ITPD20000142A1 - Dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva oculare. - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva oculare.
Attualmente, è sempre più diffuso l’utilizzo di lenti progressive o bifocali, le quali permettono all’utente che le indossa, affetto per esempio da problemi di miopia o ipermetropia, di vedere chiaramente sia alla lunga che alla corta distanza.
Le lenti progressive sono sostanzialmente costituite da una porzione superiore di gradazione tale da permettere all’utente di vedere in modo nitido alla lunga distanza, e da una porzione inferiore il cui canale centrale permette all’utente di vedere in modo nitido alla corta distanza.
Le porzioni di lente che affiancano il canale centrale nella parte inferiore della lente, sono zone non correttamente graduate e attraverso le quali l’occhio dell’utente vede in modo offuscato.
In pratica, quando l’occhio dell’utente guarda l’infinito, la pupilla vede attraverso la porzione superiore della lente la quale corregge in maniera opportuna la vista.
Quando invece, l’utente fìssa cose poste ad una corta distanza, ad esempio per leggere, la pupilla si muove secondo una certa convergenza, e per vedere in maniera chiara, la vista dovrebbe essere mediata dal canale centrale graduato.
Risulta evidente come la posizione del canale centrale sia molto importante.
Infatti, se la vista di oggetti vicini, non è esattamente mediata dal canale centrale, la visione risulta non chiara ed offuscata.
La tecnica attualmente nota, per la realizzazione di lenti progressive, è quella di misurare la distanza interpupillare del soggetto cosiddetta da lontano, e poi seguendo dei parametri predefiniti si trova la convergenza cosiddetta standard.
La convergenza è definita come lo spostamento che la pupilla compie quando dopo avere fissato un oggetto lontano, fissa un oggetto vicino.
La convergenza cambia dunque da soggetto a soggetto, e proprio per questo motivo, molte volte lenti multifocali realizzate secondo criteri standard, non sono adatte ad alcuni soggetti, le cui pupille, osservando oggetti vicini, non vedono attraverso il canale centrale della porzione inferiore, ma attraverso una delle due porzioni laterali.
Compito principale della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo che permetta di misurare la convergenza soggettiva, ovvero la distanza interpupillare che si instaura quando gli occhi fissano oggetti vicino.
Ancora uno scopo è quello di realizzare un dispositivo le cui regolazioni possono essere attuate anche dall’utente stesso.
Un altro scopo ancora, è quello di realizzare uno strumento di semplice struttura, ma in grado di rilevare con precisione la distanza interpupillare soggettiva da vicino.
Non ultimo scopo è quello di realizzare uno strumento in grado di misurare anche la distanza interpupillare soggettiva da lontano e la relativa altezza.
Il compito principale, gli scopi preposti ed altri scopi ancora, che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da un dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva caratterizzato dal fatto di comprendere un telaio, agganciabile alla montatura di un occhiale, di supporto per due elementi traslabili orizzontalmente ad opera dell’utente, ciascuno in corrispondenza di una lente, su un piano parallelo a quello di giacitura delle lenti, detti elementi traslabili comprendendo ciascuno una prima porzione di collegamento cinematico al telaio, una seconda porzione corrispondente alla porzione superiore della lente, provvista di almeno una fila di primi segni di riferimento, per la corrispondente pupilla dell’utente, disposti in successione verticale, e una terza porzione corrispondente alla porzione inferiore della lente, provvista di un secondo segno di riferimento, per la corrispondente pupilla dell’utente, atto a realizzare un mirino, le traslazioni di detti elementi traslabili essendo rilevabili per mezzo di una scala graduata del telaio.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del rinnovazione, risulteranno maggiormente dalla descrizione di una sua forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, indicata a titolo indicativo, ma non per questo limitativo, nelle allegate tavole di figure e disegni, in cui:
- la fìg. 1 illustra un dispositivo secondo il trovato associato ad un occhiale;
- la fig. 2 illustra un dispositivo secondo il trovato associato ad un occhiale indossato da un utente;
- la fig. 3 illustra in vista frontale una porzione del dispositivo secondo i trovato associato ad un occhiale;
- le figg. 4 e 5 illustrano, in due differenti viste, una porzione dispositivo parzialmente sezionato;
- le figg. 6 e 7 illustrano, in due differenti viste, un particolare del dispositivo parzialmente sezionato;
- la fig. 8 illustra un altro componente del dispositivo;
- la fig. 9 illustra una lente progressiva;
- le figg. 10 e 11 illustrano schematicamente due fasi del funzionamento del dispositivo secondo il trovato.
Con particolare riferimento alle figure precedentemente descritte, un dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva, in una sua forma realizzativa possibile, viene complessivamente indicato con il numero 10.
Il dispositivo 10 è costituito da un telaio 11 ad “U” rovesciata e costituito da un longherone 1 la dalle cui estremità si sviluppano rispettivi montanti 1 lb.
Il telaio 11 è agganciabile ad un occhiale, complessivamente indicato con il numero 12, per mezzo di riscontri fissi 13 a forcella, contrapposti a riscontri mobili 14 a forcella, articolati alle porzioni inferiori dei montanti 1 lb, che afferrano la montatura dell’occhiale 12 rispettivamente da sopra e da sotto.
Il telaio 11 supporta due elementi 1S traslabili parallelamente al longherone 1 la.
Gli elementi traslabili 15 sono sostanzialmente piastriformi, realizzati in materiale plastico trasparente.
La traslabilità è determinata dall’ accoppiamento fra una cremagliera 16, a cui ciascuno è solidale, e una corrispondente guida 17 ricavata sul longherone I la.
Ciascuna cremagliera 16 si impegna con una corrispondente ruota dentata 18 girevolmente vincolata al longherone I la e solidale ad una corrispondente manopola 19 posta superiormente al telaio 11, e manovrabile dall’utente.
Ciascun elemento traslabile 15, si muove in corrispondenza di una scala graduata 20, disposta sul longherone 1 la del telaio 11.
Gli elementi traslabili 15 sono costituiti da una piastrina con una prima porzione, superiore, 35 di collegamento alla cremagliera 16, e una seconda porzione, mediana, 21 corrispondente alla porzione superiore delle lenti dell’occhiale 12, le quali sono provviste di una fila di fori ad asola 22 sviluppantisi ciascuno nella direzione di traslazione dell’elemento traslabile stesso, cioè in direzione parallela al longherone I la, disposti in successione verticale a determinare una griglia.
La terza porzione, inferiore, 23 degli elementi traslabili 15 è sostanzialmente costituita da una guida verticale 24, sulla quale scorre un pattino 25 dotato di un foro centrale 26 cerchiato colorato a realizzare un mirino.
Lungo la guida 24, il pattino 25 trova una pluralità di posizioni di equilibrio, in quanto la guida verticale 24 è sagomata esternamente a realizzare delle cave di riscontro 27 per corrispondenti elementi elastici, vantaggiosamente molle a balestra 28, montate su corrispondenti sedi 29 del pattino 25.
Per quanto riguarda il funzionamento, il dispositivo 10 viene agganciato ad un occhiale 12 indossato da un utente.
Con un occhio bendato, come visibile in figura 11, l’utente fissa una linea di riferimento 30, che vantaggiosamente potrebbe essere il bordo di rilegatura delle pagine di un libro aperto.
A questo punto, agendo sulla manopola 19 corrispondente all’ traslabile 15 dell’occhio aperto, l’utente muove l’elemento 15 stesso, fu il foro cerchiato 26 del pattino 25 non si interpone tra la pupilla e la linea di riferimento 30.
Il passo successivo è quello di bendare l’occhio che prima era scoperto e di ripetere la medesima operazione con il secondo occhio.
Al termine di questa seconda fase, l’utente, con entrambi gli occhi scoperti, fissa la linea di riferimento 30, e se le operazioni sono state compiute in modo corretto, i due fori cerchiati 26 degli elementi traslabili 15 dovrebbero essere sovrapposti.
Vantaggiosamente, i fori cerchiati 26 di ciascun elemento traslabile 15 sono di differenti colori, per esempio rosso e blu, per essere facilmente distinguibili da parte dell’utente.
In alcuni rari casi, può succedere che i due fori cerchiati 26 non siano sovrapposti ma giacciano sfalsati sulla linea di riferimento verticale 30.
A questo punto agendo sui pattini 25, si bilancia questo disallineamento, fintantoché entrambi i fori cerchiati 26 non sono sovrapposti.
Una volta che i fori cerchiati 26 sono sovrapposti, tramite la scala graduata 20 si misura la distanza interpupillare da vicino, ovvero la convergenza propria dell’utente.
A questo punto l’utente viene invitato a fissare un punto dell’ orizzonte, e, oltre a poter misurare la distanza interpupillare da lontano, tramite i fori ad asola 22, ricavati sugli elementi traslabili 15, è possibile determinare l’altezza a cui le pupille si trovato quando scrutano un oggetto posto nella lunga distanza.
I valori ricavati dalle precedenti misurazioni, cioè in particolare la convergenza soggettiva, la distanza interpupillare e l’altezza delle pupille quando l’utente guarda l’infinito, è possibile determinare, come si vede in figura 9, il corretto posizionamento della lente da tagliare 31 sulla lente di partenza 32.
1 parametri precedentemente ricavati, sono fondamentali per determinare la posizione orizzontale del canale centrale 33, rispetto alla lente 31, attraverso il quale la pupilla è in grado mettere a fuoco oggetti posti vicini, e anche la linea immaginaria 34 che divide la lente 31 dalla porzione superiore attraverso la quale la pupilla può focalizzare gli elementi posti lontani e la porzione inferiore, in particolare il canale centrale.
Si è in pratica constatato come la presente invenzione abbia portato a termine gli scopi ad essa preposti.
In particolare, si vede come sia stato stravolto il metodo tradizionale di determinazione del tipo di lente bifocale o graduale per ciascun utente.
Partendo infatti dalla determinazione della convergenza soggettiva si è sicuri infatti di riuscire a realizzare una coppia di lenti multifocali che permettono all’utente una sicura e confortevole visione.
La presente invenzione è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
I dettagli tecnici sono sostituibili da altri elementi equivalenti inoltre, i materiali, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva caratterizzato dal fatto di comprendere un telaio, agganciabile alla montatura di un occhiale, di supporto per due elementi traslabili orizzontalmente ad opera dell’utente, ciascuno in corrispondenza di una lente, su un piano parallelo a quello di giacitura delle lenti, detti elementi traslabili comprendendo ciascuno una prima porzione di collegamento cinematico al telaio, una seconda porzione corrispondente alla porzione superiore della lente, provvista di almeno una fila di primi segni di riferimento, per la corrispondente pupilla dell’utente, disposti in successione verticale, e una terza porzione corrispondente alla porzione inferiore della lente, provvista di un secondo segno di riferimento, per la corrispondente pupilla dell’utente, atto a realizzare un mirino, le traslazioni di detti elementi traslabili essendo rilevabili per mezzo di una scala graduata del telaio.
  2. 2) Dispositivo, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun elemento traslabile è una piastrina realizzata in materiale trasparente.
  3. 3) Dispositivo, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che detti primi segni di riferimento, della seconda porzione dell’elemento traslabile, si concretizzano in una fila di fori ad asola sviluppantisi ciascuno nella direzione di traslazione dell’elemento traslabile, disposti verticalmente a determinare una griglia.
  4. 4) Dispositivo, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che detta terza porzione dell’elemento traslabile si concretizza in una guida a sviluppo verticale, per un pattino su cui è realizzato detto secondo segno di riferimento atto a realizzare un mirino.
  5. 5) Dispositivo, come alla rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detto mirino si concretizza in un foro cerchiato colorato.
  6. 6) Dispositivo, come alle rivendicazioni 4 e 5, caratterizzato dal fatto che detta guida è dotata esternamente di una pluralità di coppie di cave contrapposte per corrispondenti elementi elastici di riscontro associati al pattino.
  7. 7) Dispositivo, come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti fori cerchiati, uno per ciascun elemento traslabile, sono di differenti colori.
  8. 8) Dispositivo, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun elemento traslabile è solidale ad una cremagliera scorrevole entro una corrispondente guida del telaio e accoppiata ad una ruota dentata girevolmente vincolata al telaio e movibile dall’utente.
  9. 9) Dispositivo, come alla rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detta ruota dentata è solidale ad una manopola.
  10. 10) Dispositivo particolarmente per la misurazione della convergenza soggettiva, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per quanto illustrato e descritto nelle allegate tavole di figure e disegni.
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