ITMI20131023A1 - Sterilizzatrice a vapore - Google Patents

Sterilizzatrice a vapore

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ITMI20131023A1
ITMI20131023A1 IT001023A ITMI20131023A ITMI20131023A1 IT MI20131023 A1 ITMI20131023 A1 IT MI20131023A1 IT 001023 A IT001023 A IT 001023A IT MI20131023 A ITMI20131023 A IT MI20131023A IT MI20131023 A1 ITMI20131023 A1 IT MI20131023A1
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IT
Italy
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fluid
sterilization
discharge
purification
steam sterilizer
Prior art date
Application number
IT001023A
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English (en)
Inventor
Mariapia Ghilardi
Daniele Giovanni Ongaro
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Absolute Up S R L
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    • A61LMETHODS OR APPARATUS FOR STERILISING MATERIALS OR OBJECTS IN GENERAL; DISINFECTION, STERILISATION OR DEODORISATION OF AIR; CHEMICAL ASPECTS OF BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES; MATERIALS FOR BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES
    • A61L2/00Methods or apparatus for disinfecting or sterilising materials or objects other than foodstuffs or contact lenses; Accessories therefor
    • A61L2/02Methods or apparatus for disinfecting or sterilising materials or objects other than foodstuffs or contact lenses; Accessories therefor using physical phenomena
    • A61L2/04Heat
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
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Description

DESCRIZIONE
STERILIZZATRICE A VAPORE
La presente invenzione ha per oggetto una sterilizzatrice a vapore del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In dettaglio, l’invenzione concerne una sterilizzatrice a vapore atta a sterilizzare/disinfettare strumenti chirurgici o medico-dentistici, di seguito semplicemente denominati strumenti medici, attraverso l’utilizzo di vapore saturo ad elevate temperature e pressioni.
Come noto, durante un qualsiasi intervento, per evitare l’insorgere d’infezioni o altri problemi similari, à ̈ di fondamentale importanza avere strumenti medici caratterizzati da un elevato grado di sterilizzazione.
A tal fine sono state ideate svariate tipologie di sterilizzatrici che, basandosi su tecniche diverse, permettono di ottenere una buona sterilizzazione/disinfezione di detti strumenti.
Un esempio di tali sterilizzatrici à ̈ rappresentato dalle sterilizzatrici chimiche che, per effettuare la disinfezione, utilizzano sostanze chimiche come, ad esempio, l'ossido di etilene o etossido.
Un'altra tipologia di sterilizzatrici à ̈ rappresentata dalle sterilizzatrici a plasma che effettuano la sterilizzazione degli strumenti medici sfruttando un gas, ad esempio perossido d’idrogeno, portato allo stato plasma.
Queste due tipologie di sterilizzatrici, pur garantendo un buon coefficiente di sterilizzazione, sono scarsamente impiegate perché le sostanze usate tendono a formare dei residui sugli strumenti stessi. In particolare, tali residui, potendo provocare infezioni o altri problemi similari nei pazienti, sono rimossi sottoponendo gli strumenti a profondi ed intensi risciacqui che rimuovono i residui, ma che determinano un aumento dei costi ed un degrado della sterilizzazione.
Un’ulteriore tipologia di sterilizzatrici à ̈ rappresentata dalle sterilizzatrici in cui si utilizza una radiazione (radiazioni ultraviolette, raggi γ o microonde) per realizzare la disinfezione degli strumenti medici.
Anche queste sterilizzatrici, a causa dell’elevato costo sia di realizzazione sia di utilizzo di tali dispositivi, sono scarsamente utilizzate.
Per i motivi sopraesposti, le sterilizzatrici più adottate sono le sterilizzatrici a vapore, denominate anche autoclavi, che, al contrario delle precedenti, presentano costi di realizzazione e di utilizzo particolarmente ridotti e, soprattutto, sono sia di semplice utilizzo sia facilmente posizionabili in laboratori grazie alle loro ridotte dimensioni.
Le sterilizzatrici a vapore attualmente note sono costituite da un serbatoio principale contenente acqua; una camera di sterilizzazione all’interno della quale sono dispositivi gli strumenti da sterilizzare; un sistema di alimentazione atto a prelevare l’acqua dal serbatoio principale, a trasformarla in vapore ed a trasportarlo nella camera di sterilizzazione; mezzi di asciugatura atti a asciugare gli strumenti attraverso, ad esempio, un getto di aria calda; ed un apparato di scarico atto ad evacuare il fluido di scarto, ossia il liquido ed il gas/vapore residui del processo di sterilizzazione.
Alcuni esempi di tali sterilizzatrici a vapore sono descritti nei brevetti US 5348711 A, GB 1235952 A e US 6379613.
Le sterilizzatrici a vapore sono alimentate con acqua potabile, ossia proveniente dall’acquedotto, la quale risulta poco opportuna a causa della presenza di flora microbica varia (in ogni caso eliminata durante il processo di sterilizzazione, ma aumentando il rischio di carica batterica residua) ma che comunque, per tipo e concentrazione, à ̈ generalmente innocua per l’uomo.
In particolari condizioni, ad esempio a causa del deterioramento dell’impianto idrico, detta flora microbica può presentare dei microrganismi patogeni che potenzialmente possono determinare, andando a contatto con mucose o organi interni, l’insorgere di gravi complicazioni. Pertanto qualora le concentrazioni fossero eccessive, l'efficacia del processo di sterilizzazione potrebbe essere ridotta ed il livello di rischio maggiore di quello ottenibile in condizioni normali. Inoltre, l’uso di acqua contaminata in una sterilizzatrice, fa sì che all’interno delle condotte e del serbatoio si formi un biofilm che, con il passare del tempo, determina una sempre più elevata concentrazione di microrganismi potenzialmente pericolosi e sicuramente indesiderati.
Il principale problema derivante dall’uso di normale acqua potabile à ̈ infine rappresentato dalla presenza di calcare e altri residui solidi in sospensione che tendono con il tempo a formare incrostazioni.
Infatti queste sostanze trattengono componenti organiche, come i detriti cellulari, e sali inorganici, che alimentano l’espansione microbica, fungendo da nutrienti e da substrato di crescita.
Inoltre le incrostazioni mettono a rischio le componenti dell'impianto idraulico (valvole, pompe, ecc.) rendendole soggette a guasti, bloccaggi e comunque prematura usura.
Per cercare di risolvere i suddetti problemi spesso vengono utilizzati degli impianti esterni, solitamente impianti ad osmosi inversa, in cui viene adoperata una membrana per trattenere il soluto e, quindi, ricavare acqua sterilizzata e sostanzialmente priva di minerali, ossia a bassa conducibilità.
Gli impianti di sterilizzazione ad osmosi inversa presentano alcuni importanti difetti come, ad esempio, un notevole costo.
Un altro importante difetto degli impianti ad osmosi inversa à ̈ rappresentato dall’elevato deterioramento delle capacità purificanti.
Un altro problema, connesso al suddetto difetto, à ̈ dato dal fatto che, a causa della non perfetta disinfezione, l’acqua, mentre stagna all’interno del serbatoio principale in attesa di essere utilizzata, potrebbe subire un aumento della carica batterica, determinando un degrado della sterilizzazione svolta dalla sterilizzatrice a vapore.
In alternativa ai suddetti impianti ad osmosi inversa, le sterilizzatrici a vapore possono essere dotate di un filtro interno che, quando l’acqua passa dal serbatoio principale al vaporizzatore, purifica l’acqua riducendone conducibilità e carica batterica.
Tale filtro interno, per garantire una buona qualità di demineralizzazione e sterilizzazione, à ̈ sia realizzato con materiali altamente performanti e, quindi, molto costosi sia caratterizzato da elevate dimensioni.
Un importante problema delle sterilizzatrici con filtro interno à ̈ rappresentato dal fatto che tale filtro deve garantire una purificazione in tempi brevi.
Pertanto, per garantire una buona qualità di demineralizzazione e sterilizzazione, il filtro interno à ̈ sia realizzato con materiali altamente performanti e, quindi, molto costosi sia caratterizzato da elevate dimensioni.
Un altro difetto à ̈ rappresentato dal fatto che la qualità della sterilizzazione garantita dal filtro interno tende a degradarsi velocemente e, pertanto, costringe ad effettuare frequenti interventi di manutenzione.
Un non secondario difetto di un filtro interno à ̈ rappresentato dal fatto che esso à ̈ comunque relativamente lento nella lavorazione e, pertanto, determina un considerevole aumento dei tempi di esecuzione di un ciclo di sterilizzazione. Per risolvere tale problema sono, di solito, utilizzati filtri che, per garantire una buona velocità di lavorazione, sono particolarmente grandi e, quindi, di elevato costo.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ ideare una sterilizzatrice a vapore in grado di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico à ̈ un importante scopo dell'invenzione realizzare una sterilizzatrice a vapore che sia in grado di assicurare un’elevata sterilizzazione ed una ridotta conducibilità dell’acqua utilizzata per il processo di sterilizzazione.
Un altro importante scopo à ̈ ottenere una sterilizzatrice a vapore che permetta di assicurare, anche dopo molti processi, un’elevata purificazione e disinfezione dell’acqua e che, quindi, non richieda frequenti interventi di manutenzione.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da una sterilizzatrice a vapore come rivendicato nella annessa Rivendicazione 1.
Esecuzioni preferite sono evidenziate nelle sottorivendicazioni.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di un’esecuzione preferita dell’invenzione, con riferimento alla Fig. 1 in cui si mostra la sterilizzatrice a vapore secondo l'invenzione.
Con riferimento alla Figura citata, la sterilizzatrice a vapore secondo l'invenzione à ̈ globalmente indicata con il numero 1.
Essa realizza e comprende sostanzialmente da un impianto di sterilizzazione per strumenti medici e, in particolare, medico-dentistici e simili che, per eseguire la suddetta sterilizzazione, utilizza un fluido di sterilizzazione 1a, solitamente acqua demineralizzata, allo stato di vapore e caratterizzato da elevati valori di pressione e temperatura.
La sterilizzatrice a vapore 1 comprende una camera di sterilizzazione 20 all’interno della quale sono disposti e sterilizzati gli strumenti medici; un impianto di alimentazione 30 atto ad alimentare la camera di sterilizzazione 20 con il fluido di sterilizzazione 1a; un impianto di scarico 40 atto ad evacuare un fluido di scarico 1b dalla camera di sterilizzazione 20; ed un impianto di purificazione 50 atto a prelevare almeno uno dei fluidi 1a e 1b da almeno uno degli impianti 30 e 40, purificarlo ed immetterlo nell’impianto di alimentazione 30.
La camera di sterilizzazione 20 presenta tipicamente un ridotto volume per strumenti medici e, preferibilmente, adatto a strumenti dentistici e simili. Essa à ̈ di per sé nota e, solitamente, costituita da una struttura avente forma pressoché cilindrica e realizzata in acciaio inossidabile.
L’impianto di alimentazione 30 comprende un serbatoio principale 31 atto ad accumulare il fluido di sterilizzazione 1a; almeno una prima pompa 32 atta a movimentare il fluido di sterilizzazione 1a tra detto serbatoio 31 e detta camera di sterilizzazione 20; ed un gruppo di vaporizzazione 33, di per sé noto e rappresentato schematicamente in Fig. 1, atto a trasformare il fluido 1a da liquido a vapore.
Il serbatoio principale 31 à ̈ dotato di appositi sensori di rilievo 31a atti a misurare le caratteristiche bio-chimiche del fluido di sterilizzazione 1a. Questi sensori di rilievo 31a possono comprendere misuratori di conducibilità che, attraverso una misura dei microsiemens propri del fluido di sterilizzazione 1a, atti a valutare la conducibilità del fluido 1a rilevando il passaggio di corrente tra due elettrodi immersi nel fluido stesso; e/o rilevatori di carica batterica che, tramite citometria di flusso o misure di turbidimetria, rilevano la carica batterica del fluido 1a ed il contenuto di endotossine.
Esso, inoltre, può essere vantaggiosamente munito di mezzi di misura 31b atti a misurare volume e pressione di fluido di sterilizzazione 1a contenuto nello stesso serbatoio 21 così da determinare un livello di minimo ed un livello di massimo di volume e di pressione di fluido 1a e, quindi, segnalare un eventuale situazione di troppo pieno o, in alternativa, di mancanza di fluido di sterilizzazione 1a.
L’impianto di scarico 40 comprende un serbatoio di scarico 41 atto ad accumulare il fluido di scarto 1b in uscita dalla camera di sterilizzazione 20 e munibile di uno scarico 41a per evacuare il fluido 1b verso l’esterno; una o più elettrovalvole 42 atte a movimentare il fluido di scarto 1b dalla camera di sterilizzazione 20 al serbatoio di scarico 41; una serie di condotti di scarico 43 atti a mettere in connessione di passaggio fluido il serbatoio di scarico 41 con la camera di sterilizzazione 20.
Esso, inoltre, presenta una pompa a vuota 44 atta a mettere in depressione il serbatoio di scarico 41 atto ad evacuare i gas presenti nel serbatoio di scarico 41 ed un filtro 45 atto a purificare i gas prelevati dalla pompa a vuoto 44 prima che essi siano dispersi nell’ambiente esterno attraverso un condotto di scarico secondario 45a.
In particolare, la pompa a vuoto 44 aspira una miscela di aria e vapore dal serbatoio di scarico 41 abbassando la pressione interna al serbatoio 41 così da favorire l’eliminazione dei gas disciolti nel fluido di scarico 1b dal fluido stesso e, allo stesso tempo, l’evaporazione del fluido di scarto 1b per abbassamento del punto di ebollizione.
Il filtro 45 può comprendere delle membrane filtranti, ad esempio costituite in resine, atte ad abbattere il contenuto di batteri presenti nei gas così da evacuare un gas pressoché totalmente igienizzato e, quindi, atto a non contaminare l’aspetto esterno.
Il serbatoio di scarico 41, in maniera analoga al serbatoio principale 31, à ̈ dotato di secondi mezzi di misura 41a atti a misurare volume e pressione del fluido di scarto 1b contenuto nello stesso serbatoio 41 così da determinare un livello di minimo ed un livello di massimo di volume e di pressione di fluido 1b e, quindi, segnalare almeno una condizione di troppo pieno.
Oltre a detti impianti 30 e 40, la sterilizzatrice 1 presenta un impianto di purificazione 50 atto a prelevare almeno uno dei due fluidi 1a ed 1b dal relativo impianto 30 e 40, purificarlo ed a rilasciarlo all’interno del serbatoio principale 31. Tale impianto di purificazione 50 comprende mezzi di depurazione 51 atti a purificare almeno il fluido di sterilizzazione 1a; un circuito di prelievo 52 atto a mettere in connessione di passaggio fluido il serbatoio principale 31 con i mezzi di depurazione 51; ed un circuito di scarico 53 atto a mettere in connessione di passaggio fluido i mezzi 51 ed il serbatoio 31.
I mezzi di depurazione 51 sono atti a purificare almeno il fluido di sterilizzazione 1a riducendone sia la carica batterica sia la conducibilità. Essi, pertanto, presentano una prima unità filtrante 51a atta a disinfezionare il fluido, ossia atta a ridurre la carica batterica eliminando batteri e microrganismi presenti nel fluido 1a ed una seconda unità filtrante 51b atta a ridurre la conducibilità rimuovendo i metalli disciolti nel fluido di sterilizzazione 1a.
La prima unità filtrante 51a à ̈ atta a ridurre almeno la carica batterica del fluido trattato e, in particolare, a ridurre sia la carica batterica sia la presenza di endo tossine all’interno del fluido trattato. Esso, pertanto, comprende un elemento filtrante realizzato in materiale polimerico come, ad esempio, acetato di cellulosa, poliammide, polisulfone e poliacrilonitrile, o, in alternativa, realizzato in materiale inorganico come, ad esempio, cordierite, vetri boro silicatici ed allumina. In particolare, la prima unità filtrante 51a presenta un elemento filtrante in materiale inorganico e, più in particolare, di tipo a membrana. Preferibilmente, la prima unità filtrante 51a à ̈ un filtro a base ceramica porosa.
La seconda unità filtrante 51b prevede un elemento filtrante realizzato in resina o altro materiale similare atto a ridurre la conducibilità del fluido trattato. In particolare, la seconda unità filtrante 51b comprende un elemento filtrante in resina e, più in particolare, in resina a scambio ionico che, liberando cationi e/o anioni nel fluido, abbatte il contenuto dei minerali disciolti e, pertanto, riduce la conducibilità del fluido.
Il circuito di prelievo 52 Ã ̈ costituito da una serie di condotti atti a prelevare il fluido di sterilizzazione 1a dal serbatoio principale 31 e, quindi, portarlo direttamente ai mezzi di depurazione 51.
In alternativa, come mostrato in Fig. 1, esso à ̈ costituito da una serie di condotti atti a portare il fluido di sterilizzazione 1a in corrispondenza del serbatoio di scarico 41 così che esso, prima di giungere ai mezzi di depurazione 51, raffreddi il fluido di scarico 1b.
In questo caso, il circuito può, pertanto, presentare uno scambiatore 52a atto a permettere al fluido di sterilizzazione 1a di raffreddare il fluido di scarto 1b e costituito, ad esempio, da una serpentina disposta all’interno del serbatoio 41 così da scambiare calore per conduzione tra i fluidi 1a ed 1b.
L’impianto di purificazione 50, al fine di massimizzare l’uso dei mezzi di depurazione 51, può inoltre presentare un secondo circuito di prelievo 54 atto a mettere in connessione di passaggio fluido il serbatoio di scarico 41 con i mezzi di depurazione 51; una valvola 55 atta a regolare il flusso verso i mezzi di depurazione 51; una pompa 56 atta a movimentare i fluidi 1a ed 1b all’interno dei circuiti 52, 53 e 54; ed un raffreddatore 57 atto a raffreddare i fluidi 1a d 1b prima che essi giungano ai mezzi di depurazione 51.
In particolare, la valvola 55 à ̈ costituita da una valvola a tre vie atta ad alternare il passaggio dei fluidi 1a ed 1b così che i mezzi di depurazione 51 lavorino, alternamente, i fluidi 1a ed 1b.
In alternativa, la valvola 55 à ̈ atta miscelare i fluidi 1a ed 1b così da consentire il loro contemporaneo filtraggio. In particolare, in questo caso la valvola 55 può essere munita di un termostato atto a regolare il flusso dei fluidi così che la temperatura del fluido in uscita dalla stessa valvola 55 sia mantenuta al di sotto di una determinata soglia.
La sterilizzatrice a vapore 1 può comprendere un impianto supplementare di purificazione 60 atto a mettere in connessione l’impianto di scarico 40 con quello di alimentazione 30 ed a trattare il fluido di scarto 1b prima che esso venga miscelato al fluido di sterilizzazione 1a.
Tale impianto supplementare di purificazione 60 comprende mezzi addizionali di filtraggio 61 dotato di gruppi purificanti 61a e 61b sostanzialmente analoghi alle unità filtranti 51a e 51b ed atti a purificare detto fluido di scarico 1b; un circuito di prelievo secondario 62 atto a mettere in connessione di passaggio fluido il serbatoio di scarico 41 con i mezzi addizionali di filtraggio 61; un circuito secondario di scarico 63 atto a mettere in connessione di passaggio fluido i mezzi addizionali di filtraggio 61 con il serbatoio principale 31; ed una pompa aggiuntiva 65 atta a movimentare il fluido di scarico 1b all’interno dell’impianto supplementare 60.
L’impianto supplementare di purificazione 60, inoltre, può comprendere un raffreddatore aggiuntivo 64 atto a raffreddare il fluido di scarico 1b prima che giunga ai mezzi addizionali 61; una valvola aggiuntiva 66, preferibilmente una valvola a tre vie, la quale, essendo posta tra i mezzi addizionali di filtraggio 61 ed il serbatoio 31, permette all’operatore di immettere il fluido di scarico 1b purificato nel serbatoio 21 o, in alternativa, di scaricarlo all’esterno attraverso uno scarico 67.
Infine, la sterilizzatrice a vapore 1 può, infine, presentare un apparato di degassificazione 70 atto ad eliminare i gas disciolti all’interno di almeno il fluido di sterilizzazione 1a.
Detto apparato di sterilizzazione, non mostrato in figura comprende, ad esempio, un recipiente 71 frapposto tra lo scambiatore 52a e la valvola 55 così da ricevere il fluido 1a dopo che esso ha assorbito calore dallo scambiatore 52a; ed una pompa a vuoto integrativa 72 atta ad evacuare il gas presente nel recipiente 71 così da abbassare la pressione al suo interno e, quindi, favorire la separazione tra il fluido di sterilizzazione 1a ed i gas in esso disciolti. In particolare, la pompa a vuota integrativa 72 à ̈ atta a direzionare i gas estratti dal fluido di sterilizzazione 1a nel filtro 45 o altro filtro similare così da purificarli prima che esso sia immesso nell’ambiente esterno.
L'invenzione realizza un nuovo procedimento di sterilizzazione di strumenti medici. Tale procedimento comprende una fase di sterilizzazione in cui il fluido di sterilizzazione 1a à ̈ prelevato dal serbatoio principale ed utilizzato per la sterilizzazione degli strumenti medici nella camera di sterilizzazione 20; una fase di scarico in cui il fluido di scarico 1b à ̈ evacuato dalla camera di sterilizzazione 20 e raccolto nel serbatoio di scarico 41; ed una fase di purificazione in cui almeno uno dei fluidi 1a e 1b à ̈ opportunamente depurato.
Inizialmente, si prepara la sterilizzatrice 1 riempiendo il serbatoio principale 31 con il fluido di sterilizzazione 1a e, quindi, analizzando il fluido di sterilizzazione 1a con i sensori di rilievo 31a al fine di capire se il fluido 1a presenta le caratteristiche bio-chimiche richieste. In particolare, i sensori di rilievo 31a verificano se il fluido 1a presenta adeguati valori di conducibilità e di carica batteria e, più in particolare, se i valori di conducibilità e di carica batteria ed il contenuto di endotossine sono conformi a valori preimpostati.
Se tali valori non sono quelli ideali, viene attivata la fase di purificazione in cui, attraverso l’impianto di purificazione 50, il fluido di sterilizzazione 1a, prelevato dal serbatoio principale 31, attraversa l’apparato di sterilizzazione che elimina dal fluido 1a i gas in esso disciolti, percorre il raffreddatore 57 così da raggiungere la temperatura ideale per il suo trattamento e, quindi, à ̈ purificato dai mezzi di depurazione 51 e, quindi, reintrodotto nel serbatoio principale 31.
Una volta che il fluido 1a presente in tale serbatoio 31 ha le caratteristiche biochimiche richieste, ossia quando l’acqua, costituente il fluido 1a nel serbatoio 31, ha carica batterica e conducibilità pressoché nulle, la fase di purificazione à ̈ ultimata e, quindi, possono essere attivate le fasi di sterilizzazione e di scarico. In particolare, tale fase di purificazione può essere interrotta quando il fluido di sterilizzazione 1a presenta un valore di conducibilità sostanzialmente inferiore a 15 microsiemens, più in particolare, una conducibilità sostanzialmente inferiore 10 microsiemens, preferibilmente, sostanzialmente inferiore 5 microsiemens e, più preferibilmente ancora, sostanzialmente pari a 0 microsiemens. In dettaglio, la fase à ̈ interrotta quando il fluido 1a ha una temperatura sostanzialmente compresa tra 40°C e 70°C, e preferibilmente tra 50°C e 60°C.
In alternativa, l’operatore può imporre che la fase di purificazione avvenga senza soluzione di continuità. In altre parole, la fase di purificazione può essere eseguita sempre, di continuo, indipendentemente dai valori di carica batterica e conducibilità del fluido 1a presente nel serbatoio principale 31. In dettaglio, in questo caso, il fluido di sterilizzazione 1a viene continuamente trattato dall’impianto di sterilizzazione 50 così da evitare la stagnazione del fluido 1a nel serbatoio 31 e, allo stesso tempo, mantenere i valori di conducibilità e carica batterica a livelli ideali, ossia pressoché nulli.
Infine, quando, a seguito di una serie di fasi di sterilizzazione e di scarico, la quantità di fluido di sterilizzazione 1a presente nel serbatoio principale 31 à ̈ insufficiente, o si ha un eccesso di fluido di scarico 1b nel serbatoio 41, viene attivata la fase di purificazione in cui il fluido di scarico 1b viene trasformato in fluido di sterilizzazione 1a tramite depurazione e, quindi, immesso nel serbatoio principale 31.
In questa fase, l’impianto di purificazione 50 preleva il fluido di scarico 1b dal serbatoio di scarico 41, ne regola la temperatura tramite il raffreddatore 57 e/o tramite miscelazione con il fluido di sterilizzazione 1a proveniente dal serbatoio principale 31, lo purifica tramite i mezzi di depurazione 51 e, infine, lo immette nel serbatoio principale 31.
Inoltre, al fine di velocizzare il reintegro del serbatoio principale 31 può essere attivato anche l’impianto supplementare di purificazione 60 che, in maniera analoga all’impianto 50, raffredda il fluido di scarico 1b tramite il raffreddatore aggiuntivo 64, lo purifica con i mezzi addizionali di depurazione 61 e, quindi, lo immette nel serbatoio principale 31.
Infine, se i sensori di rilievo 31a rilevano una diminuzione della velocità di ridu zione della carica batterica, delle endotossine e/o della conducibilità, la sterilizzatrice 1 segnala, ad esempio tramite appositi segnalatori ottici/acustici, l’approssimarsi della necessità di sostituzione di una o più delle corrispondenti unità filtranti 51a e 51b o di uno o più dei gruppi purificanti 61a e 61b. In particolare, se i sensori 31a non rilevano alcun cambiamento dei parametri misurati, la sterilizzatrice 1 segnala la necessità di un cambio di uno o più dei suddetti elementi 51a, 51b, 61a e 61b.
Una volta che nel serbatoio principale 31 si à ̈ raggiunto il desiderato quantitativo di fluido di sterilizzazione 1a, i sensori di rilievo 31a analizzano nuovamente le caratteristiche bio-chimiche del fluido di sterilizzazione 1a presente nel serbatoio principale 31 e, quindi, decidono se tale fluido à ̈ idoneo ad eseguire una sterilizzazione o se, il fluido non presenta le caratteristiche bio-chimiche desiderate, avviare una nuova di fase di purificazione.
L'invenzione consente importanti vantaggi.
Un primo importante vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che la sterilizzatrice a vapore 1, presentando mezzi di filtraggio di dimensioni e costi particolarmente ridotti, à ̈ caratterizzata da un’elevata qualità di sterilizzazione e, allo stesso tempo, da un costo di realizzazione e di funzionamento estremamente ridotto. Tale vantaggio à ̈ stato ottenuto grazie all’innovativo impianto di purificazione 50 che, definendo un circuito di chiuso, fa sì che il fluido di sterilizzazione 1a attraversi i mezzi di depurazione 51 un elevato numero di volte e, quindi, fornisce ai mezzi di depurazione 51 la possibilità di trattare il fluido di sterilizzazione 1a un elevato numero di volte al contrario della tecnica nota dove si depurava il fluido in un unico passaggio.
La possibilità di trattare più volte il fluido di sterilizzazione 1a permette di annullare un’eventuale perdita di efficienza da parte dei mezzi 51 facendo sì che la sterilizzatrice a vapore 1 richieda pochissimi interventi di manutenzione e, quindi, abbia un’elevata durata ed affidabilità.
Tali vantaggi di costi e qualità sono inoltre garantiti dalla presenza del raffreddatore 57 e dell’eventuale raffreddatore aggiuntivo 64 che, raffreddando i fluidi 1a ed 1b, consentono di avere un fluido di sterilizzazione 1a sempre a temperature ideali per la sterilizzazione e, quindi, ottimizzare il funzionamento dei mezzi 51 e 61.
In particolare, la presenza dei raffreddatori 57 e 64 permette di avere, in corrispondenza dei mezzi 51 e 61, un fluido a temperatura ideale per il trattamento con le resine proprie della seconda unità filtrante 51b.
Tale aspetto à ̈ ulteriormente garantito dalla valvola 55 che, miscelando opportunamente fluido di scarico 1b e fluido di sterilizzazione 1a, consente di regolare la temperatura del fluido entrante nei mezzi 51 e, pertanto, di favorire la depurazione del fluido.
Un altro vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che il fluido di sterilizzazione 1a, essendo in ogni momento purificabile dai mezzi di depurazione 51, presenta sempre caratteristiche bio-chimiche ideali e, quindi, non subisce i fenomeni di degrado tipici delle sterilizzatrici a vapore note.
Un importante vantaggio, dato dalla pressoché costante assenza di carica batterica e di conducibilità nel fluido di sterilizzazione 1a, à ̈ rappresentato dalla possibilità di evitare che si formino biofilm nell’impianto di alimentazione 30 e, quindi, che il fluido di sterilizzazione 1a venga contaminato prima della fase di sterilizzazione.
In particolare, la sterilizzatrice 1, grazie ai mezzi 51 e 61, à ̈ in grado di effettuare un ciclo di sterilizzazione utilizzando un fluido 1a sostanzialmente privo di carica batterica e con una conducibilità pressoché pari a 0 microsiemens.
Tale aspetto à ̈ ulteriormente garantito dalla possibilità di eseguire senza soluzione di continuità la fase di purificazione.
Un ulteriore vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che gli impianti di purificazione 50 e 60 consentono al fluido di scarico 1b di essere purificato e, di conseguenza, nuovamente utilizzato per una nuova sterilizzazione. In particolare, tale possibilità permette alla sterilizzatrice a vapore 1 di eseguire, con un determinato quantitativo di fluido, un numero pressoché infinito di sterilizzazioni e, quindi, di incrementare l’autonomia della sterilizzatrice 1.
Un altro vantaggio à ̈ rappresentato dalla possibilità di scaricare all’esterno il fluido di scarico 1b dopo che esso à ̈ stato purificato. In dettaglio, tale aspetto à ̈ garantito grazie alla presenza della valvola aggiuntiva 67 che, essendo posta a valle dei mezzi addizionali 61, fa sì che il fluido 1b, dopo essere stato purificato, possa essere scaricato nel serbatoio principale 31 o, in alternativa, all’esterno attraverso uno scarico 67. In aggiunta, tale soluzione può essere ottenuta persino inserendo una valvola a tre vie ed un condotto di scarico, analoghi alla valvola 66 ed allo scarico 67, tra i mezzi di purificazione 51 ed il serbatoio 31. Un non secondario vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che la sterilizzatrice a vapore 1, evitando la dispersione all’esterno del fluido di scarico 1b, consente di evitare la contaminazione dell’ambiente esterno alla sterilizzatrice 1.
L'invenzione à ̈ suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo. Tutti gli elementi descritti e rivendicati sono sostituibili da elementi equivalenti ed i dettagli, i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sterilizzatrice a vapore (1) per strumenti medici comprendente un impianto di alimentazione (30) atto ad alimentare una camera di sterilizzazione (20) ed comprendente almeno un serbatoio principale (31) atto a contenere un fluido di sterilizzazione (1a) ed un gruppo di vaporizzazione (33) di detto fluido di sterilizzazione (1a); un impianto di scarico (40) atto ad evacuare un fluido di scarico (1b) da detta camera di sterilizzazione (20); e caratterizzato dal fatto di comprendere un impianto di purificazione (50) atto a prelevare detto fluido di scarico (1b) da detto impianto di scarico (40) ed a immetterlo in detto serbatoio di carico (31) e detto impianto di purificazione (50) comprendendo mezzi di depurazione (51) atti a filtrare detto fluido di scarico (1b).
  2. 2. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detto impianto di purificazione (50) comprende un circuito secondario di prelievo (54) atto a mettere in connessione di passaggio fluido detto impianto di scarico (40) e detti mezzi di depurazione (51).
  3. 3. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto impianto di scarico (40) comprende un serbatoio di scarico (41) atto a contenere detto fluido di scarico (1b); ed in cui detto circuito secondario di prelievo (54) Ã ̈ atto a mettere in connessione di passaggio fluido detto serbatoio di scarico (41) e detti mezzi di depurazione (51).
  4. 4. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto impianto di scarico (40) comprende una pompa a vuoto (44) atta a mettere in depressione detto serbatoio di scarico (41) evacuando i gas presenti in detto serbatoio di scarico (41).
  5. 5. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto impianto di scarico (40) comprende un filtro (45) atto a purificare detti gas prelevati da detta pompa a vuoto (44).
  6. 6. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto impianto di purificazione (50) à ̈ atto a prelevare detto fluido di sterilizzazione (1a) da detto impianto di alimentazione (30) ed a miscelare detto fluido di sterilizzazione (1a) a detto fluido di scarico (1b).
  7. 7. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto impianto di purificazione (50) comprende una valvola (55) atta a miscelare detti fluidi (1a, 1b) ed un termostato atto a regolare il flusso di fluidi detti fluidi (1a, 1b) in funzione della temperatura del fluido in uscita da edtta valvola (55).
  8. 8. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto impianto di purificazione (50) comprendendo un raffreddatore (57) atto a raffreddare almeno detto fluido scarico (1b).
  9. 9. Sterilizzatrice a vapore (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto raffreddatore (57) Ã ̈ atto a raffreddare almeno detto fluido scarico (1b) prima che esso giunga a detti mezzi di depurazione (51).
  10. 10. Procedimento di sterilizzazione di strumenti medici comprendente un fase di sterilizzazione in cui à ̈ prelevato un fluido di sterilizzazione (1a) da un serbatoio principale (31) ed utilizzato per la sterilizzazione in una camera di sterilizzazione (20); una fase di scarico in cui un fluido di scarico (1b) à ̈ evacuato da detta camera di sterilizzazione (20); e caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di purificazione in cui detto fluido di scarico (1b) à ̈ depurato e immesso in detto serbatoio principale (31).
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