ITPR20130004A1 - Generatore di ossidrogeno - Google Patents

Generatore di ossidrogeno

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ITPR20130004A1
ITPR20130004A1 IT000004A ITPR20130004A ITPR20130004A1 IT PR20130004 A1 ITPR20130004 A1 IT PR20130004A1 IT 000004 A IT000004 A IT 000004A IT PR20130004 A ITPR20130004 A IT PR20130004A IT PR20130004 A1 ITPR20130004 A1 IT PR20130004A1
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cell
duct
generator
oxyhydrogen
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Angelo Badini
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Angelo Badini
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Description

DESCRIZIONE
“Generatore di ossidrogenoâ€
La presente invenzione ha per oggetto un generatore di ossidrogeno. E’ noto un generatore di ossidrogeno comprendente una cella elettrolitica. La cella elettrolitica comprende una pluralità di piastre distanziate da guarnizioni e tra cui à ̈ presente un liquido elettrolitico.
La prima e l’ultima di dette piastre sono collegate rispettivamente ad un polo elettrico positivo e un polo elettrico negativo.
La cella elettrolitica à ̈ alimentata da acqua che per elettrolisi genera ossidrogeno.
In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ proporre un generatore di ossidrogeno che permetta un rendimento più elevato. Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono sostanzialmente raggiunti da un generatore di ossidrogeno comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni. Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un generatore di ossidrogeno, come illustrato negli uniti disegni in cui:
-figura 1 mostra uno schema funzionale di un generatore di ossidrogeno secondo la presente invenzione;
-figure 2 e 3 mostrano viste di due distinti componenti del generatore di ossidrogeno secondo la presente invenzione.
Nelle unite figure con il numero di riferimento 1 si à ̈ indicato un generatore di ossidrogeno. Il generatore 1 comprende una cella 2 di produzione di ossidrogeno per elettrolisi. La cella 2 comprende una pluralità di piastre 21 elettricamente conduttive, disposte in fila e reciprocamente distanziate. Le piastre sono impaccate e potrebbero essere tenute insieme da dei tiranti che attraversano le piastre 21 o medianti altri sistemi di trattenimento. Una prima parte 22 di una zona interposta tra due piastre affiancate à ̈ occupata da una soluzione 23 elettrolitica (ad esempio tale soluzione elettrolitica comprende principalmente acqua distillata e un agente che funge da elettrolita, per esempio idrossido di sodio. Come elettroliti possono essere utilizzati anche idrossido di potassio o acido solforico). Nella prima parte 22 la soluzione elettrolitica agevola la conducibilità elettrica tra due piastre. Una seconda parte 26 della zona interposta tra le due piastre à ̈ occupata da vapore acqueo e ossidrogeno generato per elettrolisi da parte della cella 2. La presenza del vapore acqueo consente la conducibilità elettrica anche in detta seconda parte 26; conseguentemente anche in questa zona della cella si ha la parziale elettrolisi del vapore acqueo in ossidrogeno. La prima parte 22 si trova al di sotto della seconda parte 26. Tipicamente le piastre 21 sono realizzate in materiale metallico, tipicamente in acciaio. Preferibilmente le piastre 21 sono parallele l’una all’altra.
Opportunamente tra una piastra e l’altra à ̈ interposta una guarnizione in materiale elettricamente isolante che in combinazione con le piastre delimita una zona di accoglimento della soluzione elettrolitica . Preferibilmente lo spessore della guarnizione à ̈ minore di 2 millimetri, preferibilmente à ̈ minore di 1 millimetri, nella soluzione preferita à ̈ pari a circa 0,6 millimetri. Lo spessore della guarnizione permette di distanziare l’una dall’altra due piastre affiancate.
Il generatore 1 comprende inoltre un polo 24 elettrico positivo e un polo 25 elettrico negativo collegati a due piastre distinte di detta pluralità di piastre 21. Opportunamente il polo 24 positivo e il polo 25 negativo sono collegati a due piastre che giacciono alle opposte estremità di detta fila di piastre. Interposte tra le piastre che giacciono alle opposte estremità di detta fila sono solitamente presenti una o più piastre intermedie che si comporteranno come l’armatura di un condensatore. Si avrà quindi l’accumulo di cariche positive e negative rispettivamente su due facce opposte di ogni piastra. Il generatore 1 può comprendere una pluralità di celle 2 disposte in parallelo. In tal caso il generatore potrebbe comprendere una coppia di poli positivi o negativi per ogni cella 2.
Il generatore 1 può comprendere inoltre mezzi di inversione della polarità del polo positivo e del polo negativo. Tale accorgimento consente di aumentare la durata delle piastre 21. Infatti il prolungato funzionamento del generatore 1 determina una erosione localizzata delle piastre stesse. L’inversione di polarità consente di modificare le zone della piastra in cui si concentra l’erosione localizzata.
Vantaggiosamente almeno una prima piastra 211 di detta pluralità di piastre 21 comprende una scanalatura 3 che interessa una faccia di detta prima piastra 211 e incide detta prima piastra 211 senza attraversarla da parte a parte per tutto lo spessore.
In virtù della geometria, si avrà una concentrazione delle cariche lungo la scanalatura 3 determinando una zona in cui il campo elettrico à ̈ particolarmente intenso e dunque una zona dove sarà maggiore l’elettrolisi. In corrispondenza della parte della scanalatura 3 a contatto con la soluzione elettrolitica allo stato liquido sarà dunque maggiore la formazione di ossidrogeno.
Vantaggiosamente tutte le piastre 21 comprendono detta scanalatura 3. Preferibilmente tutte le piastre 21 sono uguali una all’altra. Le piastre 21 sono interposte tra un primo e un secondo piano immaginario sviluppantesi parallelamente alle piastre stesse. Tutte le piastre comprendono una prima faccia rivolta verso il primo piano e una seconda faccia rivolta verso il secondo piano. Preferibilmente la scanalatura 3 interessa tutte le prime facce di dette piastre 21. Opportunamente la scanalatura 3 non interessa invece le seconde facce di dette piastre 21. Nella soluzione preferita la scanalatura 3, in una sezione ortogonale alla linea di sviluppo della scanalatura stessa, comprende due pareti convergenti (ad esempio come la lettera “V†).
La scanalatura 3 si sviluppa linearmente disegnando una figura simmetrica. Preferibilmente la scanalatura 3 definisce una linea continua senza interruzioni (vedasi figura 3).
La scanalatura 3 disegna opportunamente una linea continua comprendente almeno due tratti convergenti (vedasi figura 3).
In una soluzione preferita la scanalatura 3 si sviluppa linearmente sulla faccia di detta prima piastra 211 disegnando la lettera “M†(vedasi sempre figura 3).
Preferibilmente su una faccia della prima piastra 211 à ̈ ricavata la scanalatura 3 mentre la faccia opposta à ̈ planare. Lungo la scanalatura 3 la prima piastra 211 ha uno spessore minore (in ragione dell’assottigliamento determinato dalla presenza stessa della scanalatura 3).
La prima piastra 211 opportunamente comprende un primo e un secondo lato 95, 96 che sono consecutivi (preferibilmente ortogonali, opportunamente la prima lastra 211 Ã ̈ rettangolare o quadrata). La scanalatura 3 comprende un primo tratto 97 in cui allontanandosi dal primo lato 95 si allontana anche dal secondo lato 96 (in una soluzione alternativa il primo tratto 97 potrebbe essere sostanzialmente parallelo al secondo lato 96, in tal caso anche allontanandosi dal primo lato 95 tale primo tratto rimane alla medesima distanza dal secondo lato 96).
Opportunamente la scanalatura 3 comprende:
- un secondo tratto 98 consecutivo al primo tratto 97 in cui avvicinandosi al primo lato 95 si allontana dal secondo lato 96;
-un terzo tratto 99 consecutivo al secondo tratto 98 in cui allontanandosi dal primo lato 95 si allontana dal secondo lato 96;
-un quarto tratto 100 consecutivo al terzo tratto 99 in cui avvicinandosi al primo lato 95 si allontana dal secondo lato 96 (in una soluzione alternativa il quarto tratto 100 potrebbe essere sostanzialmente parallelo al secondo lato 96, in tal caso anche avvicinandosi al primo lato 95 tale quarto tratto 100 rimane alla medesima distanza dal secondo lato 96).
In alternativa alla soluzione di figura 1 il primo e il quarto tratto 97, 100 sono sostanzialmente paralleli. Le gambe della lettera “M†potrebbero dunque essere reciprocamente parallele.
Il generatore 1 comprende inoltre un gorgogliatore 4 posto a valle di detta cella 2. Tale gorgogliatore 4 permette di separare l’ossidrogeno dal vapore acqueo, ma anche evitare un ritorno dell’ossidrogeno nella cella 2. Esso definisce dunque un dispositivo di sicurezza che funge da antiritorno di fiamma.
Opportunamente il generatore 1 comprende un primo condotto 41 che collega la cella 2 e il gorgogliatore 4 per l’introduzione nel gorgogliatore 4 di una miscela di ossidrogeno e vapore, detto vapore potendo essere almeno parzialmente condensato in acqua. Lungo il primo condotto 41 il generatore 1 vantaggiosamente comprende un condensatore 93 che determina un raffreddamento del fluido che scorre lungo il primo condotto 41. Ciò determina la condensazione almeno parziale del vapore acqueo favorendo la separazione nel gorgogliatore 4 del vapore acqueo dall’ossidrogeno.
Opportunamente il generatore 1 comprende un condotto 42 di uscita dell’ossidrogeno dal gorgogliatore 4. Tale condotto 42 di uscita rende dunque disponibile l’ossidrogeno prodotto dal generatore 1. Il generatore 1 può comprendere inoltre mezzi 81 di collegamento della cella 2 con una porta d’ingresso di acqua nel generatore 1 o un serbatoio 82 di acqua facente parte del generatore; i mezzi 81 di collegamento collegano fluidodinamicamente la cella 2 con detta porta o detto serbatoio 82 senza transitare necessariamente per il gorgogliatore 4. La presenza di una porta d’ingresso à ̈ utilizzata ad esempio per collegare il generatore 1 direttamente ad una rete idrica (opportunamente dotata di sistema di addolcimento dell’acqua).
Il generatore 1 comprende inoltre un condotto 43 di recupero dell’acqua che a partire dal gorgogliatore 4 permette la reintroduzione dell’acqua in detta cella 2.
Il gorgogliatore 4 a sua volta comprende:
i) un sensore 431 di livello che al raggiungimento di una soglia di livello predeterminata aziona una pompa 432 di recupero acqua posta lungo detto condotto 43 di recupero per reinviare nella cella 2 una parte dell’acqua presente nel gorgogliatore 4;
ii) un condotto 46 in materiale elettricamente isolante che collega detto sensore 431 a un primo vano 48 interno al gorgogliatore 4.
Il condotto 43 di recupero reintroduce l’acqua recuperata dal gorgogliatore 4 in detti mezzi 81 di collegamento.
In figura 1 Ã ̈ inoltre indicata una valvola 89 di sicurezza del gorgogliatore 4 che al superamento di una pressione predeterminata permette lo sfiato del gas presente nel gorgogliatore 4.
Vantaggiosamente il gorgogliatore 4 comprende (vedasi figura 2):
-un secondo vano 49 posto al di sopra del primo vano 48;
-un setto 40 forato che separa il primo e il secondo vano 48,49. L’acqua introdotta nel gorgogliatore 4 dal primo condotto 41 si deposita per gravità sul fondo del gorgogliatore 4 cioà ̈ nel primo vano 48 mentre l’ossidrogeno si posizionerà al di sopra dell’acqua depositatasi nel primo vano 48. Opportunamente il primo condotto 41 sfocia nel gorgogliatore 4 al di sotto del pelo libero dell’acqua nel primo vano 48 (vedasi figura 2). Ciò impedisce il ritorno di ossidrogeno dal gorgogliatore 4 nella cella 2.
Opportunamente il condotto 42 di uscita dell’ossidrogeno si sviluppa a partire dal secondo vano 49. Il primo condotto 41, il condotto 43 di recupero e il condotto 46 in materiale elettricamente isolante sfociano nel primo vano 48.
Opportunamente il generatore 1 comprende un erogatore 50 del gas prodotto dal generatore 1. L’erogatore 50 definisce una porzione terminale del condotto di uscita 42. Ad esempio l’erogatore 50 comprende un cannello 5.
Opportunamente il generatore 1 comprende una vasca 6 di additivazione all’ossidrogeno di un additivo. Ad esempio tale additivo può avere proprietà antidetonanti o comunque stabilizzare la temperatura della fiamma ad un valore predeterminato inferiore a quello dell’ossidrogeno puro (tale valore predeterminato à ̈ funzione della percentuale di additivo presente nella miscela di gas inviata all’utilizzatore). Tipicamente tale vasca 6 di additivazione permette l’addizione di dimetilchetone. Tale additivo comprende dunque dimetilchetone. La vasca 6 può comprendere un bagno di dimetilchetone e acqua in cui viene fatto gorgogliare l’ossidrogeno.
La vasca 6 comprende un sensore 87 di livello che regola l’introduzione in detta vasca 6 dell’additivo immagazzinato in un accumulatore 86. A questo proposito il sensore 87 di livello agisce su una pompa 88 di adduzione dell’additivo in detta vasca 6.
La vasca 6 à ̈ a valle del gorgogliatore 4 e a monte dell’erogatore 50. In particolare il condotto 42 di uscita comprende una valvola 8 che in una prima configurazione indirizza il gas proveniente dal gorgogliatore 4 all’erogatore 50 e in una seconda configurazione lo indirizza in detta vasca 6. A seconda delle applicazioni si può infatti desiderare o meno l’aggiunta di detto additivo.
Opportunamente internamente alla vasca 6 può essere presente un filtro in bronzo sinterizzato che impedisce il ritorno di fiamma.
La vasca 6 costituisce inoltre un generatore di freddo. La Richiedente ha infatti verificato che la reazione (il gorgogliamento) di ossidrogeno con dimetilchetone e acqua all’interno della vasca 6 determinerebbe la generazione di freddo. La vasca 6 può dunque definire una sorgente di freddo utilizzabile per determinare il raffreddamento di eventuali fluidi o componenti (anche esterni al generatore 1).
A valle della vasca 6 di additivazione la miscela dell’ossidrogeno e dell’additivo viene inviata a detto erogatore 50. Opportunamente lungo il condotto 42 di uscita à ̈ posta una o più valvole 91 di sfiato ed eventualmente un manometro 92 per monitorare parametri di erogazione del gas.
Il generatore 1 comprende:
-un condotto 44 di ricircolo che preleva la soluzione elettrolitica presente nella cella 2 per reindirizzarla verso la cella 2;
-una pompa 440 di ricircolo posta lungo detto condotto 44 di ricircolo;
-uno scambiatore 45 di calore posto lungo detto condotto 44 di ricircolo e che cede il calore della soluzione elettrolitica che lo attraversa. Ad esempio tale calore può essere utilizzato per il riscaldamento di ambienti. Inoltre permette una temperatura costante di lavoro.
La cella 2 comprende inoltre un condotto 94 di scarico della soluzione elettrolitica presente nella cella 2. Tale condotto 94 Ã ̈ occludibile da una specifica valvola. Il condotto 94 di scarico consente lo svuotamento totale della soluzione elettrolitica, operazione utile in caso di manutenzione, pulizia. ecc..
Opportunamente il generatore 1 comprende mezzi 83 di regolazione del livello di liquido (soluzione elettrolitica) nella cella 2. Ad esempio tali mezzi 83 di regolazione comprendono una pompa 84 di carico.
Nella soluzione esemplificativa illustrata tra il serbatoio 82 e la pompa 84 di carico à ̈ interposto un filtro 85. Opportunamente i mezzi 81 di collegamento comprendono un condotto 810 di carico dell’acqua nella cella 2. La pompa 84 di carico à ̈ posta lungo detto condotto 810 di carico. Il condotto 43 di recupero e/o il condotto 44 di ricircolo sfociano in detto condotto 810 di carico (tra la pompa 84 di carico e la cella 2).
Vantaggiosamente in figura 1 con il numero di riferimento 90 sono stati schematicamente indicati mezzi di controllo elettronico del generatore 1 (una scheda elettronica).
Le applicazioni del presente generatore sono molteplici ad esempio: fusioni o saldature nei seguenti settori: oreficeria o odontoiatria o idraulica o edilizia. Ulteriori applicazioni potrebbero essere:
-tutti gli ambiti domestico/professionali nel quale à ̈ utilizzato il gas (tipo metano o GPL) dai fornelli di casa alle caldaie domestiche/industriali, ecc.; -automobilistico: l’ossidrogeno generato potrebbe infatti sostituire i carburanti fossili permettendo una completa alimentazione senza l’uso di carburanti tradizionali;
-vari campi della medicina estetica: la Richiedente ipotizza infatti la possibilità di utilizzare il generatore 1 per velocizzare la rimarginazione delle ferite;
-smaltimento di rifiuti organici o ospedalieri.
La presente invenzione consente numerosi vantaggi. Innanzitutto permette di ottimizzare la produzione di ossidrogeno incrementando la produzione dello stesso. Ulteriori vantaggi addizionali sono legati alla ottimizzazione del rendimento energetico con la possibilità di sfruttare l’incremento di calore della soluzione elettrolitica che accompagna la generazione dell’ossidrogeno. Ulteriore importante vantaggio à ̈ legato al fatto che il gorgogliatore 4 à ̈ distinto dal serbatoio 82, ciò permettendo di avere la possibilità di regolare con precisione la quantità di soda all’interno della soluzione acquosa della cella 2.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo che la caratterizza. Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica, tutti i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi, a seconda delle esigenze.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Generatore di ossidrogeno comprendente una cella (2) di produzione di ossidrogeno per elettrolisi a sua volta comprendente: -una pluralità di piastre (21) elettricamente conduttive, disposte in fila e reciprocamente distanziate; una prima parte (22) di una zona interposta tra due piastre (21) affiancate essendo occupata da una soluzione (23) elettrolitica; -un polo (24) positivo e un polo (25) negativo collegati a due piastre distinte di detta pluralità di piastre (21); caratterizzato dal fatto che almeno una prima piastra (211) di detta pluralità di piastre (21) comprende una scanalatura (3) che interessa una faccia di detta prima piastra (211) e incide detta prima piastra (211) senza attraversarla da parte a parte per tutto lo spessore.
  2. 2. Generatore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta scanalatura (3) si sviluppa linearmente disegnando una figura simmetrica.
  3. 3. Generatore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta scanalatura (3) si sviluppa linearmente sulla faccia di detta prima piastra (211) disegnando una “M†.
  4. 4. Generatore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere: -un gorgogliatore (4) posto a valle di detta cella (2); -un primo condotto (41) che collega la cella (2) e il gorgogliatore (4) per l’introduzione nel gorgogliatore (4) di una miscela di ossidrogeno e vapore, detto vapore potendo essere almeno parzialmente condensato in acqua; -un condotto (42) di uscita dell’ossidrogeno dal gorgogliatore (4); -mezzi (81) di collegamento della cella (2) con una porta d’ingresso di acqua nel generatore o un serbatoio (82) di acqua; i mezzi (81) di collegamento collegando fluidodinamicamente la cella (2) con detta porta o detto serbatoio (82) senza transitare necessariamente per il gorgogliatore (4).
  5. 5. Generatore secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto di comprendere un condotto (43) di recupero dell’acqua che a partire dal gorgogliatore (4) permette la reintroduzione dell’acqua in detta cella (2); detto gorgogliatore (4) a sua volta comprendendo: i) un sensore (431) di livello che al raggiungimento di una soglia predeterminata aziona una pompa (432) di recupero acqua posta lungo detto condotto (43) di recupero per reinviare nella cella (2) una parte dell’acqua presente nel gorgogliatore; ii) un condotto (46) in materiale elettricamente isolante che collega detto sensore (431) a un primo vano (48) interno al gorgogliatore (4).
  6. 6. Generatore secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto condotto (43) di recupero reintroduce l’acqua recuperata dal gorgogliatore (4) in un condotto (810) di carico di detta cella (2), detto condotto (810) di carico facendo parte di detti mezzi (81) di collegamento.
  7. 7. Generatore secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzato dal fatto che detto gorgogliatore (4) comprende: -un secondo vano (49) posto al di sopra del primo vano (48); -un setto (40) forato che separa il primo e il secondo vano (48,49); detto condotto (42) di uscita dell’ossidrogeno sviluppandosi a partire dal secondo vano (49); detto primo condotto (41), detto condotto (43) di recupero e detto condotto (46) in materiale elettricamente isolante sfociando in detto primo vano (48).
  8. 8. Generatore secondo la rivendicazione 4 o 5 o 6 o 7, caratterizzato dal fatto di comprendere: - un erogatore (50) del gas prodotto dal generatore (1); - una vasca (6) di additivazione all’ossidrogeno di un additivo, detta vasca (6) essendo a valle del gorgogliatore (4) e a monte dell’erogatore (50).
  9. 9. Generatore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere: -un condotto (44) di ricircolo che preleva la soluzione elettrolitica presente nella cella (2) per reindirizzarla verso la cella (2); -una pompa (440) di ricircolo posta lungo detto condotto (44) di ricircolo; -uno scambiatore (45) di calore posto lungo detto condotto (44) di ricircolo e che cede il calore della soluzione elettrolitica che lo attraversa.
  10. 10. Generatore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di inversione della polarità del polo (24) positivo e del polo (25) negativo.
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