ITPG20090046A1 - Apparato subacqueo portatile per la pulizia della carena di una barca che staziona in acqua, utilizzabile rimanendo sopra di lei. - Google Patents

Apparato subacqueo portatile per la pulizia della carena di una barca che staziona in acqua, utilizzabile rimanendo sopra di lei. Download PDF

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    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
    • B63BSHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; EQUIPMENT FOR SHIPPING 
    • B63B59/00Hull protection specially adapted for vessels; Cleaning devices specially adapted for vessels
    • B63B59/06Cleaning devices for hulls
    • B63B59/08Cleaning devices for hulls of underwater surfaces while afloat

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  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Ocean & Marine Engineering (AREA)
  • Vehicle Cleaning, Maintenance, Repair, Refitting, And Outriggers (AREA)

Description

DESCRIZIONE
Il presente trovato, ha lo scopo di permettere al proprietario di una barca, principalmente da diporto che sosta in acqua, di pulirne la carena in maniera efficace, semplice e veloce rimanendo sopra di lei. E' noto che la pulizia della carena è un’operazione abbastanza seria, che il proprietario di un’imbarcazione si trova a dover affrontare in maniera periodica, con pesanti difficoltà economiche ed organizzative. I motivi che causano tali difficoltà, hanno origine dal fatto che, la carena di una barca che staziona in acqua, è soggetta ad essere aggredita da dei microrganismi, (balani alghe ecc.) che si attaccano e proliferano su di lei, formando uno strato d’insudiciamento, che provoca una sensibile perdita di velocità e quindi anche un aumento di consumo del carburante. E' da notare inoltre che soprattutto le barche a vela avendo già una velocità relativa, soffrono particolarmente di questo inconveniente. Il sistema, più diffuso per eliminare tale fenomeno è quello di sollevare con una gru la barca fuori dell'acqua, metterla a terra su di un invaso lavare e carteggiare la carena e dopo applicare più strati di una vernice speciale detta “antivegetativa. L'effetto pesticida delle sostanze presenti in lei, tende però col tempo a diminuire, fino a scomparire. Ne consegue che la carena non essendo più protetta in modo adeguato, comincia a subire l'attacco dei suddetti microrganismi ed in particolar modo dei balani, (volgarmente chiamati denti di cane) che nella fase larvale secernono una specie di cemento, formando un guscio che una volta indurito, è verament difficile da rimuovere. Da qui l'importanza di intervenire prima che s’inneschi questo processo e tentare di pulire la carena senza dover rimuovere la barca dall'acqua, quantomeno rimandando il procedimento per applicare una nuova “antivegetativa”. A tale scopo, esistono nella tecnica nota diversi modi più o meno validi. Il più immediato ma molto faticoso, difficile e non sempre consentito soprattutto dentro il porto, è di immergersi sott'acqua muniti di un raschietto o di una spazzola.
Questo comporta certamente l'utilizzo di un'attrezzatura subacquea. Nell'impossibilità di eseguire questa operazione che sinceramente, pochi proprietari di barche sono in grado di portare a termine, esistono altri modi che utilizzano dispositivi meccanici. Per esempio un sistema è quello di utilizzare (brevetto U.S.A. 46483344 ) una spazzola collegata ad un’asta, che l'operatore muove avanti ed indietro sfregando la carena, cercando di togliere le impurità. L'efficacia però risulta relativa poiché, è difficile esercitare una pressione sufficiente sulla spazzola, a causa della lunghezza dell'asta, necessaria per raggiungere anche le zone più lontane della carena. Inoltre non si ha la certezza che la spazzola trovandosi sotto la superficie dell'acqua e quindi non essendo visibile, agisca uniformemente su tutta la superficie. Altri sistemi (brevetto U.S.A.
5.351.640 e No. 4.395.966) consistono nell'uti lizzare una fascia, da parte di due operatori che si trovano sopra la barca, alla quale sono attaccati dei galleggianti e degli elementi di sfregatura abrasivi e che è fatta passare sotto la carena nel senso della larghezza. Essa è mossa in avanti ed indietro, determinando lo sfregamento della superficie interessata. Questi sistemi sono anche loro limitati nello specifico utilizzo. Ad esempio alla presenza di barche come quelle a vela, la fascia che scorre e sfrega la carena nel senso della sua larghezza, troverà nel bulbo o deriva un ostacolo difficilmente superabile, o quantomeno sarà impossibilitata nell’ aderire in modo corretto. Oggetto del presente trovato è appunto quello di risolvere i problemi sopra esposti realizzando un apparato subacqueo e portatile, per pulire tutta la superficie di una carena in modo uniforme ed abbastanza efficace, rimanendo sopra la barca che sosta in acqua. Il sistema comprende un carrello che ha nella parte anteriore e posteriore due galleggianti di forma idrodinamica a cuneo. Parallelamente sopra di loro, sono fissati con dei supporti flessibili dei raschietti di forma angolare, che grazie alla loro posizione agiscono in tutti i due sensi di marcia. Nel suo centro c'è montata una spazzola cilindrica con una puleggia calettata nel mezzo. Lo scorrimento avviene su di una rotaia che corre sotto la barca fissata ad una struttura a prua ed una a poppa, quindi longitudinalmente. Essa è formata da dei tubi componibili e flessibili in plastica e passa alfintemo del carrello in modo da essere trattenuta tra: la gola della puleggia montata al centro della spazzola e la gola delle altre due pulegge folli, montate una avanti ed una dietro di lei. La puleggia fissata al centro della spazzola comprime la rotaia contro le due pulegge folli, in modo da generare un attrito e con la sua rotazione di far scorrere il carrello, evitando inoltre il suo possibile deragliamento. La pressione necessaria per far aderire adeguatamente il carrello alla superficie della carena, è garantita in parte, dai galleggianti che lo rendono neutro, ma soprattutto dalla tensione della rotaia stessa (regolabile dalla struttura montata sulla poppa). Un’estremità di un albero flessibile, introdotto alfintemo di una guaina d’adeguata lunghezza, è collegata sull'asse “puleggia-spazzola” del carrello, attraverso degli ingranaggi riduttori; l'altra estremità ad un trapano avvitatore a batteria. Un operatore sopra la barca, azionando il trapano avvitatore, innesca la rotazione dell'albero flessibile e quindi della spazzola e della puleggia montata nel suo centro, che a contatto con la rotaia ruotando, farà muovere automaticamente il carrello. L'operazione di pulizia avverrà sia per l'azione raschiante dei raschietti, che per quella volvente della spazzola Per cambiare la posizione della rotaia sotto la chiglia (e quindi anche della corsia di scorrimento del carrello), in maniera perpendicolare all'asse prua-poppa della carena, sarà utilizzato un tirante. Un'estremità' di quest’ultimo sarà fissata a metà circa della rotaia stessa, con un particolare attacco e l'altra estremità, che passa dentro ad uno snodo, sarà fissata sopra la barca,(candelieri, draglie, battagliola). L’operatore, tirando o spingendo il tirante di una lunghezza pari alla larghezza del carrello e poi bloccandolo in seguito sullo snodo sopra la barca, determinerà lo spostamento della rotaia verso l'interno o verso l'esterno della carena in modo perpendicolare alla sua lunghezza appunto. Di conseguenza anche lo scorrimento del carrello avverrà obbligatoriamente su una nuova corsia da pulire adiacente alla precedente.
Sono evidenti i vantaggi del sistema in quanto:
- La sua semplicità di funzionamento lo rende utilizzabile da quasi ogni proprietario potendo operare da sopra la propria barca, sia che si trovi in porto, che in rada all'ancora.
- Riguardo alla grandezza della superficie da pulire, l'operazione è abbastanza veloce in considerazione del fatto che il carrello esplica la sua funzione indistintamente nelle due le direzioni di marcia.
- E’ facilmente stivabile grazie alla sua scomponibilità.
- La versatilità del trovato, che secondo le particolari esigenze, ha i raschietti che possono essere completamente rimossi, sfruttando in questo caso soltanto l'azione volvente della spazzola. Inoltre la maggiore o minore azione aggressiva dei raschietti e della spazzola può essere modificata, cambiando la natura dei materiali con cui sono realizzati. Per i raschietti si può utilizzare l’acciaio inox piuttosto che la plastica, per la spazzola delle setole di materiale e diametro diversi.
- Il fatto che i raschietti d’acciaio inox, utilizzabili nel caso si debba intervenire su di una carena particolarmente sporca, grazie: al particolare angolo d’incidenza con la superficie, alla posizione diagonale rispetto al senso di marcia e al fatto di essere montati su dei supporti flessibili, la loro azione sarà ugualmente efficace, senza danneggiare lo strato di finitura della carena. Il vantaggio che lo distingue però, dagli altri sistemi, è che con questo particolare apparato, pur essendo manovrato da sopra la barca, in immersione e quindi non visibile, si ha il controllo della superficie da pulire, evitando di intervenire casualmente sulla stessa zona. Come descritto in precedenza, spostando il tirante di una lunghezza pari alla larghezza del carrello, la rotaia si sposterà della stessa distanza, cambiando la corsia di scorrimento che sarà per forza quell’ adiacente alla precedente non ancora trattata.
DESCRIZIONE SOMMARIA DELLE FOTO
FOTO 1) Mostra il carrello dalla parte a contatto con la carena.
FOTO 2) Mostra il carrello dalla parte opposta con la rotaia inserita.
FOTO 3) Mostra il carrello pronto per l'uso visto dal basso con inseriti sia l'attacco nella rotaia con relativo tirante che la guaina con relativo albero flessibile che vanno fin sopra la barca.
FOTO 4) Mostra la vista laterale del carrello con la spazzola smontata.
FOTO 5) Mostra un primo piano dell’albero flessibile e relativa guaina, il supporto d’inserimento, e gli ingranaggi di trasmissione.
FOTO 6) Mostra la struttura da montare a prua.
FOTO 7) Mostra la struttura da montare a poppa.
FOTO 8) Mostra l'intero apparato montato su una sagoma di barca.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLE FOTO CHE RITRAGGONO IL PROTOTIPO DEL TROVATO.
LA FOTO 1) mostra il carrello nella parte superiore dove si nota la spazzola 1 ed al centro la puleggia 2. Diagonalmente a forma di cuneo, per ridurre la resistenza idrodinamica ci sono montati tra le flange di contenimento 13, i galleggianti 3 necessari per il galleggiamento del carrello. Parallelamente e sopra di loro saldati a delle bandelle flessibili 5 sono montati i raschietti 4 in posizione diagonale rispetto al senso di marcia in modo da favorire, dal centro verso l'esterno, l'espulsione dei residui asportati. Come illustrato nella FOTO 2) la rotaia 14 è inserita nel carrello tra la gola delle pulegge folli 7, che la trattengono nella parte inferiore e la gola della puleggia 2, che la comprime nella parte superiore. Le pulegge folli 7 sono montate su degli assi 8 attraverso dei supporti di sostegno 9, in modo tale da consentirne la loro rotazione, lasciandone libero un lato. Come si può meglio comprendere dalle FOTO 3) e FOTO 4) grazie al sistema di montaggio delle pulegge folli 7 sui supporti 9 e con l'inserimento tra loro della guida 12, si formerà una corsia di scorrimento. Questo consentirà al supporto 10 collegato al tirante 11 di passare alfintemo del carrello scorrendo lungo la suddetta corsia di scorrimento opportunamente creata, senza opporre resistenza. Per i dettagli riguardanti la spazzola 1 ed al suo montaggio, si fa riferimento alla FOTO 4). La rotazione della spazzola 1 avviene su due cuscinetti o boccole, montati all'estremità del proprio asse 19 e sono compresi all'interno di due supporti 20. Le aperture rettangolari 24 praticate sulle piastre laterali 17, servono per l'alloggiamento dei supporti 20 su cui ruota la spazzola 1. Una volta inseriti i supporti 20 nelle aperture 24, vengono fissate le flange di bloccaggio 21, FOTO 5). Sopra di ognuna delle flangie 21 sono filettate le viti 22, che hanno la funzione di regolare la pressione e quindi fattrito della puleggia 2 sulla rotaia 14 sottostante. Sempre la FOTO 5) illustra il meccanismo che determina la rotazione della spazzola ed è composto di un ingranaggio 18, calettato sullo stesso asse 19 e risulta all'esterno di una delle due piastre laterali 17. Accoppiato all'ingranaggio 18 c'è un'altro ingranaggio più piccolo 18a per demoltiplicare lo sforzo, al quale è collegato l'albero flessibile 15, il quale ruota alfintemo di una guaina 16 inserita nel supporto 25. La FOTO 6) ritrae la struttura di prua formata da un telaio a forma di trapezio, dove al centro della base minore è fissato un gancio 29 al qual è collegata la rotaia 14. Alla fine del prolungamento dei due lati del trapezio, sono inseriti dei raccordi 31 internamente filettati, per permettere l'avvitamento delle prolunghe 32, necessarie al fissaggio regolabile (attraverso gli snodi 33) della struttura sopra la barca. La regolazione della lunghezza delle prolunghe 32, attraverso gli snodi 33 posti sopra la barca, si rende necessaria per far raggiungere al punto dove è collegata la rotaia 14, l’altezza circa della linea di galleggiamento, per ottenere la condizione ideale per il buon funzionamento dell’apparato. Alle estremità della base maggiore del suddetto telaio a trapezio, è imperniato su delle viti 30 un telaio con inclinazione regolabile a forma di ”V” che permette alla prua di inserirsi al suo interno, appoggiandosi a due tamponi di gomma 34 anch'essi regolabili, che garantiscono la perfetta aderenza e stabilità della struttura su qualsiasi forma. La FOTO 7 ritrae invece la struttura di poppa che è composta di una piastra 35 imperniata su di un supporto 36 che a sua volta fa parte del prolungamento di un tubo 40 opportunamente curvato per essere poi fissato attraverso l'anello 27 fin sopra la barca. La piastra 43 serve per appoggiare la struttura alla parte verticale della poppa. Il fatto che la piastra 35 sia imperniata sul supporto 36 rende il resto della struttura basculante, garantendo così la sua adattabilità ai diversi angoli che le diverse poppe presenteranno. Per agganciare la rotaia 14 alla struttura di poppa sarà utilizzato un elemento elastico 38 che scorre sia all'intemo del supporto con puleggia 37 che airintemo del supporto con puleggia 41 per favorire la regolazione della sua tensione. L'utilizzo dell'elemento elastico 38 è d’estrema importanza perché la regolazione della sua tensione, da modo alla rotaia 14 di aderire alla superficie nel punto in cui attraversa la carena da prua a poppa, non in modo rigido. Questo permette alla rotaia 14 di allungarsi e quindi di adeguarsi automaticamente, alle diverse forme della carena che dovrà seguire, quando sarà spostata dall'operatore, attraverso il tirante 11. Di conseguenza anche la pressione che la rotaia 14 eserciterà sul carrello, sarà automaticamente adeguata alle diverse zone. La FOTO 8) mostra l'intero apparato montato e predisposto per il suo funzionamento, dove si notano: le strutture di poppa e di prua con la rotaia 14 che le unisce, sulla quale c'è inserito il supporto 10 con il tirante 11, fissato alla barca mediante lo snodo 33. Posto sulla rotaia 14 si nota il carrello completo con la guaina 16 inserita nel supporto 25 che contiene al suo interno l'albero flessibile 15 con il trapano avvitatore 42) applicato.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Apparato di pulizia subacqueo portatile per carena attivabile da sopra una barca stazionante in acqua caratterizzato da ciò che comprende. a) Un carrello costituito da un telaio composto di due piastre laterali unite tra loro da delle staffe, all'interno delle quali sono inseriti dei galleggianti. b) Almeno una spazzola cilindrica che ruota sul proprio asse tra due cuscinetti o boccole racchiusi all'interno di due supporti, inseriti nelle apposite aperture, praticate sulle piastre laterali e bloccati al loro interno da delle flangie, munite di viti che regolano la pressione della puleggia al centro della spazzola sulla rotaia. c) Dei raschietti fissati su delle bandelle flessibili. d) Una puleggia calettata al centro dello stesso asse della spazzola. e) Due pulegge folli montate su dei supporti tra le due piastre laterali una avanti ed una dietro la spazzola. f) Una rotaia composta di tubi flessibili e componibili awitabili o innestabili tra loro inserita all'interno del carrello, compressa tra la puleggia al centro della spazzola e le due pulegge folli. g) Una struttura applicata sulla prua e da una struttura applicata sulla poppa, che hanno la funzione di trattenere la rotaia a loro collegata, sotto la carena in senso longitudinale. h) Un tirante, utilizzato per lo spostamento e la regolazione della rotaia collegato a lei con un attacco e sopra la barca, con uno snodo. i) Un albero flessibile che ruota all'interno di una guaina inserita in un supporto sul carrello e che attiva il movimento di una coppia d’ingranaggi applicati sulla parte esterna di una delle due piastre laterali del carrello. 1) Un trapano avvitatore a batteria utilizzato come motore, azionato dall'operatore che si trova sopra la barca, ed inserito sull'estremità dell’albero flessibile opposta a quella collegata sugli ingranaggi del carrello, che attiva il suo funzionamento.
  2. 2) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che a determinare il movimento del carrello e quindi del meccanismo e' un motore elettrico stagno applicato direttamente sul carrello ed alimentato e controllato con un comando remoto da sopra la barca.
  3. 3) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 2) caratterizzato dal fatto che il movimento del carrello sia determinato dal collegamento della sua parte anteriore e posteriore con una o più corde o funi utilizzate come tiranti, per il suo spostamento manuale in avanti od indietro.
  4. 4) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che la rotaia di scorrimento del carrello è costituita da una fune o corda.
  5. 5) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che i raschietti sono: a) Montati sia nella parte anteriore che nella parte posteriore del carrello in modo da esplicare la loro azione di raschiamento in tutti i due sensi di marcia. b) Hanno rispetto al senso di marcia una posizione a forma di cuneo che favorisce l'espulsione dall'intemo verso l'esterno dei residui asportati. c) Sono smontabili ed intercambiabili con altri di diverso materiale. d) Sono protesi all'indietro rispetto al senso di marcia e su delle lamelle flessibili in modo che alla presenza di un ostacolo si pieghino evitando così il bloccaggio del carrello stesso.
  6. 6) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che le due pulegge folli sono montate su dei supporti in modo da lasciarne un lato libero sul qual è appoggiata una guida, cosi da formare una corsia di scorrimento, in modo che il tirante inserito nella rotaia non offra resistenza al passaggio del carrello.
  7. 7) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che la struttura di poppa è costituita da una piastra rivestita di gomma che aderisce alla superficie ed è imperniata su un telaio in modo da renderlo basculante per adattarlo alle diverse forme e angolazioni della poppa.
  8. 8) Un apparato di pulizia secondo la rivendicazione 6) caratterizzato dal fatto che sotto il telaio sono montate delle pulegge, attraverso le quali è fatto passare, per poi essere in seguito fissato, un elemento elastico al qual è collegata un’estremità della rotaia. Questo tipo di collegamento fa assumere alla rotaia la caratteristica che le consente di potersi adeguare alla diversa forma e curvatura della carena.
  9. 9) Un apparato di puliz econdo la rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto che la struttura di prua e costituita da: a) Un telaio a forma di trapezio dove al centro della base minore è collegata un'estremità della rotaia. b) Due prolunghe con un’estremità avvitata con dei raccordi, sul prolungamento dei due lati e l'altra estremità che scorre su degli snodi agganciati alla barca. c) Un altro telaio a forma di “v” fornito di due tamponi di gomma, ed imperniato sugli estremi della base maggiore del telaio a trapezio descritto in precedenza, per regolarne la sua inclinazione, in modo da disporlo perpendicolarmente alla linea d’inclinazione della prua.
  10. 10) Apparato di pulizia secondo la rivendicazione 5) caratterizzato dal fatto che le pulegge folli sono collegate attraverso delle cinghie di trasmissione, alla puleggia montata al centro della spazzola, diventando anch’esse motrici. Deve essere inteso che nella domanda di privativa sia compresa ogni equivalente applicazione dei concetti ed ogni prodotto attuato e od operante secondo una o più qualsiasi delle caratteristiche indicate nelle precedenti rivendicazioni.
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