ITMI20120336A1 - Procedimento per fabbricare lampade fluorescenti a bassa pressione a catodo freddo, e capsula utilizzata in tale procedimento - Google Patents

Procedimento per fabbricare lampade fluorescenti a bassa pressione a catodo freddo, e capsula utilizzata in tale procedimento Download PDF

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ITMI20120336A1
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Umberto Berti
Bruno Tacconi
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Tecnolux Italia S R L
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  • Manufacturing & Machinery (AREA)
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  • Vessels And Coating Films For Discharge Lamps (AREA)

Description

Descrizione
La seguente invenzione riguarda un procedimento per la fabbricazione di lampade fluorescenti a bassa pressione, a catodo freddo (ad esempio per insegnistica e illuminazione), nel quale viene utilizzata una capsula metallica per l'inserimento nella lampada di vapori o gas comprendenti mercurio, nonché una tale capsula. E' noto un procedimento tradizionale per la fabbricazione di lampade del tipo suddetto, che prevede l'inserimento di una determinata quantità di mercurio, o più in generale di una sostanza comprendente mercurio, all'interno del tubo di scarica di tali lampade. Si descriverà brevemente tale procedimento con riferimento alle allegate figure da 1A a 1C, in cui sono illustrate schematicamente alcune fasi di tale noto procedimento .
Come si vede dalle sopra citate figure, un dispositivo di partenza, indicato nel suo complesso con 1, che permette di ottenere la voluta lampada (ad esempio per insegnistica e/o per illuminazione), comprende una parte principale cava 2 destinata in sostanza a diventare la voluta lampada (indicata con 30 in fig. 1C) e che a sua volta comprende un tubo di scarica 4 in vetro o quarzo. La parte principale 2 comprende a sua volta un tubo di scarica 4 contenente gli usuali dispositivi 7A, 7B presenti in una lampada di questo tipo, come pure, a ciascuna delle sue due estremità 6A e 6B, rispettivi mezzi 9 e 11 atti a collegare elettricamente la futura lampada ad un impianto di alimentazione. In corrispondenza di ciascuna estremità 6A e 6B è presente una relativa apertura 8A e 8B che mette in comunicazione il tubo di scarica 4 rispettivamente con un tubo contenitore 24 e un tubo di raccordo 10 (entrambi sono in sostanza prolungamenti del tubo di scarica 4). I tubi 10 e 24 sono realizzati dello stesso materiale in cui è realizzato il tubo di scarica 4.
Il tubo di raccordo 10 permette di porre in connessione la parte interna 12 del tubo di scarica 4 con una sorgente di vuoto 14 che permette di aspirare i gas presenti nel tubo di scarica 4 , generando al suo interno il voluto grado di vuoto. Il tubo contenitore 24 consente l'alimentazione di vapori o gas di mercurio all'interno del tubo di scarica 4. A tal fine il tubo contenitore 24 presenta un rigonfiamento intermedio 16, comunemente detto ricettacolo, atto ad alloggiare mercurio o, più in generale, una sostanza comprendente mercurio, e atta a generare i suddetti vapori o gas a seguito del suo riscaldamento. Tale sostanza è inserita all'interno del ricettacolo 16 per mezzo di un'usuale siringa o mezzi analoghi, ciò avvenendo attraverso un'apertura 17 del tratto d'estremità 19 del tubo contenitore 24. In particolare il ricettacolo 16 permette di mantenere in posizione la detta sostanza durante le operazioni di estrazione dei gas inizialmente contenuti nel tubo di scarica 4, evitando che la sostanza venga fatta spostare o, peggio, aspirata dall'azione della sorgente di vuoto 14, ed evitandone pure l'interferenza con le successive fasi di riscaldamento e degasamento.
Facendo ancora riferimento alle figure 1A-1C, il procedimento di fabbricazione della suddetta lampada è sostanzialmente il seguente:
- 1 'estremità libera 18 del tubo di raccordo 10 del dispositivo di partenza 1 viene connessa ad una sorgente di vuoto 14 (fig. 1A);
- tramite l'apertura 17 del tratto d'estremità 19 del tubo contenitore 24, viene inserita nel ricettacolo 16 una predeterminata quantità della sostanza comprendente mercurio (fig. 1A);
- mediante riscaldamento (ad esempio mediante fiamma libera 22) fino alla temperatura di rammollimento del materiale che costituisce il tubo contenitore 24 si ottiene la chiusura verso l'esterno del tubo contenitore 24 (fig. 1B);
- si attiva la sorgente di vuoto 14 al fine di aspirare i gas presenti all'interno del tubo di scarica 4 e del tubo contenitore 24 fino a generare nel loro interno il voluto grado di vuoto;
- si riscaldata (ad esempio ancora mediante fiamma libera, tale fase non essendo stata illustrata nelle figure per semplicità) il tratto del tubo di raccordo 10 più vicino al tubo di scarica 4, fino alla temperatura di rammollimento del materiale che lo costituisce, determinando la chiusura dell'apertura 8B e il distacco dalla parte restante del tubo di raccordo 10 e di conseguenza dalla sorgente di vuoto e il distacco di quest'ultimo dalla sorgente di vuoto 14;
- il ricettacolo 16 viene ora riscaldato (ad esempio ancora mediante fiamma libera, tale fase non essendo pure stata illustrata nelle figure per semplicità) ad una temperatura minore della temperatura di rammollimento del materiale del tubo contenitore 24 ma che provoca la vaporizzazione o gassificazione della sostanza comprendente mercurio in esso contenuta, determinando la formazione dei vapori o gas così formatisi, che occupano tutto il tubo di scarica 4;
- quel che resta del tubo contenitore 24 viene ora riscaldato in una zona posta tra il ricettacolo 16 e il tubo di scarica 4, fino ad una temperatura di rammollimento del relativo materiale, determinando la chiusura dell'apertura 8A del tubo di scarica 4 e il distacco da esso di ciò che resta del tubo contenitore 24, e quindi del ricettacolo 16 (fig. 1C).
Il noto procedimento sopra descritto presenta tuttavia vari inconvenienti legati alla difficoltà e pericolos ita della manipolazione di mercurio o anche di una sostanza comprendente mercurio da parte di un operatore.
Un ulteriore inconveniente legato al procedimento sopra descritto consiste in una difficile e spesso non corretta dosatura dell'esatta quantità di sostanza comprendente mercurio da inserire nella lampada, per cui in definitiva ne viene inserita una quantità superiore a quella strettamente necessaria.
US-A-3895709 descrive una capsula contenente mercurio e ottenuta a partire da un tubicino metallico. La capsula è inseribile in un bulbo di un tubo NIXIE (marchio registrato) o in un display piano. Il mercurio viene liberato per riscaldamento, che provoca la rottura della capsula.
L'utilizzo di una capsula di questo tipo nel procedimento di fabbricazione di lampade fluorescenti a bassa pressione a catodo freddo per insegnistica e illuminazione permetterebbe di dosare in modo molto più preciso la quantità di mercurio da inserire nel tubo di scarica di tali lampade.
Si è tuttavia potuto riscontrare il grave inconveniente che quando si attiva la sorgente di vuoto 14 (situazione della fig. 1B) al fine di aspirare i gas inizialmente presenti all'interno del tubo di scarica 4 e di quel che resta del tubo contenitore 24, per generare nel loro interno il voluto grado di vuoto, può capitare che l'aspirazione asporti anche la capsula dal ricettacolo 16.
Scopo della presente invenzione è, quello di risolvere i problemi tecnici derivanti dai sopra citati inconvenienti.
Questo ed altri scopi che risulteranno evidenti all'esperto del ramo vengono raggiunti da un procedimento e una capsula secondo le annesse rivendicazioni.
Per una maggiore comprensione del presente trovato si allegano, a titolo puramente esemplificativo, ulteriori disegni, in cui:
le fig g. 2A e 2B illustrano schematicamente due rispettive forme di realizzazione di una capsula tubolare metallica utilizzabile in un procedimento secondo la presente invenzione;
le figure 3A-3D illustrano schematicamente successive fasi di un procedimento secondo la presente invenzione;
la fig. 4 rappresenta un tratto molto ingrandito del tubo di raccordo, che fa vedere come in esso possono venire collocati sia un elemento di fermo sia una capsula come quella di fig. 2B.
Si avverte che nelle figg. 2-4 elementi uguali o simili a quelli delle figg. 1 sono stati indicati con gli stessi numeri di riferimento utilizzati in queste ultime ai quali è però stato sommato 100.
Dalle figg. 3A-3D si vede che un dispositivo di partenza, indicato nel suo complesso con 101, che permette di ottenere la voluta lampada fluorescente (indicata con 130 in fig. 3D) a bassa pressione a catodo freddo (ad esempio per insegnistica e/o illuminazione), comprende una parte principale 102 comprendente a sua volta un tubo di scarica 104 di forma tubolare, realizzato normalmente in vetro o quarzo, alle cui due estremità 106A e 106B sono previsti usuali mezzi di connessione 109 e 111 atti ad alimentare elettricamente la lampada che si otterrà.
L'estremità 106A della parte principale 102 è chiusa (fig. 3A) mentre l'altra estremità 106B presenta un'apertura 108B che comunica con un tubo di raccordo 110 dello stesso materiale del tubo di scarica 104. Il tubo di raccordo 110 permette sia di porre in comunicazione l'interno 112 del tubo discarica 104 con una sorgente di vuoto 114, sia di alloggiare al suo interno una capsula metallica 116 contenente una predeterminata quantità di una sostanza comprendente mercurio. Il metallo della capsula 116 viene scelto in modo che, oltre ad essere chimicamente inerte rispetto alla sostanza con cui deve venire in contatto, non rammollisca quando si raggiunge la temperatura di rammollimento del materiale costituente il tubo di raccordo 110. In particolare un metallo adatto allo scopo è l'acciaio inossidabile.
La capsula 116 ha una conformazione tubolare e quando viene riscaldata ad una temperatura che permette di vaporizzare o gassificare la sostanza comprendente mercurio deve aprirsi o rompersi per permette la fuoriuscita di tale sostanza sotto forma di gas o vapori dalla capsula 116. Si è visto che per ottenere in modo semplice questo risultato si può utilizzare un acciaio inossidabile per aghi da siringa, per la fabbricazione dei quali si parte da un tubicino di tale materiale. In particolare si può utilizzare uno spezzone di questo tubicino, chiudere tale spezzone ad una sua estremità mediante schiacciamento, riempirlo della sostanza comprendente mercurio attraverso 1'apertura dell'altra estremità e infine chiudere anche questa estremità per schiacciamento. Secondo una variante conveniente, si può anche chiudere ad un'estremità mediante schiacciamento tutto il suddetto tubicino, riempirlo di sostanza comprendente mercurio e individuare, mediante schiacciamenti equidistanziati, le varie capsule, che vengono poi separate tra loro per tranciatura.
Si fa notare che l'utilizzo di una capsula tubolare del tipo sopra descritto consente di dosare in modo molto preciso la quantità di sostanza comprendente mercurio, essendo facilmente determinabile la lunghezza del tratto di tubicino, di un determinato diametro interno (dell'ordine di qualche decimo di millimetro) da utilizzare per ottenere una capsula che contiene l'esatta quantità di tale sostanza.
La chiusura per semplice schiacciamento delle due estremità della capsula 116 permette di ottenere una chiusura sufficientemente ermetica della stessa, purché non si verifichino anormali cambiamenti della temperatura a cui la capsula è mantenuta prima dell'utilizzo.
Nello specifico caso illustrate nelle figg. 2A e 3 la capsula 116 ha una conformazione che chiameremo ad "omega". La ragione di tale conformazione (od altre, aventi lo stesso effetto), che già si potrebbe intuire dalle figg. 3, risulterà comunque evidente da quanto segue.
Il procedimento secondo la presente invenzione, che utilizza la capsula tubolare 116 sopra descritta, è sostanzialmente il seguente:
- la capsula tubolare 116 è inserita (fig. 3A) in una posizione intermedia all'interno del tubo di raccordo 110 prima che quest'ultimo venga collegato alla sorgente di vuoto 114, essendo previsti (come si vedrà più avanti) mezzi per trattenere in posizione la capsula 116;
- viene poi attivata la sorgente di vuoto 114, determinando l'aspirazione dei gas presenti all'interno del tubo di scarica 104 fino a creare all'interno di quest'ultimo il voluto grado di vuoto, i suddetti mezzi per trattenere in posizione la capsula 116 impedendo che si sposti a causa della suddetta aspirazione;
- viene ora riscaldata (per esempio mediante una fiamma libera 122 o altri mezzi atti ad ottenere lo stesso scopo) la porzione 123 del tubo di raccordo 110 fino alla temperatura di rammollimento del materiale di quest'ultimo, determinandone la chiusura e il distacco della sorgente di vuoto 114 (Fig. 3B);
- viene ora riscaldata (per esempio mediante fiamma libera 124o altri mezzi atti ad ottenere lo stesso effetto) la porzione restante del tubo di raccordo 110, contenente la capsula 116, al fine sia di vaporizzare o gassificare la sostanza comprendente mercurio contenuta nella capsula stessa, sia di rompere o far aprire la capsula 116 in modo che tale sostanza vaporizzata o gassificata si diffonda in tutto il tubo di scarica 104;
la porzione 125 del tubo di raccordo 110 viene ora riscaldata (per esempio mediante una fiamma libera 126 o altri mezzi atti ad ottenere lo stesso scopo) fino alla temperatura di rammollimento del materiale che lo costituisce, determinando la chiusura del tubo di scarica 104 e il distacco di quest'ultimo dal quel che rimane del tubo di raccordo 110.
Come detto sopra, sono previsti mezzi per trattenere la capsula 116 in posizione all'interno del tubo di raccordo 110. Tali mezzi possono ad esempio essere costituiti dalla conformazione stessa della capsula tubolare, in particolare per la capsula 116 una conformazione ad omega (figg. 2A e 3) oppure a V o ad elica (fig. 2B), e più in generale una conformazione che per riuscire ad introdurre la capsula nel tubo di raccordo 110 rende necessaria una leggera forzatura, sufficiente a far sì che la capsula non si sposti durante la fase di aspirazione dei gas contenuti nel tubo di scarica 104.
I mezzi per trattenere la capsula in posizione possono anche comprendere un elemento di fermo inerte (per esempio di mica) che impedisce alla capsula di spostarsi durante la fare di aspirazione.
Il riscaldamento della capsula 116, ad esempio effettuato mediante fiamma libera 124, avviene per conduzione attraverso le pareti del tubo di raccordo 110, e fa aumentare la temperatura della capsula 116 , provocando l'apertura delle sue due estremità schiacciate oltre che una veloce vaporizzazione o gassificazione della sostanza contenuta nella capsula 116.
Si fa notare che il fatto di inserire all'interno della capsula 116 la sostanza comprendente mercurio fa sì che tale sostanza può essere maneggiata facilmente e senza pericoli da un operatore. Infatti l'operatore non deve manipolare direttamente, e in particolare dosare, la sostanza comprendente mercurio.
E' ancora importante notare che la conformazione della capsula tubolare 116 (nel caso specifico di fig. 2 ad "omega") è scelta in modo che il suo inserimento all'interno del tubo di raccordo 10 richieda una leggera forzatura (accoppiamento per interferenza) che genera forze d'attrito atte a far sì che la capsula mantenga la propria posizione in particolare durante la fase di estrazione per aspirazione dei gas presenti all'interno del tubo di scarica 104, ad evitare che l'aspirazione asporti anche la capsula 116 o semplicemente la possa spostare dalla posizione in cui è stata collocata nel tubo di raccordo 110.
Il riscaldamento della capsula 116 (fig. 3C) viene effettuato immediatamente dopo la chiusura del tubo di raccordo (fig. 3B), prima che quest'ultimo si raffreddi, ad evitare che la successiva fase di riscaldamento possa provocare la fessurazione e/o la rottura della porzione di tubo di raccordo 110 precedentemente riscaldata (fig.
3B) .
Vantaggiosamente la composizione della sostanza presente all'interno della capsula 116 è costituita, oltre che da mercurio, anche da noti prodotti atti a migliorare la qualità della lampada ottenuta, od atti a raccogliere le impurità residue che si sviluppano in quest'ultima e a contribuire al suo corretto funzionamento nonostante le limitate quantità di mercurio introdotte, e in particolare dai cosiddetti "getters".
Pure vantaggiosamente, al fine di permettere la vaporizzazione o gassificazione della sostanza comprendente mercurio contenuta nella capsula 116 e la conseguente apertura della capsula stessa, il riscaldamento della capsula 116 viene effettuato incrementando la temperatura della parte restante del tubo di raccordo 110, a partire dall'estremità chiusa della parte restante del tubo di raccordo 110 e fino all'estremità aperta di tale parte, comunicante con il tubo di scarica 104 (come indicato dalle frecce A di fig. 3C), fino ad ottenere un riscaldamento uniformemente di tale parte restante. Si è infatti potuto constatare che una tale m odalità di riscaldamento favorisce una migliore diffusione della sostanza comprendente mercurio all'interno 112 del tubo di scarica 104.
Un notevole, ulteriore, vantaggio derivante dall'utilizzo della capsula sopra decritta è quello di permettere, anche a produttori artigianali, di disporre di un procedimento sicuro e pratico di fabbricazione di questo tipo di lampade, che inoltre permette di attenersi ai limiti imposti, ad esempio, dalla direttiva europea RoHs. Come già accennato, è infatti possibile, in base alle dimensioni interne della capsula tubolare, determinare con precisione la quantità di sostanza comprendente mercurio che resta racchiusa nella capsula.
Si fa ancora notare che l'utilizzo del procedimento e della capsula secondo la presente invenzione evita di dover prevedere il ricettacolo 16 (fig. 1A), come pure l'apertura 17, il che comporta costi che incidono in modo non trascurabile sul costo finale di una singola lampada.
In alternativa alla soluzione tecnica sopra descritta, la capsula può essere mantenuta in posizione all'interno del tubo di raccordo 110 mediante un elemento "di fermo" inerte , inserito leggermente forzato nel tubo di raccordo 110 e che durante la fase di aspirazione impedisce alla capsula di essere aspirata senza però impedire l'aspirazione da asportare dal tubo di scarica. Una tale situazione è rappresentata in fig. 4, in cui l'aspirazione della capsula 116, conformata ad elica, è impedita dalla presenza di un elemento di fermo 129 conformato a piastrina, che viene inserito forzato diametralmente nel tubo di raccordo 110. Col termine inerte riferito all'elemento di fermo s'intende che il materiale di cui esso è costituito, quando sottoposto alla temperatura di rammollimento del materiale che costituisce il tubo di raccordo 110, non rilasci gas o vapori che potrebbero modificare le caratteristiche e le proprietà dei gas presenti all'interno del tubo di scarica 104. Un materiale adatto per l'elemento di fermo è ad esempio la mica. In particolare l'elemento di fermo può essere di mica e avere la suddetta forma a piastrina (fig.4) da inserire diametralmente, leggermente forzata, nel tubo di raccordo 110 dopo l'inserimento della capsula 116 elicoidali (che, in questo caso, non è necessario che venga inserita forzata nel tubo di raccordo) . Ovviamente la capsula 116, per quanto inserita in posizione senza forzatura, dovrà avere dimensioni tali che le impediscano di oltrepassare l'elemento di fermo diametrale durante la fase di aspirazione.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per la fabbricazione di lampade fluorescenti (130) a bassa pressione e a catodo freddo, che prevede l'inserimento nella lampada (130) di una determinata quantità di una sostanza comprendente mercurio, tale procedimento utilizzando un dispositivo di partenza (101) comprendente una parte principale cava (102), di vetro o quarzo, destinata a diventare la suddetta lampada (130), e comprendente a sua volta un tubo di scarica (104) già dotato alle sue due estremità (106A, 106B) di rispettivi mezzi (109, 111) atti a collegare elettricamente l'interno del tubo di scarica (104) con un impianto di alimentazione, un'estremità (106B) della parte principale (102) presentando un'apertura (108B), in corrispondenza dell'estremità (106B) essendo fissato un tubo di raccordo (110) una cui estremità (125) comunica con l'interno del tubo di scarica (104) attraverso l'apertura (108B), il procedimento comprendendo le seguenti fasi: in una posizione intermedia del tubo di raccordo (110) del dispositivo di partenza (101) viene inserita una capsula tubolare (116), di un metallo che ha una temperatura di rammollimento superiore al punto di rammollimento del materiale del tubo di raccordo (110), la capsula (21) contendo una predeterminata quantità di una sostanza comprendente mercurio atta a vaporizzare o gassificare ad una temperatura inferiore a quella di rammollimento del materiale del tubo di raccordo (10), il metallo della capsula (116) risultando chimicamente inerte rispetto alla sostanza in essa contenuta, ed essendo previsti mezzi per trattenere la capsula (116) entro il tubo di raccordo (110); l'altra estremità (118) del tubo di raccordo viene collegata ad una sorgente di vuoto (114) per generare nel tubo di scarica (104), mediante aspirazione, il voluto grado di vuoto; tramite mezzi di riscaldamento (122) viene ora riscaldata una porzione (123) del tubo di raccordo (110) vicina all'estremità (118) di esso collegata alla sorgente di vuoto (114), fino alla temperatura di rammollimento del materiale del tubo di raccordo (110) e fino a determinarne la chiusura e il distacco dalla sorgente di vuoto (114); tramite mezzi di riscaldamento (124) viene ora riscaldata la porzione del tubo di raccordo (110) contenente la capsula metallica (116) al fine sia di vaporizzare o gassificare la sostanza contenuta nella capsula (116) sia di rompere o far aprire la capsula stessa in modo che tale sostanza vaporizzata o gassificata si diffonda in tutto il tubo di scarica (104); la porzione più vicina (125) di quel che rimane del tubo di raccordo (110) viene quindi riscaldata tramite mezzi di riscaldamento (126) fino alla temperatura di rammollimento del materiale che lo costituisce, determinando la chiusura del tubo di scarica (104) e il distacco di esso da quel che rimaneva del tubo di raccordo (110).
  2. 2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi per trattenere la capsula tubolare (116) in posizione all'interno del tubo di raccordo (110) comprendono la conformazione stessa della capsula (116), tale conformazione rendendo necessaria una leggera forzatura della capsula (116) per poterle introdurre nel tubo di raccordo (110), tale forzatura generando forze d'attrito sufficienti a mantenere la capsula (116) in posizione anche durante la fase di aspirazione.
  3. 3. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi per trattenere la capsula tubolare (116) in posizione all'interno del tubo di raccordo (10) comprendono un elemento di fermo (129) , di materiale inerte, che impedisce l'asportazione della capsula (116) a seguito dell'aspirazione esercitata dalla sorgente di vuoto (114), pur non impedendo l'aspirazione dei gas inizialmente contenuti nel tubo di scarica (104).
  4. 4. Procedimento secondo la rivendicazione 3, in cui l'elemento di fermo comprende una piastrina (129) inserita diametralmente nel tubo di raccordo (110) successivamente all'inserimento della capsula (116), quest'ultima avendo dimensioni che gli impediscono di oltrepassare l'elemento di fermo (129) quando viene effettuata la fase di aspirazione.
  5. 5. Procedimento secondo la rivendicazione 3, in cui l'elemento di fermo (129) è di mica.
  6. 6. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui la capsula tubolare (116) è ottenuta a partire da uno spezzone di tubo e viene chiusa mediante schiacciamento delle due estremità di tale spezzone di tubo.
  7. 7. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui il riscaldamento della porzione del tubo di raccordo (110) contenente la capsula metallica (116), al fine sia di vaporizzare o gassificare la sostanza contenuta nella capsula (116), viene effettuato incrementando la temperatura della parte restante del tubo di raccordo (110), a partire dall'estremità chiusa della parte restante del tubo di raccordo (110) e fino all'estremità aperta di tale parte, comunicante con il tubo di scarica (104), fino ad ottenere un riscaldamento uniforme di tale parte restante.
  8. 8. Capsula (116) contenente una sostanza comprendente mercurio, da utilizzare nel procedimento secondo la rivendicazione 1, la capsula (116) essendo ottenuta a partire da uno spezzone di tubo di un metallo che ha una temperatura di rammollimento superiore al punto di rammollimento del tubo di raccordo (110), tale metallo essendo inerte chimicamente nei riguardi della sostanza contenuta nella capsula, caratterizzata dal fatto di avere una conformazione per cui la sua introduzione nel tubo di raccordo (110) richiede una leggera forzatura che permette alla capsula (116) di mantenere la sua posizione durante la fase di aspirazione dei gas inizialmente contenuti nel tubo di scarica (104).
  9. 9. Capsula (116) secondo la rivendicazione 8, in cui la chiusura della stessa è ottenuta per schiacciamento delle due estremità dello spezzone di tubo.
  10. 10. Capsula (116) secondo la rivendicazione 8, in cui la conformazione della capsula (116) è ad omega .
  11. 11. Capsula (116) secondo la rivendicazione 8, in cui la conformazione della capsula (116) è ad elica .
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