Descrizione del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
CUORE ARTIFICIALE
* ;CAMPO DELL’INVENZIONE ;La presente invenzione riguarda un cuore artificiale. ;STATO DELLA TECNICA ;Con riferimento alle allegate figure 1, 2, 3 e 4, una pluralità di tipi di unità per cuori artificiali noti sono rispettivamente indicate con 1a, 2a, 3a e 4a. Tali unità sono impiegate in coppia per realizzare un cuore artificiale, così da riprodurre le due metà di un cuore biologico, rispettivamente dedicate alla circolazione corporea e sistemica. Il primo tipo di unità nota 1a per cuore artificiale comprende un’unica camera comprimibile avente un’apertura di ingresso e una di uscita per un flusso sanguigno. Ciascuna apertura è provvista di una rispettiva valvola unidirezionale orientate in modo tale da rispettivamente consentire l’ingresso del flusso sanguigno nella camera comprimibile e l’uscita del flusso sanguigno dalla camera comprimibile. Il primo cuore artificiale 1a comprende mezzi meccanici e/o idraulici per alternativamente comprimere e espandere la camera comprimibile rispettivamente generando le curve di eiezione 1b e aspirazione 1c, le quali rappresentano rispettivamente le curve di portata in funzione del tempo attraverso le aperture di uscita e ingresso. Il cuore artificiale 1a consente di ottenere curve di eiezione e aspirazione teoricamente simili a quelle di un cuore umano. Tuttavia esso presenta una serie di inconvenienti realizzativi, il principale dei quali è rappresentato dal fatto che, volendo ridurre le dimensioni dell’unità è necessario aumentare la frequenza di funzionamento. In tal caso il treno di impulsi di portata generato si discosta eccessivamente dal funzionamento di un cuore naturale. Di conseguenza, il volume della camera comprimibile non può essere ridotto oltre determinati limiti e questo produce dispositivi necessariamente ingombranti, inadatti all’impianto in pazienti di piccola corporatura, come donne e adolescenti. ;Il secondo tipo di unità nota 2a è del tutto analogo al primo cuore 1a e permette di realizzare curve di eiezione 2b e aspirazione 2c identiche alle curve di eiezione 1b e aspirazione 1c. Nel secondo cuore artificiale 2a l’espansione e la compressione della camera comprimibile è realizzata mediante un attuatore attivo su di essa. Il secondo tipo di cuore artificiale 2a, rappresentativo della maggior parte dei dispositivi che sono o sono stati impiegati in uso clinico, presenta gli stessi inconvenienti descritti con riferimento al primo tipo 1a. ;Il terzo tipo di unità nota 3a comprende due ventricoli deformabili disposti in serie tra un’apertura di ingresso, collegata al primo ventricolo, e una apertura di uscita, collegata al secondo ventricolo. Tra i due ventricoli è attivo un setto traslante con andamento periodico per alternativamente espandere il primo ventricolo e comprimere il secondo ventricolo oppure comprimere il primo ventricolo e espandere il secondo ventricolo. Al setto traslante è solidale una valvola unidirezionale che consente il passaggio del flusso sanguigno dal primo al secondo ventricolo. Una seconda valvola unidirezionale è presente in corrispondenza dell’apertura di uscita per consentire l’uscita del flusso sanguigno dal secondo ventricolo. L’apertura di ingresso è sprovvista di valvole. Il terzo cuore artificiale 3a permette di realizzare, ad ogni corsa di andata del setto traslante, curve di eiezione 3b e aspirazione 3c tra loro identiche. La fase di ritorno nella posizione iniziale avviene in un prefissato intervallo di tempo, corrispondente ai tratti orizzontali delle curve di eiezione 3b e aspirazione 3c. Il principale inconveniente del terzo cuore artificiale 3a è rappresentato dal fatto che le curve di eiezione e aspirazione sono generate nella sola fase di andata del setto traslante. Di fatto quindi il cuore 3a necessita quindi di una fase di funzionamento non attiva, unicamente necessaria per portarlo alle condizioni iniziali, senza generazione di portata. Inoltre, anche in questo caso, il volume della camera comprimibile non può essere ridotto oltre certi limiti, per gli stessi motivi descritti con riferimento al primo tipo 1a. ;Tale inconveniente può essere superato con un quarto tipo di unità nota 4a, ottenuto affiancando una prima e una seconda camera deformabile, sostanzialmente identiche a quelle del secondo cuore deformabile 2a. Tra la prima e la seconda camera è attivo un setto traslante con andamento periodico per alternativamente espandere la prima camera e comprimere la seconda camera oppure comprimere la prima camera e espandere la seconda camera. Le due camere sono tra loro disposte in modo tale che le aperture di ingresso e uscita di ciascuna camera siano contrapposte a quelle dell’altra camera rispetto al setto traslante. Le aperture di ingresso delle due camere sono collegate a un comune condotto di ingresso del flusso sanguigno mentre le aperture di uscita sono collegate a un comune condotto di uscita. La configurazione sopra descritta consente di realizzare le curve di eiezione 4b e aspirazione 4c, tra loro identiche e caratterizzate da due picchi per ogni ciclo di funzionamento, corrispondenti al punto morto inferiore e superiore della corsa del setto traslante, e un punto di minimo relativo corrispondente alla posizione intermedia tra i punti morti inferiore e superiore. In questo caso, per simulare l’andamento pulsante del cuore umano, il setto traslante è mantenuto inattivo per un prefissato intervallo di tempo, corrispondente ai tratti orizzontali delle curve di eiezione 4b e aspirazione 4c. La forma della parte superiore delle curve di eiezione 4b e aspirazione 4c consente di ottenere una portata virtualmente identica, rappresentata dalla curva 4d, riducendo le dimensioni delle camere deformabili e allo stesso tempo aumentando la frequenza del moto del setto traslante. Aumentando la frequenza infatti l’impulso rimane sostanzialmente identico, cambiando solo la parte superiore delle curve di portata. L’inconveniente principale della quarta soluzione 4a è rappresentato dalla complessità costruttiva che prevede, ad esempio, rispetto alle tre precedentemente descritte quattro valvole al posto di due. ;SOMMARIO DELL'INVENZIONE ;Scopo principale della presente invenzione è quello di fornire un cuore artificiale che superi gli inconvenienti lamentati nei confronti della tecnica nota citata, consentendo di ottenere le stesse prestazioni offerte dal cuore artificiale del tipo 4a sopra descritto, ma con maggiore semplicità costruttiva e di funzionamento. ;Tale scopo è raggiunto mediante un cuore artificiale comprendente un primo ventricolo laterale deformabile, un ventricolo centrale deformabile e un secondo ventricolo laterale deformabile, detti ventricoli deformabili essendo disposti in modo tale: ;- che detto ventricolo centrale sia collegato a detto primo ventricolo laterale e a detto secondo ventricolo laterale rispettivamente mediante una prima valvola unidirezionale e una seconda valvola unidirezionale, dette prima e seconda valvola unidirezionale essendo montate in modo da essere attraversabili da un flusso idraulico rispettivamente da detto primo ventricolo laterale a detto ventricolo centrale e da detto ventricolo centrale a detto secondo ventricolo laterale, ;- che detto primo ventricolo laterale sia collegato a un’apertura di ingresso di detto flusso idraulico e a detta prima valvola unidirezionale e ;- detto secondo ventricolo laterale sia collegato a detta seconda valvola unidirezionale e a una seconda apertura di uscita di detto flusso idraulico, ;detto cuore artificiale ulteriormente comprendendo un azionamento meccanico e/o idraulico per alternativamente: ;- espandere detto ventricolo centrale e comprimere detti primo ventricolo laterale e secondo ventricolo laterale per generare un primo passaggio di detto flusso idraulico attraverso dette aperture di ingresso e uscita o ;- comprimere detto ventricolo centrale e espandere detti primo ventricolo laterale e secondo ventricolo laterale per generare un secondo passaggio di detto flusso idraulico attraverso dette aperture di ingresso e uscita. ;Il cuore artificiale della presente invenzione consente di ottenere le stesse curve di aspirazione ed eiezione ottenibili con altri cuori artificiali noti (in particolare il cuore artificiale 4a di figura 4) ma con una struttura più semplice, in particolare caratterizzata da un numero minimo di valvole unidirezionali. ;Altri vantaggi sono ottenibili mediante un cuore artificiale realizzato in accordo con le rivendicazioni dipendenti. In particolare, la possibilità di azionare le valvole indipendentemente una dall’altra, in modo sincrono o asincrono. Regolando opportunamente lo sfasamento tra le valvole è possibile controllare in modo indipendente ciascuna delle portate di aspirazione ed eiezione. ;BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE ;Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di forme di realizzazione preferite, ma non esclusive, di un cuore artificiale secondo la presente invenzione illustrato a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle unite tavole di disegno in cui: ;- le figure 1-4 sono quattro viste schematiche in sezione con relativi grafici di funzionamento di quattro rispettive unità per cuore artificiale note; - la figura 5 è una vista schematica in sezione con relativo grafico di funzionamento di una prima variante realizzativa di un’unità per cuore artificiale secondo la presente invenzione; ;- le figure 6 e 7 sono due viste schematiche in sezione con relativo grafico di funzionamento di due rispettive varianti realizzative di un’unità per cuore artificiale secondo la presente invenzione; ;- le figure 8a-d sono una pluralità di viste schematiche dell’unità di figura 5 in quattro rispettive fasi di funzionamento; ;- le figure 9a-b, 10a-b e 11a-b sono sei viste schematiche in sezione di sei rispettive varianti realizzative un’unità per cuore artificiale secondo la presente invenzione; ;- la figura 12 è una vista in sezione dell’unità di figura 6. ;DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE ;Con riferimento alle allegate figure, in tutte le sue possibili varianti realizzative una unità per cuore artificiale, complessivamente indicata con 1, è impiegabile per far circolare un flusso sanguigno B in un corpo umano o animale. La stessa unità 1 può essere impiegata per la circolazione polmonare o per quella sistemica. Normalmente l’impiego i coppia di due unità 1 identiche, una dedicata alla circolazione polmonare, l’altra alla circolazione sistemica, consente di sostituire dal punto di vista funzionale un cuore biologico, umano o animale. Secondo una possibile variante realizzativa della presente invenzione (non rappresentata), un cuore artificiale completo è costituito da due unità 1 tra loro accoppiate in unico assieme. ;L’unità 1 comprende un primo ventricolo laterale 11 deformabile, un ventricolo centrale 10 deformabile e un secondo ventricolo laterale 12 deformabile. I tre ventricoli deformabili 10, 11, 12 sono reciprocamente disposti in modo che il ventricolo centrale 10 sia collegato al primo ventricolo laterale 11 e al secondo ventricolo laterale 12 rispettivamente mediante una prima valvola unidirezionale 21 e una seconda valvola unidirezionale 22, le quali sono montate in modo da essere attraversabili dal flusso sanguigno B rispettivamente dal primo ventricolo laterale 11 verso il ventricolo centrale 10 e dal ventricolo centrale 10 al secondo ventricolo laterale 12. ;Il primo ventricolo laterale 11 è collegato a un’apertura di ingresso 31 per il flusso sanguigno B e alla prima valvola unidirezionale 21. Il secondo ventricolo laterale 12 è collegato alla seconda valvola unidirezionale 22 e a una seconda apertura di uscita 32 del flusso sanguigno B. Si realizza quindi un percorso in cui il flusso sanguigno B attraversa, in serie, l’apertura di ingresso 31, il primo ventricolo laterale 11, la prima valvola unidirezionale 21, il ventricolo centrale 10, la seconda valvola unidirezionale 22, il secondo ventricolo laterale 12 e infine la seconda apertura di uscita 32. ;L’unità 1 comprende inoltre un azionamento meccanico e/o idraulico, meglio descritto nel seguito per le diverse varianti realizzative, per alternativamente: ;- espandere il ventricolo centrale 10 e comprimere detti primo ventricolo laterale 11 e secondo ventricolo laterale 12 così da generare un primo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32 o ;- comprimere il ventricolo centrale 10 e espandere il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12 così da generare un secondo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32. ;Nel seguito e con riferimento alle allegate figure saranno descritte una pluralità di possibili varianti realizzative della presente invenzione. Le diverse varianti realizzative descritte, così come quelle ricavabili dalle allegate rivendicazioni, ma non descritte in dettaglio, sono da considerarsi tra loro equivalenti. Nelle diverse figure gli stessi riferimenti numerici indicano quindi elementi uguali o simili. ;Con iniziale riferimento alla figura 5, l’azionamento dell’unità 1 secondo la presente invenzione è di tipo meccanico e comprende: ;- un primo setto mobile 41 tra il ventricolo centrale 10 e il primo ventricolo laterale 11 per alternativamente comprimere o espandere il ventricolo centrale 10 e il primo ventricolo laterale 11, ;- un secondo setto mobile 42, disposto parallelamente al primo setto mobile 41, tra il ventricolo centrale 10 e il secondo ventricolo laterale 12 per alternativamente comprimere o espandere il ventricolo centrale 10 e il secondo ventricolo laterale 12. Nella variante realizzativa di figura 5 il flusso sanguigno B attraversa l’unità per cuore artificiale 1 secondo un andamento prevalentemente lineare. Il primo e il secondo setto 41, 42 sono mobili in reciproco allontanamento o avvicinamento per rispettivamente espandere il ventricolo centrale 10 e comprimere i ventricoli laterali 11, 12 oppure comprimere il ventricolo centrale 10 e espandere i ventricoli laterali 11, 12. La prima e la seconda valvola 21, 22 unidirezionali sono rispettivamente solidali al primo e al secondo setto 41, 42, in modo tale che il movimento di ciascun setto 41, 42 in direzione discorde rispetto al flusso sanguigno B causi l’apertura della valvola ad esso rispettivamente solidale. ;Secondo altra variante realizzativa (non rappresentata) i due setti mobili 41, 42 sono tra loro inclinati e sono mobili a ventaglio in modo da aumentare o diminuire la reciproca inclinazione per rispettivamente espandere il ventricolo centrale 10 e comprimere i ventricoli laterali 11, 12 oppure comprimere il ventricolo centrale 10 e espandere i ventricoli laterali 11, 12. ;Il funzionamento della variante realizzativa di figura 5 è di seguito descritta nelle sue diverse fasi operative con riferimento alle allegate figure 8a-d e al grafico 5a di figura che rappresenta sia la curva della portata di aspirazione attraverso l’aperture di ingresso 31, sia la curva della portata di eiezione attraverso l’aperture di uscita 32. Da una posizione neutra (figura 8a) in cui i ventricoli centrale e laterali 10, 11, 12 sono in una configurazione indeformata i setti 41, 42 vengono attivati in reciproco avvicinamento, mediante un manovellismo di spinta o altro sistema meccanico in sé noto e convenzionale in grado di movimentare i setti 41, 42 mantenendo il reciproco parallelismo. I setti 41, 42, avvicinandosi tra loro comprimono il ventricolo centrale 10 ed espandono i ventricoli laterali 11, 12 fino a completare il primo quarto di corsa complessiva in cui raggiungono il primo punto morto, corrispondente alla posizione di minima distanza tra i setti 41, 42 (figura 8b) e al punto di primo massimo P1 della curva di portata 5a. Durante la corsa di avvicinamento dei setti 41, 42 la prima valvola 21 è chiusa mentre la seconda valvola 22 è aperta. Nel primo punto morto entrambe le valvole 21, 22 sono chiuse. Durante la corsa di avvicinamento reciproco dei setti l’espansione del primo ventricolo laterale 11 con prima valvola unidirezionale 21 chiusa permette l’aspirazione del flusso sanguigno B attraverso l’apertura di ingresso 31. Allo stesso tempo la compressione del ventricolo centrale 10 e l’apertura della seconda valvola unidirezionale 22 permette l’eiezione del flusso sanguigno B attraverso l’apertura di uscita 32. Durante la corsa di avvicinamento dei setti è quindi generato un primo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32. ;Dalla posizione di primo punto morto inizia la corsa di allontanamento reciproco dei setti 41, 42, durante la quale la prima valvola 21 si apre mentre la seconda valvola 22 rimane chiusa. Durante la corsa di allontanamento i ventricoli centrale e laterali 10, 11, 12 ritornano alla configurazione indeformata (figura 8c) completando il secondo quarto di corsa complessiva, corrispondente al punto di minimo relativo P2 della curva di portata 5a. Continuando nella corsa di reciproco allontanamento i setti 41, 42 comprimono i ventricoli laterali 11, 12 ed espandono il ventricolo centrale 10 fino a completare il terzo quarto di corsa complessiva in cui raggiungono il secondo punto morto, corrispondente alla posizione di massima distanza tra i setti 41, 42 (figura 8d) e al punto di secondo massimo P3 della curva di portata 5a. Anche nel secondo punto morto entrambe le valvole 21, 22 sono chiuse. Durante la corsa di allontanamento reciproco dei setti 41, 42 l’espansione del ventricolo centrale 10 e l’apertura della prima valvola unidirezionale 21 permette l’aspirazione del flusso sanguigno B attraverso l’apertura di ingresso 31. Allo stesso tempo la compressione del secondo ventricolo laterale 12 e la chiusura della seconda valvola unidirezionale 22 permette l’eiezione del flusso sanguigno B attraverso l’apertura di uscita 32. Durante la corsa di allontanamento reciproco dei setti 41, 42 è quindi generato un secondo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32. ;Dalla posizione di secondo punto morto inizia la corsa di avvicinamento reciproco dei setti 41, 42, durante la quale la seconda valvola 22 si apre mentre la prima valvola 21 rimane chiusa e che corrisponde al quarto quarto di corsa complessiva, al termine della quale l’unità 1 ritorna alla configurazione in deformata della figura 8a. ;La curva di portata 5a ha forma virtualmente identica a quella delle curve di portata 4b, 4c del quarto tipo di unità per cuore artificiale noto 4a. Diminuendo quindi le dimensioni dei ventricoli 10, 11, 12 e aumentando la frequenza di azionamento dei setti 41, 42 è quindi possibile ottenere curve di portata identiche alla curva 4d del quarto tipo di unità per cuore artificiale noto 4a. ;In alternativa, secondo altra modalità di funzionamento della variante realizzativa di figura 5, i setti 41, 42 sono azionati in modo asincrono in modo da raggiungere i punti di primo e secondo punto morto in tempi diversi, così da generare curve di eiezione e aspirazione tra loro diverse. Regolando la sfasatura tra i moti dei setti 41, 42 è possibile regolare opportunamente il flusso di portata e la forma della curva di eiezione. ;Con riferimento ad una seconda variante realizzativa (figura 6), il flusso sanguigno B attraversa l’unità 1 secondo un andamento prevalentemente a forma di “U”, in cui il primo braccio discendente è costituito dal primo ventricolo 11, il tratto orizzontale dal ventricolo centrale 10 e il secondo braccio ascendente dal secondo ventricolo 12. In questa variante l’azionamento è ancora di tipo meccanico e comprende: ;- una base 51 esternamente solidale al ventricolo centrale 10, ;- un setto 52 mobile parallelo alla base 51 e interposto tra il ventricolo centrale 10 e il primo e secondo ventricolo laterali 11, 12, la prima e la seconda valvola 21, 22 unidirezionali essendo entrambe solidali al setto 52. ;La base 51 e il setto 52 sono mobili in reciproco allontanamento o avvicinamento in modo analogo al primo e al secondo setto 41, 43 della prima variante realizzativa di figura 5, in modo da realizzare curve di aspirazione e di eiezione 6a uguali alla curva 5a. In caso di reciproco allontanamento la base 51 e il setto 52 espandono il ventricolo centrale 10 e comprimono il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12. In caso di reciproco avvicinamento la base 51 e il setto 52 comprimono il ventricolo centrale 10 e espandono il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12. ;Il parallelismo tra la base 51 e il setto 52 permettono di mantenere la distanza tra la prima valvola 21 unidirezionale e la base 51 uguale alla distanza tra la seconda valvola 22 unidirezionale e la base 51 in modo da sincronizzare il passaggio del flusso sanguigno B attraverso la prima e la seconda valvola 21, 22. ;In alternativa la base 51 e il setto 52 sono tra loro inclinati in modo tale che la distanza tra la prima valvola 21 e la base 51 sia diversa dalla distanza tra la seconda valvola 22 e la base 51. In questo modo, analogamente a quanto è realizzabile nella prima variante realizzativa mediante sfasatura del moto dei setti 41, 42, è quindi possibile sfasare opportunamente il passaggio del flusso sanguigno B attraverso la prima e la seconda valvola 21, 22, ottenendo curve di eiezione e di aspirazione tra loro diverse. ;In generale, secondo la presente invenzione, i mezzi di azionamento dei ventricoli 10, 11, 12 posti in corrispondenza della prima valvola 21 possono essere resi indipendenti dai mezzi di azionamento posti in corrispondenza della seconda valvola 22, in modo da poter in ogni caso ottenere curve di eiezione e di aspirazione tra loro diverse e regolabili. A tale scopo, con riferimento alla figura 12 che rappresenta una soluzione con flusso sanguigno a forma di “U” come quella di figura 6, è possibile impiegare due motori lineari 61, 62 posti esternamente alla base 51 del ventricolo centrale 10 e rispettivamente collegati, mediante due organi di collegamento 81, 82 a due contrapposte estremità 52a,b del setto 52, rispettivamente poste in prossimità delle valvole unidirezionali 21, 22. Movimentando le due contrapposte estremità 52a,b in modo indipendente l’una dall’altra, è possibile ottenere l’inclinazione desiderata tra la base 51 e il setto 52. Nell’esempio della figura 12, tale inclinazione è inoltre regolabile. ;Secondo altra variante realizzativa della presente invenzione (non rappresentata) ognuna delle valvole unidirezionali 21, 22 è spostata da un rispettivo attuatore completamente indipendente dall’altro, ottenuto ad esempio suddividendo il setto 52 di figura 6 in due setti rispettivamente attivi su una e sull’altra delle valvole unidirezionali 21, 22. In quest’ultima variante si ottiene il vantaggio che se uno dei due attuatori smette di funzionare, fermando quindi una delle valvole unidirezionali 21, 22, con riferimento alla curva 5a, la pulsazione si riduce ad un solo picco (ad esempio il picco P1) per ciclo dimezzando la portata. In questa condizione è quindi sufficiente aumentare la frequenza ottenendo così un flusso minimo per garantire la sopravvivenza. ;Con riferimento alla variante realizzativa di figura 7, il primo ventricolo laterale 11 ha una deformabilità maggiore rispetto al secondo ventricolo laterale 12 e rispetto al ventricolo centrale 10. Ciò permette di ottenere curve di eiezione e aspirazione 7a, 7b tra loro diverse, con portata di aspirazione non nulla anche quando la portata di eiezione è nulla, come accade per il primo e il secondo tipo di unità per cuore artificiale noto 1a, 2a sopra descritto. Inoltre, in quest’ultima variante la maggiore deformabilità del primo ventricolo laterale 11 consente a questo di fungere anche da organo di compensazione e accumulo. ;Con riferimento alle figure 9a-b, 10a-b e 11a-b, è possibile ottenere varianti realizzative dell’unità 1 in cui la prima e la seconda valvola 21, 22 sono fisse e l’azionamento meccanico o idraulico è attivo per comprimere o espandere il ventricolo centrale 10 e i ventricoli laterali 11, 12. ;Con riferimento alle figure 9a, 10a, 11a, l’azionamento è di tipo meccanico e comprende una pluralità di pareti esternamente solidali al ventricolo centrale 10 e ai ventricoli laterali 11, 12. In generale, per tali varianti realizzative, le pareti sono mobili in modo coordinato per alternativamente: ;- espandere il ventricolo centrale 10 e comprimere detti primo ventricolo laterale 11 e secondo ventricolo laterale 12 così da generare un primo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32 o ;- comprimere il ventricolo centrale 10 e espandere il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12 così da generare un secondo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32. ;La configurazione di figura 9a è di tipo lineare e comprende una base rigida 91, comune a tutti i ventricoli centrale e laterali 10, 11, 12, e tre pareti 61, 62, 63, esternamente solidali, rispettivamente, al primo ventricolo laterale 11, al ventricolo centrale 10 e al secondo ventricolo laterale 12. Le pareti 61, 62, 63 sono disposte parallelamente alla base rigida 91, in modo tale che i ventricoli 10, 11, 12 siano interposti tra la rispettiva parete e la base rigida 91. Le pareti 61, 62, 63 sono rispettivamente collegate ad organi di movimentazione in sé noti e convenzionali per movimentare le pareti 61, 62, 63 in modo coordinato come sopra descritto. ;La configurazione di figura 10a è del tipo ad “U” e comprende: ;- una prima coppia di pareti 64, 65 parallelamente disposte lungo il tratto discendente della “U” ed esternamente solidali, rispettivamente, al primo ventricolo laterale 11 e al ventricolo centrale 10, ;- è inoltre prevista una seconda coppia di pareti 66, 67 parallelamente disposte lungo il tratto ascendente della “U” ed esternamente solidali, rispettivamente, al secondo ventricolo laterale 12 e al ventricolo centrale 10. ;Le due coppie di pareti 64, 65 e 66, 67 sono disposte rispetto ai ventricoli 10, 11, 12 in modo tale che i due ventricoli laterali 11, 12, tra loro affiancati, siano interposti tra una delle pareti della prima coppia di pareti 64, 65 e una delle pareti della seconda coppia di pareti 66, 67 e che il ventricolo centrale sia interposto tra le altre pareti delle due coppie di pareti 64, 65 e 66, 67. ;Ciascuna coppia di pareti 64, 65 e 66, 67 è collegata ad un rispettivo organo di movimentazione in sé noto e convenzionale per rispettivamente movimentarle in modo coordinato, come sopra descritto. ;La configurazione di figura 11a è del tipo ad “U” e comprende una prima parete 68 esternamente solidale al ventricolo centrale 10 e parallelamente disposta lungo il tratto orizzontale della “U” e una seconda parete 69, parallela alla prima parete 68 ed esternamente solidale ad entrambi i ventricoli laterali 11, 12. Le due pareti 68 e 69 sono disposte in modo tale che l’assieme dei ventricoli 10, 11, 12 sia tra di esse interposto. Le pareti 68 e 69 sono collegate a rispettivi organi di movimentazione in sé noti e convenzionali per rispettivamente movimentarle in modo coordinato, come sopra descritto. ;Con riferimento alle figure 9b, 10b, 11b, l’azionamento è di tipo idraulico e comprende: ;- una prima camera idraulica 71 adiacente al ventricolo centrale 10, una seconda camera idraulica 72 e una terza camera idraulica 73, rispettivamente adiacenti ai ventricoli laterali 11, 12, ;- un circuito idraulico 74 per aspirare o mandare un fluido di servizio da o verso le camere 71, 72, 73 in modo coordinato, così da alternativamente: ;- espandere il ventricolo centrale 10 e comprimere il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12 così da generare un primo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32 o ;- comprimere il ventricolo centrale 10 e espandere il primo ventricolo laterale 11 e il secondo ventricolo laterale 12 così da generare un secondo passaggio di flusso sanguigno B attraverso le aperture di ingresso e uscita 31, 32. ;La configurazione di figura 9b è di tipo lineare e comprende una base rigida 91, comune a tutti i ventricoli centrale e laterali 10, 11, 12. Le camere 71, 72, 73 sono disposte parallelamente alla base rigida 91, in modo tale che i ventricoli 10, 11, 12 siano interposti tra la rispettiva camera e la base rigida 91. Il circuito idraulico 74 comprende due pompe idrauliche 75, 76, un primo ramo 77a di collegamento tra la prima pompa idraulica 75 e la seconda camera idraulica 72, un secondo ramo 77b di collegamento tra la seconda pompa idraulica 76 e la terza camera idraulica 73 e un terzo ramo 77c ad Y di collegamento tra entrambe le pompe idrauliche 75, 76 e la prima camera idraulica 71. Le due pompe idrauliche 75, 76, ad esempio del tipo a lobi o altro tipo convenzionale, sono azionate in modo da aspirare o mandare un fluido di servizio da o verso le camere 71, 72, 73 in modo coordinato, come sopra descritto. Nella configurazione di figura 10b, del tipo ad “U”, la prima camera idraulica 71 è disposta intorno al ventricolo centrale 10, esternamente ad esso, la seconda camera idraulica 72 è affiancata al primo ventricolo laterale 11, lungo il tratto discendente della “U” e la terza camera idraulica 73 è affiancata al secondo ventricolo laterale 12, lungo il tratto ascendente della “U”. Il circuito idraulico 74 comprende due pompe idrauliche 75, 76, rispettivamente interposte tra la prima e la seconda camera 71, 72 e la prima e la terza camera 71, 73. Le due pompe idrauliche 75, 76 sono azionate in modo da aspirare o mandare un fluido di servizio da o verso le camere 71, 72, 73 in modo coordinato, come sopra descritto. ;La configurazione di figura 11b è anch’essa del tipo ad “U” e si differenzia da quella della figura 10b sostanzialmente per il fatto di comprendere un’unica pompa idraulica 75, ad esempio del tipo a lobi o altro tipo convenzionale, avente un primo lato, di aspirazione o mandata, collegato alla prima camera idraulica 71, e l’altro lato collegato a entrambe la seconda e la terza camera 72, 73. In questo modo, la rotazione della pompa 75 in un verso di rotazione espande il ventricolo centrale 10 e comprime i ventricoli laterali 11, 12 mentre la rotazione nell’altro verso comprime il ventricolo centrale 10 ed espande i ventricoli laterali 11, 12. ;In generale, in tutte le possibili varianti realizzative, l’unità per cuore artificiale della presente invenzione consente di generare la portata richiesta limitando al minimo il numero della valvole (due), permettendo la realizzazione di una struttura più semplice e affidabile rispetto a quanto proposto dalla tecnica nota. *