ITMI20121334A1 - Stelo femorale per protesi d'anca. - Google Patents

Stelo femorale per protesi d'anca. Download PDF

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ITMI20121334A1
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Italy
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vertex
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IT001334A
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Elisabetta Ceretti
Antonio Fiorentino
Ugo Ernesto Pazzaglia
Guido Zarattini
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Uni Degli Studi Brescia
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Description

“Stelo femorale per protesi d’anca”
La presente invenzione si riferisce ad uno stelo femorale utilizzato per protesi d’anca.
L’articolazione dell’anca unisce il femore all’osso dell’anca. L’osso iliaco del bacino vi concorre con una cavità articolare quasi emisferica, l’acetabolo, ed il femore con la testa femorale. L’articolazione dell’anca è quindi una articolazione sfera e cavità che consente movimenti in tutti i tre piani: coronalefrontale (flessione-estensione), saggiatale (abduzione-adduzione), trasversale (rotazione esterna-interna).
La sostituzione della testa del femore è una procedura in cui l’articolazione dell’anca viene sostituita con un impianto sintetico. Rappresenta la forma più affermata, meno costosa e più sicura di chirurgia sostitutiva dell’articolazione. L’intervento di sostituzione totale dell’anca consiste nella sostituzione dell’intera articolazione dell’anca con una protesi articolare e viene considerato come la soluzione migliore per trattare pazienti con dolore e disabilità causati da malattie degenerative articolari, quali osteoartrite e artrite reumatoide, o da eventi traumatici come le fratture.
Nell’intervento di sostituzione totale dell’anca, il chirurgo sostituisce la testa del femore con un componente sferico in metallo o ceramica montata su uno stelo, mentre l’acetabolo viene rivestito con una coppa metallica foderata di polietilene o ceramica o raramente direttamente con il polietilene. L’applicazione dello stelo avviene inserendo lo stesso nel canale femorale previo taglio del collo del femore (osteotomia), e fissando una testa sferica allo stelo che si articola nella cotile precedentemente inserita nella zona acetabolare dell’osso pelvico. Sono note diverse tecniche chirurgiche per introdurre lo stelo all’interno del canale femorale, la tecnica più utilizzata prevede l’introduzione dello stelo femorale lungo una direzione sostanzialmente verticale coincidente con l’asse del femore.
Per mantenere in posizione lo stelo femorale all’interno del canale femorale, sono impiegati due differenti tecniche. Secondo una prima tecnica, lo stelo viene cementato con una resina autoindurente (vale a dire che indurisce per effetto di una reazione di polimerizzazione attivata da un catalizzatore). Tali tipi di resine (simili alle resine utilizzate in odontoiatria) sono note come “cementi ossei” e vengono inserite all’interno del canale femorale. In particolare, lo stelo femorale viene introdotto nel canale nel quale è stato preventivamente inserito cemento fluido. La polimerizzazione del cemento ancora lo stelo femorale in posizione. Questa tecnica è tuttavia sempre meno utilizzata, in quanto, ad esempio, l’adesione tra osso e cemento e tra cemento e stelo ha una durata di circa dieci-quindici anni, trascorsi i quali è necessario rimuovere la protesi ed impiantarne una nuova. Una seconda tecnica prevede che lo stelo femorale si saldi nel canale femorale per processo biologico, vale a dire per effetto della rigenerazione ossea che consente al femore di inglobare e compenetrare la protesi. Chiaramente, questa seconda tecnica prevede tempi di recupero del paziente maggiori (necessari per la rigenerazione ossea). Tuttavia, specifici filler, come ad esempio osso umano proveniente da banche dell’osso o preparati sintetici della componente minerale della matrice fosfati tricalcici, idrossiepatite, e simili possono aiutare a colmare gli spazi esistenti tra l’impianto e la parete endostale della diafisi prossimale del femore.
Ciononostante, la rigenerazione ossea è spesso ostacolata dalla natura stessa della protesi femorale impianta. Infatti, più un osso è sottoposto a carico, più il tessuto osseo cresce. Quindi, nelle zone con carico ridotto lo scheletro mantiene tanto tessuto osseo quanto è necessario per sostenere il carico ridotto. Lo stelo collocato all'interno di un femore è molto più rigido dello scheletro e perciò la maggior parte del carico del peso corpo si scarica attraverso lo stelo. Di conseguenza, lo stelo risulta essere sovraccaricato, mentre lo scheletro intorno alla protesi viene scaricato. Le conseguenze sono che la parte superiore del femore è sottoposta a minor ricrescita ossea (risultando più debole), e che lo scheletro intorno alla punta dello stelo femorale è sovraccaricato, stimolando una apposizione periostale. Questo può determinare sintomatologia dolorosa in una componente femorale peraltro stabile.
Per ottimizzare la fissazione all’osso, sono stati sviluppati steli femorali dotati di una o più nervature di forma diversa sporgenti parzialmente, o lungo l’intera lunghezza dello stelo, dalle superfici laterali e posteriore dello stesso. In questo modo aumenta la superficie di ancoraggio attraverso la quale lo stelo trasmette sollecitazioni al femore anche se queste comportano una certa perdita di “bone stock”, vale a dire di osso proprio del paziente.
In questo contesto, il problema che sta alla base della presente invenzione è quello di proporre uno stelo femorale per protesi d’anca in grado di permettere un’ottima fissazione del fusto dello steso femorale all’osso femorale.
Il problema viene risolto in accordo con una più delle annesse rivendicazioni.
Lo stelo femorale per protesi d’anca oggetto della presente invenzione verrà ora maggiormente descritto con riferimento ai disegni allegati, dati solo a titolo indicativo e non limitativo, in cui:
- la figura 1 mostra una vista prospettica di uno stelo femorale per protesi d’anca in accordo con la presente invenzione;
-la figura 2 mostra una vista in pianta dello stelo di figura 1; e
- la figura 3 mostra un ingrandimento di una porzione dello stelo di figura 2.
Con riferimento alle unite figure, con 1 è stata complessivamente indicato uno stelo femorale in accordo con la presente invenzione.
Lo stelo femorale 1 comprende un fusto protesico 2 atto ad essere inserito in un canale femorale, una testa protesica 3 sostanzialmente sferica atta ad accoppiarsi ad una cupola cotiloidea ed un collo protesico 4che si sviluppa tra una prima porzione di estremità 2a del fusto protesico 2 e la testa protesica 3. Nella forma realizzativa preferita dell’invenzione, la testa protesica 3 è removibile dal collo protesico 4 per permettere l’installazione della testa più adeguata in funzione dell’anatomia del paziente. Il fusto protesico 2, la testa protesica 3 ed il collo protesico 4 sono preferibilmente realizzati in materiale metallico biocompatibile, ad esempio in titanio o una sua lega.
Il fusto protesico presenta uno sviluppo, a partire dalla prima porzione di estremità 2a verso una seconda porzione di estremità 2b opposta alla prima 2a, rastremato, vale a dire si restringe dal collo protesico 4 verso la punta del fusto 2. Preferibilmente, il fusto protesico ha uno sviluppo sostanzialmente arcuato, vale a dire il luogo dei punti baricentrali del fusto 2 lungo una direzione che va dalla prima estremità 2a verso la seconda 2b non è rettilineo. Tale luogo dei punti baricentrali segue un andamento curvilineo senza punti di flesso. Il fusto 2 presenta un ingombro definito in pianta da un bordo concavo ed un bordo convesso raccordati in corrispondenza della seconda estremità 2b del fusto da un profilo arcuato e raccordati in corrispondenza della prima estremità 2a del fusto 2 da un tratto sostanzialmente rettilineo. Il fusto presenta una forma in sezione, vale dire lungo un piano sostanzialmente perpendicolare alla direzione longitudinale che va dalla prima 2a alla seconda estremità 2b, sostanzialmente ovale.
Il fusto protesico 2 presenta una fascia superiore FS, una fascia mediana FM ed una fascia inferiore FI che si sviluppano sostanzialmente longitudinalmente lungo il fusto 2 tra la prima 2a e la seconda estremità 2b dello stesso. Per fasce del fusto 2 si intendono, nel contesto della presente invenzione, delle zone ideali in cui il fusto è divisibile. Tali zone sono ben definibili osservando lo stelo femorale in una vista in pianta. Nella figura 2 e 3, le linee tratteggiate rappresentano il confine ideale tra le diverse fasce di cui sopra. In particolare, la fascia mediana FM è quella che racchiude una sequenza di fori 5 di forma sostanzialmente poligonale che attraversano lo spessore del fusto 2. La fascia mediana è identificabile tra le estremità superiori ed inferiori dei fori 5, vale a dire la fascia mediana comprende tutti i fori 5 e non si estende oltre gli stessi. La fascia superiore FS è identificabile tra la fascia mediana FM ed un bordo del fusto 2, in particolare il bordo concavo sopra citato. La fascia inferiore FI è identificabile tra la fascia mediana FM ed il bordo convesso del fusto 2. Come illustrato in figura 2, il collo protesico 4 è innestato sulla prima estremità 2a del fusto 2 in una zona contenuta nella fascia mediana FM.
Vantaggiosamente, i fori 5 sono separati da rispettivi ponticelli 6 che si estendono tra la fascia superiore FS e la fascia inferiore FI attraversando la fascia mediana FM. Le direzioni di sviluppo X dei ponticelli si intersecano, rispetto alla fascia mediana FM, in maniera alternata da parte rivolta verso la fascia superiore FS e da parte rivolta verso la fascia inferiore FI, come illustrato in figura 2.
Si noti che i ponticelli 6 realizzano una sorta di “struttura reticolare” disposta nella fascia mediana FM del fusto 2, in quanto i ponticelli 6 sono assimilabili (da un punto di vista strutturale) alle travi di una travatura reticolare. Questa caratteristica consente di ridurre la sezione resistente del fusto 2 (i fori 5 indeboliscono il fusto 2) pur garantendo adeguate caratteristiche meccaniche del fusto 2 nel supportare carichi di compressione, di trazione e di flessione ai quali sarà sottoposto una volta impiantato nel canale femorale di un paziente. In questo modo, parte del carico normalmente supportato dallo stelo femorale viene trasmesso all’osso femorale favorendone la ricrescita ossea. Inoltre, i fori 5 possono essere riempiti con trapianti ossei o altri supporti biocompatibili che favoriscono l’apposizione di tessuto osseo. Preferibilmente, il numero di ponticelli 6 è uguale al numero di fori 5 meno uno.
Si noti l’effetto sinergico dato dai fori 5 e dai ponticelli 6. I fori 5 consentono l’inserimento di filler che favorisce l’apposizione di osso verso l’interno dl fusto, contribuendo a realizzare una fissazione stabile nel canale. I ponticelli 6, realizzando la sopra citata “struttura reticolare”, massimizzano l’area dei fori (a parità di resistenza meccanica del fusto) consentendo quindi di aumentare la superficie di supporto biocompatibile inseribile nei fori, consentendo inoltre di trasferire carichi specificatamente nella regione riempita con il filler. Infatti, il trasferimento di carico dal fusto all’osso femorale è maggiore laddove maggiore è la sollecitazione meccanica del fusto che, nel caso specifico, è più elevata in corrispondenza dei ponticelli 6 (e delle zone ad essi limitrofe).
Nella forma realizzativa preferita dell’invenzione, i ponticelli 6 sono sostanzialmente rettilinei ed i fori 5 hanno una forma sostanzialmente triangolare. I ponticelli 6 risultano pertanto definiti da materiale del fusto 2 posto tra due lati di due fori adiacenti. I fori 5 triangolari sono disposti in maniera tale da affacciare alla fascia superiore FS basi (o lati) di triangoli intercalate da vertici di triangoli, come mostrato nelle unite figure. Analogamente, i fori triangolari affacciano alla fascia inferiore FI basi (o lati) di triangoli intercalate da vertici di triangoli. In particolare, in corrispondenza di ogni foro triangolare, alla fascia superiore FS è affacciato un vertice ed alla faccia inferiore è affacciata una base (o viceversa). I vertici dei triangoli sono smussati in modo tale da realizzare raccordi tra due lati adiacenti del triangolo secondo un arco di circonferenza di raggio R. In questo modo, in corrispondenza dei vertici dei triangoli non si creano punti di discontinuità (o di singolarità in senso matematico) evitando concentrazioni di forze in corrispondenza dei vertici dei triangoli.
Preferibilmente, il rapporto tra l’altezza A della fascia superiore FS e l’altezza B del foro triangolare presente nella rispettiva porzione di fascia mediana FM è compreso tra circa 1,3 e circa 0,4, preferibilmente tra circa 1 e circa 0,6. L’altezza A della fascia superiore FS è definita dalla distanza tra il bordo concavo della fascia superiore FS ed il foro 5 misurata lungo una retta RF perpendicolare alla base (o lato) del triangolo e passante per il vertice del triangolo, come mostrato in figura 3. L’altezza B del triangolo è definita dalla distanza tra il vertice e la base (o lato) del triangolo misurata lungo la retta RF sopra citata.
Analogamente, il rapporto tra l’altezza C della fascia inferiore FI e l’altezza B del triangolo presente nella rispettiva porzione di fascia medina FM è compreso tra circa 0,9 e circa 0,3, preferibilmente tra circa 0,7 e circa 0,4. L’altezza C della fascia inferiore è definita dalla distanza tra il bordo convesso della fascia inferiore FI ed il foro misurata lungo la sopra citata retta RF perpendicolare alla base (o lato) del triangolo e passante per il vertice del triangolo.
Preferibilmente, il rapporto tra l’altezza A della fascia superiore e lo spessore SP massimo del fusto 2 protesico in corrispondenza della rispettiva porzione di fascia superiore è compreso tra circa 0,8 e circa 0,3, preferibilmente tra circa 0,6 e 0,5. Lo spessore massimo del fusto 2 è la massima distanza tra due superfici opposte del fusto 2. Tale distanza è misurata lungo la sopra citata retta RF e rispetto ad un asse perpendicolare ad una sezione longitudinale del fusto (vale a dire un asse uscente dal piano del foglio se si considerano le figure 2 e 3), come illustrato in figura 1.
Si noti che i fori 5 sono posti in successione l’uno con l’altro, vale a dire ciascun foro confina soltanto con il foro che lo precede e lo segue nella successione. Ogni foro confina pertanto con un solo foro (nel caso dei fori di estremità) o con due fori. Possono essere presenti ulteriori fori nel fusto 2, tuttavia i fori 6 della fascia mediana FM devono essere disposti come sopra citato.
Nella forma realizzativa illustrata nelle unite figure i fori 5 triangolari sono cinque ed i ponticelli 6 sono quattro. Il primo foro è quello più vicino alla prima estremità 2a del fusto 2, mentre il quinto foro è quello più vicino alla seconda estremità 2b del fusto 2.
Nelle tabelle qui sotto riportate sono indicati i rapporti sopra citati (ed altri) per ciascuno dei cinque fori 5, dove:
- Il rapporto A/B indica il rapporto tra l’altezza A della fascia superiore e l’altezza B del triangolo (definiti come sopra detto).
- Il rapporto C/B indica il rapporto tra l’altezza C della fascia inferiore e l’altezza B del triangolo (definiti come sopra detto).
- Il rapporto A/SP indica il rapporto tra l’altezza A della fascia superiore e lo spessore massimo del fusto protesico in corrispondenza della rispettiva porzione di fascia superiore (definiti come sopra).
- Il rapporto R/SP indica il rapporto tra il raggio R dell’arco di circonferenza che raccorda due lati del triangolo e lo spessore massimo SP del fusto protesico in corrispondenza della rispettiva porzione di fascia superiore.
- Il rapporto S/SP indica il rapporto tra l’ampiezza S di un ponticello e lo spessore massimo SP del fusto protesico in corrispondenza della rispettiva porzione di fascia superiore, dove l’ampiezza S del ponticello è la distanza tra due estremità libere del ponticello misurata lungo una direzione perpendicolare alla direzione di sviluppo X del ponticello. Le distanze di cui sopra possono ad esempio essere misurate osservando lo stelo femorale da una vista in pianta, come per esempio quella di cui alle figure 3, in modo tale che i bordi del fusto siano ben evidenti.
A/B C/B A/SP R/SP S/SP C/SP
1° foro 0,61 0,40 0,57 0,06 0,13 0,37
A/B C/B A/SP R/SP S/SP C/SP
2° foro 0,65 0,46 0,55 0,07 0,14 0,40
A/B C/B A/SP R/SP S/SP C/SP
3° foro 0,79 0,59 0,58 0,08 0,16 0,44
A/B C/B A/SP R/SP S/SP C/SP
4° foro 0,82 0,60 0,57 0,09 0,17 0,42
A/B C/B A/SP R/SP S/SP C/SP
5° foro 1,00 0,72 0,60 0,09 0,18 0,43
Ciascuna delle sopra riportate tabelle può essere letta intendendo ciascun valore indipendente dagli altri oppure secondo una combinazione qualsiasi di valori. Inoltre ciascun valore deve essere inteso come preferito e rappresentativo di un intervallo di valori centrati sul valore indicato. Ciascuno di tali intervalli ha un’ampiezza che si estende per un 20% in più ed in meno rispetto al valore indicato. Ad esempio, il rapporto A/B del primo triangolo indicato con il valore 0,61 nella corrispondente tabella deve essere letto come un intervallo compreso tra circa 0,73 e circa 0,49, preferibilmente di circa 0,61. In modo analogo deve essere letto ogni altro valore delle tabelle di cui sopra.
Lo stelo femorale 1 è realizzato in materiale metallico biocompatibile, come per esempio titanio o una sua lega. Lo stelo può essere vantaggiosamente realizzato con processo di sinterizzazione laser o per microfusione del metallo scelto per realizzare lo stelo.
Inoltre, per aumentare l’opposizione ossea anche intorno al fusto 2, almeno alcune porzioni dello stesso presentano una superficie esterna rugosa (vale a dire non liscia).

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Stelo femorale comprendente un fusto (2) protesico atto ad essere inserito in una canale femorale, una testa (3) protesica sostanzialmente sferica atta ad accoppiarsi ad una cupola cotiloidea, un collo (4) protesico che si sviluppa tra una prima porzione di estremità (2a) del fusto (2) protesico e la testa protesica (3), detto fusto (2) protesico avendo uno sviluppo, da detta prima porzione di estremità (2a) verso una seconda porzione di estremità (2b), rastremato; caratterizzato dal fatto che detto fusto (2) protesico presenta una fascia superiore (FS), una fascia mediana (FM) ed una fascia inferiore (FI) che si sviluppano sostanzialmente longitudinalmente lungo il fusto (2) tra la prima (2a) e la seconda estremità (2b) dello stesso, detta fascia mediana (FM) comprendendo una sequenza di fori (5) di forma sostanzialmente poligonale in cui due fori adiacenti sono separati da ponticelli (6) che si estendono tra la fascia superiore (FS) e la fascia inferiore (FI), le direzioni di sviluppo (X) di detti ponticelli (6) intersecandosi, rispetto a detta fascia mediana (FM), in maniera alternata da parte rivolta verso la fascia superiore (FS) e da parte rivolta verso la fascia inferiore (FI). 2. Stelo secondo la rivendicazione 1, in cui detti ponticelli (6) sono sostanzialmente rettilinei. 3. Stelo femorale secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detti fori (5) poligonali sono sostanzialmente triangolari; detta successione di fori (5) triangolari essendo disposta in maniera tale da affacciare a detta fascia superiore (FS) basi di triangoli intercalate da vertici di triangoli. 4. Stelo femorale secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti fori (5) poligonali sono sostanzialmente triangolari; detta successione di fori (5) triangolari essendo disposta in maniera tale da affacciare a detta fascia inferiore (FI) basi di triangoli intercalate da vertici di triangoli. 5. Stelo femorale secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui i vertici di detti fori triangolari (5) sono smussati in modo tale da realizzare raccordi tra due lati adiacenti del triangolo secondo un arco di circonferenza. 6. Stelo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 5, in cui il rapporto tra l’altezza (A) della fascia superiore (FS) e l’altezza (B) del triangolo presente nella rispettiva porzione di fascia mediana (FM) è compreso tra circa 1,3 e circa 0,4, preferibilmente tra circa 1 e circa 0,6; l’altezza (A) della fascia superiore (FS) essendo definita dalla distanza tra un bordo libero della fascia superiore (FS) ed il foro (5) misurata lungo una retta (RF) perpendicolare alla base del triangolo e passante per il vertice del triangolo, l’altezza (B) del triangolo essendo definita dalla distanza tra il vertice e la base del triangolo misurata lungo una retta (RF) perpendicolare alla base del triangolo e passante per il vertice del triangolo. 7. Stelo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 6, in cui il rapporto tra l’altezza (C) della fascia inferiore (FI) e l’altezza (B) del triangolo presente nella rispettiva porzione di fascia mediana (FM) è compreso tra circa 0,9 e circa 0,3, preferibilmente tra circa 0,7 e circa 0,4; l’altezza (C) della fascia inferiore (FI) essendo definita dalla distanza tra un bordo libero della fascia inferiore (FI) ed il foro misurata lungo una retta (RF) perpendicolare alla base del triangolo e passante per il vertice del triangolo, l’altezza (B) del triangolo essendo definita dalla distanza tra il vertice e la base del triangolo misurata lungo una retta (RF) perpendicolare alla base del triangolo e passante per il vertice del triangolo. 8. Stelo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 7, in cui il rapporto tra l’altezza (A) della fascia superiore (FS) e lo spessore massimo (SP) del fusto (2) protesico in corrispondenza del rispettivo foro (5) è compreso tra circa 0,8 e circa 0,3, preferibilmente tra circa 0,6 e 0,5; l’altezza (A) della fascia superiore (FS) essendo definita dalla distanza tra un bordo libero della fascia superiore ed il foro misurata lungo una retta (RF) perpendicolare alla base del triangolo e passante per il vertice del triangolo, lo spessore (SP) del fusto (2) essendo misurato in corrispondenza di detta retta (RF). 9. Stelo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto collo (4) protesico è innestato su detta prima estremità (2a) del fusto (2) in una regione contenuta nel prolungamento ideale di detta fascia mediana (FM) verso la prima estremità (2a) del fusto (2). 10. Stelo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno parte del fusto (2) presenta superficie esterna rugosa. CLAIMS 1. Femoral stem comprising a prosthesis shaft (2) adapted to be inserted in a femoral canal, a substantially spherical prosthesis head (3) adapted to couple with a cotyloid cavity, a prosthesis neck (4) which develops between a first end portion (2a) of the prosthesis shaft (2) and the prosthesis head (3), said prosthesis shaft (2) having a tapered development between said first end portion (2a) towards a second end portion (2b); characterised in that said prosthesis shaft (2) exhibits an upper band (FS), a median band (FM) and a lower band (FI) which develop substantially longitudinally along the shaft (2) between the first (2a) and the second end (2b) of the same, said median band (FM) comprising a sequence of holes (5) of substantially polygonal shape wherein two adjacent holes are separated by bridges (6) which extend between the upper band (FS) and the lower band (FI), the development directions (X) of said bridges (6) intersecting, relative to said median band (FM), in an alternating fashion on the side facing the upper band (FS) and on the side facing the lower band (FI).
  2. 2. Femoral stem according to claim 1, wherein said bridges (6) are substantially rectilinear.
  3. 3. Femoral stem according to claim 1 or 2, wherein said polygonal holes (5) are substantially triangular; said sequence of triangular holes (5) being arranged so as to face said upper band (FS) with triangle bases intercalated by triangle vertices.
  4. 4. Femoral stem according to any one of the previous claims, wherein said polygonal holes (5) are substantially triangular; said sequence of triangular holes (5) being arranged so as to face said lower band (FI) with triangle bases intercalated by triangle vertices.
  5. 5. Femoral stem according to claim 3 or 4, wherein the vertices of said triangular holes (5) are chamfered so as to form joints between two adjacent sides of the triangle according to a circumference arc.
  6. 6. Femoral stem according to any one of claims 3 to 5, wherein the ratio between the height (A) of the upper band (FS) and the height (B) of the triangle present in the respective portion of median band (FM) is in the range between about 1.3 and about 0.4, preferably between about 1 and about 0.6; the height (A) of the upper band (FS) being defined by the distance between a free edge of the upper band (FS) and the hole (5) measured along a straight line (RF) perpendicular to the triangle base and passing by the triangle vertex, the height (B) of the triangle being defined by the distance between the triangle vertex and base measured along a straight line (RF) perpendicular to the triangle base and passing by the triangle vertex.
  7. 7. Femoral stem according to any one of claims 3 to 6, wherein the ratio between the height (C) of the lower band (FI) and the height (B) of the triangle present in the respective portion of median band (FM) is in the range between about 0.9 and about 0.3, preferably between about 0.7 and about 0.4; the height (C) of the lower band (FI) being defined by the distance between a free edge of the lower band (FI) and the hole measured along a straight line (RF) perpendicular to the triangle base and passing by the triangle vertex, the height (B) of the triangle being defined by the distance between the triangle vertex and base measured along a straight line (RF) perpendicular to the triangle base and passing by the triangle vertex.
  8. 8. Femoral stem according to any one of claims 3 to 7, wherein the ratio between the height (A) of the upper band (FS) and the maximum thickness (SP) of the prosthesis shaft (2) at the respective hole (5) is in the range between about 0.8 and about 0.3, preferably between about 0.6 and about 0.5; the height (A) of the upper band (FS) being defined by the distance between a free edge of the upper band and the hole measured along a straight line (RF) perpendicular to the triangle base and passing by the triangle vertex, the thickness (SP) of the shaft (2) being measured at said straight line (RF).
  9. 9. Femoral stem according to any one of the previous claims, wherein said prosthesis neck (4) is fitted onto said first end (2a) of the shaft (2) in a region contained within the ideal extension of said median band (FM) towards the first end (2a) of the shaft (2).
  10. 10. Femoral stem according to any one of the previous claims, wherein at least a part of the shaft (2) exhibits a rough outer surface.
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Citations (3)

* Cited by examiner, † Cited by third party
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DE1491246A1 (de) * 1964-04-21 1969-05-14 Paul Wittebol Intramedullare Metallprothese zum Ersatz des Femuralkopfes
EP0674886A1 (en) * 1994-02-04 1995-10-04 Società per Azioni SAMO Lightened internal articular prosthesis
DE102009017532A1 (de) * 2009-04-17 2010-10-21 Copf sen., Franz, Prof. Dr. med. Prothesenkörper für eine Oberschenkelprothese

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