ITMI20111465A1 - Dispositivo antifurto per oggetti in esposizione. - Google Patents

Dispositivo antifurto per oggetti in esposizione. Download PDF

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ITMI20111465A1
ITMI20111465A1 IT001465A ITMI20111465A ITMI20111465A1 IT MI20111465 A1 ITMI20111465 A1 IT MI20111465A1 IT 001465 A IT001465 A IT 001465A IT MI20111465 A ITMI20111465 A IT MI20111465A IT MI20111465 A1 ITMI20111465 A1 IT MI20111465A1
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cable
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theft device
alarmed
containment
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Description

DISPOSITIVO ANTIFURTO PER OGGETTI IN ESPOSIZIONE.
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un dispositivo antifurto per oggetti in esposizione.
Sono noti diversi dispositivi antifurto o anti taccheggio per oggetti in esposizione su scaffali di negozi o in stand fieristici o simili.
I dispositivi noti comprendono un corpo all'interno del quale à ̈ alloggiato un circuito elettrico di allarme che à ̈ dotato ad esempio di sensori (microinterruttori) e che à ̈ collegato mediante un cavo di connessione ad una centralina remota .
I dispositivi noti sono vincolati agli oggetti mediante strati biadesìvi e/o fascette plastiche o simili che possono essere facilmente rimossi e manomessi per svincolare l'oggetto o parte di esso senza far scattare l'allarme.
Si pensi ad esempio ad un telefono portatile fissato mediante un biadesivo ad un tale dispositivo antifurto; l'involucro del telefono può essere facilmente aperto una volta che la fascetta sia stata tagliata o allargata e separato dal telefono. In questo modo il coperchio resta appiccicato al supporto tenendo chiuso il microinterruttore: non si avrà quindi alcun alla rme.
Que sti dispositivi noti, pur essendosi dimostrati abbastanza efficaci, sono, quindi, suscettibili di ulteriori perfezionamenti in particolare per quanto riguarda la possibilità di segnalare un qualsiasi tentativo di manomissione e di furto di un oggetto in esposizione e di assicurare un vincolo stabile e sicuro di tali dispositivi agli oggetti stessi.
Per ovviare agli inconvenienti sopra lamentati, sono stati messi a punto dispositivi antifurto consistenti sostanzialmente in una scatoletta racchiudente al suo interno un circuito elettrico normalmente aperto che à ̈ chiudibile mediante un laccetto fuoriuscente dalla scatoletta in maniera tale da formare un asola fissabile all'oggetto da allarmare.
Più precisamente, il laccetto presenta una prima estremità fissata all'interno della scatoletta ed una seconda estremità inseribile nella scatoletta attraverso un'apposita apertura ed impegnabile con dei mezzi di trattenimento atti a trattenere tale seconda estremità, così da impedirne un possibile sfilamento dalla suddetta apertura .
Il laccetto così definito à ̈ tale da definire il circuito elettrico contenuto nella scatoletta in maniera tale che un eventuale rottura dello stesso laccetto sia rilevabile dal circuito elettrico stesso che automaticamente fa scattare l 'allarme.
In aggiunta, tali dispositivi antifurto di tipo noto comprendono mezzi atti a rilevare una variazione di tensione del laccetto così da individuare anche i tentativi di manomissione del dispositivo .
Tali dispositivi di tipo noto non sono scevri da inconvenienti tra i quali va annoverato il fatto che introducendo un piccolo corpo affusolato nell'apertura della scatoletta, come ad esempio un chiodino, à ̈ possibile bloccare il laccetto dando la possibilità al taccheggiatore di manipolare il dispositivo antifurto per disassociarlo dall’oggetto sul quale à ̈ applicato senza tagliarlo .
Infatti, tale pratica potrebbe consentire di bypassare i mezzi destinati alla rilevazione della variazione di tensione del laccetto.
Compito del presente trovato à ̈ quello di fornire un dispositivo antifurto di oggetti in esposizione che possa essere vincolato in modo sicuro e stabile ad un qualsiasi oggetto in esposizione e che permetta di segnalare un qualsiasi tentativo di manomissione o di sottrazione dell'oggetto o di parte dell'oggetto al quale à ̈ applicato.
Nell'ambito di tale compito tecnico, uno scopo del presente trovato à ̈ quello di assolvere i compiti precedenti con una struttura semplice, di relativamente facile attuazione pratica, di sicuro impiego ed efficace funzionamento, nonché di costo relativamente contenuto.
Questo compito, questi scopi ed altri che meglio appariranno in seguito vengono tutti raggiunti da un dispositivo antifurto di oggetti in esposizione, comprendente un corpo di contenimento alloggiante al suo interno almeno un circuito elettrico munito di mezzi di chiusura di detto circuito elettrico, essendo inoltre previsto almeno un cavetto presentante una prima estremità alloggiata in una corrispondente sede definita in detto corpo di contenimento ed una seconda estremità inseribile in un’apertura definita da detto corpo di contenimento per la definizione di un'asola associabile ad un oggetto da allarmare in maniera tale che detto oggetto da allarmare sia a contatto con detto corpo di contenimento, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi antiintrusione di corpi estranei in detto corpo di contenimento per l'impedimento del bloccaggio di detto cavetto in detto corpo di contenimento.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del presente trovato risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di dettaglio di alcune forme di realizzazione preferite, ma non esclusive, di un dispositivo antifurto di oggetti in esposizione secondo il trovato, illustrato, a titolo esemplificativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica parzialmente in esploso di un dispositivo antifurto di oggetti in esposizione, secondo il trovato;
la figura 2 Ã ̈ una vista in pianta dall'alto di parte del dispositivo antifurto rappresentato in figura 1;
la figura 3 Ã ̈ una vista prospettica di una prima forma di realizzazione del dispositivo antifurto secondo il trovato;
la figura 4 Ã ̈ una vista prospettica del dispositivo antifurto rappresentato in figura 3 applicato ad un oggetto da allarmare;
la figura 5 Ã ̈ una vista prospettica di una prima forma di realizzazione del dispositivo antifurto secondo il trovato;
la figura 6 Ã ̈ una vista prospettica del dispositivo antifurto rappresentato in figura 5 applicato ad un oggetto da allarmare.
Con particolare riferimento a tali figure si à ̈ complessivamente indicato con la ed lb un dispositivo antifurto o antitaccheggio di oggetti in esposizione.
Il dispositivo antifurto 1 comprende un corpo di contenimento 2 all'interno del quale à ̈ alloggiato almeno un circuito elettrico 3 di allarme che à ̈ collegabile, mediante un cavo di connessione 4, ad un'unità remota di controllo e di comando, cioà ̈ ad una centralina di allarme, non raffigurata .
Il dispositivo antifurto la o lb comprende inoltre mezzi di chiusura 5 del circuito elettrico 3 che sono almeno in parte alloggiati all'interno del corpo di contenimento 2 ed almeno un cavetto 6 che fa parte di o che aziona i mezzi di chiusura 5.
Il cavetto 6 ha una prima estremità 6a dotata vantaggiosamente di un terminale cilindrico 7, ad esempio in materiale pressofuso, alloggiato in una corrispondente sede 8 definita nel corpo di contenimento 2 ed una seconda estremità 6b che à ̈ inseribile in un'apertura 10 definita nel corpo di contenimento 2 dopo che il cavetto 6 à ̈ stato inserito in un'asola definita in un oggetto da allarmare 100a o 100b o à ̈ stato avvolto attorno al medesimo, come mostrato nelle figure 4 e 6.
All 'interno del corpo di contenimento 2 sono alloggiati mezzi a serracavo 11 che sono disposti in prossimità ed a valle dell'apertura 10 e che sono atti a consentire lo scorrimento della seconda estremità 6b del cavetto 6 nel verso di inserimento nel corpo di contenimento 2 e ad impedire lo scorrimento della seconda estremità 6b del cavetto 6 nel verso di sfilamento dal corpo di contenimento 2.
Il corpo di contenimento 2 Ã ̈ costituito da una scatola 12 chiusa da un coperchio 13 ad essa associato in modo removibile mediante organi di collegamento ad esempio di tipo filettato.
I mezzi a serracavo 11 comprendono una coppia di rotelle 14 e 15 che sono appoggiate in modo mobile sul fondo di una cava 16 che à ̈ ricavata nella scatola 12 e che comunica con l'apertura 10.
La cava 16, vista in pianta come mostrato in figura 2, ha forma divergente a partire dall'apertura 10 verso l'interno del corpo di contenimento 2.
Più precisamente, nelle forme di realizzazione proposte, la cava 16 ha forma sostanzialmente a trapezio isoscele con le basi opposte disposte ortogonali al verso di inserimento della seconda estremità 6b del cavetto 6 con la base minore del trapezio essendo definita in prossimità dell'apertura 10.
Tale forma non à ̈ da intendersi in senso limitativo, la cava 16 può avere diverse forme. Le due rotelle 14 e 15 sono trattenute tra loro affiancate in corrispondenza della porzione convergente della cava 16, cioà ̈ della base minore del trapezio, da mezzi elastici di spinta che sono costituiti da una rispettiva molla 17 e 18.
Ciascuna delle due molle 17 e 18 Ã ̈ parzialmente inserita in una corrispondente scanalatura di guida 19 che si prolunga dalla cava 16 in direzione opposta rispetto all'apertura 10.
Le due scanalature 19 sono anch’esse inclinate convergenti verso le due rotelle 14 e 15 e divergenti in direzione opposta, ossia verso l 'interno del corpo di contenimento 2.
In questo modo, la seconda estremità 6b del cavetto 6 à ̈ inseribile fra le due rotelle 14 e 15 in contrasto all'azione su esse esercitata dalle molle 17 e 18.
Infatti, grazie alla conformazione della cava 16 ed alla mobilità delle rotelle 14 e 15, sulle quali agiscono le molle 17 e 18, esercitando un'azione di spinta sul cavetto 6 à ̈ possibile inserire la sua seconda estremità 6b fra le due rotelle 14 e 15. Al cessare di tale azione di spinta il cavetto 6 così inserito rimane serrato fra le due rotelle 14 e 15 che ne impediscono lo scorrimento nel verso di sfilamento dal corpo di contenimento 2 anche quando sul cavetto 6 si eserciti dall'esterno un'azione di trazione. Al contrario, quando il cavetto 6 viene tirato nel senso di sfilamento le rotelle 14 e 15 avanzano verso la parte più stretta della cava 16 rendendo ancora più efficace il serraggio del cavetto 6 stretto tra le rotelle 14 e 15.
Vantaggiosamente, sul fondo della cava 16 Ã ̈ appoggiata una piastrina in materia plastica atta a migliorare lo scorrimento degli elementi mobili contenuti all'interno del corpo di contenimento 2.
Non si escludono, inoltre, alternative forme di realizzazione dei mezzi a serracavo tecnicamente equivalenti.
La sede 8 di alloggiamento della prima estremità 6a del cavetto 6, che viene introdotto fino alla battuta con la parte terminale cilindrica 7 in materiale pressofuso, à ̈ aperta verso l'esterno del corpo di contenimento 2 ed à ̈ accessibile dall'esterno per l'inserimento e la sostituzione del cavetto 6.
La sede 8 comunica con una camera 23 di alloggiamento dei mezzi di chiusura 5 che à ̈ definita nel corpo di contenimento 2 ed à ̈ provvista, su un lato opposto a quello in comunicazione con la sede 8, di un canale od un foro 24 di passaggio del cavetto 6.
Il cavetto 6, o meglio la sua seconda estremità libera 6b, viene inserita dall'esterno attraverso la sede 8 e, dopo aver attraversato la camera 23, esce dal foro 24 per essere inserita, dopo essere stata avvolta attorno ad un oggetto, nell'apertura 10 ove viene serrata contro un'azione di sfilamento dai mezzi a serracavo 11.
Come apparirà più chiaro nel seguito, la prima estremità 6a del cavetto 6 interagisce ed aziona i mezzi di chiusura 5 del circuito elettrico 3 e per questo motivo non va bloccata.
La sede 8, la camera 23 ed il foro 24 sono ricavati nel coperchio 13.
I mezzi di chiusura 5 del circuito elettrico 3 comprendono inoltre un primo contatto 25, un secondo contatto 26 ed una levetta o piastrina 27 di chiusura del primo contatto 25 e del secondo contatto 26 che à ̈ alloggiata in modo mobile all'interno della camera 23 in prossimità della sede 8.
La piastrina 27 à ̈ trattenuta in configurazione di apertura del primo contatto 25 e del secondo contatto 26 da primi organi elastici di spinta costituiti da una o più prime molle 28.
Sulla piastrina 27 o piastrina metallica agisce la prima estremità 6a del cavetto 6 che, quando à ̈ avvolto e teso attorno ad un oggetto, sposta la piastrina 27 da una configurazione di apertura ad una configurazione di chiusura del primo contatto 25 e del secondo contatto 26 in contrasto all'azione esercitata dalle prime molle 28 fungendo da ponticello tra i contatti stessi.
In tal caso ogni azione tendente ad allentare il cavetto 6 o a ridurne la tensione, come ad esempio lo sfilamento dell'oggetto da esso avvolto, Ã ̈ tale da aprire i mezzi di chiusura 5 e far scattare, quindi, l'allarme.
In maggior dettaglio, la piastrina 27 à ̈ interposta fra la sede 8 ed il foro 24 ed à ̈ disposta in direzione trasversale alla direzione di inserimento del cavetto 6.
La piastrina 27 presenta un intaglio 29 di passaggio del cavetto 6 ad esclusione della prima estremità 6a; quest'ultima, infatti, à ̈ costituita da una testa ingrossata la cui base definisce una superficie di battuta atta ad arrestarsi sulla piastrina 27 .
La piastrina 27 à ̈ spinta nella configurazione di apertura da una coppia di prime molle 28 ad una delle quali à ̈ collegato uno dei due contatti, ad esempio il primo contatto 25. L'altro dei due contatti, il secondo contatto 26, à ̈ invece collegato a secondi organi elastici costituiti da una seconda molla 30 alloggiata entro la camera 23 e di lunghezza inferiore alle prime molle 28.
Le prime molle 28, la seconda molla 30 e la piastrina 27 sono conduttori elettrici.
In configurazione di apertura la piastrina 27 contatta le prime molle 28 ma non la seconda molla 30.
La prima estremità 6a del cavetto 6 à ̈ atta a spingere la piastrina 27 in contrasto all'azione delle prime molle 28 portandola a contattare anche la seconda molla 30 e, quindi, il secondo contatto 26, chiudendo così il circuito elettrico 3.
Nel corpo di contenimento 2, in particolare nella scatola 12, à ̈ ricavato un canale 31 di uscita della seconda estremità 6b del cavetto 6 e che à ̈ definito a valle, nel verso di inserimento della seconda estremità 6b, dei mezzi a serracavo 11 e sostanzialmente allineato all'apertura 10.
La seconda estremità 6b del cavetto 6 attraversa, quindi, il corpo di contenimento 2 e viene serrata dai mezzi a serracavo 11 che ne impediscono lo scorrimento nel verso di sfilamento .
La presenza del canale 31 consente di tendere il cavetto 6 attorno all'oggetto.
Secondo il trovato, al fine di impedire inserimenti indesiderati di corpi estranei nel corpo di contenimento 2, atti a bloccare il cavetto 6 nel foro 24 così da impedire al dispositivo antifurto la o lb di rilevare variazioni di tensione dello stesso cavetto 6, vantaggiosamente sono previsti mezzi antiintrusione 9.
Più precisamente, tali mezzi antiintrusione 9 comprendono un corpo tubolare 20 collocato nel foro 24 a valle della piastrina 27.
In questo modo, nel corpo tubolare 20 à ̈ inseribile la seconda estremità 6a del cavetto 6 e nessun altro corpo estraneo.
Il contatto dell'estremità del corpo tubolare 20 con la piastrina 27 fa sì che ogni tentativo di sabotaggio spinga la piastrina allontanandola dai contatti 25 e 26.
Nel corpo di contenimento 2 à ̈ previsto, in prossimità dell'apertura 10, almeno un foro di accesso 34 per un utensile di sbloccaggio dei mezzi a serracavo 11. Tale utensile può essere costituito ad esempio da una o due punte che, una volta inserite nel foro di accesso 34, agiscono su una o due delle rotelle 14 e 15 spingendole, in contrasto all'azione della rispettiva molla 17 o 18 verso la porzione divergente della cava 16 così da liberare la seconda estremità 6b del cavetto 6 che può essere così estratta.
È prevista inoltre una piastrina di isolamento 35 che à ̈ interposta fra la scatola 12 ed il coperchio 13 .
Sono inoltre previsti mezzi sensori 101 del circuito elettrico 3 azionabili mediante l'oggetto da allarmare 100a o 100b quando associato al corpo di contenimento 2 per la chiusura del circuito elettrico 3.
Più precisamente, con riferimento alle figure 3 e 4, in una prima forma di realizzazione la del dispositivo antifurto, i mezzi sensori 101 comprendono un microinterruttore 102 fuoriuscente rispetto al corpo di contenimento 2, associato al circuito elettrico 3 ed impegnabile a pressione con il oggetto da allarmare 100a per la chiusura del circuito elettrico 3.
Con riferimento alle figure 5 e 6, in una seconda forma di realizzazione lb del dispositivo antifurto, i mezzi sensori 101 comprendono un corpo a vite 103 fuoriuscente dal corpo di contenimento 2 con un suo gambo filettato 104 impegnabile in un foro filettato 105 definito sul oggetto da allarmare 100b.
Ad esempio, qualora l'oggetto da allarmare 100b sia una macchina fotocamera o una videocamera, il foro filettato 105 può essere definito dalla sede normalmente destinata al fissaggio dei cavalletti a treppiede degli apparecchi stessi.
Più specificatamente, il corpo a vite 103 comprende una testa d'estremità 106 definente mezzi di avvitamento e svitamento e comprende una porzione centrale 107 radialmente allargata e destinata a fungere da ponte elettrico tra due punti 108 e 109 del circuito elettrico 3 in seguito all'impegno del gambo filettato 104 nel foro filettato 105.
Ad esempio, i mezzi di avvitamento e svitamento possono comprendere una cava esagonale 110 impegnabile da parte di una rispettiva chiave a brugola 111 passante attraverso un foro passante 112 definito sul corpo di contenimento 2, oppure possono comprendere una cava sagomata impegnabile da parte di una rispettiva chiave sagomata.
Il funzionamento del trovato del dispositivo antifurto 1a e 1b à ̈ il seguente.
Il corpo di contenimento 2 viene strettamente vincolato all'oggetto da allarmare 100a o 100b attorno al quale viene avvolto il cavetto 6.
L'applicazione del dispositivo antifurto la o lb all'oggetto da allarmare 100a o 100b avviene facendo passare la seconda estremità 6b del cavetto 6 attraverso la sede 8, che à ̈ aperta vero l'esterno, e poi, dopo aver attraversato la camera 23, attraverso il foro 24. La prima estremità 6a del cavetto 6 si attesta sulla piastrina 27 grazie alla presenza del terminale cilindrico 7, mentre il resto della lunghezza del cavetto 6 viene avvolta attorno all'oggetto da allarmare 100a o 100b appoggiato sul corpo di contenimento 2.
A questo punto, la seconda estremità 6b del cavetto 6 viene inserita nell'apertura 10 e, dopo aver attraversato i mezzi a serracavo 11, esce attraverso il canale 31. Il cavetto 6 viene così avvolto e stretto attorno all'oggetto da allarmare 100a o 100b appoggiato sul corpo di contenimento 2.
In questo modo la prima estremità 6a del cavetto 6 sposta la piastrina 27 in configurazione di chiusura del primo contatto 25 e del secondo contatto 26.
Qualsiasi azione tendente ad allentare il cavetto 6, quale ad esempio lo sfilamento dell'oggetto vincolato sul corpo di contenimento 2, provoca, grazie alla reazione delle prime molle 29, lo spostamento della piastrina 27 in configurazione di apertura del circuito elettrico 3 e, quindi, fa scattare il segnale d'allarme.
Con riferimento alle figura 3 e 4, nella prima forma di realizzazione la del dispositivo antifurto, la pressione esercitata tra il corpo di contenimento 2 e l'oggetto da allarmare 100a fa scattare il microinterruttore 102 che chiude il circuito elettrico 3.
In alternativa al microinterruttore 102 Ã ̈ possibile utilizzare un sensore di movimento.
In caso di allontanamento reciproco tra l'oggetto da allarmare 100a ed il corpo di contenimento 2, si ha il ritorno del microinterruttore 102 che apre il circuito elettrico 3 facendo scattare l'allarme.
Analogamente, con riferimento alle figura 5 e 6, nella seconda forma di realizzazione lb del dispositivo antifurto, l'avvitamento del corpo a vite 103 nel foro filettato 105 porta a contatto la porzione centrale 107 radialmente allargata con i due punti 108 e 109 del circuito elettrico 3 fungendo da ponte elettrico.
In caso di svitamento reciproco tra il corpo a vite 103 ed il foro filettato 105 dell'oggetto da allarmare 100b, si ha l'allontanamento della porzione centrale 107 radialmente allargata dai due punti 108 e 109 che porta all'apertura del circuito elettrico 3 facendo scattare l'allarme.
In entrambe le forme di realizzazione, per svincolare il dispositivo antifurto la o lb dall'oggetto da allarmare 100a o 100b al quale à ̈ stato applicato à ̈ sufficiente inserire un utensile del tipo di una punta nel corrispondente foro di accesso 34 per sbloccare i mezzi a serracavo 11 ed estrarre la seconda estremità 6b del cavetto 6.
Si à ̈ in pratica constatato come il trovato descritto raggiunga gli scopi proposti.
Il dispositivo antifurto secondo il trovato viene, infatti, applicato ad un oggetto in modo sicuro e stabile. Grazie al bloccaggio del cavetto mediante i mezzi a serracavo e all'interazione del cavetto stesso con i mezzi di chiusura del circuito elettrico di allarme, qualsiasi azione tendente a manomettere il vincolo fra il cavetto e l'oggetto, quale la rottura o l'allentamento del cavetto stesso, e l'allontanamento del corpo di contenimento dall'oggetto da allarmare, Ã ̈ tale da far scattare il segnale d'allarme.
Il dispositivo di movimentazione di utensili per lavorazioni, particolarmente per lavorazioni nel piano, così concepito à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
Inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti .
In pratica, i materiali impiegati, purché compatibili con l’uso specifico, nonché le dimensioni e le forme contingenti potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo antifurto (1a, 1b) di oggetti in esposizione, comprendente un corpo di contenimento (2) alloggiente al suo interno almeno un circuito elettrico (3) munito di mezzi di chiusura (5) di detto circuito elettrico (3), essendo inoltre previsto almeno un cavetto (6) presentante una prima estremità (6a) alloggiata in una corrispondente sede (8) definita in detto corpo di contenimento (2) ed una seconda estremità (6b) inseribile in un'apertura (10) definita da detto corpo di contenimento (2) per la definizione di un'asola associabile ad un oggetto da allarmare (100a, 100b) in maniera tale che detto oggetto da allarmare (100a, 100b) sia a contatto con detto corpo di contenimento (2), caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi antiintrusione (9) di corpi estranei in detto corpo di contenimento (2) per 1'impedimento del bloccaggio di detto cavetto (6) in detto corpo di contenimento (2).
  2. 2. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi a serracavo (11) definiti all'interno di detto corpo di contenimento (2) in prossimità di detta apertura (10) per l'impedimento dello scorrimento di detta seconda estremità (6b) nel verso di sfilamento da detto corpo di contenimento (2).
  3. 3. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi a serracavo (11) comprendono una coppia di rotelle (14, 15) appoggiate in modo mobile sul fondo di una cava (16) definita all'interno di detto corpo di contenimento (2) in comunicazione con detta apertura (10) e, vista in pianta, presentante una forma divergente verso l'interno di detto corpo dì contenimento (2), essendo inoltre previsti mezzi elastici di spinta (17, 18) alloggiati in detta cava (16) e associati a dette rotelle (14, 15) tra loro affiancate verso la porzione convergente di detta cava (16), detta seconda estremità (6b) di detto cavetto (6) essendo inseribile fra dette due rotelle (14, 15) in contrasto all'azione di detti mezzi elastici di spinta (17, 18) .
  4. 4. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di chiusura (5) di detto circuito elettrico (3) comprendono un primo contatto (25) collegato a detta prima estremità (6a) di detto cavetto (6), un secondo contatto (26) collegato a detti mezzi a serracavo (11) ed a detto cavetto (6) impegnabili per contatto con una piastrina (27) alloggiata in detto corpo di contenimento (2).
  5. 5. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi antiintrusione (9) comprendono un corpo tubolare (20) collocato in un foro (24) definito a valle di detta piastrina (27), in detto corpo tubolare (20) essendo inseribile detta seconda estremità (6a) di detto cavetto (6) .
  6. 6. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto circuito elettrico (3) comprende un cavo di connessione (4) associabile ad un’unità remota di controllo e di comando .
  7. 7. Dispositivo antifurto (1a, 1b) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi sensori (101) di detto circuito elettrico (3) azionabili mediante detto oggetto da allarmare (100a, 100b) quando associato a detto corpo di contenimento (2) per la chiusura di detto circuito elettrico (3).
  8. 8. Dispositivo antifurto (1a) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi sensori (101) comprendono un microinterruttore (102) fuoriuscente rispetto a detto corpo di contenimento (2), associato a detto circuito elettrico (3) ed impegnabile a pressione con detto oggetto da allarmare (100a) per la chiusura o apertura di detto circuito elettrico (3).
  9. 9. Dispositivo antifurto (1b) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che detti mezzi sensori (101) comprendono un corpo a vite (103) fuoriuscente da detto corpo di contenimento (2) con un suo gambo filettato (104) impegnabile in un foro filettato (105) definito su detto oggetto da allarmare (100b), detto corpo a vite (103) comprendendo una testa d'estremità (106) definente mezzi di avvitamento e svitamento e comprendendo una porzione centrale (107) radialmente allargata e destinata a fungere da ponte elettrico tra due punti (108, 109) di detto circuito elettrico (3) in seguito all'impegno di detto gambo filettato (104) in detto foro filettato (105).
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