ITRM20110171A1 - Dispositivo di tenuta a labbro per trocar e relativo trocar. - Google Patents
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Description
DISPOSITIVO DI TENUTA A LABBRO PER TROCAR E
RELATIVO TROCAR
La presente invenzione riguarda un dispositivo di tenuta a labbro per trocar, in particolare per chirurgia laparoscopica, che consente in modo affidabile, versatile, semplice, economico, comodo per l’operatore e sicuro per il paziente di garantire la tenuta idraulica della cavità addominale in cui è inserito il trocar quando nessuno strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale, in particolare bloccando la fuoriuscita di anidride carbonica (CO2) con cui la cavità addominale viene insufflata.
La presente invenzione riguarda altresì un trocar comprendente un tale dispositivo di tenuta a labbro.
E’ noto che la chirurgia laparoscopica si è largamente diffusa negli ultimi anni grazie alla sua ridotta invasività.
Per eseguire un intervento con tecnica laparoscopica, viene utilizzato un dispositivo chirurgico invasivo detto trocar, usualmente monouso sterile, che consente di effettuare una piccola incisione sulle pareti addominali attraverso la quale possono essere introdotti nella cavità addominale tutti gli strumenti operatori, quali bisturi, cannule di lavaggio e/o aspirazione, e dispositivi ottici, necessari per l’intervento.
Con riferimento alla Figura 1 , si può osservare che un trocar comprende un corpo 5 accoppiato (usualmente solidalmente) ad una camicia cilindrica cava 3 la cui estremità distale è a becco di flauto, ovvero tagliata secondo un piano inclinato rispetto al piano ortogonale all’asse longitudinale della camicia 3. Una calotta 1 è amovibilmente accoppiabile al corpo 5 ed è provvista di un otturatore cilindrico che termina, alla sua estremità distale, con una punta 4 in grado di perforare tessuti che, usualmente, ha anch’essa forma a becco di flauto. Quando la calotta 1 è accoppiata al corpo 5, l’otturatore è inserito all’interno della camicia 3 da cui fuoriesce solo la punta 4, in modo tale che, quando un chirurgo impugna l’assieme calotta 1 -corpo 5 e preme la punta 4 contro le pareti addominali, questa taglia i tessuti delle pareti stesse introducendo la porzione distale della camicia 3 nella cavità addominale. Al termine dell'incisione, la calotta 1 e l’otturatore vengono rimossi per consentire l’introduzione, attraverso la camicia 3 operante quale canale di passaggio, degli strumenti operatori nella cavità addominale. Il corpo 5 è provvisto di una valvola esterna 2 per il collegamento di apparati esterni di insufflazione (e.g. per l’introduzione di gas) e di irrigazione, sempre attraverso la camicia 3, con la cavità addominale. Il corpo 5 alloggia al suo interno ulteriori valvole (non mostrate in Figura 1) che assicurano la tenuta della camicia 3, anche in presenza di strumenti operatori.
In particolare, quando l’otturatore è inserito nella camicia 3 od almeno uno strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale del paziente tramite il trocar, la tenuta della cavità addominale (evitando la fuoriuscita di fluidi biologici, usualmente mantenendo la differenza di pressione con l’esterno) è assicurata da un primo dispositivo di tenuta. Quando, invece, né l’otturatore è inserito nella camicia 3 né alcun altro strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale, è una valvola a labbro (detta anche a valvola becco d’anatra) ad assicurare la tenuta della cavità addominale; infatti, la valvola a labbro blocca la fuoriuscita di anidride carbonica (CO2) con cui la cavità addominale è stata insufflata, quando non è presente alcuno strumento operatorio all'interno del trocar stesso.
La Figura 2 mostra una valvola 200 a labbro per trocar della tecnica anteriore, avente un corpo provvisto di un bordo esterno 201 e di una parete laterale 202 che si estende dal bordo esterno 201 in direzione distale lungo un asse longitudinale del corpo; il bordo esterno 201, che è aggettante, è sagomato in modo tale da consentire l’accoppiamento della valvola 200 ad un condotto (preferibilmente una porzione prossimale della camicia) del trocar. La valvola 200 comprende due elementi planari 203 di tenuta raccordati alla parete laterale 202 del corpo lungo rispettivi contorni 204 ed aventi due labbri 205 affacciati tra loro che definiscono una fessura 206 trasversale all’asse longitudinale del corpo. In posizione di riposo, i due labbri 205 assumono una configurazione chiusa in cui tendono ad aderire l’uno all’altro chiudendo la fessura 206. L'applicazione di una differente pressione, dovuta alla presenza di gas all’interno della cavità addominale, tra l'esterno e l'interno della valvola 200 in modo che all'esterno la pressione sia più alta di quella interna, provoca l'adesione tra i due labbri 205 della valvola 200 che aumenta con l'aumento della differenza di pressione (schematizzata in Figura 2 dalle frecce indicate con le lettere P). L'adesione così ottenuta chiude la valvola 200 e impedisce il passaggio al gas presente nella cavità addominale, assicurando la tenuta della valvola 200.
Tuttavia, le valvole a labbro della tecnica anteriore soffrono di alcuni inconvenienti.
Innanzitutto, l'adesione tra i due labbri 205 garantisce la tenuta della valvola 200 solo se la differenza di pressione tra l'esterno e l'interno della valvola stessa è non inferiore ad un valore minimo, per cui le valvole della tecnica anteriore non garantiscono il blocco della fuoriuscita di gas in qualsiasi condizione. In particolare, nelle applicazioni ai trocar, se l'insufflazione della cavità addominale avviene a bassa portata di gas (usualmente CO2), la perdita iniziale della valvola 200 a labbro, in condizione di assenza 0 bassa differenza di pressione, provoca un rallentamento del processo di insufflazione se non persino una incapacità di raggiungere la differenza di pressione minima di chiusura della valvola (a causa della costante fuoriuscita di gas), con conseguente impossibilità di arrivare alle condizioni di pressione della cavità addominale necessaria per la formazione del campo operatorio.
Inoltre, la valvola a labbro deve consentire il passaggio di strumenti operatori anche di grandi dimensioni e, dopo l'estrazione di ogni strumento operatorio dalla valvola, è necessario che i due labbri ritornino in posizione di riposo per garantire la tenuta, mantenendo il gas (usualmente CO2) all’interno della cavità addominale. Invece, gli strumenti operatori, soprattutto quelli di grandi dimensioni, spesso deformano in modo sostanziale sia la forma dei labbri di tenuta che il corpo stesso della valvola, riducendo la funzione di tenuta della valvola a causa di due fenomeni principali. Il primo è dovuto alle deformazioni plastiche subite dalla valvola a causa della forte dilatazione, che non consente il completo ritorno dei labbri in posizione di riposo, causando conseguenti perdite di gas. Il secondo fenomeno è dovuto alla stabilità dei labbri, i quali, durante l'azione di estrazione di uno strumento operatorio, sono soggetti ad essere deformati in modo diverso in funzione del movimento di estrazione effettuato dall’operatore (i.e. il chirurgo); quando l’operatore estrae la parte finale (distale) dello strumento operatorio, se i due labbri si vengono a trovare su piani diversi non speculari, la loro instabilità fa sì che, anziché riposizionarsi uno di fronte all'altro chiudendo la fessura 206, si posizionano in modo sovrapposto causando una permanente perdita di gas dall’interno della cavità addominale.
Allo scopo di mantenere la tenuta idraulica delle valvole a labbro dei trocar, nella tecnica anteriore sono state sviluppate alcuni tentativi di soluzione.
Il documento GB2352183A descrive un manicotto per trocar per introdurre strumenti operatori in una cavità addominale in cui una valvola a becco d’anatra è incorporata in un corpo tubolare, la valvola avendo dimensioni maggiori della camera in cui viene alloggiata.
Il documento EP1520541 A1 descrive una valvola a becco d’anatra avente un profilo in sezione trasversale formato da una pluralità di segmenti che definiscono angoli crescenti con un piano trasversale della valvola.
Tuttavia, anche tali tentativi non sono del tutto efficaci nel mantenere la tenuta idraulica, e risultano inoltre complessi da fabbricare e costosi. Lo scopo della presente invenzione è, pertanto, quello di consentire in modo affidabile, versatile, semplice, economico, comodo per l’operatore e sicuro per il paziente di garantire la tenuta idraulica della cavità addominale in cui è inserito il trocar quando nessuno strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale, in particolare bloccando la fuoriuscita di anidride carbonica (C02) con cui la cavità addominale viene insufflata.
Forma oggetto specifico della presente invenzione un dispositivo di tenuta a labbro per trocar, avente un corpo comprendente:
- un bordo esterno per l’accoppiamento del dispositivo ad un condotto,
- una parete laterale che si estende dal bordo esterno in direzione distale lungo un asse longitudinale del corpo,
- due elementi di tenuta raccordati alla parete laterale lungo rispettivi contorni ed aventi due labbri affacciati tra loro che definiscono una fessura,
per cui in posizione di riposo i due labbri assumono una configurazione chiusa in cui aderiscono l’uno all’altro chiudendo la fessura, il dispositivo essendo caratterizzato dal fatto che ognuno degli elementi di tenuta comprende almeno una prima porzione raccordata ad almeno una corrispondente seconda porzione in modo tale da formare almeno una scanalatura sul rispettivo elemento di tenuta.
Sempre secondo l’invenzione, detta almeno una scanalatura di ognuno degli elementi di tenuta può essere parallela al rispettivo labbro.
Ancora secondo l’invenzione, detta almeno una scanalatura di ognuno degli elementi di tenuta può essere lineare.
Ulteriormente secondo l’invenzione, detta almeno una scanalatura lineare può essere formata da almeno una prima porzione planare e da almeno una corrispondente seconda porzione planare del rispettivo elemento di tenuta.
Sempre secondo l’invenzione, detta almeno una prima porzione planare può essere meno distante dal rispettivo labbro rispetto a detta almeno una corrispondente seconda porzione planare, un primo angolo definito da detto asse longitudinale del corpo a detta almeno una prima porzione planare essendo maggiore di 90° e minore di 180°, un secondo angolo definito da detto asse longitudinale del corpo a detta almeno una corrispondente seconda porzione planare essendo minore di 90°.
Ancora secondo l’invenzione, il primo angolo ed il secondo angolo possono essere supplementari, per cui la loro somma è 180°.
Ulteriormente secondo l’invenzione, ogni elemento di tenuta può comprendere una porzione planare centrale, che costituisce una prima porzione planare e che termina con il rispettivo labbro, ed una porzione planare periferica, che costituisce una seconda porzione planare e che è separata dal rispettivo labbro per detta porzione planare centrale, per cui detta porzione planare periferica e detta porzione planare centrale formano una scanalatura.
Sempre secondo l’invenzione, il contorno di raccordo di ogni elemento di tenuta alla parete laterale del corpo può essere meno distante da un piano trasversale, passante per la parete laterale ed ortogonale a detto asse longitudinale del corpo, rispetto al rispettivo labbro.
Forma ancora oggetto specifico della presente invenzione un trocar comprendente un corpo, accoppiato ad una camicia cilindrica cava nella quale è inseribile un otturatore, ed una calotta amovibilmente accoppiabile al corpo, la camicia formando un condotto avente una porzione prossimale che alloggia un dispositivo di tenuta a labbro, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di tenuta a labbro è un dispositivo di tenuta a labbro come precedentemente descritto.
Il dispositivo di tenuta a labbro per trocar secondo l’invenzione consente di mantenere efficacemente la tenuta idraulica quando nessuno strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale, anche in condizioni di bassissima differenza di pressione, persino pari a zero, tra l’esterno e l’interno del dispositivo di tenuta.
Inoltre, il dispositivo di tenuta a labbro per trocar secondo l’invenzione consente di garantire la tenuta idraulica anche dopo l’inserimento in e l’estrazione dal trocar di strumenti chirurgici di grandi dimensioni, e.g. oltre i 13 mm.
Ancora, il dispositivo di tenuta a labbro per trocar secondo l’invenzione è facilmente fabbricabile, avendo costi di produzione estremamente ridotti.
La presente invenzione verrà ora descritta, a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo sue preferite forme di realizzazione, con particolare riferimento alle Figure dei disegni allegati, in cui:
la Figura 1 mostra una vista laterale destra schematica di un trocar della tecnica anteriore;
la Figura 2 mostra una vista prospettica di una valvola a labbro per trocar della tecnica anteriore;
la Figura 3 mostra una vista prospettica (Fig. 3a), una vista frontale (Fig. 3b), una vista in pianta dal basso (Fig. 3c), una vista in pianta dall’alto (Fig. 3d), una vista in sezione secondo il piano di taglio AA di Figura 3b (Fig. 3e), ed un particolare ingrandito della vista di Figura 3e (Fig. 3f) di una prima forma di realizzazione del trocar secondo l’invenzione; la Figura 4 mostra una vista in pianta dall’alto (Fig. 4a), una vista in pianta dal basso (Fig. 4b), una vista frontale (Fig. 4c), una vista in sezione secondo il piano di taglio AA di Figura 4a (Fig. 4d), una vista in sezione secondo il piano di taglio BB di Figura 4b (Fig. 4e), ed una vista in sezione secondo il piano di taglio CC di Figura 4b (Fig. 4f) di una prima forma di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione; e la Figura 5 mostra una vista prospettica di una seconda forma di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione.
Nelle Figure numeri di riferimento identici saranno utilizzati per elementi analoghi.
In particolare, le quote riportate nelle Figure (le quali quote sono in millimetri, a meno che non sia diversamente specificato) sono esemplificative e non devono essere intese come limitative deN’ambito di protezione della presente invenzione, a meno che non sia espressamente indicato il contrario.
Nel seguito si farà esplicito riferimento ad una preferita forma di realizzazione del trocar secondo l’invenzione che comprende uno specifico otturatore bladeless con punta a forma elicoidale, una calotta la cui sommità è specificamente sagomata, ed un corpo specificamente strutturato. Si deve tuttavia tenere presente che il trocar secondo l’invenzione può comprendere un qualsiasi altro otturatore, anche provvisto di lame e con punta avente sagoma diversa da quella elicoidale illustrata (ad esempio a becco di flauto), una calotta sagomata in qualsiasi altro modo, ed un corpo strutturato diversamente, rimanendo sempre neN’ambito di protezione della presente invenzione.
Con riferimento alla Figura 3, si può osservare che la preferita forma di realizzazione del trocar secondo l’invenzione comprende una calotta 10 amovibilmente accoppiabile (tramite specifici mezzi meccanici 11) ad un corpo 13 la cui porzione superiore (cui si accoppia la calotta 10) comprende un dispositivo 24 di tenuta autocentrante. Le specifiche caratteristiche della calotta 10 e dei mezzi meccanici tramite i quali è amovibilmente accoppiabile al corpo 13 non fanno parte deN’ambito di protezione della presente invenzione e non sono essenziali.
La porzione superiore del corpo 13 comprende un primo elemento anulare 14 accoppiato ad un secondo elemento anulare 15, in modo tale che il primo ed il secondo elemento anulare 14 e 15, quando assemblati, operano da contenitore del dispositivo 24 di tenuta.
La porzione inferiore del corpo 13 comprende un contenitore 26 che alloggia la estremità prossimale 290 di una camicia cilindrica cava 29. L’estremità prossimale 290 della camicia 29 è provvista di un condotto anteriore 30 di ingresso/uscita provvisto di un rubinetto 31 controllato da una corrispondente valvola 32, per consentire il collegamento dell’interno della camicia 29, ad esempio, con apparati esterni di insufflazione (e.g. per l’introduzione di gas). Nella estremità prossimale 290 della camicia 29 è alloggiata una preferita forma di realizzazione del dispositivo 33 di tenuta a labbro secondo l’invenzione. La parete esterna della camicia 29 è preferibilmente centralmente provvista di una lavorazione antiscivolo costituita da anelli 36 a sezione preferibilmente triangolare. Nella camicia 29 è atto ad inserirsi un otturatore bladeless 23 avente punta a forma elicoidale.
In particolare, quando l’otturatore 23 è inserito nella camicia 29 od almeno uno strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale del paziente tramite il trocar, è il dispositivo 24 che assicura la tenuta della cavità addominale (evitando la fuoriuscita di fluidi biologici, usualmente mantenendo la differenza di pressione con l’esterno). Quando, invece, né l’otturatore 23 è inserito nella camicia 29 né alcun altro strumento operatorio è inserito all’interno della cavità addominale, è il dispositivo 33 di tenuta a labbro ad assicurare la tenuta della cavità addominale.
Le specifiche caratteristiche del contenitore 26, della camicia 29, del rubinetto 31 , del dispositivo 24 di tenuta autocentrante, e dell’otturatore 23 non fanno parte dell’ambito di protezione della presente invenzione e non sono essenziali.
Con riferimento alla Figura 4, si può osservare che la preferita forma di realizzazione del dispositivo 33 di tenuta a labbro secondo l’invenzione ha un corpo provvisto di un bordo esterno 201 e di una parete laterale 202 che si estende dal bordo esterno 201 in direzione distale lungo un asse longitudinale 334 del corpo (la parete laterale 202 è rastremata in direzione distale), l’asse 334 essendo ortogonale ad un piano trasversale 335 passante per il corpo (precisamente passante lungo una circonferenza della parete laterale 202 del corpo); il bordo esterno 201 , che è aggettante, è sagomato in modo tale da consentire l’accoppiamento del dispositivo 33 alla porzione prossimale 290 del condotto formato dalla camicia 29 del trocar. I mezzi di accoppiamento del dispositivo alla porzione prossimale 290 del condotto formato dalla camicia 29 del trocar possono essere di vario tipo e non sono caratteristiche essenziali del dispositivo 33 di tenuta secondo l’invenzione; in particolare, la Figura 5 mostra una vista prospettica di una seconda forma di realizzazione del dispositivo 33 di tenuta secondo l’invenzione che differisce soltanto per la configurazione reciproca di due occhielli 339 e di un incavo 340, anche rispetto alla fessura 206, che cooperano all’accoppiamento del dispositivo alla camicia 29 del trocar.
Il dispositivo 33 comprende due elementi 203 di tenuta raccordati alla parete laterale 202 del corpo lungo rispettivi contorni 204 ed aventi due labbri 205 affacciati tra loro che definiscono una fessura 206 trasversale all’asse longitudinale del corpo. Inoltre, il corpo comprende una base anulare 333 al di sotto del bordo esterno 201 avente una sagoma circolare; tuttavia, la base 333 e la sua forma non sono caratteristiche essenziali del dispositivo 33 di tenuta secondo l’invenzione, ed altre forme di realizzazione possono non prevedere una base al di sotto del bordo esterno 201 oppure possono avere una base avente una sagoma differente dalla circolare, ad esempio ovale, rettangolare o quadrata, che sia preferibilmente simmetrica rispetto alla fessura 206. In posizione di riposo, i due labbri 205 assumono una configurazione chiusa in cui aderiscono l’uno all’altro chiudendo la fessura 206. Una differenza di pressione tra l'esterno e l'interno del dispositivo 33, tale che la pressione esterna sia più alta di quella interna, provoca l'adesione tra i due labbri 205 del dispositivo 33 che chiude il dispositivo 33 (e impedisce il passaggio al gas eventualmente presente nella cavità addominale, assicurando la tenuta del dispositivo 33).
Il dispositivo 33 di Figura 4 (così come quello di Figura 5) differisce dalle valvole a labbro della tecnica anteriore (come quella mostrata in Figura 2) per il fatto che ognuno dei due elementi 203 di tenuta comprende una prima porzione planare 336 raccordata ad una corrispondente seconda porzione planare 337. In particolare, la prima porzione planare 336 è una porzione planare centrale che termina con il labbro 205, mentre la corrispondente seconda porzione planare 337 è una porzione planare periferica, per cui la prima è meno distante dal (in realtà è a contatto con il) labbro 205 rispetto alla seconda. Un primo angolo a definito a partire dall’asse longitudinale 334 del corpo fino alla prima porzione planare 336 è pari a 120°, mentre un secondo angolo β definito a partire dall’asse longitudinale 334 del corpo fino alla seconda porzione planare 337 è pari a 60°, per cui gli angoli a e β sono tra loro supplementari (i.e., la loro somma è pari a 180°). In particolare, altre forme di realizzazione del dispositivo di tenuta secondo l’invenzione possono anche prevedere che il primo angolo a sia diverso da 120°, purché sia maggiore di 90° e minore di 180°, e che il secondo angolo β sia diverso da 60°, purché sia minore di 90°; inoltre, anche la caratteristica che gli angoli a e β siano tra loro supplementari non è essenziale per l’invenzione.
Come mostrato in Figura 4, la prima porzione planare 336 e la corrispondente seconda porzione planare 337 formano una scanalatura 338, che risulta lineare e parallela al labbro 205 del rispettivo elemento 203 di tenuta. Le scanalature 338 dei due elementi 203 di tenuta sono simmetriche rispetto alla fessura 206, anche se tale simmetria non è un requisito essenziale dell’invenzione. In particolare, il contorno 204 di raccordo di ogni elemento 203 di tenuta alla parete laterale 202 del corpo, che descrive una curva ondulata, è sempre meno distante dal piano trasversale 335 del corpo rispetto al rispettivo labbro 205 (tuttavia questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione). Il dispositivo 33 di tenuta a labbro è realizzato in materiale elastico, preferibilmente in un elastomero, più preferibilmente in gomma di isoprene (IR - isoprene rubber), avente ancora più preferibilmente durezza pari a 35 shore A.
In tal modo, le scanalature 338 definite dalle prime e seconde porzioni 336 e 337 di ogni elemento planare 203 costituiscono un vincolo elastico che si oppone al distanziamento reciproco dei labbri 205 e, quindi, all’apertura del dispositivo 33. In altre parole, le scanalature 338, oltre a stabilizzare i labbri 205 del dispositivo 33, eliminandone deformazioni plastiche permanenti ed evitando che si sovrappongano durante l'estrazione di uno strumento operatorio, esaltano le forze elastiche resistenti che tendono a mantenere aderenti i due labbri 205 in modo che, anche in assenza di pressione, l'aderenza reciproca dei labbri 205 impedisca la fuoriuscita di gas dall’interno della cavità addominale.
Altre forme di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione possono prevedere che ogni elemento 203 di tenuta abbia una pluralità di due o più scanalature 338, anche (almeno parzialmente) non lineari e/o non parallele al rispettivo labbro 205; in tal caso, ogni elemento 203 di tenuta comprende una pluralità di prime porzioni planari ed una corrispondente pluralità di seconde porzioni planari (che definiscono primi e secondo angoli con l’asse longitudinale 334 in modo analogo a quanto illustrato per il dispositivo 33 di Figura 4) che formano, a due a due, la pluralità di due o più scanalature 338. A titolo esemplificativo, ma non limitativo, il dispositivo di tenuta secondo l’invenzione può comprendere su ogni elemento 203 di tenuta una o due scanalature che descrivono una lettera “V” avente il vertice rivolto verso (eventualmente a contatto con) il rispettivo labbro 205. Anche per queste altre forme di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione, ognuna delle due o più scanalature costituisce un vincolo elastico che si oppone al distanziamento reciproco dei labbri 205 e, quindi, all’apertura del dispositivo 33, eliminandone deformazioni plastiche permanenti ed evitando che si sovrappongano durante l'estrazione di uno strumento operatorio, per cui il vincolo elastico risultante dalla pluralità di due o più scanalature è generalmente più forte rispetto al caso di presenza di una singola scanalatura.
Ulteriori forme di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione possono prevedere che le scanalature non siano a contatto con il contorno 204.
Altre forme di realizzazione del dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione possono prevedere che le prime e seconde porzioni 336 e 337 di ogni elemento planare 203 che definiscono le scanalature 338 non siano planari, bensì siano curvilinee, in modo tale da definire scanalature non necessariamente lineari, così come pure una fessura non necessariamente lineare.
Ulteriori forme di realizzazione del trocar che comprende il dispositivo di tenuta a labbro secondo l’invenzione possono anche prevedere che il dispositivo sia elasticamente compresso quando è alloggiato nella rispettiva sede di alloggiamento nel corpo del trocar, in modo tale che le scanalature, pure compresse, esercitino anche in posizione di riposo una forza resistente sui labbri che si oppone all’apertura dello stesso dispositivo di tenuta.
In quel che precede sono state descritte le preferite forme di realizzazione e sono state suggerite delle varianti della presente invenzione, ma è da intendersi che gli esperti del ramo potranno apportare modificazioni e cambiamenti senza con ciò uscire dal relativo ambito di protezione, come definito dalle rivendicazioni allegate.
Claims (9)
- RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (33) di tenuta a labbro per trocar, avente un corpo comprendente: - un bordo esterno (201 , 333) per l’accoppiamento del dispositivo (33) ad un condotto (290), - una parete laterale (202) che si estende dal bordo esterno (201 , 333) in direzione distale lungo un asse longitudinale del corpo, - due elementi (203) di tenuta raccordati alla parete laterale (202) lungo rispettivi contorni (204) ed aventi due labbri (205) affacciati tra loro che definiscono una fessura (206), per cui in posizione di riposo i due labbri (205) assumono una configurazione chiusa in cui aderiscono l’uno all’altro chiudendo la fessura (206), il dispositivo (33) essendo caratterizzato dal fatto che ognuno degli elementi (203) di tenuta comprende almeno una prima porzione (336) raccordata ad almeno una corrispondente seconda porzione (337) in modo tale da formare almeno una scanalatura (338) sul rispettivo elemento (203) di tenuta.
- 2. Dispositivo (33) di tenuta secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta almeno una scanalatura (338) di ognuno degli elementi (203) di tenuta è parallela al rispettivo labbro (205).
- 3. Dispositivo (33) di tenuta secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta almeno una scanalatura (338) di ognuno degli elementi (203) di tenuta è lineare.
- 4. Dispositivo (33) di tenuta secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta almeno una scanalatura (338) lineare è formata da almeno una prima porzione (336) planare e da almeno una corrispondente seconda porzione (337) planare del rispettivo elemento (203) di tenuta.
- 5. Dispositivo (33) di tenuta secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detta almeno una prima porzione (336) planare è meno distante dal rispettivo labbro (205) rispetto a detta almeno una corrispon dente seconda porzione (337) planare, un primo angolo (a) definito da detto asse longitudinale del corpo a detta almeno una prima porzione (336) planare essendo maggiore di 90° e minore di 180°, un secondo angolo (β) definito da detto asse longitudinale del corpo a detta almeno una corrispondente seconda porzione (337) planare essendo minore di 90°.
- 6. Dispositivo (33) di tenuta secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il primo angolo (a) ed il secondo angolo (β) sono supplementari, per cui la loro somma è 180°.
- 7. Dispositivo (33) di tenuta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 6, caratterizzato dal fatto che ogni elemento (203) di tenuta comprende una porzione planare centrale, che costituisce una prima porzione (336) planare e che termina con il rispettivo labbro (205), ed una porzione planare periferica, che costituisce una seconda porzione (337) planare e che è separata dal rispettivo labbro (205) per detta porzione planare centrale, per cui detta porzione planare periferica e detta porzione planare centrale formano una scanalatura (338).
- 8. Dispositivo (33) di tenuta secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il contorno (204) di raccordo di ogni elemento (203) di tenuta alla parete laterale (202) del corpo è meno distante da un piano trasversale, passante per la parete laterale (202) ed ortogonale a detto asse longitudinale del corpo, rispetto al rispettivo labbro (205).
- 9. Trocar comprendente un corpo (13), accoppiato ad una camicia cilindrica cava (29) nella quale è inseribile un otturatore (23), ed una calotta (10) amovibilmente accoppiabile al corpo (13), la camicia formando un condotto (290) avente una porzione prossimale che alloggia un dispositivo di tenuta a labbro, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di tenuta a labbro è un dispositivo (33) di tenuta a labbro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 8.
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---|---|---|---|
IT000171A ITRM20110171A1 (it) | 2011-04-01 | 2011-04-01 | Dispositivo di tenuta a labbro per trocar e relativo trocar. |
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ITRM20110171A1 true ITRM20110171A1 (it) | 2012-10-02 |
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2011
- 2011-04-01 IT IT000171A patent/ITRM20110171A1/it unknown
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