ITMI20061830A1 - Soletta antinfortunistica - Google Patents

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ITMI20061830A1
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Roberto Fenzi
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Lenzi Egisto Spa
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    • A43BCHARACTERISTIC FEATURES OF FOOTWEAR; PARTS OF FOOTWEAR
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    • A43B13/38Built-in insoles joined to uppers during the manufacturing process, e.g. structural insoles; Insoles glued to shoes during the manufacturing process
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Description

DESCRIZIONE ΜΟδ AG O I 8 3 Ot Annessa a domanda di breveto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per
titolo
“SOLETTA ANTINFORTUNISTICA”
A nome: LENZI EG1STO S.P.A. società di nazionalità italiana con sede in
LOG. GABOLANA - 59021 VAIANO (PO)
Mandatari: Ing. Giuseppe Righetti iscrito all'Albo con il n. 7 BM, Ing. Carlo
Raoul Ghioni iscritto all'Albo con il n. 280 BM, Ing. Martino
Salvadori iscritto all'Albo con il n. 438 BM, Fabrizio Tansini
iscritto all'Albo con il n. 697 BM, Dr. Roberto Margutti iscritto
all’Albo con il n. 938 B, Ing.Gianmarco Ponzellini iscritto
all’Albo con il n. 901 BM, Ing. Luigi Tarabbia iscrito all’Albo
con il n. 1005 BM, Ing. Mateo Baroni iscrito all’Albo con il n.
1064 BM, Dr. Marco Benedetto iscritto all’albo con il n, 1089 B,
Ing. Marco Brasca iscritto all’albo con il n. 1094 B della
BUGNI ON S.p.A, domiciliati presso quest'ultima in MILANO -Viale Lanceti 17.
Depositato il: al n.:
*****+***
La presente invenzione ha per oggetto una soleta antinfortunistica.
Per soleta antinfortunistica si intende, nel contesto della presente invenzione,
una soleta avente caratteristiche meccaniche, chimiche e fisiche che
impediscono la perforazione della stessa da parte di oggeti acuminati che
possono provocare seri infortuni ad un utilizzatore.
Più in particolare, per soletta antinfortunistica si deve intendere una soletta che
non può essere attraversata da chiodi di 4,5 rum di diametro, o di diametri superiori, spinti perpendicolarmente, alla velocità di circa 10 mm al minuto, contro la stessa con una forza che arriva fino a 1100 Newton. Tali valori coincidono sostanzialmente con quelli richiesti dalle vigenti leggi sulla prevenzione degli infortuni.
Le solette antinfortunistiche della tecnica nota sono costituite essenzialmente da una lamina di metallo opportunamente sagomata.
Tale lamina viene inserita nella suola delle calzature di protezione individuale in maniera tale da essere interposta tra il suolo e la pianta del piede di un utilizzatore che indossa la calzatura.
Più in particolare, le solette antinfortunistiche della tecnica nota vengono posizionate in un piccolo interstizio ricavato nella suola della scarpa, solitamente in materiale plastico, per essere successivamente trattenute in posizione operativa mediante introduzione di materiale di riempimento nell’ interstizio della suola.
In questo modo, anche a seguito dell’appoggio accidentale del piede delPutilizzatore su un chiodo, o su un oggetto ad esso assimilabile, Π chiodo penetra la suola della scarpa e viene arrestato dalia soletta in materiale metallico, evitando che il chiodo raggiunga la pianta del piede delPutilizzatore e preservando quindi lo stesso da un grave infortunio.
La Richiedente ha riscontrato che le solette antinfortunistiche della tecnica nota sono migliorabili sotto diversi aspetti.
In primo luogo, le solette antinfortunistiche della tecnica nota presentano uno spessore eccessivo dato dell’inserto metallico all’ interno della calzatura. Di conseguenza , 1 ’intera calzatura risulta essere troppo pesante e scomoda durante 81 LOOOI 12.ΓΓ.8 Doti Ma Ito
la camminata.
Inoltre, le solette della tecnica nota offrono un grado di protezione all’ utilizzatore non sempre soddisfacente.
Infatti, può accadere che un corpo acuminato, quale un chiodo, penetri la suola della scarpa e raggiunga il piede del Putii izzatore senza incontrare la resistenza della soletta. Tale accadimento, che provoca inevitabilmente una ferita invalidante all’ utilizzatore, è dovuto al fatto che la soletta metallica non è in grado di fermare chiodi che penetrano lateralmente nella suola con un’inclinazione, rispetto al piano definito dalla soletta, tale da non intercettare la soletta in metallo ma in grado di raggiungere comunque il piede dell’ utilizzatore.
Infatti, poiché la soletta metallica deve essere inserita nella suola della scarpa, è necessario che l’impronta, vale a dire la proiezione in pianta, della soletta metallica sia sempre minore dell’impronta della suola, per garantire che durante la camminata la soletta non fuoriesca dalla suola. In altre parole, esiste sempre uno spazio tra l’estremità posteriore della scarpa e l’estremità posteriore della soletta metallica, tra l’estremità anteriore della scarpa e l’estremità anteriore della soletta metallica e tra le estremità laterali della scarpa e le estremità laterali della soletta metallica. Quando un chiodo si infila in tali spazi, esso non trova alcuna resistenza e raggiunge il piede dell’utilizzatore.
Va altresì considerato che, come detto, è necessario inserire la soletta metallica all’interno di un apposito interstizio e ivi bloccarla fintanto che non sia stato inserito nello stesso un materiale di riempimento. Il bloccaggio in posizione operativa della soletta metallica è spesso difficoltoso e non sempre coronato da successo, dato l’esìguo spazio a disposizione per manipolare e trattenere la
soletta all’interno dell’ interstizio per il tempo necessario ad inserire il materiale di riempimento.
In questo contesto, il compito tecnico precipuo della presente invenzione è proporre una soletta antinfortunistica in grado di superare gli inconvenienti sopra citati.
In particolare, è scopo della presente invenzione mettere a disposizione una soletta antinfortunistica particolarmente sottile e quindi leggera e confortevole. È altresì scopo della presente invenzione mettere a disposizione una soletta antinfortunistica in grado di bloccare corpi acuminati indipendentemente dalia loro direzione di perforazione della suola della scarpa di protezione individuale. Infine, è uno scopo della presente invenzione è proporre una soletta antinfortunistica di facile a veloce messa in opera in calzature di protezione individuale.
Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono sostanzialmente raggiunti da una soletta antinfortunistica comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di una soletta antinfortunistica, come illustrato negli uniti disegni in cui:
- la figura I è una rappresentazione prospettica in sezione di una soletta antinfortunistica in accordo con la presente invenzione posta in opera in una calzatura di protezione individuale; e
- la figura 2 è una sezione secondo il piano II-II della soletta di figura 1.
Con riferimento alle unite figure, con 1 è stata complessivamente indicata una
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soleta antinfortunistica in accordo con la presente invenzione.
Occorre precisare che per soletta antinfortunistica si deve intendere, nel contesto della presente invenzione, una soleta in grado di resistere, senza essere oltrepassata, ad oggeti acuminati. In particolare, per soletta antinfortunistica deve essere intesa una soletta che, penetrata da una punta di diametro di 4,5 mm con una punta tronca ad 1 mm, spinta perpendicolarmente alla soletta con una forza di 1100 N alla velocità di 10 m/s, riesca a trattenere tale punta in modo da non farla fuoriuscire di oltre 3 mm dal lato opposto.
Tale condizione deve essere mantenuta anche dopo trattamenti con alcali acidi secondo quanto imposto dalla nonnativa ISO EN 20345.
La soletta 1 comprende una superficie di base 2 ed una superficie di sommità 3 opposta alla superficie di base 2.
La soletta 1 è costituita da un tessuto multistrato 4 ed è oltrepassabile dalla superficie di base 2 alla superficie di sommità 3 e viceversa da aghi di diametro inferiore a 20 decimi di millimetro, compreso tra 4 e 15 decimi di millimetro, preferibilmente tra 8 e 12 decimi di millimetro, vantaggiosamente di 10 decimi di millìmetro, spinti perpendicolarmente alla soletta 1 con un carico di almeno 90 N, preferibilmente compreso tra 90 e 400 N, ancor più preferibilmente compreso tra 150 e 300 N quale ad esempio 200 N, per essere cucita diretamente ad una tomaia 101 di una calzatura 100, preferibilmente con tecnica Strobel.
In questo modo, vantaggiosamente, la soleta 1 è in grado di intercettare qualsiasi chiodo che si infila, ad esempio perché calpestato, nella suola 102 della calzatura 100 prima che lo stesso possa raggiungere la pianta del piede di un utilizzatore, indipendentemente dall’angolazione con la quale il chiodo penetra
nella suola.
Inoltre, il fatto di poter cucire la soletta antinfortunistica direttamente sulla tomaia di una calzatura permette di abbattere drasticamente i costi di produzione delle calzature di protezione individuale, in quanto non è necessario ricorrere a complicati posizionamenti delle soletta al! 'interno della suola.
Come accennato, il fatto che la soletta 1 oggetto della presente invenzione sia oltrepassabile da aghi del tipo sopra descritto consente di cucire la stessa alla tomaia con tecnica Strobel, Questa caratteristica permette di abbassare ulteriormente i costi di produzione delie calzature di protezione individuale, in quanto non è necessario ricorrere a particolari tecniche di cucitura ma è sufficiente utilizzare tecniche di cucitura e macchine da cucire (Strobel) ben presenti e radicate nel settore calzaturiero.
Inoltre, la soletta 1 può essere vantaggiosamente tagliata e sagomata direttamente dal calzaturificio attraverso l’uso di dime convenzionali, garantendo un’ ottimizzazione degli spazi di magazzino. Infatti, in questo modo, non è necessario predisporre un magazzino comprendente solette già sagomate secondo una pluralità di forme e misure, ma è possibile tagliare e sagomare solette a seconda delle forme e delle dimensioni strettamente necessarie.
Occorre sottolineare che, da un punto di vista della protezione della pianta del piede deH’utilizzatore, il fato che la soletta 1 sia oltrepassabile da aghi del tipo sopra descritto è praticamente irrilevante. Infati, poiché solitamente i chiodi hanno una lunghezza che è sostanzialmente funzione del diametro, chiodi di diametro inferiore a 20 decimi di mm difficilmente riescono a raggiungere la pianta del piede di un utilizzatore, in quanto la loro lunghezza non è sufficiente ad oltrepassare lo spessore della suola della calzatura.
In ogni caso, chiodi aventi diametro inferiore a 20 decimi di mm non vengono ritenuti invalidanti, in quanto non sono in grado di arrecare un danno significativo ad un utente, come invece accade per chiodi di diametri di 4,5 mm o superiori.
Da un punto di vista strutturale, la soletta 1, come detto, è costituita da un tessuto multistrato 4 presentante almeno una prima coppia 5 di strati di tessuto 6 accoppiati tra di loro per mezzo di una resina 7.
Preferibilmente, il tessuto multistrato 4 comprende inoltre una seconda coppia 5’ di strati di tessuto 6’ accoppiati tra di loro per mezzo della resina 7’, ancorata alla prima coppia 5 come meglio sarà chiarito nel seguito della presente descrizione.
In particolare, ciascun tessuto 6, 6’ comprende un’armatura d’intreccio del tipo a raso (ad esempio raso irregolare) o a doppia faccia, vale a dire da un predeterminato schema di fili dì trama ed ordito. Per armatura a doppia faccia deve essere intesa un’armatura d’intreccio per mezzo della quale la faccia superiore del tessuto ottenuto non è simmetrica, o non è speculare, rispetto alla faccia inferiore dello stesso. Un’armatura a doppia faccia viene realizzata, ad esempio, predisponendo due serie di fili di trama attraverso le quali viene fatto passare, secondo un predeterminato schema, una sola serie di fili di ordito.
Vantaggiosamente, l’armatura a doppia faccia permette di aumentare la densità di trama, vale a dire il numero di fili di trama per cm di tessuto, dello strato di tessuto 6, 6’ aumentando la compattezza dello strato di tessuto 6 stesso.
L’alta densità di trama garantisce che un chiodo di grosse dimensioni, vale a dire di dimensioni uguali o maggiori di 4,5 mm, venga trattenuto in una o più intersezioni di trama ed ordito fintantoché i fili di trama ed ordito si spezzano o 8LLOOOU2.IT.K Doti. [elio Alb
vengono spostati. Il fatto che la densità di trama non sia infinita, come accade nel caso limite di una lamina di metallo, garantisce inoltre che aghi delle dimensioni specificate possano oltrepassare la soletta 1 e quindi renderla cucibìte.
Nella forma realizzati va preferita, gli strati di tessuto 6, 6’ sono realizzati con fili ottenuti da fibre ad alta tenacità. Le fibre sono scelte dai gruppo comprendente poliammide, poliestere, polietilene, preferibilmente ad alta tenacità compresa tra 900 e 1200 dtex nominali, vantaggiosamente 1100 dtex nominali. Più in particolare, ogni filo è costituito da una pluralità di filamenti continui, preferibilmente da 100 a 500, vantaggiosamente 200, torsionali con, 40-80, vantaggiosamente 60 torsioni per metro.
Come viene meglio illustrato in figura 2 ogni strato di tessuto 6, 6<*>presenta una prima superficie 6a, 6a’ ed una seconda superfìcie 6b, 6b’ opposta alla prima. In particolare, ciascuna coppia 5, 5’ presenta rispettive prime superfici 6a, 6a’ affacciate tra di loro e rispettive seconde superfici 6b, 6b’ poste esternamente. Gli strati 6, 6’ di ogni coppia sono accoppiati tra di loro attraverso spalmatura a mezzo radatura sulle rispettive prime superfici óa, 6a’ della citata resina 7, preferibilmente realizzata in un materiale scelto dal gruppo comprendente lattice naturale, etilvinilacetato, resine poliuretaniche, resine acriliche.
La resina può eventualmente comprendere un filler rappresentato da un materiale duro e abrasivo quale materiale ceramico in forma micronizzata come ad esempio silice, silicati.
In questa situazione, facendo sempre riferimento alla figura 2 si noti che le seconde superfici 6b, 6b’ di ciascuno strato di tessuto 6, 6’ sono prive della citata resina 7.
81.U100L12.rr .8 Dott :(iMarc letto tx?P
Vantaggiosamente, lo strato di resina 7 tra gli strati di tessuto 6, 6’ di ogni coppia 5, 5’ conferisce una maggior compattezza allo strato di tessuto 6 .6’ stesso, in quanto vincola tra di loro i fili che si affacciano alla superficie dello strato di tessuto 6 bagnata dallo strato di resina 7.
Occorre inoltre sottolineare che la spalmatura della resina 7 a mezzo radatura, consente una penetrazione ottimale della resina 7 stessa all’ interno delle fibre ed il conseguente aggancio in profondità.
Quest’ultima caratteristica, permette di ottenere una maggiore flessibilità della soletta 1 , garantendo una lunga vita operativa della stessa. Infatti, sottoponendo la soletta 1 a svariati cicli di flessione, si è notato come la stessa, sottoposta a dieci volte il numero di cicli che portano una soletta antinfortunistica di metallo a rottura, sia ancora perfettamente integra.
Vantaggiosamente, lo strato di resina 7 non viene applicato sulla superficie esterna del multistrato tessile 4 destinata ad entrare in contatto con la pianta del piede dell’ utilizzatore.
Questa caratteristica permette un miglior confort della soletta 1, in quanto è preferibile garantire un adeguato tasso di assorbimento e deassorbimento di umidità alla soletta 1 in corrispondenza della zona destinata ad entrare in contatto con il piede dell’ utilizzatore.
Come sopra accennato, la prima e la seconda coppia 5, 5’di strati sono ancorate tra di loro a definire il multistrato tessile 4. Vantaggiosamente, l’associazione delle due coppie 5, 5’ viene effettuata attraverso Pinterposizione di un film termoplastico 8 tra le seconde superfici 6b, 6b’ di rispettivi strati tessili 6, 6’ di ciascuna coppia 5, 5’.
Il film termoplastico 8 è preferibilmente costituito da un film poliuretanico.
polìolefinico od ÈVA.
Un metodo adatto a realizzare la soletta antinfortunistica 1 oggetto della presente invenzione prevede di intrecciare fili di trama ed ordito di un materiale scelto dal gruppo comprendente poliestere, poliammide, secondo una predeterminata armatura a doppia faccia, per ottenere una prima ed una seconda coppia 5, 5’, di tessuti 6, 6\
Successivamente, viene spalmata attraverso radatura uno strato di resina 7 sulle prime superfici 6a, óa’ affacciate degli strati tessili 6, 6’ di ogni coppia 5, 5’. In particolare, la fase di spalmare lo strato superficiale di resina 7 su uno strato di tessuto 6 viene attuato, nella forma realizzati va preferita, applicando Tale spalmatura prevede di stendere uniformemente la resina fluida sullo strato di tessuto attraverso l’utilizzo di una lama di spalmatura che distribuisce uniformemente la resina. Preferibilmente, la lama di spalmatura rimane ferma mentre lo strato di tessuto 6, 6’ viene fatto avanzare per trazione a! di sotto di esso.
Quando le prime superfici 6a, 6a' di ogni strato di tessuto 6, 6’ sono state uniformemente ricoperte di resina 7, ogni coppia 5, 5’ ottenuta viene fata passare in un asciugatoio, ad esempio un forno, per asciugare la resina e renderla solidale agli strati di tessuto 6, 6’.
Di seguito, le due coppie 5, 5’ vengono unite stabilmente tra di loro interponendo un film termoplastico 8 tra due seconde superfici 6b, 6b’ di rispettivi strati tessili 6, 6’ di ogni coppia 5, 5’.
Le coppie 5, 5’ con interposto il foglio di materiale termoplastico 8 vengono fatte passare ad esempio attraverso un cilindro riscaldato contrapposto ad un tappeto di feltro, resistente alle alte temperature, i quali provvedono a far S1.L0001.12.IT.8 Do Marc
Albo
fondere il foglio di materiale termoplastico 8 ed ad unire tra loro le due coppie 5, 5’ di strati per definire il multistrato tessile 4.
Il tessuto multistrato 4, avente una struttura tessile derivata da raso, può essere realizzato in poliestere o in poliammide o in polietere ad alta tenacità o in altre fibre equivalenti aventi ala tenacità.
ESEMPIO
Provino A: è stato predisposto un tessuto multistrato 4 avente una struttura tessile derivata da raso. Il tessuto è realizzato in poliestere ad alta tenacità avente un peso di 600gr/mq, 1100 dtx, 22 fili di ordito/cm, 29 fili di trama/cm.
II tessuto è termofissato per aumentarne la stabilità dimensionale.
Il provino viene sottoposto ad un ciclo (metodo; EN ISO 20344:2004 7.2) che comprende la flessione del provino e l’afflusso di 7,5 ml/min ± 2,5 ml/min di acqua sulla superficie del provino. Π provino è inoltre sottoposto ad un carico di 80 N ± 5 N durante la flessione. Tale ciclo viene ripetuto per 4 ore e alla fine si misura la quantità d’acqua trattenuta dal provino espressa in mg di acqua trattenuta per cm di provino.
Successivamente si ripone il provino in ambiente controllato di temperatura e umidità per 24 ore e si misura il quantitativo d’acqua rilasciato dal provino rispetto all’acqua assorbita. I risultati sono qui di seguito riportati.
8LL0001 Ι2.ΓΤ.8 Doti M; icdctto Alfei ΐ3⁄49 Β
Una punta di diametro di 4,5 mm con un angolo di 30° e troncato alla punta di 1 mm, è stato fatto avanzare ad una velocità di 10 ± 3 mm/min perpendicolarmente ai provini (metodo: EN 12568 (98) 7.2,2 mod.). È stata misurata la forza necessaria a perforare i provini per mezzo di un dinamometro del tipo specificato nella norma ISO EN 20344 6.2.1. I risultati sono qui di seguito riportati.
Il provino è stato sottoposto a due tipi di invecchiamento termico (metodo: EN 12568 (98) 7.2.2 mod. - 7. 1.5.1 mod.) ed è stata ripetuta la prova di perforazione. Il primo tipo di invecchiamento termico prevede di sotoporre il provino ad una temperatura di 60 ± 2 °C per 4 ore. Il secondo tipo di invecchiamento termico prevede di sottoporre i provini a -20 ± 2 °C per 4 ore. 1 risultati sono qui di seguito riportati.
Il provino è stato sottoposto a tre tipi di invecchiamento chimico (metodo: EN 81.L0001 12.IT.8 Dott(M< leto AltóT Ì9 B
12568 (98) 7.2.2 mod. - 7.1.5.1 mod.) ed è stala ripetuta la prova di perforazione. II primo tipo di invecchiamento chimico prevede di sottoporre il provino alFimmersione in soluzione di acido solforico alla temperatura di 20 ± 2 °C per 24 ore. Il secondo tipo di invecchiamento chimico prevede di sottoporre il provino all’ immersione in soluzione di idrossido di sodio alla temperatura di 20 ± 2 °C per 24 ore. Il terzo tipo di invecchiamento chimico prevede di sottoporre il provino alfimmersione in 2,2,4-trimetilpentano alla temperatura di 20 ± 2 °C per 24 ore.
I risultati sono qui di seguito riportati,

Claims (3)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Soleta antinfortunistica, caraterizzata dal fato di comprendere un tessuto multistrato (4) presentante almeno una prima ed una seconda coppia (5, 5’) di strati di tessuto (6, 6’), detti strati (6, 6’) di ogni coppia (5, 5<f>) essendo accoppiati tra di loro per mezzo di una resina (7) distribuita su rispettive prime superfici (6a, 6a’) affacciate di detti strati (6, 6’); ogni strato di tessuto (6, 6’) presentando una seconda superficie (6b) opposta alla prima superficie (6a), priva di detta resina (7).
  2. 2. Soletta secondo la rivendicazione precedente, in cui detta prima e seconda coppia (5, 5’) di strati sono ancorate tra di loro in corrispondenza di rispettive seconde superfici (ób, 6b’) di uno strato di tessuto (6, 6’) di ciascuna coppia (5, 5’).
  3. 3. Soletta secondo la rivendicazione precedente, in cui il tessuto multistrato (4) comprende inoltre un film termoplastico (8) interposto tra le seconde superfici (6b, ób’) di rispettivi strati (6, 6’) di ciascuna coppia (5, 5’), per ancorare dette coppie (5, 5’) tra di loro, 4. Soleta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui ogni strato tessuto (6, 6’) di dete coppie (5, 5’) è realizzato in fibre scelte dal gruppo comprendente poliammide. poliestere, polietilene, 5. Soletta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui Tannatura di intreccio di ogni strato di tessuto (6, 6’) è ortogonale, per aumentare la densità di trama. 6, Soletta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta resina (7) è realizzata in un materiale scelto dal gruppo comprendente latice naturale, etilvinilacetato, resine poliuretaniche, resine acriliche. S1.U5001.I2.IT-S Doti MarcftjaÉ tétto Ai’txymiiTX? fo B 7. Soletta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il tessuto multistrato (4) comprende una struttura tessile derivata da raso, preferibilmente realizzato in poliestere o poliammide o polietilene ad alta tenacità avente un peso di 600gr/mq, 1100 dtx, 22 fili di ordito/cm, 29 fili di trama/cm; detto tessuto (4) essendo termofissato per aumentarne la stabilità dimensionale. 8. Metodo per realizzare una soletta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da I a 7 caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di: intrecciare fili di un materiale scelto dal gruppo comprendente poliestere, poliammide, secondo una predeterminata armatura a doppia faccia, per ottenere una prima ed una seconda coppia (5, 5’) di strati di tessuto (6, 6’); spalmare uno strato di resina (7) su prime superimi (6a, 6a’) affacciate degli strati di tessuto (6, 6’) di ciascuna coppia (5, 5’); ed unire stabilmente tra loro la prima e la seconda coppia (5, 5’) per ottenere un tessuto multistrato (4). 9. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui la fase di unire stabilmente la prima e la seconda coppia (5, 5’) di strati comprende la sotto fase dì interporre un film termoplastico (8) tra due seconde superimi (6b, 6b’) opposte alle prime superfici (6a, 6a’) di rispettivi strati (6, 6’) di ciascuna coppia (5, 5’). 10. Uso di una soletta antiperforazione in materiale tessile secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, adatta ad essere utilizzata nella fabbricazione di calzature antinfortunistiche con tecnica Strabei, 11. Uso di un tessuto multistrato secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, costituiti da quattro strati di tessuto per la preparazione di una soletta 8LL0001 12.IT.8 DOIL Marco Benedetto Albo Prot. N 1085» B antiperforazione (1) adatta ad essere utilizzata nella fabbricazione di calzature antinfortunistiche con tecnica Strobel. 12. Uso di una soletta antiperforazione, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, quale inserto protettivo all’interno di suole di calzature antinfortunistiche. 13. Uso di una struttura tessile resistente alla perforazione, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, nella fabbricazione di calzature in cui la suola è direttamente realizzata sulla tomaia per stampaggio ad iniezione, quale soletta preventivamente cucita alla tomaia della calzatura. 14. Calzatura caratterizzata dal fatto di comprendere una soletta antinfortunistica (1) secondo una o più delle rivendicaz p.i. LENZI EGISTO S.P.A. IO rio 089 B
ITMI20061830 2006-09-26 2006-09-26 Soletta antinfortunistica ITMI20061830A1 (it)

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