ITRA20120008A1 - Elemento planare per pavimenti flottanti e relativo metodo di produzione. - Google Patents

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ITRA20120008A1
ITRA20120008A1 IT000008A ITRA20120008A ITRA20120008A1 IT RA20120008 A1 ITRA20120008 A1 IT RA20120008A1 IT 000008 A IT000008 A IT 000008A IT RA20120008 A ITRA20120008 A IT RA20120008A IT RA20120008 A1 ITRA20120008 A1 IT RA20120008A1
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Andrea Ugolini
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Description

ELEMENTO PLANARE PER PAVIMENTI FLOTTANTI E RELATIVO METODO DI PRODUZIONE
DESCRIZIONE
Sono definiti flottanti i pavimenti di qualsiasi materiale che, posati in opera a secco, possono essere rimossi in qualsiasi momento, magari solo temporaneamente ed anche per essere utilizzati altrove.
I vantaggi di un pavimento flottante, particolarmente idoneo per stand fieristici, temporary store, negozi, uffici ed altre realizzazioni con carattere di provvisorietà, sono inoltre: la rapidità di esecuzione, l'immediata praticabilità di un pavimento a secco appena ultimato e la possibilità di avvalersi di manodopera non necessariamente qualificata, poiché impegnata ad eseguire assemblaggi estremamente intuitivi.
Solitamente i pavimenti flottanti sono formati da elementi predisposti perimetralmente per poterli unire tra loro mediante incastri e senza fughe, non essendo ammissibile il riempimento di queste ultime con un sigillante che possa ostacolarne la successiva rimozione.
Inoltre, sul piano di posa dei pavimenti così formati, in particolare tra le apposite piastrelle ed il relativo sottofondo, occorre stendere uno strato di sughero, di feltro bitumato o di altro materiale elastico idoneo che possa ammortizzare gli urti subiti dal pavimento durante l’uso.
Seppure meno diffusi di quelli appena descritti, esistono poi elementi compositi di rivestimento che, destinati anche questi alla realizzazione di pavimenti flottanti o a secco, sono formati ciascuno associando una piastrella ad una lastra di gomma che ne ricopre la faccia inferiore ed a tanti listelli dì ABS per quanti sono i lati dell’intero bordo da ricoprire. Tutto ciò, previa applicazione di analoghe porzioni di un foglio biadesivo noto, con cui fissare le suddette coperture alla piastrella.
I limiti di questi due modi di operare sono fin troppo evidenti, in quanto alla onerosa complessità e specificità del primo, che necessita di piastrelle già conformate all’origine per poterle agganciare tra loro, si contrappone il carattere di provvisorietà del secondo, i cui listelli di ABS che ricoprono il bordo, già precari durante le manipolazioni che precedono la posa in opera, durante quest’ultima fase non consentono, senza il rischio di essere asportati incidentalmente, quell’accostamento forzato necessario per escludere la formazione di fughe e per ottenere, tra una piastrella e l’altra, la pressione necessaria al loro mantenimento in opera.
II presente trovato propone un pavimento flottante di nuova concezione che, oltre a non presentare i limiti ravvisati nei pavimenti noti, ha tra i diversi pregi quello di essere realizzabile con elementi compositi, ottenuti da comunissime piastrelle di qualsiasi materiale per pavimenti (legno, ceramica, marmo, metallo, ecc..) identiche a quelle che in altre circostanze vengono fissate stabilmente sul piano di posa con malte, collanti od altro.
Tutto ciò con evidenti vantaggi sia organizzativi che economici, dovuti alla possibilità di ridurre sensibilmente le scorte di magazzino, non essendo più necessario conoscere a priori il tipo di posa, a secco oppure no, a cui ogni piastrella potrà essere destinata.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato in oggetto sono di seguito descritti con riferimento ai disegni allegati dove, a solo titolo indicativo e non limitativo, sono rappresentate:
- le FIGG. 1 e 2 che mostrano, nell'ordine, un foglio monoadesivo di poliolefina e la piastrella da applicare al primo;
- la FIG. 3, che mostra una fase del taglio e dell’applicazione della poliolefina contro il bordo della piastrella, previa applicazione sulla sua faccia inferiore;
- la FIG. 4, che mostra la piastrella della FIG. 2 già rivestita secondo il trovato e con la poliolefina rifilata superiormente;
- la FIG. 5, che mostra una sezione verticale dell’elemento di FIG. 4; - la FIG. 6, che mostra, con una vista esplosa, gli elementi che compongono una variante di elemento planare realizzato secondo il trovato;
- la FIG. 7, che mostra una sezione verticale dell’elemento di FIG. 6. Dall’esame dei disegni allegati ed iniziando da quelli delle FIGG. 1 -2-3-4-5, si evince che un foglio monoadesivo 1 di poliolefina è tagliato nella forma e nelle dimensioni necessarie a rivestire, senza soluzione di continuità, la faccia inferiore di una piastrella 2 e la superficie laterale della stessa.
A tale scopo, al fine di ottenere un rivestimento di spessore uniforme lungo l’intero bordo della piastrella, viene dapprima asportata la pellicola di protezione dell'adesivo dal foglio 1 di poliolefina già disteso e viene poi applicata, centralmente a detto foglio, la piastrella 2. A questo punto (FIG. 3) si procede al sollevamento di una prima porzione 1A di poliolefina sporgente da un lato del perimetro della piastrella ed all’applicazione di detta porzione sul corrispondente tratto del bordo, per poi eseguire, in corrispondenza di ciascuno spigolo di detto tratto, un taglio 1 B nella poliolefina che sia perpendicolare al tratto stesso. Analogamente, si ripetono le stesse fasi di piegatura, incollaggio e taglio in ogni lato della piastrella, allo scopo di asportare tutte le porzioni 1C di poliolefina in eccesso e consentire alle porzioni di rivestimento 1A di due tratti contigui del bordo di congiungersi senza sormontarsi. Ovviamente, a meno che il foglio disteso non sporga dalla piastrella esattamente quanto basta a ricoprirne il bordo, dalla piastrella rivestita viene poi rifilata la porzione di rivestimento in eccesso (FIG. 4).
Affinché si possa eseguire il suddetto procedimento di rivestimento della piastrella 2 con la pellicola di poliolefina 1 , è necessario che detta piastrella sia rettificata per avere la superficie laterale perpendicolare alle due facce ed è anche necessario che l’estremità superiore 2A del bordo sia lavorata in modo da presentare l’asportazione dello spigolo in vista, operazione meglio nota come "rompifìlo" (FIG. 5), onde evitare danneggiamenti del bordo stesso durante l’operazione di rifilatura della porzione di poliolefina in eccesso.
La poliolefina, che è una macromolecola ottenuta mediante la polimerizzazione di olefine, risulta essere il materiale più indicato per l'impiego fin qui descritto. Infatti, alle peculiarità tecniche, al costo contenuto ed alla praticità d’uso, si aggiunge quella inalterabilità necessaria per mantenere nel tempo quelle caratteristiche che hanno fatto preferire questo materiale.
In pratica, trattasi di una schiuma poliolefinica resa monoadesiva laminandola con un adesivo a pressione PSA (Pressure Sensitive Adhesive) di basso spessore e che, applicato al materiale da adesivizzare, aderisce immediatamente a qualsiasi altro materiale che gli venga compresso contro, anche con pressione moderata.
L'aspetto della pellicola è opaco e gommoso e, grazie alle eccellenti proprietà di montaggio, permette un perfetto aggrappaggio sulla lastra da utilizzare, qualunque sia il materiale con cui è formata (ceramica, legno, marmo, ecc.). Grazie alla schiuma poliolefinica che ne riveste la faccia inferiore, le piastrelle, per semplice compressione, subiscono sul piano di posa una sorta di effetto-ventosa che si somma, nel mantenimento in opera del pavimento formato a secco, alla risposta elastica fornita dalla schiuma poliolefinica applicata ai bordi delle piastrelle contigue, con l’ulteriore vantaggio di garantire al meglio la tenuta delle fughe allo sporco, all’acqua, ecc., senza l’ausilio di sigillanti che possano ostacolare l’eventuale successiva rimozione del pavimento formato.
Il metodo fin qui descritto, di rivestimento di una piastrella da pavimentazione con una pellicola di poliolefina da applicare senza soluzione di continuità sulla faccia inferiore e sulle facce laterali della stessa, può essere owiamente utilizzato anche per realizzare lastre di grande spessore, necessarie per pavimentazioni sopraelevate e/o portanti, come quelle di aeroporti, banche, concessionarie di auto, ecc.. In particolare, come alle FIGG. 6 e 7, onde ottenere il suddetto maggiore spessore, (oggi solitamente si utilizzano lastre aventi 2 cm di spessore), si può ricorrere ad una piastrella composita formata da due piastrelle 3 e 4 che, aventi stessa forma e dimensioni ma uguale o diverso spessore e, soprattutto, di uguale o diverso materiale, formano un corpo unico per la frapposizione di un foglio poliolefinico biadesivo 5, od altro materiale biadesivo idoneo. Ciò, con ovvi vantaggi dal punto di vista della gestione del magazzino, poiché si possono utilizzare le piastrelle già stoccate e di spessore inferiore per trasformarle nel prodotto da 2 cm, da utilizzare poi, a seconda della tipologia della piastrella superiore, in pavimentazioni interne, esterne o come più aggrada. Tutto ciò, senza la necessità di creare un impianto di produzione ed un magazzino apposito per elementi di pavimentazione di grande spessore.
Sia che si tratti di piastrelle singole e sia che si tratti di piastrelle di grande spessore, il metodo per ottenere l’applicazione della pellicola di poliolefina è il seguente:
- rettificare una piastrella di pavimentazione affinché ogni lato del bordo sia perpendicolare alle facce;
- eseguire l’asportazione dello spigolo superiore della piastrella, quello in vista, (lavorazione rompifilo);
- posizionare su di un piano un foglio monoadesivo di poliolefina di dimensioni e formato dipendenti dalla piastrella da rivestire;
- asportare la pellicola di protezione della superficie adesiva del foglio di poliolefina già disteso;
- centrare ed applicare, sulla superficie adesiva del foglio di poliolefina, la faccia inferiore della piastrella già rettificata;
- sollevare una prima porzione di poliolefina sporgente da un lato del perimetro della piastrella ed applicarla sul corrispondente tratto del bordo;
- eseguire nella poliolefina, in corrispondenza di ciascuno spigolo del suddetto tratto, un taglio perpendicolare al tratto stesso;
- ripetere le due fasi precedenti di sollevamento, incollaggio e taglio in corrispondenza di ogni lato della piastrella;
- rifilare le porzioni di poliolefina che sporgono superiormente dal bordo già sottoposto all’asportazione dello spigolo in vista.
Resta da aggiungere che, ferme restando le caratteristiche di massima illustrate e descritte, ulteriori modifiche o varianti saranno comunque comprese nel presente ambito brevettuale e saranno comunque indipendenti dal formato della piastrella da rivestire e dal numero dei suoi lati.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Elemento planare per pavimenti flottanti, caraterizzato dal fatto di comprendere una piastrella (2; 3-4-5), di qualsiasi materiale, rivestita da un unico foglio monoadesivo (1) di poliolefina applicato, senza soluzione di continuità, sulla faccia inferiore della piastrella e su tuto il bordo della stessa, allo scopo di garantire la permanenza di deto rivestimento proprio sul bordo, essendo questo penalizzato dall'esiguo spessore e dalle sollecitazioni a cui è sotoposto, sopratuto durante la posa in opera.
  2. 2) Elemento planare per pavimenti flottanti, come alla rivendicazione 1, in cui deta piastrella (2; 3-4-5) è retificata affinché ogni lato del bordo sia perpendicolare alle due facce parallele.
  3. 3) Elemento planare per pavimenti flottanti, come alla rivendicazione 1, in cui lo spigolo superiore (2A) del bordo della piastrella (2; 3-4-5) viene asportato con una operazione meglio nota come “rompifilo”, onde evitare danneggiamenti del bordo stesso durante l’operazione di rifilatura della porzione di poliolefina in eccesso.
  4. 4) Elemento planare per pavimenti flottanti, come alla rivendicazione 1, in cui deta piastrella (3-4-5) è una piastrella composita formata da due piastrelle (3) e (4) che, aventi stessa forma e dimensioni ma uguale o diverso spessore e, soprattuto, realizzate con uguale o diverso materiale, formano un corpo unico per la frapposizione di un foglio biadesivo (5).
  5. 5) Elemento planare per pavimenti flottanti, come alla rivendicazione 4, in cui deto foglio biadesivo (5) è un foglio poliolefinico biadesivo.
  6. 6) Metodo per ottenere un elemento planare per pavimenti flottanti come alle rivendicazioni dalla 1 alia 5, caratterizzato dal fatto di comprendere le seguenti fasi: - rettificare una piastrella di pavimentazione affinché ogni lato del bordo sia perpendicolare alle due facce; - eseguire l’asportazione dello spigolo superiore della piastrella, quello in vista, (lavorazione rompifilo); - posizionare su di un piano un foglio monoadesivo di poliolefina di dimensioni e formato dipendenti dalla piastrella da rivestire; - asportare la pellicola di protezione della superficie adesiva del foglio di poliolefina già disteso; - centrare ed applicare, sulla superficie adesiva del foglio di poliolefina, la faccia inferiore della piastrella già rettificata; - sollevare una prima porzione di poliolefina sporgente da un lato del perimetro della piastrella ed applicarla sul corrispondente tratto del bordo; - eseguire nella poliolefina, in corrispondenza di ciascuno spigolo del suddetto tratto, un taglio perpendicolare al tratto stesso; - ripetere le due fasi precedenti di sollevamento, incollaggio e taglio in corrispondenza di ogni lato della piastrella; - rifilare le porzioni di poliolefina che sporgono superiormente dal bordo già sottoposto all'asportazione dello spigolo in vista.
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Citations (1)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US6189279B1 (en) * 1999-02-12 2001-02-20 L&P Property Management Company Floating floor underlay

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* Cited by examiner, † Cited by third party
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