ITPD20090146A1 - Pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, e strutture portanti comprendenti uno o piu' di tali pilastri - Google Patents

Pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, e strutture portanti comprendenti uno o piu' di tali pilastri Download PDF

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ITPD20090146A1
ITPD20090146A1 IT000146A ITPD20090146A ITPD20090146A1 IT PD20090146 A1 ITPD20090146 A1 IT PD20090146A1 IT 000146 A IT000146 A IT 000146A IT PD20090146 A ITPD20090146 A IT PD20090146A IT PD20090146 A1 ITPD20090146 A1 IT PD20090146A1
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Description

DESCRIZIONE
Campo di applicazione
Forma oggetto della presente invenzione un pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, e strutture portanti di edifici comprendenti uno o più di tali pilastri.
Vantaggiosamente i pilastri secondo l’invenzione possono essere utilizzati per realizzare strutture portanti di edifici industriali, commerciali o residenziali.
Stato della tecnica
Sono noti edifici per attività artigianali o industriali la cui struttura portante à ̈ costruita con pilastri e travi di tipo lastriforme, aventi quindi una sezione avente base molto stretta ed altezza elevata, realizzati in legno multistrato microlamellare, in particolare del tipo denominato LVL (laminated veneer lumber).
Questi edifici presentano grandi campate di solaio prive di sostegni intermedi (come illustrato nella Figura A) e con caratteristiche di resistenza al fuoco pari o superiori a R 120.
L’utilizzo di legno multistrato microlamellare, in particolare LVL, e la scelta di realizzare i pilastri e travi come elementi lastriformi permettono di soddisfare le esigenze strutturali richieste dalle tipologie di edifici citati riducendo al contempo al minimo la quantità di materia prima necessaria per realizzare gli elementi strutturali rispetto a pari soluzioni realizzate in legno lamellare o massiccio. Strutture realizzate con travi e pilastri come sopra descritto sopportano molto bene sollecitazioni portate sul piano dell’elemento strutturale (indicate con le frecce A nella Figura B). A causa della sezione dei suddetti elementi strutturali, tali strutture non sono invece in grado di sopportare sollecitazioni portate su piani diversi da quello dell’elemento strutturale (indicate con le frecce B nella Figura B). Queste sollecitazioni possono essere originate, ad esempio, dal vento, da carichi non assiali, da sismi ecc. Come illustrato nella Figura B, tali sollecitazioni possono determinare in particolare nei pilastri flessioni e deformazioni strutturalmente inaccettabili. Per impedire o quantomeno contrastare tali flessioni tali strutture vengono dotate di controventamenti C nelle pareti di collegamento tra un elemento strutturale e l’altro, come illustrato nella figura B.
Le pareti in cui sono collocati i controventamenti C devono essere sostanzialmente cieche in quanto eventuali aperture o vani andrebbero in conflitto con i controventamenti. Da un punto di vista progettuale ciò non costituisce un vincolo rilevante quando si tratta di edifici adibiti ad uso produttivo, artigianale o industriale, dove le esigenze di economia e praticità costruttiva prevalgono nettamente sulle esigenze di carattere estetico e di libertà compositiva. In edifici con altre destinazioni d’uso, ad esempio di tipo residenziale, la necessità di prevedere pareti cieche per il collocamento di controventamenti costituisce al contrario un vincolo progettuale rilevante che limita notevolmente la libertà compositiva dei progettisti. Come conseguenza si rendono inapplicabili, ad esempio, soluzioni costruttive molto diffuse, normalmente adottate in edifici realizzate in cemento armato, come tamponamenti in vetro a facciata continua su tutte le pareti perimetrali di un edificio.
Da un punto di vista costruttivo, i pilastri e le travi sopra descritte si adattano molto bene nella realizzazione di strutture semplici, dove l’orditura primaria (formata da pilastro P e trave T) si sviluppa su di un piano, mentre l’orditura secondaria, del tipo ad arcarecci Q, si sviluppa nella direzione ortogonale (schema tipico dei fabbricati industriali, come illustrato nella Figura A).
Tali elementi si adattano, invece, molto meno bene nella realizzazione di strutture più complesse, in particolare del tipo intelaiato, dove su uno stesso pilastro si incrociano normalmente più travi provenienti da direzioni differenti.
Questa problematica costruttiva viene tradizionalmente risolta aumentando la sezione del pilastro fino a portarlo ad avere una forma tendente al quadrato. In tal modo si aumenta lo spazio disponibile ed à ̈ possibile innestare nel pilastro più travi lungo differenti direzioni. L’aumento di sezione ha anche il vantaggio di rendere i pilastri più robusti e capaci di resistere a sollecitazioni portate su piani differenti da quello dell’insieme pilastro-trave.
Questa soluzione richiede però un maggior uso di materiale, a discapito dell’economia costruttiva della struttura.
A questo proposito si deve inoltre notare che mano a mano che si aumenta la sezione del pilastro e quindi ci si allontana dalla sezione snella, diventa sempre meno giustificabile l’utilizzo di legno multistrato microlamellare, in particolare dell’LVL. Le peculiarità di resistenza meccanica di questo materiale perdono infatti di rilevanza in elementi strutturali a sezione tozza, dove l’impiego di legno massiccio o lamellare risulta essere meccanicamente sufficiente.
Presentazione dell'invenzione
Pertanto, scopo della presente invenzione à ̈ quello di eliminare gli inconvenienti della tecnica nota sopra descritta, mettendo a disposizione un pilastro a sezione snella, preferibilmente in materiale ligneo, che permetta di realizzare strutture semplici o complesse senza la necessità di prevedere controventamenti.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, che permetta di unire travi disposte lungo differenti direzioni.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, che sia di semplice ed economica realizzazione.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, che abbia un’elevata resistenza al fuoco
Breve descrizione dei disegni
Le caratteristiche tecniche dell'invenzione, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sotto riportate ed i vantaggi della stessa risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una o più forme di realizzazione puramente esemplificative e non limitative, in cui:
- la Figura 1 mostra una vista prospettica di un dettaglio del pilastro realizzato secondo una forma realizzativa particolarmente preferita dell’invenzione, relativo ad un elemento lastriforme principale;
- le Figure 2 e 3 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro secondo una forma realizzativa particolarmente preferita dell’invenzione, relativo ad un’anima portante;
- le Figure 4 e 5 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) dell’anima portante illustrata nelle Figure 2 e 3 provvista di piastre di irrigidimento;
- le Figure 6 e 7 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro realizzato secondo una prima forma realizzativa preferita dell’invenzione, relativo ad una coppia di elementi lastriformi terminali;
- le Figure 8 e 9 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) della coppia di elementi lastriformi terminali illustrata nelle Figure 6 e 7 provvista di piastre di irrigidimento;
- le Figure 10, 11 e 12 mostrano tre viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro realizzato secondo una seconda forma realizzativa preferita dell’invenzione, relativo ad una coppia di elementi lastriformi terminali;
- le Figure 13 e 14 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di una struttura portante di un edificio realizzata con pilastri secondo l’invenzione;
- la Figura 15 mostra una vista prospettica di una struttura portante di un edificio del tipo intelaiato, realizzata con pilastri secondo l’invenzione;
- le Figure 16a e 16b mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un pilastro realizzato in accordo ad una soluzione realizzativa particolare dell’invenzione;
- le Figure 17, 18 e 19 mostrano una pluralità di soluzioni realizzative alternative di un dettaglio del pilastro secondo l’invenzione relative a nodi di collegamento con travi;
- le Figure 20 e 21 mostrano viste prospettiche di un dettaglio del pilastro realizzato secondo due differenti soluzioni realizzative alternative dell’invenzione, relative ad un’anima portante;
- le Figure 22, 23 e 24 mostrano tre viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro realizzato secondo una soluzione realizzativa alternativa dell’invenzione, relativo ad un’anima portante curvata;
- la Figura 25 mostra una vista prospettica di un dettaglio del pilastro secondo una soluzione alternativa della presente invenzione, relativo ad un elemento lastriforme principale;
- le Figure 26, 32 e 33 mostrano tre viste prospettiche di un dettaglio del pilastro realizzato secondo tre differenti soluzioni realizzative, relativo ad un’anima portante a struttura scatolare;
- le Figure 27 e 28 mostrano due viste prospettiche dell’anima portante scatolare illustrata nella Figura 26 provvista di piastre di irrigidimento disposti sulla superficie esterna secondo due schemi differenti di applicazione;
- la Figura 29 mostra una vista prospettica in esploso di un dettaglio del pilastro realizzato secondo una soluzione realizzativa alternativa dell’invenzione, relativo ad un corpo scatolare terminale;
- la Figura 30 mostra una vista prospettica parzialmente in esploso del corpo scatolare terminale illustrato nella Figura 29, provvisto di corpi di irrigidimento in materiale ignifugo;
- la Figura 31 mostra una vista prospettica in esploso di una struttura portante di un edificio realizzata con pilastri a struttura scatolare realizzati secondo l’invenzione;
- le Figure 34 e 35 mostrano due viste prospettiche di due corpi scatolari terminali realizzati secondo due differenti soluzioni realizzative alternative dell’invenzione;
- la Figura 36 mostra il collegamento tra un pilastro illustrato nella Figura 13 e una trave in legno massiccio;
- le Figure 37a e 37b mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro secondo una forma realizzativa alternativa dell’invenzione, relativo ad un’anima portante;
- la Figura 38 mostra una vista prospettica di un dettaglio del pilastro secondo un ulteriore forma realizzativa alternativa dell’invenzione, relativo ad un’anima portante rastremata verso l’alto;
- le Figure 39 e 40 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima in esploso) di un dettaglio del pilastro secondo una forma realizzativa alternativa dell’invenzione, relativo ad un’anima portante provvista di elementi di connessione ad incastro;
- le Figure 41 e 42 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima parzialmente in esploso) dell’anima portante illustrata nella Figura 5 provvista di primi elementi angolari;
- la figura 43 mostra una vista prospettica in esploso dell’anima portante a struttura scatolare illustrata nella Figura 26 provvista di secondi elementi angolari; - la figura 44 mostra una vista prospettica dell’anima portante illustrata nella Figura 5 provvista di elementi longitudinali di rinforzo; e
- le Figure 45 e 46 mostrano due viste prospettiche (di cui la prima parzialmente in esploso) di un dettaglio del pilastro relativo ad un’anima portante a struttura scatolare rastremata verso l’alto.
Descrizione dettagliata
La presente invenzione concerne un pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, nonché una struttura portante di un edificio comprendente uno o più di tali pilastri.
Vantaggiosamente il pilastro secondo l’invenzione può essere utilizzato per realizzare strutture portanti di edifici ad esempio industriali, commerciali, residenziali o con altre destinazioni d’uso.
Il pilastro realizzato secondo l’invenzione verrà indicato complessivamente con 1 nelle Figure allegate. In accordo ad una soluzione realizzativa generale dell’invenzione, il pilastro 1 comprende un’anima portante 2 che si estende lungo l’asse principale di sviluppo X del pilastro 1.
Come sarà ripreso nel dettaglio più avanti, l’anima portante 2 potrà assumere forme differenti, ad esempio una forma a croce (simmetrica o asimmetrica) in accordo ad esempio alle soluzioni realizzative illustrate nelle Figure 3, 20 o 21, oppure una forma chiusa del tipo scatolare in accordo, ad esempio, alle soluzioni realizzative illustrate nelle Figure 26, 32 o 33.
Secondo un primo aspetto essenziale dell’invenzione, l’anima portante 2 comprende una pluralità di primi elementi lastriformi principali 11 e di secondi elementi lastriformi principali 12, i quali sono disposti rispettivamente su almeno una prima superficie di giacitura m e su almeno una seconda superficie di giacitura n tra loro non parallele.
Qui e nel seguito della descrizione per “elemento lastriforme†si intende un corpo di spessore sottile avente prevalentemente uno sviluppo superficiale, dove lo spessore à ̈ definito secondo una direzione sostanzialmente ortogonale alla superficie di sviluppo prevalente. La superficie di sviluppo può avere un andamento qualsiasi.
Come sarà ripreso più avanti, in funzione delle esigenze costruttive, gli elementi lastriformi possono assumere le più differenti conformazioni. Ad esempio possono essere piani, come illustrato nelle Figure 1 o 20, oppure essere curvi, come illustrato nella Figura 22. Nello stesso pilastro 1 possono essere presenti elementi lastriformi di differenti conformazioni.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, gli elementi lastriformi 11 e 12 si collegano a formare l’anima portante 2, con i primi elementi 11 che si alternano ai secondi 12, come illustrato nelle Figure 2 e 3. Il collegamento à ̈ realizzato per incastro incrociando i primi elementi lastriformi 11 con i secondi lungo l’asse principale X del pilastro 1.
Secondo un ulteriore aspetto della presente invenzione, i primi elementi lastriformi principali 11 si attestano tra loro con continuità nel loro spessore s1 a formare almeno un prima porzione strutturale 3 della suddetta anima portante 2 che risulta così disposta sulla prima superficie di giacitura m. A loro volta i suddetti secondi elementi lastriformi 11 si attestano tra loro con continuità nel loro spessore s2 a formare almeno una seconda porzione strutturale 4 dell’anima portante 2 che risulta così disposta sulla seconda superficie di giacitura m.
Funzionalmente, le sollecitazioni assiali vengono trasmesse (totalmente o in parte a seconda della direzione di applicazione) lungo le due differenti porzioni strutturali. Ciascuna delle due porzioni strutturali 3 e 4 à ̈ quindi destinata a sopportare le sollecitazioni meccaniche non assorbite dall’altra porzione strutturale 4 e 3.
L’anima portante 2 del pilastro 1 presenta due porzioni strutturali tra loro meccanicamente collegate e interconnesse, aventi le rispettive sezioni resistenti orientate secondo due differenti direzioni non parallele. Ciò permette all’anima portante 2, e quindi al pilastro 1, di assorbire sollecitazioni provenienti da diverse direzioni.
Secondo un ulteriore aspetto essenziale dell’invenzione, il pilastro 1 comprende mezzi 21, 22, 91 e 92 per collegare i primi elementi lastriformi principali 11 tra loro e i secondi elementi lastriformi principali 12 tra loro in corrispondenza delle zone di reciproco attestamento 110, 120.
Funzionalmente, tali mezzi di collegamento (che saranno meglio descritti più avanti) sono necessari per contrastare sollecitazioni di trazione applicate su una parte o tutta l’anima portante. In altre parole tali mezzi di collegamento sono necessari per ridurre la labilità dell’anima portante 2 nelle zone di attestamento 110 e 120 tra gli elementi lastriformi 11 e 12. Senza i suddetti mezzi di collegamento il pilastro sarebbe eccessivamente labile se soggetto a sollecitazioni di trazione, ad esempio derivanti da carichi non verticali o non centrati sull’asse X del pilastro.
Grazie all’invenzione, rispetto a pilastri in LVL realizzati secondo la tecnica nota, a parità di sollecitazioni applicate à ̈ quindi possibile realizzare un pilastro che sostanzialmente non sia soggetto a fenomeni di instabilità flessionale pur continuando ad utilizzando elementi costruttivi aventi una sezione snella (i.e. i suddetti elementi lastriformi).
Si riesce quindi a conservare il vantaggio di limitare significativamente il consumo di materiale e al contempo ad eliminare, o quantomeno a ridurre significativamente, i limiti di comportamento strutturale tipici delle soluzioni tradizionali.
Vantaggiosamente, l’alternanza tra primi elementi lastriformi principali 11 e secondi elementi lastriformi 12 porta ad un effetto parzialmente autocompensativo delle sollecitazioni lungo tutto lo sviluppo dell’anima portante 2 e quindi del pilastro 1. Questo effetto autocompensativo contribuisce alla stabilità dell’anima portante 2. In particolare si ha un effetto positivo di riduzione della labilità dell’anima portante 2 in corrispondenza delle zone di attestamento tra due elementi lastriformi contigui disposti sulla stessa superficie di giacitura. Infatti sollecitazioni (di trazione) che tendono a separare due elementi lastriformi contigui sono assorbite (almeno fino a certi livelli di sollecitazione che dipendono dalle dimensioni degli elementi lastriformi e dal punto di applicazione delle sollecitazioni) dall’elemento lastriforme disposto sull’altra superficie di giacitura in corrispondenza della stessa porzione dell’anima portante.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure da 1 a 4, il pilastro 1 secondo l’invenzione comprende un’anima portante 2 avente una sezione in pianta a croce e uno sviluppo longitudinale rettilineo lungo l’asse X. L’anima 2 comprende una prima ed una seconda porzione strutturale, indicate con 3 e 4, le quali sono disposte rispettivamente su una prima superficie di giacitura m e una seconda superficie di giacitura n.
La prima porzione strutturale m à ̈ composta da primi elementi lastriformi 11 che si attestano tra loro nel loro spessore s1 lungo l’asse X, mentre la seconda porzione strutturale n à ̈ composta da secondi elementi lastriformi 12 che a loro volta si attestano tra loro nel loro spessore s2 lungo lo stesso asse X.
Come si può osservare in particolare nella Figura 2, i primi e i secondi elementi 11 e 12 si collegano a formare le rispettive porzioni strutturali 3 e 4 alternandosi e incrociandosi tra loro lungo l’asse X. Entrambe le superfici m e n sono piane e si intersecano lungo l’asse principale di sviluppo X del pilastro 1 formando tra loro angoli retti α.
Vantaggiosamente l’angolatura α tra le due superfici di giacitura m e n (e quindi l’angolatura tra i primi e i secondi elementi lastriformi) può variare in funzione delle esigenze strutturali e costruttive. Nella Figura 20 à ̈ illustrata una soluzione realizzativa alternativa in cui le due superfici di giacitura m e n non sono ortogonali tra loro.
Come sopra accennato, nella soluzione realizzativa illustrata nelle Figure da 1 a 4, le due superfici di giacitura m e n sono piane. Conseguentemente, i primi elementi lastriformi 11 e i secondi elementi lastriformi 12 sono piani e si differenziano tra loro solo per la disposizione finale all’interno dell’anima portante 2 del pilastro 1.
Più in dettaglio, come illustrato in dettaglio nella Figura 1, il singolo elemento lastriforme 11 o 12 à ̈ costituito da un lastra piana, preferibilmente rettangolare o eventualmente quadrata, in cui il rapporto tra base b e altezza h può variare in funzione delle esigenze costruttive e di dimensionamento. Anche lo spessore s può variare in funzione delle esigenze costruttive e di dimensionamento, purché l’elemento risulti avere una sezione snella. Indicativamente, il rapporto s/h tra spessore s e altezza h à ̈ preferibile non sia superiore a 0,1. A titolo d’esempio, un elemento lastriforme piano 11 o 12 realizzato in LVL può avere, ad esempio, le seguenti dimensioni: b = 40 cm; h = 60 cm; s = 3-4 cm.
Vantaggiosamente, in funzione delle esigenze costruttive e funzionali definite in fase di dimensionamento del pilastro 1, i primi elementi lastriformi principali 11 possono avere dimensioni e forma differenti rispetto ai secondi elementi lastriformi principali 12, come illustrato nelle Figure 37a, 37b e 38.
In particolare, i primi 11 e i secondi elementi lastriformi 12 possono avere una forma non rettangolare o quadrata.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 37b e 38 gli elementi lastriformi 11 e 12 hanno, ad esempio, forma trapezoidale. In tal modo, sagomando i vari elementi lastriformi con dimensioni decrescenti progressivamente verso l’alto, à ̈ possibile realizzare pilastri 1 secondo l’invenzione rastremati verso l’alto, come illustrato nella Figura 38.
Vantaggiosamente, le superfici di giacitura m, n possono comprendere anche una o più porzioni non piane. In tal caso, almeno una parte degli elementi lastriformi principali 11, 12 sono sagomati in maniera corrispondente e possono quindi non essere piani.
È quindi possibile realizzare pilastri 1 secondo l’invenzione anche non perfettamente diritti, come illustrato nelle figure 22, 23 e 24, dove si può osservare un pilastro a sezione curva. In questo caso i primi ed i secondi elementi lastriformi principali 11 e 12 possono avere forme differenti tra loro, in funzione della posizione che devono assumere nel pilastro 1.
Come già indicato in precedenza, il collegamento tra gli elementi lastriformi 11 e 12 à ̈ realizzato per incastro.
Come si può osservare in particolare nelle Figure 2 e 3, ciascun elemento lastriforme principale 11, 12 à ̈ provvisto di una coppia di intagli 31, 32 in corrispondenza dei quali avviene l’intersezione con gli elementi lastriformi adiacenti.
Più in dettaglio, gli intagli 31 e 32 sono ricavati in posizioni distali secondo l’orientamento che il singolo elemento lastriforme deve assumere lungo l’asse X di sviluppo del pilastro 1.
Preferibilmente, nel caso di elementi lastriformi 11 e 12 aventi forma simmetrica (ad esempio rettangolare o trapezoidale) gli intagli 31, 32 sono allineati tra loro parallelamente all’asse principale X.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 1 e 2, gli intagli 31 e 32 sono realizzati sulla linea di mezzeria del singolo elemento lastriforme 11 e 12.
In alternativa, come illustrato nella Figura 21 gli intagli 31 e 32 possono non essere ricavati lungo la linea di mezzeria. Questa possibilità può essere sfruttata in fase di progettazione nel caso si preveda che le sollecitazioni non si distribuiscano omogeneamente lungo tutta una porzione strutturale, ma siano piuttosto concentrate in particolare su un lato rispetto all’asse principale X.
Vantaggiosamente, come sarà ripreso più avanti, il numero di intagli può essere superiore a due, potendosi prevedere due o più coppie di intagli 31, 32.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 2 e 3, l’anima portante 2 del pilastro 1 viene chiusa alle estremità da elementi lastriformi 11a e 12a aventi uno sviluppo in altezza ridotto e dotati di un singolo intaglio. Tali elementi sono dimensionati in modo tale che una o entrambe le estremità dell’anima portante 2 siano piane, come illustrato nelle Figure 3 o 38.
In accordo ad una soluzione realizzativa non illustrata nelle Figure allegate, gli elementi lastriformi principali che chiudono l’anima portante 2 ad una o ad entrambe le estremità possono essere identici agli altri. In tal caso le estremità dell’anima portante 2 non sono piane, ma presentano una parte sporgente.
Vantaggiosamente, come sarà ripreso più avanti nel dettaglio, il pilastro 1 può essere dotato di elementi lastriformi terminali 41 e 42 studiati per permettere il collegamento del pilastro 1 ad una o più travi T. Come già espresso in precedenza, il pilastro 1 comprende mezzi 21, 22, 91 e 92 per collegare i primi elementi lastriformi principali 11 tra loro e i secondi elementi lastriformi principali 12 tra loro in corrispondenza delle zone di reciproco attestamento 110, 120.
Vantaggiosamente i suddetti mezzi di collegamento possono essere di tipo qualsiasi, purché in grado di collegare tra loro gli elementi lastriformi contrastando sollecitazioni di trazione.
Preferibilmente, i suddetti mezzi di collegamento comprendono piastre di irrigidimento 21, 22 che uniscono esternamente gli elementi lastriformi principali 11, 12 tra loro e/o con i già citati elementi lastriformi terminali 41, 42.
Vantaggiosamente, ciascuna piastra di irrigidimento 21, 22 può collegare tra loro più di due elementi lastriformi principali 11, 12 seguendo l’andamento della prima m o della seconda superficie di giacitura n.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 4 e 5, le piastre di irrigidimento sono costituiti da tavole 21 e 22 che collegano tra loro più di due elementi lastriformi principali 11, 12 estendendosi in corpo unico sulla prima superficie di giacitura m o sulla seconda superficie di giacitura n. Ancora più preferibilmente, le suddette piastre di irrigidimento 21, 22 collegano tra loro gli elementi lastriformi principali 11, 12 in corrispondenza di entrambe le loro facce 11’, 11†, 12’ e 12†.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 5 e 13, le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22 coprono solo una parte dell’anima portante 2, ed in particolare la parte centrale, lasciando invece scoperte le estremità 2’ e 2†. Come sarà ripreso più avanti ciò à ̈ previsto per permettere il collegamento con i già citati elementi lastriformi terminali 41 e 42.
In alternativa, come illustrato nelle Figure 16a e 16b, le piastre di irrigidimento 21 e 22 hanno un’estensione in lunghezza pari o superiore a quella dell’anima portante 2 e collegano dunque tra loro i vari elementi lastriformi 11 e 12 da un’estremità all’altra. Questa soluzione viene adottata in particolare quando il collegamento del pilastro 1 con le travi T viene realizzato senza utilizzare i suddetti elementi lastriformi terminali 41 e 42.
Come sarà ripreso più avanti, le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22 possono essere collegate agli elementi lastriformi principali 11 e 12 per incollaggio e in alternativa o in combinazione tramite mezzi di fissaggio meccanici come viti, chiodi, bulloni o tasselli di legno.
In accordo ad una prima soluzione realizzativa alternativa non illustrata nelle figure allegate, i suddetti mezzi di collegamento possono comprendere graffe metalliche da disporre a cavaliere delle zone di attestamento tra gli elementi lastriformi 11 e 12. Tali graffe possono essere utilizzate in sostituzione o in combinazione con le suddette piastre di irrigidimento 21, 22.
In accordo ad una seconda soluzione realizzativa alternativa illustrata nelle figure 39 e 40, i suddetti mezzi di collegamento possono comprendere elementi di connessione ad incastro 91 e 92, come ad esempio chiavette o linguette, che vengono inseriti in apposite sedi controsagomate 93 e 94 ricavate nello spessore degli elementi lastriformi principali 11, 12 e/o degli elementi lastriformi terminali 41, 42 in corrispondenza delle zone di reciproco attestamento 110, 120.
Vantaggiosamente, per evitare svergolamenti dei pilastri (i.e. deformazioni secondo un piano trasversale) ed in particolare variazioni degli angoli tra le due porzioni strutturali 3 e 4, possono essere previsti primi elementi angolari 95, come illustrato nelle Figure 41 e 42.
Vantaggiosamente, per aumentare la resistenza a compressione dei pilastri 1 possono essere previsti elementi longitudinali di rinforzo 97 (ad esempio travetti in legno massiccio di sezione ridotta) da fissare meccanicamente all’anima portante 2 parallelamente all’asse di sviluppo X, come illustrato nella Figura 43. Il numero e l’estensione longitudinale degli elementi di rinforzo 97 può variare in funzione delle esigenze strutturali e costruttive.
Preferibilmente, come già accennato in precedenza, il pilastro 1 secondo l’invenzione à ̈ provvisto ad almeno un’estremità 1’ e 1†di una coppia di elementi lastriformi terminali 41 e 42, di cui un primo elemento terminale 41 à ̈ disposto sulla prima superficie di giacitura m ed un secondo elemento terminale 42 sulla seconda superficie di giacitura n.
Più in dettaglio, come illustrato ad esempio nelle Figure 6 e 10, i due elementi terminali 41,42 sono collegati tra loro per incastro (similmente agli elementi lastriformi principali 11 e 12) e si incrociano lungo il suddetto asse principale X. L’angolo di incrocio α à ̈ equivalente a quello esistente tra le due porzioni strutturali 3 e 4 dell’anima portante 2 alla quale sono collegati.
Almeno uno dei suddetti due elementi lastriformi terminali 41 e 42 à ̈ provvisto di una o due appendici 51 e 52 sporgenti trasversalmente rispetto al pilastro 1 per definire una zona di collegamento per una o più travi T (come sarà descritto più avanti nel dettaglio). In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 6 e 7, i due elementi terminali 41 e 42 sono provvisti ciascun di un singolo intaglio 61 e 62 per permettere un reciproco collegamento per incastro. I due intagli 61 e 62 sono allineati lungo l’asse principale X del pilastro 1. In questo caso, come sarà ripreso più avanti, il collegamento tra i suddetti due elementi terminali 41 e 42 con l’anima portante 2 non à ̈ diretto, ma avviene solo tramite i suddetti mezzi di collegamento (preferibilmente le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22).
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 10 e 11, i due elementi terminali 41 e 42 sono provvisti ciascun di almeno coppia di intagli 61 e 62 in modo tale che i due elementi 41 e 42 possano collegarsi per incastro non solo reciprocamente, ma anche agli elementi lastriformi principali 11, 12 di due pilastri 1 realizzati secondo l’invenzione di cui uno disposto superiormente ed uno inferiormente.
In alternativa, nel caso in cui si preveda il collegamento con un unico pilastro 1 Ã ̈ possibile prevedere che uno solo dei due elementi terminali sia provvisto di una coppia di intagli.
Per ragioni di resistenza strutturale del pilastro 1 (in particolare per ridurre la labilità nelle zone di attestamento), i due elementi lastriformi terminali 41 e 42 sono collegati ad uno o più degli elementi lastriformi principali 11, 12 dell’anima portante 2 tramite i suddetti mezzi di collegamento, preferibilmente tramite una o più piastre di irrigidimento 21, 22.
In accordo alle soluzioni realizzative illustrate nelle 8, 9 e 12 le piastre di irrigidimento 21 e 22 si estendono oltre gli elementi terminali 41 e 42 per potersi sovrapporre agli elementi lastriformi principali di testa 11 e 12 dell’anima portante 2 del pilastro 1
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 9, 13 e 14 il collegamento tra i suddetti due elementi terminali 41 e 42 con l’anima portante 2 non à ̈ diretto, ma avviene solo tramite le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22. In altre parole gli elementi terminali 41 e 42 non sono direttamente interconnessi con gli elementi lastriformi principali 11 e 12. In questo caso l’anima portante 2 del pilastro 1 à ̈ realizzata in accordo alla soluzione realizzativa illustrata nella Figura 5, i.e. con l’estremità 2’ o 2†piana. Gli elementi terminali 41 e 42 si attestano dunque con il loro spessore sui corrispondenti elementi lastriformi principali 11 e 12.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nella Figura 12 il collegamento tra i suddetti due elementi terminali 41 e 42 con l’anima portante 2 à ̈ anche diretto, nel senso che à ̈ previsto l’incastro di almeno un elemento terminale con il corrispondente elemento lastriforme principale di testa dell’anima portante 2. Preferibilmente, come già accennato, i mezzi di collegamento, in particolare quando comprendono le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22, uniscono tra loro gli elementi lastriformi principali 11 e 12 in corrispondenza di entrambe le facce. Ciò viene applicato preferibilmente anche nel collegamento con gli elementi terminali 41 e 42. In tal modo, come illustrato nelle Figure 9 e 12, vengono a definirsi sedi 71 e 72 all’interno delle quali si innestano le parti di testa dell’anima portante 2.
Come già accennato in precedenza almeno uno dei suddetti due elementi lastriformi terminali 41 e 42 à ̈ provvisto di una o due appendici 51 e 52 sporgenti trasversalmente rispetto al pilastro 1 per definire una zona di collegamento per una o più travi T.
Più in dettaglio, gli elementi terminali 41 e 42 possono essere simmetrici rispetto all’asse X, con le appendici che si estendono ortogonalmente rispetto al suddetto asse X, come illustrato in particolare nelle Figure 7 e 11.
Vantaggiosamente, al variare delle esigenze costruttive possono essere previste varianti di questo schema, variando non solo il numero e la posizione delle suddette appendici 51 e 52 (vedi Figura 18), ma anche variando l’inclinazione delle appendici rispetto all’asse X (vedi Figure 17 e 18). In particolare possono essere previste soluzioni in cui le appendici sono disposte in modo asimmetrico.
In particolare nella Figura 17 à ̈ illustrata una soluzione realizzativa studiata per il collegamento con travi inclinate di una copertura a spiovente. Più in dettaglio, le appendici 51†e 52†sono allineate secondo l’inclinazione Y della copertura a spiovente, mentre le appendici 51’ e 52’ sono sostanzialmente ortogonali all’asse X per il collegamento con travature disposte trasversalmente all’inclinazione della copertura.
Secondo l’invenzione, come più volte accennato in precedenza, i pilastri 1 secondo l’invenzione possono essere utilizzati per realizzare strutture portanti di edifici ad esempio industriali, commerciali, residenziali o con altre destinazioni d’uso.
Il collegamento tra pilastri 1 secondo l’invenzione e le travi T previste nella struttura può essere realizzato in molteplici modi.
Preferibilmente, il collegamento avviene tramite i suddetti elementi lastriformi terminali 41 e 42 e le rispettive appendici di collegamento 51 e 52. Tali elementi terminali 41 e 42 definiscono dei veri e propri nodi che possono essere parte di un singolo pilastro 1 in corrispondenza di una sua estremità 1’ oppure fungere da zona di interconnessione tra due differenti pilastri 1 (vedi Figura 14).
Preferibilmente, le travi T collegabili alle appendici 51 e 52 degli elementi terminali 41 e 42 sono realizzate accoppiando tra loro due lastre in LVL (o altro materiale similare ad elevate prestazioni). Le due lastre sono tra loro distanziate in modo da creare un intercapedine aperta all’estremità all’interno della quale può essere innestata un’appendice 51, 52 (vedi Figura 13).
Alternativamente, le travi T collegabili alle appendici 51 e 52 degli elementi terminali 41 e 42 possono anche essere in legno massiccio, come illustrato nella Figura 36. In questo caso all’estremità delle travi T sono ricavate sedi all’interno delle quali vengono innestate le appendici 51, 52 degli elementi terminali 41, 42. In alternativa agli elementi terminali 41 e 42, à ̈ possibile realizzare delle sedi di innesto 81 e 82 direttamente alle estremità dell’anima portante 2 del singolo pilastro 1 tramite le suddette piastre di irrigidimento 21 e 22, come illustrato nelle Figure 16a e 16b. Diversamente da quanto previsto nella soluzione realizzativa illustrata nella Figura 5, le piastre 21 e 22 sono dimensionate in modo da estendersi in lunghezza oltre le estremità dell’anima portante. In tal modo, disponendo le piastre 21 e 22 su entrambe le facce di ciascun elemento lastriforme principale 11 e 12 vengono a crearsi una pluralità di sedi 81 e 82 (di larghezza sostanzialmente equivalente allo spessore degli elementi lastriformi 11 e 12) all’interno delle quali possono venire innestate travi T realizzate, ad esempio, da una lastra in LVL.
Vantaggiosamente, come già accennato in precedenza, l’anima portante 2 può avere una forma chiusa di tipo scatolare.
Più in dettaglio, un pilastro 1 secondo l’invenzione può essere realizzato con un’anima portante 2 comprendente almeno due prime porzione strutturali 3’ e 3†e almeno due seconde porzioni strutturali 4’ e 4†, disposte parallelamente rispettivamente alla suddetta prima superficie di giacitura m e alla suddetta seconda superficie di giacitura n. Tali porzioni strutturali sono tra loro collegate a formare uno o più corpi scatolari 200, come illustrato ad esempio nelle Figure 26, 32 o 33.
Preferibilmente, ciascuno dei primi elementi lastriformi principali 11 delle prime porzioni strutturali 3’ e 3†à ̈ collegato per incastro ad almeno due dei secondi elementi lastriformi principali 12 di ciascuna delle seconde porzioni strutturali 4’ e 4†.
Vantaggiosamente, per consentire tale tipo di incastro, ciascun elemento lastriforme 11, 12 Ã ̈ provvisto di almeno due coppie di intagli 31, 32, come illustrato in particolare nella Figura 25.
Vantaggiosamente, in funzione delle esigenze costruttive e funzionali definite in fase di dimensionamento del pilastro 1, i primi elementi lastriformi principali 11 possono avere dimensioni e forma differenti rispetto ai secondi elementi lastriformi principali 12, come illustrato nelle Figure 45 e 46.
In particolare, i primi 11 e i secondi elementi lastriformi 12 possono avere una forma non rettangolare o quadrata.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure 45 e 46 gli elementi lastriformi 11 e 12 hanno, ad esempio, forma trapezoidale. In tal modo, sagomando i vari elementi lastriformi con dimensioni decrescenti progressivamente verso l’alto, à ̈ possibile realizzare pilastri 1 secondo l’invenzione aventi una struttura scatolare, rastremati verso l’alto, come illustrato nella Figura 46.
Vantaggiosamente, le prime 3’ e 3†e le seconde porzioni strutturali 4’ e 4†possono essere disposte ciascuna su una differente superficie di giacitura m’, m†, n’ e n†. Come si può osservare nelle Figure 45 e 46, le porzioni strutturali sono disposte su quattro differenti superfici di giacitura non parallele.
Vantaggiosamente, il numero di coppie di intagli 31, 32 nel singolo elemento lastriforme principale 11 e 12 varia in funzione del numero di collegamento per incastro previsti.
Vantaggiosamente, per evitare svergolamenti dei pilastri (i.e. deformazioni secondo un piano trasversale) ed in particolare variazioni degli angoli tra le due porzioni strutturali 3 e 4, possono essere previsti secondi elementi angolari 96 da inserire con rapporto di interferenza all’interno nella luce libera interna della struttura scatolare, disposti preferibilmente su un piano ortogonale all’asse X, come illustrato nella Figura 43. Il numero e la posizione assiale di tali secondi elementi angolari 96 per singolo pilastro 1 può variare in funzione delle esigenze strutturali e costruttive.
In particolare, come illustrato nella Figura 43, tali secondi elementi angolari 96 possono presentare una o più aperture centrali 98 per consentire il passaggio di eventuali tubazioni collocate all’interno della struttura scatolare.
Preferibilmente un pilastro avente struttura scatolare 200 viene connesso ad un secondo pilastro e/o con travi T tramite almeno due coppie di elementi lastriformi terminali 41 e 42 disposte ad almeno un’estremità 1’ e 1†del pilastro stesso.
Più in dettaglio, tali elementi terminali 41 e 42 sono collegati tra loro per incastro per formare uno o più corpi scatolari terminali 210, come illustrato nelle Figure 29, 30, 34 e 35. Ad eccezione del numero di intagli, gli elementi terminali che vanno a formare un corpo scatolare terminale 210 hanno una conformazione simile a quella prevista per gli elementi terminali destinati a pilastri non scatolari.
Preferibilmente, almeno alcuni dei suddetti elementi lastriformi terminali 41 e 42 sono provvisti di una o due appendici 51, 52 sporgenti trasversalmente rispetto al pilastro 1 per definire una zona di collegamento con una o più travi T.
Per ragioni di resistenza strutturale del pilastro 1 (in particolare per ridurre la labilità nelle zone di attestamento), i pilastri a struttura scatolare 200, nonché i suddetti corpi scatolari terminali 210 sono provvisti dei suddetti mezzi di collegamento per unire gli elementi lastriformi principali tra loro e/o con gli elementi lastriformi terminali.
Vantaggiosamente, i mezzi di collegamento possono essere di qualsiasi tipo, ed in particolare delle tipologie descritte in precedenza, cioà ̈ piastre di irrigidimento, graffe metalliche e elementi di connessione ad incastro (ad esempio chiavette o linguette).
Come già indicato in relazione a pilastri di forma aperta, si possono combinare più mezzi di collegamento. In particolare, può essere vantaggioso combinare piastre di irrigidimento ed elementi di connessione ad incastro.
Come mezzi di collegamento degli elementi lastriformi particolarmente preferito à ̈ l’utilizzo di piastre di irrigidimento 21 e 22. A questo riguardo possono essere utilizzate le diverse varianti realizzative già descritte in precedenza in relazione a pilastri di forma aperta.
In particolare le piastre di irrigidimento 21 e 22 possono essere disposte su tutte le superfici, interne ed esterne, dei corpi scatolari 200 e 210.
Nelle figure 27 e 28 sono illustrati due differenti schemi di applicazione delle suddette piastre di irrigidimento 21 e 22 in pilastri a struttura scatolare 200.
Nelle soluzioni realizzative illustrate nelle Figure 27 e 28, le piastre sono disposte solo sulle superfici esterne della struttura scatolare. Possono tuttavia essere previste soluzioni in cui le piastre sono disposte anche sulle superfici interne della struttura scatolare o in alternativa soltanto su tali superfici interne.
Vantaggiosamente, lo spazio cavo all’interno dei pilastri a struttura scatolare 200 può essere sfruttato per disporre tubazioni e linee delle reti di servizio previste per un edificio (luce, gas, acqua, ventilazione, reti informatiche, ecc).
In accordo ad una soluzione realizzativa preferita, le piastre di irrigidimento disposte sulla superficie esterna dei corpi scatolari 200 e/o dei corpi scatolari terminali 210 sono realizzate in materiale ignifugo. Preferibilmente si utilizzano materiali ignifughi aventi proprietà di resistenza meccanica, come ad esempio materiali compositi, laminati, cartongessi, fibrogessi, fibrocementi. Ciò permette di ridurre notevolmente la superficie esposta al fuoco e quindi di aumentare il grado di resistenza al fuoco.
Vantaggiosamente, in pilastri 1 realizzati con due o più strutture scatolari 200 e provvisti di piastre di irrigidimento disposte sulle superfici sia esterne sia interne, le piastre di irrigidimento esterne possono essere realizzate con qualsiasi tipologia di materiale ignifugo senza alcun vincolo sulle proprietà di resistenza meccanica. Possono quindi essere vantaggiosamente utilizzati anche materiali ignifughi intumescenti. La funzione di collegamento meccanico e di resistenza alla trazione à ̈ infatti assolta dalle piastre di irrigidimento interne che non devono avere necessariamente proprietà di resistenza al fuoco.
Preferibilmente, almeno una parte degli elementi lastriformi principali 11, 12 e/o degli elementi lastriformi terminali 41, 42 Ã ̈ realizzata in LVL.
L’acronimo LVL sta per Laminated Veneer Lumber. Si tratta di un materiale pannellare stratificato di sfogliati, noto anche come multistrato microlamellare. Preferibilmente questo materiale viene realizzato con sfogliati di abete di spessore fino a 6 mm, incollati tra loro. Gli sfogliati vengono incollati tra loro (ad esempio con colle fenoliche) in modo tale che le fibre di uno strato risultino incrociate rispetto alle fibre degli strati ad esso collegati.
L’utilizzo di LVL à ̈ particolarmente vantaggioso in quanto permette di ridurre le dimensioni degli elementi lastriformi. L’LVL à ̈ infatti contraddistinto da ottime caratteristiche di resistenza meccanica.
In particolare LVL à ̈ un materiale isotropo e può resistere a sollecitazioni in egual misura da qualsiasi direzione queste vengano portate, a differenza del legno massiccio o lamellare che resiste diversamente a seconda che le sollecitazioni siano portate parallelamente o ortogonalmente alle fibre.
In aggiunta, LVL Ã ̈ facilmente sagomabile. Questo lo rende quindi particolarmente adatto per la realizzazione di elementi curvati del tipo illustrato nelle Figure 22, 23 e 24.
In alternativa all’LVL può essere utilizzato l’OSB (Oriented Strand Board). Si tratta di un materiale di legno in forma di pannelli realizzati con resine sintetiche e con impiallacciature sottili (strand). Gli strand vengono pressati in 3-4 strati: quelli degli strati esterni sono in generale orientati longitudinalmente rispetto alla lunghezza del pannello, mentre gli strand degli strati intermedi sono ripartiti di solito trasversalmente.
Nel realizzare gli elementi lastriformi in alternativa all’LVl e all’OSB può anche essere utilizzato compensato di tavole o legno massiccio.
Alternativamente, almeno una parte degli elementi lastriformi principali 11, 12 e/o degli elementi lastriformi terminali 41, 42 può essere realizzata in materiali non lignei.
Preferibilmente, i materiali non lignei utilizzabili per realizzare gli elementi lastriformi sono scelti tra le materie plastiche, i materiali compositi, impasti di cemento e di fibre o impasti di gesso e di fibre.
Preferibilmente, le tavole di irrigidimento 21 e 22 sono realizzate in LVL, OSB, compensato di tavole o legno massiccio.
Nel caso in cui le piastre di irrigidimento siano realizzate in legno massiccio, le fibre sono disposte allineate prevalentemente lungo l’asse di sviluppo X del pilastro 1.
Vantaggiosamente le piastre di irrigidimento possono essere realizzate anche in materiali non lignei, scelti preferibilmente tra i metalli, le materie plastiche, i materiali compositi, impasti di cemento e di fibre o impasti di gesso e di fibre.
Gli elementi di connessione ad incastro (ad esempio linguette o chiavette) sono realizzate preferibilmente nello stesso materiale di cui sono composti gli elementi lastriformi da collegare. Possono tuttavia essere utilizzati anche altri tipi di materiali in funzione delle esigenze costruttive e di resistenza meccanica.
La presente invenzione concerne anche una struttura portante di un edificio comprendente uno o più pilastri 1 realizzati secondo una qualsiasi delle soluzioni realizzative sopra descritte.
Un esempio di struttura portante secondo l’invenzione à ̈ illustrata nella Figura 14 (pilastri a struttura non scatolare) oppure nella Figura 31 pilastri a struttura scatolare).
Vantaggiosamente, la struttura portante secondo l’invenzione può essere del tipo intelaiato come illustrato nella Figura 15, dove tutti i pilastri 1 sono collegati tra loro mediante travi T.
Il collegamento dei pilastri inferiori al resto della struttura intelaiata può avvenire anche mediante un basamento di cemento armato o altro materiale strutturale adeguato.
La presente invenzione offre diversi vantaggi, alcuni dei quali sono già stati esposti.
Grazie all’invenzione à ̈ possibile realizzare pilastri aventi proprietà di resistenza meccanica, tali da permette la costruzione di strutture semplici o complesse senza la necessità di controventamenti, riducendo al minimo l’utilizzo di materiale. I pilastri sono infatti realizzati con elementi resistenti lastriformi, collegati tra loro a formare strutture non massicce, ad esempio scatolari o a sezione aperta.
Rispetto a soluzioni analoghe di tecnica nota, a parità di sollecitazioni, pur essendo realizzati con elementi lastriformi i pilastri secondo l’invenzione sono infatti in grado di sopportare sollecitazioni provenienti da differenti direzioni.
Un ulteriore vantaggio à ̈ legato al fatto che i pilastri vengono realizzati assemblando elementi modulari. Questi elementi possono essere prefabbricati oppure facilmente costruiti direttamente in cantiere in funzione delle esigenze reali che si presentano in corso d’opera. La struttura modulare ad incastro, in particolare se associata all’uso di LVL, permette la realizzazione di pilastri di qualsiasi forma in modo rapido e semplice Ciò rende i pilastri secondo l’invenzione semplici ed economici da realizzare.
A questo va aggiunto anche che l’utilizzo di elementi lastriformi permette di ridurre notevolmente il consumo di materiale.
Un ulteriore vantaggio à ̈ legato al fatto che i pilastri realizzati secondo l’invenzione possono essere facilmente resi resistenti al fuoco.
I pilastri secondo l’invenzione presentano già di per sé una buona resistenza al fuoco. La superficie esposta all’esterno ridotta e quindi aggredibile dal fuoco à ̈ infatti ridotta. L’utilizzo di elementi strutturali o rivestimenti in materiale ignifugo posti sulla superficie esterna consentono di aumentare ulteriormente la resistenza al fuoco.
Un ulteriore vantaggio à ̈ dato dal fatto che i pilastri secondo l’invenzione possono essere facilmente connessi a due o più travi senza che ciò richieda una aumento della sezione trasversale. Ciò rende i pilastri secondo l’invenzione costruttivamente flessibili.
L’invenzione così concepita raggiunge pertanto gli scopi prefissi.
Ovviamente, essa potrà assumere, nella sua realizzazione pratica anche forme e configurazioni diverse da quella sopra illustrata, senza che, per questo, si esca dal presente ambito di protezione.
Inoltre tutti i particolari potranno essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti e le dimensioni, le forme ed i materiali impiegati potranno essere qualsiasi a seconda delle necessità.

Claims (25)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pilastro, preferibilmente in materiale ligneo, caratterizzato dal fatto di comprendere un’anima portante (2), che si estende lungo un asse principale di sviluppo (X) di detto pilastro e comprende una pluralità di primi (11) e secondi elementi lastriformi principali (12), i quali sono disposti rispettivamente su almeno una prima (m) e su almeno una seconda superficie di giacitura (n) tra loro non parallele e si alternano tra loro collegandosi reciprocamente per incastro, incrociandosi lungo detto asse principale (X), detti primi elementi lastriformi (11) attestandosi tra loro con continuità nel loro spessore (s1) a formare almeno un prima porzione strutturale (3) di detta anima portante (2) disposta su detta prima superficie di giacitura (m), detti secondi elementi lastriformi (11) attestandosi a loro volta tra loro con continuità nel loro spessore (s2) a formare almeno una seconda porzione strutturale (4) di detta anima portante (2) disposta su detta seconda superficie di giacitura (m), ciascuna di dette due porzioni strutturali (3, 4) essendo destinata a sopportare le sollecitazioni meccaniche non assorbite dall’altra porzione strutturale (4, 3), detto pilastro (1) comprendendo mezzi (21, 22, 91, 92) per collegare i primi elementi lastriformi principali (11) tra loro e i secondi elementi lastriformi principali (12) tra loro in corrispondenza delle zone di reciproco attestamento (110, 120).
  2. 2. Pilastro secondo la rivendicazione 1, in cui dette superfici di giacitura (m, n) comprendono una o più porzioni non piane, detti elementi lastriformi principali (11, 12) essendo sagomati corrispondentemente a dette superfici (m, n).
  3. 3. Pilastro secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui ciascun elemento lastriforme principale (11, 12) Ã ̈ provvisto di almeno una coppia di intagli (31, 32) ricavati in posizioni distali, detti primi elementi lastriformi principali (11) accoppiandosi per incastro a detti secondi elementi lastriformi principali (12) in corrispondenza di detti intagli (31, 32).
  4. 4. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, provvisto ad almeno un’estremità (1’; 1†) di almeno una coppia di elementi lastriformi terminali (41; 42), di cui un primo elemento terminale (41) à ̈ disposto su detta prima superficie di giacitura (m) e un secondo elemento terminale (42) su detta seconda superficie di giacitura (n), detti due elementi terminali (41,42) essendo collegati tra loro per incastro incrociandosi lungo detto asse principale (x), almeno uno di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) essendo provvisto di una o due appendici (51, 52) sporgenti trasversalmente rispetto a detto pilastro (1) per definire una zona di collegamento per una o più travi (T).
  5. 5. Pilastro secondo la rivendicazione 4, in cui almeno uno di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) si collega per incastro all’ultimo elemento lastriforme principale (11, 12) dell’anima portante (2) di detto pilastro (1) in corrispondenza di detta almeno una estremità (1’, 1†).
  6. 6. Pilastro secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui almeno uno di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) à ̈ provvisto di mezzi per collegare detto pilastro (1) ad un secondo pilastro (1’).
  7. 7. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta anima portante (2) comprende almeno due prime porzioni strutturali (3) e almeno due seconde porzioni strutturali (4), disposte parallelamente rispettivamente a detta prima (m) e a detta seconda superficie di giacitura (n) e tra loro collegate a formare uno o più corpi scatolari (200).
  8. 8. Pilastro secondo la rivendicazione 7, in cui ciascuno dei primi elementi lastriformi principali (11) di dette almeno due prime porzioni strutturali (3) Ã ̈ collegato per incastro ad almeno due dei secondi elementi lastriformi principali (12) di ciascuna di dette almeno due seconde porzioni strutturali (4).
  9. 9. Pilastro secondo le rivendicazione 3 e 8, in cui ciascun elemento lastriforme principale (11, 12) Ã ̈ provvisto di almeno due di dette coppie di intagli (31, 32).
  10. 10. Pilastro secondo la rivendicazione 4 e una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 9, provvisto ad almeno un’estremità (1’; 1†) di almeno due di dette coppie di elementi lastriformi terminali (41; 42), i quali sono collegati tra loro per incastro per formare uno o più corpi scatolari terminali (210), almeno alcuni di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) essendo provvisti di una o due appendici (51, 52) sporgenti trasversalmente rispetto a detto pilastro (1) per definire una zona di collegamento per una o più travi (T).
  11. 11. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno una parte di detti elementi lastriformi principali (11, 12) e/o di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) sono realizzati in LVL, in OSB, in compensato di tavole o in legno massiccio.
  12. 12. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno una parte di detti elementi lastriformi principali (11, 12) e/o di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) sono realizzati in materiali non lignei.
  13. 13. Pilastro secondo la rivendicazione 12, in cui detti materiali non lignei sono scelti tra le materie plastiche, i materiali compositi, impasti di cemento e di fibre o impasti di gesso e di fibre.
  14. 14. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 13, in cui detti mezzi di collegamento (21, 22) collegano detti elementi lastriformi terminali (41, 42) ad uno o più di detti elementi lastriformi principali (11, 12).
  15. 15. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti mezzi di collegamento comprendono piastre di irrigidimento (21, 22) che uniscono esternamente detti elementi lastriformi principali (11, 12) tra loro e/o con detti elementi lastriformi terminali (41, 42).
  16. 16. Pilastro secondo la rivendicazione 15, in cui ciascuna di dette piastre di irrigidimento (21, 22) collega tra loro più di due elementi lastriformi principali (11, 12) seguendo l’andamento di detta prima (m) o di detta seconda superficie di giacitura (n).
  17. 17. Pilastro secondo la rivendicazione 15 o 16, in cui dette piastre di irrigidimento (21, 22) sono collegate a detti elementi lastriformi principali (11, 12) e/o a detti elementi lastriformi terminali (41, 42) per incollaggio e/o mediante mezzi di fissaggio meccanici.
  18. 18. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 15 a 17, in cui almeno una parte di dette piastre di irrigidimento (21, 22) sono costituite da tavole sagomate realizzate in LVL, in OSB, in compensato di tavole o in legno massiccio.
  19. 19. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 15 a 18, in cui almeno una parte di dette piastre di irrigidimento (21, 22) sono costituite da tavole sagomate in materiali non lignei.
  20. 20. Pilastro secondo la rivendicazione 19, in cui detti materiali non lignei sono scelti tra i metalli, le materie plastiche, i materiali compositi, impasti di cemento e di fibre o impasti di gesso e di fibre.
  21. 21. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 15 a 20, in cui almeno una parte di dette piastre di irrigidimento (21, 22) sono realizzate in materiale ignifugo.
  22. 22. Pilastro secondo la rivendicazione 7 o 10 e la rivendicazione 21, in cui le piastre di irrigidimento disposte sulla superficie esterna di detti corpi scatolari (200) e/o di detti corpi scatolari terminali (210) sono realizzate in materiale ignifugo.
  23. 23. Pilastro secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti mezzi di collegamento comprendono elementi di connessione ad incastro (91, 92) inseriti in apposite sedi controsagomate (93, 94) ricavate nello spessore di detti elementi lastriformi principali (11, 12) e/o di detti elementi lastriformi terminali (41, 42) in corrispondenza delle zone di reciproco attestamento (110, 120).
  24. 24. Struttura portante di un edificio comprendente uno o più pilastri (1) realizzati secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 23.
  25. 25. Struttura portante secondo la rivendicazione 24, in cui detti pilastri (1) sono collegati tra loro mediante travi (T) a formare una struttura intelaiata.
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