale sostanzialmente simile a quella del dispensatore della prima forma di attuazione, le modifiche sostanziali riguardando infatti la conformazione delle guide dell’innesto a baionetta presenti sul tappo 20 e la conformazione della parte superiore dell’organo di regolazione 40, nonché il modo di utilizzo del tappo ai fini della variazione della posizione angolare dell’organo stesso. In questa soluzione non è inoltre presente il riferimento 31 sul fronte del corpo 11 del dispensatore 10 (anche se, in una variante non rappresentata, tale riferimento può essere comunque previsto).
Come visibile in figura 12, il tappo 20 ha conformazione generale molto simile a quella del corrispondente tappo di figura 6, ma in questo caso le guide facenti parte del sistema di innesto a baionetta, indicate con 26’, sono di tipo tradizionale, ovvero contraddistinte dalla presenza di un imbocco 26a, da un rampa o porzione di superficie inclinata 26b e da una corta porzione di superficie piana 26c (la cui lunghezza è in pratica assimilabile a quella del tratto 26c’ - figura 6 - della prima forma di attuazione). E’ immediato rilevare come, in questa soluzione, la porzione di superficie 26c abbia un’estensione in lunghezza apprezzabilmente minore rispetto a quella della porzione di superficie inclinata 26b. Come si ricorderà, nel caso della prima forma di attuazione (si veda figura 6), la porzione piana 26c è invece decisamente più lunga della porzione inclinata 26b, al fine di consentire al tappo 20 la suddetta extra corsa rispetto alla posizione a partire dalla quale si ottiene il bloccaggio assiale in tenuta.
Anche la conformazione generale dell’organo 40 è simile a quella dell’omologo organo di figura 6, particolarmente per quanto riguarda la vaschetta 41 con il relativo setto 42. In questo caso, l’organo 40 è privo della porzione superiore 43 di figura 6, che è infatti sostituita da due distinti elementi di impegno 43’, che si elevano assialmente dalla parte superiore dell’organo 40 e sono tra loro paralleli e/o speculari. Questi elementi 43’ presentano ciascuno una rispettiva sede, qui rappresentata da una gola o scanalatura longitudinale 44’, e si trovano in posizioni diametralmente opposte fra loro. Le due scanalature 44’ si affacciano l’una verso l’altra e possono ricevere tra di loro l’appendice inferiore 28 del tappo 20 o, più precisamente, due suoi bordi longitudinali opposti. In una variante non raffigurata l’appendice 28 può essere sostituita da due appendici distinte (ad esempio ottenute asportando una porzione centrale dell’appendice 28), le quali appendici distinte si accoppiano ciascuna con una rispettiva scanalatura 44’ . E’ comunque atto allo scopo ogni altro mezzo atto ad accoppiarsi con le dette sedi o scanalature 44’, o con altri mezzi di reciproco accoppiamento, comunque conformati, previsti nell’organo 40.
Nella seconda forma di attuazione il tappo 20 è sostanzialmente configurato per fungere anche da utensile dedicato o specifico per la variazione della posizione angolare dell’organo di regolazione 40 nel passaggio 30, in una condizione inoperativa dell’innesto a baionetta.
In altre parole, quando il tappo 20 è nella posizione di chiusura a tenuta del passaggio 30, ossia in condizione di reciproco impegno dei rilievi 33 con le sedi 26’, l’appendice 28 del tappo 20 non è impegnata negli elementi 43’, potendosi muovere liberamente in una zona tra detti elementi 43’. Il concetto è illustrato nelle figure 13 e 14, dove sono visibili, rispettivamente, la condizione di rilascio e di impegno dell’innesto a baionetta. Si noti che nelle figure 13-17, per meglio illustrare la disposizione relativa tra le parti, il corpo del tappo 20 è stato rappresentato trasparente, ad eccezione dei riferimenti 21, della parete trasversale 24, della parete cilindrica 27 e dell’appendice inferiore 28, e la guarnizione 25 è stata omessa. Come si nota in figura 14, quando il tappo 20 è bloccato in chiusura a tenuta (ovverosia quanto gli elementi 33 sono impegnati nella porzione terminale 26c delle sedi 26’ - figura 12), l’appendice 28 non deve essere accoppiata con gli elementi 43’. Da questa posizione, qualora si voglia rimuovere il tappo 20, l’utilizzatore non deve far altro che ruotare il tappo stesso in verso antiorario, per portalo nella posizione di figura 13. In questo modo le sedi 26’ vengono posizionate rispetto ai riscontri 33 in modo tale per cui questi ultimi si trovano in sostanziale allineamento i rispettivi imbocchi 26a delle sedi 26’ (figura 12). In questo modo, esercitando una trazione sul tappo 20 tramite il mezzo di presa 24, il tappo stesso può essere estratto dal passaggio 30. Per effettuare la chiusura a tenuta ed il bloccaggio del tappo vengono evidentemente effettuate operazioni inverse a quelle appena descritte.
Si apprezzerà che, anche in questo caso, la rotazione oraria del tappo (sempre con riferimento alle figure) determina lo scorrimento relativo fra i riscontri 33 e le superi! ci inclinate 26b, in modo da determinare un movimento assiale e rotatorio del tappo, che produce la compressione della guarnizione 25.
Onde effettuare la regolazione volumetrica delle dosi di brillantante, ovverosia variare la posizione angolare dell’organo 40 entro il relativo tratto del passaggio 30, l’utente deve dapprima rimuovere dal dispensatore 10 il tappo 20, secondo le modalità in precedenza descritte. A questo punto, il tappo 20 viene utilizzato come utensile dedicato: Γ utilizzatore deve quindi inserire almeno parzialmente il tappo 20 nel passaggio 30, avendo cura di innestare l’appendice inferiore 28 nelle scanalature 44’ opposte e parallele degli elementi 43’. Una tale condizione è illustrata ad esempio in figura 15, dove il tappo 20 è stato ruotato in modo tale per cui il riferimento 21 di interesse si trovi in corrispondenza del primo riferimento 32. Le figure 16 e 17 mostrano ulteriori possibili posizioni di regolazione, nelle quali il tappo 20 è ruotato in modo tale per cui il riferimento 21 è allineato, rispettivamente, con il terzo e con il sesto dei riferimenti 32, a cui corrispondono evidentemente diverse posizioni dell’organo 40 e, di conseguenza, diverse regolazioni volumetriche delle dosi erogabili di brillantante.
Ai fini dell’innesto dell’appendice 28 tra gli elementi 43’ il tappo 20 può essere introdotto nel passaggio 30 sino a che il bordo inferiore della sua parete cilindrica 27 (figura 12) appoggi sulla superficie superiore dei rilievi 33, e comunque nella condizione inoperativa dell’innesto a baionetta (ovvero con i rilievi 33 che non sono impegnati nelle sedi 26’ o inseriti nei relativi imbocchi 26a). In tale condizione, preferibilmente, la parete cilindrica 27 è almeno parzialmente inserita nella porzione cilindrica 30b del passaggio di caricamento 30, tale porzione avendo un diametro solo leggermente inferiore a quello della parete 27, in modo tale per cui il movimento angolare impartito al tappo 20 risulti guidato. A tal fine l’appendice 28 e/o gli elementi 43’ hanno lunghezza tale da potersi accoppiare pur con il tappo 20 leggermente sfilato o estratto dalla porzione cilindrica 30b, ovvero in una posizione ad altezza differente rispetto a quella di chiusura del tappo 20.
Una volta utilizzato il tappo 20 come utensile dedicato per la regolazione della posizione angolare dell’organo 40, l’utilizzatore non deve far altro che estrarre il tappo dal passaggio 30, reinserire il tappo nel passaggio per “imboccare” il sistema di innesto a baionetta, sostanzialmente come in figura 13, e puoi ruotare il tappo per portarlo nella posizione di impegno dell’innesto a baionetta, e quindi di bloccaggio a tenuta del tappo, sostanzialmente come visibile in figura 14. Come si vede, nelle condizioni delle figure 13 e 14 l’appendice inferiore 28 del tappo non è impegnata nelle scanalature 44’ degli elementi 43’ dell’organo 40. La geometria e le posizioni relative tra le parti sono tali per cui il movimento angolare impartito al tappo 20 nel passaggio tra le posizioni di figura 13 e 14 non viene trasferito all’organo 40, e questo anche grazie alla conformazione della porzione dell’organo 40 da cui si elevano gli elementi 43’, che è appunto conformata per consentire la rotazione libera nel suo ambito dell’appendice inferiore 28 del tappo 20. Come si nota, nell’esempio, i due elementi di impegno 43’ si elevano sostanzialmente da una cavità superiore 45 dell’organo 40, nell’ambito della quale la porzione inferiore 28 può ruotare. Come si intuisce, la configurazione delle parti è tale per cui nel movimento angolare del tappo fra le posizioni di figura 13 e 14, rispettivamente di rilascio e di finecorsa in chiusura del sistema di innesto a baionetta, l’appendice 28 non interferisce con gli elementi 43’ in modo da indurre una rotazione dell’organo 40.
Come si vede, anche la seconda forma di attuazione proposta consente di ottenere efficacemente gli scopi dell’invenzione. La soluzione evita all’utilizzatore di dover inserire le dita della mano all’intemo del passaggio 30 di caricamento del brillantante. A tale scopo, il tappo 20 e l’organo 40 vengono conformati per cooperare fra loro, con il primo che funge da utensile dedicato ai fini della regolazione della posizione del secondo. Come nel caso della prima forma di attuazione, l’utilizzatore non ha alcuna ragione di utilizzare un utensile “occasionale”, quale un giravite o la punta di un coltello, per effettuare la regolazione, facendo inoltre venir meno anche il rischio di danneggiamenti dell’organo 40 tipici della pratica secondo la tecnica nota (questa pratica è inoltre disincentivata o resa difficoltosa dalla particolare nuova conformazione dell’organo 40 e/o dei rilievi 44’).
Anche la seconda forma di attuazione è costruttivamente molto semplice, in quanto implicante solo la modifica della conformazione di pezzi normalmente ottenuti da stampaggio di materiale termoplastico stampato. La soluzione è quindi anche economica dal punto di vista industriale. Anche la seconda forma di attuazione, inoltre, non determina aumenti degli ingombri del dispensatore.
L’invenzione è stata descritta a titolo esemplificativo con riferimento al caso in cui il serbatoio 13 sia destinato a contenere un brillantante. L’invenzione è comunque ugualmente applicabile anche al caso in cui il serbatoio sia destinato a ricevere una sostanza fluida diversa da un brillantante, quale un detersivo liquido, un candeggiante, un additivo di risciacquo, eccetera. Il termine “agenti di lavaggio” intende inoltre comprendere, oltre che sostanze detergenti e brillantanti, anche ulteriori sostanze utilizzabili nelle macchine di lavaggio domestiche, quali ammorbidenti, profumi, sostanze anti scoloramento, sostanze di addolcimento dell’acqua ed anticalcare, disinfettanti, eccetera, così come tutte le altre sostanze o prodotti fluidi destinati ad essere erogate in una macchina di lavaggio, preferibilmente di tipo domestico.
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per l’esperto del settore al dispensatore di agenti di lavaggio descritto come esempio, senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione, così come definita nella rivendicazioni allegate. Si intendono comprese nell’ambito dell’invenzione anche le macchine di lavaggio, in particolare le lavastoviglie, dotate di un dispensatore come descritto.
In figura 18 è illustrato un tappo 20 realizzato in accordo ad una possibile variante della seconda forma di attuazione. In tale variante, la parete cilindrica 27 del tappo 20 presenta scarichi o rientranze opposte, una delle quale indicata con 29, volte a consentire il completo inserimento del tappo 20 nella porzione cilindrica 30b del passaggio 30 (ovvero ad una altezza pari a quella di chiusura del tappo 20) anche quando il tappo stesso viene utilizzato come utensile di regolazione. Ovviamente in luogo di scarichi la parete cilindrica potrebbe prevedere, a tale scopo, delle riduzioni di diametro.
Tra le altre possibili varianti si segnala la possibilità di sostituire la porzione 43 della forma di attuazione di figura 6 con due elementi di impegno del tipo di quelli indicati con 43’ in figura 12, con le relative scanalature o gole assiali 44’.
In un’altra variante, particolarmente per la seconda forma di attuazione, i mezzi di mutuo accoppiamento tra il tappo ed il passaggio di caricamento possono essere di tipo filettato, anziché del tipo con innesto a baionetta, o ancora con innesto a pressione o a scatto.
In un’altra variante ancora, il passaggio di caricamento, anziché configurato come condotto che si estende verso l’interno del corpo del dispensatore, comprende una parte tubolare sporgente verso l’esterno, sulla quale il tappo è impegnabile.
In una ulteriore variante il corpo del dispensatore, il tappo e l’organo di regolazione volumetrica sono configurati in modo tale per cui una parte dell’organo di regolazione è accessibile attraverso il passaggio di caricamento solo tramite la relativa parte di impegno del tappo.
La disposizione dei mezzi di mutuo accoppiamento rappresentati dai rilievi 33 e dalle guide 26 potrebbe essere opposta a quella rappresentata, ovverosia con le guide ricavate nell’ambito del passaggio 30 e con i rilievi formati nel tappo 20.
Come in precedenza accennato, il tappo e l’organo di regolazione del dispensatore secondo l’invenzione possono essere configurati per realizzare tra loro un accoppiamento o una cooperazione diversi da una interconnessione meccanica diretta, quale ad esempio un accoppiamento magnetico.
Una prima possibile variante in questo senso è illustrata in forma schematica in figura 19: in questa variante il tappo, indicato con 120 integra almeno un elemento magnetico 128, quale un magnete permanente, atto ad accoppiarsi magneticamente con almeno un rispettivo elemento magnetico 143, quale un magnete permanente, integrato nell’organo di regolazione, indicato con 140. Gli elementi 128, 143 sono predisposti, in termini di dimensioni, orientamenti e rispettive forze magnetiche, al fine di realizzare un accoppiamento magnetico tale per cui un movimento impartito al tappo 120 venga trasferito all’organo 140. In pratica, quindi, in questa realizzazione, gli elementi magnetici 128 e 143 sostituiscono, rispettivamente, l’appendice 28 e le parti di accoppiamento 43 o 43’ delle forme di attuazione precedenti, ma ne svolgono le medesime funzioni, particolarmente in termini di trasmissione meccanica del movimento dal tappo 120 all’organo 140. Naturalmente ciascun elemento 128 oppure ciascun elemento 143 potrebbe essere eventualmente formato, anziché da un magnete, da un corpo in materiale ferromagnetico non magnetizzato. Vantaggiosamente, gli elementi 128 e 143 possono essere magnetizzati a settori, ovvero con più polarità magnetiche alternate ad una medesima estremità, fermo restando l’accoppiamento tra di essi mediante settori con polarità opposte (almeno un settore dell’elemento 128 magnetizzato con polarità nord che si accoppia con almeno un settore dell’elemento 143 magnetizzato con polarità sud), particolarmente al fine da ottenere un accoppiamento in posizione predefinita tra gli elementi 128 e 143 e/o al fine di evitare spostamenti relativi durante Tazionamento.
In accordo ad un’altra variante, almeno uno tra il tappo 20 e l’organo di regolazione 40 è configurato per interagire o cooperare in modo elettrico e/o elettronico e/o elettromeccanico e/o ottico con il sistema di dosaggio ed erogazione dell’agente di lavaggio liquido o, più in generale, con un sistema di controllo della macchina di lavaggio. Un esempio di questo tipo è rappresentato in forma schematica in figura 20, in relazione ad un tappo, atto a generare un segnale utile ai fini di una verifica di uno stato operativo del sistema di dosaggio e/o erogazione dell’agente liquido.
Si supponga, a tale scopo, che il tappo 20 e l’organo 40 di figura 20 siano di concezione simile a quella della forma di attuazione delle figure 1-9, e quindi configurati in modo tale per cui la posizione angolare del tappo 20 nel passaggio 30 determini anche la posizione di regolazione dell’organo 40. Secondo la variante proposta, il tappo 20 comprende inoltre un elemento di eccitazione 150, atto ad indurre o generare un segnale in un rispettivo sensore 160, montato nel dispensatore 10 in posizione adeguatamente protetta, particolarmente dal punto di vista elettrico ed igroscopico o, in generale, dalle condizioni ambientali., il quale segnale è variabile in funzione della posizione angolare del tappo stesso nel passaggio 30. L’elemento di eccitazione 150 può essere ad esempio un magnete permanente, anche del tipo magnetizzato a settori, ed il sensore 160 essere un sensore magnetico o di tipo Hall, di tipo digitale o analogico. Nell’esempio considerato, quindi, l’elemento 150 è integrato nel corpo del tappo 20 in una posizione eccentrica, in modo da indurre o generare nel sensore 160 un segnale che è proporzionale all’intensità del campo magnetico rilevato, ovvero proporzionale alla posizione (o distanza) dell’elemento 150 rispetto alla posizione del sensore 160, e quindi, in definitiva, indicativo della posizione di regolazione assunta dal tappo 20 nel passaggio 30.
In questo modo, il sistema di controllo della macchina di lavaggio, indicato schematicamente con CS, che è configurato allo scopo, può conoscere, tramite il sistema di rilevazione rappresentato dall’elemento 150 e dal sensore 160 (che possono vantaggiosamente realizzare un sensore o rilevatore di tipo encoder), la posizione assegnata al tappo 20, che è a sua volta rappresentativa della posizione operativa dell’organo 40. Questo segnale può essere convenientemente utilizzato ai fini del controllo dello stato operativo del sistema di dosaggio ed erogazione, ad esempio per fornire una sorta di controllo in retroazione della dose regolata manualmente. Si supponga, ad esempio, che la macchina abbia mezzi sensori, di per sé noti, per rilevare una o più qualità o caratteristiche del liquido di trattamento, quale il grado di durezza dell’acqua: nel caso in cui l’utilizzatore della macchina imposti, tramite il tappo 20, una posizione di regolazione per l’organo 40 che non è corretta in relazione al grado di durezza e/o altra caratteristica del liquido rilevata dai suddetti mezzi sensori, allora il sistema di controllo SC può segnalare all’utilizzatore, ad esempio tramite un avvisatore ottico o acustico BZ, l’erronea impostazione della dose di agente di lavaggio liquido. In questo modo si ottiene anche l’effetto di sensibilizzare l’utilizzatore al corretto impiego dell’agente di lavaggio liquido.
Una soluzione simile a quella appena descritta in relazione alla figura 20 può essere implementata prevedendo l’elemento di eccitazione 150 sull’organo di regolazione 40, anziché sul tappo 20. Questo caso è rappresentato in forma schematica nella figura 21, in accordo alla quale cui il tappo 20 e l’organo 40 possono essere indifferentemente di concezione simile a quella della forma di attuazione delle figure 1-9 oppure della forma di attuazione delle figure 10-17. Secondo la variante proposta è l’organo di regolazione 40 che comprende l’elemento di eccitazione 150, atto ad indurre o generare un segnale nel sensore 160 previsto nel dispensatore 10, secondo i medesimi principi precedentemente esposti. Anche in questo caso l’elemento 150 può essere rappresentato da un magnete permanente, in posizione eccentrica sul corpo dell’organo 40, ed il sensore 160 essere un sensore magnetico o di tipo Hall, analogico o digitale. Come si intuisce, la realizzazione secondo la variante di figura 21 consente di ottenere le medesime funzionalità sopra descritte in relazione alla figura 20. La precedente soluzione di figura 20 ha l’ulteriore vantaggio che, tramite il sensore 160 e l’elemento di eccitazione 150, il sistema di controllo SC, configurato allo scopo, è anche in grado di rilevare, ad esempio all’avvio di un ciclo di lavaggio, l’eventuale assenza del tappo 20 nella relativa sede 30, oppure una sua posizione di chiusura non corretta, così da avvisare tempestivamente l’utilizzatore della macchina, ad esempio tramite gli stessi mezzi BZ.
Secondo un autonomo aspetto inventivo, un sistema di rilevazione simile a quello descritto con riferimento alla figura 21 può essere vantaggiosamente implementato anche su dispensatori con tappo e organo di regolazione tradizionali, ossia del tipo in cui l’impostazione della desiderata dose di brillantante viene effettuata agendo direttamente sull’organo di regolazione, in modo classico, senza l’impiego di un tappo come descritto con riferimento alle figure 1-18. Un tale caso è esemplificato in figura 22, dove 220 e 240 indicano rispettivamente un tappo ed un organo di regolazione privi di rispettivi mezzi di accoppiamento, mentre con 150, 160, SC e BZ sono indicati elementi tecnicamente equivalenti a quelli sopra descritti con riferimento alla figura 21.
Con 210 è indicato il dispensatore nel suo complesso. Come si intuisce, anche con un tappo 220 ed un organo 240 di concezione generale tradizionale, ma modificato secondo l’aspetto inventivo qui considerato, la soluzione di figura 22 consente di disporre di un segnale utilizzabile ai fini del controllo dello stato operativo del sistema di dosaggio ed erogazione, come in precedenza menzionato con riferimento alla figura 21.
Secondo un ulteriore aspetto autonomamente inventivo, anche un sistema di rilevazione simile a quello descritto con riferimento alla figura 20 può essere implementato su dispensatori con tappo e organo di regolazione tradizionali. Un tale caso è esemplificato in figura 23, dove 220 e 240 indicano rispettivamente un tappo ed un organo di regolazione privi di rispettivi mezzi di accoppiamento, mentre con 150, 160, SC e BZ sono indicati elementi tecnicamente equivalenti a quelli descritti con riferimento alla figura 20.
Con 210 è indicato il dispensatore nel suo complesso. Come si intuisce, anche con un tappo 220 ed un organo 240 di concezione generale tradizionale, ma modificato secondo Γ aspetto inventivo qui considerato, la soluzione di figura 23 consente al sistema di controllo SC di rilevare l’eventuale assenza del tappo 220 nella relativa sede 30, oppure un suo posizionamento non corretto in chiusura, così da avvisare l’utilizzatore, ad esempio tramite gli stessi mezzi BZ.
Secondo un ulteriore autonomo aspetto inventivo, un sistema di rilevazione simile a quello di figura 20 è utilizzabile ai fini dell’impostazione della quantità o volume dell’agente di lavaggio costituente una dose da erogare, particolarmente per il caso di dispensatori privi di un organo del tipo precedentemente indicato con 40.
Alcuni di questi dispensatori noti sono provvisti, tra il serbatoio dell’agente liquido e la relativa apertura di erogazione, di una pompa elettrica a portata sostanzialmente costante, ad esempio del tipo a vibrazione o peristaltico. La scelta della desiderata dose di brillantante viene effettuata utilizzando idonei mezzi di impostazione previsti nel pannello di controllo della macchina e, in funzione di tale impostazione, il sistema controlla il tempo di attivazione della pompa, onde causare l’erogazione di quantità sostanzialmente predefinita di agente di lavaggio liquido, corrispondente all’impostazione effettuata dall’utiizzatore. In altre soluzioni note, in luogo di una pompa, è invece prevista una valvola di erogazione il cui otturatore è controllato da un attuatore elettrico, quale un solenoide. In queste soluzioni la quantità di agente liquido erogabile tramite una singola attuazione (ON/OFF) dell’attuatore è costante e la quantità sostanzialmente predefmita di agente che costituisce una dose erogabile può essere variata tra un minino (ottenibile mediante una singola attuazione della valvola) ed un massimo (ottenibile mediante un numero “n” di attuazioni ripetute della valvola: in pratica, la quantità erogabile è pari ad una frazione della dose). Anche in queste soluzioni la scelta della desiderata dose (ovvero della relativa quantità sostanzialmente predefmita di agente liquido) viene effettuata utilizzando mezzi di impostazione previsti nel pannello di controllo della macchina. In funzione di tale impostazione, il sistema di controllo della macchina causa la singola attivazione (regolazione al minimo) o un numero di attivazioni successive (regolazione superiore al minimo) dell’attuatore della valvola, necessarie per ottenere l’erogazione della desiderata dose di agente liquido.
Nella realizzazione illustrata schematicamente in figura 24, con 10 è indicato il dispensatore, con 13 è indicato il serbatoio dell’agente di lavaggio liquido, con 315 è indicato un condotto che termina con l’apertura di erogazione 15, lungo il quale condotto è previsto un dispositivo di dosaggio ed erogazione 340, quale una pompa a vibrazione oppure una valvola di erogazione, come poco sopra descritto. Con 320 è indicato un tappo del serbatoio 13, avente un sistema di innesto a baionetta rispetto al relativo passaggio 30 analogo a quello descritto con riferimento alla figura 6. Preferibilmente, inoltre, il tappo 320 ed il fronte del dispensatore 10 sono dotati di riferimenti visivi simili quelli indicati con 21 e 32 nelle figure 1-17. Il tappo 320 integra altresì un elemento di eccitazione 150 per un sensore 160 montato nel dispensatore 110, i quali elemento e sensore hanno funzionamento concettualmente analogo a quello in precedenza descritto con riferimento alla figura 20. Con CS è indicato il sistema di controllo della macchina e con BZ relativi mezzi avvisatori, aventi finalità simili a quelle in precedenza citate.
Il sistema di controllo SC, che è configurato allo scopo, può riconoscere, tramite il sistema di rilevazione rappresentato dall’elemento 150 e dal sensore 160, la posizione assunta dal tappo 320 nel relativo passaggio 30, dove tale posizione è indicativa della desiderata impostazione per la dose di agente di lavaggio liquido da erogare.
Di conseguenza, in funzione della posizione angolare impostata per il tappo 320, il sistema di controllo SC può controllare il dispositivo 340 ai fini dell’ erogazione della dose voluta di agente liquido (ossia, a seconda del tipo di dispositivo 340, determinare il tempo di attivazione della citata pompa oppure il numero di attuazioni della citata valvola di erogazione, onde ottenere la dose complessiva come impostata dall’utilizzatore).
In altri termini, quindi, nella realizzazione proposta, il tappo 320 ed il sistema di rilevazione 150-160 sostituiscono i mezzi di impostazione che, nelle soluzioni note, solo previsti sul quadro comandi della macchina di lavaggio, e che solitamente sono di impiego relativamente impegnativo per l’utilizzatore, soprattutto quando comportano la pressione di uno o più tasti secondo sequenze definite, spesso difficili da ricordare. Viceversa, nella soluzione proposta, l’impostazione della dose viene effettuata in modo semplice ed intuitivo, semplicemente ruotando il tappo 320 nella posizione voluta, sfruttando la presenza dei riferimenti visivi 21 e 32. Chiaramente, questa implementazione consente anche realizzare anche un controllo in retroazione e/o la verifica della presenza/corretta posizione in chiusura del tappo 320, come precedentemente descritto con riferimento alla figura 20.
La parte a cui associare l’elemento di eccitazione 150 potrebbe essere un organo mobile diverso dall’organo di regolazione o dal tappo, ma comunque sempre configurato come un componente accessibile direttamente o indirettamente e portato dal corpo del dispensatore in modo da essere spostabile manualmente da un utilizzatore tra una pluralità di possibili posizioni prestabilite, quale ad esempio una manopola girevole o un cursore scorrevole (ovvero mobili angolarmente o linearmente), associati ad idonei segni di riferimento indicativi delle possibili dosi erogabili di agente liquido. Anche in tal caso, quindi, una variazione impartita manualmente al suddetto componente mobile verrà rilevata attraverso il sistema di rilevazione 150-160, onde generare un segnale di controllo/retroazione dei mezzi di dosaggio.
E’ infine chiaro che il sistema di rilevazione della posizione del tappo 20, 120, 220, 320 o dell’ organo di regolazione 40, 240 (o altro componente sul corpo del dispensatore che adempie alle funzioni di selezione della dose) potrà essere anche di tipo diverso da quello magnetico in precedenza esemplificato. In tale ottica, ad esempio, il tappo o Porgano possono prevedere su di una rispettiva parete, quale una parete circonferenziale, una superficie di camma (che realizza un elemento di eccitazione) atta ad interagire con un tastatore di un sensore elettromeccanico, quale un sensore potenziometrico o resistivo di tipo noto. In tale realizzazione, ad esempio, il profilo della camma può essere scelto in modo tale da determinare un arretramento o spostamento del suddetto tastatore che è variabile in funzione della posizione angolare di regolazione assunta dal tappo o dall’organo di regolazione, con conseguente variabilità del segnale generato. In una simile variante, in luogo di una superficie di camma, l’elemento di eccitazione comprende un profilo sagomato o un elemento di eccitazione ricavato su di una parete del tappo o dell’organo di regolazione, atto ad interagire con un sensore ottico del dispensatore, che sostituisce il un sensore con tastatore. Il suddetto profilo, ad esempio formato da una serie di incavi e rilievi, è configurato in modo da indurre differenti riflessioni o variazioni in un fascio di radiazione elettromagnetica od ottica, in modo che anche in questo caso il segnale prodotto dal sensore sia variabile in funzione della posizione di regolazione assunta dal tappo o dall’organo, con conseguente variabilità del segnale stesso.
Come si evince, secondo l’invenzione, i mezzi di selezione manuale del dispensatore, operabili dall’ utilizzatore per impostare la desiderata quantità di dosaggio per l’agente liquido tra una pluralità di possibili quantità di dosaggio, comprendo il tappo 20, 120, 320 del serbatoio 13, il quale tappo è predisposto per accoppiarsi o cooperare in modo separabile con un elemento di regolazione montato o associato al corpo 11 del dispensatore. Il suddetto elemento di regolazione può essere rappresentato dall’organo 40, 140, che coopera in modo essenzialmente meccanico con il tappo 20, 120, oppure da mezzi sensori 160, che cooperano con il tappo 320 al fine di rilevare una posizione di quest’ultimo, ai fini della generazione di un segnale. Sono anche possibili combinazioni delle due soluzioni, come ad esempio evidenziato con riferimento alle figure 20 e 21; in quest’ottica può anche essere prevista una regolazione di tipo meccanico (ad esempio secondo gli esempi delle figure 1-18), pur con una rilevazione tramite il sistema 150-160 della dose desiderata, in vista di una erogazione di tipo “multipla” (ad esempio del tipo descritto con riferimento alla figura 24). La combinazione proposta consente, ad esempio, di prevedere un organo del tipo di quello precedentemente indicato con 40 o 140, regolabile in modo meccanico per impostare una quantità massima erogabile, tale da non inficiare la qualità di un ciclo di lavaggio anche nel caso di apertura non corretta (malfunzionamento) della valvola dosatrice 340, tale quantità massima consentendo comunque una erogazione ripartita in più dosi, anche erogate in tempi differenti dello stesso ciclo di lavaggio, come da impostazione effettuata tramite il tappo ed il sistema 150-160. Naturalmente è poi possibile anche combinare tra loro altre caratteristiche dei differenti esempi realizzativi, al fine di ottenere configurazioni anche differenti da quelle indicate a titolo di esempio non limitativo.
Con particolare riferimento alle varianti descritte in relazione alle figure 20-24, al corpo del dispensatore è associato o associabile un generico elemento di regolazione, di volta in volta rappresentato dal tappo, dall’ organo di regolazione o da un altro mezzo spostabile manualmente dall’utilizzatore tra più posizioni (le citate manopola o cursore), ed il dispensatore comprende mezzi di rilevazione della posizione dell’elemento di regolazione, i quali sono suscettibili di generare un segnale, particolarmente per il sistema di controllo della macchina sulla quale il dispensatore è montato. Nel caso delle varianti delle figure 20-22 i suddetti mezzi sono atti a rilevare - direttamente o indirettamente -una posizione di regolazione dell’organo di regolazione tra una pluralità di possibili posizioni, e generare di conseguenza un segnale rappresentativo della posizione di regolazione rilevata, ad esempio per fornire un controllo in retroazione della dose regolata manualmente. Nel caso della variante di figura 24, i suddetti mezzi sono destinati a rilevare una posizione di regolazione del tappo (o altro mezzo di impostazione manuale previsto sul dispensatore) tra una pluralità di possibili posizioni di regolazione, e generare di conseguenza un segnale utilizzato ai fini del controllo del sistema di dosaggio 340. Nel caso delle varianti delle figure 23 e 24 (e peraltro anche in quello delle varianti delle figure 20 e 21), i mezzi suddetti sono atti (anche) a rilevare una condizione di presenza/assenza del tappo nel condotto di caricamento e/o una condizione di corretto posizionamento del tappo stesso in chiusura di tale condotto, e generare di conseguenza un segnale indicativo della condizione rilevata.
Il posizionamento eccentrico dell’elemento di eccitazione 150 sul corpo del tappo o dell’organo di regolazione, o di altro organo mobile che ne sostituisce le funzioni di selezione manuale, descritto con riferimento alle figure 19-24 non deve essere inteso come essenziale o limitativo: l’elemento 150 può infatti anche essere integrato in posizione assiale nel tappo o nell’organo e magnetizzato radialmente a settori, in modo da indurre o generare un segnale digitale nel sensore 160, indicativo della posizione.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie (1), il dispensatore (10) comprendendo un corpo (11) avente un serbatoio (13) per una sostanza erogabile, in particolare un agente di lavaggio liquido, il serbatoio (13) essendo configurato per contenere una quantità complessiva di sostanza sufficiente per Γ effettuazione di più cicli di funzionamento della macchina ed avendo un passaggio di caricamento (30) impegnabile o ostruibile da un tappo (20; 120; 320), in cui il passaggio di caricamento (30) ed il tappo (20; 120; 320) hanno mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33; 26’, 33), il tappo (20; 120; 320) essendo rimuovibile dal passaggio di caricamento (30) onde consentire fimmissione della sostanza nel serbatoio (13), dove in particolare tra il tappo (20; 120; 320) ed il passaggio di caricamento (30) sono operativi mezzi di tenuta (25), il dispensatore (10) includendo almeno parte di un sistema di dosaggio (40; 140; 340, CS) per erogare la sostanza in dosi di quantità sostanzialmente predefmita, detto sistema di dosaggio includendo mezzi di selezione manuale, operabili da un utilizzatore ai fini dell’ impostazione di una desiderata quantità di dosaggio tra una pluralità di possibili quantità di dosaggio selezionabili, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di selezione manuale comprendono detto tappo (20; 120; 320) e che detto tappo (20; 120; 320) è predisposto per accoppiarsi o cooperare con un elemento di regolazione (40; 140; 160) che è montato o associato a detto corpo (11) 2. Dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento di regolazione (40; 140; 160) comprende un organo di regolazione (40; 140) appartenente al sistema di dosaggio (40; 140; 340, CS) e montato mobile nel dispensatore (10), ed in cui il tappo (20; 120) e l’organo di regolazione (40; 140) sono configurati per accoppiarsi o cooperare in modo tale per cui un movimento impartito manualmente al tappo (20; 120) determini un movimento dell’organo di regolazione (40; 140). 3. Dispensatore secondo la rivendicazione 2, in cui il tappo (20) ha una parte (28) che è impegnabile o accoppiabile con una parte (43; 43’) dell’organo di regolazione (40), particolarmente quando il tappo (20) è almeno parzialmente inserito nel passaggio di caricamento (30). 4. Dispensatore secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il corpo (11) del dispensatore (10) ha, in una regione della sua superficie esterna che è prossima al passaggio di caricamento (30), una pluralità di segni di riferimento (32) di posizioni angolari di regolazione. 5. Dispensatore secondo la rivendicazione 1 o 4, in cui il tappo (20) ha, in una sua porzione superiore, almeno un mezzo di riferimento di posizione (21). 6. Dispensatore secondo la rivendicazione 2, in cui l’organo di regolazione (40) è montato girevole nel corpo (11) del dispensatore (10) ed ha una parte (43; 43’) accessibile attraverso il passaggio di caricamento (30), ed in cui il tappo (20) e l’organo di regolazione (40) sono configurati per cooperare quando il tappo (20) è almeno parzialmente inserito nel passaggio di caricamento (30), in modo tale per cui un movimento di rotazione impartito manualmente al tappo (20) determini un movimento di rotazione dell’organo di regolazione (40). 7. Dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33; 26’, 33) sono configurati per mantenere, in una loro condizione di impegno, il tappo (20) in una posizione di chiusura a tenuta del passaggio di caricamento (30), il tappo (20) essendo operabile manualmente per portare i mezzi di accoppiamento (26, 33; 26’, 33) in una loro condizione di rilascio, nella quale il tappo (20) è rimuovibile dal passaggio di caricamento (14). 8. Dispensatore secondo la rivendicazione 7, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) sono configurati in modo tale per cui, in detta condizione di impegno, il tappo (20) non può essere estratto dal passaggio di caricamento (30) ma al tappo (20) può essere impartito uno spostamento angolare. 9. Dispensatore secondo la rivendicazione 7 o 8, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) sono configurati in modo tale per cui al tappo (20) può essere impartita un’ extra-corsa rispetto ad una sua prima predefinita posizione a partire dalla quale si realizza detta condizione di impegno dei mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33), dove in particolare un movimento impartito manualmente al tappo (20) nell’ ambito di detta extra-corsa determina un movimento di un organo di regolazione (40), appartenente al sistema di dosaggio (40; 140; 340, CS), tra una pluralità di rispettive posizioni angolari di regolazione assumibili dall’organo di regolazione stesso. 10. Dispensatore secondo le rivendicazioni 8 e 9, in cui detta extra-corsa è un’ extra-corsa angolare e detta predefinita posizione è una posizione angolare del tappo (20) nell’ambito del passaggio di caricamento (30). 11. Dispensatore secondo le rivendicazioni 4 e 7, in cui il corpo (11) del dispensatore (10) ha, in detta regione della sua superficie esterna, almeno un segno di riferimento (31) di una predefinita posizione angolare del tappo (20), nella quale i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) sono nella loro condizione di rilascio. 12. Dispensatore secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) sono sostanzialmente del tipo ad innesto a baionetta. 13. Dispensatore secondo la rivendicazione 9 o 10, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) comprendono - almeno una guida (26), formata in uno tra il tappo (20) ed il passaggio di caricamento (30), e - almeno un rilievo (33), formato nell’altro tra il tappo (20) ed il passaggio di caricamento (30), suscettibile di impegnarsi in detta guida (26), ed in cui detta guida (26) ha un imbocco (26a) ed una superficie di appoggio per il rilievo (33) che è configurata per consentire detta extra-corsa. 14. Dispensatore secondo la rivendicazione 13, in cui la superficie di appoggio comprende un prima porzione di superficie (26b) che è inclinata (26b) rispetto all’asse (A) del tappo (20) ed seconda porzione di superficie (26c) che è sostanzialmente parallela ad un piano ortogonale all’asse (A) del tappo (20), la seconda porzione di superficie (26c) avendo un tratto iniziale (26c’), nel quale la detta condizione di impegno viene resa attiva, ed un tratto successivo (26c”), che consente l’effettuazione di detta extra-corsa, in cui - la seconda porzione di superficie (26c) è nel complesso longitudinalmente più estesa rispetto alla prima porzione di superficie (26b), e/o - il detto tratto successivo (26c’) della seconda porzione di superficie (26c) è longitudinalmente più esteso del detto tratto iniziale (26c’) della seconda porzione di superficie (26c), e/o - il detto tratto successivo (26c’) della seconda porzione di superficie (26c) è longitudinalmente più esteso della prima porzione di superficie (26b). 15. Dispensatore secondo la rivendicazione 3, in cui detta parte del tappo (20) comprende un’appendice (28) e detta parte (43, 43’) dell’organo di regolazione (40) comprende uno tra: - un elemento (43) definente almeno un incavo o sede di ricezione (44) per una porzione di estremità di detta appendice (28), oppure viceversa, e - almeno due elementi (43’) dotati di una rispettiva sede o scanalatura (44’), preferibilmente elementi assiali (43’) ubicati in posizioni diametrali opposte, in modo tale per cui la sede (44’) di un detto elemento è affacciata alla sede (44’) dell’altro elemento (43’), le due sedi ricevendo rispettive porzioni di detta appendice (28), oppure viceversa. 16. Dispensatore secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui il tappo (20) e l’organo di regolazione (40) sono configurati per cooperare tra loro per il tramite di mezzi di accoppiamento interposti tra un corpo del tappo (20) ed un corpo dell’organo di regolazione (40). 17. Dispensatore secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui il tappo (20) e l’organo di regolazione (40) sono configurati per cooperare meccanicamente tra loro quando i mezzi di mutuo accoppiamento (26, 33) sono in una rispettiva condizione inoperativa, particolarmente con il tappo (20) inserito almeno in parte nel passaggio di caricamento (30). 18. Dispensatore secondo la rivendicazione 17, in cui i mezzi di mutuo accoppiamento (26’, 33) sono sostanzialmente del tipo ad innesto a baionetta. 19. Dispensatore secondo la rivendicazione 17, in cui il tappo (20) ha, in una sua porzione, una parte cilindrica (27) che, quando il tappo (20) e l’organo di regolazione (40) cooperano meccanicamente tra loro, risulta inserita almeno parzialmente in un tratto cilindrico (30b) del condotto di caricamento (34). 20. Dispensatore secondo la rivendicazione 2, comprendente un sistema per la rilevazione (150, 160) di una posizione di regolazione, tra una pluralità di possibili posizioni di regolazione, di almeno uno tra il tappo (20) e l’organo di regolazione (40), dove in particolare detto sistema di rilevazione comprende almeno un elemento di eccitazione (150) associato al tappo (20) oppure all’organo di regolazione (40), e suscettibile di cooperare con mezzi sensori (160) del dispensatore (10) al fine di generare un segnale di controllo. 21. Dispensatore secondo la rivendicazione 1 o 2, comprendente un sistema per la rilevazione (150, 160) di almeno una tra una condizione di presenza/assenza del tappo (120) nel condotto di caricamento (30) ed una condizione di corretto posizionamento del tappo (120) in chiusura del condotto di caricamento (30), dove in particolare detto sistema di rilevazione comprende almeno un elemento di eccitazione (150) associato al tappo (20) e suscettibile di cooperare con mezzi sensori (160) del dispensatore (10) al fine di generare un segnale di controllo. 22. Dispensatore secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto elemento di regolazione (40; 140; 160) comprende mezzi sensori (160) montati in detto corpo (11), i mezzi sensori appartenendo ad un sistema di rilevazione (150, 160) predisposto per rilevare una posizione di regolazione del tappo (20) tra una pluralità di possibili posizioni di regolazione, particolarmente al fine di generare un segnale per il controllo di detto sistema di dosaggio (40; 140; 340, CS), il quale segnale è rappresentativo di una detta quantità di dosaggio. 23. Dispensatore secondo la rivendicazione 22, cui detto sistema di rilevazione comprende almeno un elemento di eccitazione (150) associato al tappo (20) o portato dal tappo (20) e suscettibile di cooperare con detti mezzo sensori (160) del dispensatore (10) al fine di generare un segnale. 24. Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie (1), il dispensatore (10, 210) comprendendo un corpo (11) avente un serbatoio (13) per una sostanza erogabile, in particolare un agente di lavaggio liquido, il serbatoio (13) essendo configurato per contenere una quantità complessiva di sostanza sufficiente per Γ effettuazione di più cicli di funzionamento della macchina, il dispensatore (10; 210) avendo un sistema di dosaggio (40; 240; 340) per erogare la sostanza in dosi di quantità sostanzialmente predefinita ed includendo almeno un elemento di regolazione (20, 40; 220, 240; 320) associabile a o portato da detto corpo (11), il dispensatore (10; 210) inoltre comprendendo mezzi (150, 160) di rilevazione di posizione deH’elemento di regolazione (20, 40, 220, 240, 320) suscettibili di generare un segnale. 25. Dispensatore secondo la rivendicazione 24 ed avente una o più delle caratteristiche di cui alle rivendicazioni da 1 a 23. 26. Macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, comprendente un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio (10) realizzato secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 25.
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