ITRM20100306A1 - Meccanismo di scrittura a più teste per stampante - Google Patents

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ITRM20100306A1
ITRM20100306A1 IT000306A ITRM20100306A ITRM20100306A1 IT RM20100306 A1 ITRM20100306 A1 IT RM20100306A1 IT 000306 A IT000306 A IT 000306A IT RM20100306 A ITRM20100306 A IT RM20100306A IT RM20100306 A1 ITRM20100306 A1 IT RM20100306A1
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Roberto Enea
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Description

DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
“MECCANISMO DI SCRITTURA A PIÙ TESTE PER STAMPANTEâ€
La presente invenzione ha per oggetto un meccanismo di scrittura a più teste per stampante.
Nel seguito si fa riferimento in particolare al Computer to plate (Ctp), cioà ̈ alla tecnologia usata per trasferire immagini e testi direttamente su lastre da stampa, nonché alla "stampante" che fisicamente trasferisce l'immagine digitale sulla lastra. Si deve comunque comprendere che il sistema secondo l’invenzione à ̈ applicabile anche ad altre stampanti diverse da quelle Ctp. Facendo riferimento al Ctp, visto lo stato attuale delle tecnologie laser, à ̈ problematico realizzare singole teste che generino un numero di spot elevato. Il motivo di ciò sta nel fatto che, nel caso di teste laser a diodi, inserire un numero elevato di diodi su di un singolo chip aumenta notevolmente le probabilità di scarti in produzione. Inoltre, durante l’utilizzo delle teste laser, cresce la probabilità di guasti a causa anche di un eccessivo surriscaldamento del chip. Ciò limita notevolmente la possibilità di incrementare la produttività dei Ctp.
Una soluzione possibile al problema à ̈ l’utilizzo di più teste che agiscano contemporaneamente.
Quasi tutte le stampanti esistenti utilizzano un algoritmo di scrittura ideato da IBM (brevetti US4069486A1 e US4401991A1) per le stampanti a getto di inchiostro, secondo il quale la distanza richiesta tra un elemento di scrittura, nel caso specifico del Ctp il diodo del laser, ed il successivo, deve essere sempre uguale per tutto l’array o matrice di diodi. Tuttavia, dal momento che una costante distanza intercorrente tra un diodo ed il successivo all’interno di uno stesso chip non à ̈ meccanicamente mantenibile tra due diodi di teste diverse, non à ̈ possibile affiancare due teste, se si utilizza l’algoritmo di scrittura IBM secondo i brevetti citati.
Altre aziende del settore Ctp come Heidelberg hanno risolto il problema dividendo idealmente la lastra in più parti, ognuna incisa da una singola testa. Anche questa soluzione presenta una serie di problemi. In primo luogo, non si ottiene il medesimo incremento di produttività su tutti i formati di lastra, ma à ̈ necessario ottimizzare la distanza tra le teste per un singolo formato. Secondariamente, questa distanza deve essere mantenuta con una precisione uguale, al massimo, ad un quarto della distanza di risoluzione (2,5 µm nel caso dei 2540 dpi). Naturalmente, maggiore à ̈ la distanza tra le teste, più piccolo à ̈ l’errore relativo al di sotto del quale à ̈ necessario mantenersi. Per mantenere costante la distanza tra le due teste, Heidelberg à ̈ costretta a montare un impianto di climatizzazione all’interno del suo Ctp per mantenere la variazione di temperatura del carrello dei laser all’interno di un grado centigrado.
Infine, le teste laser sono vincolate, e ciò fa sì che in caso di rottura di un laser, poiché il carrello à ̈ unico e il passo dell’elica deve essere costante, à ̈ necessario spegnere i laser in eccesso sulle altre teste, benché funzionanti. In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ proporre un meccanismo di scrittura a più teste per stampante che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
Nel seguito della descrizione si utilizzano alcuni termini che richiedono una definizione.
Si definisce clock di linea un treno di impulsi generato da un dispositivo di alimentazione di dati attraverso lo zoom dei segnali provenienti da un encoder angolare montato sul tamburo. Lo zoom deve essere tale da portare ad una discretizzazione di 10 µm della superficie del tamburo stesso.
Si definisce passo dell’elica lo spostamento espresso in mm della testa laser su di una rispettiva guida lineare per ogni rotazione del tamburo di 360°. Il passo dell’elica dipende dal numero di spot esposti dalla testa in corrispondenza di ogni clock di linea.
Si definisce spot la superficie di lastra esposta dal singolo fascio laser. Nella tecnologia termica o a infrarossi ognuno degli n diodi laser produce uno spot sulla lastra. Nella tecnologia a deflessione, utilizzata generalmente con i laser a luce viola o ultravioletta, ad ogni spot esposto su una singola linea corrisponde un particolare angolo di deflessione del fascio laser.
Se si indica n il numero di spot esposti per clock di linea, con pe il passo dell’elica e con ds à ̈ la distanza di risoluzione, vale a dire la distanza, espressa in mm, tra gli spot per ottenere una certa risoluzione di esposizione, si ha che
pe = n × ds (1)
Inoltre, al termine pitch si attribuiscono due significati diversi a seconda della tecnologia a cui si fa riferimento. Nella tecnologia ad array di diodi, il pitch à ̈ la distanza che sulla lastra intercorre tra lo spot esposto da un diodo e quello esposto dal diodo immediatamente successivo o precedente. Nella tecnologia a deflessione il pitch à ̈ la distanza intercorrente tra lo spot esposto dall’unico fascio laser deflesso di un certo angolo e lo spot esposto applicando l’angolo di deflessione immediatamente superiore o inferiore. Questa discretizzazione degli angoli di deflessione à ̈ basata sulla necessità di avere tra uno spot e l’altro una distanza ad esempio di 10 µm per ottenere una risoluzione dell’immagine di 2540 dpi.
Si definisce distanza relativa di un diodo la distanza discretizzata intercorrente tra un diodo (o qualunque elemento scrivente) ed il primo diodo dell’array di laser, intendendo come primo diodo, il diodo che si trova, rispetto all’intero array monodimensionale nell’estremo opposto alla direzione di scrittura.
In particolare, à ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un meccanismo di scrittura a più teste per stampante in grado di superare i problemi sopra citati.
Pertanto, la presente invenzione fornisce un meccanismo di scrittura a più teste per stampante, comprendente un supporto girevole intorno al proprio asse di rotazione, sostenente mezzi atti a ricevere segni su di una loro superficie, almeno due teste per stampante mobili su di una guida lineare parallelamente all’asse di rotazione del supporto, una molteplicità di elementi scriventi atti a generare rispettivi segni e montati su ognuna di dette teste per stampante lungo una retta parallela alla direzione dell’asse di rotazione, e mezzi di movimento atti a spostare dette teste per stampante, rispetto a detto supporto girevole, su detta guida lineare di una distanza uguale al prodotto tra il numero di elementi scriventi montati su dette teste per stampante e la risoluzione di scrittura o distanza fra i segni, meccanismo di scrittura in cui dette teste sono affiancate, la distanza fra le teste essendo pari al prodotto tra il numero degli elementi scriventi e la distanza fra due segni generati da elementi scriventi adiacenti o distanza fra gli stessi elementi scriventi, e le distanze intercorrenti tra gli elementi scriventi, cioà ̈ le distanze
d0= 0
d1= p (es1, es2) d0
d2= p (es2, es3) d1
…
dn-1= p (esn-1, esn)+ dn-2,
dove n à ̈ il numero degli elementi scriventi esi, dià ̈ la distanza dal primo elemento scrivente all’ i-esimo elemento scrivente, e p (esi-1, esi) o pitch à ̈ la distanza intercorrente fra gli elementi scriventi, rispettano la condizione d0mod n ≠ d1mod n ≠ d2mod n ≠ … ≠ dn-1mod n
vale a dire che tutte le dinon sono congruenti modulo n,
in maniera che gli spot siano generati dagli elementi scriventi per colonne, una per ogni elemento scrivente, che si interallacciano a formare un’immagine completa.
In sintesi, il pitch à ̈ disomogeneo. La condizione sopra descritta consente di implementare un sistema di stampa a più teste in modo molto semplice, vale a dire affiancando le teste. Il meccanismo secondo l’invenzione deve essere in grado di mantenere la distanza tra il primo elemento scrivente di ogni testa ed il primo elemento scrivente della prima testa rispettando la proprietà che la distanza tra le teste sia uguale al pitch tra gli elementi scriventi all’interno della testa (generalmente questo valore à ̈ sempre unico), moltiplicato per il numero di elementi scriventi più uno. Quindi definendo con D la distanza tra le teste, con n il numero dei elementi scriventi funzionanti, e con p il pitch all’interno di ogni singola testa, si ha che
D =(n+1) × p.
Secondo l’invenzione, il meccanismo può vantaggiosamente essere dotato di mezzi che consentano di variare la D o distanza fra le teste. Infatti, in caso di rottura di uno o più elementi scriventi, sarà sufficiente individuare un numero di elementi scriventi che sia coprimo con p, come previsto nella domanda di brevetto europeo EP 1998544 dello stesso inventore, vale a dire la loro scomposizione in fattori primi non abbia elementi in comune salvo il valore uguale ad uno; e quindi variare la distanza fra le teste per recuperare la funzionalità del sistema, anche se, naturalmente, con una minore produttività.
Il meccanismo a più teste secondo la presente invenzione permette di superare le limitazioni incontrate da Heidelberg, perché consente di scrivere con due o più teste affiancate a breve distanza. Infatti, sebbene anche in questo caso la distanza intercorrente tra i diodi estremi di entrambe le teste debba essere mantenuta entro un errore inferiore ad un quarto circa della distanza di risoluzione, al fine di non avere effetti negativi sulla scrittura, secondo l’invenzione la distanza tra le teste à ̈ di almeno un ordine di grandezza inferiore, per cui l’errore relativo, al di sotto del quale bisogna mantenersi, à ̈ maggiore di almeno un ordine di grandezza.
Inoltre, poiché il meccanismo secondo l’invenzione opera come se la pluralità delle sue teste fosse come un’unica testa per stampante, esso porta ad un aumento della produttività che à ̈ uguale al prodotto della produttività di una singola testa per il numero di teste impiegate, indipendentemente dal formato della lastra, ad esempio nella tecnologia Ctp.
In caso di rottura di un diodo laser non à ̈ necessario spegnere anche i diodi della testa non danneggiata, ma à ̈ necessario semplicemente variare la distanza tra le teste.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, come illustrato negli uniti disegni in cui:
- la figura 1 à ̈ una vista schematica a blocchi di un meccanismo di scrittura a più teste per stampante secondo la presente invenzione applicata alla tecnologia Ctp; e
- la figura 2 Ã ̈ una vista schematica ingrandita tagliata di una parte della figura 1.
Facendo riferimento alla figura 1 à ̈ illustrato un meccanismo di scrittura di un Ctp. Due teste laser 1, 2 di incisione sono affiancate su di una guida lineare (non mostrata) per scorrere parallelamente all’asse di rotazione x di un tamburo cilindrico 3, come supporto girevole di mezzi, come una lastra fotosensibile, atti a ricevere gli spot o segni di incisione provenienti dalle due teste laser 1, 2.
Con riferimento alla vista schematica ingrandita della figura 2, in essa à ̈ mostrata parzialmente una successione di diodi laser 5 presenti nell’estremità 4 di ogni testa 1, 2, che determina un elevato numero di fasci laser che generano eliche sulla superficie della lastra fotosensibile disposta sulla superficie esterna del tamburo cilindrico 3 rotante.
Mediante mezzi di movimento noti e non mostrati nelle figure, le teste laser 1, 2 si spostano per ogni rotazione del tamburo 3 di una distanza uguale al prodotto tra il numero di diodi laser delle teste e la risoluzione di scrittura. I segni o spot vengono generati dai diodi laser 5 per colonne, una per ogni diodo laser, che si interallacciano a formare l’immagine completa. Il compito del meccanismo di scrittura a più teste à ̈ quello di sfruttare l’interallacciamento delle colonne tracciate da ciascun elemento scrivente o diodo, per riempire interamente una superficie senza sovrapposizioni o colonne vuote.
Per ottenere ciò, nel meccanismo di scrittura secondo l’invenzione gli elementi scriventi o diodi laser sono tali che:
- il passo dell’elica pe à ̈ uguale al numero di diodi laser n moltiplicato per la distanza di risoluzione ds, cioà ̈
pe = n × ds (1)
- i pitch p (diodoi-1, diodoi), cioà ̈ le n-1 distanze intercorrenti tra gli n diodi rispettano la seguente relazione:
d0= 0
d1= p (diodo1, diodo2)+ d0(2)
d2= p (diodo2, diodo3)+ d1
…
dn-1= p (diodon-1, diodon)+ dn-2
dove n à ̈ il numero di diodi laser e dià ̈ la distanza (quindi, la sommatoria dei pitch dal primo diodo al diodo i-esimo). Condizione necessaria à ̈ che: d0mod n ≠ d1mod n ≠ d2mod n ≠ … ≠ dn-1mod n cioà ̈ che tutti i dinon siano congruenti modulo n. Ciò significa che si hanno n-1 valori diversi. Si supponga quindi, rispettando la (2) di avere una testa laser con 5 diodi ed i seguenti n-1 pitch:
p(diodo1, diodo2)= 3 (pixel)
p(diodo2, diodo3)= 4 (pixel)
p(diodo3, diodo4)= 2 (pixel)
p(diodo4, diodo5)= 2 (pixel)
con:
d1=3 -> 3mod5 = 3
d2=7 -> 7mod5 = 2
d3=9 -> 9mod5 = 4
d4=11-> 11mod5= 1
Di seguito si riporta, a titolo di esempio, l’andamento della scrittura dopo otto rotazioni del tamburo. Le colonne dell’immagine sono contrassegnate con l’indice del laser che le scrive e le colonne non ancora scritte sono contrassegnate con lo zero, ogni rotazione à ̈ contrassegnata con un colore, come nella seguente Tabella 0.
Tabella 0
Violetto (Vi) 1a rotazione
Blu (B) 2a rotazione
Rosso (R) 3a rotazione
Fucsia (F) 4a rotazione
Giallo (Gi) 5a rotazione
Verde (Ve) 6a rotazione
Celeste (C) 7a rotazione
Grigio (Gr) 8a rotazione
La situazione dopo la prima rotazione à ̈ quella mostrata nella Tabella 1.
Tabella 1
Vi
5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Nella Tabella 2 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la seconda rotazione.
Tabella 2
Vi B B B
5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Nella Tabella 3 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la terza rotazione.
Tabella 3
Vi B R B B R R R
5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Nella Tabella 4 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la quarta rotazione.
Tabella 4
Vi B R B F B R F R R F F F
5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Nella Tabella 5 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la quinta rotazione.
Tabella 5
Vi B R B F B R F R Gi R F Gi F F Gi Gi Gi
5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 0 0 0 0 0
Nella Tabella 6 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la sesta rotazione.
Tabella 6
Vi B R B F B R F R Gi R F Gi F Ve F Gi Ve Gi Gi Ve Ve Ve 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 3 0 4 0 5
Nella Tabella 7 Ã ̈ evidenziata la situazione dopo la settima rotazione.
Tabella 7
Vi B R B F B R F R Gi R F Gi F Ve F Gi Ve Gi C Gi Ve C Ve Ve 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 0 5
Nella Tabella 8 à ̈ evidenziata la situazione dopo l’ottava rotazione.
Tabella 8
Vi B R B F B R F R Gi R F Gi F Ve F Gi Ve Gi C Gi Ve C Ve Gr Ve 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5 3 2 4 1 5
Come si può notare dall’esempio riportato, tutte le colonne dell’immagine vengono coperte senza che si verifichino sovrapposizioni.
Si vuole dimostrare ora che un qualunque sistema di scrittura multiplo, ossia dotato di più di un elemento scrivente, che sfrutti l’interallacciamento di colonne tracciate da ciascun elemento, riesce a riempire interamente una superficie senza sovrapposizioni o colonne vuote purché siano valide le precedenti relazioni (1) e (2).
Si consideri una testa di scrittura a più elementi di scrittura che abbia una serie di pitch che rispettano le ipotesi fatte sopra. Ad ogni rotazione del tamburo tutti gli elementi della testa si muovono in solido con essa di un numero di pixel dell’immagine pari a n. Ciò significa che tutte le colonne coperte dalla testa di scrittura sono definite come:
j = r n di(3)
dove n indica il numero di elementi di scrittura, r le rotazioni del tamburo e dila distanza compresa tra il primo elemento della testa e l’i-esimo elemento considerato.
Si dimostra che due colonne tracciate da due elementi scriventi distinti in due rotazioni diverse non sono sovrapponibili. Affinché due colonne si sovrappongano si dovrebbe avere:
rmn dj= rnn di
Questa relazione si può scrivere anche nel modo seguente:
dj– di= (rn- rm) n (4)
Due numeri interi positivi a e b sono congruenti modulo n quando vale la seguente relazione:
a − b = kn (5)
ossia la differenza tra i due numeri à ̈ un multiplo di n.
Per ipotesi si ha che dje dinon sono congruenti modulo n per cui la relazione (4) non può verificarsi e quindi la tesi à ̈ dimostrata per assurdo. Si dimostra adesso che con la relazione (3) si può ottenere qualunque j, e quindi si possono occupare tutte le colonne dell’immagine. Si riscrive la relazione (3) ponendo di= kin sidove sià ̈ il resto della divisione di/n e kià ̈ il quoziente. Si ha quindi:
j = r n kin sicon r ∈Z, k ∈ N, 0 ≤ si≤ n −1 da cui:
j = (r ki)n si
L’elemento (r ki)n permette di ottenere tutti i multipli di n mentre siper l’ipotesi iniziale permette di ottenere tutti i valori compresi tra kn e (k+1)n. Considerando un’ipotetica testa a 5 diodi con i seguenti intervalli di pitch:
p(diodo1, diodo2)= 3
p(diodo2, diodo3)= 4
p(diodo3, diodo4)= 2
p(diodo4, diodo5)= 2
si ha il seguente riempimento:
1-0-0-2-0-1-0-3-2-4-1-5-3-2-4-1-5-3-2-4-1-5-3-2-4-1-5-3-2-4-1-5-3-2-4-1-5-3-2-4-1-Le colonne sono separate da un trattino per semplificare la lettura. Le colonne contrassegnate con lo 0 non sono scritte da nessun laser. Altrimenti sono contrassegnate con l’indice del laser che copre quella colonna. Il simulatore restituisce un errore in caso di sovrapposizione. In questo caso non à ̈ stata rilevata alcuna sovrapposizione.
A conferma della validità dell’algoritmo così come à ̈ enunciato, si riportano di seguito i diricavati dai suddetti intervalli:
d1=3 -> 3mod5 = 3
d2=7 -> 7mod5 = 2
d3=9 -> 9mod5 = 4
d4=11->11mod5 = 1
Si à ̈ ripetuto l’esperimento simulando una scrittura con 10 diodi con i seguenti intervalli sul pitch:
p(diodo1,diodo2) = 2
p(diodo2,diodo3)= 4
p(diodo3,diodo4)=3
p(diodo4,diodo5)=2
p(diodo5,diodo6) = 3
p(diodo6,diodo7)= 3
p(diodo7,diodo8)=6
p(diodo8,diodo9)=2
p(diodo9,diodo10)=3
In questo caso si ha:
d<1>=2 -> 2mod10 = 2
d<2>=6 -> 6mod10 = 6
d<3>=9 -> 9mod10 = 9
d<4>=11-> 11mod10 = 1
d<5>=14-> 14mod10 = 4
d<6>=17-> 17mod10 = 7
d<7>=23-> 23mod10 = 3
d<8>=25-> 25mod10 = 5
d<9>=28-> 28mod10 = 8
Di seguito si riporta il riempimento delle colonne
1- 0- 2- 0- 0- 0- 3- 0- 0- 4- 1- 5- 2- 0- 6- 0- 3- 7- 0- 4- 1- 5- 2- 8- 6- 9- 3- 7-10- 4- 1- 5- 2- 8- 6- 9- 3- 7- 10- 4- 1- 5- 2- 8- 6-9- 3- 7- 10- 4- 1- 5- 2- 8- 6-9- 3- 7- 10- 4- 1- 5- 2- 8- 6
Il meccanismo secondo l’invenzione deve essere in grado di mantenere la distanza tra il primo elemento scrivente di ogni testa ed il primo elemento scrivente della prima testa rispettando la proprietà che la distanza tra le teste sia uguale al pitch tra gli elementi scriventi all’interno della testa (generalmente questo valore à ̈ sempre unico), moltiplicato per il numero di elementi scriventi più uno.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Meccanismo di scrittura a più teste per stampante, comprendente un supporto girevole intorno al proprio asse di rotazione, sostenente mezzi atti a ricevere segni su di una loro superficie, almeno due teste per stampante mobili su di una guida lineare parallelamente all’asse di rotazione del supporto, una molteplicità di elementi scriventi atti a generare rispettivi segni e montati su ognuna di dette teste per stampante lungo una retta parallela alla direzione dell’asse di rotazione, e mezzi di movimento atti a spostare dette teste per stampante, rispetto a detto supporto girevole, su detta guida lineare di una distanza uguale al prodotto tra il numero di elementi scriventi montati su dette teste per stampante e la risoluzione di scrittura o distanza fra i segni, caratterizzato dal fatto che dette teste sono affiancate, la distanza fra le teste essendo pari al prodotto tra il numero degli elementi scriventi più uno e la distanza fra due segni generati da elementi scriventi adiacenti o distanza fra gli stessi elementi scriventi, e le distanze intercorrenti tra gli elementi scriventi, cioà ̈ le distanze d0= 0 d1= p (es1, es2) d0 d2= p (es2, es3) d1 … dn-1= p (esn-1, esn)+ dn-2, dove n à ̈ il numero degli elementi scriventi esi, dià ̈ la distanza dal primo elemento scrivente all’ i-esimo elemento scrivente, e p (esi-1, esi) o pitch à ̈ la distanza intercorrente fra gli elementi scriventi, rispettano la condizione d0mod n ≠ d1mod n ≠ d2mod n ≠ … ≠ dn-1mod n vale a dire che tutte le dinon sono congruenti modulo n, in maniera che i segni siano generati dagli elementi scriventi per colonne, una per ogni elemento scrivente, che si interallacciano a formare un’immagine completa.
  2. 2. Meccanismo di scrittura a più teste per stampante secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette teste per stampante sono teste laser (1, 2), gli elementi scriventi sono diodi laser (5) e i segni sono spot di fascio laser ricevuti su mezzi sostenuti da un tamburo rotante (3).
  3. 3. Meccanismo di scrittura a più teste per stampante secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il meccanismo à ̈ dotato di mezzi in grado di variare la distanza fra le teste (1, 2).
  4. 4. Meccanismo di scrittura a più teste per stampante secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il meccanismo à ̈ impiegato nella tecnologia Ctp (Computer to plate).
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