ITMI20101630A1 - Dispositivo per il deflusso differenziato dei liquidi di scarico di un lavello. - Google Patents

Dispositivo per il deflusso differenziato dei liquidi di scarico di un lavello. Download PDF

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ITMI20101630A1
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IT
Italy
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outflow
sink
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waste liquids
duct
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IT001630A
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Benito Lanfranchini
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Benito Lanfranchini
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E03WATER SUPPLY; SEWERAGE
    • E03CDOMESTIC PLUMBING INSTALLATIONS FOR FRESH WATER OR WASTE WATER; SINKS
    • E03C1/00Domestic plumbing installations for fresh water or waste water; Sinks
    • E03C1/12Plumbing installations for waste water; Basins or fountains connected thereto; Sinks
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E03WATER SUPPLY; SEWERAGE
    • E03BINSTALLATIONS OR METHODS FOR OBTAINING, COLLECTING, OR DISTRIBUTING WATER
    • E03B1/00Methods or layout of installations for water supply
    • E03B1/04Methods or layout of installations for water supply for domestic or like local supply
    • E03B1/041Greywater supply systems
    • E03B1/042Details thereof, e.g. valves or pumps
    • E03B1/044Switch valves in waste pipes
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
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    • F16K11/00Multiple-way valves, e.g. mixing valves; Pipe fittings incorporating such valves
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    • F16K11/06Multiple-way valves, e.g. mixing valves; Pipe fittings incorporating such valves with all movable sealing faces moving as one unit comprising only sliding valves, i.e. sliding closure elements
    • F16K11/072Multiple-way valves, e.g. mixing valves; Pipe fittings incorporating such valves with all movable sealing faces moving as one unit comprising only sliding valves, i.e. sliding closure elements with pivoted closure members
    • F16K11/074Multiple-way valves, e.g. mixing valves; Pipe fittings incorporating such valves with all movable sealing faces moving as one unit comprising only sliding valves, i.e. sliding closure elements with pivoted closure members with flat sealing faces
    • F16K11/0743Multiple-way valves, e.g. mixing valves; Pipe fittings incorporating such valves with all movable sealing faces moving as one unit comprising only sliding valves, i.e. sliding closure elements with pivoted closure members with flat sealing faces with both the supply and the discharge passages being on one side of the closure plates

Description

DISPOSITIVO PER IL DEFLUSSO DIFFERENZIATO DEI LIQUIDI DI SCARICO DI UN LAVELLO
DESCRIZIONE
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo per ottenere il deflusso differenziato delle sostanze liquide nei canali di scarico di lavelli. Qui e nel seguito si parlerà sempre, per brevità, di “lavelli†, ma si deve intendere che questo termine comprende anche i lavabi.
STATO DELLA TECNICA ANTERIORE
Attualmente, le sostanze liquide che fuoriescono da un lavello sono raccolte nell’area sottostante il foro di uscita e portate, tramite una serie di condotti intermedi, all’apparato fognario, senza che sia effettuata alcuna differenziazione del tipo di liquido che viene immesso, e conseguentemente senza che sia previsto alcun tipo di smaltimento specifico, anche nel caso di materiali particolarmente inquinanti.
Se in passato questo tipo di problema era percepito solo moderatamente, in tempi recenti si à ̈ sviluppata la coscienza della salvaguardia dell’ambiente e conseguentemente l’esigenza di realizzare accorgimenti atti a ridurre i carichi inquinanti negli scarichi convenzionali.
A seguito di questa nuova attenzione alle problematiche ambientali, si à ̈ inoltre manifestata una notevole sensibilizzazione degli utenti nei confronti dell’uso dell’acqua potabile, chiedendo soluzioni che possano in qualche modo ridurre gli sprechi, nonostante l’abitudine inveterata di fare scorrere a lungo l’acqua nei lavelli, senza utilizzarla – ciò per gli scopi più disparati, ma in particolare quando si vuol utilizzare acqua calda, che arriva soltanto dopo aver scaricato quella parte di acqua fredda che si trova nei tubi di alimentazione – acqua che comunque non prevede la presenza di tensioattivi o di sostanze anche blandamente inquinanti. E’ evidente che in simili casi l’acqua potrebbe essere riciclata per altri scopi, che non richiedano espressamente l’uso di acqua potabile, quali ad esempio l’irrigazione di piante e giardini, il lavaggio di auto, pavimenti o simili, l’alimentazione di scarichi WC, ed in genere quegli impieghi che non sono per uso alimentare.
PROBLEMA E SOLUZIONE
Scopo della presente invenzione à ̈ pertanto di proporre un dispositivo atto ad ottenere un deflusso differenziato dei liquidi provenienti dallo scarico dei lavelli, a seconda degli usi dell’utente, in modo da garantire la separazione dei liquidi che possono avere ulteriori impieghi da quelli che debbono essere invece ulteriormente trattati prima di essere definitivamente smaltiti.
Il suddetto scopo viene realizzato mediante un dispositivo che presenta le caratteristiche descritte nella rivendicazione 1. Le rivendicazioni secondarie riguardano alcune preferite caratteristiche del trovato secondo l’invenzione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
L’invenzione viene ora descritta con riferimento alle figure allegate, che mostrano alcune forme d’esecuzione particolarmente preferite, in cui: fig. 1 à ̈ una vista frontale di uno scarico per lavelli dotato di un dispositivo di deflusso differenziato secondo una prima forma d’esecuzione dell’invenzione, in una prima posizione;
fig. 2 Ã ̈ una vista dello stesso dispositivo di fig. 1, ma in una seconda posizione di lavoro;
fig. 3 Ã ̈ una vista dello stesso dispositivo delle figg. 1 e 2, in una terza posizione di lavoro;
figg. 4A e 4B sono sezioni parziali del dispositivo delle figg. 1 a 3, in vista esplosa e rispettivamente con parti montate;
fig. 5 à ̈ una vista parzialmente in sezione assiale di una seconda forma d’esecuzione dell’invenzione, in una prima posizione di lavoro;
fig. 6 Ã ̈ una vista dello stesso dispositivo di fig. 5, in una seconda posizione di lavoro;
fig. 7 Ã ̈ la vista dello stesso dispositivo delle figg. 5 e 6, in una terza posizione di lavoro;
figg. 8a, 8b, 8c, 8d mostrano, in viste schematiche in sezione, una terza forma di esecuzione dell’invenzione, costituente variante della forma di esecuzione delle figg. 1 a 4, in quattro diverse posizioni di lavoro;
fig. 9 mostra, in vista in sezione assiale, esplosa, una quarta forma di esecuzione dell’invenzione;
fig. 10 mostra lo stesso dispositivo di fig. 9, completamente montato, in una delle possibili posizioni di lavoro;
figg. 11a, 11b e 11c sono viste schematiche, in sezione orizzontale, dello stesso dispositivo di fig. 10, in tre rispettive posizioni di lavoro, la posizione di fig.11c corrispondendo alla posizione di fig. 10;
figg. 12 e 13 mostrano, in sezione assiale, altre due forme di esecuzione, che fanno impiego di cannotti di convogliamento a forma troncoconica; e
fig. 14 à ̈ una vista dall’alto, in sezione, del dispositivo di fig. 13.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DI PREFERITE FORME DI ATTUAZIONE
Il dispositivo secondo l’invenzione à ̈ composto da un condotto di scarico principale 1, connesso mediante mezzi noti (per esempio una ghiera 2) ad una piletta di scarico di un lavello (entrambi non rappresentati); il condotto 1 si innesta in un corpo scatolare 3 di supporto per una valvola a cassetto 4.
Più precisamente e con riferimento alla forma di esecuzione delle figg.
1 a 3, il corpo scatolare 3 comprende tre condotti e cioà ̈: oltre al condotto di scarico principale 1, già citato, anche due condotti di uscita 5 e 6, per il deflusso differenziato dei liquidi provenienti dal condotto 1. Ognuno di questi condotti ha una conformazione generale ad L (vedi anche figg. 4A e 4B) e più precisamente: i condotti 1 e 5 hanno ciascuno un ramo della L che corre secondo l’asse verticale Z-Z di scarico del lavello e l’altro ramo che corre secondo un asse Y-Y perpendicolare al piano di riscontro 3a del corpo 3 di valvola, ed il condotto 6 ha un ramo che, a sua volta, corre secondo l’asse Y-Y ed un ramo che corre invece secondo un asse trasversale X-X, verso un’uscita laterale.
In particolare, il condotto di uscita 5 à ̈ predisposto per far defluire le sostanze liquide verso gli scarichi fognari centrali; il condotto di uscita 6 porta invece ad una diramazione che à ̈ prevista – a seconda degli impieghi desiderati – per il trasporto verso un serbatoio di raccolta dei fluidi inquinanti che richiedono un ulteriore trattamento speciale, oppure verso un serbatoio di recupero per i fluidi per cui à ̈ possibile prevedere un ulteriore utilizzo diretto.
Come illustrato nelle fig. 4A, 4B, i condotti 1, 5 e 6 si raccordano al corpo 3 di valvola, sulla cui superficie di riscontro 3a si applica a tenuta il cassetto 4a con la sua cavità rivolta verso la stessa superficie. Una estremità della cavità del cassetto 4a à ̈ innestata (in modo per se noto, non illustrato in dettaglio) sul ramo del condotto 1 che corre secondo l’asse Y-Y ed à ̈ in grado di ruotare attorno a questo asse, in modo tale che, qualunque sia la posizione del cassetto 4a, il fluido uscente dallo scarico 1 entra sempre nella cavità del cassetto 4a.
La rotazione del cassetto 4a à ̈ comandata da un azionamento schematizzato da una maniglia 4b a disposizione dell’operatore; à ̈ chiaro però che l’azionamento può essere realizzato con un qualsiasi altro mezzo noto, manuale, meccanico, elettrico od elettronico.
E’ così possibile far ruotare il cassetto 4a attorno all’asse Y-Y, per consentire all’operatore di comandare il deflusso differenziato del fluido di scarico.
Non illustrato nelle figure 1 a 4, bensì nella fig. 5, può essere previsto un condotto di troppopieno 13, che afferisce direttamente a valle del condotto di uscita 5 del corpo scatolare 3, in modo da garantire in qualsiasi momento il deflusso del fluido in eccesso, qualunque sia la posizione assunta dalla valvola 4.
Il funzionamento di siffatto dispositivo à ̈ assai semplice: come si osserva dalle figg. 1 a 3, infatti, l’operatore può – ruotando il cassetto 4a secondo quanto desiderato – portarlo a connettere lo scarico 1 con il condotto 5 (posizione di fig. 2, in cui il liquido defluisce direttamente verso gli scarichi fognari), o rispettivamente verso il condotto 6 (posizione di fig. 3, in cui il liquido defluisce verso un serbatoio di recupero, per la raccolta di acqua pulita in eccesso, oppure – se così à ̈ stato predisposto l’impianto dell’utilizzatore – verso un qualsivoglia sistema di trattamento di liquidi inquinanti), o ancora in una posizione del cassetto 4a intermedia tra quelle appena descritte (posizione rappresentata nella fig. 1, che costituisce posizione di chiusura dello scarico).
Come si comprende bene, nulla osta alla realizzazione di una struttura più complessa, in cui siano previsti tre o più differenti scarichi, per con sentire il deflusso differenziato di svariati tipi di liquidi di scarico, o per il trasporto degli stessi verso diverse direzioni, a seconda del tipo di utilizzo previsto per il dispositivo di deviazione secondo l’invenzione. Una variante di esecuzione che risponde a questa esigenza à ̈ quella schematicamente rappresentata nelle figure 8, come meglio descritto qui di seguito.
Nella forma d’esecuzione rappresentata nelle figure 5, 6 e 7, il condotto di scarico principale 1, che si diparte da una usuale piletta 2a, prevede, subito a valle del colletto di impegno con la suddetta piletta 2a, un raccordo per l’innesto diretto di un condotto secondario 7 laterale.
In questa forma di esecuzione si prevede, in sostituzione della valvola a cassetto a più uscite, due valvole a farfalla 8, 9, la prima sul condotto 1 e la seconda sul condotto secondario 7; queste valvole di chiusura a farfalla 8, 9 sono montate girevoli su perni centrali 10 e rispettivamente 11, ai quali sono associati mezzi di azionamento (non rappresentati).
Preferibilmente, ma non necessariamente, per rendere ottimale la tenuta delle valvole, si predispone lungo la superficie esterna delle suddette valvole a farfalla 8, 9 una guarnizione anulare 12, tipo O-Ring.
Le valvole 8 e 9, così disposte, possono essere fatte ruotare di 90° dall’operatore; pertanto, l’operatore può optare se chiudere il flusso del liquido verso il condotto secondario 7 (valvola 8 aperta e valvola 9 chiusa, come rappresentato in fig. 6), oppure verso il condotto principale 5 (valvola 9 aperta e valvola 8 chiusa, come rappresentato in fig. 7), o verso entrambi (valvole 8 e 9 chiuse, come rappresentato in fig. 5). Infatti, come appare evidente dalle figg. 5 a 7, queste diverse disposizioni delle due valvole 8, 9 definiscono differenti percorsi di scarico dei liquidi provenienti dal lavello.
Nella condizione di fig. 5, il sistema di scarico à ̈ totalmente chiuso, e pertanto la situazione à ̈ del tutto equiparabile alla condizione in cui viene messo un tappo sopra la piletta 2a, ovvero alla condizione rappresentata nella fig. 1 o nella fig. 8a. In questa situazione, la fig. 5 mostra un condotto 13 di troppopieno, che si innesta a valle della farfalla 8.
In fig. 6, à ̈ illustrato il caso in cui si voglia determinare il deflusso del liquido secondo i normali scarichi: si comanda la rotazione della valvola 8, in modo che sia aperto il condotto principale 1 verso il condotto 5, e si consenta il deflusso dell’acqua verso gli scarichi fognari convenzionali, mentre lo scarico verso il condotto secondario 7 à ̈ impedito.
Nel caso in cui si desideri la deviazione delle acque di deflusso verso condotti di scarico differenti, quale ad esempio un serbatoio di recupero od un qualsivoglia tipo di recipiente, à ̈ sufficiente predisporre le valvole 8 e 9 come illustrato in fig. 7: si chiude la valvola 8, per non consentire il passaggio di liquido al condotto 5 e all’impianto fognario, e si apre la valvola 9, in modo da deviare il deflusso unicamente verso il condotto secondario 7, e conseguentemente verso il desiderato sistema di raccolta o di ulteriore trattamento dei liquidi portati.
Il dispositivo così realizzato ha un funzionamento relativamente semplice: le valvole sono azionate direttamente a partire dal lavello, mediante comando meccanico od elettromeccanico. Comprensibilmente, i comandi possono essere azionati separatamente, o contemporaneamente.
La forma di esecuzione rappresentata nelle figure 8 à ̈, come già detto, una variante di quella rappresentata nelle figg.1 a 3 per il caso di scarichi multipli: con il condotto di scarico 1 cooperano appunto tre condotti di evacuazione differenti 14, 15 e 16. La valvola a cassetto 4 comprende ancora un corpo 3 di valvola con una superficie di riscontro 3a di forma circolare, al cui centro termina il condotto di scarico 1; alla periferia della superficie 3a si raccordano i condotti di evacuazione 14, 15 e 16.
Ruotando il cassetto 4a lo si può portare dalla posizione di chiusura rappresentata in fig. 8a – in cui il cassetto à ̈ ruotato verso l’alto, cioà ̈ verso lo stesso scarico 1 – ad una prima posizione di scarico, rappresentata in fig.
8b, in cui il cassetto à ̈ ruotato verso la sinistra del disegno, cosicché il deflusso avviene attraverso l’uscita 14, prevista per esempio per liquidi tossici o fortemente inquinanti e conduce quindi ad un serbatoio (non rappresentato) per liquidi destinati ad un trattamento ulteriore; oppure ad una seconda posizione di scarico, rappresentata in fig. 8c, in cui il cassetto à ̈ ruotato verso il basso, cosicché il deflusso avviene attraverso l’uscita 15, prevista per esempio per liquidi destinati allo scarico ordinario in fogna; oppure ancora ad infine ad una terza posizione di scarico, rappresentata in fig. 8d, in cui il cassetto à ̈ ruotato verso la destra del disegno, cosicché il deflusso avviene attraverso l’uscita 16, prevista per esempio per acqua non inquinata e conduce quindi ad un serbatoio (non rappresentato) destinato ad acqua da riciclare.
A partire da questa disposizione à ̈ facile pensare ad altre varianti, con un numero complessivo di scarichi diverso.
Nelle figure 9 e 10 à ̈ mostrata ancora un’altra forma di esecuzione dell’invenzione, particolarmente adatta ad essere innestata su pilette di serie, usuali, od anche su impianti già esistenti.
In questa variante sono previsti essenzialmente una piletta di scarico 17 diritta, che si innesta nell’usuale foro F’ nel fondo F di un lavello; l’estremità inferiore della piletta 17 à ̈ atta ad inserirsi nella sommità di un corpo 18, conformato in modo da assolvere una funzione di camera di selezione, con il quale coopera un cannotto 19 nel modo meglio precisato qui di seguito. Corpo 18 e cannotto 19 formano un sistema di valvola a cassetto equivalente, in linea di principio, al sistema costituito da corpo 3 e cassetto 4a, e che realizza il dispositivo di deflusso differenziato delle sostanze liquide secondo la presente invenzione.
Il corpo 18 à ̈, più precisamente, formato da una coppia di pareti cilindriche concentriche, e cioà ̈: una parete esterna 18c ed una parete interna 18d. Tra queste due pareti sono formate – nel modo meglio descritto nel seguito – una camera 23, disposta sulla destra rispetto al disegno, la quale à ̈ in comunicazione con l’uscita di scarico laterale 18b ed una camera 24, disposta sulla sinistra rispetto al disegno, che à ̈ in comunicazione con l’uscita di scarico inferiore 18a.
Quando non sia necessario effettuare una differenziazione dei fluidi scaricati, il corpo 18 – quale schematicamente rappresentato in fig. 9 – à ̈ in grado di accogliere questi fluidi e di passarli direttamente allo scarico attraverso l’uscita inferiore 18a; ciò anche in assenza del cannotto 19, purché naturalmente l’uscita laterale 18b sia stata preventivamente chiusa, in modo provvisorio o definitivo.
Quando invece si abbia interesse ad effettuare detta differenziazione, si inserisce detto cannotto 19, con funzione di selettore, nella piletta di scarico 17 e fino entro il corpo 18.
Come ben visibile in fig. 10, il cannotto selettore 19 à ̈ sostanzialmente un tubo che, alla sua estremità superiore à ̈ dotato di una levetta 19a aggettante lateralmente, per la funzione di manovra meglio descritta nel seguito; inoltre, a livello del fondo F del lavello, il cannotto 19 à ̈ dotato di un foro 20 di passaggio dei liquidi da scaricare; infine, a livello della sua estremità inferiore, il cannotto 19 à ̈ dotato di una parete di fondo 21 chiusa e di una finestra 22 laterale.
La levetta 19a ha, come detto, funzione di manovra; tramite di essa à ̈ infatti possibile far ruotare il cannotto 19 nelle diverse posizioni di lavoro schematizzate nelle figure 11. Il fluido che viene scaricato attraverso la piletta 17 passa necessariamente entro il tubo formante il cannotto 19, attraversando la finestra 20; grazie alla parete di fondo 21 chiusa, il fluido fuoriesce poi soltanto dalla finestra 22 laterale, che si apre verso le camere di selezione allo scarico.
Nella posizione di lavoro illustrata ad esempio nella fig. 10, il fluido passa per la finestra 22, entra nella camera 23 del corpo 18, e si scarica attraverso l’uscita di scarico laterale 18b. Come mostra egualmente la fig. 10, quando il cannotto 19 à ̈ disposto con la sua finestra 22 rivolta verso la camera 23, la sua parete rivolta invece verso la camera 24 à ̈ chiusa, cosicché lo scarico non può avvenire altro che attraverso la camera 23 e l’uscita 18b.
Quando si desideri invece che lo scarico avvenga attraverso l’uscita 18a, si deve semplicemente ruotare il cannotto 19 attorno al proprio asse, agendo sulla levetta 19a, fino a portarlo in una posizione (non mostrata in fig. 10, bensì in fig. 11a) in cui la finestra 22 si trova in corrispondenza della camera 24; in questo caso, il cannotto 19 rivolge la sua parete chiusa verso la camera 23, cosicché nessuno scarico avviene verso la camera 23 e l’uscita 18b.
Queste diverse posizioni di lavoro sono meglio visibili nelle viste in sezione orizzontale illustrate nelle figure 11, in ciascuna delle quali si vede: la sezione del tubo del cannotto 19, con la sua finestra 22; la sezione delle pareti esterna 18c ed interna 18d, concentriche, del corpo 18; la sezione di due pareti radiali 18e, che separano il volume compreso tra le pareti 18c e 18d a formare le due camere 23 e 24.
Fig. 11a mostra la posizione del cannotto 19 per cui la finestra 22 si trova aperta verso la camera 24 e quindi verso lo scarico 18a.
Fig. 11b mostra la posizione del cannotto 19 per cui la finestra 22 si trova contro la parete interna 18d e dunque non può avvenire alcuno scarico.
Fig. 11c mostra la posizione in cui la finestra 22 si trova aperta verso la camera 23 e quindi verso lo scarico 18b.
La figura 12 rappresenta una forma di esecuzione che costituisce variante di quella rappresentata nelle figure 9 a 11. L’unica differenza che qui si deve rilevare à ̈ che la parte terminale inferiore del cannotto 19, cioà ̈ la parte dotata della finestra 22, ha una conformazione a tronco di cono con base minore in basso. A questa conformazione conica del cannotto 19 corrisponde una analoga conformazione conica della parte inferiore adiacente della parete interna 18d.
La figura 13 rappresenta un’altra forma di esecuzione, che può considerarsi ancora come una valvola a cassetto, costituita da un corpo di valvola 25 fisso e da un cassetto 26 girevole, aventi funzioni equivalenti a quelle del corpo 3 e cassetto 4a delle figg. 1 a 3; entrambi questi elementi 25, 26 hanno una conformazione a tronco di cono, che può essere rovesciato, cioà ̈ a base inferiore in basso come nel caso rappresentato nella fig. 12, o diritto, cioà ̈ con base inferiore in alto.
Alla sommità del corpo 25 si raccorda il condotto di scarico 1, mentre alla parete laterale del tronco di cono si raccordano, in posizioni diametralmente opposte, ed orientati secondo uno stesso asse orizzontale X-X, i condotti di uscita 5 e 6. Questi condotti sono numerati con 5 e 6, in quanto sono destinati a svolgere una funzione identica ai condotti di uscita 5 e 6 della forma di esecuzione di figg. 1 a 4.
All’interno del corpo 25 à ̈ montato girevole, come detto, il cassetto 26 a sua volta conico; questo cassetto, che forma tenuta rispetto al corpo 25, à ̈ dotato di un fondo chiuso 27 e di una finestra laterale 28. Questa finestra 28 consente di scaricare il liquido che entra dallo scarico 1 nel volume interno del cassetto stesso verso l’uscita 5 (posizione rappresentata in fig. 13) o rispettivamente verso l’uscita 6 contrapposta, ovviamente previa opportuna rotazione del cassetto 26.
Per comandare la rotazione del cassetto 26 à ̈ previsto un codolo 29, solidale al fondo 27 ed aggettante verso il basso; in un’apertura 30 del codolo 29 può andare ad impegnarsi un attrezzo di manovra od un qualsiasi altro mezzo di azionamento noto.
Deve essere rilevato che questa forma a tronco di cono del cassetto – come rappresentata in entrambe le forme di esecuzione delle figure 12 e 13 – migliora sensibilmente la tenuta ai liquidi del cassetto (19 o 26) rispetto alla sede in cui esso ruota e quindi rispetto all’esigenza di separazione dei fluidi da inviare verso l’uno o l’altro degli scarichi. Prove pratiche hanno mostrato che le migliori prestazioni – in termini di funzionalità e di tenuta ai fluidi – si ottengono quando le pareti del cassetto girevole e della rispettiva parete di tenuta hanno una conicità di almeno 10°.
Dalla descrizione precedente si comprende che si à ̈ realizzato un dispositivo per il deflusso differenziato di fluidi diversi, provenienti da un unico lavello, che presenta accorgimenti atti a consentire all’utente di selezionare il tipo di scarico preferito per le operazioni che sta portando a termine. La selezione può essere eseguita con un comando manuale, meccanico, elettrico od elettronico, eventualmente associato a mezzi di segnalazione del tipo di scarico che viene di volta in volta aperto; non à ̈ necessaria una maggiore illustrazione di questi mezzi di comando e di segnalazione perché possono facilmente essere realizzati da un tecnico del ramo sulla base di sistemi della tecnica nota.
Inoltre, come si comprende, si à ̈ ottenuto il notevole vantaggio di prevedere una funzione di chiusura in questo sistema, che sostituisce l’usuale tappo per lavello, tenuto in impegno stabile, e inamovibile, con il corpo di lavello. Siffatto vantaggio può rivelarsi particolarmente utile nel caso in cui si faccia uso di sostanze liquide inquinanti.
Si comprende che la descrizione che precede riguarda alcune preferite forme d’esecuzione dell’invenzione, ma che molteplici possono essere le varianti, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione stessa, quale definito dalle rivendicazioni allegate. Ad esempio, à ̈ possibile prevedere di fare uso di valvole di intercettazione diverse da quelle rappresentate.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello, del tipo comprendente almeno un condotto di scarico principale (5; 15; 18a), caratterizzato dal fatto che sul condotto (1) di deflusso dei liquidi, a valle di detto lavello, sono previsti mezzi di intercettazione e di deviazione del fluido verso almeno un condotto di scarico aggiuntivo (6; 7; 14,16; 18b).
  2. 2) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 1), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e di deviazione sono costituiti da una valvola a cassetto (4; 18,19; 25,26) a più uscite.
  3. 3) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 2), caratterizzato da ciò che detta valvola a cassetto (4; 18,19; 25,26) à ̈ una valvola a cassetto rotante.
  4. 4) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 2), caratterizzato da ciò che detta valvola a cassetto comprende un corpo scatolare (3) con un condotto di entrata (1) ed almeno due condotti di uscita (5, 6), atti a consentire il deflusso differenziato dei liquidi provenienti dal condotto (1), ed un cassetto (4a) girevole, di cui una estremità à ̈ raccordata a detto condotto di entrata (1) e l’altra estremità à ̈ spostabile in coincidenza con l’uno o l’altro di detti condotti di uscita (5,6) 5) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 1), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e di deviazione sono costituiti da almeno due valvole a farfalla (8, 9) imperniate centralmente in un condotto principale di scarico (1) ed in almeno un condotto di scarico aggiuntivo (7). 6) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 5), caratterizzato da ciò che detta valvola a farfalla (8) imperniata in detto condotto principale di scarico (1) à ̈ disposta in una posizione a valle dell’innesto di detto condotto di scarico aggiuntivo (7). 7) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 5), caratterizzato da ciò che dette valvole a farfalla (8, 9) sono provviste di guarnizioni (12) anulari di tenuta. 8) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 1), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e di deviazione sono costituiti da una valvola a sfera a tre vie. 9) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 1) o 2), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e deviazione sono costituiti da un corpo (18), diviso in almeno due camere di selezione (23 e 24), e da un cannotto (19) girevole attorno ad un asse verticale entro la piletta di scarico (17) del lavello ed entro detto corpo (18), detto cannotto (19) essendo dotato inferiormente di una finestra (22) laterale, di scarico, che si apre verso l’una o rispettivamente l’altra di dette camere di selezione (23 e 24) a seconda della posizione del cannotto (19). 10) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 9), caratterizzato da ciò che detto corpo (18) comprende due pareti tubolari (18c, 18d) coassiali, la parete interna (18d) essendo unita alla parete esterna (18a) da una coppia di pareti (18e) radiali, che separano il volume anulare compreso tra le due pareti, a formare dette due camere di selezione (23, 24) 11) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 10), caratterizzato da ciò che detta parete interna (18d) à ̈ dotata di due finestre laterali, diametralmente contrapposte, che si aprono verso l’una o rispettivamente verso l’altra di dette due camere di selezione (23, 24). 12) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 10), caratterizzato da ciò che quella parte inferiore della parete del cannotto (19) che à ̈ dotata della finestra (22) laterale, di scarico, e la corrispondente parte inferiore della parete interna (18d) hanno una conformazione troncoconica. 13) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 1) o 2), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e deviazione sono costituiti da un corpo (25) di valvola troncoconico, la cui base superiore si raccorda a detto condotto di scarico (1), e da un elemento a cassetto (26), a sua volta troncoconico, alloggiato a tenuta entro il corpo (25) di valvola, alla parete conica del corpo (25) di valvola essendo raccordati almeno due condotti di uscita (5, 6) e detto cassetto (26) presentando sulla sua parete conica una finestra (28) atta ad essere portata in corrispondenza di uno (5) o dell’altro (6) di detti condotti di uscita, per rotazione di detto cassetto (26) entro detto corpo (25) di valvola. 14) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 13), caratterizzato da ciò che al fondo chiuso di detto cassetto (26) à ̈ solidale un codolo (29) di azionamento, aggettante attraverso un’apertura del fondo di detto corpo (25) di valvola, per comandare la rotazione del cassetto (26) stesso . 15) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 12) o 13), caratterizzato da ciò che le pareti di detti corpi troncoconici hanno una conicità superiore a 10°. 16) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in 12) o 13), caratterizzato da ciò che detti corpi troncoconici sono preferibilmente tronchi di cono rovesciati, ovvero a base minore verso il basso. 17) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e di deviazione sono azionati mediante un sistema meccanico. 18) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in una qualsiasi delle rivendicazioni 1) a 16), caratterizzato da ciò che detti mezzi di intercettazione e di deviazione sono azionati mediante un sistema elettrico od elettronico. 19) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato da ciò che un primo condotto di uscita (5; 15; 18a) à ̈ connesso ad una tubazione di deflusso verso gli scarichi fognari ed almeno un secondo condotto di uscita (6; 7; 14,16; 18b) à ̈ connesso ad una tubazione di deflusso verso un impianto di trattamento di fluidi inquinanti o pericolosi, ovvero verso un serbatoio di recupero di liquidi riciclabili. 20) Dispositivo per il deflusso differenziato di liquidi di scarico di un lavello come in una qualsiasi delle rivendicazioni 1) a 18), caratterizzato da ciò che un primo condotto di uscita (15) à ̈ connesso ad una tubazione di deflusso verso gli scarichi fognari, almeno un secondo condotto di uscita (14) à ̈ connesso ad una tubazione di deflusso verso un serbatoio di recupero di fluidi riutilizzabili ed almeno un terzo condotto di uscita (16) à ̈ connesso ad una tubazione di deflusso verso un impianto di trattamento di fluidi inquinanti o pericolosi.
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