ITRA20110009A1 - Elemento lastriforme composito. - Google Patents

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ITRA20110009A1
ITRA20110009A1 IT000009A ITRA20110009A ITRA20110009A1 IT RA20110009 A1 ITRA20110009 A1 IT RA20110009A1 IT 000009 A IT000009 A IT 000009A IT RA20110009 A ITRA20110009 A IT RA20110009A IT RA20110009 A1 ITRA20110009 A1 IT RA20110009A1
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composite
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face
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IT000009A
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Franco Orlandi
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Anstal Engineering S R L
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    • E04BUILDING
    • E04FFINISHING WORK ON BUILDINGS, e.g. STAIRS, FLOORS
    • E04F15/00Flooring
    • E04F15/02Flooring or floor layers composed of a number of similar elements
    • E04F15/08Flooring or floor layers composed of a number of similar elements only of stone or stone-like material, e.g. ceramics, concrete; of glass or with a top layer of stone or stone-like material, e.g. ceramics, concrete or glass
    • E04F15/082Flooring or floor layers composed of a number of similar elements only of stone or stone-like material, e.g. ceramics, concrete; of glass or with a top layer of stone or stone-like material, e.g. ceramics, concrete or glass with a top layer of stone or stone-like material, e.g. ceramics, concrete or glass in combination with a lower layer of other material
    • E04F15/085The lower layer being of fibrous or chipped material, e.g. bonded with synthetic resins
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E04F2201/01Joining sheets, plates or panels with edges in abutting relationship
    • E04F2201/0153Joining sheets, plates or panels with edges in abutting relationship by rotating the sheets, plates or panels around an axis which is parallel to the abutting edges, possibly combined with a sliding movement
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    • E04F2201/0523Separate tongues; Interlocking keys, e.g. joining mouldings of circular, square or rectangular shape
    • E04F2201/0529Separate tongues; Interlocking keys, e.g. joining mouldings of circular, square or rectangular shape the interlocking key acting as a dovetail-type key

Description

"ELEMENTO LASTRIFORME COMPOSITO”
DESCRIZIONE
Un pavimento di prodotti ceramici o di lastre di materiali diversi (marmo, pietra, marmette ecc.) viene realizzato abitualmente posando e pigiando i suddetti elementi su un letto di malta cementizia disteso sopra un massetto di calcestruzzo precedentemente spianato in modo da presentare, alla giusta profondità, una superficie -regolare e perfettamente parallela a quella del pavimento da eseguire.
La densità e lo spessore della malta, (circa cm. 2), consentono a questa di rifluire dalle connessure degli elementi pigiati. Connessure o fughe che, a causa della perdita d'acqua, dopo qualche tempo devono essere nuovamente riempite o stuccate con malta liquida di cemento.
Nel caso di pavimenti realizzati con prodotti ceramici ed altri similari, alla fine basta solo pulire e tirare a lucido la superficie con segatura bagnata e successivamente con cera.
Se trattasi invece di pavimenti in marmo, pietra, marmette, ecc., occorre attendere la presa della malta per poi levigarli con mole abrasive, stuccarli nuovamente, lucidarli con abrasivi di grana più fine e rifinirli infine con gommalacca, piombo ed acido ossalico.
Ben più semplice risulta essere la posa di pavimenti in legno e suoi derivati, ^soprattutto utilizzando elementi “prefiniti”, cioè già perfettamente calibrati, levigati e protetti da uno strato di vernice ad alta resistenza. Detti elementi “prefiniti”, essendo predisposti lungo il perimetro per l’unione ad incastro con altri elementi analoghi contigui, consentono la formazione di pavimenti “flottanti” cioè svincolati dal piano di posa sul quale poggiano con interposto uno strato di materiale elastico (sughero, feltro bitumato, ecc.) steso tra il sottofondo ed il pavimento per ammortizzare gli urti che può subire durante l’uso.
Nonostante utilizzino soltanto elementi “prefiniti’’ in legno e suoi derivati, diversi sono i motivi che rendono i pavimenti flottanti preferibili ad altri e che vanno ben oltre la notoria possibilità di rimuoverli in qualsiasi momento e di riutilizzarli altrove.
Infatti, non meno importanti appaiono la rapidità di esecuzione di un’opera perfettamente finita e che, a secco, è immediatamente utilizzabile, nonché la possibilità di avvalersi di posatori non necessariamente qualificati in quanto impegnati soltanto ad eseguire incastri peraltro facilmente intuibili.
Lo scopo principale del presente trovato è consentire che un pavimento o un rivestimento, la cui superficie visibile sia formata da piastrelle di materiale ceramico oppure da lastre di marmo o di altro materiale equivalente, possa essere posato in opera a secco e senza fughe, ovvero alla stessa stregua di pavimenti flottanti che fino ad oggi sono stati e sono realizzati soltanto con elementi in legno ‘‘prefiniti” ed assemblati per incastro.
Tutto ciò senza ricorrere alla semplice sovrapposizione di due prodotti noti e già utilizzati singolarmente, bensì approfittando di tale circostanza affinché i necessari recessi d’incastro, semplici rientranze o cavità sottosquadro, siano il risultato dell’unione faccia a faccia di due prodotti lastriformi sovrapposti di cui almeno uno predisposto, nella faccia d’unione ed in corrispondenza dei recessi da formare, con altrettante impronte comunque realizzate, anche se facilmente ottenibili per semplice compressione meccanica.
Notevoli sono i vantaggi di ordine pratico ed anche economico di un elemento composito come quello appena accennato e di seguito descritto più dettagliatamente definendo per convenzione “piastrella” la parte superiore e “supporto" la parte inferiore, qualunque sia il materiale con cui è realizzata ciascuna di esse.
Infatti, anche se è alquanto probabile che il supporto possa essere realizzato in legno o suoi derivati (HDF, MDF), la gamma dei materiali idonei per potere realizzare la piastrella è certamente più ampia: gres porcellanato, marmo, marmettoni, pietra, vetro, alluminio, acciaio, bronzo ed altri ancora.
Ciò anche perché i cosiddetti pavimenti flottanti rappresentano la destinazione più frequente, ma non l’unica, dell’elemento composito in oggetto e non è difficile ipotizzare che, allo stesso modo, possano essere accoppiati anche un supporto ed una piastrella uguali tra loro, sia per forma che per materiale, per ottenere agevolmente semplici incavi e/o cavità sottosquadro da utilizzare nella posa in opera sia di pavimenti che di rivestimenti e non soltanto flottanti o a secco.
I disegni allegati mostrano, a solo titolo indicativo e non limitativo, due delle tante forme di attuazione possibili, a partire dalla realizzazione separata dei due componenti e fino all'aggancio in opera del nuovo elemento composito con altri dello stesso tipo.
In particolare:
- le FIGG. 1 e 2 mostrano, attraverso la sezione longitudinale XX riferita alle FIGG. 3 e 4, la piastrella A ed il supporto B da unire per realizzare un primo elemento composito;
le FIGG. 3 e 4 mostrano, attraverso la sezione trasversale YY riferita alle FIGG. 1 e 2, la suddetta piastrella A ed il suddetto supporto B; le FIGG. 5 e 6 mostrano, nell’ordine, la sezione verticale XX e la sezione verticale YY dell’elemento composito A-B realizzato unendo saldamente le due parti;
le FIGG. 7 e 8 mostrano, nell’ordine, la sezione longitudinale di due elementi compositi A-B durante e dopo il loro incastro in successione;
le FIGG. 9 e 10 mostrano, nell’ordine, la sezione trasversale di due elementi compositi A-B prima e dopo la loro unione con chiavetta; le FIGG. 11 e 12 mostrano, attraverso la sezione longitudinale XX riferita alle FIGG. 13 e 14, la piastrella C ed il supporto D da unire per realizzare un secondo elemento composito;
le FIGG. 13 e 14 mostrano, attraverso la sezione trasversale YY riferita alle FIGG. 11 e 12, la suddetta piastrella C ed il suddetto supporto D;
le FIGG. 15 e 16 mostrano, nell’ordine, la sezione longitudinale XX e la sezione trasversale YY dell’elemento composito C-D realizzato unendo saldamente le due parti;
le FIGG. 17 e 18 mostrano, nell’ordine, la sezione longitudinale di due elementi compositi C-D durante e dopo il loro incastro in successione;
le FIGG. 19 e 20 mostrano, nell’ordine, la sezione trasversale di due elementi compositi C-D prima e dopo la loro unione con chiavetta. Con riferimento ai disegni allegati ed iniziando dalle due sezioni ortogonali XX e YY della piastrella A (FIGG. 1 e 3), notiamo che questa, sezionata longitudinalmente secondo XX (FIG. 1), è caratterizzata dal presentare, in un bordo, un’appendice sostanzialmente compresa tra le superfici curve 1 e 2 di raggio costante e tra loro concentriche, mentre, nel bordo opposto, presenta un’ulteriore appendice definita superiormente dalla superficie piana della piastrella ed inferiormente da una superficie curva 3, pressoché identica alla superficie curva 1 dell'altra estremità e comunque tale da poter combaciare con la superficie curva 1 di un’identica piastrella ad essa agganciata in successione.
Osservando la sezione trasversale XX della FIG. 3, si evince che la stessa piastrella A, lungo i due bordi paralleli sezionati ed in corrispondenza degli spigoli inferiori, presenta due rientranze simmetriche 4 e 5, ciascuna delle quali può essere definita sommariamente come un’impronta a due quote, meno profonda nella parte più esterna.
Osservando le FIGG. 2 e 4, owero la sezione longitudinale XX e quella trasversale YY del supporto B, notiamo che questo, in una faccia che definiamo superiore ed in prossimità di uno dei due bordi visibili, presenta una superficie concava 6 di raggio costante e pressoché identica alla superficie curva 2 della piastrella A, con la quale all’occorrenza combaciare.
Dalla sezione trasversale YY (FIG. 4) si evince che lo stesso supporto B, nella faccia superiore e lungo i due bordi paralleli sezionati, presenta due rientranze simmetriche 7 e 8, ciascuna delle quali può essere definita come un’impronta a due quote, meno profonda nella parte più esterna. Unendo saldamente la piastrella A ed il supporto B come mostrano le FIGG. 5 e 6, ovvero la sezione longitudinale XX e quella trasversale YY dell’elemento lastriforme composito realizzato frapponendo qualsiasi adesivo idoneo tra le porzioni piane della superficie inferiore di A e quella superiore di B, si formano le cavità sottosquadro 3-6, 4-7 e 5-8, di cui la prima è destinata ad accogliere l’appendice 1-2 dell’elemento A-B incastrato in successione in un elemento identico che lo precede (FIGG.
7 e 8), mentre le altre due sono destinate ad accogliere le chiavette H con cui unire trasversalmente due elementi compositi A-B opportunamente accostati, (FIGG. 9 e 10).
A differenza dell'elemento composito A-B appena descritto, i cui recessi d’incastro o cavità sottosquadro sono formati dall’accostamento di semplici impronte predisposte nella faccia d’unione della piastrella ed in quella del supporto, l’elemento composito alternativo C-D, quello della TAV. 2/2, è caratterizzato dal fatto che la piastrella C, pur concorrendo alla formazione delle cavità sottosquadro dell’elemento composito C-D, è priva di qualsiasi impronta, come può essere una comunissima lastra quale quella rappresentata dalle sezioni ortogonali XX e YY delle FIGG.
11 e 13. Osservando le FIGG. 12 e 14, ovvero la sezione longitudinale XX e quella trasversale YY del supporto D, notiamo che questo, in ciascuna delle due facce ed in ciascuna delle due estremità sezionate longitudinalmente, presenta un profilo curvilineo 9 coincidente con il profilo curvilineo 10 realizzato nell’altra faccia e nell’altra estremità, onde poter combaciare perfettamente con il profilo 9 oppure 10 di una identica piastrella D agganciata in successione e con le due facce complanari a quelle della prima. Dalla sezione trasversale YY (FIG. 14) si evince che lo stesso supporto D, nella faccia superiore e lungo i due bordi paralleli sezionati, presenta due rientranze simmetriche 11 e 12, ciascuna delle quali può essere definita come un’impronta a due quote, meno profonda nella parte più esterna.
Unendo saldamente la piastrella C ed il supporto D, come mostrano le FIGG. 15 e 16, ovvero la sezione longitudinale XX e quella trasversale YY dell’elemento lastriforme composito, realizzato frapponendo qualsiasi adesivo idoneo tra la faccia inferiore della piastrella C e la porzione piana della faccia superiore del supporto D, si formano le cavità sottosquadro C-10, C-11 e C-12, di cui la prima è destinata ad accogliere l’appendice formata, lungo un bordo di un supporto D, dalla superficie piana superiore e dal profilo curvilineo 9 (FIGG. 17-18), mentre le altre due sono destinate ad accogliere la chiavetta U con cui unire trasversalmente due elementi compositi C-D opportunamente accostati (FIGG. 19-20).
Occorre aggiungere che, per esigenze particolari quali la necessità di utilizzare determinati prodotti nastriformi e/o la difficoltà di modificarne le superfici, potrebbe rendersi necessaria la realizzazione di un elemento composito a tre componenti di cui solo quello centrale predisposto, in entrambe le facce, con le impronte da cui ottenere, fissandolo stabilmente agli altri due componenti, tutti i recessi d'incastro necessari, siano essi semplici incavi o cavità sottosquadro, per unire a secco detto elemento composito ad altri identici ed adiacenti.
Infine, ferme restando le caratteristiche di massima illustrate e descritte, sono da considerare comprese nellambito del presente trovato anche quelle eventuali forme di attuazione che, seppure non rappresentate, siano comunque riconducibili ad una o più delle caratteristiche evidenziate e rivendicate.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Elemento lastriforme composito, con cui realizzare sia pavimenti che rivestimenti e soprattutto composizioni a secco o flottanti essendo predisposto perimetralmente per l'unione ad incastro con altri elementi identici adiacenti, caratterizzato in via principale dal fatto che almeno uno dei recessi d’incastro predisposti, semplici rientranze e/o incavi sottosquadro, è formato unendo stabilmente la faccia inferiore di un componente contro la faccia superiore di un altro componente essendovi, in almeno una di dette facce ed in corrispondenza dei recessi da formare, semplici impronte comunque realizzate.
  2. 2) Elemento lastriforme composito, come alla prima rivendicazione, caratterizzato dal fatto che l’unione faccia a faccia dei componenti di un elemento lastriforme composito, ottenuta mediante qualsiasi sostanza adesiva idonea posta tra le due facce d’unione, presuppone il reciproco posizionamento di detti componenti in modo da consentire l’incastro in opera di ogni elemento stratiforme composito con tutti quelli a contatto ed il perfetto accostamento senza fughe dei contorni di tutti i componenti in vista.
  3. 3) Elemento lastriforme composito, come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che l’elemento lastriforme composito (A-B), sezionato longitudinalmente presenta, in uno dei due bordi sezionati, una cavità sottosquadro (3-6) che, realizzata per l’unione ad incastro con l’appendice (1-2) sporgente dal bordo opposto di un altro elemento composito (A-B), è formata sostanzialmente dalle superfici curve concentriche (3) e (6) che, predisposte disgiuntamente la prima nella piastrella (A) e la seconda nel supporto (B), sono rispettivamente identiche alle superfici curve concentriche (1 e 2) che sostanzialmente definiscono l’appendice sporgente dal bordo opposto dello stesso elemento composito (A-B).
  4. 4) Elemento lastriforme composito, come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che l’elemento lastriforme composito (A-B), in entrambi i bordi paralleli sezionati trasversalmente presenta le cavità sottosquadro (4-7) e (5-8) che, realizzate per l’unione con chiavetta (H) di due elementi compositi (A-B) accostati trasversalmente, sono formate, ciascuna, da due semplici rientranze simmetriche (4 e 7) o (5 e 8) ognuna delle quali è definibile come una impronta a due quote, meno profonda nella parte più esterna.
  5. 5) Elemento lastriforme composito, come alle rivendicazioni 1 ) e 2), caratterizzato dal fatto che l’elemento lastriforme composito (C-D), sezionato longitudinalmente, presenta, in uno dei due bordi sezionati, una cavità sottosquadro (C-10) che, realizzata per l’unione ad incastro con l’appendice (9) sporgente dal bordo opposto di un altro elemento composito (C-D), è formata sostanzialmente dal profilo curvilineo (10) predisposto nel sottofondo (D) e dal tratto terminale della superficie piana inferiore della piastrella (C) che si protende su parte di detto profilo curvilineo (10).
  6. 6) Elemento lastriforme composito, come alla precedente rivendicazione, caratterizzato dal fatto che l’elemento lastriforme composito (C-D), in entrambi i bordi paralleli sezionati trasversalmente, presenta le cavità sottosquadro (C-11) e (C-12) che, realizzate per l’unione con chiavetta (U) di elementi compositi (C-D) accostati trasversalmente, sono formate nel supporto (D), ciascuna con una semplice rientranza (11, 12) che, definibile come una impronta a due quote, meno profonda nella parte più esterna, al di sopra della quale si protende un tratto della superficie piana inferiore della piastrella (D).
  7. 7) Elemento lastriforme composito, come ad una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dall’essere realizzato con l’unione faccia a faccia di tre componenti di cui solo quello centrale predisposto, in entrambe le facce, con le impronte da cui ottenere tutti i recessi d’incastro necessari, siano essi semplici incavi o cavità sottosquadro, per unire a secco ogni elemento composito ad altri identici ed adiacenti.
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