ITMI20131957A1 - Dispositivo di sostegno per mobili - Google Patents

Dispositivo di sostegno per mobili

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ITMI20131957A1
ITMI20131957A1 IT001957A ITMI20131957A ITMI20131957A1 IT MI20131957 A1 ITMI20131957 A1 IT MI20131957A1 IT 001957 A IT001957 A IT 001957A IT MI20131957 A ITMI20131957 A IT MI20131957A IT MI20131957 A1 ITMI20131957 A1 IT MI20131957A1
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IT
Italy
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actuator
rotation
substantially cylindrical
bushing
portions
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IT001957A
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English (en)
Inventor
Fabio Palmarini
Original Assignee
Fabio Palmarini
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47BTABLES; DESKS; OFFICE FURNITURE; CABINETS; DRAWERS; GENERAL DETAILS OF FURNITURE
    • A47B9/00Tables with tops of variable height
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47CCHAIRS; SOFAS; BEDS
    • A47C3/00Chairs characterised by structural features; Chairs or stools with rotatable or vertically-adjustable seats
    • A47C3/20Chairs or stools with vertically-adjustable seats
    • A47C3/24Chairs or stools with vertically-adjustable seats with vertical spindle

Landscapes

  • Fluid-Damping Devices (AREA)
  • Chair Legs, Seat Parts, And Backrests (AREA)
  • Vending Machines For Individual Products (AREA)

Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DI SOSTEGNO PER MOBILI”
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di sostegno per mobili.
In maggiore dettaglio, la presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di tipo regolabile, in particolare utilizzato per il sostegno di tavoli e sedie, in grado di movimentare verticalmente il mobile al fine di correggerne il posizionamento.
Come noto, i mobili quali ad esempio tavoli o sedie, sono sostenuti da un predefinito numero di gambe (generalmente quattro gambe) realizzate in legno, plastica o metallo, che possono avere qualsivoglia forma e dimensione in funzione della tipologia del mobile che viene supportato. Le gambe dei mobili possono inoltre essere dotate di rispettivi dispositivi di regolazione della lunghezza, al fine di mantenere il rispettivo mobile in una configurazione di stabilità, indipendentemente dal terreno sul quale è appoggiato il mobile stesso.
Ad esempio, nel caso di tavoli alloggiati su terreni sconnessi ed irregolari, vengono allungate/accorciate le singole gambe mediante opportuni sistemi di regolazione atti a mantenere il piano di appoggio del tavolo giacente lungo un piano orizzontale, evitando così una condizione di instabilità (traballio del tavolo).
In questo modo, il sistema di regolazione permette di adattare la lunghezza delle singole gambe evitando l’inserimento provvisorio di oggetti interposti tra il terreno e l’estremità inferiore della gamba.
Tali sistemi sono per lo più costituiti da porzioni della gamba telescopicamente associate tra di loro e scorrevoli l’una rispetto all’altra in rispettive condizioni di avvicinamento/allontanamento reciproco. In questo modo, facendo scorrere manualmente le porzioni lungo lo sviluppo longitudinale della gamba, viene regolata la lunghezza della gamba stessa in funzione della distanza presente tra il mobile ed il terreno.
Generalmente, tali sistemi prevedono inoltre opportuni organi di bloccaggio atti a mantenere la gamba in una condizione di stabilità una volta effettuata la regolazione della stessa.
I sistemi di bloccaggio sono costituiti da perni o viti, inseribili in appositi fori realizzati sulle singole porzioni telescopiche. I perni vengono pertanto inseriti lungo una direzione trasversale allo sviluppo longitudinale della gamba in modo tale da inserirsi in fori delle porzioni telescopiche, allineati tra di loro a definire un unico passaggio.
L’interposizione del perno tra le porzioni della gamba blocca così la possibilità di scorrimento delle singole porzioni mantenendo in una condizione stabile la gamba nella predefinita posizione.
I dispositivi di regolazione noti sopra descritti presentano tuttavia importanti inconvenienti.
In primo luogo, va considerato che l’azione manuale di scorrimento assiale delle porzioni telescopiche, deve essere effettuata sollevando l’intero mobile da terra per permettere l’azione manuale sulle porzioni telescopiche.
Tale condizione si verifica in particolare nel caso in cui la gamba debba essere allungata causando pertanto il sollevamento dell’intero mobile. In questa situazione, l’operazione di regolazione risulta molto complicata e disagevole, specie nel caso di mobili particolarmente pesanti e quindi sollevabili da più operatori.
Un ulteriore inconveniente è dato dalla funzionalità dei mezzi di bloccaggio che determinano la condizione di vincolo delle porzioni solo in corrispondenza di distanze predefinite e rappresentate dal posizionamento dei fori di inserimento del perno.
In altre parole, la movimentazione reciproca delle porzioni telescopiche viene determinata in funzione del posizionamento dei fori ricavati su entrambe le porzioni, i quali devono coincidere per permettere il passaggio del perno.
Di conseguenza, le possibilità di regolazione della lunghezza della gamba sono limitate dal posizionamento dei citati fori.
Inoltre, anche l’azione di inserimento del perno risulta essere problematica in quanto necessita un allineamento preciso dei fori ricavati sulle porzioni. L’attuazione della condizione di bloccaggio risulta pertanto essere particolarmente complicata e quindi disagevole in termini di tempi e costi di attuazione.
Secondo la presente invenzione, diversi limiti ed inconvenienti della tecnica nota vengono superati mediante un dispositivo di sostegno per mobili comprendente le caratteristiche espresse nella rivendicazione 1 e/o in una o più delle successive rivendicazioni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una forma d’esecuzione preferita, ma non esclusiva, di un dispositivo di sostegno per mobili secondo la presente invenzione.
Tale descrizione verrà esposta qui di seguito con riferimento agli uniti disegni, forniti a solo scopo indicativo e, pertanto, non limitativo, in cui: - la figura 1 mostra una vista in prospettiva di un mobile, in particolare un tavolo, dotato di dispositivi di sostegno in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 mostra una vista prospettica di un dispositivo di sostegno per mobili in accordo con la presente invenzione;
- la figura 3 mostra una vista prospettica ed in esploso del dispositivo di sostegno di figura 2;
- la figura 4 mostra una vista in alzato laterale ed in sezione longitudinale del dispositivo di sostegno per mobili di figura 2;
- le figure 5a – 5d mostrano rispettive viste prospettiche del dispositivo di supporto secondo la presente invenzione in corrispondenti sequenze operative di funzionamento; e
- la figura 6 mostra una vista in alzato laterale ed in sezione longitudinale del dispositivo di sostegno per mobili in accordo con una ulteriore soluzione realizzativa.
Con riferimento alle unite figure con 1 viene complessivamente indicato un dispositivo di sostegno per mobili secondo la presente invenzione.
In particolare, in figura 1 viene esemplificativamente illustrato un mobile 2 nella forma di un tavolo, dotato di una pluralità di dispositivi di supporto 1. In questo caso, vengono utilizzati quattro dispositivi 1 ciascuno dei quali rappresenta una gamba del citato tavolo 2.
Va tuttavia considerato che il dispositivo 1 trova applicazione per il sostegno di qualsiasi tipo di mobile. Di conseguenza, la struttura, la forma, ed i materiali del dispositivo 1 possono essere qualsivoglia in funzione della tipologia di mobile alla quale il dispositivo 1 viene associato.
Ancora, va specificato che il dispositivo 1 può costituire la gamba del mobile (come illustrato nelle unite figure) oppure può essere accoppiato a gambe od altri sostegni di mobili, al fine di modificare la distanza tra il mobile ed il terreno.
In particolare, il dispositivo 1 comprende una prima porzione 3 predisposta per essere direttamente associata al mobile 2 in corrispondenza di una zona inferiore del mobile 2 stesso. Nel caso specifico illustrato in figura 1, la prima porzione 3 è impegnata al piano di appoggio 4 del tavolo 2.
La prima porzione 3 presenta, a puro titolo esemplificativo e pertanto non limitativo, una conformazione parallelepipeda a sezione quadrata. Tuttavia, come sopra specificato, la prima porzione 3 può avere qualsivoglia forma in funzione della tipologia di mobile ed in funzione della forma estetica che deve definire il dispositivo 1.
Al di sotto della prima porzione 3 si sviluppa una seconda porzione 5, predisposta per essere prossima al terreno. La seconda porzione presenta conformazione sostanzialmente cilindrica e si sviluppa lungo il medesimo asse di sviluppo longitudinale della prima porzione 3. Inoltre, la seconda porzione definisce una estremità inferiore 5a atta ad essere appoggiata al terreno.
Anche in questo caso, la forma della seconda porzione 5, che nel caso illustrato presenta sezioni bombate alternate a profilo circolare, può essere qualsivoglia in funzione della tipologia e del disegno del mobile 2.
Tra la prima 3 e la seconda 5 porzione si sviluppano mezzi di regolazione 6 commutabili tra una condizione di avvicinamento reciproco delle porzioni 3, 5 in cui le porzioni presentano una configurazione di minima distanza reciproca (figure 5a e 5b), ed una condizione di allontanamento reciproco delle porzioni 3, 5 in cui le porzioni sono in una configurazione di massima distanza reciproca (figure 5c e 5d).
Come meglio sarà chiarito nel seguito della presente descrizione, i mezzi di regolazione 6 presentano almeno un attuatore 7 girevole attorno ad un asse di rotazione X corrispondente ad una direzione di movimentazione D reciproca tra le porzioni 3, 5. La rotazione dell’attuatore 7 attorno all’asse X definisce pertanto le citate condizioni di avvicinamento ed allontanamento reciproco tra le porzioni 3, 5.
In maggiore dettaglio, l’attuatore 7 presenta un perno filettato 8, meglio visibile nelle figure 3 e 4, sviluppantesi lungo il citato asse di rotazione X ed atto a ruotare a seguito della rotazione imposta dall’attuatore 7 attorno all’asse X stesso.
Il perno 8 presenta inoltre una porzione terminale di sostegno 9 avente conformazione sostanzialmente discoidale e coassiale allo sviluppo longitudinale del perno 8.
L’attuatore 7 presenta inoltre un primo corpo 10 sostanzialmente cilindrico dotato di una superficie superiore 11 ortogonale all’asse di rotazione X e sulla quale è inamovibilmente associato il citato perno 8.
In particolare, la porzione terminale di sostengo 9 del perno 8 è ancorata mediante opportune viti di serraggio 12 alla superficie superiore 11 del citato primo corpo 10.
Preferibilmente, il primo corpo 10 presenta conformazione esterna sostanzialmente bombata per migliorare l’ergonomia dell’attuatore 7 che viene ruotato manualmente. Il primo corpo 10 definisce inoltre una superficie inferiore opposta a quella superiore 11 opportunamente impegnata alla seconda porzione 5. In accordo con una soluzione realizzativa preferenziale, il primo corpo 10 è rigidamente impegnato alla seconda porzione 5 ad esempio mediante viti di aggancio non illustrate od altri sistemi equivalenti. In questo modo, la rotazione dell’attuatore 7, e quindi del primo corpo 10, porta in rotazione anche la seconda porzione 5. In accordo con una ulteriore forma realizzativa non illustrata, il primo corpo 10 può essere girevolmente associato alla seconda porzione 5 per mantenere la seconda porzione 5 stessa ferma in posizione durante la rotazione dell’attuatore 7.
Ancora, con riferimento alla soluzione realizzativa di figura 6, il primo corpo 10 può essere realizzato di pezzo con la seconda porzione 5 in modo tale da definire un unico corpo che viene ruotato per attuare la movimentazione delle porzioni 3, 5 in avvicinamento/allontanamento reciproco.
Secondo una ulteriore soluzione alternativa, l’aggancio tra il primo corpo 10 e la seconda porzione 5 può avvenire con sistemi ad aggancio rapido, quali agganci a scatto od a baionetta di tipo noto e pertanto non descritti ed illustrati nel dettaglio. In questa situazione, risulta essere possibile la sostituzione della seconda porzione 5 mediante una azione di aggancio/sgancio rapido, eventualmente per modificare la tipologia e le dimensioni del tavolo 2.
Con riferimento alle figure 3 e 4, si noti inoltre che i mezzi di regolazione 6 comprendono inoltre una prima boccola 13 internamente filettata per permettere l’avvitamento del perno 8 all’interno della boccola 13 stessa. Vantaggiosamente, la prima boccola 13 è alloggiata all’interno di un secondo corpo 14 sostanzialmente cilindrico, coassiale ed accostato al primo corpo 10.
Come viene illustrato nelle sequenze operative delle figure 5a – 5d il primo e secondo corpo 10, 14 sono mobili in avvicinamento/allontanamento reciproco durante la rotazione dell’attuatore 7.
Il secondo corpo 14 presenta una superficie inferiore 15 affacciata alla superficie superiore 11 del primo corpo 10. Nella condizione di minima estensione della gamba, la superficie inferiore 15 del secondo corpo 14 risulta essere attestata alla superficie superiore 11 del primo corpo 10. Vantaggiosamente, la superficie superiore 11 del primo corpo 10 presenta inoltre una sporgenza anulare 16 coassiale allo sviluppo longitudinale del perno 8 ed alloggiata all’interno di un recesso anulare 17 ricavato all’interno della superficie inferiore 15 del secondo corpo 14. Durante lo scorrimento assiale tra il primo ed il secondo corpo 10, 14, la sporgenza 16 scorre all’interno del recesso 17 rimanendo esternamente a vista (figure 5c, 5d). In questo modo, il perno 8, anche nel caso di massimo allungamento della gamba, rimane sempre coperto e protetto dalla sporgenza anulare 16.
I mezzi di regolazione 6 comprendono inoltre un organo di bloccaggio 18 preferibilmente interposto tra il secondo corpo 14 sostanzialmente cilindrico e la prima porzione 3. L’organo di bloccaggio 18 è commutabile tra una condizione libera in cui l’attuatore 7 è libero di ruotare (figure 5b, 5c) ed una condizione di serraggio in cui l’attuatore 7 è bloccato in una rispettiva posizione (figure 5a, 5d).
Si noti che l’organo di bloccaggio 18 è associato alla prima porzione 3, vale a dire prossimo al mobile 2. In questo modo, l’operatore può commutare l’organo 18 nelle rispettive condizioni in maniera agevole, senza dover effettuare particolari operazioni sul mobile o senza dover abbassarsi in corrispondenza del terreno sul quale è appoggiato il mobile 2 stesso.
In maggiore dettaglio, l’organo di bloccaggio 18 comprende una seconda boccola 19 internamente filettata ed avvitata sul perno 8. Con riferimento alla figura 4, si noti che la seconda boccola 19 è disposta al di sopra della prima boccola 13 ed è girevole attorno all’asse di rotazione X tra la condizione libera in cui è distanziata dalla prima boccola 13 e la condizione di serraggio in cui è a contatto con detta prima boccola 13. Nella condizione di serraggio, la seconda boccola 19 viene fatta ruotare attorno al perno 8 e trattenuta contro la prima boccola 13 per impedire l’avvitamento del perno filettato 8 all’interno delle boccole 13, 19.
In altre parole, la prima e la seconda boccola 13, 19 hanno una funzione di dado e contro-dado per serrare il perno 8 impedendo la rotazione dello stesso imposta dal citato attuatore 7.
Preferibilmente, l’organo di bloccaggio 18 presenta inoltre un terzo corpo sostanzialmente cilindrico 20, avente conformazione identica a quella del primo corpo 10. Anche in questo caso, la sagoma del terzo corpo 20 può essere qualsivoglia in funzione delle varie esigenze estetiche e costruttive. In particolare, il terzo corpo 20 è vincolato al secondo corpo 14 ed alla prima porzione 3 mediante opportuni sistemi di aggancio di tipo noto. Come viene illustrato in figura 4, tali sistemi di aggancio possono essere definiti da viti di serraggio 21, estendentisi attraverso il secondo terzo corpo 14, 20 e la prima porzione 3.
In accordo con la soluzione realizzativa di figura 6, il terzo corpo 20 può essere realizzato di pezzo con la prima porzione 3 e definire pertanto un unico corpo associabile al mobile 2.
Ancora, l’organo di bloccaggio 18 presenta un organo di presa 22 associato alla seconda boccola 19 e sporgente da una fessura 23 realizzata sul terzo corpo 20.
In maggiore dettaglio, l’organo di presa presenta una prima estremità 22a ergonomica e per tale scopo avente conformazione sferica. La prima estremità 22a sporge al di fuori della citata fessura 23 ed è associata ad una seconda estremità 22b estendentesi all’interno del terzo corpo 20 per essere impegnata alla seconda boccola 19 (figura 4).
Con riferimento alla fessura 23 si noti che la stessa si estende lungo un tratto radiale del terzo corpo sostanzialmente cilindrico 20.
In questo modo, l’organo di presa 22 viene fatto scorrere all’interno della fessura 23 lungo una direzione A (figure 5b, 5d) per ruotare la seconda boccola 19 tra la condizione libera e la condizione di serraggio.
Vantaggiosamente, il dispositivo 1 permette una regolazione semplice ed immediata della distanza tra la prima e seconda porzione 3, 5.
Infatti, partendo dalla condizione di figura 5a in cui le due porzioni 3, 5 sono nella configurazione di minima distanza, per aumentare la distanza tra le porzioni 3, 5 (definendo pertanto l’allungamento della gamba) l’operatore provvede a commutare l’organo di bloccaggio 18 nella configurazione libera. Tale azione viene attuata facendo scorrere l’organo di presa 22 lungo la direzione A all’interno della fessura 23 (figura 5b) per distanziare la seconda boccola 19 dalla prima boccola 13.
A questo punto, l’attuatore 7 viene fatto ruotare attorno all’asse X. In altre parole, come illustrato in figura 5c, viene ruotato manualmente il primo corpo 10 e di conseguenza la seconda porzione 5 facendo così ruotare il perno 8 all’interno delle due boccole 13, 19.
Di conseguenza, viene fatto scorrere il primo corpo 10 in allontanamento dal secondo corpo 14 per definire così la condizione di allontanamento reciproco tra le porzioni 3, 5. Tale allontanamento determina l’allungamento dell’intera gamba.
Al termine della regolazione, con riferimento alla figura 5d, l’orgabo di presa viene riportato nella condizione di partenza facendolo scorrere nella direzione A. In questo modo, la seconda boccola 19 viene nuovamente stretta sulla prima boccola 13 definendo così il serraggio del perno 8 che ne vincola la rispettiva rotazione.
Vantaggiosamente, il mobile 2 viene regolato in altezza operando su ogni dispositivo 1 come sopra descritto.
Ne deriva una semplice e veloce stabilizzazione dell’intero mobile 2, il quale può essere disposto in una condizione di stabilità in maniera rapida, agendo semplicemente sull’organo di presa 22 e successivamente sulla rotazione dell’attuatore 7.
Il dispositivo 1 risulta inoltre essere strutturalmente semplice e di costi contenuti, nonché versatile in quanto utilizzabile per qualsiasi struttura o mobile che necessita una regolazione verticale.
Va altresì considerato che il bloccaggio può essere effettuato per qualsiasi posizionamento relativo tra le porzioni 3, 5. In altre parole, il dispositivo 1 risulta essere molto versatile in quanto garantisce sempre una condizione di serraggio tra le porzioni 3, 5 indipendentemente dal posizionamento delle porzioni 3, 5 stesse. Tale vantaggio è dato dalla presenza della seconda boccola 19 che funge da contro-dado di chiusura del perno filettato 8 e che quindi provvede al bloccaggio della rotazione in qualsiasi posizione del perno.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di sostegno per mobili, comprendente: - una prima porzione (3) associata ad un rispettivo mobile (2); - una seconda porzione (5), disposta al di sotto di detta prima porzione (3) e predisposta per essere appoggiata al terreno; e - mezzi di regolazione (6) interposti tra detta prima e seconda porzione (3, 5) e commutabili tra una condizione di avvicinamento reciproco delle porzioni in cui le porzioni (3, 5) presentano una configurazione di minima distanza reciproca, ed una condizione di allontanamento reciproco in cui le porzioni (3, 5) sono in una configurazione di massima distanza reciproca; caratterizzato dal fatto che detti mezzi di regolazione (6) comprendono almeno un attuatore (7) girevole attorno ad un asse di rotazione (X) corrispondente ad una direzione (D) di movimentazione reciproca tra dette porzioni (3, 5), per definire dette condizioni di avvicinamento ed allontanamento reciproco.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) comprende un perno filettato (8) sviluppantesi lungo detto asse di rotazione (X) e girevole durante la rotazione dell’attuatore (7) attorno a detto asse di rotazione (X).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) comprende un primo corpo (10) sostanzialmente cilindrico presentante una superficie superiore (11) ortogonale all’asse di rotazione (X) e sulla quale è inamovibilmente associato detto perno filettato (8); detto primo corpo (10) essendo predisposto per essere manualmente ruotato attorno a detto asse di rotazione (X).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (10) sostanzialmente cilindrico è associato a detta seconda porzione (5) in maniera reversibile, per portare in rotazione detta seconda porzione (5) durante la rotazione di detto attuatore (7).
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (10) sostanzialmente cilindrico definisce detta seconda porzione (5).
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di regolazione (6) comprendono inoltre una prima boccola (13) internamente filettata ed avvitata su detto perno filettato (8).
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fato che detta prima boccola (13) è alloggiata all’interno di un secondo corpo (14) sostanzialmente cilindrico coassiale ed accostato al primo corpo (10) sostanzialmente cilindrico; detto primo e secondo corpo (10, 14) essendo mobili in avvicinamento/allontanamento reciproco durante la rotazione di detto attuatore (7).
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un organo di bloccaggio (18) interposto tra detto secondo corpo (14) sostanzialmente cilindrico e detta prima porzione (3) e commutabile tra una condizione libera in cui l’attuatore (7) è libero di ruotare ed una condizione di serraggio in cui l’attuatore (7) è bloccato in una rispettiva posizione.
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto organo di bloccaggio (18) comprende una seconda boccola (19) internamente filettata ed avvitata su detto perno (8); detta seconda boccola (19) essendo girevole attorno a detto asse di rotazione (X) tra la condizione libera in cui è distanziata da detta prima boccola (13) e la condizione di serraggio in cui è a contatto con detta prima boccola (13) per impedire l’avvitamento del perno filettato (8) all’interno delle boccole (13, 19).
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto organo di bloccaggio (18) comprende inoltre: un terzo corpo (20) sostanzialmente cilindrico, associato a detto secondo corpo (14) ed a detta prima porzione (3); ed un organo di presa (22) associato a detta seconda boccola (19) e sporgente da una fessura (23) realizzata su detto terzo corpo (20).
  11. 11. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta fessura (23) si estende lungo un tratto radiale di detto terzo corpo (20) sostanzialmente cilindrico; detto organo di presa (22) essendo scorrevole all’interno della fessura (23) per ruotare la seconda boccola (19) tra la condizione libera e la condizione di serraggio.
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