ITRM20130691A1 - Dispositivo per effettuare il massaggio cardiaco esterno. - Google Patents

Dispositivo per effettuare il massaggio cardiaco esterno.

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ITRM20130691A1
ITRM20130691A1 IT000691A ITRM20130691A ITRM20130691A1 IT RM20130691 A1 ITRM20130691 A1 IT RM20130691A1 IT 000691 A IT000691 A IT 000691A IT RM20130691 A ITRM20130691 A IT RM20130691A IT RM20130691 A1 ITRM20130691 A1 IT RM20130691A1
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IT
Italy
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box
piston
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pressure
patient
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IT000691A
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Massimiliano Volpicelli
Original Assignee
Massimiliano Volpicelli
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    • A61H31/00Artificial respiration or heart stimulation, e.g. heart massage
    • A61H31/004Heart stimulation
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Description

Descrizione dell’invenzione avente per titolo:
“DISPOSITIVO PER EFFETTUARE IL MASSAGGIO CARDIACO ESTER-NO”
_________________________________________________________________ Descrizione
Settore della tecnica
La presente invenzione riguarda il settore dei presidi medici per il soccorso immediato di pazienti che rischiano di perdere la vita, più in particolare pazienti che necessitano di un massaggio cardiaco esterno (M.C.E.) per rianimarsi.
Tecnica nota
È noto che la rianimazione cardiopolmonare è suddivisa in varie fasi che vanno dalla valutazione fino all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (D.A.E.). La presente invenzione concerne in particolare la fase del massaggio cardiaco esterno (M.C.E.).
La rianimazione cardiopolmonare fa parte, tra le altre cose, di quanto viene insegnato in alcune strutture sanitarie e laiche, per poter dare un primo soccorso ad una persona in pericolo di vita.
Il primo soccorso può salvare una vita o rallentare la necrosi delle cellule (morte delle cellule celebrali) che con il passare dei minuti porterebbe ad un evento irreversibile, ossia la morte.
Un soccorritore sanitario o laico certificato è in grado di valutare la situazione del paziente, sa come doversi comportare, sa gestire la situazione e sa utilizzare i cosiddetti presidi sanitari, ad esempio quelli presenti sulle ambulanze, auto mediche, infermerie, luoghi di lavoro e posti di primo soccorso autorizzati.
Il presidio altro non è che un oggetto, o un macchinario, o un utensile, o un’apparecchiatura più o meno complessa, che facilitano il compito del soccorritore, rendendolo più sicuro, efficace e professionale. Volendo fare alcuni esempi, i guanti, gli aspiratori, le cannule di guedel, il pallone ambu, la tavola spinale, la barella auto-caricante, fanno parte di quelle innovazioni tecnologiche che hanno portato ad elevare la professionalità ed aumentare le probabilità di successo del primo soccorso.
Tuttavia, il presidio non sostituisce l’operato del soccorritore, ma lo supporta e lo aiuta, rendendo meno oneroso il compito del soccorritore e aumentando le possibilità di successo.
I presidi sono diventati indispensabili per affrontare varie problematiche o patologie. Ad esempio, il pallone ambu è un semplice pallone in materiale gommoso con annessa mascherina facciale che, compresso con la mano, fa fuoriuscire una quantità definita di aria idonea a riempire parzialmente i polmoni nei casi di bisogno: insufficienza respiratoria, oppure rianimazione cardiopolmonare (caso di primo soccorso contemplato dalla presente domanda di brevetto). Quindi, si tratta di un semplice oggetto diventato un presidio sanitario essenziale, per “sostituire” la nota respirazione bocca-bocca.
Il pallone ambu non esautora il soccorritore dal suo ruolo primario, ma data la sua funzionalità (a differenza della respirazione bocca-bocca esso aumenta la portata d’aria forzatamente immessa nei polmoni) aumenta la possibilità di successo, in virtù dell’equazione “più aria = più sopravvivenza”.
L’esempio del “pallone ambu” dimostra l’efficacia di questi presidi medici, considerato anche il fatto che la tempestività dell’intervento del soccorritore è fondamentale, poiché in generale la percentuale di sopravvivenza si abbassa di circa il 10% al minuto (necrosi delle cellule che in mancanza di ossigeno contenuto nell’aria immessa dal pallone ambu andrebbero incontro ad un evento irreversibile). Inoltre, il pallone ambu è da considerarsi sicuro anche per il soccorritore, evitando esso il contatto con i liquidi contenuti nel cavo orale, come il sangue, che possono essere presenti specialmente nei casi di arresto cardiaco da trauma.
Nel caso dell’evento specifico che attiene alla presente domanda di brevetto, ossia l’arresto cardiaco, il soccorritore segue la procedura dettata dai protocolli (insegnata nelle strutture preposte): valutazione primaria e constatazione dell’arresto cardiaco. Una volta constatato che non vi sono segni di attività cardiaca, il soccorritore si pone al fianco dell’infortunato inginocchiandosi all’altezza del torace ed effettua compressioni, esattamente 30 in un tempo di 18 secondi (come stabilito dai protocolli); poi segue una sosta che corrisponde al tempo necessario per due insufflazioni di aria forzata nei polmoni dell’infortunato; quindi, seguono altre compressioni fino al completamento del ciclo di manovra.
Invece, nel bambino o nel neonato i protocolli indicano fino a 120 compressioni al minuto e penetrazioni toraciche dai 3 ai 2 cm.
Per l’adulto, la spinta sulle mani del soccorritore deve essere tale da far abbassare il torace fino a 5 cm, solo in questo modo il cuore sarà compresso in una sorta di morsa naturale tra la colonna vertebrale e la gabbia toracica.
Comprimendolo in questo modo, il cuore spinge verso l’esterno il sangue contenuto al proprio interno, passando dal ventricolo sinistro in tutto il corpo incluso il cervello (in questo modo si rallenta la necrosi delle cellule cerebrali, evento irreversibile che porta alla loro morte), mentre dal ventricolo destro il sangue giunge ai polmoni, ossigenandosi. La percentuale di sangue messa in circolo dal cuore in questo modo corrisponde al 20% sino al 30% rispetto a quella dell’individuo sano.
Rilasciando le mani senza staccarle dal torace dell’infortunato, il torace ritorna nella sua posizione naturale, per cui il cuore si riempie nuovamente di sangue; specificatamente, dalle vene cave il sangue raggiunge l’atrio destro e dalle vene polmonari l’atrio sinistro.
La manovra così effettuata viene definita “efficace”.
Tuttavia, la procedura sopra descritta di rianimazione cardiopolmonare e in particolare il M.C.E. può andare incontro ad alcuni inconvenienti, anche gravi (se il soccorritore non è molto esperto), e/o presenta anche altri svantaggi indipendenti dalla capacità individuale del soccorritore, ossia:
- è possibile che l’operatore perda la posizione trovata inizialmente, corrispondente al punto ottimale di compressione;
- è possibile provocare danni alle costole e agli altri organi interni (fegato, ecc.); - è difficile mantenere costante la corsa di compressione del costato come indicato dai protocolli (2 sino a 5 cm , secondo l’età dell’individuo);
- è difficile rispettare esattamente i tempi delle compressioni (da 100 sino a 120 compressioni al minuto secondo l’età dell’individuo);
- è difficile rispettare esattamente i tempi di “sosta” (5 secondi, due atti respiratori) nel caso di un intervento prolungato;
- è difficile che il soccorritore non si stanchi, nel caso di una lunga durata dell’intervento prima dell’arrivo dell’autoambulanza o simili, a meno che non si intervenga scambiando i ruoli tra due soccorritori, ma ciò spesso è impossibile (se gli altri astanti debbono chiamare aiuto o sono inesperti), oppure se i due soccorritori non sono affiatati perché hanno imparato metodi diversi; in ogni caso la manovra con due soccorritori è preferibile poiché uno può occuparsi delle compressioni mentre l’altro effettua la respirazione boccabocca con due insufflazioni durante la “sosta”;
Da quanto precede si evince che per quanto abile sia il soccorritore, l’errore umano è sempre in agguato, a causa dei seguenti fattori: stress, emozioni, confusione, stanchezza fisica, e anche il desiderio di voler far bene può spesso portare, paradossalmente, a sbagliare la manovra.
Un’errata manovra può provocare danni irreversibili (perforazione degli organi interni dovuta alla rottura delle costole e/o dello sterno) o risultare inefficace (un’errata compressione non permette al cuore di mettere in circolo la quantità minima di sangue ossigenato necessaria per rallentare la necrosi cellulare).
Quindi, per ovviare ai precedenti inconvenienti, nella tecnica sono stati fatti dei tentativi per risolvere questi problemi, mettendo a disposizione presidi medici che effettuano il M.C.E. in modo meccanico. Si tratta in genere di macchinari che sostituiscono la manovra manuale dell’operatore ed essendo quindi per definizione “infaticabili” possono ripetere le compressioni senza “stancarsi fisicamente”.
Tuttavia, come descritto nella parte iniziale del documento US 5 399 148 A del 21 marzo 1995 (di cui è a conoscenza il Richiedente) e che viene citato come tecnica nota in relazione alla presente domanda, tali tentativi non hanno condotto a risultati soddisfacenti per i seguenti motivi:
- lo spostamento della posizione di compressione sullo sterno ha dato luogo a fratture dello sterno e delle costole, provocando danni a fegato, polmoni o altro; - la complessità della macchina e delle istruzioni d’uso hanno determinato un utilizzo inadeguato della macchina da parte degli operatori;
- il tempo di montaggio e applicazione dello strumento al paziente, poteva anche durare 4 minuti, e ciò era inaccettabile in situazioni di emergenza come la rianimazione cardiopolmonare;
- diversi dispositivi della tecnica nota utilizzano cilindri a gas compresso come sorgente di potenza, ma questi sono troppo ingombranti.
Ora, il documento US 5 399 148 A, qui citato, risolve il problema dello spostamento laterale - dell’organo pressorio a moto alternativo (2) - rispetto allo sterno, per mezzo di una sorta di nastro/cintura flessibile (5) da disporre sotto le ascelle dell’infortunato, nonché mediante una sorta di sistema molleggiato (3); oppure, mediante un sistema con bracci a snodo (20, 21) e braccio mobile orizzontalmente (22). In ambo i casi vi è il problema che la cinta flessibile (5) e il braccio pieghevole - ossia articolato (20) - debbono essere disposti sotto al paziente, e ciò significa spostare il paziente che invece dovrebbe essere lasciato possibilmente immobile. Disporre la cinta flessibile (5) oppure i bracci (21, 22) a ridosso dei fianchi del paziente significa dover muovere ripetutamente le sue braccia, con rischi notevolissimi per tale persona che ha avuto un arresto cardiaco.
Inoltre, sebbene US 5 399 148 A descriva un sistema che riduce l’ingombro in quanto il cilindro (34) apparentemente aspira l’aria dall’atmosfera per poi comprimerla, e quindi non è un vero e proprio serbatoio di gas compresso, ciononostante dalla descrizione del montaggio di tutto il macchinario il tempo necessario per il set-up rimane troppo elevato (attorno ai 2 minuti per una persona esperta; vedi relativa descrizione).
Nel documento citato non viene descritta la regolazione della corsa dell’organo pressorio (2). La corsa dell’organo pressorio varia, tuttavia, in base all’età della persona infortunata (vedi sopra).
Un vantaggio di US 5 399 148 A risiede nella regolabilità della forza di compressione. Invece, la regolabilità della frequenza di compressione è già nota nella tecnica come indicato in quello stesso documento.
Alla luce di quanto descritto sopra, lo scopo della presente invenzione consiste nel mettere a disposizione un dispositivo di rianimazione mediante massaggio cardiaco esterno, che sia spostabile da una sola persona e/o relativamente leggero, comodo e estremamente rapido da utilizzare senza montaggio preventivo dei componenti del dispositivo, che non comporti rischi per il paziente in quanto quest’ultimo può sostanzialmente rimanere immobile durante l’intervento di soccorso, e che non si sposti rispetto alla posizione iniziale sullo sterno.
In particolare, scopo della presente invenzione è ridurre a pochissimi secondi il tempo di messa in opera del dispositivo (8 – 10 secondi al massimo) che con la pratica possono essere ulteriormente ridotti specialmente nel caso di più soccorritori.
Pur avendo il dispositivo dell’invenzione un funzionamento assai semplice, idonee strutture sanitarie potranno addestrare gli operatori sanitari all’uso del dispositivo dell’invenzione per garantire tempi minimi di applicazione (come quelli indicati) sul corpo del paziente.
Descrizione dell’invenzione
Il dispositivo forma una sorta di scatola (box) o valigia portatile che comprende al suo interno tutto il meccanismo elettromeccanico ed elettronico di movimentazione dell’organo pressorio. Quest’ultimo sporge da un foro ricavato su uno dei due lati (grandi) della valigia/box. La valigia o box/scatola, che forma il corpo esterno del dispositivo, contiene anche la batteria di alimentazione del motore elettrico per la movimentazione dell’organo pressorio. In corrispondenza dei suoi quattro angoli o spigoli, la scatola/valigia presenta quattro piedini pieghevoli e telescopici. I piedini pieghevoli e telescopici limitano le dimensioni del dispositivo quando esso non viene utilizzato.
I piedini sono dotati di morsetti rapidi, i quali, se sbloccati, fanno abbassare istantaneamente il dispositivo (per gravità) preventivamente posizionato sul paziente che si trova in condizione supina. Non è necessario muovere le braccia del paziente. L’organo o cursore pressorio si adagia quindi sul costato del paziente sul punto stabilito per le compressioni. I piedini vengono nuovamente fissati con i morsetti rapidi e il dispositivo è pronto per l’attivazione del motore elettrico. Considerato che una pressione di al massimo ca. 6 kg (esercitata nel punto corretto dello sterno e in un’area più circoscritta rispetto all’intervento manuale col palmo della mano) è sufficiente a effettuare le compressioni in maniera efficace prevenendo anche le lesioni, il peso proprio del dispositivo sarà sufficiente ad impedire il sollevamento del dispositivo stesso (dovuto alla forza di reazione del costato provocata dall’azione del cursore pressorio sul costato stesso). Il cursore pressorio potrà avere ad es. una dimensione di al massimo 3,5 cm di diametro, pari a meno della metà delle dimensioni medie del palmo della mano di un adulto.
In una particolare variante d’esecuzione dell’invenzione, una volta “aperti” i piedini articolati telescopici e dopo averli semplicemente appoggiati perpendicolarmente a terra, un sistema a molle a gas incorporato nei piedini stessi assicura la “discesa controllata” del dispositivo sino al punto in cui il cursore pressorio giunge a contatto con lo sterno del paziente nel punto voluto. Le molle a gas possono essere tarate in modo tale da esercitare una pressione minima specifica (anche nulla) sullo sterno del paziente, quando il dispositivo non è ancora azionato. In ogni caso il cursore pressorio deve essere a contatto con lo sterno nel punto voluto.
Il tempo di posizionamento e attivazione del dispositivo è incluso in un tempo massimo di 10 secondi e applicabile durante la fase di valutazione (primaria) dell’infortunato.
Una volta posizionato il dispositivo si stringono i fermi/morsetti di serraggio rapido. Un sistema a puntatori laser potrebbe essere incorporato nel dispositivo, ad esempio attorno allo stesso organo pressorio ed alimentato dalla batteria del dispositivo stesso, per il posizionamento estremamente preciso e rapido dell’organo pressorio sul punto dello sterno individuato precedentemente dal soccorritore.
I tempi sono ridotti al minimo, visto che una delle priorità nei casi di arresto cardiaco è (oltre al riconoscimento di questa condizione) l’attivazione della cosiddetta catena di sopravvivenza, di cui fa parte la fase rianimatoria.
In una realizzazione preferita dell’invenzione, la corsa del pistone che supporta l’organo pressorio è regolabile intervenendo su una chiave di regolazione. Tale regolazione può avvenire immediatamente dopo che il soccorritore è giunto a conoscenza dell’età dell’infortunato.
Come alternativa, si potrebbero tenere a disposizione diversi box (una gamma di box) per varie età e/o corporature. In questo caso non sarebbe necessario intervenire su una chiave di regolazione della corsa del pistone ovvero del cursore pressorio.
Secondo la presente invenzione è previsto un sistema elettronico di controllo della frequenza delle compressioni esercitate dall’organo o cursore pressorio. Tale sistema comprende un blocco di controllo (sempre alloggiato all’interno del box o valigia dell’invenzione), una scheda di controllo degli impulsi di frequenza (scheda di circuiti stampati) con relativa scheda madre, una cinghia di trasmissione collegata tra una ghiera dentata (ruota dentata) del blocco di controllo e una ghiera dentata intermedia (ruota dentata intermedia) solidale al meccanismo rotante azionato dall’albero motore. La ghiera dentata del controller trasmette così gli impulsi che regolano la frequenza dei movimenti del pistone (e quindi anche del cursore pressorio) ed è programmata per un numero di impulsi corrispondente esattamente al protocollo di soccorso (ad esempio 30 ogni 18 secondi, ma variabile secondo l’età del soggetto infortunato). Preferibilmente, il box o valigia secondo l’invenzione presenta un display in cui, tra l’altro, si possono indicare le frequenze di compressione.
Il pistone che sostiene il cursore pressorio può avere un innesto su cui poter collegare in modo intercambiabile vari tipi di cursori pressori, secondo l’età del soggetto.
Il pistone viene vantaggiosamente guidato all’interno di una guida cilindrica (manicotto) che può sporgere leggermente (ad es. 5,5 cm), ortogonalmente dalla parete del box, e che guida in modo perfettamente rettilineo il pistone di supporto del cursore pressorio nel suo movimento di va e vieni (moto alternativo), in sù e in giù.
Il cursore pressorio è in materiale gommoso (siliconico o simili) per simulare al meglio la pressione esercitata dal palmo della mano.
Il meccanismo elettromeccanico ed elettronico che aziona e controlla il movimento del pistone e del cursore pressorio (solidale al primo) è interamente contenuto all’interno del box - o valigia - della presente invenzione.
Preferibilmente si utilizza un manovellismo, comprendente una ghiera dentata girevole (ruota dentata girevole) grande, sul cui lato posteriore è prevista una guida a scanalatura, in cui si fissa in posizioni variabili il perno di collegamento di una testa di biella (prima estremità della biella) la cui seconda estremità, o coda di biella è collegata (a snodo) ad una testa del pistone. La testa del pistone presenta un incavo che riceve la coda di biella. Il pistone scorre nella sua guida cilindrica (manicotto di guida) in modo perfettamente rettilineo e sostanzialmente verticale (nella condizione d’uso del dispositivo).
La ghiera dentata grande è solidale nella rotazione con detta ghiera intermedia del sistema di controllo della frequenza delle compressioni.
Preferibilmente, il dispositivo dell’invenzione ha inferiormente dei tamponi/cuscini gommati situati alla base dei piedini telescopici articolati di sostegno. Il dispositivo dell’invenzione potrebbe presentare un sistema a cilindri stabilizzatori, che si adattano automaticamente ad eventuali dislivelli del terreno, onde evitare di spostare il paziente. Tuttavia, se i dislivelli sono eccessivi (caso estremo), è preferibile disporre in ogni caso il paziente su un piano perfettamente orizzontale.
Altri vantaggi e/o varianti (sviluppi) particolari dell’invenzione sono illustrati nella descrizione esemplificativa particolareggiata (ma non limitativa o vincolante) che segue, relativa ad esempi di esecuzione attualmente considerati preferiti e che fa riferimento alle unite tavole di disegno.
Breve descrizione dei disegni
I disegni molto schematici che seguono illustrano i principi di base, sia funzionali che strutturali dell’invenzione, in cui:
FIGURA 1 mostra in generale il dispositivo dell’invenzione, con box a forma di valigia e piedini articolati telescopici;
FIGURA 2 mostra il box, i suoi mezzi di apertura e chiusura, il pulsante on/off, il display con contatore di frequenza;
FIGURA 3 mostra una parte della motorizzazione per ottenere le compressioni; FIGURA 4 mostra una parte della motorizzazione e il sistema di controllo (in una realizzazione);
FIGURA 5 illustra una parte della motorizzazione e del controllo, la biella, il pistone, il manicotto di guida e il cursore pressorio;
FIGURA 6A è una vista frontale del particolare relativo alla biella e al perno di fissaggio della biella nel binario di guida verticale (vista schematica esplosa); FIGURA 6B è analoga alla precedente figura, ma mostra l’assieme assemblato e secondo una vista laterale;
FIGURA 7 è una rappresentazione del solo manicotto di guida del pistone portacursore pressorio;
FIGURA 8 illustra il manicotto di guida della Fig. 7 e all’interno di esso il pistone scorrevole recante da un lato l’innesto del cursore pressorio e dall’altro il collegamento alla parte inferiore della biella (coda di biella);
FIGURA 9A è identica alla Fig. 8 ma mostra anche un cursore pressorio connesso allo stesso pistone;
FIGURA 9B mostra un cursore pressorio più sottile di quello di Fig. 9A, collegabile allo stesso pistone in luogo del cursore pressorio di Fig. 9A;
FIGURA 10 mostra, a differenza della Fig. 9A, il pistone con il cursore nella posizione di fine corsa inferiore, opposta alla posizione di inizio corsa superiore denominata anche “posizione di stallo”;
FIGURA 11 illustra in prospettiva e molto schematicamente, tralasciando per semplificare tutti i componenti e sistemi interni al box, il modo in cui potrebbe presentarsi - in un possibile esempio di esecuzione - la struttura portante del dispositivo dell’invenzione (in questo esempio vi sono delle traversine superiori parallele che si estendono oltre il box vero e proprio; si noti che la struttura portante potrebbe avere forma arcuata ai lati, per adattarsi alle varie dimensioni delle persone);
FIGURA 12 (vista laterale) mostra ancora una volta una parte della motorizzazione del pistone e del relativo cursore o organo pressorio;
FIGURA 13 (vista laterale) mostra solo una parte dei componenti di Fig. 12, specificatamente la ghiera dentata grande, la ghiera dentata intermedia, il perno girevole di quest’ultima essendo supportato a rotazione entro una sezione cilindrica che fa corpo unico con una piastra a contatto (ossia fissata) alla parete interna del box;
FIGURA 14 è una rappresentazione (vista laterale) della motorizzazione del pistone con chiave di regolazione della corsa del pistone.
Descrizione delle realizzazioni preferite dell’invenzione
In Fig. 1 il box 1 contiene al proprio interno tutti i meccanismi di azionamento e di controllo del pistone e del relativo cursore pressorio, quest’ultimo sporgendo dal foro centrale 2 della parete inferiore del box 1. Per semplicità di illustrazione, questi meccanismi e componenti sono omessi in Fig. 1, così come il pistone e il cursore pressorio. Ai quattro angoli inferiori del box 1 sono collegati quattro piedini di appoggio 3 telescopici, articolati al box 1 mediante cerniere. Il box ha in questa forma di esecuzione la configurazione di una valigia presentante lateralmente un manico 4, in cui “lateralmente” si riferisce alla posizione di utilizzo del box 1. Durante il trasporto, o in generale quando il dispositivo dell’invenzione non viene utilizzato, i piedini 3 sono ripiegati (per comodità e per motivi di spazio) contro la parete inferiore del box 1.
I piedini 3 possono comprendere un sistema con molle a gas tale che il box 1 scende automaticamente verso il corpo del paziente (che si presume disteso in posizione supina al di sotto del box 1 parallelamente al suo asse di simmetria) sino a quando il cursore pressorio giunge a contatto contro lo sterno premendo con una pressione minima prefissata, anche nulla. A questo punto si stringono dei morsetti non rappresentati e associati ai piedini, che impediscono ai piedini di allungarsi di nuovo telescopicamente. Con un eventuale sistema del tipo a puntatore laser si può calare con estrema precisione il box e specificatamente il cursore pressorio sullo sterno, nel punto preventivamente individuato con precisione (eventualmente contrassegnato con un contrassegno adesivo), iniziando in pochi secondi le compressioni del cuore.
Il box 1 contiene una batteria ricaricabile a 12 volt non rappresentata nei disegni, per alimentare tutta la motorizzazione del dispositivo dell’invenzione. Vi è anche una spina (non mostrata), per la ricarica della batteria, oppure una presa sulla parete del box per l’inserimento di una spina, un pulsante di accensione e spegnimento della motorizzazione (pulsante di on/off) indicato in figura 2 dal riferimento 5, un contatore di frequenza con relativo display 6 per indicare la frequenza delle compressioni, e mezzi di chiusura e riapertura 7 del box 1, il cui coperchio 8 è posteriormente incernierato al corpo 9 del box 1, per permettere l’apertura del box 1 e quindi la normale manutenzione e le eventuali regolazioni in base alle necessità di utilizzo (vedi sotto).
Le dimensioni del box 1 possono variare, i suoi materiali di costruzione e quelli dei componenti meccanici interni di movimentazione devono rispettare i normali standard di sicurezza ed essere idonei ad assorbire lo stress meccanico che causa la normale usura.
Con riferimento alla figura 3, essa mostra il motore elettrico 10 alimentato dalla batteria, fissato ad una parete interna inferiore del box 1. Il motore elettrico 10 ha un albero di trasmissione 11 che è solidale alla ruota dentata 12, la cui rotazione trasmette il moto (per contatto) ad una ghiera più grande 21 (Fig. 4) e quindi ad un manovellismo di seguito descritto. La forza (coppia meccanica) che deriva dalla rotazione dell’albero di trasmissione 11 è calcolata e tarata per spingere il pistone e il relativo cursore pressorio (vedi il seguito della descrizione), con un’energia tale da fare abbassare il costato (che è a contatto con il cursore pressorio) di 5 cm negli adulti (fase delle compressioni costali).
Prima di proseguire con la descrizione dell’invenzione, si fa notare che la posizione delle parti è puramente esemplificativa e schematica nei disegni, e che le figure mostrano semplicemente la collocazione interna dei componenti del dispositivo, la disposizione relativa e assoluta dei componenti potendo quindi variare a piacere sulle pareti interne del box 1 e non dovendo pertanto essere interpretata letteralmente sulla base delle figure.
Con riferimento alla figura 4, essa raffigura un blocco di controllo 13 comprendente in generale una ruota (o ghiera) dentata 14 con albero di trasmissione 15 di dimensioni ridotte, collegato ad un corpo (o unità) centrale 16, denominato anche sistema o blocco rotante di controllo.
Sul blocco di controllo è prevista una scheda 17 a circuiti stampati collegati ad una piccola scheda madre 18 posizionata al centro della precedente scheda 17. Tutta la parte elettronica è deputata al controllo degli impulsi che vengono trasmessi al pistone (vedi sotto).
Una cinghia di trasmissione 19 (vedi anche Fig. 5) collegata alla ghiera dentata 14 del blocco o sistema di controllo 13 e anche ad una cosiddetta ghiera (ruota dentata) intermedia 20 (Fig. 5), trasmette gli impulsi che regolano la frequenza dei movimenti del pistone ed è “programmata” per un numero di impulsi pari a 30 ogni 18 secondi.
Il dispositivo dell’invenzione è effettivamente dotato di un sensore che in caso di arresto del sistema meccanico (motorizzazione) per rottura o mancanza di energia elettrica riporta il pistone in posizione di sicurezza ossia con il cursore pressorio in posizione superiore di inizio corsa (definita stallo fisiologico).
Tutto il sistema di motorizzazione e controllo è in generale alimentato dalla batteria interna al box 1 (non rappresentata), di 12 volt, che si collega al motore 10 e al blocco di controllo 13.
Con riferimento alla Fig. 4 è più in particolare alla Fig. 5, su un primo lato della ghiera dentata grande 21 è prevista detta ghiera intermedia 20 che svolge l’importante funzione di controllo sopra illustrata.
La ghiera intermedia 20 è compresa tra due componenti, il primo dei quali è rappresentato dalla ghiera dentata grande 21 che ingrana con detta ruota dentata (più piccola) 12 associata al motore 10, mentre il secondo componente forma la sezione cilindrica 22 che fa corpo unico con la piastra 23 a contatto (ossia fissata) alla parete interna del box 1. Le misure di tutti questi componenti possono variare in base ai materiali utilizzati.
Volgendo ora l’attenzione alle figure 5 e 6, a ridosso della ghiera dentata grande 21 è fissato un segmento rettilineo 24, scanalato, ossia dotato di scanalatura centrale o binario di scorrimento centrale 25, con funzione di guida della biella 26 durante la sua regolazione. La parte superiore 27 (chiamata testa) della biella 26 è attraversata centralmente da un perno 28 che va ad inserirsi nel binario di scorrimento 25. Tra il segmento rettilineo 24 e la testa 27 della biella 26 è disposto un elemento antiattrito 29 per attenuare l’attrito è quindi agevolare la regolazione della corsa della biella nel binario di scorrimento tra un massimo di 5 cm e un minimo di 2 cm (vedi il seguito della descrizione).
Sotto il pianale inferiore del box 1 (“inferiore” riferendosi alla posizione di utilizzo del box 1) e in corrispondenza di detto foro 2 (vedi Fig. 1), è fissato o realizzato di pezzo un altro componente mostrato in Fig. 7. Trattasi del manicotto di guida 30, che guida esternamente il pistone solidale al cursore pressorio che effettua le compressioni. Il manicotto di guida 30 stabilizza e guida la corsa del pistone. Sia il pistone che il manicotto di guida 30 sono preferibilmente realizzati in materiali autolubrificanti. Il manicotto 30 presenta una base 31, una parete laterale 32, e una camera cilindrica interna 33. La base 31 del manicotto 30, come si evince dallo schema di Fig. 8, è solidale oppure realizzata di pezzo con il pianale inferiore 34 del box 1. In Fig. 8 il pistone (porta-cursore) è indicato dal riferimento 35, così come in tutte le altre figure della presente domanda di brevetto.
La coda 36 della biella 26 va ad inserirsi nell’incavo 37 ricavato nella parte superiore del pistone 35 ed è assicurata a quest’ultimo tramite un perno di collegamento 38 che attraversa la coda 36 della biella nella sua parte centrale. Osservando il box 1 nel suo interno si nota che dal foro 2 (Fig. 1) presente sul pianale inferiore 34 lungo il suo asse di simmetria ma spostato verso un’estremità del pianale inferiore stesso) fuoriesce la parte superiore del pistone 35, per una lunghezza di ad esempio 1 cm; in questa posizione il pistone 35 è in fase di stallo, ossia di riposo, ossia di inizio corsa (PMS = punto morto superiore del manovellismo).
La testa della biella si trova allora, ovviamente, nella parte alta del binario di scorrimento 25, mentre la coda 36 è inserita nell’incavo 37 sopra descritto (Fig. 8).
In una realizzazione, la distanza tra il foro centrale della testa 27 della biella 26 e il foro della sua coda 36 è pari a 5 cm, pari alla corsa massima che effettua il pistone 35 nel caso di una persona adulta.
La Fig. 9A mostra nuovamente gli elementi già descritti, con gli stessi riferimenti numerici di prima. Nella parte inferiore del pistone 35 è presente una porzione 39 che si innesta nella parte superiore del cursore pressorio indicato dal riferimento 40. Quest’ultimo imita la porzione della mano che effettua la compressione toracica e normalmente è realizzato in materiale siliconico o derivati della gomma, ovvero materiali semi-rigidi che non procurano danni durante la spinta (compressione toracica). La figura 9A mostra nuovamente il pistone 35 nella posizione di inizio corsa.
Le dimensioni del pistone 35 possono essere le seguenti:
lunghezza 13 cm; il suo diametro è leggermente inferiore (di pochi micron) al diametro interno del manicotto (che ad esempio è pari a 2,5 cm). Il cursore pressorio 40 potrebbe avere una lunghezza di cm 5, 5 e una larghezza di cm 3,5 alla base. In Fig. 9B viene mostrata un’altra forma di cursore pressorio 40. Tale forma può variare secondo l’età del soggetto da soccorrere e inoltre a tal fine il cursore pressorio 40 è preferibilmente intercambiabile ossia montato in modo amovibile sull’innesto 39.
La Fig. 10 mostra invece la posizione inferiore di fine corsa del pistone 35; percorsa la distanza predeterminata, il pistone 35 ritorna nella sua posizione iniziale per poi ridiscendere, ripetendo tale operazione per trenta volte, tutto in maniera sincrona e senza strappi. Queste trenta corse avvengono in un tempo di 18 secondi (secondo il protocollo di primo soccorso).
La figura 11 mostra il box 1, il quale, diversamente dalla Fig. 1 è in questo caso sorretto da una struttura di supporto più ampia, realizzabile in materiali diversi. Durante le prove di utilizzo del dispositivo dell’invenzione su un manichino, si è notato che al box 1 sono effettivamente adattabili diverse tipologie di strutture di supporto; esse possono avere un profilo ad arco, semicircolare, oppure rettangolare (come in figura 11). Qualunque sia la forma della struttura di supporto essa dovrà permettere al soccorritore di utilizzare l’intero dispositivo in modo semplice e veloce, ossia l’infortunato dovrà potersi trovare nella posizione idonea, sotto il presidio (dispositivo per massaggio cardiaco esterno secondo l’invenzione), senza impedimento alcuno. La struttura può essere anche adattabile e regolabile alle varie tipologie di struttura fisica (ergonomicità); tuttavia, si può anche mettere a disposizione un certo numero di dispositivi dell’invenzione, con un box 1 di dimensioni uniche ma con strutture esterne di supporto differenti.
Nella rappresentazione di Fig. 11 la struttura di supporto presenta ad esempio un’altezza da terra di 30 cm ed una larghezza di 70 cm.
La struttura è composta da quattro assi verticali (piedini) 3’ a sezione quadra (o rettangolare), internamente cavi, e da due assi orizzontali 42 (disposti sotto il pianale 34 e a contatto con esso). Gli assi e i piedini sono uniti alle estremità. Gli assi 42 sono ad esempio disposti ad una reciproca distanza di 25 cm. Le gambe o piedini 3’ sono incernierate ai rispettivi assi orizzontali 42 e sono pieghevoli verso l’interno di 90° per facilitare il trasporto e lo stoccaggio del dispositivo dell’invenzione in un veicolo di soccorso.
All’interno delle gambe cave o piedini 3’ vi è ovviamente il nucleo (di sezione minore, rettangolare piena) dello stesso piedino telescopico 3’; dopo aver “raggiunto” il cuore dell’infortunato, con il cursore pressorio 40, si fissano i morsetti rapidi (non mostrati) che bloccano i piedini telescopici 3’. Tutta la struttura di supporto del box 1 è a questo punto bloccata.
All’estremità delle gambe scorrevoli 3’ vi sono preferibilmente quattro rispettivi tamponi/cuscinetti in gomma antiscivolo 44.
Il dispositivo dell’invenzione è dotato anche di accessori per essere posizionato su barelle, barelle spinali, e per essere utilizzato su terreni sabbiosi, all’occorrenza esso è anche dotato di un predellino poggia-ginocchio posto lateralmente e collegato tra i piedini 3’ della struttura.
Il posizionamento rapido del dispositivo dell’invenzione rispetto al cuore dell’infortunato può essere velocizzato utilizzando uno o più puntatori laser, ad esempio alimentati dalla batteria interna al box 1 e disposti attorno al foro 2, i cui raggi di luce sono diretti ortogonalmente al pianale 34, verso il basso, in modo da “puntare” la posizione del cuore 43 o meglio dello sterno (già individuata con precisione dal o dai soccorritori ed eventualmente già munita di contrassegno adesivo).
Verrà ora descritto il funzionamento del dispositivo della presente invenzione. Una volta azionato il meccanismo tramite il pulsante di accensione 5 (Fig. 2), tale meccanismo si mette in movimento. Il meccanismo è alimentato dalla batteria a 12 volt (non mostrata nelle figure ma protetta all’interno del box 1 del dispositivo). Il motorino 10 trasmette la sua rotazione all’asse 11 (albero di trasmissione). La ruota dentata piccola 12 posta all’estremità dell’asse di trasmissione 11 trasmette (mediante contatto ossia ingranamento diretto) il proprio moto di rotazione alla ghiera dentata grande (ruota dentata grande) 21. Quest’ultima, tramite il manovellismo sopra descritto, muove su e giù il pistone e quindi il cursore pressorio 40 che effettua le compressioni toraciche.
I movimenti del motore 10 possono essere controllati in vari modi; a titolo d’esempio non vincolante o limitativo si utilizzano questi tre metodi alternativi: - il metodo sopra descritto che utilizza la cinghia di trasmissione 19;
- un’unità di controllo integrata nel motore 10 stesso;
- un motore a passo (motore passo passo, o “step motor”).
Lo scopo è quello di imporre al rotore del motore di effettuare esattamente trenta (30) corse del pistone 35 (compressioni toraciche) nei tempi stabiliti dal protocollo, ovvero in 18 secondi.
Tutte le dimensioni citate possono ovviamente subire variazioni sensibili, in base ad esempio al materiale utilizzato. Rimangono chiaramente invariate le note che riguardano le direttive indicate dai protocolli per le procedure sul primo soccorso in quanto vincolanti, specificatamente: i tempi, il numero di compressioni, la distanza (“penetrazione toracica”) percorsa dal pistone.
In una particolare realizzazione si potrebbe anche prevedere una frizione di sicurezza (ad esempio conica) tra l’albero di trasmissione 11 e la ruota dentata 12, tale frizione di sicurezza disaccoppiando automaticamente il motore 10 dal meccanismo (manovellismo) posto a valle, nel caso in cui il momento torcente (coppia meccanica richiesta) superi la soglia prestabilita.
In Fig. 13 e in Fig. 14 vengono mostrate le parti del manovellismo già descritto in precedenza, numerate allo stesso modo, ossia con gli stessi riferimenti numerici di cui sopra.
Il perno 50 (cfr. Figg. 13 e 14) costituisce il supporto o cuscinetto dell’insieme rigido 20, 21 di ruote dentate (ruota intermedia e ruota grande), nel blocco di fissaggio 22 associato alla piastra 23 a contatto con la parte interna del box 1. In particolare, la Fig. 14 illustra la chiave di regolazione 51 della posizione del perno di fissaggio 28 della testa di biella 27 nella scanalatura di scorrimento 25. La testa di biella 27 può ruotare rispetto al perno di fissaggio 28, ma per ogni regolazione della corsa (2 cm …5 cm) del pistone 35 il perno di fissaggio 28 assume una posizione fissa e ben definita nella scanalatura diametrale 25 presente sul lato destro (con riferimento alla Fig. 14) della ruota dentata grande 21. L’elemento antiattrito 29, realizzato in materiale idoneo antiattrito, facilita la regolazione della corsa. A tal fine, l’operatore dovrà semplicemente aprire il box 1 (cfr. Fig. 2) ed effettuare manualmente la regolazione agendo su detta chiave di regolazione 51 (che verrà dapprima allentata e poi nuovamente stretta dopo aver spostato il perno 28 nella posizione voluta; ad esempio vi potrebbero essere vari fori filettati equidistanti lungo la scanalatura 25). Lateralmente rispetto alla scanalatura 25 vi potrà essere vantaggiosamente una scala millimetrica di misura delle distanze. Come alternativa, è possibile dotare la struttura sanitaria, l’ambulanza, o qualsiasi altra organizzazione specifica, di una gamma di dispositivi già regolati ed adatti alle varie età e corporature dei soggetti da soccorrere.
La presente invenzione è stata illustrata e descritta puramente a titolo esemplificativo ma non limitativo o vincolante, per cui varie realizzazioni alternative che non esulano dal presente concetto inventivo possono venire in mente al tecnico del ramo.
In sostanza, la presente invenzione è caratterizzata dal fatto che il relativo dispositivo racchiude e protegge al proprio interno (in un box 1) tutti i cinematismi e i sistemi di regolazione e di sicurezza del dispositivo, che servono ad azionare il cursore pressorio 40, a regolarne la corsa, a limitarne la forza di compressione al di sotto di una soglia impostabile a piacere, ecc. Unicamente i morsetti di bloccaggio rapido dei piedini 3 o 3’ sono esterni. Altra caratteristica importante della presente invenzione è che il paziente non dev’essere mosso (ad es. la schiena non dovrà essere sollevata), bensì sarà sufficiente calare velocemente il dispositivo sul paziente e bloccare il dispositivo tramite questi morsetti ad azione rapida che agiscono sui piedini articolati telescopici.
Per meglio far comprendere i pregi della presente invenzione se ne riassumono di nuovo i vari vantaggi:
1) facilità di trasporto;
2) estrema facilità di posizionamento;
3) estrema facilità di utilizzo (anche per persone non del mestiere);
4) tempi minimi nella fase di preparazione;
5) minimo ingombro;
6) leggerezza;
7) facile movimentazione;
8) nessuna alimentazione di rete;
9) lavabile e sterilizzabile a freddo;
10) facile manutenzione;
11) facile regolazione;
12) sicurezza per il paziente, affidabilità di funzionamento;
13) batteria ricaricabile;
14) il paziente non deve essere spostato, o semmai solo in misura minima; 15) versatilità (accessori vari: predellino o altro).
Specificatamente, riguardo al precedente punto 12) si rammenta quanto segue: - il cursore pressorio 40, una volta posizionato, non perde la sua posizione dal punto stabilito per le compressioni;
- il cursore pressorio 40 è ideato e tarato per comprimere il costato come indicato dai protocolli (Min. 2 cm – Max. 5 cm secondo l’età dell’individuo; motore 10 con una coppia meccanica specifica adatta a sviluppare la forza richiesta);
- il cursore non può causare danni accidentali alle costole e agli organi interni; - i tempi delle compressioni sono tarati (ma variabili secondo l’impostazione scelta) e possono adattarsi a valori tra 100 e 120 compressioni al minuto (secondo l’età dell’individuo), ciò avvenendo mediante l’unità di controllo che agisce direttamente sul motore 10;
- l’unità di controllo può prevedere uno step (fermo corsa) del motore, ad esempio ogni 18 secondi (variabile);
- salita e discesa del pistone 35 e del cursore 40 senza “strappi” durante un ciclo di compressioni;
- lunga durata di funzionamento (autonomia), ad es. 60-90 minuti, secondo il tipo di batteria;
- posizione di sicurezza in caso di rottura o mancanza di energia elettrica (ritorno in posizione di stallo).
Nelle posizioni critiche, vi possono essere delle opportune guarnizioni (ad es. O ring) o rondelle per rendere stagno il dispositivo (il box 1), in particolare in corrispondenza del foro 2 e del manicotto di guida 30 del pistone, in corrispondenza dei bordi di apertura del box 1, delle cerniere di apertura del box 1, ecc.
Un vantaggio determinante del dispositivo dell’invenzione è dato dal fatto che esso è infaticabile, privo di emozioni e preciso, dà ampia libertà di movimento al soccorritore che può continuare a: colloquiare con la centrale operativa attraverso il numero di emergenza sanitaria, controllare i parametri vitali dell’infortunato e l’efficacia della manovra attraverso la palpazione dell’arteria femorale o carotidea ed all’occorrenza relazionarsi con ciò che lo circonda in caso di quegli eventi considerati di emergenza straordinaria, tenendo comunque conto dei tempi di lavoro del dispositivo che sta utilizzando.
Da quanto precede è evidente, comunque, che il dispositivo dell’invenzione non sostituisce l’opera indispensabile e di grande valore del soccorritore (o dei soccorritori) ma costituisce appunto un presidio medico di notevolissimo aiuto nella rianimazione cardiopolmonare e specificatamente riguardo alla fase del massaggio cardiaco esterno (M.C.E).

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per la rianimazione meccanica mediante massaggio cardiaco esterno, caratterizzato dal fatto di comprendere un box (1) avente un primo lato maggiore e un secondo lato maggiore, e una struttura pieghevole a piedini telescopici (3; 3’), articolata a detto primo lato maggiore del box, il quale presenta un’apertura (2) di passaggio di un pistone mobile (35) con moto alternativo ortogonalmente alla superficie di detto primo lato maggiore tramite un meccanismo di azionamento (10, 11, 12, 21, 26) e un rispettivo sistema di controllo (13) alloggiati all’interno del box (1); il meccanismo di azionamento e il sistema di controllo essendo rispettivamente tarati ed impostati per far effettuare al pistone (35) un movimento alternativo secondo i parametri dei protocolli di primo soccorso di massaggio cardiaco esterno, ossia una determinata corsa del pistone, una determinata frequenza di compressioni, una determinata forza del pistone, e un determinato tempo di sosta tra i cicli di compressione, e detto pistone avendo alla sua estremità, opposta rispetto a detto primo lato maggiore, un cursore pressorio (40) in materiale atraumatico deformabile atto a giungere a contatto con un punto prestabilito dello sterno del paziente, detto pistone potendo esercitare una forza non superiore a circa 6 kg sullo sterno del paziente.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto sistema di controllo e detto meccanismo di azionamento sono di tipo elettromeccanico ed elettronico e sono alimentati da una batteria ricaricabile alloggiata anch’essa all’interno del box (1), la quale rende il dispositivo indipendente dalla rete elettrica e anche da gruppi elettrogeni, e in genere da qualsiasi altra fonte di energia esterna, per un periodo prolungato di tempo, pari ad esempio a 60-90 minuti secondo il tipo di batteria utilizzata.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti piedini telescopici (3, 3’) sono articolati a detto primo lato maggiore in modo diretto, oppure indiretto tramite traverse (42) o simili, essi possono essere ripiegati su detto primo lato maggiore o essere ruotati verso l’esterno sostanzialmente a 90° rispetto al primo lato maggiore del box (1) per fungere da supporto del box (1), ed essi presentano ciascuno una molla a gas o altro sistema molleggiato di abbassamento controllato del box (1) per far giungere, sotto l’effetto della forza peso del box (1), detto cursore pressorio (40) a contatto con il punto prestabilito dello sterno del paziente, tali molle a gas o altro sistema molleggiato essendo tarati per far esercitare una pressione minima o sostanzialmente nulla dal cursore pressorio (40) sullo sterno del paziente.
  4. 4. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di blocco e sblocco rapido dei piedini telescopici (3, 3’), in qualsiasi posizione di estensione dei piedini telescopici stessi, ad esempio morsetti di serraggio rapido.
  5. 5. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che sono previsti dispositivi di sicurezza con la seguente funzione: - limitare la forza messa a disposizione dal meccanismo di azionamento per muovere il pistone (35), tale forza non potendo superare una soglia prestabilita; - far risalire il pistone (35) in una posizione superiore di inizio corsa, denominata anche posizione di stallo, nel caso di una rottura al sistema di controllo e/o al meccanismo di azionamento, oppure in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica dalla batteria.
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere un display (6), un interruttore di on/off (5) e una presa elettrica per ricaricare la batteria secondo la rivendicazione 2.
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che il display (6), l’interruttore di on/off (5) e la presa elettrica per ricaricare la batteria sono previsti sulle pareti esterne del box (1), detto display (6) indicando la frequenza delle compressioni toraciche effettuate dal cursore pressorio (40), i secondi di sosta rimanenti tra le compressioni, la carica rimanente della batteria in %, o altri parametri.
  8. 8. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un sistema di regolazione della corsa del pistone (35).
  9. 9. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere un motore a passo (10) nel meccanismo di azionamento.
  10. 10. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere sul box (1) un manico o maniglia di presa (4) per facilitare il trasporto del dispositivo, nonché mezzi di apertura e chiusura (7) di un coperchio (8) del box (1).
  11. 11. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detto meccanismo di azionamento comprende un manovellismo (21, 26).
  12. 12. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detta apertura di passaggio (2) del pistone (35) è sfalsata rispetto ad un centro geometrico del primo lato maggiore del box (1), il quale in condizione di funzionamento forma un pianale inferiore (34).
  13. 13. Dispositivo secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che detta apertura di passaggio (2) del pistone (35) è disposta lungo un asse centrale di simmetria del primo lato maggiore del box (1) ed è sfalsata rispetto al centro geometrico del primo lato maggiore.
  14. 14. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che i piedini telescopici articolati (3, 3’) presentano ad una loro estremità inferiore rispettivi tamponi o cuscini (44), e dal fatto che è previsto un sistema di puntatori ottici laser per facilitare la centratura del pistone mobile (35) del dispositivo rispetto a detto punto prestabilito di applicazione sullo sterno del paziente, e dal fatto che detto pistone mobile (35) presenta un innesto (39) per rendere intercambiabile il cursore pressorio (40).
  15. 15. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la struttura di supporto, pieghevole a piedini telescopici (3; 3’), è regolabile oltre che in altezza, anche in larghezza, ossia perpendicolarmente ad un asse geometrico longitudinale di simmetria del box (1), detta struttura di supporto avendo forma arcuata oppure rettangolare.
  16. 16. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui è previsto un mezzo di guida, ad esempio a manicotto (30), per detto pistone (35), il materiale del pistone (35) e del mezzo di guida (30) essendo autolubrificante.
  17. 17. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il box (1) ha la forma geometrica di un parallelepipedo.
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