ITMI20111564A1 - Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali - Google Patents

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ITMI20111564A1
ITMI20111564A1 IT001564A ITMI20111564A ITMI20111564A1 IT MI20111564 A1 ITMI20111564 A1 IT MI20111564A1 IT 001564 A IT001564 A IT 001564A IT MI20111564 A ITMI20111564 A IT MI20111564A IT MI20111564 A1 ITMI20111564 A1 IT MI20111564A1
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IT
Italy
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cervical vertebrae
helmet
support
protection device
support structure
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IT001564A
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Federico Bonomelli
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Mako Shark Srl
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    • A42B3/0406Accessories for helmets
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    • AHUMAN NECESSITIES
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    • A41D13/05Professional, industrial or sporting protective garments, e.g. surgeons' gowns or garments protecting against blows or punches protecting only a particular body part
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Description

Descrizione dell'invenzione avente per titolo:
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE DELLE VERTEBRE CERVICALI
La presente invenzione concerne un dispositivo di protezione delle vertebre cervicali per impieghi nell'ambito dell'automobilismo sportivo e del motociclismo, detto dispositivo essendo dotato di mezzi atti a contrastare sia le forze di inerzia, dovute alle forti accelerazioni alle quali à ̈ sottoposta la persona, sia le forze che agiscono sulla persona stessa a seguito di urti, in caso di incidente, minimizzando le sollecitazioni nocive alla struttura ossea. È da auspicare che detto dispositivo possa essere utilizzato in campo civile dai motociclisti, in quanto la causa maggiore di morte per incidente à ̈ la rottura delle vertebre cervicali.
Nelle competizioni automobilistiche, il pilota à ̈ soggetto ad accelerazioni che, in condizioni ordinarie, possono anche superare i 6 g, mentre nel caso di urti a seguito di incidenti, dette accelerazioni possono raggiungere valori assai più elevati, non di rado superiori a 30 ÷ 40 g.
Il casco, che à ̈ una struttura di protezione del capo contro gli urti che si possono subire in caso di incidente, diviene per le vertebre cervicali un ulteriore fattore di rischio in quanto, a causa della sua massa, quando il corpo del pilota à ̈ sottoposto a forti accelerazioni, sia per la normale condotta di gara, sia, e soprattutto, in caso di incidente, imprime alle vertebre stesse delle sollecitazioni che si sommano a quelle dovute alla massa del capo stesso. Le sollecitazioni maggiori si raggiungono, come ovvio, con le vetture di formula 1, ma anche nelle formule minori, nelle vetture sport e prototipi le sollecitazioni continuano ad essere assai intense. Sollecitazioni particolarmente intense si raggiungono anche nelle gare di motocross. Sollecitazioni ancora piuttosto intense si verificano anche con vetture da rally e con vetture derivate di serie.
Tuttavia le sollecitazioni dovute alla normale conduzione di gara diventano irrilevanti se confrontate a quelle che si raggiungono in caso di incidente, specialmente nel caso di cadute dalle motociclette, ed à ̈ proprio a queste sollecitazioni che si deve fare riferimento per il dimensionamento di mezzi atti a ridurre i danni in caso di incidente. Detti mezzi però non devono impedire al pilota lo svolgimento della sua attività. In altre parole, un dispositivo che blocchi in modo assoluto la testa contro una struttura del veicolo, non sarebbe proponibile in quanto impedirebbe al pilota di guidare efficacemente, aumentando addirittura il rischio che si verifichi un incidente.
Le accelerazioni cui à ̈ sottoposto il capo, durante la normale conduzione delle gare automobilistiche, sono essenzialmente longitudinali e trasversali. Le prime si verificano durante le variazioni di velocità, mentre le seconde si verificano durante le variazioni di traiettoria. Quando l'azione delle forze di inerzia, dovute a dette accelerazioni, à ̈ orientata verso la parte posteriore del veicolo, la reazione à ̈ dovuta al semplice appoggio contro la parte superiore del sedile, mentre quando detta azione à ̈ orientata verso la parte anteriore del veicolo oppure à ̈ trasversale, la reazione à ̈ dovuta a delle cinghiette che collegano il casco con parti che vengono rese sostanzialmente solidali alla struttura del veicolo.
Le forze trasversali sono, nel caso delle vetture tipo formula 1 e simili, assai ben contrastate dalla struttura stessa del veicolo, che offre un appoggio laterale assai ravvicinato al casco. Nelle vetture derivate di serie, invece, l'appoggio laterale à ̈ dovuto a delle alette laterali del sedile, che circondano il casco del pilota. Tuttavia questo genere di protezioni non sempre à ̈ utilizzabile, in quanto le strutture supplementari di sicurezza, di cui questo genere di vetture viene dotato per regolamento, spesso interferiscono con dette alette, le quali devono perciò essere rimosse.
Nel caso delle motociclette le sollecitazioni sono diverse, in quanto nei tratti curvi della pista, a causa dell'inclinazione del mezzo e del pilota, la risultante della forza centrifuga e della forza peso si traduce in una spinta che à ̈ percepita dal pilota come diretta sostanzialmente verso il basso.
La domanda di brevetto MI2010A000991, a nome della stessa richiedente, descrive un dispositivo di protezione delle vertebre cervicali per impieghi nell'ambito dell'automobilismo e del motociclismo sportivo, detto dispositivo essendo dotato di mezzi atti a contrastare le forze di inerzia dovute alle forti accelerazioni alle quali à ̈ sottoposta la persona, evitando sollecitazioni nocive alla struttura ossea, nella normale conduzione delle gare, e minimizzandole in caso di incidente.
Detto dispositivo di protezione delle vertebre cervicali à ̈ del tipo comprendente un supporto reso sostanzialmente solidale al tronco del pilota, un casco, e mezzi atti a collegare detto casco a detto supporto, in modo da limitare la mobilità del casco rispetto al supporto, ed à ̈ caratterizzato dal fatto che detti mezzi atti a collegare il casco al supporto, in modo da limitare la mobilità del casco rispetto al supporto, comprendono un elemento ad anello, o collare, il quale à ̈ atto a collegare in modo rapido il casco con il supporto, realizzando un accoppiamento girevole con detto supporto, la rotazione reciproca tra casco e supporto avvenendo secondo un asse che, nella zona delle vertebre cervicali, coincide sostanzialmente con l'asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali.
Rimane tuttavia un inconveniente per il quale la domanda di brevetto MI2010A000991 propone una soluzione non completamente soddisfacente, cioà ̈ la possibilità di regolare la posizione del casco rispetto al supporto, in funzione delle misure del pilota.
Un secondo inconveniente consiste nel fatto che detto supporto e detti mezzi di collegamento, che limitano l’ampiezza di oscillazione del casco, ne assorbono l’energia solo a fine corsa, mentre sarebbe assai importante assorbirla durante l’oscillazione, coadiuvando l’azione della muscolatura del collo.
In realtà la predetta domanda di brevetto propone una soluzione per assorbire l’energia cinetica del casco durante l’oscillazione, tuttavia detta soluzione risulta notevolmente complessa e costosa.
La presente invenzione supera gli inconvenienti esposti proponendo un dispositivo, conforme alla rivendicazione 1, di protezione delle vertebre cervicali, per impieghi principalmente nell'ambito dell'automobilismo sportivo e del motociclismo, del tipo che comprende una struttura di supporto, resa sostanzialmente solidale al tronco del pilota, un casco e mezzi atti a collegare detto casco a detta struttura di supporto, in modo da limitare la mobilità del casco rispetto al supporto, detta struttura di supporto essendo idonea a scaricare sulle spalle del pilota le spinte provenienti dal casco (3), ed à ̈ caratterizzato dal fatto di prevedere un elemento di supporto, che si collega con la sua parte inferiore a detta struttura di supporto e con la sua parte superiore a detto casco, e mezzi atti a regolare la posizione di detto elemento di supporto, rispetto a detta struttura di supporto, in modo da regolare la posizione del casco (3) in funzione delle misure del pilota.
L'invenzione prevede anche mezzi atti a collegare detto casco a detta struttura di supporto consentendo l’oscillazione di detto casco, rispetto a detta struttura di supporto, nel piano di simmetria longitudinale, secondo un asse di rotazione perpendicolare a detto piano di simmetria longitudinale, posizionato in modo da consentire un movimento ergonomicamente corretto delle vertebre cervicali.
I vantaggi dell'invenzione consistono quindi nella possibilità di regolare il dispositivo di protezione sulle misure effetive del pilota, consentendo movimenti del capo ergonomicamente corretti.
Il dispositivo secondo l’invenzione à ̈ ovviamente applicabile anche in ambito automobilistico.
L'invenzione verrà ora descritta, a scopo illustrativo e non limitativo, secondo una forma preferita di attuazione, con riferimento alle figure allegate, in cui: la figura 1 à ̈ una vista laterale ed una frontale di un dispositivo di sicurezza, per la protezione delle vertebre cervicali, secondo l'invenzione; la figura 2 à ̈ un esploso del dispositivo mostrato in figura 1;
le figure 3 (a, b) mostrano il dispositivo secondo l’invenzione rispettivamente con il casco sganciato e agganciato al supporto;
le figure 4 (a, b) mostrano l’oscillazione del casco nel piano di simmetria longitudinale;
la figura 5 mostra un elemento elastico di collegamento tra la struttura di supporto ed il casco.
Con riferimento alle figg.1 e 2, con (1) à ̈ indicato un dispositivo di sicurezza, secondo l'invenzione, per la protezione delle vertebre cervicali. Detto dispositivo (1) comprende sostanzialmente una struttura di supporto (2), che viene fissata al tronco del pilota, un casco (3) e mezzi atti a collegare il casco (3) alla struttura di supporto (2), detti mezzi consentendo l’oscillazione di detto casco (3), rispetto a detta struttura di supporto (2), nel piano di simmetria longitudinale , secondo un asse di rotazione y, perpendicolare a detto piano .
Secondo una forma preferita di attuazione, detti mezzi atti a collegare il casco (3) alla struttura di supporto (2), consentendo l’oscillazione di detto casco (3), comprendono un collare oscillante aperto (4), che si collega contemporaneamente con la struttura di supporto (2) ed il casco (3), essendo previsti mezzi atti a consentire l’oscillazione di detto collare oscillante aperto (4), rispetto a detta struttura di supporto (2), nel piano di simmetria longitudinale e secondo detto asse di rotazione y, e mezzi atti a collegare detto casco (3) con detto collare oscillante aperto (4), consentendo la rotazione del capo attorno ad un asse z che, nella zona delle vertebre cervicali, coincide sostanzialmente con l’asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali.
Più esattamente, detto asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali à ̈ l'asse attorno a cui avviene spontaneamente la rotazione del collo del pilota, quando questi à ̈ seduto sul sedile, in assenza di ogni altro vincolo.
In pratica il collare (4) oscilla, rispetto alla struttura di supporto (2), secondo detto asse y. Il casco (3), essendo collegato al collare oscillante (4), oscilla insieme ad esso.
Detto asse di rotazione y à ̈ perpendicolare al piano di simmetria longitudinale e la sua posizione, da determinare con i metodi della biomeccanica, à ̈ tale da consentire un’oscillazione longitudinale del capo ergonomicamente corretta.
La struttura di supporto (2) ha una forma adatta ad essere indossata sulla schiena del pilota ed à ̈ conformata in modo tale che la parte superiore (5) di detta struttura (2) sia idonea a scaricare sulle spalle del pilota le spinte dirette verso il basso che dovessero provenire dal casco (3).
Nel caso di impieghi automobilistici, sono preferibilmente presenti delle asole (6) e (6a), attraverso le quali far passare le cinture di sicurezza, per una migliore aderenza della struttura (2) al corpo del pilota. Nel caso di impieghi motociclistici, la struttura di supporto (2) può essere integrata nella tuta protettiva (non rappresentata).
Sia la struttura di supporto (2), sia il collare oscillante (4) devono essere leggere ed il più sottili possibile, per limitare al massimo il loro ingombro. Inoltre, per favorire la vestibilità, la struttura di supporto (2) à ̈ preferibilmente dotata di una certa elasticità, in modo da potersi adagiare al meglio sulla schiena del pilota, pur mantenendo un’adeguata resistenza strutturale. Per questi motivi sia la struttura di supporto (2), sia il collare oscillante (4) sono, di preferenza, realizzati in materiale composito, ad esempio con fibre di carbonio, vetro o kevlar, o una combinazione delle stesse, impregnate con resine termoindurenti (ad esempio epossidiche, poliesteri, vinilesteri) o termoplastiche (ad esempio PEEK, PES, PA).
Detti mezzi, atti a consentire l’oscillazione di detto collare oscillante aperto (4) rispetto a detta struttura di supporto (2), (ingrandimento di fig. 2) comprendono una coppia di perni (7), ciascuno dei quali si inserisce contemporaneamente in un foro (8) realizzato nel collare oscillante (4) ed in un corrispondente foro (9) realizzato nella parte superiore della struttura di supporto (2), detti fori (8) e (9) essendo coassiali rispetto a detto asse y.
Su ciascuno dei perni (7) Ã ̈ preferibilmente inserito un distanziale (10) che ha la funzione di distanziare sufficientemente il collare (4) dalla struttura di supporto (2), in modo da consentire una libera rotazione di detto collare (4) rispetto a detta struttura di supporto (2).
Secondo una forma preferita di attuazione, sul collare (4) sono realizzati più fori (8), ad esempio in numero di tre, in modo da poter regolare la posizione del casco (3) sulle misure effettive del pilota. Detti fori (8) sono allineati, come indicato in fig.2, in modo tale che l’asse y, che congiunge due fori (8) opposti, sia sempre orizzontale e perpendicolare al piano di simmetria longitudinale . Per aumentare la possibilità di regolazione della posizione del casco (3) rispetto alla struttura di supporto (2), à ̈ possibile anche aumentare il numero di fori (9) (non rappresentati) presenti nella parte superiore della struttura di supporto (2), detti fori (9) dovendo essere allineati in modo da mantenere la perpendicolarità dell’asse y con il piano .
Detti mezzi, atti a collegare detto casco (3) con detto collare oscillante aperto (4), comprendono dei ganci (11), preferibilmente ad azionamento rapido, disposti lungo il bordo inferiore del casco (3), che impegnano una guida sostanzialmente circolare (12), solidale al collare oscillante (4), in modo da consentire la rotazione del caso (3), rispetto al collare oscillante (4), secondo un asse z che coincide sostanzialmente con detto asse di rotazione fisiologico z delle vertebre cervicali.
Detta guida sostanzialmente circolare (12), Ã ̈ aperta nella parte anteriore per poter inserire il collo all'interno di detta parte circolare (12) e giace su un piano (12a) perpendicolare all'asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali z, detto asse passando per il centro geometrico di detta guida circolare (12).
Detti ganci (11) sono preferibilmente del tipo che prevede un sistema di sicurezza che previene l’apertura non esplicitamente comandata del gancio stesso.
Secondo una forma preferita di attuazione, quando detti ganci ad azionamento rapido (11) sono serrati, rimane un certo gioco tra ganci (11) e guida (12), detto gioco consentendo una ulteriore possibilità di oscillazione della testa del pilota, sia nel piano longitudinale che nel piano trasversale. Il gioco à ̈ ovviamente necessario per l’oscillazione nel piano trasversale, considerando il fatto che nel piano longitudinale l’oscillazione à ̈ consentita comunque dall’accoppiamento oscillante, secondo l’asse y, tra la struttura di supporto (2) ed il collare oscillante (4).
L’entità dell’oscillazione, che dovrà tenere conto dell’eventuale gioco tra i ganci (11) e la guida (12), dovrà essere determinata con i metodi della biomeccanica, per consentire la massima mobilità al capo, compatibilmente con la necessità di impedire movimenti che dovessero risultare pericolosi per le vertebre cervicali.
Nelle figg. 3 (a, b) à ̈ mostrato il dispositivo (1) secondo l’invenzione con i ganci (11) aperti (fig.3a) e con i ganci (11) chiusi (fig.3b).
Nelle figg. 4 (a, b) à ̈ mostrato il dispositivo secondo l’invenzione con il casco (3) reclinato in avanti (fig. 4a) e con il casco (3) reclinato all’indietro (fig. 4b). Nelle figure à ̈ illustrata la sola escursione dovuta all’oscillazione del collare oscillante (4) sui perni (7).
L’oscillazione nel piano trasversale, dovuta sostanzialmente al gioco tra i ganci (11) e la guida (12), sarà vantaggiosamente di ±10°.
L’escursione massima della rotazione dell’asse z nel piano , secondo l’asse y, che deve tenere conto anche dell’eventuale gioco tra ganci (11) e guida (12), à ̈ limitata da considerazioni di biomeccanica. Infatti appare consigliabile consentire comunque al capo di oscillare in avanti ed all’indietro fino ai valori massimi consentiti, compatibilmente con la necessità di non superare i limiti fisiologici della colonna vertebrale, detti limiti potendo variare da persona a persona. In pratica si può indicare un’escursione longitudinale dovuta all’oscillazione del collare oscillante (4) sui perni (7) e al gioco tra i ganci (11) e la guida (12), di ±15°.
Nel caso di impieghi automobilistici, il capo à ̈, in condizioni di normale uso, moderatamente ripiegato in avanti. Ne risulta che, a partire da detta posizione, il casco (3) avrà un’oscillazione assai simile nei due versi.
Nel caso di impieghi motociclistici, l’assetto del capo à ̈, in condizioni di normale uso, fortemente dipendente dal tipo di motocicletta impiegato. Nel caso di motociclette sportive, il capo sarà fortemente reclinato all’indietro, quindi, a partire dalla posizione di normale impiego, la sua escursione sarà piccola all’indietro e più ampia in avanti. Nel caso di motociclette turistiche e di scooter, la situazione sarà assai prossima a quella automobilistica.
Secondo una forma preferita di attuazione, la parte superiore della struttura di supporto (2) termina con elemento (13), a forma di collare aperto nella parte anteriore, sul quale sono realizzati detti fori (9), di asse y, detto collare aperto (13) ) collegandosi tramite detta coppia di perni (7) con detto collare oscillante aperto (4), al quale à ̈ collegato il casco (3).
Detto collare aperto (13) può essere solidale al resto della struttura (2). Secondo una forma di attuazione, detto collare aperto (13) fa parte di un elemento flessibile (14) che si collega con la struttura (2), la flessibilità di detto elemento (14) avendo lo scopo da limitare le sollecitazioni al tronco del pilota.
Detto elemento (14), à ̈ preferibilmente collegato alla struttura (2) con l’interposizione di un elemento viscoelastico (15) che viene collegato alla struttura (2) e serra l’elemento (14), preferibilmente con il contributo di un coperchio (16), essendo prevista una sorta di dentatura (17), sui bordi di detto elemento viscoelastico (15), che impegna una corrispondente dentatura (18) ricavata sui bordi dell’elemento (14). Il coperchio (16), se presente, avrebbe la funzione di comprimere l’elemento (14) sulla struttura (2), impedendo il disimpegno reciproco delle dentature (17) e (18).
Prevedendo delle asole (19) su detto elemento viscoelastico (15), à ̈ possibile regolare la posizione di questo e, di conseguenza, la posizione dell’elemento (14), in modo da adattare il dispositivo (1) alle misure del pilota.
Un’ulteriore regolazione (non rappresentata) della posizione dell’elemento (14) rispetto alla struttura (2), può essere ottenuta spostando l’elemento (14) rispetto all’elemento viscoelastico (15) impegnando i dentini appositi. In questo caso i fianchi dentati dell’elemento (14) dovranno essere paralleli, in modo da consentire un adeguato accoppiamento con i dentini dell’elemento viscoelastico (15) i cui bordi dentati sono anch'essi paralleli, in modo da consentire un corretto accoppiamento tra elemento di supporto (14) ed elemento viscoelastico (15).
L’elemento (14) oltre a limitare ulteriormente le sollecitazioni al tronco del pilota, conferisce al sistema la capacità di smorzare le vibrazioni del casco (3) rispetto alla struttura di supporto (2), dette vibrazioni essendo dovute alla dinamica del veicolo su strada e, nel caso di impieghi motociclistici, anche da effetti aerodinamici.
In pratica detto elemento viscoelastico (15) assorbe almeno parte dell’energia di dette vibrazioni e di eventuali urti subiti dal pilota, attraverso il casco (3), in caso di incidente, detto assorbimento di energia traducendosi in una riduzione della sollecitazione della struttura ossea e muscolare del pilota. Come appare chiaro dalla descrizione che precede, il dispositivo di protezione secondo l'invenzione consente una pressoché libera rotazione del capo ed una limitata oscillazione del capo stesso nel piani di simmetria longitudinale e nel piano trasversale. Detta oscillazione, ancorché limitata, e quindi idonea a proteggere le vertebre cervicali da deformazioni eccessive che possano pregiudicarne l'integrità, à ̈ tuttavia sufficiente a garantire la mobilità necessaria per un impiego efficace e confortevole del dispositivo di protezione.
L'invenzione à ̈ stata descritta a scopo illustrativo e non limitativo, secondo una forma preferita di attuazione. Il tecnico esperto del settore potrà trovare numerose altre forme di attuazione, tutte ricadenti nell'ambito di protezione delle rivendicazioni che seguono.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, per impieghi principalmente nell'ambito dell'automobilismo sportivo e del motociclismo, del tipo che comprende una struttura di supporto (2), resa sostanzialmente solidale al tronco del pilota, un casco (3), e primi mezzi atti a collegare detto casco (3) a detta struttura di supporto (2), in modo da limitare la mobilità di detto casco (3) rispetto a detto supporto (2), detta struttura di supporto (2) essendo idonea a scaricare sulle spalle del pilota le spinte provenienti dal casco (3), caratterizzato dal fatto di prevedere un elemento di supporto (14), che si collega con la sua parte inferiore a detta struttura di supporto (2) e con la sua parte superiore a detto casco (3), e secondi mezzi atti a regolare la posizione di detto elemento di supporto (14), rispetto a detta struttura di supporto (2), in modo da regolare la posizione del casco (3) in funzione delle misure del pilota.
  2. 2. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi, atti a regolare la posizione di detto elemento di supporto (14), rispetto a detta struttura di supporto (2), in modo da regolare la posizione del casco (3) in funzione delle misure del pilota, comprendono un elemento viscoelastico (15) che viene collegato alla struttura (2) e serra detto elemento di supporto (14), essendo prevista una sorta di dentatura (17), sui bordi di detto elemento viscoelastico (15), che impegna una corrispondente dentatura (18) ricavata sui bordi di detto elemento di supporto (14).
  3. 3. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la posizione di detto elemento viscoelastico (15) Ã ̈ regolabile rispetto a detta struttura di supporto (2).
  4. 4. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che di prevedere delle asole (19) su detto elemento viscoelastico (15), atte a regolare la posizione di detto elemento viscoelastico (15) rispetto a detta struttura di supporto (2) e, di conseguenza, la posizione dell’elemento di supporto (14), in modo da adattare il dispositivo (1) alle misure del pilota.
  5. 5. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che i fianchi dentati di detto elemento di supporto (14) sono paralleli, in modo da effettuare la regolazione della posizione dell’elemento di supporto (14), rispetto alla struttura di supporto (2), spostando l’elemento di supporto (14) rispetto all’elemento viscoelastico (15) impegnando i dentini appositi, i bordi dentati dell’elemento viscoelastico (15) essendo anch'essi paralleli, in modo da consentire un corretto accoppiamento tra elemento di supporto (14) ed elemento viscoelastico (15).
  6. 6. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo le rivendicazioni da 2 a 5, caratterizzato dal fatto di prevedere un coperchio (16), posizionato su detto elemento di supporto (14), atto a comprimere detto elemento di supporto (14) su detta struttura (2), impedendo il disimpegno reciproco delle dentature (17) e (18).
  7. 7. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi, atti a collegare detto casco (3) a detta struttura di supporto (2), comprendono un collare oscillante aperto (4), che si collega contemporaneamente con la parte superiore di detto elemento di supporto (14) e con detto casco (3), essendo previsti terzi mezzi atti a consentire l’oscillazione di detto collare oscillante aperto (4) rispetto a detto elemento di supporto (14), nel piano di simmetria longitudinale α, secondo un asse di rotazione y, perpendicolare a detto piano di simmetria longitudinale α, e quarti mezzi atti a collegare detto casco (3) con detto collare oscillante aperto (4), consentendo la rotazione del capo attorno ad un asse z che, nella zona delle vertebre cervicali, coincide sostanzialmente con l’asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali.
  8. 8. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detti terzi mezzi, atti a consentire l’oscillazione di detto collare oscillante aperto (4) rispetto a detto elemento di supporto (14), comprendono una coppia di perni (7), ciascuno dei quali si inserisce contemporaneamente in un foro (8), realizzato nel collare oscillante (4), ed in un corrispondente foro (9), realizzato nella parte superiore di detto elemento di supporto (14), detti fori (8) e (9) essendo coassiali rispetto a detto asse y.
  9. 9. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che sul collare oscillante aperto (4) à ̈ realizzata una pluralità di fori (8), in modo da poter regolare la posizione del casco (3) sulle misure effettive del pilota, detti fori (8) essendo allineati in modo tale che l’asse y, che congiunge due fori (8) opposti, sia sempre orizzontale e perpendicolare al piano di simmetria longitudinale α.
  10. 10. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detti quarti mezzi, atti a collegare detto casco (3) con detto collare oscillante aperto (4), consentendo la rotazione del capo attorno ad un asse z che, nella zona delle vertebre cervicali, coincide sostanzialmente con l’asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali, comprendono dei ganci (11), disposti lungo il bordo inferiore del casco (3), che impegnano una guida sostanzialmente circolare (12), solidale al collare oscillante (4), detta guida sostanzialmente circolare (12) essendo aperta nella parte anteriore, per poter inserire il collo all'interno di detta parte circolare (12), e giacendo su un piano (12a), perpendicolare all'asse fisiologico di rotazione delle vertebre cervicali z, detto asse passando per il centro geometrico di detta guida circolare (12).
  11. 11. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti ganci (11) sono ad azionamento rapido.
  12. 12. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti ganci (11) sono del tipo che prevede un sistema di sicurezza che previene l’apertura non esplicitamente comandata del gancio stesso.
  13. 13. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo le rivendicazioni da 10 a 12, caratterizzato dal fatto che quando detti ganci (11) sono serrati, rimane un certo gioco tra detti ganci (11) e detta guida (12), detto gioco consentendo una ulteriore possibilità di oscillazione della testa del pilota, sia nel piano longitudinale α che nel piano trasversale.
  14. 14. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 13, caratterizzato dal fatto di prevedere delle asole (6) e (6a), su detta struttura di supporto (2), attraverso le quali far passare le cinture di sicurezza, per una migliore aderenza della struttura (2) al corpo del pilota.
  15. 15. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo le rivendicazioni da 1 a 13, caratterizzato dal fatto che detta struttura di supporto (2) Ã ̈ integrata in una tuta protettiva.
  16. 16. Dispositivo di protezione delle vertebre cervicali, secondo le rivendicazioni da 1 a 15, caratterizzato dal fatto che almeno un elemento fra detta struttura di supporto (2), detto collare oscillante aperto (4) e detto elemento di supporto (14), Ã ̈ realizzato in un materiale composito, costituito da fibre di carbonio, vetro o kevlar, o una combinazione delle stesse, impregnate con resine termoindurenti (epossidiche, poliesteri, vinilesteri) o termoplastiche (PEEK, PES, PA).
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