ITMI20102369A1 - Processo per l'estrazione e purificazione di frazioni polifenoliche da prodotti secondari delle lavorazioni agro-alimentari zuccheriere - Google Patents

Processo per l'estrazione e purificazione di frazioni polifenoliche da prodotti secondari delle lavorazioni agro-alimentari zuccheriere Download PDF

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ITMI20102369A1
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Aldo Martinelli
Lorenzo Tassi
Moris Vignali
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Aqtan Srl
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    • CCHEMISTRY; METALLURGY
    • C13SUGAR INDUSTRY
    • C13BPRODUCTION OF SUCROSE; APPARATUS SPECIALLY ADAPTED THEREFOR
    • C13B50/00Sugar products, e.g. powdered, lump or liquid sugar; Working-up of sugar
    • C13B50/006Molasses; Treatment of molasses
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A23FOODS OR FOODSTUFFS; TREATMENT THEREOF, NOT COVERED BY OTHER CLASSES
    • A23LFOODS, FOODSTUFFS, OR NON-ALCOHOLIC BEVERAGES, NOT COVERED BY SUBCLASSES A21D OR A23B-A23J; THEIR PREPARATION OR TREATMENT, e.g. COOKING, MODIFICATION OF NUTRITIVE QUALITIES, PHYSICAL TREATMENT; PRESERVATION OF FOODS OR FOODSTUFFS, IN GENERAL
    • A23L33/00Modifying nutritive qualities of foods; Dietetic products; Preparation or treatment thereof
    • A23L33/10Modifying nutritive qualities of foods; Dietetic products; Preparation or treatment thereof using additives
    • A23L33/105Plant extracts, their artificial duplicates or their derivatives
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A23FOODS OR FOODSTUFFS; TREATMENT THEREOF, NOT COVERED BY OTHER CLASSES
    • A23LFOODS, FOODSTUFFS, OR NON-ALCOHOLIC BEVERAGES, NOT COVERED BY SUBCLASSES A21D OR A23B-A23J; THEIR PREPARATION OR TREATMENT, e.g. COOKING, MODIFICATION OF NUTRITIVE QUALITIES, PHYSICAL TREATMENT; PRESERVATION OF FOODS OR FOODSTUFFS, IN GENERAL
    • A23L5/00Preparation or treatment of foods or foodstuffs, in general; Food or foodstuffs obtained thereby; Materials therefor
    • A23L5/40Colouring or decolouring of foods
    • A23L5/42Addition of dyes or pigments, e.g. in combination with optical brighteners
    • A23L5/43Addition of dyes or pigments, e.g. in combination with optical brighteners using naturally occurring organic dyes or pigments, their artificial duplicates or their derivatives

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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
"Processo per l'estrazione e purificazione di frazioni polifenoliche da prodotti secondari delle lavorazioni agro-alimentari zuccheriere"
La presente invenzione ha per oggetto un procedimento per l'estrazione di polifenoli, in particolare tannini, da semilavorati, prodotti secondari o prodotti di scarto delle lavorazioni industriali di matrici zuccherine, in particolare della lavorazione dello zucchero.
I tannini (o i polifenoli in genere) sono impiegati nell'industria alimentare come additivi in grado di esplicare un'azione ammendante e migliorativa delle caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari a cui sono aggiunti.
I tannini possiedono inoltre caratteristiche cromatiche proprie, che spesso coprono un ampio campo spettrale e, quindi, possono essere utilizzati anche come coloranti alimentari .
Le sostanze pigmentanti utilizzate nell'industria alimentare possono essere suddivise in coloranti naturali e sintetici. Fino alla metà dell'800 i coloranti conosciuti erano solo quelli naturali, provenienti da vegetali e da minerali; molti di essi, dopo studi approfonditi effettuati in tempi successivi, risultarono addirittura nocivi per l'alimentazione umana.
Con l'evolversi della tecnologia, dall'inizio del '900 sono apparsi i primi coloranti di sintesi, ma per la maggior parte dei casi si trattava di coloranti organici all'anilina. Le conoscenze inadeguate, ma soprattutto i controlli tossicologici ancora insufficienti, dimostrarono in seguito che gran parte di essi potevano essere nocivi per il consumatore.
Successivamente, vennero adottati una serie di controlli per stabilire sia l'origine del colorante (naturale o di sintesi), compresi i limiti di soglia per la tollerabilità, fino ad arrivare alle norme stringenti introdotte gradualmente a partire dagli anni '60 del secolo scorso.
Le esigenze del consumatore in fatto di prodotti privi di additivi sintetici sono ormai ampiamente note nel settore alimentare. Di conseguenza è in continua crescita il ricorso a fonti edibili naturali, come frutta e vegetali, per l'ottenimento di pigmenti e additivi alimentari di origine naturale. Gran parte della ricerca industriale del settore si muove verso la scoperta e la valorizzazione di nuove fonti di prodotti ed ingredienti naturali con caratteristiche di stabilità sia alle condizioni dei processi produttivi alimentari, sia nella fase di conservazione del prodotto finito.
Un altro carattere distintivo, cioè la scoperta che molti di essi presentano proprietà bioattive, ha reso i coloranti naturali molto interessanti non solo per l'aspetto estetico ma anche per le proprietà nutraceutiche .
Ad esempio, le antocianidine (ed i polifenoli in genere) , il betacarotene, le luteine ed il licopene, fra gli altri, svolgono funzioni coloranti e contemporaneamente esercitano funzioni protettive nei confronti dell'organismo, come antiossidanti.
Nella famiglia dei coloranti naturali alimentari, una classe di polifenoli, le antocianidine, ricoprono un ruolo fondamentale. Lo spettro cromatico coperto da queste molecole passa da colorazioni rosso intense fino a tonalità blu/violacee, comprendendo anche sfumature verdi e gialle. Tutte le variazioni cromatiche coperte dipendono principalmente dalla concentrazione dei cromofori e dalle condizioni ambientali esterne (quali pH, il solvente presente, la presenza di co-pigmenti, la temperatura, ecc,).
I colori molto scuri (ad esempio, il nero) sono normalmente ottenuti nel settore alimentare mediante l'impiego di tannini o caramello.
Attualmente il solo colorante alimentare "nero" presente sul mercato in quantità adeguate è il caramello che, se ottenuto per arrostimento degli zuccheri (E150a), può essere considerato di origine completamente naturale (altre tipologie di caramello richiedono aggiunta di reattivi chimici).
Tuttavia, anche nel caso di produzione mediante arrostimento degli zuccheri, la lavorazione del caramello comporta problematiche relative alla formazione di prodotti secondari tossici (principalmente i furfurali) dovuti alla termo-degradazione degli zuccheri. Tali composti sono considerati pericolosi per la salute umana in quanto potenzialmente cancerogeni e soggetti a bio-accumulo.
I tannini potrebbero rappresentare una buona alternativa del tutto naturale al caramello per le colorazioni alimentari scure, tendenti al nero, tuttavia, ad oggi non sono noti procedimenti industriali che consentano una produzione di tannini cupo-neri in quantità adeguate a soddisfare le esigenze di mercato.
Alla luce di quanto esposto, il problema che la presente invenzione si propone di risolvere è di mettere a disposizione del settore un metodo per la produzione di coloranti alimentari polifenolici, in particolare tanninici, con caratteristiche coloranti simili a quelle del caramello (colori scuri) , ma di origine e composizione interamente naturale (ad esempio, privi di furfurali). Tale metodo permette una produzione di coloranti scuri in quantità adeguata a soddisfare le esigenze del mercato.
Il problema qui esposto è risolto da un metodo per la produzione di coloranti poliienolici, in particolare di tannini, come delineato nelle annesse rivendicazioni. La presente invenzione riguarda un processo per l'estrazione e la purificazione di frazioni polii enoliche, in particolare di frazioni tanniche, da semilavorati, prodotti secondari (sottoprodotti) o prodotti di scarto delle lavorazioni agroalimentari zuccheriere, in particolare della lavorazione dello zucchero.
I prodotti secondari, i semilavorati e i prodotti di scarto derivati dalle lavorazioni agroalimentari di matrici zuccherine sono preferibilmente melasse e borlande ottenibili dalla lavorazione industriale dello zucchero, preferibilmente zucchero di canna o barbabietola.
Sono noti nel settore metodi per lo sbiancamento delle frazioni zuccherine o la depurazione del melasso, al fine di ottenere frazioni fermentescibili ricche di zucchero con conseguente incremento della resa alcolica. Nessuno dei metodi noti descrive però fasi di recupero dei componenti minori presenti nelle frazioni separate. Il metodo della presente invenzione, a differenza di quelli noti, è diretto alla separazione degli ingredienti poliienolici, in particolare dei tannini, dalle suddette frazioni di scarto dell'industria alimentare .
Il metodo della presente invenzione è ora illustrato anche facendo riferimento all'allegata Figura 1 che mostra una forma preferita (ma non limitativa) del procedimento di estrazione di frazioni polifenoliche, in particolare frazioni tanniche, da semilavorati, prodotti di scarto e/o prodotti secondari derivati dalle lavorazioni agroalimentari di matrici zuccherine.
Il metodo dell'invenzione comprende i passaggi di:
i) diluire un semilavorato, un prodotto secondario (sottoprodotto) e/o un prodotto di scarto delle lavorazioni agroalimentari zuccheriere con un solvente organico e/o una soluzione acquosa acida;
(ii) purificare la miscela diluita mediante filtrazione con un cut-off di uscita dal filtro compreso tra 1 e 10 pm, preferibilmente 2 e 6 pm, oppure mediante cristallizzazione da solvente, oppure mediante estrazione in solvente;
(iii) filtrare il refluo purificato ottenuto al punto (ii) su colonna di materiali adsorbenti a base silicea, o su resine o polimeri aromatici macromolecolari per uso alimentare, a dare una prima frazione contenente sostanzialmente impurezze ed una fase stazionaria ricca di polifenoli trattenuta in colonna;
(iv) lavare la fase stazionaria trattenuta in colonna con una soluzione acquosa oppure con un solvente organico per rimuove ulteriori impurità;
(v) eluire, almeno una volta, la fase stazionaria su colonna con solvente organico, a dare un estratto polifenolico .
I semilavorati, prodotti secondari e prodotti di scarto (nel proseguo della descrizione, chiamate anche materie prime) preferibilmente impiegati nel metodo dell'invenzione sono melasso e/o borlande derivanti dalle lavorazioni dell'industria zuccheriera (figura 1, [A]).
La diluizione del semilavorato, del prodotto di scarto e del prodotto secondario è effettuata con un solvente organico alcolico, preferibilmente alcol etilico, e/o con una soluzione acquosa acida, preferibilmente una soluzione acquosa di acido acetico (figura 1 [C]). Tale passaggio, oltre a permettere una diluzione della materia prima di partenza che normalmente è molto densa, consente anche la denaturazione delle proteine in essa contenute. In questo modo, si facilita lo step successivo di purificazione.
La diluizione è preferibilmente effettuata fino a raggiungere una densità compresa tra 0,5 e 5 g/ml, preferibilmente tra 1 e 3 g/ml.
In una forma preferita di realizzazione del metodo dell'invenzione, prima dello step di diluzione, il semilavorato, prodotto di scarto o prodotto secondario viene trattato con enzimi ad azione lisante, preferibilmente enzimi pectolitici, proteolitici , glucolitici e/o cellulosici (figura 1, [B]). Tali enzimi determinano la rottura dei complessi stabili presenti tra i polifenoli e proteine, zuccheri, cellulose o particolato solido all'interno dei vacuoli cellulari della materia prima, che bloccano i polifenoli all'interno della cellula e li rendono poco solubili. II trattamento enzimatico è preferibilmente effettuato nel caso la materia prima sia particolarmente complessa, tale da non consentire l'estrazione dei polifenoli. Per esempio, può essere effettuato nel caso si utilizzi le borlande come materie prime da cui estrarre i polifenoli.
La quantità di enzimi aggiunta alla miscela è preferibilmente compresa tra 1 e 10 grammi di enzimi (puri, od in miscele complesse) per 100 kg di materia prima, eventualmente diluita.
Il trattamento enzimatico è preferibilmente condotto a temperatura ambiente e per un periodo di tempo compreso tra 1 e 15 giorni, preferibilmente da 1 a 10 giorni, in funzione dell'indice di filtrabilità della matrice trattata e delle caratteristiche costitutive della matrice stessa.
In aggiunta o in alternativa al trattamento enzimatico, la miscela può essere eventualmente trattata con anidride solforosa, o solfiti, per stabilizzare i gruppi ossidrili dei polifenoli mediante l'introduzione di gruppi prostetici e per stabilizzare la miscela dal punto di vista fermentativo e microbico.
In aggiunta o in alternativa al trattamento con solfiti o anidride solforosa, e/o al trattamento enzimatico, la matrice può essere eventualmente trattata con acqua ossigenata, o acido peracetico, per attivare processi ossidativi e favorire 1'imbrunimento delle matrici. Tale step può essere seguito da un ulteriore trattamento con anidride solforosa, o solfiti, per distruggere l'eccesso di agenti ossidanti e completare l'azione riducente.
La purificazione per filtrazione dello step (ii) può essere effettuata, per esempio, mediante separazione su membrana o filtrazione su farina fossile (figura 1, [D]).
La purificazione può anche essere effettuata mediante cristallizzazione o estrazione in solvente impiegando, ad esempio, acetone, acetato d'etile, metanolo, etanolo o loro miscele.
Il refluo ottenuto dalla purificazione è indicato in figura 1 con la lettera [G].
Il solvente impiegato nello step (i) di diluizione e denaturazione delle proteine può essere eventualmente recuperato tramite separazione per distillazione frazionata sotto vuoto, prima di procedere alla purificazione su colonna.
La filtrazione su colonna del punto (iii) è preferibilmente effettuata mediante adsorbimento su carboni attivi, o calcari microgranulari, o sabbie silicee, o resine macromolecolari, o amberliti. A partire dal refluo [G] si ottiene, per passaggio su colonna, un refluo [H], sostanzialmente privo di sostanze coloranti e contenente sostanzialmente solo impurezze.
La frazione trattenuta sulla colonna è lavata con una soluzione acquosa, preferibilmente acida, ad esempio una soluzione 1-5% di acido acetico. Alternativamente, si può utilizzare un solvente organico, preferibilmente una soluzione idroalcolica contenente dal 40% al 60% di alcol etilico, preferibilmente acidulata (figura 1, [F]). Da questo lavaggio si recupera una frazione acquosa [I] contenente le impurezze ancora trattenute sulla colonna.
L'eluizione della fase stazionaria trattenuta in colonna, di cui al punto (v), viene effettuata con un solvente organico scelto tra etanolo, metanolo, acetone, acetato d'etile o loro miscele, comprese le loro soluzioni acquose. In questo modo l'estratto poliienolico, sostanzialmente privo di impurezze, viene rimosso dalla colonna e recuperato nella frazione eluita (figura 1, [M]). Tale estratto polifenolico è preferibilmente un estratto di tannini.
L'estratto polifenolico ottenuto può essere concentrato mediante eliminazione del solvente di eluizione al fine di ottenere una soluzione con la colorazione finale desiderata (proporzionale al grado di concentrazione; figura 1, [0]). L'allontanamento dell'eluente può essere effettuato mediante evaporazione o ripartizione frazionata e concentrando l'estratto polifenolico di interesse con tecniche "a caldo" (evaporazione sotto vuoto) o "a freddo" (osmosi inversa).
In aggiunta, l'estratto può essere concentrato mediante atomizzazione per ottenere un estratto atomizzato (figura 1, [Q]), ad esempio mediante l'impiego di tecniche di spray dry (figura 1, [P]).
L'estratto polifenolico ottenuto con il procedimento dell'invenzione è preferibilmente un estratto di tannini che può presentarsi in forma liquida, pastosa-peciosa o polverulenta, a seconda dello step finale condotto. Nel caso in cui si proceda alla concentrazione dell'estratto per atomizzazione si otterrà una polvere di polifenoli. L'estratto ha generalmente una colorazione intensa bruno-nera, ma può essere utilizzato anche in maniera più diluita oppure in miscela con altri componenti per ampliare lo spettro cromatico ed ottenere colori più chiari rispetto al nero.
L'estratto ottenuto con il metodo dell'invenzione ha caratteristiche di grado alimentare ed è contraddistinto da peculiari note organolettiche. Può essere destinato ad applicazioni come ingrediente di formulazione in campo agroalimentare (ed altri settori merceologici compatibili con l'uso dei tannini e prodotti analoghi). L'estratto ottenuto presenta tutti i vantaggi degli additivi e coloranti alimentari naturali di nuova generazione: stabilità, completa solubilità in acqua, presenza di una famiglia di molecole di cui è nota l'attività antiossidante e protettiva nei confronti dell'organismo umano.
L'estratto di polifenoli, in particolare di tannini, è da considerare pertanto un materiale per produzioni di filiera, potenzialmente aromatico, da utilizzare anche in modestissime quantità (concentrazioni finali nei prodotti alimentari comuni, destinati al consumo umano, anche inferiori a 0,5%), con caratteristiche intrinseche molto particolari, in grado di modificare, alterare e modellare (come coadiuvante, additivo o ingrediente) le proprietà organolettiche del prodotto finito cui è destinato .
I settori alimentari in cui è preferibilmente impiegato sono :
- settore enologico (azione flocculante, chiarificante, antiossidante, stabilizzante, ecc.; concentrazione < 0.5%);
produzione di salse e condimenti (colorante, aromatizzante, coadiuvante, conc. < 1 %);
- comparto viti-vinicolo (flocculante, chiarificante, antiossidante, conc. < 0,5%);
comparto bevande (flocculante, antiossidante, aromatizzante, conc. < 3%);
comparto liquorifici (colorante, antiossidante, aromatizzante, conc. < 5%);
comparto prodotti da forno (aromatizzante, coadiuvante, colorante, conc. < 0.5%);
comparto pasticceria - gelateria (aromatizzante, colorante, conc. < 0.5%);
alimenti funzionali - settore nutraceutico (antiossidante, aromatizzante, conc. < 2%).
Per esempio, nel caso delle produzioni di salse e condimenti balsamici per uso alimentare, l'estratto di tannino può entrare con funzione colorante, aromatizzante, antiossidante, stabilizzante, coadiuvante (concentrazione massima inferiore allo 0,5 -1%) in una formulazione tipo, a base di aceto, aceto balsamico, prodotti di acetificazione diversi di qualunque origine frutticola (mele, pere, more, ecc.), con acidità totale non inferiore al 6%, anche in presenza di altri addensanti, gelificanti ecc.
Altro esempio, nelle produzioni di bevande, soft drink, bevande energetiche ecc., l'estratto di tannino può entrare nella formulazione di base quale colorante naturale con concentrazioni, dipendenti dall'effetto visivo desiderato, attorno al 1,5 - 2%.
Oltre ad applicazioni in campo alimentare come colorante o aromatizzante, l'estratto dell'invenzione può essere utilizzato nei seguenti settori:
settore cosmetico-paraf armaceutico (antiossidante, stabilizzante, colorante fotoattivo ecc., conc. < 5%);
- settore farmaceutico (battericida - batteriostatico, antiossidante, pigmentante, colorante, antitumorale, ecc., conc. < 5%);
settore conciario, tintura pellami ed inchiostri (azione colorante, pigmentante, conciante, conc. < 10%);
settore gomme ed elastomeri (plastificante, stabilizzante, pigmentante, conc. < 10%);
- settore edilizio (azione plastificante, fluidificante, ecc ., conc. < 2%);
comparto esplosivi (antideflagrante, stabilizzante, conc . < 3%).
Il metodo dell'invenzione ha il vantaggio di permettere una produzione di estratti poliienolici, in particolare estratti tannici, costante ed in quantità adeguata alle richieste del mercato. Non esistono a tutt'oggi metodi di produzioni di tannini in grado di soddisfare a pieno il fabbisogno del mercato. Pertanto, il metodo dell'invenzione rappresenta un'importantissima innovazione nel settore alimentare ma anche negli altri settori in cui l'uso di tannini è oramai prassi consolidata.
ESEMPIO Seguendo lo schema di processo rappresentato in figura 1, si descriveuna forma di realizzazione del processo dell'invenzione.
Il melasso derivante delle lavorazioni dell'industria zuccheriera [A] è diluito in acqua fino al raggiungimento di una densità circa di 1,5 g/ml.
Il melasso diluito è inoculato con 2 grammi/100 Kg di materia prima, di una miscela di enzimi pectolitici, proteolitici, glucolitici, cellulasici [B]. La miscela è lasciata a temperatura ambiente per 3 giorni.
Al termine del trattamento enzimatico si aggiunge 20% di alcol etilico assoluto [C] al fine di denaturare le proteine presenti e facilitare lo step successivo di filtrazione e stabilizzazione microbiologica del semilavorato ottenuto.
Si procede alla filtrazione del brodo diluito [D] su una membrana con un cut-off di uscita dal filtro di 3 pm. Si recupera il solvente utilizzato nella denaturazione delle proteine tramite separazione per distillazione frazionata sotto vuoto ed ottenimento del refluo da adsorbire [G] su colonna.
Il refluo è filtrato su colonna di amberlite [E].
La resa di adsorbimento della resina utilizzata è espressa in termini di volumi equivalenti di refluo trattato cui è possibile asportare i tannini oggetto di brevetto. Tale resa viene determinata preliminarmente via test di laboratorio, misurando il volume entro il quale l'assorbanza della soluzione di partenza letta con uno spettrofotometro a 350 nm diminuisce per più dell'80%. I campioni di melasso utilizzati in questo esempio avevano una colorazione pari a 500 (assorbanza letta a 350 nm, cammino ottico della cella = 1 cm, moltiplicata per la diluizione, indicata d'ora in avanti come "punti colore" (PC)), perciò hanno presentato rese di adsorbimento sul diluito pari a 2 volumi equivalenti di resina circa (ovvero 1 L di resina è stata utilizzata per filtrare circa 2 L di melasso diluito [G], ottenendo due volumi di refluo decolorato [H]). Raggiunta la saturazione della capacità di adsorbimento, la resina viene lavata con almeno 2 volumi equivalenti di acqua per rimuovere i residui di melasso in ingresso [I].
La resina viene eluita con 2 volumi equivalenti di soluzioni acidulate (1-2% di acido acetico) di alcol etilico al 50% circa [F], ottenendo un estratto tannico caratterizzato da 200 PC [M].
L'estratto tannico ottenuto ([M]) è stato dealcolato e concentrato [N] onde ottenere una soluzione con la colorazione finale desiderata (proporzionale al grado di concentrazione [0]). L'estratto è stato poi ulteriormente concentrato al 30% di materia secca equivalente a dare un estratto atomizzato [Q] mediante tecniche di spray dry [P].
L'estratto ottenuto si presentava di colore bruno-nero in forma pulverulenta.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per la preparazione di estratti polifenolici da semilavorati, prodotti secondari e/o prodotti di scarto derivanti dalle lavorazioni dell'industria zuccheriera, comprendente i passaggi di: (i) diluire un semilavorato, un prodotto secondario e/o un prodotto di scarto delle lavorazioni agroalimentari zuccheriere con un solvente organico e/o una soluzione acquosa acida; (ii)purificare la miscela diluita mediante filtrazione con un cut-off di uscita dal filtro compreso tra 1 e 10 pm, oppure mediante cristallizzazione da solvente, oppure mediante estrazione in solvente; (iii) filtrare il refluo purificato ottenuto al punto (ii) su colonna di materiali adsorbenti a base silicea, o su resine o polimeri aromatici macromolecolari per uso alimentare, a dare una prima frazione contenente sostanzialmente impurezze, ed una fase stazionaria ricca di polifenoli trattenuta in colonna; (iv)lavare la fase stazionaria trattenuta in colonna con una soluzione acquosa oppure con un solvente organico per rimuovere ulteriori impurità; (v) eluire, almeno una volta, la fase stazionaria su colonna con solvente organico, a dare un estratto polifenolico.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto estratto polifenolico è un estratto di tannini.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detti semilavorati, prodotti secondari e/o prodotti di scarto sono melasso e/o borlande derivanti dalle lavorazioni dell'industria zuccheriera, preferibilmente dalla lavorazione dello zucchero.
  4. 4 . Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 3, in cui detta diluizione del semilavorato, del prodotto di scarto e del prodotto secondario, di cui allo step (i), è effettuata con un solvente organico alcolico, preferibilmente alcol etilico, e/o con un soluzione acquosa acida, preferibilmente una soluzione acquosa di acido acetico, preferibilmente fino a raggiungere una densità compresa tra 0,5 e 5 g/ml, preferibilmente tra 1 e 3 g/ml.
  5. 5. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 4, in cui, prima dello step (i) di diluzione, detto semilavorato, prodotto di scarto e/o prodotto secondario è trattato con enzimi ad azione lisante, preferibilmente enzimi pectolitici, proteolitici, glucolitici e/o cellulasici.
  6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 5, in cui la quantità di enzimi aggiunta alla miscela è preferibilmente compresa tra 1 e 10 grammi di enzimi, puri od in miscele complesse, per 100 kg di detto semilavorato, prodotto di scarto e/o prodotto secondario .
  7. 7. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 6, comprendente ulteriormente, prima dello step (i) di diluizione, uno step di trattamento con anidride solforosa, o solfiti, per stabilizzare i gruppi ossidrili dei polifenoli mediante l'introduzione di gruppi prostetici, e per stabilizzare la miscela dal punto di vista fermentativo e microbico.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione dalla 1 alla 7, comprendente ulteriormente, prima dello step (i) di diluizione, uno step di trattamento ossidativo con acqua ossigenata, o acido peracetico, per favorire 1'imbrunimento delle matrici, eventualmente seguito da un trattamento con anidride solforosa, o solfiti, per completare l'eliminazione dell'eccesso di ossidante mediante azione riducente.
  9. 9. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 8, in cui detta purificazione per filtrazione dello step (ii) è effettuata mediante separazione su membrana, filtrazione su farina fossile, cristallizzazione o estrazione in solvente impiegando, preferibilmente, acetone, acetato d'etile, metanolo, etanolo o loro miscele.
  10. 10. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 9, in cui detta filtrazione su colonna del punto (iii) è preferibilmente effettuata mediante adsorbimento su carboni attivi, o calcari microgranulari, o sabbie silicee, o resine macromolecolari, o amberliti..
  11. 11. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 10, in cui detta frazione trattenuta sulla colonna è lavata con una soluzione acquosa acida, preferibilmente una soluzione 1-5% di acido acetico; oppure mediante una soluzione idroalcolica contenente dal 40% al 60% di alcol etilico, preferibilmente acidulata con acido acetico fino alla concentrazione 2-o, J3⁄4.
  12. 12. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 11, in cui detta eluizione della fase stazionaria trattenuta in colonna, di cui al punto (v), è effettuata con un solvente organico scelto tra etanolo, metanolo, acetone, acetato d'etile o loro miscele .
  13. 13. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 12, comprendente ulteriormente dopo lo step (v), un passaggio di concentrazione mediante eliminazione del solvente di eluizione al fine di ottenere una soluzione con la colorazione finale desiderata .
  14. 14. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 13, comprendente ulteriormente dopo lo step (v), in cui detto estratto è concentrato mediante atomizzazione per ottenere un estratto atomizzato, preferibilmente mediante 1'impiego di tecniche di spray dry.
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Citations (3)

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