ITMI972117A1

ITMI972117A1 - Assieme di una fresa alesatrice e di una protesi per implantologia ossea a perno avvitato

Info

Publication number: ITMI972117A1
Application number: IT97MI002117A
Authority: IT
Inventors: Walter Veneziano
Original assignee: Walter Veneziano
Priority date: 1997-09-18
Filing date: 1997-09-18
Publication date: 1999-03-18
Also published as: DE69816386D1; IT1295028B1; EP0903116B1; EP0903116A1; ES2202702T3; ATE245007T1

Description

La presente invenzione riguarda l’assieme di una fresa alesatrice e di una protesi per implantologia ossea a perno avvitato, in particolare impiegabile in odontoiatria, ortopedia e chirurgia maxillo-facciale, la protesi essendo awitabile nella sede ossea prodotta dalla fresa alesatrice.

Il campo dell’invenzione è quello dell’ancoraggio delle suddette protesi sfruttando l’osteointegrazione, cioè la risposta naturale che fornisce un tessuto osseo quando si genera e si rinforza attorno alle pareti della protesi impiantata nella sede ossea.

Lo stato della tecnica comprende protesi ossee diverse, ciascuna concepita secondo una determinata “scuola”; le scuole più avanzate nel campo sono quelle svizzera, svedese, tedesca, americana e italiana. Tali protesi differiscono fra loro in base alla configurazione esterna che è generalmente cilindrica o troncoconica, con o senza filettature, mentre gli strumenti e le tecniche di applicazione possono essere simili o anche uguali fra loro.

Il domandante conosce per esperienza professionale diverse tecniche e diversi strumenti che ritiene non anticipino quanto si rivendica nella presente domanda di brevetto; in particolare, egli conosce il brevetto italiano n° 1237496 che rivela una fresa definita dall’inventore “a torta nuziale capovolta” caratterizzata da una serie di sezioni taglienti aventi forma cilindrica, concentriche e di diametro decrescente lungo la fresa; quest 'ultima prepara una sede per una protesi sensibilmente troncoconica portante due filettature, una prima a passo rapido atta ad avvitarsi nel tessuto osseo trabecolare e una seconda, eventualmente autofìlettante, destinata ad avvitarsi nella parte corticale opposta a quella d’inserimento della protesi, tale seconda filettatura avendo un numero di principi multiplo di quello della prima.

Gli svantaggi dello stato della tecnica stanno principalmente nel fatto di comportare interventi piuttosto lunghi e traumatici in quanto è impiegato un numero elevato di strumenti (frese, maschiatori, alesatori e protesi); inoltre, imprecisioni geometriche, in particolare fra sede ossea e protesi, producono guarigioni ossee in tempi lunghi, cosìdette a “seconda intenzione” notoriamente di tenuta non affidabile e duratura.

La presente invenzione ovvia ai suddetti svantaggi e, come caratterizzata nelle rivendicazioni, è un assieme di fresa alesatrice e protesi in cui: la fresa alesatrice ha forma sensibilmente cilindro-conica e comprende almeno due costole sensibilmente longitudinali, ungualmente distanziate angolarmente e formate da parti coniche taglienti alternate longitudinalmente a parti cilindriche non taglienti, scanalature longitudinali essendo ricavate fra costole adiacenti; la protesi ha forma conico-cilindrica in cui la parte cilindrica comprende al centro della sommità un’apertura per rimpianto della connessione protesica e la parete della parte conica comprende una filettatura elicoidale.

I principali vantaggi dell’ invenzione sono dati da ciò: che la fresa alesatrice, con la propria parte conica, produce la desiderata sede conica progressivamente in modo preciso e non traumatico; che le scanalature longitudinali consentono un efficace deflusso dei liquidi di raffreddamento e fisiologici con i deliriti ossei; che la protesi si impegna facilmente nella sede ossea in un accoppiamento conico di precisione senza produrre effetti compressivi sulle pareti della sede e senza concentrazione di sollecitazioni che causino i noti assorbimenti ossei e la conseguente perdita dell’integrazione dell’impianto.

L’invenzione sarà descritta più in dettaglio qui di seguito con un esempio di realizzazione e con l’ausilio di disegni in cui la

Fig. 1 è una vista di una prima fresa alesatrice, la

Fig. 2 è una vista parzialmente sezionata di una protesi e la

Fig. 3 è una vista di una seconda fresa alesatrice.

La Fig. 1 mostra la fresa alesatrice 1 che porta in sommità il codolo 2 sul quale è destinato ad essere serrato il morsetto del micromotore o del manipolo che azionano lo strumento, non indicati, il corpo della fresa alesatrice comprende due parti, una superiore A, completamente cilindrica, e una inferiore B in cui sono ricavate quattro costole longitudinali 3, quattro scanalature longitudinali 4 e una punta cilindro-conica 5. Ciascuna costola longitudinale 3 e la punta 5 sono taglienti nei tratti conici co ed è non taglienti nei tratti cilindrici ci; la punta pu della punta cilindro-conica 5 serve, ovviamente, per posizionare esattamente lo strumento sul campo dell’intervento e la parte cilindrica ci serve per guidare correttamente lo strumento nella fase iniziale del suo lavoro, il che facilita il corretto proseguimento allineato della produzione della sede ossea.

La Fig. 2 mostra la protesi 10 che porta in sommità la parte cilindrica Il e inferiormente la parte conica 12; una cavità longitudinale 13 è aperta sulla sommità della parte cilindrica 11 e si estende parzialmente anche entro la parte conica 12 per ricevere il previsto elemento di connessione protesica (non indicato); sulla parete della parte conica 12 è ricavata la filettatura elicoidale 14. L’angolo a di questa filettatura, nell’esempio uguale a 75°, e l’angolo β della parte conica 12 (nell’esempio uguale a 3°), come pure il passo della filettatura e la sporgenza dei filetti dalla parete della parte conica, avranno, per ciascuna protesi, valori tali che la protesi si trovi nelle condizioni di lavoro e di resistenza più convenienti a seconda dell’ architettura ossea esistente nel campo deirintervento. Sulla superficie laterale della parte cilindrica 11 sono ricavati una sorta di bugnatuta o di picchiettatura 15, ovvero rilievi o recessi, allo scopo di aumentare la superfìcie di contatto con l’osso e la tenuta della protesi nell’osso stesso.

La Fig. 3 mostra una fresa alesatrice 1A in tutto uguale a quella illustrata nella Fig. 1, ma in cui le costole longitudinali 3 A assumono un’inclinazione di un angolo γ rispetto all’asse I-I dello strumento.

Si comprende che il numero delle costole nelle frese sarà adeguato all’architettura ossea presente in ciascun caso.

Claims

Rivendicazioni 1. Assieme di una fresa alesatrice (1) e di una protesi (10) per implantologia ossea a perno avvitato, la protesi contenendo in sommità una parte cilindrica con una sede centrale (13) per accogliere un elemento di connessione protesica, caratterizzata da ciò che la fresa alesatrice (1) ha forma sensibilmente cilindro-conica comprendente almeno due costole (3) sensibilmente longitudinali e ugualmente distanziate fra loro angolarmente, ciascuna costola portando parti coniche taglienti (co) alternate longitudinalmente a parti cilindriche (ci) non taglienti, scanalature longitudinali (4) essendo ricavate fra costole adiacenti; la protesi (10) ha forma conicocilindrica in cui la parte conica comprende una filettatura elicoidale (14). 2: Assieme secondo la rivendicazione 1 caratterizzato da ciò che le costole sensibilmente longitudinali (3) assumono un’inclinazione (y) rispetto all’asse longitudinale (1-1) della fresa alesatrice (1 A). 3. Assieme secondo la rivendicazione 1 caratterizzato da ciò che la fresa alesatrice (1) comprende all’estremità inferiore una punta cilindro conica (5) comprendente una parte cilindrica (ci) non tagliente e una parte conica (co) tagliente. 4. Assieme. secondo la rivendicazione 1 caratterizzato da ciò che sulla superficie laterale della parte cilindrica (11) della protesi (10) sono ricavati rilievi o recessi (15) capaci di aumentare la superficie di contatto con l’osso e la tenuta della protesi nell’'