ITMI971047A1 - Dispositivo per l'aspirazione di liquidi ausiliari specie per macchine idropulitrici - Google Patents

Dispositivo per l'aspirazione di liquidi ausiliari specie per macchine idropulitrici Download PDF

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ITMI971047A1
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IT
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sleeve
fitting
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liquids
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Inventor
Carlo Alberto Cuneo
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Faip S R L Off Mec
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Description

Descrizione della domanda di breveto per invenzione industriale dal titolo: “Dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari, specie per macchine idropulitrici ”
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari, applicabile specialmente a macchine idropulitrici. Più in particolare, la presente invenzione si riferisce a un dispositivo, applicabile a macchine idropulitrici di qualsivoglia dimensione e portata, ato ad aspirare in modo calibrato liquidi ausiliari quali ad esempio detergenti o disinfetanti, da miscelare con l’acqua in uscita dall’ apparecchiatura in funzione.
Le macchine idropulitrici, come è noto, trovano impiego in svariati setori e comprendono essenzialmente un gruppo motore-pompa che pone in pressione il liquido in esso alimentato convogliandolo alla bocca di erogazione di una lancia attivata e orientata dall’utilizzatore. Tra l’uscita della pompa del liquido, in genere acqua, e il tubo di collegamento con la lancia e i relativi accessori, è normalmente disposto un dispositivo per l’aspirazione da un piccolo serbatoio di liquidi ausiliari, ad esempio detergenti specifici per la pulizia da effettuare. I tradizionali dispositivi di questo genere, applicati alle macchine idropulitrici, comprendono una camera a effeto Venturi e un ugello con sezione di passaggio variabile, in modo da consentire 1$ fuoriuscita dell’acqua in alta e in bassa pressione. Il liquido aspirare dal recipiente o serbatoio nel quale è contenuto viene richiamato attraverso un apposito condotto che sbocca in corrispondenza della sezione intermedia della camera Venturi solo nel momento in cui, manovrando opportunamente Pugello erogatore, si aumenta la sezione di passaggio dell’acqua ottenendo una pressione inferiore allo zero. In questi noti dispositivi di aspirazione, le caratteristiche geometriche dei vari componenti vengono dimensionate di volta in volta in funzione delle prestazioni della pompa e della depressione che si desidera ottenere. Detti noti dispositivi per l’aspirazione di liquidi ausiliari presentano alcuni inconvenienti di rilievo.
In primo luogo, tutta l’acqua in uscita dalla pompa passa sempre obbligatoriamente attraverso il foro calibrato della camera Venturi, anche quando non si intende sfruttare, come nel caso del funzionamento della macchina idropulitrice in alta pressione, l’effetto aspirante; questo genera una forte perdita di carico tra la camera a monte e la camera a valle dell’ugello calibrato e, conseguentemente, un’apprezzabile riduzione della pressione dell’acqua in uscita.
Per eliminare questo inconveniente, in alcune macchine idropulitrici vengono predisposte due lance da usare alternativamente durante l’erogazione in bassa ed alta pressione; il venturimetro, in questo caso, non è disposto tra l’uscita dalla pompa del liquido e il tubo di collegamento alla lancia, ma è incorporato in una delle lance stesse, cioè in quella utilizzata per l’erogazione in bassa pressione, al fine di rendere possibile la miscelazione di liquidi ausiliari. Nell’altra lancia, impiegata per l’alta pressione e priva di venturimetro, il passaggio dell’acqua rimane quindi diretto, senza dar luogo a perdite di carico. Questa soluzione non risulta però vantaggiosa, dal momento che P utilizzatore deve sostituire una lancia con l’altra ad ogni passaggio di erogazione dell’acqua da alta a bassa pressione e viceversa, cioè nel momento in cui desidera miscelare liquido ausiliario con l’acqua in uscita dalla idropulitrice; a parte la scomodità che ne consegue, la predisposizione di due lance da utilizzare alternativamente accresce in misura rilevante il costo complessivo dell’apparecchiatura.
Ulteriore inconveniente che si riscontra in capo alle note apparecchiature di questo genere consiste nel fatto che, volendo utilizzare la macchina idropulitrice in bassa pressione senza richiamare liquidi ausiliari da miscelare all’acqua, è necessario predisporre una specifica valvola di intercettazione supplementare, posizionata in genere tra la camera Venturi e il serbatoio contenente il liquido ausiliario, atta a impedire l’aspirazione del liquido medesimo; ciò in quanto l’effetto della depressione della camera Venturi non è disinseribile.
Da ultimo, nei noti dispositivi di aspirazione applicati alle macchine idropulitrici la quantità di liquidi ausiliari aspirati è costante, cioè non dosabile in funzione delle specifiche esigenze, se non attraverso organi di regolazione supplementari.
Scopo della presente invenzione è quello di ovviare agli inconvenienti lamentati in precedenza.
Più in particolare, lo scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo di aspirazione di liquidi ausiliari, specialmente applicabile a macchine idropulitrici, che consenta di eliminare la perdita di carico tra l’ingresso e l’uscita dell’acqua durante l’erogazione in alta pressione.
Ulteriore scopo dell’invenzione è quello di realizzare un dispositivo in cui l’aspirazione di liquidi ausiliari possa essere esclusa, senza ricorrere all’impiego di una specifica valvola di intercettazione, durante l’erogazione dell’acqua in bassa pressione.
Ulteriore scopo dell’invenzione è quello di realizzare un dispositivo in cui sia possibile regolare la quantità di liquidi ausiliari aspirati durante l’erogazione dell’acqua in bassa pressione.
Ulteriore scopo dell’invenzione è quello di realizzare un dispositivo atto a consentire l’ottimale miscelazione con l’acqua dei liquidi ausiliari aspirati durante l’erogazione in bassa pressione.
Ulteriore scopo dell’ invenzione è quello di mettere a disposizione degli utilizzatori un dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari atto a garantire un elevato livello di resistenza e affidabilità nel tempo, tale inoltre da poter essere facilmente ed economicamente realizzato. Questi e altri scopi ancora vengono raggiunti dal dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari della presente invenzione, applicabile specialmente a macchine idropulitrici che, ottenuto in metallo o altro idoneo materiale e applicabile in particolare a una macchina idropulitrice provvista di un gruppo motore-pompa per la pressurizzazione di acqua uscente attraverso il condotto di un raccordo che forma l’estremità libera della testata- pompa della macchina stessa, comprende:
- un corpo tubolare, con una estremità ribassata innestata e vincolata in detto raccordo provvisto di foro passante longitudinalmente esteso comunicante con la periferia di detto corpo attraverso una o più aperture o condotti radiali;
- un venturimetro formato in posizione sostanzialmente centrale nel corpo;
- un manicotto scorrevolmente calzato su detto corpo, avente diametro interno maggiore almeno lungo un tratto del proprio sviluppo rispetto al diametro esterno di detto corpo e provvisto di appendice ortogonalmente sviluppata, vincolata o solidale a un raccordo collegato, attraverso un tubetto, a una vaschetta o serbatoio contenente liquido ausiliario;
- una pluralità di anelli torici disposti in corrispondenti sgolatine formate lungo detto corpo.
Le caratteristiche costruttive e funzionali del dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari della presente invenzione possono essere meglio comprese dalla descrizione che segue, in cui si fa riferimento alle allegate tavole di disegni che ne rappresentano forme di esecuzione preferite e non limitative e in cui:
la figura 1 rappresenta schematicamente il dispositivo della presente invenzione, posizionato per l’erogazione dell’acqua con aspirazione di liquidi ausiliari in bassa pressione;
la figura 2 rappresenta schematicamente lo stesso dispositivo posizionato per l’erogazione dell’acqua senza aspirazione di liquidi ausiliari;
la figura 3 rappresenta schematicamente una forma di esecuzione alternativa del dispositivo della presente invenzione, posizionato per l’erogazione dell’acqua senza aspirazione di liquidi ausiliari;
la figura 4 rappresenta schematicamente lo stesso dispositivo di cui alla precedente figura, posizionato per l’erogazione dell’acqua con aspirazione di liquidi ausiliari.
Con riferimento alle citate figure, il dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari della presente invenzione, indicato nel complesso con 10 a figura 1, comprende basilarmente un corpo tubolare 12, ottenuto di preferenza in metallo, collegato a un’estremità con mezzi in sé noti a un raccordo 14 formante l’estremità libera della testata-pompa di una macchina idropulitrice, nonché un manicotto 16, calzato scorrevolmente su detto corpo 12 e collegato, attraverso un solidale prolungamento ortogonale 18, a una vaschetta o serbatoio (non rappresentato) contenente liquidi ausiliari, quali ad esempio detergenti, disinfettanti e simili. L’estremità del corpo tubolare 12 collegata al raccordo 14 è definita da una porzione ribassata 12’ avente diametro complementare a quello della sede formata nel raccordo medesimo. Deta porzione 12’ è vincolata stabilmente con mezzi noti al raccordo 14. Il diametro esterno del corpo 12 è di preferenza inferiore a quello del raccordo 14. Deto ultimo, otenuto di preferenza in metallo quale otone, acciaio inossidabile o altro idoneo materiale, definisce al proprio interno un foro passante centralmente sviluppato 20 che forma il condoto attraverso il quale il fluido, ad esempio l’acqua, fuoriesce in pressione dalla pompa della macchina idropulitrice ed entra nel dispositivo 10; la pressurizzazione di deto fluido è otenuta con mezzi in sé noti, quali ad esempio una pompa a pistoni assiali integrata nella medesima macchina idropulitrice. Il corpo tubolare 12 è provvisto di foro centrale passante longitudinalmente esteso, formato da un primo trato 22 a diametro maggiore e da un secondo trato 24 a diametro minore, tra loro collegati da un venturimetro, indicato nel complesso con 26. L’estremità del foro 24 opposta al foro 20 del raccordo 14, indicata con 28, forma la bocca di uscita dell’acqua dal dispositivo 10; in corrispondenza di deta estremità 28 è vincolato al corpo 12, con mezzi in sé noti, il tubo di erogazione collegato alla pistola e agli accessori di utilizzazione (non rappresentati). Rispetto al foro 24, l’estremità 28 presenta diametro sensibilmente maggiore; sul corpo tubolare 12, in corrispondenza della stessa estremità 28 a diametro maggiore del foro 24, è perifericamente formato un risalto anulare 30 che definisce uno spallamento per il manicoto 16 di cui si dirà in seguito.
Il corpo tubolare 12 presenta una pluralità di aperture radiali che dalla periferia comunicano con i fori 22, 24; dette aperture o condotti sono di preferenza orientati ortogonalmente rispetto ai citati fori 22, 24 e si collegano a essi in prossimità delle rispettive estremità rivolte al venturimetro 26; nella rappresentazione grafica di cui alle figure 1 e 2, sono esemplificativamente e non criticamente indicate due aperture 32, 34 e 36, 38 per ciascuno dei fori 22 e 24, il cui diametro è inferiore rispetto a quello dei fori medesimi. Un ulteriore foro 40 si sviluppa dalla periferia del corpo tubolare 12 e comunica con l’ugello calibrato 42, formato in posizione centrale nel venturimetro 26; il diametro del foro 42 è preferibilmente inferiore rispetto al diametro delle aperture 32, 34, 36 e 38. Lungo il corpo 12 è formata una pluralità di sgolature che definiscono la sede per altrettanti anelli torici o equivalenti mezzi, atti a garantire la tenuta tra lo stesso corpo 12 e il manicotto 16, come più avanti specificato in dettaglio.
Una coppia di anelli torici, indicati con 44, 46, è disposta in corrispondenti sgolature o sedi anulari formate anteriormente e posteriormente alle aperture 32, 34 che si sviluppano radialmente dal foro 22; una seconda coppia di analoghi anelli torici 48, 50, è disposta in corrispondenti sgolature formate anteriormente e posteriormente alle aperture 36,38 che si sviluppano radialmente dal foro 24. Ulteriori anelli torici, indicati con 52 e 54, sono vantaggiosamente disposti in altrettante sedi anulari rispettivamente formate sul corpo 12 in prossimità della sua porzione ribassata 12’ e lungo la porzione medesima innestata nel raccordo 14.
Sul corpo tubolare 12 è scorrevolmente calzato il manicotto 16, ottenuto in metallo o altro idoneo materiale, provvisto di una solidale appendice cilindrica 18 ortogonalmente sviluppata a partire dalla sua parte centro-anteriore rivolta al risalto anulare 30. Il manicotto 16 presenta lunghezza sensibilmente inferiore rispetto al corpo tubolare 12 e un diametro interno almeno in parte equivalente a quello del corpo stesso, salve le tolleranze di accoppiamento. In particolare, la porzione posteriore 16’ del manicotto 16, rivolta in direzione del raccordo 14 e del ribasso 12’, presenta diametro interno sostanzialmente equivalente a quello del corpo 12; detta porzione posteriore si estende per una quota limitata, esemplificativamente compresa tra 5 e 15 mm. Lo stesso diametro interno corrispondente al diametro esterno del corpo 12 interessa il manicotto 16 nella parte che si estende dall’appendice 18 sino all’estremità anteriore, indicata con 16”, rivolta al risalto anulare 30, fatta eccezione per una limitata porzione 56; detta ultima, formata in corrispondenza dell’asse verticale dell’appendice 18, definisce una scanalatura anulare a diametro leggermente maggiore rispetto a quello del corpo 12. Tra la porzione posteriore 16’ e l’appendice 18, il diametro interno del manicotto 16 è leggermente maggiore rispetto al diametro esterno del corpo 12, a formare una camera anulare 58. Di preferenza, il diametro interno del manicotto 16, nella porzione 56 formante la scanalatura anulare e lungo la camera anulare 58, è maggiore di una quota compresa tra 0,5 e 1,5 mm rispetto al diametro esterno del corpo tubolare 12.
Alla appendice 18 del manicotto 16 è solidale un raccordo 60 per il collegamento del dispositivo 10 a una vaschetta o serbatoio (non rappresentato) contenente il liquido ausiliario da miscelare con l’acqua. Il raccordo 60 è preferibilmente del tipo a “T” ed è vincolato all’ imboccatura dell’appendice 18 con qualsiasi sistema idoneo, ad esempio mediante filettatura o con adesivi, non escludendosi la possibilità di formare l’appendice 18 e il raccordo 60 in colpo unico. I rami paralleli del raccordo a “T” 60 sono allineati all’imboccatura dell’appendice 18 e ne costituiscono un prolungamento verso l’alto, chiuso da un nipplo 62 in metallo o in materiale plastico. Nel ramo ortogonale di detto raccordo, indicato con 64 e sviluppato parallelamente al manicotto 16 in direzione del risalto 30 formato sul corpo 12, è innestato e vincolato con mezzi noti un tubetto 66, collegato a un serbatoio o vaschetta contenente il liquido ausiliario; un’apertura 68, di qualsiasi forma e dimensione, pone in comunicazione il tubetto 66 con la parte interna del raccordo 60, definita dai due rami allineati. Il nipplo 62 è provvisto di foro assiale calibrato 70, chiuso superiormente da un tappo 72 ad apertura graduabile; la parte inferiore di detto foro 70, indicata con 70’, forma una camera di miscelazione per il liquido ausiliario, come più avanti specificato. II tappo 72 è di preferenza accoppiato al nipplo 62 mediante convenzionale filettatura.
Una valvola di non ritorno, formata ad esempio da una molla a spirale 74 e da una sfera 76 che riscontra rimboccatura del foro 70’, è vantaggiosamente disposta nella cavità definita dall’appendice 18. Detto ultimo presenta, lungo la parte attestata nel raccordo 60, un ribasso anulare 78 esteso superiormente e inferiormente rispetto all’apertura 68 formata nel ramo 64 del raccordo 60 e comunicante con il tubetto 66, e con i fori 70, 70’ attraverso una o più aperture radiali 68’.
Lo spostamento assiale del manicotto 16 sul corpo tubolare 12 è limitato da un lato dal risalto anulare 30 e, dal lato opposto, dal raccordo 14. Detto spostamento può altresì essere limitato mediante anelli di spallamento o altri convenzionali mezzi di bloccaggio, quali ad esempio perni, nottolini, arpioni e simili.
Con il manicotto 16 arretrato, come rappresentato a figura 1 (posizione A), l’acqua alimentata nel dispositivo 10 attraverso il foro 20 del raccordo 14 si distribuisce nel primo tratto 22 del foro centrale del corpo 12, passa attraverso le aperture radiali 32, 34 e riempie la camera anulare 58, ma non può raggiungere il foro 40 data la presenza dell’anello torico 44; l’acqua passa quindi nel venturimetro o camera Venturi 26 per proseguire nel secondo tratto 24 del foro centrale, svolgendo la funzione specifica di creare la depressione necessaria all’aspirazione del liquido ausiliario. Detto liquido viene richiamg$o attraverso il tubetto 66 e l’apertura 68 nel raccordo 60, passa nel foro 70’ e discende, attraverso il foro 40, nel venturimetro 26, in corrispondenza del suo ugello centrale calibrato 42. La pressione del liquido ausiliario richiamato sospinge verso il basso la sfera 76 e la molla 74, formanti la valvola di non ritorno, in misura sufficiente per creare il passaggio per il liquido stesso. Attraverso il tappo 72 del nipplo 62 è possibile regolare la quantità di liquido ausiliario aspirato: l’asportazione totale o lo svitamento parziale di detto tappo determina infatti Tingresso di aria all’interno del raccordo 60 attraverso il foro 70. L’aria si mescola col liquido ausiliario, creando turbolenza nel foro 70’ che funge da camera di miscelazione. In questa condizione operativa del dispositivo 10 è quindi assicurata l’erogazione dell’acqua in bassa pressione con aspirazione graduabile del liquido ausiliario.
Lo spostamento assiale del manicotto 16 sul corpo 12, che determina il riscontro con il risalto 30 da parte dell’estremità anteriore 16” del manicotto stesso, rende possibile l’erogazione di acqua in alta pressione, senza perdite di carico e senza aspirazione di liquido ausiliario. Tale situazione è schematizzata a figura 2 (posizione B), dalla quale si rileva che l’acqua alimentata nel dispositivo 10 attraverso il foro 20 del raccordo 14 segue contemporaneamente due percorsi prima di fuoriuscire dalla bocca 28. Una parte dell’acqua scorre nel primo tratto 22 del foro centrale, passa nel venturimetro 26 e quindi nel secondo tratto 24 dello stesso foro centrale; un’altra parte di acqua si distribuisce attraverso le aperture radiali 32, 34 nella camera anulare 58, dalla quale passa nel secondo tratto 24 del foro centrale attraverso le ulteriori aperture radiali 36, 38. Questo quantitativo di acqua by-passa quindi il venturimetro 26, che non ne riduce la pressione. Nello stesso tempo, il foro 40 che comunica con P ugello calibrato 42 del venturimetro 26 non è allineato con il raccordo 60 e non può quindi essere richiamato liquido ausiliario, neppure nel caso in cui Putente operasse in bassa pressione. Il passaggio da erogazione dell’acqua da alta a bassa pressione o viceversa è infatti attivato dall’utente medesimo attraverso convenzionali mezzi, generalmente disposti sulla lancia (non rappresentata). D dispositivo 10 permette quindi di operare automaticamente anche in bassa pressione senza richiamare liquidi ausiliari; è esclusa la necessità di prevedere allo scopo un’apposita valvola di intercettazione, da attivare manualmente, per impedire il richiamo di liquidi ausiliari durante l’erogazione dell’acqua in bassa pressione.
Le figure 3 e 4 riguardano una forma di esecuzione alternativa del dispositivo della presente invenzione. Dette figure, nelle quali i riferimenti numerici sono gli stessi delle figure precedenti per quanto riguarda i componenti comuni, si riferiscono a un dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari nel quale l’ effetto Venturi è ottenuto attraverso un ugello riportato. Secondo questa forma di esecuzione, il manicotto scorrevolmente calzato sul corpo tubolare 12, indicato con 80, presenta diametro interno equivalente al diametro esterno del corpo 12 ad eccezione di una limitata porzione centrale, che definisce una sgolatura 82. D corpo 12 è parimenti provvisto di un ribasso 84 che forma, con detto manicotto, una camera anulare 86. Il primo tratto del foro centrale 22 presenta, nella sua parte anteriore indicata con 90 e opposta al foro di alimentazione 20, una riduzione del proprio diametro, e forma la sede per P inserimento di un ugello calibrato 88; la parte anteriore 90 del foro 22 si prolunga anteriormente all’ugello 88 e comunica con la bocca di erogazione 28 attraverso un secondo tratto a diametro inferiore, indicato con 92. A ridosso dell’ugello 88, anteriormente e posteriormente al medesimo, è formata almeno una apertura o condotto radiale, preferibilmente due condotti radiali indicati con 94, 96 e 98, 100. 1 condotti radiali 94 e 96 si sviluppano dal primo tratto 22 del foro centrale del corpo 12, mentre i condotti radiali 98 e 100 si sviluppano dalla parte anteriore 90 a diametro minore dello stesso foro centrale e sfociano in corrispondenza del ribasso 84 del corpo 12. Detto ultimo presenta una pluralità di sgolature per altrettanti anelli torici o equivalenti, indicati con 102, 104, 106; gli anelli 102 e 104 sono disposti a ridosso dei condotti 94, 96, l’uno anteriormente a essi e l’altro posteriormente, mentre l’ulteriore anello 106 è attestato a ridosso dei condotti 98, 100, anteriormente a essi nella parte del corpo 12 rivolta al risalto anulare 30. D manicotto 80 è delimitato nel suo scorrimento assiale sul corpo 12, dal raccordo 14 e dal risalto anulare 30.
Con il manicoto 80 arretrato, come rappresentato a figura 3 (posizione A), l’acqua alimentata nel dispositivo attraverso il foro 20 del raccordo 14 si distribuisce nel primo trato 22 del foro centrale del corpo 12, passa atraverso l’ugello calibrato 88, quindi nei fori 90, 92 e fuoriesce dalla bocca 28. Una parte di acqua si distribuisce anche nella camera anulare 86, passando attraverso i condotti radiali 94, 96 e successivamente nel foro 90 attraverso gli ulteriori condotti radiali 98, 100, by-passando quindi il citato ugello. Con l’erogazione in alta pressione non si assiste quindi a un apprezzabile perdita di carico dell’acqua in uscita. Il passaggio dell’acqua attraverso la camera anulare 86 è possibile in quanto l’anello torico 104 si trova in corrispondenza della sgolatura 82 del manicoto 80 e non esercita quindi tenuta fra il manicoto stesso e il corpo 12. In questa condizione operativa, sia con acqua in alta pressione che in bassa pressione non viene richiamato liquido ausiliario, non formandosi la depressione sufficiente.
Con il manicoto 80 traslato sul corpo 12 completamente in avanti, come da figura 4 (posizione B), l’acqua alimentata dal foro 20 passa solo attraverso il primo trato 22 del corpo 12, attraversa l’ugello calibrato 88 e i fori 90, 92 per fuoriuscire dalla bocca 28. La quantità di acqua che riempie le aperture radiali 94, 96, infatti, non può defluire nella camera anulare 86 e quindi nei condotti radiali 98, 100 data la tenuta che l’anello torico 104 esercita tra manicoto 80 e corpo 12. In questa configurazione, con acqua in bassa pressione si crea la depressione necessaria al richiamo di liquidi ausiliari attraverso il tubetto 66 e, asportando o svitando parzialmente il tappo 72 dal nipplo 62, si ottiene una riduzione della quantità di liquido ausiliario richiamato, dato l’ingresso di aria nei fori 70, 70’; l’aria e il liquido ausiliario si mescolano opportunamente tra loro nel foro 70’ che funge da camera di miscelazione. Tale miscelazione, specie nel caso di impiego di detergenti, favorisce la formazione di schiuma, quindi l’ ottimale sfruttamento dell’effetto detergente. La valvola di non ritorno formata dalla molla 74 e dalla sfera 76 ha la funzione di impedire il deflusso dell’acqua dal dispositivo 10 alla vascheta o serbatoio contenente il liquido ausiliario nella condizione di impiego in alta pressione.
Il posizionamento del manicotto 16 o 80 sul corpo tubolare 12, nell’ima o nell’altra delle condizioni operative, è effettuato manualmente dall’utilizzatore; detti manicotti restano nella posizione desiderata senza necessità di specifici organi di bloccaggio, dato l’ effetto-frizione dei diversi anelli torici disposti lungo il corpo 12, nonché a causa delle spinte radiali determinate dalla pressione che si forma all' intemo del corpo stesso. Non è tuttavia da escludersi, come sopra precisato, che per motivi di sicurezza o di praticità d’uso possano essere impiegati mezzi aggiuntivi di bloccaggio di qualsiasi genere.
Come si può rilevare da quanto precede sono evidenti i vantaggi che l’invenzione consegue.
I dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari della presente invenzione, applicabile in particolare a macchine idropulitrici, permette di operare in alta pressione senza che si verifichino perdite di carico dovute alla presenza della camera Venturi e consente, durante il funzionamento in bassa pressione di aspirare liquidi ausiliari in maniera calibrata. Detto dispositivo permette, inoltre, di escludere l’aspirazione di liquidi ausiliari, durante il funzionamento in bassa pressione, senza dover ricorrere a una specifica valvola di intercettazione da azionare all’ occorrenza.
L’invenzione, così come sopra descritta e più avanti rivendicata, è stata tuttavia proposta a puro titolo esemplificativo, intendendosi che la stessa potrà essere suscettibile di modifiche o varianti, tutte peraltro rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Si intendono possibili, in particolare, eventuali inversioni strutturali o dislocazioni alternative dei componenti o parti che complessivamente formano il dispositivo per l’aspirazione di liquidi ausiliari della presente invenzione.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (10) per l’aspirazione di liquidi ausiliari, ottenuto in metallo o altro idoneo materiale, applicabile in particolare a una macchina idropulitrice provvista di un gruppo motore-pompa per la pressurizzazione di acqua uscente attraverso il condotto (20) di un raccordo (14) che forma l’ estremità libera della testata- pompa della macchina stessa, comprendente: - un corpo tubolare (12), con una estremità ribassata (12’) innestata e vincolata in detto raccordo (14) provvisto di foro passante longitudinalmente esteso comunicante con la periferia del corpo (12) attraverso una o più aperture o condotti radiali (32), (34), (36), (38), (94, (96), (98), (100); - un venturimetro (26), (88) formato in posizione sostanzialmente centrale nel corpo (12); - un manicotto (16), (80), scorrevolmente calzato sul corpo (12), avente diametro interno maggiore almeno lungo un tratto del proprio sviluppo rispetto al diametro esterno di detto corpo (12) e provvisto di appendice ortogonalmente sviluppata (18), vincolata o solidale a un raccordo (60) collegato, attraverso un tubetto (66), a una vaschetta o serbatoio contenente liquido ausiliario; - una pluralità di anelli torici (44), (46), (48), (50), (102), (104), (106) disposti in corrispondenti sgolatine formate lungo il corpo (12).
  2. 2. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo la rìvendicazione 1, in cui il foro passante longitudinalmente esteso nel corpo (12} è formato da un primo tratto (22) e da un secondo tratto (24) tra loro collegati dal venturimetro (26) il cui ugello calibrato (42) comunica con la periferia del corpo (12) attraverso uno o più fori (40).
  3. 3. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il diametro interno del manicotto (16) è equivalente al diametro esterno del corpo (12) nella sua porzione posteriore (16’) rivolta in direzione del raccordo (14) e, in parte, nella porzione compresa tra l’appendice (18) e l’ estremità (16”) opposta a detta porzione (16’).
  4. 4. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui lungo la superfìcie interna del manicotto (16) è formata una scanalatura anulare (56) in corrispondenza dell’asse verticale dell’appendice (18).
  5. 5. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il diametro interno del manicotto (16), in corrispondenza della scanalatura anulare (56), nonché della parte compresa fra la porzione posteriore (16’) e l’appendice (18) formante una camera anulare (58), è maggiore rispetto al diametro esterno del corpo (12) di una quota compresa fra 0,5 e 1,5 mm.
  6. 6. Dispositivo per l’ aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui gli anelli torici (44), (46), (48), (50) sono disposti anteriormente e posteriormente alle aperture o condotti radiali (32), (34), (36), (38) del primo e del secondo tratto (22), (24) del foro centrale passante del corpo (12).
  7. 7. Dispositivo per l’aspirazione dei liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui gli anelli torici (102), (104) sono disposti anteriormente e posteriormente rispetto ai condotti radiali (94), (96) e l’anello (106) è disposto a ridosso dei condotti (98), (100).
  8. 8. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui lungo la superficie interna del manicotto (80) è formata, in posizione sostanzialmente centrale, una sgolatura (82).
  9. 9. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il diametro interno del manicotto (80), anteriormente e posteriormente alla sgolatura (82), è equivalente al diametro esterno del corpo (12).
  10. 10. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui un anello torico (52) è disposto lungo il corpo (12) in corrispondenza della sua estremità ribassata (12’), in posizione prossima alla contrapposta estremità del corpo (12) essendo formato un risalto anulare (30).
  11. 11. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il venturimetro (88) è costituito da un ugello riportato, disposto nel prolungamento (90) a diametro minore del foro (22) compreso tra i condotti radiali (94), (96), (98), (100).
  12. 12. Dispositivo per l’ aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il prolungamento (90) del foro (22) comunica con l’imboccatura (28) del corpo (12), opposta al ribasso (12’), attraverso un foro (92).
  13. 13. Dispositivo per l’ aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il secondo tratto (24) del foro passante del corpo (12) sfocia nell’imboccatura (28) dello stesso corpo, opposta al ribasso (12’).
  14. 14. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il raccordo (60) è del tipo a “T” con rami paralleli allineati all’ imboccatura definita dall’appendice (18) a formarne un prolungamento chiuso da un nipplo (62), provvisto di foro assiale (70) con tappo (72) asportabile o evitabile.
  15. 15. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il foro (70) è prolungato in un foro (70’) comunicante con il corpo (12).
  16. 16. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti in cui il nipplo (62) è perifericamente provvisto di un ribasso anulare (78), comunicante attraverso una o più aperture radiali (68’) con il tubetto (66) innestato nel ramo verticale del raccordo (60).
  17. 17. Dispositivo per l’aspirazione di liquidi secondo le rivendicazioni precedenti, in cui nella cavità definita dall’appendice (18) del manicotto (16), (80), è disposta una valvola di non ritorno, costituita da una molla a spirale (74) e da una sovrastante sfera (76) che riscontra rimboccatura del foro (70’).
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