ITMI20030034U1 - Utensile portatile azionato a motore per effettuare scanalature in opere murarie o simili - Google Patents

Utensile portatile azionato a motore per effettuare scanalature in opere murarie o simili Download PDF

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ITMI20030034U1
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Onofrio Claudio D
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Diatec Srl
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Description

DESCRIZIONE
Il presente trovato si riferisce in generale al settore degli utensili per l’edilizia ed, in particolare, concerne un utensile portatile di tipo perfezionato per effettuare scanalature in opere murarie.
Come noto, nell’edilizia esiste la necessità di realizzare scanalature nelle strutture murarie a scopi tecnici, funzionali oppure ornamentali. Per effettuare queste lavorazioni si ricorre, in genere, ad un utensile portatile azionato a motore, noto nel gergo tecnico con il termine di “scanalatore”, che comprende un mandrino azionato da un apposito motore e sul quale viene montato un attrezzo da lavoro specifico in grado di asportare materiale dalla struttura muraria da lavorare.
A seconda della natura del materiale da costruzione impiegato per realizzare la struttura muraria da lavorare, l'asportazione del materiale con lo scanalatore richiede di utilizzare un attrezzo da lavoro adatto, ad esempio una lama a forma di disco oppure una fresa, e di imporre al mandrino dello scanalatore che sopporta tale attrezzo da lavoro una velocità di rotazione definita in funzione dell’attrezzo da lavoro.
Per questa ragione si ricorre, di solito, ad almeno due distinti scanalatori che sono predisposti a funzionare con attrezzi da lavoro differenti e, corrispondentemente, a velocità di rotazione del mandrino differenti.
Naturalmente, questo metodo operativo finora adottato nel settore dell’edilizia risulta dispendioso in quanto comporta un elevato costo di attrezzatura.
Pertanto, scopo del presente trovato è di ovviare a questo inconveniente realizzando uno scanalatore suscettibile di essere impiegato con diversi attrezzi da lavoro per eseguire scanalature su opere murarie costruite con materiali di costruzione di differente natura e di essere regolato in modo voluto perché possa funzionare ad una velocità corretta in dipendenza dell’attrezzo da lavoro impiegato.
Questo scopo è raggiunto, secondo una prima caratteristica del presente trovato, con un utensile portatile azionato a motore per effettuare scanalature in opere murarie o simili, comprendente una carcassa con funzioni di supporto di un motore di azionamento e di un mandrino dotato di un’estremità di attacco per il fissaggio di un attrezzo da lavoro, in cui il mandrino è montato girevole su cuscinetti attorno ad asse di rotazione longitudinale ed è operativamente collegato ad un albero conduttore del motore, un carter collegato alla carcassa con funzioni di protezione dell’operatore dall’attrezzo da lavoro rotante fissato al mandrino durante l'impiego dell’utensile, ed almeno un’impugnatura fissata alla carcassa ed atta a consentire all’operatore di manipolare convenientemente l’utensile durante il suo impiego, caratterizzato dal fatto che l’utensile comprende un meccanismo di trasmissione, disposto all’interno della carcassa, fra l’albero conduttore del motore ed il mandrino, e costituito da un albero condotto e da un cambio di velocità destinati a trasmettere al mandrino il moto di rotazione dell’albero conduttore del motore, e un dispositivo di comando operativamente collegato al cambio di velocità e selettivamente manovrabile dall’operatore in modo da consentire di selezionare una voluta e corretta velocità di rotazione del mandrino in dipendenza dell’attrezzo da lavoro montato sul mandrino.
Con l’accorgimento di prevedere un meccanismo di trasmissione fra l’albero conduttore del motore ed il mandrino, l’operatore ha la possibilità di impiegare un unico utensile con differenti attrezzi da lavoro e di impostare una voluta e corretta velocità di rotazione del mandrino a seconda dell’attrezzo da lavoro impiegato.
Secondo un’altra caratteristica del presente trovato, l’utensile comprende anche un dispositivo di sicurezza associato al cambio di velocità che impedisce oppure consente all’operatore di variare la velocità di rotazione del mandrino in dipendenza dell’attrezzo da lavoro che viene montato sul mandrino. Tale dispositivo di sicurezza è configurato in modo da consentire il funzionamento del cambio di velocità nel caso in cui il mandrino sopporti un attrezzo da lavoro predisposto a funzionare a due differenti velocità di rotazione, tipicamente una prima velocità bassa ed una seconda velocità alta, mentre blocca il funzionamento del cambio di velocità e, quindi, impedisce all’operatore di variare la velocità di rotazione del mandrino quando l'attrezzo da lavoro montato sul mandrino è destinato a funzionare ad una sola velocità di rotazione, tipicamente una velocità bassa.
Con l’accorgimento di prevedere un dispositivo di sicurezza associato al cambio di velocità viene impedito un impiego errato dell’utensile sia accidentale, sia volontario da parte dell’operatore.
Un’ulteriore caratteristica del presente trovato consiste nel fatto che le operazioni di smontaggio e montaggio degli attrezzi da lavoro risultano semplici e rapide da effettuare perché il carter è collegato alla carcassa dell’utensile tramite un dispositivo di sgancio rapido comprendente in combinazione un primo organo di collegamento a forma di dado ed un secondo organo di collegamento a forma di snodo.
Con tale accorgimento, l’operatore è in grado di sganciare rapidamente il carter e rimuoverne l’ingombro per accedere senza difficoltà agli attrezzi da lavoro per il tempo necessario alla loro sostituzione.
Allo scopo di meglio comprendere queste ed altre caratteristiche del presente trovato, esso verrà descritto di seguito in dettaglio in relazione ai disegni allegati, in cui:
la figura 1 è una vista in assonometria dell’utensile secondo il presente trovato,
la figura 2 è una vista in sezione trasversale dell’utensile secondo il presente trovato illustrato nella condizione di impiego con una coppia di lame a disco;
la figura 3 è una vista in sezione trasversale dell’utensile secondo il presente trovato illustrato nella condizione di impiego con una fresa; e
le figure da 4 a 7 sono viste in assonometria che mostrano le operazioni da eseguire per sostituire un attrezzo da lavoro.
Con riferimento alla figura 1 dei disegni, in essa è illustrato l’utensile portatile azionato a motore per effettuare scanalature in opere murarie secondo il presente trovato, indicato nel complesso con 10. L’utensile comprende, in modo di per sé noto, una carcassa 11 che serve da supporto per un motore elettrico 12 ed è munita di impugnature 13 e 14 che consentono all’operatore di manipolare convenientemente l’utensile nell’uso. Alla carcassa 11 è collegato un carter 15 avente lo scopo di proteggere l’operatore dagli attrezzi da lavoro rotanti 16 durante l’impiego dell’utensile 10.
Le figure 2 e 3 dei disegni illustrano in una vista in sezione l’utensile 10 secondo il presente trovato nella condizione d’impiego con due differenti attrezzi da lavoro, in particolare una coppia di lame a disco 17, nella figura 2, ed una fresa 18, nella figura 3. Come si può osservare in queste figure, l’utensile 10 comprende un mandrino 19 atto a sostenere l’attrezzo da lavoro 17,18 durante la lavorazione. Il mandrino 19 è montato all’interno della carcassa 11 in modo tale che da essa sporga solamente l’estremità di attacco 20 per l’attrezzo da lavoro 17,18 ed è sopportato da cuscinetti a sfere 21,22 che ne permettono un moto di rotazione attorno al proprio asse longitudinale A.
Secondo una prima caratteristica dell’utensile del trovato, il mandrino 19 riceve il moto di rotazione da un albero conduttore del motore 12 attraverso un meccanismo di trasmissione, indicato nel complesso con 23. Questo meccanismo di trasmissione 23 comprende un albero condotto 24 ed un cambio di velocità 25, contenuti entrambi all’interno della carcassa 11 dell’utensile.
L’albero condotto 24 è montato su cuscinetti a sfere 26,27 in modo da poter ruotare attorno al proprio asse longitudinale B disposto parallelamente all’asse di rotazione A del mandrino 19. Questo albero condotto 24 riceve il moto dall’albero conduttore del motore 12 attraverso un ruotismo formato da una ruota dentata 28 calettata sull’albero condotto 24 ed una ruota dentata coniugata 29 calettata su un albero conduttore del motore 12.
Il cambio di velocità 25 è del tipo a salti di velocità, ossia permette di variare la velocità a salti. In particolare, con il cambio di velocità 25 illustrato nelle figure 2 e 3 dei disegni è possibile realizzare due diverse velocità di rotazione del mandrino 19. A tale scopo, il cambio di velocità è formato da una prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 collegate in modo scorrevole sul mandrino 19, per esempio mediante imbiettatura, e da una seconda coppia di ruote dentate 32,33 coniugate alle prime 30, rispettivamente, 31 e calettate sull’albero condotto 24.
La variazione della velocità di rotazione del mandrino 19 si ottiene con uno spostamento assiale della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33. In particolare, con uno spostamento a destra nelle figure si realizza una prima velocità alta, mentre con uno spostamento a sinistra nelle figure si realizza una seconda velocità bassa. Infatti, in conseguenza di uno spostamento assiale a destra della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33 si libera la presa tra le ruote dentate 30,32 corrispondenti al rapporto di trasmissione minore ed entrano in presa le ruote dentate 31,33 corrispondenti al rapporto di trasmissione maggiore. Viceversa, per effetto di uno spostamento assiale a sinistra della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33, si libera la presa tra le ruote dentate 31,33 corrispondenti al rapporto di trasmissione maggiore ed entrano in presa le ruote dentate 30,32 corrispondenti al rapporto di trasmissione minore.
Questi spostamenti a destra e a sinistra della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 vengono effettuati selettivamente dall’operatore mediante un apposita manopola di comando 34 posta sulla carcassa 11 dell’utensile. Tramite questa manopola di comando l’operatore comanda una forcella 35 del cambio di velocità 25 destinata ad agire sulla prima coppia di ruote dentate solidale 30,31 per determinarne una spostamento a destra oppure a sinistra sul mandrino 19.
Una seconda caratteristica del presente trovato consiste nel fatto che il cambio di velocità 25 è munito di un dispositivo di sicurezza che impedisce oppure consente all’operatore di variare la velocità di rotazione del mandrino 19 in dipendenza dell’attrezzo lavoro che viene montato sul mandrino.
In particolare, il dispositivo di sicurezza è configurato in modo da consentire il funzionamento del cambio di velocità 25 nel caso in cui il mandrino 19 sopporti un attrezzo da lavoro, per esempio la coppia di lame a disco 17, predisposto a funzionare a due differenti velocità di rotazione, bassa ed alta velocità, mentre blocca il funzionamento del cambio di velocità 25 e, quindi, impedisce la variazione di velocità di rotazione del mandrino 19 da parte dell’operatore quando l’attrezzo da lavoro sopportato dal mandrino, ad esempio la fresa 18, è destinato a funzionare a bassa velocità soltanto. Con tale accorgimento è impedito un impiego errato dell’utensile 10, vuoi accidentale vuoi volontario, da parte dell’operatore.
Il dispositivo di sicurezza è formato preferibilmente da un sfera di bloccaggio 36 alloggiata in una cavità radiale 37 del mandrino 19 e suscettibile di essere spostata in una direzione radiale, perpendicolarmente all’asse longitudinale A del mandrino 19. Quando la sfera di bloccaggio 36 è tutta contenuta nella cavità radiale di alloggiamento 37, come illustrato nella figura 2 dei disegni, è consentito uno scorrimento verso destra della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 per effettuare il cambio di velocità di rotazione del mandrino 19 da una prima velocità bassa ad una seconda velocità alta. Quando, invece, la sfera di bloccaggio 36 viene spostata in direzione radiale in modo da sporgere con la sua parte superiore al di là della superficie cilindrica esterna del mandrino 19, come illustrato nella figura 3 dei disegni, lo scorrimento verso destra della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 è impedito dalla sfera di bloccaggio 36 e il mandrino 19 può ruotare solamente alla prima velocità bassa perché restano in presa le ruote dentate 30,32 corrispondenti al rapporto di trasmissione minore.
Il dispositivo di sicurezza è configurato in maniera tale da agire automaticamente sul cambio di velocità 25, bloccandolo oppure sbloccandolo, quando l’operatore monta l’attrezzo da lavoro scelto, la coppia di lame a disco 17 oppure la fresa 18, sul mandrino 19 dell’utensile.
A tale scopo, a ciascun attrezzo da lavoro 17,18 è associato un organo di collegamento a forma di manicotto 38, rispettivamente 39 disposto in corrispondenza del mozzo dell’attrezzo e destinato ed essere accoppiato insieme ad esso all’estremità di attacco 20 del mandrino 19 tramite un’apposita vite 40, per esempio del tipo con testa a cava esagonale.
Inoltre, nel mandrino 19 è praticata una cavità 41 a sezione circolare estendentesi nella direzione dell’asse longitudinale A del mandrino in cui è alloggiata una spina 42 suscettibile di scorrere in direzione assiale contro l’azione di una molla di compressione 43 posta nella parte terminale chiusa della cavità 41.
La spina 42 presenta, in corrispondenza di una prima parte di estremità 44, un restringimento di diametro formante una superficie a camma 45 posta a contatto con la parte inferiore della sfera di bloccaggio 36. Questa superficie a camma 45 è sagomata in modo da trasformare uno spostamento assiale della spina 42 verso sinistra nelle figure 2 e 3 dei disegni in uno spostamento radiale verso l’alto della sfera di bloccaggio 36 cosicché questa può essere fatta sporgere con la sua parte superiore al di là della superficie cilindrica esterna del mandrino 19.
La spina 42 presenta, in corrispondenza una seconda parte di estremità 46, posta vicino all’estremità di attacco 20 del mandrino 19, un grano 47 alloggiato in un foro 48 praticato in direzione radiale nella spina 42 in modo da risultare solidale con essa. Il grano 47 sporge dal foro 48 della spina 42 per essere ricevuto in una seconda cavità radiale 49 del mandrino 19, praticata in corrispondenza della sua estremità di attacco 20, da cui sporge per un breve tratto superiore allo scopo di poter impegnare un’apposita sede di ricezione 50,51 ricavata nel manicotto 38,39 associato all’attrezzo da lavoro 17, rispettivamente 18.
La lunghezza assiale della cavità radiale 49 nel mandrino 19 è tale da consentire alla spina 42 di effettuare, su azione del grano 47, uno spostamento assiale all’interno della cavità 41 del mandrino 19 sufficiente a provocare con la superficie a camma 45 uno spostamento radiale della sfera di bloccaggio 36.
L’azione automatica del dispositivo di sicurezza compreso nell’utensile del trovato si ottiene nel modo descritto qui appresso.
Nel caso in cui si voglia montare un attrezzo da lavoro, ad esempio la coppia di lame a disco 17 illustrata nella figura 2 dei disegni, predisposto a funzionare a due differenti velocità di rotazione del mandrino 19, occorrerà impiegare il manicotto 38 come organo di collegamento dell’attrezzo da lavoro perché esso soltanto è destinato al montaggio di attrezzi da lavoro rotanti a velocità nominale costante, ma regolabile a salti, nello specifico da un valore basso ad un valore alto, e viceversa. Montando questo manicotto 38 attorno all’estremità di attacco 20 del mandrino 19, la parte superiore del grano 47 trova alloggiamento nell’apposita sede 50 nel manicotto 38. La configurazione di tale sede 50 è scelta in modo tale che, nel montaggio, il manicotto 38 possa scorrere rispetto al grano 47 senza provocarne uno spostamento assiale verso sinistra insieme alla spina 42. Ne consegue che la superficie a camma 45 non agisce sulla sfera di bloccaggio 35 e questa rimane quindi tutta all’interno della cavità radiale 36, senza sporgere al di là della superficie esterna del mandrino 19. La prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 può dunque essere fatta scorrere assialmente sul mandrino 19 rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33 per mezzo della forcella 35 azionando l’apposita manopola di comando 34.
Nel caso in cui si voglia invece montare un attrezzo da lavoro, ad esempio la fresa 18 illustrata nella figura 3 dei disegni, predisposto a funzionare ad una sola velocità di rotazione del mandrino 19, occorrerà impiegare il manicotto 39 come organo di collegamento dell’attrezzo lavoro perché esso soltanto è destinato al montaggio di attrezzi da lavoro rotanti ad un’unica velocità nominale. Montando questo manicotto 39 sull’estremità di attacco 20 del mandrino 19, il grano 47 trova alloggiamento nell’apposita sede 51 del manicotto 39, ma contrariamente a quanto avviene con il manicotto 38, la sede 51 del manicotto 39 è configurata in modo tale da spingere il grano 47 per provocarne uno spostamento assiale verso sinistra che viene trasmesso anche alla spina 42. Per effetto di tale spostamento, la spina 42 agisce sulla sfera di bloccaggio 36 attraverso la superficie a camma 45 e ne provoca uno spostamento radiale verso l’alto sufficiente a farla sporgere con la sua parte superiore dalla cavità radiale 37, al di là della superficie esterna del mandrino 19. La prima coppia di ruote dentate solidali 30,31, illustrata nella figura 3 nella posizione corrispondente al rapporto di trasmissione minore, resta bloccata sul mandrino 19 in questa posizione rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33 ed ogni spostamento relativo è dunque impedito.
Con il dispositivo di sicurezza descritto è pure impossibile montare un attrezzo predisposto a funzionare con una velocità di rotazione bassa del mandrino 19 quando la prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 si trova spostata a destra nelle figure 2 e 3 dei disegni rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate 32,33, ossia nella posizione corrispondente ad un rapporto di trasmissione maggiore. Infatti, se la prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 si trova spostata a destra nella posizione di alta velocità, il manicotto 39 non può essere montato perché la spina 42, insieme al grano 47 ad essa solidale, risulta bloccata assialmente dalla sfera di bloccaggio 36. Tale sfera di bloccaggio 36 è infatti alloggiata nella cavità radiale 37 senza possibilità di spostamento radiale verso l’alto per la presenza della coppia di ruote dentate solidali 30,31 che impediscono alla sua parte superiore di sporgere dalla cavità radiale 37. Per poter montare il manicotto 39, occorre prima ruotare la manopola di comando 34 in modo che essa, agendo sulla forcella 35, provochi uno spostamento della prima coppia di ruote dentate solidali 30,31 a sinistra, ossia nella posizione corrispondente ad un rapporto di trasmissione minore. In questo modo, l’operatore ha la sicurezza di impiegare sempre la velocità di rotazione corretta del mandrino 19 in dipendenza dell’attrezzo da lavoro 17,18 utilizzato.
Secondo una terza caratteristica dell’utensile del trovato, la sostituzione degli attrezzi 17,18 risulta agevolata per il fatto che il carter di protezione 15 è collegato alla carcassa 11 dell’utensile tramite la combinazione di un primo organo di collegamento a forma di dado ed di un secondo organo di collegamento a forma di snodo.
Il vantaggio offerto da questo accorgimento risulta evidente dalle figure da 4 a 7 dei disegni, in cui sono illustrate le operazioni necessarie per accedere agli attrezzi 17,18 allo scopo di sostituirli.
La prima operazione consiste nello svitare il primo organo di collegamento a forma di dado 52 che collega l’impugnatura 14 al carter 15. A seguito di tale operazione, il carter 15 resta vincolato alla carcassa 11 dell’utensile solamente dal secondo organo di collegamento a forma di cerniera snodo 53.
La seconda operazione consiste nel sollevare e ruotare il carter 15 attorno alla cerniera a snodo 53. In questo modo, l’operatore può accedere agevolmente all’attrezzo da lavoro 16 per il suo smontaggio e sostituirlo con un altro.
Le operazioni di smontaggio e montaggio degli attrezzi risultano pertanto molto semplici e rapide da effettuare perché il carter 15 è collegato alla carcassa 11 dell’utensile tramite solamente il dado 52 e la cerniera a snodo 53. Ciò permette di sbloccare rapidamente il carter 15 e rimuoverne l’ingombro per accedere senza difficoltà agli attrezzi 16 per il tempo necessario alla loro sostituzione.
Infine, si può notare che allentando il primo organo di collegamento a forma di dado 52 è possibile regolare la posizione dell’impugnatura 14 per una comoda presa da parte dell’operatore. A tale scopo, il carter 15 è munito di un’asola arcuata 54 atta a ricevere in modo scorrevole un gambo filettato 55 dell’impugnatura 14 su cui viene avvitato il dado 52. Allentando il dado 52 è possibile far scorrere il gambo filettato 55 dell’impugnatura 14 lungo l’arco definito dall’asola 54 per poi bloccare l’impugnatura 14 nella posizione voluta avvitando nuovamente il dado 52.
Da quanto sopra esposto si comprende come il trovato raggiunga lo scopo prefisso. In particolare, esso presenta i seguenti vantaggi:
- è suscettibile di essere impiegato con diversi attrezzi da lavoro e di essere regolato in modo voluto in dipendenza dell’attrezzo da lavoro impiegato,
- offre una elevata sicurezza d’impiego perché un suo uso errato sia accidentale che volontario da parte dell’operatore è impedito, e
- consente all’operatore di accedere senza difficoltà agli attrezzi da lavoro per la loro sostituzione.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Utensile portatile azionato a motore (10) per effettuare scanalature in opere murarie o simili, comprendente una carcassa (11) con funzioni di supporto di un motore di azionamento (12) e di un mandrino (19) dotato di un’estremità di attacco (20) per il fissaggio di un attrezzo da lavoro (16), in cui il mandrino (19) è montato girevole su cuscinetti (21,22) attorno ad asse di rotazione (A) ed è operativamente collegato ad un albero conduttore del motore (12), un carter (15) collegato alla carcassa (11) con funzioni di protezione dell’operatore dall’attrezzo da lavoro rotante (16) fissato al mandrino (19) durante l'impiego dell’utensile (10), ed almeno un’impugnatura (13,14) fissata alla carcassa (11) dell’utensile ed atta a consentire all’operatore di manipolare convenientemente l’utensile (10) durante il suo impiego, caratterizzato dal fatto che l’utensile (10) comprende un meccanismo di trasmissione (23), disposto all’interno della carcassa (11), fra l’albero conduttore del motore (12) ed il mandrino (19), e costituito da un albero condotto (24) e da un cambio di velocità (25) destinati a trasmettere al mandrino (19) il moto di rotazione dell’albero conduttore del motore (12), e un dispositivo di comando (34) operativamente collegato al cambio di velocità (25) e selettivamente manovrabile dall’operatore in modo da consentire di selezionare una voluta e corretta velocità di rotazione del mandrino (19) in dipendenza dell’attrezzo da lavoro (16) montato sul mandrino 2) Utensile secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che l’albero condotto (24) è montato su cuscinetti a sfere (26,27) in modo da poter ruotare attorno ad un asse longitudinale (B) disposto parallelamente all’asse di rotazione (A) del mandrino (19) e riceve il moto di rotazione dall’albero conduttore del motore (12) attraverso un ruotismo formato da una ruota dentata (28) calettata sull’albero condotto (24) ed una ruota dentata coniugata (29) calettata sull’albero conduttore del motore (12). 3) Utensile secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il cambio di velocità (25) è del tipo a salti di velocità e, nel caso in cui tale cambio di velocità (25) realizzi due diverse velocità di rotazione del mandrino (19), esso è formato da una prima coppia di ruote dentate solidali (30,31) collegate in modo scorrevole al mandrino (19), e da una seconda coppia di ruote dentate (32,33) coniugate alfe prime (30,31) e calettate sull'albero condotto (24). 4) Utensile secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che per il comando del cambio di velocità (25) è previsto un organo di comando (34) posto sulla carcassa (11) dell’utensile (10) e a mezzo del quale l’operatore comanda un elemento (35) del cambio di velocità (25) destinato ad agire sulla prima coppia di ruote dentate solidale (30,31) per determinarne uno spostamento assiale sul mandrino (19) rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate (32,33). 5) Utensile secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il cambio di velocità (25) comprende un dispositivo di sicurezza (36) che impedisce oppure consente all’operatore di variare la velocità di rotazione del mandrino (19) in dipendenza dell’attrezzo lavoro (17,18) che viene montato sul mandrino. 6) Utensile secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di sicurezza (36) è formato preferibilmente da un sfera di bloccaggio alloggiata in una cavità radiale (37) del mandrino (19) e suscettibile di essere spostata in una direzione radiale, perpendicolarmente all’asse longitudinale (A) del mandrino (19), in modo tale che, quando la sfera di bloccaggio (36) è tutta contenuta nella cavità radiale di alloggiamento (37), è consentito uno scorrimento assiale della prima coppia di ruote dentate solidali (30,31) rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate (32,33) sul mandrino (19) per effettuare il cambio di velocità di rotazione del mandrino (19) da una prima velocità bassa ad una seconda velocità alta, mentre quando la sfera di bloccaggio (36) è spostata in direzione radiale in modo da sporgere con la sua parte superiore al di là della superfìcie cilindrica esterna del mandrino (19) lo scorrimento assiale relativo della prima coppia di ruote dentate solidali (30,31) rispetto alla seconda coppia di ruote dentate coniugate (32,33) sul mandrino (19) è impedito e il mandrino (19) può ruotare solamente alla prima velocità bassa. 7) Utensile secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che all’interno del mandrino (19) è praticata una cavità (41) a sezione circolare estendentesi nella direzione dell’asse longitudinale (A) del mandrino e all’interno della cavità (41) è alloggiata una spina 42 suscettibile di scorrere in direzione assiale contro l’azione di una molla di compressione (43) posta nella parte terminale chiusa della cavità (41), la spina (42) presentando, in corrispondenza di una prima parte di estremità (44), un restringimento di diametro formante una superficie a camma (45) a contatto con la parte inferiore della sfera di bloccaggio (36), la superficie a camma (45) essendo sagomata in modo da trasformare uno spostamento assiale della spina (42) in uno spostamento radiale verso l’alto della sfera di bloccaggio (36) cosicché questa può essere fatta sporgere con la sua parte superiore al di là della superficie cilindrica esterna del mandrino (19) per effetto di tale spostamento assiale della spina (42). 8) Utensile secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che la spina (42) presenta in corrispondenza di una seconda parte di estremità (46), vicino all’estremità di attacco (20) del mandrino (19), un grano (47) alloggiato in un foro (48) praticato in direzione radiale nella spina (42) in modo da risultare solidale con essa, il grano (47) sporgendo dal foro (48) della spina (42) per essere ricevuto in una cavità radiale (49) del mandrino (19) praticata in corrispondenza dell’estremità di attacco (20). 9) Utensile secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che il grano (47) sporge per un breve tratto superiore dalla cavità radiale (49) del mandrino (19) per impegnare un’apposita sede di ricezione (50,51) ricavata in un manicotto (38,39) associabile all’attrezzo da lavoro (17,18) e destinato ed essere accoppiato insieme ad esso all’estremità di attacco (20) del mandrino (19). 10) Utensile secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il manicotto (38) è associabile unicamente ad un attrezzo da lavoro (17) predisposto a funzionare a due differenti velocità di rotazione del mandrino (19) e la sua sede (50), destinata a ricevere il tratto superiore sporgente del grano (47), presenta una configurazione tale da consentire al manicotto (38) di scorrere rispetto al grano (47) senza provocarne uno spostamento assiale insieme alla spina (42). 11) Utensile secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il manicotto (39) è associabile unicamente ad un attrezzo da lavoro (18) predisposto a funzionare ad un’unica velocità di rotazione del mandrino (19) e la sua sede (51), destinata a ricevere il tratto superiore sporgente del grano (47), presenta una configurazione tale da spingere il grano 47 e provocarne uno spostamento assiale che viene trasmesso alla spina (42). 12) Utensile secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che la lunghezza assiale della cavità radiale (49) nel mandrino (19) è tale da consentire alla spina (42) di effettuare, su azione del grano (47), uno spostamento assiale all'interno della cavità (41) del mandrino (19) sufficiente a provocare con la superficie a camma (45) uno spostamento radiale della sfera di bloccaggio (36) verso l’alto allo scopo di farla sporgere con la sua parte superiore dalla cavità radiale (37), al di là della superficie esterna del mandrino (19). 13) Utensile secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il carter di protezione (15) è collegato alla carcassa (11) tramite un primo organo di collegamento a forma di dado (52) ed un secondo organo di collegamento a forma di cerniera snodo (53). 14) Utensile secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che il carter (15) è munito di un’asola arcuata (54) atta a ricevere in modo scorrevole un gambo filettato (55) dell’impugnatura (14) su cui è destinato ad essere avvitato il dado (52) in modo tale che, allentando il dado (52), è possibile far scorrere il gambo filettato (55) dell’impugnatura (14) lungo l’arco definito dall’asola (54) per poi bloccare l’impugnatura (14) nella posizione voluta avvitando nuovamente il dado (52).
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