ITPD20070013U1 - Elettrodo attivo - Google Patents

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ITPD20070013U1
ITPD20070013U1 ITPD20070013U ITPD20070013U1 IT PD20070013 U1 ITPD20070013 U1 IT PD20070013U1 IT PD20070013 U ITPD20070013 U IT PD20070013U IT PD20070013 U1 ITPD20070013 U1 IT PD20070013U1
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Gatta Antonio La
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DESCRIZIONE DI MODELLO INDUSTRIALE DI UTILITÀ’ DAL TITOLO
“ELETTRODO ATTIVO”
RIASSUNTO:
L’”elettrodo attivo” viene impiegato nella ionoforesi che è una tecnica elettroterapica che sfruttando il principio fisico della migrazione ionica che si ha per effetto del campo elettrico che si crea tra l’elettrodo stesso e la massa, permette di introdurre medicamenti nell’organismo e di ottenere un effetto antidolorifico.
Operazioni preliminari saranno il collegamento dell’ "elettrodo attivo” tramite gli appositi ingressi ad un generatore di tensione costante e ad un generatore d’onda (RF, UV o luce blu) e l’inserimento nello stesso del principio attivo non polarizzato.
Il generatore di tensione provederà a caricare la superficie metallica dell’elettrodo mentre il segnale proveniente dal generatore d’onda investirà il farmaco polarizzandolo.
La particolare forma dell’ "elettrodo attivo” (vedi figure allegate) rappresenta un enorme vantaggio rispetto alle tecniche tradizionali di ionoforesi che utilizzano come elettrodi delle piastre piane in quanto, nel nostro caso, riusciamo ad aumentare la quantità di farmaco a contatto con la zona da curare aumentando di conseguenza la quantità di principio attivo assorbito dall’ organismo; si evitano inoltre inutili sprechi di farmaco che in tal caso rimane confinato sotto l’elettrodo.
DESCRIZIONE:
L’ “elettrodo attivo” viene impiegato nella ionoforesi o galvanoterapia o elettrolisi medicamentosa che è una tecnica elettroterapica che sfrutta la corrente continua per introdurre medicamenti nell’organismo ed ottenere un effetto antidolorifico. La quantità del medicamento che attraversa la cute è influenzata dall’intensità della corrente, dalla durata dell’applicazione, dalla concentrazione della soluzione e dalla quantità di farmaco impiegato. E’ una terapia utilizzata in campo medico per curare diverse affezioni dell’organismo quali: artriti, artrosi, dolori lombari, sciatiche, cervicalgie, strappi muscolari ecc.; viene inoltre impiegata in campo estetico nei trattamenti anticellulite, per rassodare e tonificare i muscoli. Questa terapia offre molteplici vantaggi:
• introduzione nell’organismo, direttamente nella zona da trattare, di sostanze pure non abbinate ad altre sostanze veicolanti o tamponanti;
• conseguimento, mediante impiego di sostanze semplici e naturali, di effetti uguali o superiori a quelli che si ottengono con sostanze chimiche più complesse, somministrate per via orale, o altre vie, senza apportare alcun danno ad altri organi non oggetto di cura;
• assenza di dolore;
• formazione di legami tra gli ioni del principio attivo impiegato e alcune proteine piasmatiche, con il conseguente aumento del tempo di permanenza in circolo della sostanza medicinale;
• miglioramento del trofismo (ovvero dello stato di nutrizione) dei tessuti superficiali e profondi;
• iperpolarizzazione delle terminazioni nervose, elevando la soglia di eccitabilità, producendo quindi un elevato effetto antalgico.
Nella seguente trattazione ci riferiremo alle figure allegate al presente documento che verranno di volta in volta richiamate a seconda delle necessità.
Inizialmente è necessario collegare l’”elettrodo attivo”, tramite l’apposito ingresso indicato in figura 1, ad un generatore di tensione costante che permetterà di caricare positivamente o negativamente la superficie metallica dell’elettrodo in questione, a seconda delle necessità dipendenti dal “principio attivo” impiegato; sarà inoltre indispensabile collegare rispettivamente il negativo o il positivo del generatore ad una piastra che avrà funzione di massa o di riferimento di tensione da porre a contatto con il corpo ad una distanza di circa 20/30 cm dalla zona da trattare.
Si collega l’elettrodo attivo ad un generatore d’onda (RF, UV o luce blu) tramite apposito ingresso come indicato in figura 1.
Si inserisce, il principio attivo, di seguito anche chiamato farmaco, non precedentemente polarizzato, nel contenitore rappresentato in figura 2.
Tramite semplice pressione, da parte di un operatore, sul “contenitore del principio attivo”, si trasferirà il farmaco nella parte inferiore dell’”elettrodo attivo” (ovvero nel luogo di contatto con la pelle della zona da trattare).
Il farmaco, vedi figura 5, nell’ attraversare il canale all' interno della parte metallica dell’elettrodo, verrà investito da un segnale che può essere in RF con 1 kHz < f < 25 GHz oppure una radiazione UV o una luce blu, che gli fornirà l’energia necessaria affinché si polarizzi.
Impiegando l’”elettrodo attivo” non è necessario utilizzare un principio attivo già polarizzato poiché l’elettrodo stesso provvederà a farlo.
L’energia fornita al farmaco tramite investimento da parte di un’onda elettromagnetica (RF, UV o luce blu) dovrà essere superiore all’energia di prima ionizzazione degli atomi costituenti il principio attivo ossia superiore alla minima energia richiesta per strappargli un elettrone e portarlo a distanza infinita.
Come già detto, il farmaco polarizzato scende nella parte inferiore dell’”elettrodo attivo” ed andrà a depositarsi sull’ epidermide nella zona da trattare riempiendo gli spazi indicati come “Area C” ed “Area D” in figura 4; questo rappresenta un enorme vantaggio rispetto alla ionoforesi tradizionale che usa come elettrodi delle piastre piane in quanto grazie a queste cavità presenti nell’elettrodo riusciamo ad aumentare la quantità di principio attivo a contatto con la zona da curare aumentando di conseguenza la quantità di farmaco assorbito dall’organismo attraverso la pelle, si evitano inoltre inutili sprechi di farmaco che nel nostro caso rimane confinato sotto l’elettrodo.
Sfruttando il principio fisico della migrazione ionica che si ha per effetto del campo elettrico che si crea, gli ioni del farmaco stesso migreranno dall’”elettrodo attivo” verso la piastra di massa attraversando la pelle ed i tessuti ottenendo così l’assorbimento del principio attivo.
Mi

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI: Si rivendicano: 1. uso di due energie: • generatore di corrente elettrica costante o variabile; • energia con frequenza compresa tra 1 kHz e 20 GHz o luce ultravioletta o visibile con frequenza compresa tra 40 nm e 10000 nm; 2. elettrodo attivo al di sotto del quale si ricavano spazi di qualunque forma (figura 4). Tale “elettrodo attivo” è caratterizzato da tutto ciò che è rivendicato e raffigurato nelle tavole allegate.
ITPD20070013 2007-01-19 2007-01-19 Elettrodo attivo ITPD20070013U1 (it)

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