ITPD20060128A1 - Uso di fluorofori per la localizzazione selettiva di mitocondri - Google Patents

Uso di fluorofori per la localizzazione selettiva di mitocondri Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
Ambito tecnico
La presente invenzione riguarda un metodo per la localizzazione selettiva, nonché un metodo per la visualizzazione, di mitocondri in colture cellulari mediante microscopia confocale, impiegando quali marcatori una famiglia di composti eteroaromatici in sé nota.
Stato dell'arte
Nel campo delle scienze mediche e biologiche è nota l'esigenza di monitorare i vari processi cellulari con il massimo grado di dettaglio,
Nell'ambito generale della microscopia di colture cellulari è altresì nota la particolare esigenza di visualizzare, all'interno della cellula, i mitocondri. Questi ultimi svolgono diverse importanti funzioni nelle cellule eucariote in quanto centrale energetica della cellula, oltre che responsabili di vari processi metabolici.
II monitoraggio dei mitocondri è effettuato utilizzando particolari composti fluorescenti (fluorofori), detti marcatori mitocondriali, in grado di localizzarsi selettivamente nei mitocondri e di concentrarsi all'interno degli stessi. Le caratteristiche di fluorescenza di tali composti marcatori vengono quindi utilizzate per la visualizzazione dei mitocondri mediante la microscopia a fluorescenza confocale, in particolare quella del tipo a scansione laser (laser scanning confocal fluorescence microscopy, LSCFM, detta microscopia confocale) che offre migliori prestazioni in termini di risoluzione e di sensibilità oltre che la possibilità di effettuare analisi tridimensionali.
L'importanza di monitorare la morfologia, la funzionalità, l'attività, l'abbondanza dei mitocondri è legata alla possibilità di evidenziare effetti nocivi di varie sostanze e di rivelare mutazioni del DNA mitocondriale. Nel primo caso, ad es. alcuni anestetici si sono rivelati modificatori dell'attività mitocondriale [Biochem. J. 1990, 271, 269] mentre nel secondo caso si è evidenziato che mutazioni del DNA mitocondriale sono spesso implicate in un numero di malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer e comportano morte cellulare per apoptosi o necrosi.
E' oggi possibile anche evidenziare e studiare interazioni fra cellula e farmaco purché quest'ultimo sia opportunamente legato ad una sonda fluorescente. Ad esempio, questo risultato è stato raggiunto incorporando nello stesso coniugato, mediante opportuni legami chimici, un farmaco anticancro (Doxorubicina), un anticorpo avente target specifico per cellule tumorali, e un fluoroforo capace di evidenziare la localizzazione del coniugato [Proc. Nat. Acad. Sci. 1999, 96, 11081; Cancer Res. 2002, 60, 4194].
Sono disponibili diverse metodologie per visualizzare, mediante microscopia confocale, i mitocondri. Alcuni marcatori hanno funzionalità chimiche che si legano direttamente a proteine mitocondriali. Altri hanno alta selettività mitocondriale intrinseca ma il loro assorbimento può variamente dipendere dal potenziale di membrana.
Esempi di composti impiegati nel settore tecnico di riferimento come marcatori mitocondriali comprendono coloranti del tipo della Rodamina 123 e della Tetrametilrosamina [Methods Celi. Biol. 1989, 29, 103] i quali sono rapidamente sequestrati dai mitocondri ma sono anche rapidamente espulsi non appena si perda il potenziale di membrana mitocondriale. Parimenti, coloranti stirilici quali il DASPMI e il DASPEI colorano i mitocondri di cellule vitali [ Int . Rev. Cytol. 1990, 122, 1] in funzione del potenziale di membrana e sono stati usati, fra l'altro, per monitorare la distribuzione e la morfologia di mitocondri nel lievito [J. Celi. Biol. 1994, 126, 1361] e nei suoi mutanti [ J . Celi. Biol. 1990, 111, 967]. Anche le carbocianine sono usate come coloranti di mitocondri nel lievito [ J . Celi. Biol. 1994, 126, 1375; Mol. Biol. Celi. 1998, 9, 912; Meth.Cell. Biol. 1989, 311, 357] e in altre cellule eucariote.
Il colorante Arancio nonil acridina è considerato un marker mitocondriale non potenziometrico cioè indipendente dal potenziale di membrana, anche se dati recenti [J. Neurochem. 2002, 82, 224] indicano che il potenziale di membrana modula l'intensità di fluorescenza. Inoltre, tale colorante risulta tossico a concentrazioni relativamente alte [FEBS Lett. 1990, 260, 236].
Per concentrarsi all'interno dei mitocondri, la maggior parte dei composti marcatori convenzionali, sfrutta l'alto gradiente potenziometrico della membrana mitocondriale. Questa caratteristica, tuttavia, comporta alcuni limitazioni nell'impiego di tali composti.
Infatti è noto che il gradiente potenziometrico della membrana è presente solo quando il mitocondrio è attivo e funzionante. Ciò comporta che in talune situazioni di sofferenza cellulare la membrana mitocondriale risulti parzialmente depotenziata, rendendo scarsamente selettivi i composti marcatori. Le immagini derivanti dalla microscopia confocale risultano in questo caso poco definite, con un alto rumore di fondo dovuto alla concentrazione relativamente elevata di marcatori dispersi più o meno uniformemente nel materiale citoplasmatico extramitocondriale.
Descrizione dell'invenzione
II problema alla base della presente invenzione è quello di mettere a disposizione composti fluorescenti in grado di localizzare selettivamente i mitocondri, in quanto in grado di concentrarsi in modo selettivo e prevalente nei mitocondri senza disperdersi nel citoplasma superando i limiti sopra esposti con riferimento alla tecnica nota citata.
II trovato si propone inoltre di mettere a disposizione composti che possano essere impiegati quali marcatori mitocondriali, ovvero in grado di emettere una qualsiasi radiazione rilevabile strumentalmente, e, in particolare, composti la cui selettività nei confronti dei mitocondri sia sostanzialmente indipendente dal gradiente potenziometrico della membrana mitocondriale. Questo problema è risolto e questi scopi sono raggiunti dal presente trovato mediante l'uso di composti in accordo con le rivendicazioni che seguono. I composti oggetto della presente invenzione hanno la formula generale seguente:
ove
R<1>= alchile, alcossialchile, alchilamminoalchile, dialchilamminoalchile R<3>= alchile
X<">= trifluorometansolfonato, tosilato, alchilsolfonato, cloruro, solfato
R<2>= alchile, alcossialchile, alchilamminoalchile, dialchilamminoalchile
II composto preferito tra i composti di formula (I) è il 2,5-Bis[l-(4-N-metilpiridinio)eten-2-ile)]-N-metilpirrolo ditriflato (di seguito identificato con la sigla PEPEP) la cui formula di struttura (II) è riportata di seguito:
I composti di formula (I), fanno parte di una più ampia famiglia di composti eteroaromatici descritti nella domanda di brevetto italiano n. MI2000A000612 e nella corrispondente domanda di brevetto internazionale n. PCT/EP01/13193, il cui contenuto è da considerarsi interamente incorporato nella presente domanda. In questi documenti è descritta l'attività di tali composti quali cromofori aventi assorbimento a due fotoni e la loro attività quali limitatori ottici e il loro potenziale impiego nella microscopia confocale.
In particolare, in queste domande è riportato in dettaglio il processo di produzione del PEPEP, che viene qui integralmente richiamato e quindi, per brevità di esposizione, omesso.
I composti di formula (I) mostrano una emissione fluorescente anche in ambienti acquosi, prerequisito importante nella microscopia confocale in campo cellulare, e sono stati sottoposti a diversi test per saggiare la possibilità di essere impiegati quali marcatori cellulari. In modo del tutto inatteso, tali composti hanno evidenziato proprietà di localizzazione dei mitocondri che provano non solo la loro generica idoneità all'uso quali marcatori mitocondriali, ma anche, in talune condizioni, la loro superiorità rispetto ai marcatori mitocondriali tradizionali, allargando così il campo delle possibili applicazioni della microscopia confocale.
Breve descrizione delle figure
Le suddette proprietà dei composti di formula (I) meglio risulteranno dalla descrizione dettagliata che segue circa i test cui è stato sottoposto un suo rappresentante esemplificativo, il PEPEP, ed ai quali sono riferite le unite figure in cui:
- la figura 1 è un diagramma rappresentante gli esiti del test di citotossicità di un composto secondo la presente invenzione;
- le figure 2a e 2b rappresentano immagini risultanti da microscopia confocale di cellule trattate con PEPEP in due diverse condizioni operative;
- le figure 2c e 2d rappresentano immagini risultanti da microscopia confocale delle stesse cellule delle figure 2a,b trattate con marcatori mitocondriali noti;
- le figure 3a e 3b rappresentano immagini risultanti da microscopia confocale di un primo tipo di cellule trattate contemporaneamente con PEPEP e con un marcatore noto, ottenute rispettivamente filtrando l'emissione del PEPEP e filtrando l'emissione del marcatore noto, - la figura 3c rappresenta un'immagine ottenuta sovrapponendo le figure 3a e 3b, ai fini della valutazione di colocalizzazione del PEPEP e del marcatore noto;
- le figure da 3d a 3f rappresentano immagini analoghe a quelle delle figure da 3a a 3c, ma riferite ad un secondo tipo di cellule;
- le figure 4a, 4b rappresentano immagini risultanti da microscopia confocale di cellule di Saccharomyces cerevisiae trattate con PEPEP; - le figure 5a e 5b rappresentano immagini risultanti da microscopia confocale di un terzo tipo di cellule trattate con PEPEP, rispettivamente in assenza ed in presenza di un composto disaccoppiatore del potenziale di membrana mitocondriale.
Esempio preferito di applicazione dell'invenzione
L'efficacia dei composti della famiglia di formula 1 per l'uso secondo l'invenzione è stata provata sottoponendo un suo composto rappresentativo, il PEPEP, sopra identificato con la formula di struttura (II), in alcune prove descritte in dettaglio di seguito.
Nelle prove sono stati impiegati i seguenti composti:
- 3,6-diammino-9-(2-(metossicarbonil) fenil cloruro, o rodamina 123 (nel seguito, in breve, R123), fornito da Molecular Probes ;
- dimetilamminostiril-metilpiridinio ioduro (nel seguito, in breve, DASPMI), fornito da Molecular Probes;
- Carbonil cianuro 4-(trifluorometossi) fenilidrazone (di seguito, in breve, FCCP), fornito da Sigma;
- PEPEP preparato direttamente nei laboratori della Richiedente, secondo la procedura riportata in dettaglio nella domanda di brevetto italiano n. MI2000A000612 e nella corrispondente domanda di brevetto internazionale n. PCT/EP01/13193.
Sono state inoltre utilizzate le seguenti colture cellulari:
- cellule endoteliali di cordone ombelicale umano (di seguito HUVEC), provenienti da ATCC e coltivate utilizzando il terreno di coltura M199 addizionato del 10% di siero fetale di vitello, ECGF (150 mg/l) ed eparina (5 U/ml);
- cellule leucemiche umane U937 coltivate utilizzando il terreno di coltura RPMI addizionato del 10% di siero fetale di vitello;
- cellule immortalizzate di rene di scimmia COS7 coltivate utilizzando il terreno di coltura DMEM addizionato del 10% di siero fetale di vitello; cellule del lievito Saccharomyces cerevisiae in fase di crescita stazionaria.
Tutti i reagenti per le colture cellulari provengono da Sigma.
Test di citotossicità
La citossicità del PEPEP è stata valutata misurando spettrofotometricamente la crescita cellulare in funzione dell'attività mitocondriale delle cellule vitali, basata sulla capacità della deidrogenasi mitocondriale, espressa solo dalle cellule vitali, di ridurre il 3-[4,5-dimetiltiazolo-2-ile]-2,5-difenil tetrazolio bromuro (MTT).
Cellule HUVEC e U937 sono state coltivate in piastre a 96 pozzetti, trattate con una soluzione 5 μΜ di PEPEP per 24 e 48 ore e quindi incubate per 4 ore a 37°C con MTT. I valori di assorbenza sono stati determinati a 570 nm. I risultati dell'analisi spettrofotometrica a 24 e a 48 ore sono riportati nel diagramma di figura 1 e raffrontati con un campione di controllo.
L'andamento del grafico di figura 1 evidenzia chiaramente come il PEPEP non influenzi in alcun modo la crescita cellulare, e possa essere quindi utilizzato in cellule vitali.
Analisi di localizzazione intracellulare
Il PEPEP è stato sottoposto a vari test per verificare le sue caratteristiche di localizzazione selettiva all'interno di diversi tipi di cellule e confrontato con altri composti marcatori noti.
L'analisi della distribuzione dei composti marcatori all'interno delle cellule è stata effettuata mediante microscopia LSCFM. A questo scopo è stato utilizzato un microscopio a fluorescenza confocale MRC-600 della Bio-Rad Microscience Division (UK) accoppiato ad un microscopio ad epifluorescenza Nikon Optiphot II. È stato utilizzato un obiettivo 60x ad immersione in olio con N.A. = 1.4 o un obiettivo in aria 20x con N.A.=0.4. La fluorescenza dei composti marcatori è stata eccitata tramite l'emissione di un laser ad Argon a 488 nm e rilevata a 515 nm. L'alta sensibilità di questo rilevamento consente di usare una sorgente laser a bassa potenza (0.1 mW), condizione essenziale per lo studio dei mitocondri attivi in cellule vitali.
In un primo test, cellule HUVEC sono state fatte crescere su piastre Petri (37°C, 5% C02). Una soluzione di PEPEP è stata aggiunta a due campioni di queste cellule fino a raggiungere una concentrazione finale in ciascun campione pari a 5 μΜ. Le cellule sono state mantenute in presenza di PEPEP a) per 30 minuti e b) per 24 ore. Al termine del periodo di incubazione entrambi i campioni sono stati analizzati tramite LSCFM, come descritto in precedenza.
In figura 2a e 2b sono riportate le immagini derivanti dalla microscopia a fluorescenza confocale. Da esse si ricava come il PEPEP si localizzi in modo selettivo all'interno dei mitocondri, producendo una intensa fluorescenza con un maggior accumulo dopo 24 ore di incubazione.
La selettività del PEPEP è stata confrontata con quella di altri marcatori mitocondriali noti quali R123 ed il DASPMI.
Cellule HUVEC ottenute nello stesso modo dei campioni precedenti, sono state trattate rispettivamente con una soluzione di R123 fino a raggiungere una concentrazione finale di 1 μΜ e con una soluzione di DASPMI fino a raggiungere una concentrazione finale di 10 μΜ e quindi incubate rispettivamente per 10 e 15 minuti. Questi campioni comparativi sono stati analizzati con LSCFM e le immagini risultanti sono rappresentate nelle figure 2c e 2d.
Test analoghi sono stati condotti anche su campioni di cellule 11937, su campioni di cellule COS7, quali sistemi modello per colture cellulari fisiologiche e patologiche di mammifero, nonché su Saccharomyces cerevisiae per la sua rilevanza nel campo biotecnologico.
Il confronto tra le immagini ottenute da LSCFM rivela come la selettività del PEPEP nei confronti dei mitocondri sia del tutto confrontabile con quella dell'R123 e del DASPMI.
Analisi di colocalizzazione
Cellule HUVEC, preparate come nelle prove precedenti, sono state trattate con una soluzione 5 μΜ di PEPEP e incubate per 20 minuti; dopo di che è stata aggiunta una soluzione ΙμΜ di R123, ed il tutto è stato incubato per altri 10 minuti. Le cellule sono state quindi analizzate con LSCFM, utilizzando prima un filtro passa alto con taglio a 600 nm per rilevare l'emissione del PEPEP (fìg. 3a) e poi un filtro passa banda a 540 nm per rilevare l'emissione dell'R123 (fig. 3b).
Sulla base delle figure 3a e 3b è stato quindi valutato il livello di colocalizzazione dei due marcatori testati tramite sovrapposizione delle immagini usando una specifica applicazione software (Colocalization test plug-in for Image J, Wright Celi Imaging Facility, Canada). L'immagine ottenuta per sovrapposizione è illustrata in figura 3c. Il coefficiente di correlazione di Pearson così valutato è risultato dell'ordine del 95%.
La stessa prova è stata condotta su campioni di cellule U937. Queste cellule sono state trattate con analoghe soluzioni di PEPEP e di R123 ed analizzate con LSCFM, secondo le stesse modalità sopra esposte. Le immagini risultanti sono rappresentate in figura 3d e 3e, mentre in figura 3f illustrata l'immagine ottenuta per sovrapposizione delle immagini delle figure 3d e 3e. Il coefficiente di correlazione di Pearson così valutato è risultato dell'ordine dell'80%.
Analisi di localizzazione nei mitocondri con membrana depotenziata
Un ulteriore prova è stata mirata al tipo di meccanismo che porta il PEPEP a localizzarsi selettivamente all'interno dei mitocondri. In particolare è stato verificato se tale localizzazione era determinata dal gradiente potenziometrico della membrana mitocondriale, come nel caso dei composti marcatori tradizionali, ovvero se il meccanismo fosse di tipo diverso.
Cellule COS7 sono state trattate con una soluzione 5 μΜ di PEPEP e incubate per 30 minuti in assenza ed in presenza di un composto disaccoppiatore del potenziale di membrana, l'FCCP (soluzione 2 μΜ, tempo di incubazione 5-10 minuti). Dopo incubazione, i campioni cellulari sono stati lavati due volte con PBS ed analizzati con LSCFM, utilizzando l'obiettivo ad aria 20x.
L'immagine risultante dal campione cellulare trattato con PEPEP in assenza di FCCP è rappresentato in figura 5a, mentre quello trattato con PEPEP in presenza di FCCP è rappresentato in figura 5b.
Come si può immediatamente constatare, l'intensità della fluorescenza e la localizzazione del PEPEP non è influenzata in modo apprezzabile dalla presenza del FCCP, il che suggerisce che il meccanismo attraverso il quale il PEPEP si concentra all'interno dei mitocondri non è di tipo potenziometrico. Più probabilmente tale meccanismo è legato all'affinità del PEPEP con il DNA mitocondriale.
Peraltro è opportuno precisare che non è stata osservata alcuna localizzazione di PEPEP all'interno del nucleo delle cellule vitali.
I risultati delle prove sopra descritte evidenziano che il PEPEP, non essendo citotossico, possedendo buone proprietà di fluorescenza anche in ambiente acquoso, e, soprattutto, presentando una elevata affinità per i mitocondri, può essere efficacemente impiegato quale marcatore mitocondriale, altamente selettivo, per analisi e visualizzazione di cellule tramite microscopia a fluorescenza confocale.
Gli altri composti della famiglia di formula (I) sono ritenuti avere caratteristiche analoghe a quelle del PEPEP.
Le proprietà di localizzazione selettiva del PEPEP e dei composti della famiglia di composti di formula (I) suggeriscono inoltre il loro impiego quale veicolo per l'introduzione nei mitocondri di altri composti.
Ad esempio, è previsto che il PEPEP possa essere legato, direttamente o tramite un gruppo molecolare intermedio, ad un composto in grado di generare ossigeno di singoletto, così che la sua localizzazione all'interno dei mitocondri possa essere sfruttata per applicazioni di terapia fotodinamica.
Esempi di sostanze note che possono essere legate al PEPEP a questo scopo sono le squaraine.
La presente invenzione risolve quindi il problema sopra lamentato con riferimento alla tecnica nota citata, offrendo nel contempo numerosi altri vantaggi, tra cui quello di mettere a disposizione composti in grado di localizzare selettivamente i mitocondri in modo sostanzialmente indipendente dal loro potenziale di membrana.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso di un composto di formula generale (I)
    ove
    R<3> R<1>= alchile, alcossialchile, alchilamminoalchile, dialchilamminoalchile, R<3>= alchile, X<'>= trifluorometansolfonato, tosilato, alchilsolfonato, cloruro, solfato,
    R<2>= alchile, alcossialchile, alchilamminoalchile, dialchilamminoalchile, quale composto per la localizzazione selettiva dei mitocondri.
  2. 2. Uso in cui il composto ha formula (II) (PEPEP)
  3. 3. Uso di un composto secondo la rivendicazione 1 o 2 quale marcatore mitocondriale.
  4. 4. Uso di un composto secondo la rivendicazione 3, per la visualizzazione di mitocondri.
  5. 5. Uso di un composto secondo la rivendicazione 4 tramite rilevazione di radiazione fluorescente.
  6. 6. Uso di un composto secondo la rivendicazione 1 o 2 quale veicolo per l'introduzione selettiva nei mitocondri di un composto funzionale.
  7. 7. Uso secondo la rivendicazione 6 in cui detto composto funzionale è un generatore di ossigeno di singoletto.
  8. 8. Composto comprendente un composto di formula (I) legato ad un generatore di ossigeno di singoletto per uso in campo terapeutico.
  9. 9. Metodo per la visualizzazione di mitocondri mediante microscopia confocale comprendente le fasi di: - preparare un campione delle cellule da analizzare, - porre a contatto detto campione con una soluzione comprendente una quantità efficace di un composto marcatore per un tempo sufficiente affinché detto composto marcatore possa localizzarsi selettivamente nei mitocondri, - assoggettare detto campione cellulare ad una radiazione per eccitare detto composto marcatore provocando una emissione di una radiazione fluorescente da detto composto marcatore, - rilevare ed elaborare detta radiazione fluorescente, emessa dal composto marcatore, tramite microscopia confocale, caratterizzato dal fatto che detto composto marcatore ha formula generale (I).
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 9, in cui detto composto marcatore ha formula (II).
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KASTEN Probes: Properties, History and Applications
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