ITMI20090814A1 - Estratto delle parti aeree del carciofo e relativo metodo di produzione - Google Patents

Estratto delle parti aeree del carciofo e relativo metodo di produzione Download PDF

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ITMI20090814A1
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Fausto Pinna
Marco Pinna
Roberto Ringhini
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Biofarmitalia Spa
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Description

La presente invenzione riguarda un estratto, preferibilmente sostanzialmente privo di acqua e di solventi (secco) delle parti aeree del carciofo (Cynara scolimus) ed un metodo per la sua produzione, in particolare mediante estrazione con soluzioni di acqua ed etanolo.
Sono ben noti gli effetti negativi dovuti ad un innalzamento del livello di colesterolo nel siero umano, per quanto riguarda la possibilità di sviluppare patologie come coronaropatia, infarto del miocardio e ictus cerebrale ed anche disturbi nella funzionalità del fegato, in particolare per quanto riguarda la produzione di bile.
Pertanto, diverse terapie anche di tipo farmacologico (basate su principi attivi come statine, niacina o inibitori dell’assorbimento del colesterolo) sono state sviluppate da affiancare ad una dieta corretta; nel caso di lievi iperlipemie (con valori di colesterolo e trigliceridi inferiori rispettivamente a 280 a 200 mg/dL) tali trattamenti appaiono eccessivi, in considerazione dei loro possibili effetti collaterali anche gravi.
Il carciofo (il cui nome botanico è Cynara scolimus) è una pianta erbacea perenne originaria dell’Europa meridionale e coltivata nelle regioni a clima invernale temperato. Le parti aeree, costituite da foglie e infiorescenze, contengono costituenti molecolari caratteristici tra cui si annoverano quelli appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, glicosilati (cinaroside, scolimoside, inulina) e non glicosilati (luteolina) dei polifenoli monocaffeilchinici (acido clorogenico, acido caffeico) e dicaffeilchinici (cinarina, acido 1,5 dicaffeichinico), dei lattoni sesquiterpenici (cinaropicrina, cinarotriolo) e dei fitosteroli (㬠-sitosterolo).
Un estratto secco, descritto nella Farmacopea Europea VI Edizione e titolato in acido clorogenico (min. 0,8%), viene comunemente usato come sostanza attiva in varie forme di preparati farmaceutici a causa delle sue proprietà epatoprotettive, antidispeptiche, colagoghe e coleretiche.
La cinarina e gli acidi caffeolichinici sono ritenuti i principali responsabili dell’azione protettiva nei confronti degli agenti epatotossici e della regolazione del flusso della bile (coleresi) che viene incrementato in caso di ridotta secrezione causata da fattori patologici . Questi preparati sono solitamente impiegati in caso di dispepsia (Barnes J. et al. in: Herbal Medicine - A guide for healthcare professionals, 2nd ed, Pharmaceutical Press - London, 2002 pag. 61-66) La somministrazione per via orale dell’estratto di carciofo non presenta limitazioni nella durata del trattamento e le uniche controindicazioni alla sua assunzione possono essere la presenza di ostruzione del dotto biliare o di conclamata allergia per il vegetale e altre specie di Compositae (Hansel R. et al. in: Handbuch der Pharmazeutischen Praxis, 5th ed, vol. 4, Sprinter-Verlag - Berlino, 1992 pag.
1117-1122).
Evidenze sperimentali hanno dimostrato che l’estratto di carciofo agisce sul metabolismo del colesterolo diminuendone la produzione endogena e favorendone l’eliminazione. Queste azioni sono supportate sia da un effetto inibitore a carico della biosintesi del colesterolo nell’epatocita (Gebhardt R. et al., Z. Phytotherapie, 20:95-96, 1999) che dalla menzionata attività coleretica la quale, aumentando la produzione di bile, consente un maggior rilascio di colesterolo sia in forma libera che come acidi biliari (Kirchhoff R. et al., Phytomedicine, 1:107-115, 1994).
In particolare è stato dimostrato che la luteolina , e in minor misura il suo derivato glicosilato cinaroside, possono agire in modo inibitorio sull’attivazione dell’enzima HMG-CoA reduttasi riducendo la biosintesi di mevalonato, importante precursore del colesterolo endocellulare (Gebhardt R., Cell Biol. Toxicol. 13:58, 1997; Gebhardt R., J. Pharmacol. Exp. Ther., 286:1122-1128, 1998).
Estratti comprendenti questi composti possono essere ottenuti mediante estrazione solido-liquida da una biomassa di parti aeree (foglie e/o calatidi) del carciofo impiegando una soluzione acquosa di etanolo (EtOH) alla concentrazione 25-90%, o preferibilmente 50-80%.
La tecnica elettiva usata nelle preparazioni commerciali è la macerazione, che consiste nella copertura della massa vegetale con una soluzione idroalcolica in cui le sostanze da estrarre vengono rilasciate a temperatura ambiente (18-25°C) per diffusione osmotica . I principali svantaggi di questa metodica risiedono nei lunghi tempi di contatto necessari per ottenere quantità accettabili di sostanze estratte in rapporto alla loro presenza nella massa vegetale. La durata del processo può inoltre agevolare fenomeni degradativi a carico dei composti attivi dovuti all’attività idrolitica ed ossidante di enzimi presenti nel vegetale stesso che vengono rilasciati nella miscela di estrazione.
Nel brevetto US 6,217,878 viene suggerito un trattamento iniziale della biomassa con vapore a 100°C per denaturare tali enzimi, ma il calore può degradare le sostanze attive (polifenoli) causando una riduzione significativa della loro estrazione. Nella domanda US 2005/0053677 viene invece proposta l’aggiunta al solvente di una sostanza acida e una sostanza antiossidante al fine di neutralizzare l’attività enzimatica, tuttavia l’introduzion e di sostanze esogene non naturali, di difficile rimozione, potrebbe non risultare desiderabile.
Nel brevetto US 6,544,581 viene discusso un processo di estrazione e purificazione delle sostanze polifenoliche da matrici vegetali basato sul trattamento della biomassa con acqua calda, preferibilmente alla temperatura di 87 - 100 °C, per un periodo fino a 6 ore e sulla successiva concentrazione del soluto mediante una resina assorbente costituita da un copolimero stirene/divinilbenzene (XAD-16, Rohm & Haas, USA) o da un polimero trimetilolpropano trimetacrilato (XAD-7HP, Rohm & Haas, USA). L’impiego della resina XAD-7HP rende il processo industrialmente vantaggioso aumentando la sua resa finale ma le condizioni di estrazione adottate non eliminano la possibilità di una degradazione termica dei polifenoli.
Di interesse industriale può risultare la tecnica della percolazione essendo in grado di rendere i tempi complessivi di processo inferiori a 24 ore. Si tratta di un’estrazione solido-liquido dinamica in cui lo scorrimento del solvente sulla biomassa accelera la diffusione e il rimescolamento dei soluti. Questa tecnica non fornisce tuttavia superiori vantaggi in termini di quantità totale dell’estratto ottenuto, per cui una resa accettabile del processo richiede l’innalzamento della temperatura del solvente a 60 - 100°C, più preferibilmente a 70 - 80 °C, oppure un aumento l’energia cinetica dei soluti mediante ultrasuoni o microonde. Entrambe le soluzioni sono in grado tuttavia di causare una perdita di composti fenolici estratti a causa della degradazione termica.
Un esempio di uso industriale della tecnica di percolazione è fornito dal brevetto WO 2007/006391 in cui la biomassa di carciofo viene sottoposta ad estrazione con soluzione acquosa di etanolo al 70% ad una temperatura preferibilmente di 70 °C e successivo assorbimento su resina XAD 1180. Questo metodo prevede però l’aggiunta nel solvente di cisteina e consente di ottenere un estratto essenzialmente caratterizzato da un elevato contenuto di cinaropicrina, terpene con attività antinfiammatoria.
Un altro esempio è descritto nel brevetto WO 2008/107183 dove l’estrazione in percolatore della biomassa fresca di carciofo con etanolo al 70% è protratta per 3 ore a 70 °C e il soluto risulta arricchito in acidi caffeoilchinici e flavonoidi per via del suo assorbimento su resina XAD-7HP. La quantità di estratto ottenuto è tuttavia bassa, essendo inferiore all’ 1% del materiale di partenza, e la sostanza secca è caratterizzata da un contenuto complessivo di derivati glucosidici della luteolina intorno al 2,5% in peso.
È sentita l’esigenza di ottenere un estratto secco di carciofo con attività anticolesterolemica più marcata rispetto ad estratti dell’arte nota, senza preferibilmente ricorrere a tecniche di arricchimento selettivo mediante assorbimento con resina. È altresì sentita l’esigenza di aumentare la efficienza di estrazione dei principi attivi, in particolare dei polifenoli luteolina e cinaroside, in relazione al loro contenuto nella massa vegetale di partenza, riducendo la loro degradazione termica o enzimatica ed impiegando contemporaneamente tempi di processo ridotti .
I problemi sopra delineati sono stati risolti secondo la presente invenzione ottenendo un estratto di carciofo con contenuto di luteolina superiore a 1,3 mg/g e di cinaroside superiore a 15 mg/g, essendo il peso della sostanza indicata espresso rispetto alla quantità di estratto secco. Secondo un aspetto preferito, la luteolina è presente in quantità da 1,5 a 2,5 mg/g ed il cinaroside da 20 a 40 mg/g di estratto secco.
L’invenzione riguarda anche un processo di produzione dell’estratto sopra menzionato, comprendente:
la raccolta delle parti aeree del carciofo (foglie e/o calatidi) seguita da loro essiccamento a temperature inferiori a 35°C e successivo sminuzzamento meccanico;
l’immersione della biomassa precedentemente descritta in una soluzione acquosa di etanolo dal 50 al 80% in volume per creare una miscela di estrazione;
l’ estrazione dinamica della miscela così formata attraverso una sequenza di fasi di compressione e decompressione della medesima ;
il recupero dell’estratto dalla soluzione in forma secca.
Secondo un aspetto preferito la compressione avviene con una pressione superiore a 6 bar, preferibilmente compresa tra 6 e 9 bar, più preferibilmente a 8 bar; nella successiva fase statica la pressione viene solitamente mantenuta ai valori selezionati per un tempo compreso tra 5 e 60 min, preferibilmente tra 10 e 20 minuti, più preferibilmente uguale a 15 minuti. La successiva decompressione avviene riportando la pressione a valori inferiori a 6 bar, preferibilmente a valori di pressione inferiori a 1,5 bar, e più preferibilmente intorno a 1,01 bar. Dopo la decompressione la miscela è mantenuta a bassa pressione per un periodo di tempo sufficiente per consentire un efficace rimescolamento, per cui preferibilmente le operazioni di decompressione, rimescolamento e ricompressione che rappresentano la fase dinamica durano un tempo compreso tra 3 e 10 min, più preferibilmente uguale a 5 minuti.
Secondo un ulteriore aspetto l’estrazione viene condotta ad una temperatura inferiore a 35°C, e preferibilmente compresa tra 18 e 25°C ottenendo una resa percentuale di processo, espressa come peso dell’estratto secco rispetto al peso della biomassa essiccata di partenza, compresa tra 15 e 20%. .
Secondo un aspetto preferito, il processo prevede la preliminare disidratazione della biomassa raccolta mediante corrente di aria riscaldata a una temperatura inferiore a 40°C, preferibilmente a 30 ± 1 °C, seguita da frammentazione meccanica del prodotto essiccato per aumentare la superficie di contatto con il solvente durante la fase di estrazione.
Secondo un ulteriore aspetto preferito, il recupero dell’estratto viene effettuato mediante evaporazione sottovuoto della soluzione ottenuta con l’estrazione operando ad una temperatura inferiore a 40°C, preferibilmente a 35±1 °C, e protraendo il trattamento per il tempo necessario ad ottenere l’estratto , o effettuando una successiva atomizzazione (spray-drying) dell’estratto così concentrato.
Il processo della presente invenzione non richiede nel suo complesso temperature superiori a 35°C non usando le comuni tecniche di macerazione o percolazione che utilizzando fenomeni diffusivi osmotici necessitano di condizioni endotermiche per funzionare in modo rapido ed efficiente. Le condizioni chimico-fisiche adottate nel processo favoriscono conseguentemente una maggiore efficienza di estrazione e massimizzano la quantità di polifenoli estraibili in soluzione evitando la perdita delle specie molecolari termolabili.
Inoltre le peculiari caratteristiche del solvente utilizzato per l’estrazione, e la durata limitata di quest’ultima, concorrono a minimizzare l’attività degli enzimi idrolitici e ossidanti eventualmente coestratti, rendendo inutile l’aggiunta di sostanze esogene inibenti che richiederebbero ulteriori fasi operative per la loro rimozione.
Infine l’estratto ottenuto con questo processo mostra una concentrazione finale di flavoniodi sufficientemente elevata da escludere l’eventuale trattamento con resine assorbenti che comporterebbero tempi di lavorazione più lunghi e costi superiori.
L’invenzione viene ora descritta in maggiore dettaglio con l’ausilio della figura 1 allegata, che mostra il profilo cromatografico ottenuto con sistema HPLC AGILENT 1200 di un estratto di carciofo preparato secondo il processo rivendicato. Condizioni cromatografiche: colonna ECLIPSE XDB-C18 (5 µ) 4,6x150 mm a 20°C; solvente A: 0,01% TFA, solvente B: 99,99% CH3CN, 0,01% TFA; gradiente eluizione: 0-4 min. 5% B, 21 min. 22% B, 26 min.
22% B, 44 min. 35% B, 49 min. 80% B, 50 min. 5 % B, 60 min. 5% B; velocità flusso: 1 ml/min; lettura fotometrica: 350 nm; campione: 20 µl. Standard esterno: Luteolina CAS 491-70-3 (Extrasynthese, Ref. 1125S), Cinaroside CAS 5373-11-5 (Extrasynthese, Ref 1126S). Con le lettere A e B sono indicati i picchi relativi al cinaroside ed alla luteolina rispettivamente.
La tecnica estrattiva solido-liquido di tipo dinamico impiegata nel processo descritto si basa sulla formazione di una differenza di pressione positiva tra solvente presente all’esterno della matrice vegetale e ambiente acquoso contenuto nel suo interno al fine di ottenere una più veloce diffusione del solvente all’interno della cellula e una rapida fuoriuscita dei soluti in essa contenuti quando la suddetta differenza viene annullata. In pratica la pressione del liquido esterno viene innalzata fino a valori compresi tra 6-9 bar, preferibilmente 8 bar, e mantenuta a questi valori per un tempo variabile tra 5 e 60 minuti al fine di consentire una efficace penetrazione del solvente nella biomassa. Il rapido ritorno a valori di pressione standard (~ 1,01 bar) genera un gradiente istantaneo tra interno ed esterno della matrice vegetale che favorisce la veloce fuoriuscita del solvente con conseguente trascinamento del soluto in esso contenuto. Dopo rimescolamento dinamico del liquido esterno si induce un nuovo innalzamento della pressione attivando conseguentemente una successiva fase statica di solvatazione delle sostanze non chimicamente legate alla matrice solida. Questa tecnica, che risulta efficace anche a temperatura ambiente, permette di esaurire velocemente la biomassa mediante successivi cicli estrattivi basati sull’alternanza tra fasi statiche a pressione elevata e fasi dinamiche che effettuano la decompressione, il rimescolamento e la compressione del solvente. Il processo rivendicato risulta pertanto differente dalle estrazioni, parimenti definite dinamiche, che impiegano la percolazione con il solo scopo di favorire il rimescolamento della soluzione estrattiva all’esterno della biomassa.
Il processo descritto può essere industrialmente realizzato attraverso l’impiego del sistema estrattore serie NM, prodotto e commercializzato dalla società DEPUREX 88 (IT). Adottando specifici parametri operativi, appositamente studiati, esso consente di ottenere in quattro ore una estrazione a temperatura ambiente (22-25°C) della biomassa di carciofo che risulta efficiente dal punto di vista quantitativo e priva dei prodotti di degradazione termica solitamente presenti in quelle effettuate con alcuni metodi estrattivi dell’arte nota.
La biomassa utilizzata nel processo proposto è costituita da foglie e/o calatidi della pianta di carciofo che sono preferibilmente impiegate in forma essiccata ottenuta mediante parziale disidratazione. È opportuno che la selezione del materiale vegetale idoneo per l’estrazione e l’avvio del suo processo di essiccazione siano effettuate entro 10 ore dalla raccolta nel campo del materiale per minimizzare i processi di degradazione delle sostanze attive in esso contenute e la possibilità di trasformazione della biomassa stessa ad opera di microrganismi eventualmente presenti su di essa.
Secondo un aspetto preferito dell’invenzione, il materiale selezionato è sottoposto a disidratazione fino ad ottenere un peso della biomassa non superiore al 10% del suo valore iniziale. La fase di disidratazione può essere effettuata con stufe o armadi riscaldanti, preferibilmente utilizzando sistemi a convezione forzata mediante flusso di aria termostatata a 30 ± 1°C, e il tempo richiesto per completare il processo risulta direttamente proporzionale alla massa vegetale trattata e al suo contenuto acquoso. A titolo di esempio non limitativo si segnala che l’essiccazione di 10 kg di foglie di carciofo var. spinoso sardo richiede un trattamento di ~ 96 ore per ridurre il peso iniziale del 91% impiegando una camera riscaldante mod. FD 115 prodotta da Binder GmhB (D) che opera alle condizioni termiche sopra indicate. Secondo un possibile modo di procedere, al termine del processo di disidratazione la risultante biomassa viene sminuzzata grossolanamente per via meccanica e conservata sottovuoto in buste PA/PE (poliammide/polietilene) a 4 - 6 °C in assenza di luce fino al momento dell’uso, o in altro modo equivalente noto allo stato dell’arte.
Il solvente impiegato per l’estrazione è costituito da una soluzione acquosa di EtOH con concentrazione compresa tra 50% e 80%, preferibilmente 70% in volume. L’uso di un solvente con queste caratteristiche permette una buona solubilizzazione ed estrazione dei principi attivi presenti nel comparto endocellulare, favorisce l’inibizione degli enzimi idrolitici co-estratti, diminuendo la degradazione dei principi attivi stessi, e facilita la riduzione del volume finale dell’estratto prodotto.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, l’estrazione prevede l’alternarsi delle due fasi statiche e dinamiche precedentemente descritte in un rapporto di durata che può essere, secondo un modo di procedere ottimale, di 3 : 1. Le condizioni operative migliori sono state ottenute realizzando un ciclo estrattivo in cui, ad una fase statica di compressione della durata di 15 minuti,viene fatta seguire una fase dinamica della durata di 5 minuti in cui si effettuano le operazioni di decompressione/miscelazione/compressione. Avendo sperimentalmente verificato che il numero ottimale di cicli richiesti per un’estrazione efficiente deve essere compreso tra 9 e 30 unità, la durata complessiva del processo estrattivo proposto può variare, secondo un possibile modo di procedere, da 3 a 10 ore. Risultati ottimali sono raggiunti impiegando 12 cicli successivi, equivalenti a 4 ore complessive di trattamento, condizione con cui si ottiene una resa del processo di estrazione equivalente a 150 - 200 g di estratto secco per chilogrammo di biomassa disidratata.
Il processo secondo la presente invenzione permette di ottenere l’estratto in forma solida mediante completa evaporazione del solvente o preliminare riduzione del volume iniziale di solvente seguita da atomizzazione del soluto. L’evaporazione del solvente può essere effettuata a temperature inferiori a 40°C utilizzando strumenti e tecniche ben noti allo stato dell’arte, tuttavia un metodo preferito è l’impiego di una camera termostatica con aspirazione continua dei vapori mantenuta preferibilmente a 35 ± 1°C. Un esempio non limitativo di questa procedura è il trasferimento della soluzione estrattiva in un contenitore che consenta di disporre di una elevata superficie di evaporazione e il suo successivo posizionamento in una camera a vuoto Heraeus mod. VT 6130M prodotta da Thermo Scientific (USA) impostata alla temperatura di 35°C e mantenuta in assenza di aria. In queste condizioni è possibile trattare una soluzione di concentrazione tale da ottenere 12 – 16 g di estratto secco per litro di soluzione in 20 - 22 ore.
Un possibile approccio alternativo prevede la preliminare riduzione del volume della soluzione estrattiva a circa 2/3 del valore iniziale e la successiva conversione in polvere del residuo mediante atomizzazione (spray-drying). Un esempio non limitativo di questa procedura è la riduzione in 4 – 5 ore della soluzione estrattiva al 30 – 35% del suo volume utilizzando la camera a vuoto Heraeus mod. VT 6130M nelle condizioni precedentemente descritte e il successivo trattamento del residuo con lo strumento MSD mod. B-290 (equipaggiato con Inert Loop B-295) prodotto da Buchi Srl (IT) che in 30 minuti atomizza il soluto trasformandolo nell’estratto secco. In tal modo, nelle condizioni e nei tempi descritti, è possibile trattare soluzioni da cui siano ricavabili 10 – 17 g di estratto secco. La tecnica ed i tempi di essiccamento sopra esemplificati sono puramente indicativi e l’esperto nel ramo sarà in grado di trovare alternative in base alle esigenze. Un aspetto sorprendente dell’invenzione è la presenza nell’estratto realizzato di una quantità di luteolina superiore a quella ottenuta con gli altri approcci tecnologici adottati e di una quantità di cinaroside equivalente o talvolta superiore a quella riscontrata nei prodotti commerciali simili.
Le peculiari caratteristiche dell’estratto di carciofo ricavato attraverso il processo rivendicato suggeriscono un suo impiego nel trattamento della ipercolesterolemia di tipo lievemoderato, essendo in esso presente un titolo elevato di luteolina e quantità significative di cinaroside, forma glicosidata della luteolina che durante l’assorbimento intestinale viene trasformata nel suo precursore. L’estratto secco può essere utilizzato in un prodotto, per esempio in forma di una compressa, nel cui formulato è presente come componente attivo in quantità non inferiore a 250 mg, in modo da poter assumere, con due compresse al giorno, non meno di 500 mg di questo componente.
Il prodotto utilizzato per veicolare l’estratto secco può essere preparato anche in forma di capsula, opercolo, grani o forme farmaceutiche equivalenti, e contenere eccipienti strutturanti e veicolanti di uso comune ed accettabili per un preparato farmaceutico o per un integratore alimentare, categoria per la cui preparazione l’estratto si presta particolarmente. Infatti, il suo impiego non richiede una preliminare valutazione della tossicità e cancerogenicità del preparato poiché l’uso di estratti idroalcolici delle parti aeree del carciofo in queste quantità è ampiamente descritto nella letteratura scientifica ed utilizzato nella medicina tradizionale. Le procedure idonee per la produzione preparazione di prodotti comprendenti l’estratto dell’invenzione sono mutuabili dalla farmacopea e sono disponibili e comunemente note a coloro che fabbricano questa tipologia di preparati.
ESEMPIO 1
Una biomassa costituita da 4,2 kg di foglie e calatidi di carciofo (Cynara scolimus, var. spinoso sardo) viene trasferita entro 10 ore dalla raccolta in una camera riscaldante a convezione forzata mod. FD 115 (Binder GmhB) in cui viene immessa aria termostatata a 30 ± 1°C per 65 ore.
Al termine del trattamento la biomassa ha ridotto il proprio peso a 418 g e, dopo grossolana frammentazione meccanica , viene inserita in buste PA/PE che vengono sigillate termicamente dopo rimozione dell’aria e conservate a 4-6°C.
146 g di materiale conservato sono trasferiti in uno specifico contenitore inerte e trasferiti nella camera di estrazione del sistema NM/LAB (Depurex88 Srl, I) successivamente riempita con 2,14 l di EtOH/H2O 30:70 (v/v) . I parametri strumentali sono impostati in modo da effettuare 12 cicli con un tempo della fase statica di 15 minuti e un tempo della fase dinamica di 5 minuti. Dopo 4 ore di lavorazione viene recuperato 1,74 l di soluzione e il solvente contenuto nell’estratto viene eliminato trasferendo la soluzione in un apposito contenitore posto nella camera a vuoto Heraeus mod. VT 6130M (Thermo Scientific Inc., USA) mantenuta in assenza di aria a 35 ± 1°C . Dopo 20 ore il contenitore viene rimosso e il residuo secco presente in esso asciugato in corrente di aria secca recuperando 24,1 g di estratto secco, equivalente ad una resa di processo di 16,5%.
20 mg della sostanza secca sono sciolti in 10 ml di MeOH/H2O 50:50 (v/v), sonicati per 5 minuti e filtrati su membrana Millipore PTFE 0,45 µm prima di essere analizzati con la metodica cromatografica HPLC precedentemente descritta, ricavando il profilo fotometrico mostrato in FIG. 1 .
Confrontando il cromatogramma del campione con quello ricavato analizzando gli standard esterni luteolina (CAS 491-70-3) e cinaroside (CAS 5373-11-5) si può determinare il contenuto di queste specie molecolari nel prodotto ottenuto, che risulta essere rispettivamente di 1,92 mg/g estratto secco per luteolina e 33,7 mg/g estratto secco per cinaroside, con un rapporto ponderale tra quest’ultimo flavonoide e il precedente di 17,5.
ESEMPIO 2
Con l’estratto secco di carciofo ottenuto mediante il processo rivendicato è possibile realizzare un integratore alimentare per poter verificare la reale efficacia di questo prodotto come agente ipolipemizzante. A tale scopo, sono state realizzate, utilizzando l’estratto ricavato secondo l’esempio 1, compresse ovali di colore bianco traslucido aventi un peso di 540 mg e la seguente composizione:
ingrediente attivo:
estratto di carciofo mg 250 - titolo luteolina 0,19%
- titolo cinaroside 3,37%
eccipienti:
calcio carbonato mg 203 idrossipropilcellulosa mg 43 mono/di/trigliceridi acidi grassi mg 33 biossido silicio mg 11 La sua preparazione prevede l’adozione di procedure della farmacopea specifiche per questa tipologia di prodotto e comunemente note allo stato dell’arte. 10 soggetti volontari di sesso maschile, con età compresa tra 28 e 66 anni e moderata iperlipemia (concentrazione del colesterolo totale compresa tra 248 e 303 mg/dl) sono stati trattati per 7 settimane con due compresse giornaliere preparate secondo l’esempio 2.
Tutti i soggetti hanno mantenuto il loro normale regime alimentare durante il periodo della sperimentazione e hanno effettuato un prelievo venoso tre giorni prima dell’inizio del trattamento e un secondo prelievo il terzo giorno dopo la conclusione del trattamento stesso.
Nel siero ricavato da ciascun prelievo è stata determinata la concentrazione di colesterolo totale con il dosaggio immunoenzimatico commerciale EnzyChrom Cholesterol Assay (BioAssay Systems, cod. ECCH-100) e i valori analitici ottenuti sono raccolti nella Tabella sottostante.
I dati tabulati dimostrano che l’assunzione di 500 mg/die di estratto di carciofo protratta per almeno 7 settimane determina in tutti i soggetti una diminuzione percentuale del livello iniziale del colesterolo serico con indice compreso tra 8,5% e 18,8%. La variazione tra le misure ottenute prima e dopo il trattamento risulta statisticamente significativa (t-Test per dati appaiati: t = 11,223; p ≤ 0,001) e consente di affermare che la somministrazione dell’estratto secco di carciofo ottenuto secondo il processo rivendicato può indurre nelle condizioni testate una riduzione media del colesterolo totale circolate pari a 14,5%.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Estratto di carciofo contenente luteolina in quantità superiore a 1,3 mg/g di estratto secco e cinaroside in quantità superiore a 15 mg/g di estratto secco.
  2. 2. Estratto secondo la rivendicazione 1, contenente luteolina in quantità compresa tra 1,5 e 2,5 mg/g di estratto secco e cinaroside in quantità tra 20 e 40 mg/g di estratto secco.
  3. 3. Processo di produzione di un estratto di carciofo, comprendente: raccolta, essiccamento e frammentazione di una biomassa costituita da parti aeree di carciofo; miscelazione della biomassa essiccata con una soluzione acquosa di etanolo dal 50 al 80% in volume per creare una miscela di estrazione; estrazione dinamica comprendete una pluralità di fasi di compressione della miscela alternate a fasi di decompressione; il recupero dell’estratto solido dalla soluzione.
  4. 4. Processo secondo la rivendicazione 3, in cui l’estrazione dinamica avviene a temperatura da 18 a 25°C.
  5. 5. Processo secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui la compressione avviene fino a pressioni comprese tra 6 e 9 bar e la decompressione fino a pressione ambiente.
  6. 6. Processo secondo qualsiasi rivendicazione da 3 a 5, comprendente una pluralità di cicli estrattivi in cui la pressione raggiunta nella fase di compressione è mantenuta per un tempo compreso tra 5 e 60 min e le successive decompressione, permanenza alla pressione raggiunta nella decompressione e ricompressione avvengono in un tempo compreso tra 3 e 10 min.
  7. 7. Processo secondo la rivendicazione 6 comprendente da 9 a 30 cicli estrattivi.
  8. 8. Processo secondo qualsiasi rivendicazione da 3 a 7 comprendente una fase di disidratazione della biomassa, in particolare tale da ridurne la massa a valori uguali o inferiori al 10% della massa iniziale, prima della fase di estrazione dinamica, effettuata in corrente d’aria, a temperatura inferiore a 40°C.
  9. 9. Processo secondo qualsiasi rivendicazione da 3 a 8 in cui il recupero dell’estratto solido comprende una fase di evaporazione sottovuoto della soluzione ottenuta nell’estrazione dinamica, ad una temperatura inferiore a 40°C, preferibilmente a 35 ± 1°C, protratta fino ad ottenere l’estratto solido, oppure seguita da una fase di atomizzazione, da cui si ricava l’estratto solido.
  10. 10. Estratto di carciofo ottenibile da un processo secondo qualsiasi rivendicazione da 3 a 9.
  11. 11. Integratore alimentare comprendente un estratto secondo la rivendicazione 1 o 2.
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