ITRM20090452A1 - Evaporatore a multipli effetti. - Google Patents

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ITRM20090452A1
ITRM20090452A1 IT000452A ITRM20090452A ITRM20090452A1 IT RM20090452 A1 ITRM20090452 A1 IT RM20090452A1 IT 000452 A IT000452 A IT 000452A IT RM20090452 A ITRM20090452 A IT RM20090452A IT RM20090452 A1 ITRM20090452 A1 IT RM20090452A1
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tube bundle
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IT000452A
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Ranieri Cigna
Osvaldo Fumei
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Isproma S R L
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Description

“EVAPORATORE A MULTIPLI EFFETTIâ€
DESCRIZIONE
Settore della tecnica
La presente invenzione concerne un evaporatore del tipo a multipli effetti con fasci tubieri evaporativi orizzontali. Siffatti impianti, aventi la funzione tipica della distillazione, vengono, in particolare, utilizzati nella dissalazione di acqua di mare allo scopo di ottenere acqua dolce.
Tecnica nota
Un tale impianto à ̈ per esempio descritto in una relazione tenuta in un convegno internazionale (M. Takada - Multi-Effect Stack Type (MES) Distilling Plant - 5th International Symposium on Fresh Water from the Sea, Vol. 2, 325-333, 1976). Si tratta di una torre pressurizzata di distillazione a più corpi modulari, noti come effetti, disposti sostanzialmente l’uno sull’altro, il cui principio di funzionamento à ̈ noto.
L’acqua da trattare, alimentata da una pompa di mandata, dopo essere stata preriscaldata attraverso preriscaldatori incorporati nella struttura, viene spruzzata sulle superfici esterne dei tubi vaporizzatori nel primo effetto, dove una prima porzione viene fatta evaporare mediante vapore acqueo (o altro fluido riscaldante), che viene inviato dentro i tubi vaporizzatori da una sorgente esterna (caldaia).
L’acqua rimasta si raccoglie sul fondo del primo effetto e viene quindi spruzzata sulle superfici esterne dei tubi vaporizzatori nel secondo effetto, dove un’ulteriore porzione della salamoia evapora, essendo riscaldata con il vapore che à ̈ stato generato nel primo effetto ed inviato nei tubi vaporizzatori attraverso un setto di separazione di goccioline, avente la funzione di trattenere le goccioline in sospensione nel vapore. Il vapore stesso condensa in acqua dolce, che rappresenta il prodotto dell’impianto. Il ciclo operativo sopra descritto si ripete in ciascun effetto sino all’ultimo. Il vapore generato nell’ultimo effetto condensa in un condensatore. Gli effetti vengono fatti funzionare a temperature decrescenti. Ciò si ottiene mantenendo gli effetti a pressioni successivamente minori (cioà ̈ a depressione più spinta) mediante il condensatore sopra menzionato ed un eiettore di aspirazione che espelle in atmosfera gli incondensabili mentre la condensa viene recuperata. Il calore fornito sotto forma di vapore riscaldante nel primo effetto viene ripetutamente utilizzato per l’evaporazione negli effetti successivi. In tal modo, con un minimo consumo di calore, può essere prodotta una massima quantità di acqua dolce. Impianti di distillazione a multipli effetti, di notevole capacità produttiva, compresa tra 500 e 10000 tonnellate d’acqua dolce al giorno, possono essere realizzati affiancando due torri come quella sopra descritta (vedi M. Takada citazione precedente), in cui il processo di distillazione viene effettuato grazie al passaggio del vapore alternativamente negli effetti di una torre e dell’altra. Impianti costituiti da una sola torre, e quindi di facile trasporto e installazione, presentano comunque capacità produttive alquanto alte. I tentativi finora compiuti per ottenere impianti di evaporazione a multipli effetti per piccole produzioni sono consistiti nella riduzione di scala delle dimensioni dell’impianto ad una sola torre sopra descritto. Tale riduzione dimensionale ha incontrato comunque due limitazioni:
- l’impossibilità di ridurre entro certo limite la sezione trasversale degli effetti a causa delle dimensioni delle canalizzazioni di passaggio del vapore e di raccolta dei distillati, che nella tecnica nota sono situate all’interno del mantello o camicia esterna dell’evaporatore;
- l’impossibilità di ridurre eccessivamente le dimensioni complessive dell’effetto per non rendere troppo difficoltoso l’accesso di operatori all’interno di esso, sia per il montaggio dell’impianto che per la sua manutenzione e pulitura.
La presenza dei vari organi all’interno di un solo corpo centrale dell’evaporatore senza possibilità di sviluppo all’esterno dei diversi organi, rende estremamente gravosa l’operazione di rivestimento interno (comunemente neoprene), di manutenzione, e di fabbricazione. Effettivamente l’operazione di neoprenatura richiede l’accessibilità in ogni parte dell’effetto.
Sommario dell’invenzione
Scopo dell’invenzione à ̈ quello di ovviare agli inconvenienti suddetti proponendo un disegno costruttivo adatto al campo delle produzioni medio-piccole, in cui tutte le parti dell’evaporatore, ad eccezione sostanzialmente dei fasci tubieri e dei separatori di goccioline, sono disposte esternamente ad ogni effetto, e in cui sono previste delle aperture di accesso per la manutenzione e per l’estrazione di alcune parti dell’evaporatore, ad esempio fori/oblò o bocchettoni di estrazione manuale delle piastre forate e dei filtri separatori di goccioline o loro sezioni. Possono essere altresì previsti dei mezzi di estrazione, ad esempio a scorrimento, o simili, quale un cassetto estraibile lateralmente per facilitare l’estrazione laterale di dette parti. In tal modo l’operatore non deve entrare fisicamente nel singolo modulo/effetto, bensì potrà operare introducendo semplicemente le braccia nel modulo (effetto) e riponendo le parti da sostituire e riparare sul cassetto scorrevole a estrazione laterale.
I vantaggi ottenuti mediante la presente invenzione consistono sostanzialmente:
- nell’economia di costruzione e di montaggio dovute non solo all’alleggerimento del corpo principale dell’evaporatore ma anche alla semplificazione delle membrature interne e all’impiego, per i componenti portati all’esterno (preriscaldatori, condotti di trasferimento del vapore tra due effetti contigui, ecc.), di elementi di tubazione di tipo unificato;
- nella facilità d’accesso per pulizia e manutenzione;
- nella facile sostituzione dei componenti situati in queste tubazioni esterne (ad esempio il fascio tubiero dei preriscaldatori, ecc.);
- nelle ulteriori economie di costruzione derivanti dalla semplicità del disegno degli interni dei vari effetti, con la conseguente possibilità di utilizzo di materiali di basso costo.
Inoltre, la disposizione alternata eccentrica dei fasci tubieri evaporativi degli effetti rispetto al piano verticale della torre evaporativa, e la disposizione alternata dei preriscaldatori (esterni) alternativamente ora su un lato e ora sull’altro dell’evaporatore a effetti multipli stesso, consente di ridurre assai l’altezza di quest’ultimo a parità di capacità produttiva (e di efficienza o performance, definita come rapporto tra quantità di acqua dolce prodotta per ogni tonnellata di vapore riscaldante consumato).
Breve descrizione dei disegni
La presente invenzione verrà ora descritta a titolo puramente esemplificativo e non limitativo facendo riferimento ad alcune sue realizzazioni preferite illustrate nei disegni, in cui:
FIGURA 1 à ̈ uno schema di flusso dell’evaporatore della presente invenzione; FIGURA 2 rappresenta la vista da “est†della torre evaporativa, o evaporatore a multipli effetti sovrapposti, secondo la presente invenzione; nonché varie viste relative a
- gli effetti 1.1 sino ad 1.4 mostrati isolatamente (ovviamente il numero di 4 Ã ̈ solo esemplificativo);
- il condensatore, anch’esso mostrato isolatamente; e
- il mantello esterno (camicia esterna);
FIGURA 3 mostra a sinistra la vista da “ovest†dell’evaporatore a multipli effetti, al centro la sua vista da “sud†, e a destra la sua vista da “nord†;
FIGURA 4 mostra
- 4a), il condensatore, visto da “sud†;
- 4b), il condensatore, visto da “nord†;
- 4c), il condensatore, visto in pianta;
- 4d), il condensatore, visto da “est†;
- 4e), il condensatore, visto da “ovest†;
FIGURA 5 mostra sempre il condensatore, questa volta in sezione parziale, secondo varie viste, per poter vedere i fasci tubieri interni;
FIGURA 6 mostra alcuni particolari del fascio tubiero del condensatore, le flange, le guarnizioni, e il bloccaggio ad
espansione dei tubi nelle lamiere di estremità;
FIGURA 7 illustra:
- in basso, da sinistra verso destra, i preriscaldatori (3.1, 3.2, 3.3), e rispettivamente in sezione;
- al centro, le rispettive viste in pianta;
- in alto, le viste in pianta e laterali di flange, fasci tubieri, guarnizioni, e deflettori;
FIGURA 8 comprende varie viste del corpo centrale dell’evaporatore a multipli effetti secondo la presente invenzione, escludendo cioà ̈ i preriscaldatori, i passaggi o tubazioni di trasferimento del vapore da un effetto all’altro, i vari loop seal, i condotti dell’acqua marina di alimentazione, e altro ancora, in cui
da sinistra verso destra appaiono in successione
- la vista da “est†del corpo centrale,
- la sua vista da “ovest†,
- la sua vista da “sud†;
- la sua vista da “nord†;
FIGURA 9 presenta varie viste del primo effetto, o effetto superiore (1.1);
FIGURA 10 mostra varie sezioni del primo effetto (1.1);
FIGURA 11 rappresenta diversi particolari del primo effetto (1.1), e cioà ̈: il fascio tubiero (8) con il primo passo (inferiore) e il secondo passo (superiore), il metodo di montaggio a espansione dei singoli tubi del fascio tubiero (8) di evaporazione nel primo effetto (1.1), la lamiera forata sul “pavimento†del primo effetto (e su quello degli effetti successivi 1.2, 1.3), e il suo metodo di montaggio alla flangia;
FIGURA 12 mostra viste analoghe alle viste di Fig. 9, per il secondo effetto (1.2);
FIGURA 13 à ̈ l’analogo di Figura 10, per il secondo effetto (1.2);
FIGURE 14 e 15 sono figure analoghe alle Figure 12 e 13, per il terzo effetto (1.3);
FIGURE 16 e 17 sono figure analoghe alle Figure 12 e 13, per il quarto (e in questa forma d’esecuzione ultimo) effetto (1.4);
FIGURA 18 mostra, da sinistra verso destra:
- sezione corpo centrale visto da “ovest†;
- sezione corpo centrale visto da “est†;
- sezione del corpo centrale visto da “sud†;
- diverse sezioni su vari piani orizzontali (D-D, E-E, F-F, G-G, H-H, L-L) dei vari effetti (1.1 sino a 1.4) e del condensatore (2) (cfr. anche le Figg.
10, 13, 15, 17 e Fig. 5);
FIGURA 19 mostra l’evaporatore a multipli effetti della presente invenzione, assieme all’incastellatura a graticcio con le scale o rampe di accesso per la manutenzione, riparazione, sostituzione di parti, ecc., e specificatamente:
- in alto, da sinistra verso destra, la vista da “nord†, la vista da “sud†, da “ovest†, e infine da “est†;
- in basso, alcune sezioni a varie quote e particolari, visti in pianta.
Descrizione dettagliata delle realizzazioni preferite
Con riferimento alla Fig. 1, essa mostra uno schema di flusso di una possibile realizzazione di un impianto di dissalazione o evaporatore ad effetti multipli, con fasci tubieri evaporativi orizzontali, per piccole produzioni, secondo la presente invenzione.
L’impianto della presente invenzione comprende diversi effetti sovrapposti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4 in modo da formare un unico corpo verticale, o torre verticale 1, dell’impianto di dissalazione. Un condensatore 2 à ̈ posto alla base del corpo centrale o torre 1 del dissalatore. Tra l’effetto 1.1 e l’effetto e 1.2 à ̈ disposto un preriscaldatore 3.1, tra l’effetto 1.2 e l’effetto 1.3 à ̈ disposto un preriscaldatore 3.2, e tra l’effetto 1.3 e l’effetto 1.4 à ̈ disposto un preriscaldatore 3.3. L’acqua di mare viene alimentata dal punto indicato con 4 e viene scaricata nel punto indicato con 5 in Fig. 1. Essa attraversa la tubazione 102 entrando dapprima nei fasci tubieri orizzontali 6 del condensatore 2 da sinistra a destra nella figura, e attraversando poi nel verso opposto i fasci tubieri orizzontali 6’, essendo nel frattempo riscaldata dal calore latente del vapore proveniente dall’ultimo effetto 1.4 situato direttamente sopra il condensatore 2. Quest’acqua di mare utilizzata per il raffreddamento nel condensatore 2 raggiunge poi il punto di scarico 5 attraverso la tubazione 104. Una parte dell’acqua di mare alimentata in 4 viene però alimentata ai vari preriscaldatori 3.3, 3.2, 3.1 attraverso le tubazioni 106, 107, 108 in successione, riscaldandosi così progressivamente, sino a raggiungere la sommità del corpo 1 dell’evaporatore ad effetti multipli, per essere spruzzata attraverso una pluralità 7 di ugelli associati ad una o meglio più tubazioni orizzontali 109 che distribuiscono in modo perfettamente uniforme quest’acqua marina sui fasci tubieri orizzontali 8 dell’effetto superiore, ossia del primo effetto 1.1. Nei fasci tubieri 8 del primo effetto 1.1 passa il vapore proveniente da una caldaia 10 e da un eiettore 11, di cui si parlerà nel seguito. Si noti che questo vapore alimentato al primo effetto (superiore) 1.1 attraverso le tubazioni 116, 112, attraversa prima la parte inferiore (o “passo†inferiore) del fascio tubiero evaporativo orizzontale 8, e poi, nel verso opposto (come nel caso del condensatore 2) il passo superiore nel presente caso indicato ancora dal numero 8 ma che ha un’estensione verticale minore. Quindi, il vapore raggiunge la camera indicata dal riferimento 13 e poi la camera indicata dal riferimento 12. La condensa che si forma nella camera 13 verrà aggiunta al distillato mediante un sistema in cascata mostrato in figura. La condensa residua nella camera 12 viene recuperata anch’essa mediante un sistema di tubazioni non rappresentato.
Il vapore alimentato dall’eiettore 11 nel primo effetto 1.1 fa evaporare in parte l’acqua di mare spruzzata dagli ugelli 7 sul fascio tubiero 8 del primo effetto 1, e questo vapore attraversa poi il separatore 9 di goccioline (che trattiene le eventuali goccioline di salamoia che altrimenti verrebbero trascinate dal vapore), entrando nel passaggio 14 del vapore, in cui sono anche previsti i tubi del preriscaldatore 3.1 attraversati dall’acqua marina di alimentazione passante per la tubazione 108. Il vapore proveniente dal primo effetto 1.1 cede quindi in parte il suo calore all’acqua marina di alimentazione e poi entra nel sottostante fascio tubiero evaporativo orizzontale 8 del secondo effetto 1.2 percorrendo di nuovo prima il passo più consistente (inferiore) da sinistra verso destra in Fig. 1 e quindi nel verso opposto il passo meno esteso (quello superiore), raggiungendo cioà ̈ prima la camera 13 dell’effetto 1.2 e poi la camera 12 (più piccola) situata all’estremità sinistra del passo più piccolo del fascio tubiero 8 dell’effetto 1.2. Nella camera 13 si raccoglie nuovamente la maggior parte della condensa inviata poi in cascata (vedi tubazioni 123, 133, 139, o “loop seal†di tenuta a sifone) alla base del condensatore 2 da dove viene prelevata come distillato tramite la pompa 15 del distillato che invia quindi questo prodotto verso il punto di utilizzo schematicamente indicato dal numero di riferimento 16. Per quanto riguarda la condensa che si forma nella camera 13 associata all’effetto superiore, o primo effetto 1.1, essa viene in parte inviata tramite apposita tubazione (loop seal) 117, in cascata, alla successiva camera 13 dell’effetto 1.2 sottostante, e così via, cioà ̈ alle camere sottostanti 13 degli altri effetti sino al condensatore 2 da dove viene prelevata nel modo descritto, e in parte essa viene rimandata alla caldaia 10 tramite una pompa 17 per la condensa e la relativa tubazione 114 e 115. L’acqua dolce nella caldaia 10 viene riscaldata ad esempio mediante olio diatermico (vedi frecce 27, 28 e condotti 161, 162), a sua volta riscaldato da un impianto a pannelli solari; tuttavia il calore potrebbe essere trasmesso alla caldaia 2 con altri sistemi, ad esempio un impianto a gas, ecc.
I processi sopra descritti si ripetono negli effetti successivi. Cioà ̈, il vapore del secondo effetto 1.2 attraversa il separatore di goccioline 9 corrispondente a questo effetto, riscalda il fascio tubiero del preriscaldatore 3.2 (cioà ̈ pre-riscalda l’acqua marina d’alimentazione) e passando per la tubazione di trasferimento verticale del vapore raggiunge il terzo effetto 1.3, dove esso si immette nel fasci tubiero 8 di quest’ultimo, percorrendolo in avanti e all’indietro come descritto innanzi. La condensa viene recuperata nelle camere 12, 13 corrispondenti.
È noto che questo tipo di impianti di dissalazione ad effetti multipli funziona a temperature e pressioni via-via decrescenti, di effetto in effetto, ossia a partire dall’effetto superiore 1.1 sino al condensatore 2. Ciò implica che à ̈ necessario rimuovere gli incondensabili (CO2, N2, O2, ecc.) contenuti nell’acqua marina d’alimentazione, per ridurre la pressione che altrimenti tenderebbe a crescere. La maggior parte di essi viene aspirata dalla camera 12 dell’effetto 1.2, come mostra la Fig. 1, dove questi incondensabili, trascinati con il vapore inviato dall’effetto 1.1 all’effetto 1.2, sono stati raccolti e concentrati. Quest’aspirazione degli incondensabili avviene mediante un secondo eiettore, 18. La parte restante degli incondensabili viene aspirata invece dal primo eiettore 11, il quale aspira una parte del vapore esausto che si immette (attraverso l’ultimo separatore di goccioline 9) dall’ultimo effetto 1.4 nel condensatore 2, e utilizza come fluido motore dell’eiettore 11 il vapore di alimentazione 116. Viene così mantenuta la necessaria caduta di pressione, sopra menzionata, e si attua la nota termocompressione riutilizzando/aspirando una parte del vapore che giunge nel condensatore 2, immettendolo attraverso la tubazione 112 nel primo effetto, assieme al vapore (fluido motore dell’eiettore 11) proveniente dalla tubazione 116 della caldaia 10 (vedi sopra). Gli incondensabili così rimessi in ciclo dal primo eiettore 11 vengono in realtà chiaramente espulsi in atmosfera dal secondo eiettore 18, nel seguente modo: una parte del vapore in 116 viene deviato nella tubazione 19 di Fig. 1 e portato come fluido motore a detto secondo eiettore 18, e quindi al condensatore di ventilazione 20; in quest’ultimo, tale vapore (assieme agli incondensabili aspirati dalla camera 12 dell’effetto 1.2) viene raffreddato da una parte dell’acqua di mare d’alimentazione circolante nelle tubazioni di derivazione 21, 22. La condensa che si forma viene raccolta nel pozzetto barometrico 23 e gli incondensabili vengono espulsi in atmosfera nel punto indicato con 24.
In questa realizzazione esemplificativa, la salamoia concentrata (il cosiddetto “blowdown†) viene raccolta dal fondo dell’effetto 1.4 più basso, tramite la pompa di blowdown 26 e la relativa tubazione 145. Ovviamente, la salamoia potrebbe anche, in un’altra realizzazione, essere prelevata da un’apposita camera di espansione ricavata nello spazio di vapore del condensatore 2, ottenendo una produzione aggiuntiva di distillato in conseguenza del flash associato alla differenza di pressione tra l’effetto 1.4 ed il condensatore 2.
Nella presente descrizione sono stati omessi alcuni particolari.
Anzitutto non sono stati descritti i sistemi di controllo e regolazione (flussi/ portate, pressioni, temperature, ecc.), poiché questi non riguardano direttamente la presente invenzione e sono già noti al tecnico del settore.
Inoltre, à ̈ importante notare che i fasci tubieri orizzontali evaporativi 8 sono semplicemente formati da tubi connessi solo alle estremità a due rispettive lamiere metalliche collegate al mantello del corpo 1 dell’evaporatore a effetti multipli. L’acqua di mare spruzzata dagli ugelli 7 ma che non riesce a evaporare sul fascio tubiero 8 del primo effetto 1.1, si raccoglie sul fondo del primo effetto 1.1, e lo stesso processo si ripete per il secondo effetto, 1.2, e per il terzo effetto, 1.3. La concentrazione della salamoia aumenta ovviamente di effetto in effetto poiché si separa una quantità sempre maggiore di distillato, di effetto in effetto. La salamoia raccolta sul pavimento o base di un effetto 1.i, ossia sulla parete orizzontale di separazione tra due effetti 1.i e 1.(i 1), non necessita di essere spruzzata, in virtù della differenza di pressione esistente comunque tra due effetti successivi 1.i e 1.(i+1). Quindi, anche se la rappresentazione in Figura 1 potrebbe ingannare, la base di ogni effetto, escluso l’ultimo 1.4, comprende una piastra forata (descritta in seguito) dai cui fori viene spruzzata l’acqua sui fasci tubieri 8 dell’effetto successivo grazie alla differenza di pressione tra gli effetti e grazie al battente di salamoia che si forma sulla piastra forata medesima. Il livello di questo battente, per ogni effetto 1.i, viene costantemente tenuto sotto controllo da rispettivi loop seal non mostrati in Fig. 1, che consentono alla salamoia in eccesso di passare all’effetto sottostante senza però fare passare il vapore. Il controllo viene effettuato mantenendo sostanzialmente tale battente al livello dell’imboccatura del rispettivo loop seal, né più né meno, aumentando o rispettivamente riducendo in modo corrispondente la portata di acqua marina d’alimentazione 4 immessa nella tubazione 106.
Altro aspetto ancora da fare notare relativamente agli incondensabili (anche quelli che si insinuano comunque dall’atmosfera circostante per quanto stagno l’impianto possa essere nel complesso), à ̈ il seguente. Una parte degli incondensabili può essere fatta fuoriuscire semplicemente attraverso dei fori presenti sulle pareti delle camere 12 degli effetti 1.3 e 1.4, in quanto la maggior parte di essi à ̈ stata comunque aspirata dalla camera 12 dell’effetto 1.2, dal secondo eiettore 18, e la rimanenza viene rimessa in ciclo assieme a parte del vapore nel condensatore 2, tramite il primo eiettore 11, per poi essere espulsa dal secondo eiettore 18, come già descritto.
Ricorrendo anche alle rimanenti viste (le Figg. 2 sino a 19) verranno ora descritti i punti salienti della presente invenzione.
Per indicare i componenti già presenti nello schema di flusso di Fig. 1, anche nelle altre Figure 2 sino a 19 si utilizzano i medesimi numeri di riferimento.
Nella Fig. 2 si nota come ogni effetto 1.1, 1.2, 1.3 (che costituisce essenzialmente un elemento stagno rispetto all’ambiente esterno) comunica con l’effetto successivo mediante una tubazione di trasferimento del vapore 29.1, 29.2, 29.3 comprendente il rispettivo preriscaldatore 3.1, 3.2, 3.3 e rispettivi tratti curvi e rettilinei, orizzontali, raccordati a flangia 30 (cfr. Fig. 7 in basso) con il rispettivo preriscaldatore 3.1, 3.2, 3.3. I bocchelli o raccordi 31 alla sommità di ogni preriscaldatore 3.i servono per le tubazioni 106, 107, 108, 109 dell’acqua marina di alimento. Quindi ogni preriscaldatore à ̈ percorso dal vapore e presenta anche internamente un fascio tubiero 32 attraversato dall’acqua di mare di alimentazione che passa attraverso un bocchello o raccordo 31, percorre tutto il fascio tubiero 32 del rispettivo preriscaldatore e ritorna/fuoriesce dalla sommità del preriscaldatore attraverso l’altro di questi bocchelli 31, per poi raggiungere il successivo preriscaldatore e il suo fascio tubiero, e così via sino agli ugelli di spruzzatura 7. Al fondo di ogni preriscaldatore 3.1, 3.2, 3.3 à ̈ prevista una camera 34 di raccolta del condensato, la quale à ̈ connessa tramite condotti del distillato 33 (Fig. 3 a destra) con la camera 13 di un effetto successivo.
Inoltre, le varie camere 13 sono collegate in cascata mediante tubazioni (loop seal) come descritto in Fig. 1.
Il vapore alimentato dall’eiettore 11 entra nel primo effetto come in Fig. 3 a sinistra e raggiunge dapprima (passando attraverso il passo più grande del fascio tubiero 8 del primo effetto 1.1) la camera 13 dove condensa la maggior parte di esso. Il vapore prodotto con l’acqua di mare nel primo effetto 1.1 attraversa il primo preriscaldatore 3.1 passando anzitutto per il tratto orizzontale curvo 35 (vedi Fig. 3 a destra), condensa in parte (la condensa viene recuperata nel modo descritto) e la maggior parte di questo vapore viene poi immesso nel fascio tubiero 8 dell’effetto successivo 1.2 attraverso il condotto orizzontale rettilineo 36. Analoghi collegamenti 35 e 36 sono mostrati per tutti gli effetti in Fig. 3. Si noti che il numero 37 indica un condotto di raccolta del vapore che viene prelevato dal condensatore ed aspirato dall’eiettore 11.
Il ciclo di funzionamento si ripete ad ogni effetto fino all’effetto finale, in presenza di pressioni progressivamente più basse che permettono così l’evaporazione dell’acqua marina (che cade a pioggia dalla piastra forata dell’effetto precedente) grazie al vapore che attraversa il rispettivo fascio tubiero orizzontale evaporativo 8, sebbene questo vapore abbia temperature progressivamente decrescenti di effetto in effetto, partendo dal più alto 1.1 sino a più basso 1.4. Il vapore generato nell’ultimo effetto 1.4 à ̈ condensato in gran parte nel condensatore 2 (fatta eccezione per quello prelevato dall’eiettore 11), quest’ultimo essendo raffreddato mediante l’acqua di mare (102, 104; Fig. 1).
Come sopra detto, ogni effetto produce una piccola quantità di distillato per condensazione di parte del vapore generato nell’effetto stesso sul fascio tubiero di preriscaldamento 32 dell’acqua di alimentazione in 106. Prendendo in considerazione il flusso di questo distillato nelle suddette tubazioni 33, il distillato prodotto in un preriscaldatore 3.i viene raccolto nella sua camera 34 ed unito, attraverso la relativa tubazione 33, al condensato del fascio tubiero 8 appartenente all’effetto successivo 1.(i+1) e che si à ̈ raccolto nella camera 13 di raccolta della condensa di quest’ultimo effetto; si ha un effetto di flash, vale a dire di espansione del liquido nell’attraversamento di valvole ed il raggiungimento di condizioni di equilibrio alla pressione dell’effetto 1.(i+1) con raffreddamento del distillato.
Distillato e salamoia concentrata vengono raccolti rispettivamente dal fondo del condensatore 2 e dal fondo dell’effetto 1.4 che ovviamente à ̈ sprovvisto di piastra forata.
ESEMPIO APPLICATIVO
Ad illustrazione dell’applicazione della presente invenzione, viene presentato un esempio progettuale e numerico che utilizza i principi individuati nel presente trovato.
Una particolarità dell’esempio applicativo si ha nel fatto che per l’apporto del calore necessario al suo funzionamento impiega vapore in pressione come fluido motore nell’eiettore 11 per la termocompressione di parte del vapore prodotto nell’ultimo effetto 1.4 dell’evaporatore, ottenendo in tal modo un significativo incremento dell’efficienza dell’impianto a parità di numero di effetti impiegato. Nel presente esempio applicativo, il vapore motore in pressione (10 bar a, 180°C) à ̈ prodotto mediante un fluido termovettore (olio diatermico) riscaldato in un campo di pannelli solari concentratori.
Le caratteristiche principali dell’impianto di evaporazione di acqua di mare per termocompressione ad effetti multipli sono riportate nella tabella seguente:
PARAMETRO UM VALORE
Capacità produttiva nominale [m<3>/g] 50 Caratteristiche vapore motore
temperatura [°C] 180 pressione [bar a] 10
portata [kg/h] 440
Acqua di mare alimentata [kg/h] 15500 Distillato prodotto [kg/h] 2050 Salamoia scaricata [kg/h] 13415 Acqua di mare di raffreddamento [kg/h] 25460 Temperatura<(*)>di esercizio 1° effetto [°C] 65,4 Temperatura<(*)>di esercizio 2° effetto [°C] 60,5 Temperatura<(*)>di esercizio 3° effetto [°C] 55,2 Temperatura<(*)>di esercizio 4° effetto [°C] 48,6 Temperatura di esercizio condensatore [°C] 47,0 Pressione di esercizio 1° effetto (lato tubi) [mmHg] 240,0 Pressione di esercizio del condensatore [mmHg] 80,4 Superficie di scambio termico/effetto [m<2>] 30 Superficie di scambio termico/preriscaldatore [m<2>] 10
(*) lato mantello
Con riferimento ai principi costruttivi definiti nella presente invenzione, si à ̈ ottenuta una configurazione dell’apparecchiatura di evaporazione che evidenzia le seguenti caratteristiche vantaggiose:
a) fasci tubieri 8 eccentrici, per semplificare la disposizione dei sistemi 9 di separazione delle goccioline di salamoia trascinate dal vapore, con vantaggi sia di semplificazione costruttiva che di facilità di manutenzione (vedi Fig. 18);
b) prelievo ed alimentazione del vapore prodotto ad ogni effetto 1.i e trasferimento all’effetto successivo 1.(i+1) disposto in maniera alternata rispetto al piano di simmetria dell’evaporatore 1, minimizzando gli ingombri e l’impiego di materiale da costruzione ed evitando contestualmente interferenze tra i componenti principali (ad es. 29.1 sino a 29.3) dell’evaporatore (vedi Fig. 2);
c) facilità di trasferimento delle correnti liquide (acqua di mare, salamoia e distillato) tra effetti successivi, dovuta alla disposizione sovrapposta degli effetti, con contestuale tenuta idraulica (separazione delle atmosfere di vapore) realizzando tali trasferimenti attraverso sifoni idraulici (loopseals) (ad esempio 40 in Fig. 3 e 117-123-133-139).
DISTRIBUZIONE DEL LIQUIDO SUI FASCI TUBIERI EVAPORATIVI
La distribuzione sul fascio tubiero 8 del primo effetto 1.1 à ̈ diversa dalla distribuzione sui fasci 8 degli effetti successivi, in quanto l’acqua di mare preriscaldata viene irrorata direttamente sui tubi 8 che costituiscono il primo effetto 1.1 attraverso ugelli spruzzatori 7 che ne assicurano il bagnamento in un appropriato campo di portata (indicativamente dal 70 al 120% del valore della portata di progetto). Gli ugelli 7 sono disposti su collettori paralleli 41 (Fig.10) (due nel presente caso) e sono caratterizzati da un’apertura del getto sufficiente a garantire la distribuzione uniforme dell’acqua sulla superficie della prima schiera di tubi del fascio tubiero 8. I collettori 41 sono estraibili dal corpo dell’evaporatore per assicurare facilità di montaggio e di manutenzione.
La distribuzione del liquido sui fasci tubieri 8 degli effetti successivi 1.2, 1.3, 1.4 à ̈ realizzata mediante una piastra metallica orizzontale forata composta da due parti identiche 42a e 42b (Figg. 11 e 13), che costituisce il fondo dell’effetto superiore e la copertura dell’effetto inferiore. Detta piastra à ̈ forata con un numero di fori di diametro e con disposizione tali da assicurare il bagnamento uniforme della prima schiera di tubi del fascio 8 a valle. Il diametro dei fori e la loro distribuzione sono stati progettati in base ai dati sperimentali disponibili in R. Rautenbach, B. Artz; “LARGE SCALE DIESEL DRIVEN VAPOR COMPRESSION UNITS†, Desalination, 38 (1981) 75-84<e>R. Rautenbach, J. Gebel “On The Concentration of Ro-brines by Seeded Horizontal Tube Falling Film Evaporation (HTFE)†Desalination, 76 (1989) 107-119<.>
Nella presente applicazione il numero di fori per piastra risulta essere pari a 200, con à ̧ 3 mm e passo rettangolare 94 x 25 mm, allineato con le generatrici dei tubi della 1<a>schiera. Il passaggio dell’acqua di mare attraverso i fori à ̈ assicurato dalla somma della differenza di pressione tra gli spazi di vapore tra gli effetti contigui e del battente di liquido che si forma sulla piastra forata. Ad ogni valore della differenza totale di pressione tra i due lati della piastra forata 42a,b corrisponde una portata di liquido attraverso di essa. La portata effettiva di liquido à ̈ regolata in modo da essere leggermente superiore a quella corrispondente alla differenza di pressione totale data dalla somma della differenza di pressione fra i due effetti e da un battente prestabilito. L’eccesso di portata viene smaltito attraverso una guardia idraulica (loop-seal) 40 che collega la camera dell’effetto superiore con l’effetto inferiore; tale loop-seal 40 à ̈ posizionato nella camera superiore in modo da definire il livello massimo raggiungibile dal liquido al suo fondo, in quanto l’ulteriore accumulo viene smaltito attraverso di esso ed avviato all’effetto inferiore.
Le piastre forate 42a,b inter-effetto sono accessibili dall’esterno - tramite appositi portelli 43 (Fig. 8 e Fig. 9, ad esempio) - e rimuovibili tramite un cassetto 44 per manutenzione e sostituzione.
L’effettivo livello di liquido al fondo di ogni effetto viene misurato da uno strumento; nel caso in cui uno dei livelli risulti inferiore al livello voluto -individuato dalla posizione del loop-seal 40 - la portata di liquido alimentato al primo effetto 1.1 viene aumentata fino ad ottenere il livello voluto in tutti gli effetti.
FASCI TUBIERI EVAPORATIVI
Il requisito principale del progetto dei fasci tubieri evaporativi à ̈ il loro uniforme bagnamento esterno da parte dell’acqua di mare che vi viene fatta percolare. L’intensità del bagnamento à ̈ a sua volta correlata con il coefficiente di scambio termico che si ottiene, crescente con essa.
La portata dell’acqua di alimentazione - e quindi l’intensità di bagnamento dei fasci tubieri - à ̈ limitata superiormente dall’associato aumento della quantità di calore necessaria al suo preriscaldamento fino al punto di ebollizione nel primo effetto.
La soluzione di compromesso trovata ha comportato il progetto di fasci tubieri con sezione trasversale rettangolare, con l’asse maggiore verticale (vedi Fig. 10). Il rapporto tra altezza e larghezza del fascio risulta pari a circa 3 nel presente esempio non limitativo.
Il parametro fondamentale per la definizione della lunghezza del fascio tubiero à ̈ la velocità di ingresso del vapore nei tubi 8. Nell’applicazione in oggetto la velocità scelta à ̈ di circa 20 m/s. La lunghezza risultante del fascio tubiero à ̈ pari a 2'000 mm.
Per ottenere una elevata concentrazione degli incondensabili che si accumulano nei fasci tubieri 8 ed agevolarne la rimozione, il fascio tubiero à ̈ stato previsto su due passi asimmetrici, come già illustrato sopra, sì da ottenere in entrambi la stessa velocità di ingresso del vapore. Con tale scelta la superficie del secondo passo risulta pari a circa il 20% della superficie del primo passo.
FASCI TUBIERI DEI PRERISCALDATORI DELL’ALIMENTAZIONE Per limitare la complessità della costruzione del mantello dell’evaporatore e dei suoi interni, secondo la presente invenzione i passaggi (29.1, 29.2, 29.3) di vapore inter-effetto sono realizzati mediante tubazioni esterne, anziché attraverso passaggi ricavati all’interno del mantello dell’evaporatore 1 - come avviene negli evaporatori di concezione tradizionale.
I fasci tubieri 32 di preriscaldamento - realizzati sfilabili “a baionetta†con tubi ad “U†50 (vedi Fig. 7) - sono posizionati all’interno delle tubazioni di passaggio 29.1, 29.2, 29.3 del vapore inter-effetto.
La disposizione dei fasci tubieri 32 e 50 utilizza l’andamento spaziale delle tubazioni.
Il condensato prodotto dai fasci tubieri di preriscaldamento viene raccolto al fondo 34 dei tratti verticali di tubazione del vapore nei quali sono alloggiati i preriscaldatori 3.1, 3.2, 3.3 e quindi travasato nella cassa 13 delle condense del fascio evaporativo dell’effetto a valle, cui viene trasferito il vapore.
CONDENSATORE FINALE
Il condensatore 2 del vapore generato nell’ultimo effetto à ̈ alloggiato all’interno del mantello 51 dell’evaporatore 1, al disotto dell’ultimo effetto 1.4. Il condensatore 2 à ̈ costituito da un fascio tubiero 52 a sezione circolare, con lunghezza uguale alla lunghezza dei fasci tubieri 8 degli effetti evaporativi 1.i. L’acqua di raffreddamento lo percorre dal lato interno dei tubi. Le piastre tubiere sono saldate alle pareti del mantello. Il condensato prodotto viene raccolto al fondo del mantello, nel modo indicato in Fig. 3 ad esempio.
Poiché l’evaporatore à ̈ (in questo esempio applicativo) del tipo a termocompressione, pur se tutto il vapore generato nell’ultimo effetto viene avviato al condensatore, solo una frazione del vapore viene condensato, mentre la parte rimanente viene avviata all’eiettore 11 di termocompressione. Il vapore viene immesso ad una estremità del fascio del condensatore, convogliato mediante falso mantello e diaframmi ed estratto all’altra estremità del fascio. In tal modo la totalità degli incondensabili presenti nel vapore proveniente dall’ultimo effetto viene inviata, insieme al vapore riscaldante, all’interno del fascio tubiero 8 del primo effetto 1.1.
INCONDENSABILI
Poiché l’evaporatore 1 à ̈ esercito a temperature inferiori a 100°C, la pressione al suo interno à ̈ ovunque sub-atmosferica. A causa di ciò nel suo funzionamento si manifesta il problema della gestione dei gas incondensabili.
Gli incondensabili presenti nell’evaporatore sono generati da ingressi d’aria dovuti alla pressione sub-atmosferica di esercizio dell’impianto, dai gas disciolti nell’acqua di mare (N2, O2, Ar etc.) e dalla CO2rilasciata dalla decomposizione termica dei bicarbonati disciolti nell’acqua di mare, secondo la reazione:
2 HCO3<->→ CO3<=>+ H2O CO2<↑>
La maggior parte dei gas incondensabili derivanti dall’acqua di mare alimentata viene rilasciata nel mantello del primo effetto, da dove passa nei tubi del secondo effetto ove, a seguito della condensazione che in essi si realizza, viene concentrata in 12 (Fig. 1)e quindi estratta dal sistema di vuoto 18 di cui à ̈ dotato l’impianto.
Anche gli incondensabili presenti nel vapore riscaldante inviato al primo effetto 1.1, dopo essere stati in esso concentrati in 12 per condensazione del vapore, vengono travasati nello spazio di vapore dello stesso effetto attraverso un orifizio tarato (non indicato nelle figure), unendosi così agli incondensabili derivanti dall’acqua di alimentazione di 106.
Gli incondensabili presenti nei mantelli del secondo, terzo e quarto effetto vengono trascinati in cascata (condotti 117-123-133-139) al condensatore finale 2, da dove vengono rimossi nel modo già indicato.
MATERIALI DI COSTRUZIONE
La massima temperatura di esercizio dell’evaporatore à ̈ di circa 70°C. Ciò consente l’adozione di ottone all’alluminio per la realizzazione dei fasci tubieri sia evaporativi che di preriscaldamento.
Per la costruzione del mantello 51 e delle altre membrature dell’evaporatore 1 a contatto con l’acqua di mare si à ̈ scelto l’acciaio austenitico AISI 316L, per le sue caratteristiche di resistenza alla corrosione da acqua di mare e brina in presenza di ossigeno libero.
I condotti del vapore, contenenti anche i fasci tubieri dei preriscaldatori, sono realizzati in AISI 304 per eliminare i problemi di contaminazione dei condensati e la corrosione dovuta a fermate dell’impianto, fenomeni che si avrebbero impiegando acciaio al carbonio quale materiale per la loro costruzione. Tale scelta elimina anche i problemi di corrosione esterna all’apparecchiatura (specialmente in un ambiente aggressivo come quello marino) ed i costi di manutenzione derivanti dalla riverniciatura periodica dell’impianto.
Applicazione industriale
La presente invenzione consente di realizzare un evaporatore a multipli effetti avente le seguenti caratteristiche:
- facile manutenzione e costruzione;
- economicità;
- altezza ridotta a parità di potenzialità (performance);
- leggerezza del corpo centrale;
- facile sostituzione delle sue parti esterne (unificate), ma anche dei suoi componenti interni unificati (singoli tubi dei fasci tubieri, filtri delle goccioline, piastre forate e quant’altro), senza che l’operatore debba fisicamente entrare all’interno del singolo effetto;
- facile trasportabilità e installazione.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Evaporatore a multipli effetti, per produzioni medio-basse di distillato, comprendente una sola torre evaporativa, costituta da un corpo centrale (1) con un primo effetto (1.1) sino ad un ultimo effetto (1.n) disposto al disopra di un condensatore (2), gli effetti (1.1-1.n) essendo impilati tra loro, ciascun effetto (1.i) comprendendo sostanzialmente al suo interno un fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) e un filtro separatore (9) di goccioline trasportate dal vapore, caratterizzato dal fatto che un preriscaldatore (3.i) che si estende verticalmente e che à ̈ associato ad un rispettivo effetto (1.i), à ̈ incorporato nel tratto verticale di un condotto di trasferimento (29.i) all’effetto successivo [1.(1+1)], del vapore generato nell’effetto (1.i), tale condotto di trasferimento (29.i) essendo disposto all’esterno del mantello (51) dell’evaporatore; in cui inoltre, ciascun preriscaldatore (3.i) presenta una testata superiore per raccordi di ingresso e uscita (31, 31) dell’acqua marina di alimentazione, e fasci tubieri interni verticali (32) che si adattano preferibilmente all’andamento spaziale delle pareti dei preriscaldatori (3.i); ciascun preriscaldatore presentando inoltre inferiormente una prima camera di raccolta (34) della condensa del vapore condensato sul fascio tubiero verticale (32).
  2. 2. Evaporatore a multipli effetti, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che à ̈ previsto un eiettore (11) che utilizza come fluido motore il vapore fornito dalla sorgente di vapore (10), ad esempio una caldaia (10), per aspirare (37; 144) parte del vapore esausto dal condensatore e/o dall’ultimo effetto (1.n), ed immetterlo assieme a detto fluido motore all’interno del fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) del primo effetto (1.1).
  3. 3. Evaporatore a multipli effetti, secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che per ridurre l’altezza del corpo centrale (1) dell’evaporatore a multipli effetti, la disposizione degli effetti (1.1-1.n) à ̈ alternata ed eccentrica rispetto al piano di simmetria verticale del corpo centrale (1), nel senso che se per l’effetto (1.i) il fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) à ̈ spostato a destra rispetto a detto piano di simmetria verticale, allora per l’effetto successivo [1.(i+1)] e per quello precedente [1.(i-1)], se presenti, il fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) à ̈ spostato a sinistra del detto piano di simmetria verticale, mentre per quanto riguarda il filtro separatore (9) di goccioline vale l’inverso; tale costruzione alternata più compatta permettendo di evitare interferenze tra le parti esterne al mantello (51) del corpo centrale (1), in particolar modo tra i condotti di trasferimento (29.i) del vapore da un effetto all’altro.
  4. 4. Evaporatore a multipli effetti secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di presentare almeno per un effetto, ma preferibilmente per tutti gli effetti (1.1-1.n), un fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) costituito da due passi o “sub-fasci†asimmetrici, ossia un primo passo a sezione trasversale maggiore e un secondo passo a sezione trasversale minore, preferibilmente per garantire una velocità sostanzialmente identica di ingresso del vapore che percorre i due passi in senso inverso ossia opposto.
  5. 5. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di presentare fasci tubieri evaporativi orizzontali (8), per ogni singolo effetto, aventi una sezione trasversale rettangolare.
  6. 6. Evaporatore a effetti multipli, secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che ogni sezione trasversale rettangolare ha un rapporto maggiore di 1 tra la sua altezza h e la sua larghezza b, preferibilmente h/b = 3.
  7. 7. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che i fasci tubieri evaporativi orizzontali (8) di ogni effetto (1.i), sul lato opposto rispetto alla posizione dei preriscaldatori [(3.1-3.(n-1)], terminano in una rispettiva seconda camera (13) di raccolta della condensa per il rispettivo effetto (1.i); dette seconde camere (13) di raccolta della condensa essendo tra loro collegate in cascata mediante appositi loop-seal (117, 123, 133, 139).
  8. 8. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che tutti i tubi (106, 107, 108, 109) di alimentazione dell’acqua di mare di alimentazione, che si collegano ai vari raccordi di ingresso e uscita (31, 31) dell’acqua marina di alimentazione, posti sulle testate dei preriscaldatori [3.1 sino a 3.(n-1)], e che conducono infine (109) ai collettori recanti una pluralità di ugelli (7) di spruzzatura dell’acqua marina sul fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) del primo effetto (1.1), sono disposti esclusivamente all’esterno del mantello (51) del corpo centrale (1) dell’evaporatore.
  9. 9. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che ciascuna prima camera (34) di raccolta della condensa, posta al fondo di ogni preriscaldatore (3.i), Ã ̈ connessa tramite condotti del distillato (33), con detta seconda camera (13) di raccolta della condensa associata ad un effetto successivo [3.(i+1)] .
  10. 10. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di presentare dei condotti (40) del tipo “loop seal†, ossia con valvola a sifone, tra un effetto e l’altro, per controllare il livello massimo del battente di acqua di mare più concentrata, sul fondo di ogni effetto (1.i).
  11. 11. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di presentare delle piastre forate tra un effetto à ̈ quello successivo, anche costituite da più parti (42a, 42b) per facilitare la manutenzione, ad esempio la loro pulitura, servendosi di appositi fori con portelli (43) per togliere manualmente dall’esterno i bulloni e dadi (60) ai lati delle piastre forate, e per caricare queste ultime su un carrello o cassetto a estrazione laterale (44), o altro sistema estraibile lateralmente dal mantello (51) dell’evaporatore, senza che l’operatore entri fisicamente nell’effetto stesso, il quale può avere pertanto dimensioni minime.
  12. 12. Evaporatore a multipli effetti, secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che al termine del secondo passo del fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) di almeno un effetto, e preferibilmente di tutti gli effetti (1.1 sino a 1.n), vi à ̈ una piccola camera (12) di raccolta del condensato residuo, nella quale si concentrano anche gli incondensabili, i quali vengono o eliminati attraverso fori presenti in detta piccola camera (12), o preferibilmente aspirati da detta piccola camera (12) nel caso del secondo effetto (1.2), tramite un secondo eiettore (18).
  13. 13. Evaporatore a multipli effetti, secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che il secondo eiettore (18) viene alimentato da una parte del vapore di alimento proveniente (116) dalla sorgente di vapore (10) che lo raggiunge attraverso una tubazione di derivazione (19), in cui, un condensatore di ventilazione (20), posto a valle del secondo eiettore (18) e raffreddato con una parte (22, 21) dell’acqua di mare di alimento, raccoglie la condensa residua e espelle in atmosfera (24) gli incondensabili aspirati dal secondo eiettore (18) da detta piccola camera (12), preferibilmente la piccola camera (12) del secondo effetto (1.2).
  14. 14. Evaporatore a multipli effetti, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che dalla seconda camera (13) di raccolta della condensa, che à ̈ associata al primo effetto (1.1), viene sottratta una parte della condensa tramite un condotto (114, 115 ) e relativa pompa del condensato (17), cosicché una parte della condensa può essere rimandata alla sorgente di vapore (10) per essere poi inviata al primo effetto (1.1).
  15. 15. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il distillato, o prodotto finale, cioà ̈ l’acqua dolce, viene prelevato dal fondo del condensatore (2) tramite una pompa del distillato (15), mentre la salamoia concentrata viene estratta preferibilmente dall’ultimo effetto (1.n) tramite la pompa di scarico (26).
  16. 16. Evaporatore a multipli effetti, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui ciascun tubo del fascio tubiero (6, 6’) del condensatore finale (2), e di ciascun fascio tubiero evaporativo orizzontale (8) di ciascun effetto (1.i), à ̈ sfilabile/smontabile singolarmente per effettuarne la manutenzione o sostituzione.
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