ITGE20100026A1 - Metodo e dispositivo per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione - Google Patents

Metodo e dispositivo per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione Download PDF

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    • C12BIOCHEMISTRY; BEER; SPIRITS; WINE; VINEGAR; MICROBIOLOGY; ENZYMOLOGY; MUTATION OR GENETIC ENGINEERING
    • C12MAPPARATUS FOR ENZYMOLOGY OR MICROBIOLOGY; APPARATUS FOR CULTURING MICROORGANISMS FOR PRODUCING BIOMASS, FOR GROWING CELLS OR FOR OBTAINING FERMENTATION OR METABOLIC PRODUCTS, i.e. BIOREACTORS OR FERMENTERS
    • C12M45/00Means for pre-treatment of biological substances
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Description

DESCRIZIONE dell'Invenzione Industriale dal titolo: "Metodo e dispositivo per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione"
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un metodo e dispositivo per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione .
E' noto infatti trasformare il grasso lobulare ossia il grasso che si presenta sotto forma di macroagglomerati di cellule adipose, ottenuto con la liposuzione, in un filler biologico, ossia in una sospensione cellulare composta da adipociti, cellule staminali e materiale connettivale la quale sospensione può essere iniettata per correggere deficit volumetrici del volto e del corpo e per migliorare il trofismo della cute anche in presenza di patologie come cicatrici, ulcere e radiodermiti.
Secondo le tecniche note il trattamento preparatorio al fine di riutilizzare il materiale lipoaspirato prevede la separazione della componente cellulare vitale da reiniettare dal materiale di scarto costituito da liquido anestetico o fluidi biologici (siero o sangue) e detriti cellulari e olio proveniente dalla rottura degli adipociti aspirati.
Tale separazione avviene all'interno della stessa siringa utilizzata per il prelievo o in appositi contenitori essenzialmente in tre modi:
-per decantazione: i materiali si separano a seconda della densità per effetto della forza di gravità, -per centrifugazione: i materiali si separano a seconda della densità per effetto della forza centrifuga,
-per lavaggio: il lipoaspirato è posto all'interno di un colino con una rete a maglie sottili e lavato in genere con soluzione fisiologica che può essere o meno sostituita progressivamente.
Secondo la tecnica più nota (lipostruttura secondo Coleman) le siringhe contenenti il lipoaspirato vengono poste, tappandone il fondo con un tappo luer-lock, all'interno di una centrifuga per la separazione della fase liquida dal materiale biologico solido.
Prima di poter utilizzare il materiale biologico così ottenuto è necessario eliminare manualmente i liquidi anestetici e biologici che a seguito della centrifugazione saranno presenti sul fondo della siringa e che devono essere eliminati per gravità togliendo il tappo luer-lock alla siringa, mentre i frammenti cellulari e l'olio, che si sono formati per la rottura delle pareti cellulari degli adipociti, sono presenti al di sopra del materiale cellulare da trapiantare e vengono eliminati in modo incompleto e rudimentale utilizzando delle garzine che assorbono parzialmente l'olio in eccesso e obbligano spesso a rinunciare ad utilizzare l'ultima parte dell'aspirato.
La tecnica sopra descritta presenta alcuni inconvenienti.
Innanzitutto la fase di aspirazione e la separazione mediante centrifugazione porta alla rottura di una notevole quantità di adipociti con la formazione di molto olio che non viene, nella tecnica di Coleman, eliminato in maniera completa e costringe a rinunciare all'utilizzo di un buon 10% dell'aspirato, ossia alla porzione di materiale cellulare, che all'interno della siringa a seguito della centrifugazione, si viene a trovare nella parte alta del cilindro della siringa a contatto con l'olio e che quindi risulta inquinata da detto olio.
La presenza infatti di olio all'interno del filler biologico da iniettare fa aumentare il rischio di infezioni e di rigetto e aumenta l'infiammazione.
Inoltre il procedimento sopra descritto implica che il materiale lipoaspirato venga a contatto più volte con le superfici di differenti tipi di strumenti e venga lasciato relativamente a lungo a contatto con l'aria di un ambiente potenzialmente non sterile, tanto di consigliarne l'uso solo in una sala operatoria.
E' altresì noto ma raramente utilizzata una tecnica che prevede la frammentazione meccanica dell'agglomerato cellulare aspirato per mezzo di un frullatore le cui lame taglienti separano i lobuli di grasso e permettono di ottenere una sospensione cellulare atta ad essere iniettata.
Questa tecnica di frammentazione presenta molti inconvenienti.
Innanzitutto la fase di frammentazione, seguita da una fase di centrifugazione, porta alla rottura di una notevole quantità di adipociti e questo fa sì che più della metà del materiale lipoaspirato non sia utilizzabile per successivi trattamenti estetici. La conseguenza diretta è che per compensare questa perdita di materiale durante le fasi di preparazione del materiale da trapiantare, è necessario aumentare le sedute di 1iposuzione con un notevole aumento dei disagi del paziente.
Inoltre la quantità di sospensione cellulare utilizzabile che si può ottenere dalla procedura e con l'utilizzo dei dispositivi sopra descritti dipende in larga misura dall'abilità del personale medico o paramedico nell'impostare i parametri di velocità e tempo di funzionamento del frullatore e della centrifuga e dallo stato degli strumenti utilizzati: una eccessiva velocità di rotazione delle lame o l'utilizzo, ad esempio, di un frullatore con lame poco taglienti, non permette la separazione dei lobuli di grasso ma comporta principalmente la rottura meccanica delle pareti cellulari di una notevole quantità di adipociti con la conseguente formazione di olio che rende la sospensione cellulare inutilizzabile, previa una accurata separazione dei frammenti cellulari e dell'olio dalla sospensione. La presenza infatti di olio all'interno del filler biologico da iniettare fa alimentare il rischio di infezioni e di rigetto.
Inoltre il procedimento sopra descritto implica che il materiale lipoaspirato venga a contatto più volte con le superfici di differenti tipi di strumenti e venga lasciato per un certo tempo a contatto con l'aria di un ambiente non completamente sterile, come possono essere le stanze di uno studio ambulatoriale. Dato che si tratta di materiale biologico, il contatto, prolungato nel tempo, con aria o con più strumenti, che possono non essere perfettamente sterili, fa aumentare il rischio di contaminazioni batteriche o virali, mettendo così a rischio il risultato del trattamento sul paziente.
Scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo ed un metodo per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto a partire da materiale adiposo lobulare, ossia costituito da macroagglomerati di cellule, cellule e frammenti cellulari, ottenuto tramite liposuzione, che possa ovviare agli inconvenienti sopra citati.
In particolare il metodo ed il dispositivo oggetto della presente invenzione consentono, tramite l'utilizzo di pochi e semplici strumenti, ed in poche fasi di lavorazione, di preparare agglomerati cellulari, in particolare agglomerati di adipociti, in modo tale da eliminare completamente la componente oleosa evitando il più possibile la manipolazione del materiale biologico. In tal modo, e anche per l'utilizzo di appositi aghi particolarmente sottili, il trapianto di tessuto adiposo risulterà essere meno invasivo, meno traumatico e più efficace. Inoltre gli agglomerati cellulari ottenuti con il metodo oggetto della presente Invenzione vengono preparati minimizzando il più possibile il contatto con l'ambiente esterno e utilizzando degli strumenti usa e getta che riducono i rischi di contaminazione del materiale biologico, i rischi legati al deterioramento degli strumenti e gli inconvenienti legati al lavaggio e alla risterilizzazione.
Il materiale biologico così ottenuto potrà essere iniettato in qualsivoglia tessuto od organo.
Gli scopi sopra descritti sono ottenuti tramite un metodo per la preparazione di tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione, essendo il detto materiale adiposo costituito da una miscela di sostanze fluide e frammenti cellulari, cellule e da uno o più macroagglomerati cellulari di dimensioni eterogenee tra loro, il quale metodo prevede il passo di suddivisione del detto materiale adiposo in agglomerati cellulari di dimensioni minori rispetto alle dimensioni dei detti macroagglomerati, in modo tale che detti agglomerati cellulari abbiano dimensioni pari o minori rispetto ad un determinato valore, e in modo tale che dette dimensioni siano mediamente uguali tra loro.
Si ottiene così una sospensione o massa cellulare contenente frammenti cellulari, cellule singole e agglomerati di cellule, in particolare adipociti e cellule staminali, di ridotte dimensioni e mediamente tutti simili tra loro.
Il metodo oggetto della presente invenzione prevede altresì almeno un ulteriore passo di lavaggio e separazione di detta massa cellulare dalla miscela di sostanze fluide, quali soluzione fisiologica, soluzione anestetica,sangue ed olio, in modo tale da poter raccogliere al termine della procedura, cellule o aggregati di cellule, in particolare adipociti, con il minimo di impurità non desiderate.
Il metodo sopra descritto è eseguito tramite l'utilizzo di un è costituito da almeno una camera di raccolta del materiale adiposo prevista in un elemento di supporto, almeno una camera di alimentazione di detto materiale adiposo, almeno una camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide ed almeno una camera di erogazione o scarico di frammenti cellulari, cellule e agglomerati cellulari, essendo dette camere previste su un ulteriore elemento di supporto, le quali camere possono venire portate in comunicazione alternativamente tra loro con la detta camera di raccolta, essendo previsto un elemento divisorio tra detta camera di raccolta e detta almeno una camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide.
Detto elemento divisorio è costituito da una membrana selettivamente permeabile che permette di trattenere la componente cellulare, consentendo il passaggio di una miscela di sostanze fluide, essendo inoltre previsti mezzi per comprimere od aspiratre la materia adiposa e/o la miscela di sostanze fluide da una camera all'altra ed essendo previsti mezzi di spostamento delle camere l'una rispetto all'altra.
La membrana selettivamente permeabile permette il passaggio di almeno parte della fase liquida, costituita da una componente oleosa, una componente ematica, da soluzioni preferibilmente sterili quali liquido anestetico e/o soluzione fisiologica e trattiene la fase solida cellulare, rappresentata da frammenti cellulari, cellule e dagli agglomerati cellulari, consentendo la separazione della fase liquida dalla fase solida, essendo detta membrana selettivamente permeabile costituita da almeno una rete a maglie fini, priva di parti sporgenti o superfici taglienti o irregolari che possano danneggiare le pareti cellulari, le cui maglie hanno dimensioni inferiori alle dimensioni dei macroagglomerati cellulari estratti e/o degli agglomerati cellulari ridotti dai mezzi di riduzione delle dimensioni del materiale adiposo.
Secondo la presente invenzione tra la camera di raccolta e la camera di alimentazione sono previsti mezzi di riduzione delle dimensioni del materiale adiposo in agglomerati cellulari di dimensioni ridotte ed uguali od inferiori ad un determinato valore, i quali mezzi, sono costituiti da una serie di lamine disposte parallelamente tra loro o da almeno una rete tagliente di fili o lamine incrociate tra loro.
Dette camere sono di forma tubolare con diametri identici tra loro e sono disposte con i loro assi longitudinali fra loro paralleli e sono aperte in corrispondenza dei loro affacciati lati di testa, essendo dette camere di alimentazione, di separazione e raccolta e di erogazione e scarico, spostabili secondo un percorso tale per cui, in alternativa l'una all'altra i lati di testa aperti della camera di alimentazione, della camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide e della camera di erogazione o scarico sono portati in coincidenza con il lato di testa aperto della camera di raccolta.
Secondo una forma esecutiva preferita sono previsti mezzi, come denti e rispettive sedi di impegno, per l'avanzamento a passi delle camere lungo un percorso, ciascun passo corrispondendo allo spostamento necessario per portare una delle camere di alimentazione, di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide e una camera di erogazione o scarico in coincidenza con detta camera di raccolta. Dette camere sono quindi messe, alternativamente l'una all'altra, in comunicazione con la camera di raccolta con un contatto a tenuta ottenuto tramite guarnizioni o ring o simili.
Come verrà descritto dettagliatamente in seguito la camera di alimentazione presenta in prossimità di un suo lato di testa aperto un condotto di alimentazione passante attraverso la sua parete di mantello per l'introduzione all'interno di detta camera del materiale adiposo lipoaspirato, ed essendo inserito nell'apertura di detto lato di testa uno stantuffo scorrevole a tenuta all'interno di detta camera per spingere il materiale lipoaspirato a pasare attraverso la rete ed accumularsi nella camera di raccolta.
La camera di raccolta presenta, sul lato di testa opposto a quello messo in comunicazione alternativamente con l'apertura della camera di alimentazione, della camera di separazione e raccolta e della camera di erogazione o scarico, un'apertura provvista di un elemento di collegamento a tenuta per il collegamento a tenuta con una siringa, un contenitore o simili.
In questo modo il materiale adiposo può fuoriuscire ed essere utilizzato per un qualsiasi trattamento.
Per quanto riguarda la camera di separazione e raccolta delle miscele fluide, attraverso un lato di testa aperto di detta camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide sono inseribili scorrevoli all'interno di detta camera mezzi di compressione quali stantuffi o siringhe. Dette siringhe sono accoppiabili a tenuta tramite mezzi di accoppiamento all'opposto lato di testa di detta camera in corrispondenza dell'elemento divisorio costituito dalla membrana selettivamente permeabile .
Secondo una forma preferita è possibile inserire una sirnga all'interno di detta camera, collegarla a tenuta, tramite ad esempio un attacco luer lock in prossimità delll'apertura della camera in cui è prevista la membrana selettivamente permeabile e, agendo sullo stantuffo della siringa, comprimere o aspirare miscele liquide che passeranno dalla camera di raccolta alla siringa e vieversa quando la camera di raccolta del materiale adiposo e la camera di raccolta e separazione dei liquidi sono messe in comunicazione tra loro.
La camera di erogazione o scarico è priva di strutture fisse interne sporgenti nello spazio interno di detta camera essendo previsto inseribile attraverso l'apertura di entrata uno stantuffo con asta di lunghezza maggiore della lunghezza di detta camera di erogazione o scarico.
In una forma esecutiva particolare il dispositivo è costituito da almeno due cilindri affiancati l'uno all'altro lungo un asse comune longitudinale passante per il centro delle basi di detti almeno due cilindri, essendo detti cilindri ruotabili l'uno rispetto all'altro attorno a detto asse.
Detti cilindri sono realizzati in materiale sterile e trasparente e all'interno di ciascun cilindro è realizzata almeno una camera tubolare ossia una camera cilindrica longitudinale con aperture previste sulle basi opposte di detti cilindri, essendo possibile mettere in comunicazione almeno una camera del primo cilindro con almeno una camera del secondo cilindro tramite la rotazione del primo cilindro rispetto al detto secondo cilindro. Tale rotazione permette di posizionare dette due camere cilindriche affiancate tra loro con un comune asse longitudinale passante per il centro delle aperture di dette camere cilindriche longitudinali.
Preferibilmente le aperture delle camere cilindriche previste nei due cilindri hanno dimensioni identiche e sono posizionate equidistanti dal centro delle basi di detti cilindri, essendo i centri, delle basi dei due cilindri, coincidenti quando detti cilindri sono in condizione accoppiata tra loro.
Ciascuna di dette camere cilindriche presenta un'apertura di entrata ed un'apertura di uscita, e le aperture di uscita di ciascuna camera cilindrica presente sul primo cilindro sono accoppiabili a tenuta stagna con l'apertura di entrata di almeno una camera cilindrica prevista sul secondo cilindro.
Il diametro di dette camere cilindriche è tale da consentire l'inserimento di stantuffi e/o siringhe comunemente utilizzate in ambito medicale
Almeno una di dette camere, preferibilmente una camera cilindrica prevista nel primo cilindro, è provvista di mezzi di riduzione delle dimensioni del materiale adiposo in agglomerati cellulari di dimensioni ridotte ed uguali od inferiori ad un determinato valore, i quali mezzi, costituiti da almeno una rete tagliente di fili o lamine incrociate tra loro, sono previsti adiacenti all'apertura di uscita di detta camera cilindrica mentre, in prossimità dell'apertura di entrata è previsto un condotto di alimentazione per l'introduzione all'interno di detta camera del materiale adiposo lipoaspirato .
Grazie alla presenza di mezzi di compressione, quale uno stantuffo inserito nell'apertura di entrata di detta camera cilindrica, che costituisce la camera di alimentazione, il materiale adiposo viene spinto a passare attraverso la rete o le lamine per la riduzione delle dimensioni e si accumula all'interno della camera cilindrica del secondo elemento cilindrico previsto a contatto con detto primo elemento cilindrico.
A seguito della rotazione del primo cilindro rispetto a detto secondo cilindro, almeno una seconda camera cilindrica del primo elemento cilindrico, provvista in prossimità dell'apertura di uscita di una membrana selettivamente permeabile, la cosiddetta camera di raccolta e separazione delle miscele fluide viene posizionata in comunicazione con la camera del secondo cilindro contenete il materiale adiposo con aggregati cellulari di dimensioni ridotte, ossia con la cosiddetta camera di raccolta, in modo tale che dette camere cilindriche abbiano un comune asse longitudinale A<1>passante per il centro delle aperture delle dette due camere.
Detta membrana selettivamente permeabile permette di mantenere separata la fase solida cellulare, rappresentata da frammenti cellulari, cellule e dagli agglomerati cellulari, da almeno parte della fase liquida, costituita da una componente oleosa, una componente ematica, da liquidi preferibilmente sterili come liquido anestetico e/o soluzione fisiologica.
Detta membrana selettivamente permeabile costituita da una rete a maglie fini e liscia, ossia priva di elementi o superfici irregolari o taglienti che possano danneggiare le pareti cellulari, consente, durante la fase di lavaggio, di trattenere, nella camera cilindrica prevista nel secondo cilindro, la massa cellulare costituita da cellule integre e vitali, singole od aggregate tra loro, ed eventualmente, a seconda delle dimensioni delle maglie della rete, costituita anche da frammenti cellulari, e di eliminare, la componente fluida contenente sangue, la stessa soluzione di lavaggio, soluzione fisiologica impura, liquido anestetico e detriti cellulari.
In particolare le maglie della membrana hanno dimensioni inferiori alle dimensioni dei macroagglomerati estratti tréunite lipoaspirazione o degli agglomerati cellulari ottenuti con il passaggio del materiale adiposo attraverso la rete di riduzione delle dimensioni.
Il lavaggio e la separazione della componente solida dalla componente liquida avviene grazie ad una soluzione sterile contenuta all'interno di una dispositivo, quale una siringa o simili, la quale siringa viene inserita in detta camera cilindrica del primo cilindro e collegata a tenuta in prossimità della membrana selettivamente permeabile in modo tale da consentire il passaggio del liquido di lavaggio, attraverso tale membrana, dall'interno della siringa all'interno della camera del secondo cilindro contenente il materiale adiposo, e viceversa.
Il movimento del materiale adiposo e delle componenti liquide all'interno di dette camere cilindriche, avviene applicando una determinata pressione o depressione al loro interno tramite mezzi di compressione previsti scorrevoli a tenuta all'interno di dette camere, ossia tramite l'utilizzo di mezzi di compressione quali siringhe collegate alle aperture di dette camere, stantuffi che scorrono a tenuta all'interno dette camere cilindriche, o simili .
Detto dispositivo consente che le fasi di riduzione delle dimensioni dei macroagglomerati e le procedure di lavaggio e separazione avvengano in sequenza all'interno di un unico dispositivo sterile in modo tale da avere una massa adiposa finale priva di impurità, quale olio derivato dalla rottura degli adipociti, che possano pregiudicare l'esito del trapianto e la quale massa adiposa presenta agglomerati di dimensioni tali da facilitarne il trapianto e garantire una elevata superficie di contatto tra agglomerati trapiantati e tessuti riceventi.
La trasformazione dei lobuli di tessuto adiposo, ottenuti tramite liposuzione, in un filler biologico ossia in una sospensione cellulare o massa o agglomerato fluido o semifluido contenente adipociti, altri tipi di cellule, come ad esempio cellule staminali o mesenchimali, ed eventualmente frammenti cellulari e residui di materiale connettivale, la quale sospensione, al termine della procedura di trasformazione oggetto della presente domanda, presenta una fase solida costituita da cellule e/o aggregati cellulari di dimensioni ridotte e mediamente omogenee tra loro, atta ad essere iniettata in piccole o grandi quantità, consente che il materiale adiposo preparato possa essere utilizzato non solo per una iniezione intra e sotto muscolare ma anche per iniezioni nel tessuto sottocutaneo senza che si verifichino irregolarità, indurimenti, calcificazioni e riassorbimento totale del materiale adiposo iniettato.
Il materiale adiposo può comunque essere iniettato in qualsivoglia tessuto od organo.
Le dimensioni estremamente ridotte degli agglomerati cellulari ottenuti con il metodo ed il dispositivo sopra descritto consentono infatti l'utilizzo di cannule per il trapianto di dimensioni particolarmente ridotte che rendono l'intervento di trapianto poco traumatico, eseguibile in anestesia locale, senza l'applicazione di punti di sutura o particolari medicazioni, e di rapida guarigione.
Inoltre la separazione dei lobuli di grasso in cellule o agglomerati cellulari di dimensioni ridotte favorisce l'attecchimento ossia l'integrazione della massa cellulare nei tessuti in cui viene iniettata.
Il frazionamento dei lobuli di grasso in aggregati cellulari infatti oltre ad avere il vantaggio di consentire l'utilizzo di cannule da trapianto di dimensioni estremamente ridotte permette anche di aumentare la superficie della massa cellulare iniettata che viene a contatto con i tessuti soggetti a trapianto, favorendo la stimolazione biologica dei tessuti trattati e quindi l'integrazione del materiale cellulare iniettato.
L'utilizzo di un dispositivo semplice, composto da poche componenti in materiale sterile, che isolano il materiale biologico estratto dall'ambiente esterno praticamente durante tutta la procedura di preparazione, riduce significativamente il rischio di contaminazioni del materiale biologico, del personale e dell'ambiente e quindi il rischio di possibili infezioni o rigetti durante le fasi successive di utilizzo del materiale cellulare.
Il dispositivo oggetto della presente invenzione consente quindi di applicare il metodo anche al di fuori delle sale operatorie, in ambienti ambulatoriali .
Queste ed altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno più chiaramente dalla seguente descrizione di alcuni esempi esecutivi illustrati nei disegni allegati in cui:
la fig.l illustra una vista in prospettiva del dispositivo oggetto della presente invenzione,
la fig. 2 illustra una vista in prospettiva dei due cilindri che costituiscono il dispositivo oggetto della presente invenzione in condizione disaccoppiata tra loro,
la fig. 3 illustra una vista in prospettiva dei mezzi di accoppiamento dei due cilindri,
la fig. 4 illustra una vista in prospettiva dei mezzi di accoppiamento dei due cilindri secondo una variante esecutiva della presente invenzione,
la fig. 5 illustra una vista laterale del primo cilindro che costituisce il dispositivo oggetto della presente invenzione secondo una forma esecutiva, la fig. 6 illustra una vista in prospettiva laterale del primo cilindro che costituisce il dispositivo oggetto della presente invenzione secondo una forma esecutiva,
la fig. 7 illustra una vista in prospettiva laterale del secondo cilindro che costituisce il dispositivo oggetto della presente invenzione,
le fig.8 e 8a illustrano una vista in prospettiva e sezionata del secondo cilindro che costituisce il dispositivo oggetto della presente invenzione,
la fig.9 illustra una vista laterale in prospettiva del dispositivo oggetto della presente invenzione,
la fig. 10 illustra una sezione trasversale dell'apertura di uscita della camera provvista di membrana selettivamente permeabile e mezzi di attacco luer lock,
la fig. 11 illustra una vista frontale del primo cilindro, in particolare della faccia in cui sono presenti le aperture di uscita delle camere cilindriche provviste di guarnizioni quali o-ring o simili,
la fig. 12 illustra una vista schematica della camera di alimentazione prevista sul primo cilindro posta coassialmente alla camera cilindrica prevista nel secondo cilindro,
la fig. 13 illustra una vista schematica della camera cilindrica con membrana selettivamente permeabile e attacco luer lock, prevista sul primo cilindro, posta coassialmente alla camera cilindrica prevista nel secondo cilindro,
la fig. 14 illustra una vista schematica della camera cilindrica, vuota e con pareti lisce, del primo cilindro posta coassialmente alla camera cilindrica prevista nel secondo cilindro, ma provvista di uno stantuffo per consentire la fuoriuscita del materiale adiposo preparato all'interno del dispositivo oggetto della presente invenzione,
le figure 15a, 15b e 15c illustrano varianti dei mezzi utilizzati per ottenere la separazione e la riduzione delle dimensioni del tessuto adiposo lobulare aspirato,
la fig.16 illustra un ago o cannula per l'iniezione del materiale adiposo trattato secondo la presente invenzione.
la fig. 17 illustra un dispositivo generico secondo le caratteristiche della presente invenzione Il metodo oggetto della presente invenzione consente di ottenere una sospensione cellulare di tessuto adiposo da poter utilizzare come riempitivo o filler biologico, ossia di origine naturale e autoioga, durante procedure di correzione di deficit volumetrici del corpo e del viso e/o durante procedure di stimolazione biologica di qualsivoglia tessuto od organo in cui detto materiale adiposo trattato viene iniettato.
Il materiale adiposo lobulare, ossia i macroagglomerati di cellule, in particolare adipociti, che vengono trattati con il dispositivo e secondo il metodo oggetto della presente invenzione, possono essere ottenuti durante una procedura di liposuzione che prevede l'estrazione in anestesia locale, o generale ed in ambito ambulatoriale o, se necessario, ospedaliero, di tessuto adiposo da aree donatrici del paziente, ad esempio dal sottocute dei fianchi, dall'addome o dal ginocchio.
Detto tessuto adiposo, previo trattamento secondo il metodo oggetto della presente invenzione, può essere utilizzato per un trapianto autologo, ossia per iniezione in specifiche aree del corpo dello stesso paziente da cui detto tessuto è stato prelevato, per riempire zone che a causa dell'invecchiamento, di patologie od interventi chirurgici pregressi, hanno subito un deficit volumetrico o un riassorbimento del grasso sottocutaneo lasciando la parte del corpo soggetta a tale fenomeno, scavata, con parti ossee sporgenti e cute afflosciata.
Di seguito è riportato un esempio di come può avvenire la procedura di liposuzione.
La procedura di liposuzione prevede la preparazione del liquido con funzione anestetica locale in siringhe sterili, preferibilmente provviste del noto attacco per ago o cannula di tipo luer lock, con volume del cilindro idoneo alle dimensioni dell'area del corpo da anestetizzare, ad esempio siringhe da 10 a 60cc.
Marcate e opportunamente disinfettate le aree di prelievo del tessuto adiposo si esegue l'iniezione di liquido anestetico ad effetto locale tramite cannule sterili monouso a punta smussata, preferibilmente provviste di attacco luer lock, con diametro di circa Imm.
La cute del paziente viene sterilizzata con tecniche classiche e anestetizzata con un ponfo. L'anestesia viene praticata introducendo la soluzione anestetica con passaggi multipli della cannula sterile monouso a punta smussa, attraverso la cute, all'interno del tessuto sottocutaneo sino a impregnare con l'anestetico tutta l'area desiderata.
La cute, per l'iniezione di anestetico e per il successivo inserimento dell'ago o cannula da prelievo del tessuto adiposo, può essere forata tramite un ago sterile appuntito o lametta sterile lanceolata di diametro sufficiente alla successiva introduzione della cannula da prelievo monouso.
Se necessario il paziente può essere sedato.
La liposuzione ossia il prelievo di tessuto adiposo è eseguita con siringhe sterili collegate ad una cannula di diametro variabile da 1,5 a 3 min.
Secondo una forma esecutiva detta siringa, ad esempio di volume pari ad almeno lOcc, è provvista di attacco luer lock per il collegamento di cannule sterili monouso, le quali cannule presentano uno o più fori, per l'aspirazione del tessuto, sulla superficie del loro mantello.
Ovviamente il volume della siringa di aspirazione e della cannula da aspirazione dipende dalla quantità di tessuto adiposo che si vuole aspirare, che a sua volta dipende dal volume di materiale adiposo trattato che si è stimato necessario per l'esecuzione del successivo intervento di riempimento e/o correzione.
La cannula per il prelievo del tessuto adiposo è preferibilmente introdotta attraverso i fori cutanei precedentemente praticati per la somministrazione dell'anestesia.
Il metodo oggetto della presente invenzione prevede che il tessuto adiposo lipoaspirato, costruito principalmente da macroagglomerati cellulari, venga trattato all'interno di un dispositivo che consente di ottenere a partire dal grasso lobulare aspirato una sospensione cellulare con una fase solida, costituita da cellule, agglomerati cellulari di dimensioni ridotte e mediamente costanti tra loro, ed una fase liquida priva di impurità quali sangue, olio, detriti cellulari e liquido anestetico.
Nella figura 17 è illustrato un generico dispositivo secondo la presente invenzione.
Nelle figure da 1 a 14 è illustrato un particolare esempio attuattivo dell'invenzione. Tale forma esecutiva non è da intendersi in alcun modo limitativa relativamente alle caratteristiche costruttive generiche di cui alle rivendicazioni ma cosituisce un esempio esecutivo preferito che presenta vantaggi dal punto di vista costruttivo, di costi e dell'ingombro.
Come illustrato nelle figure il dispositivo 1 oggetto della presente invenzione è costituito da almeno due cilindri 101 e 102 accoppiati tra loro.
Come illustrato in figura 2 detto primo cilindro 101 è provvisto di almeno una camera 1011, preferibilmente due o più camere cilindriche longitudinali passanti le cui aperture, un'apertura di entrata ed un'apertura di uscita di ciascuna camera, sono previste sulle basi di detto primo cilindro 101.
Analogamente detto secondo cilindro 102 è provvisto di almeno una camera longitudinale passante 1021, le cui aperture, un'apertura di entrata ed un'apertura di uscita, sono previste sulle basi di detto secondo cilindro 102.
Preferibilmente le aperture delle camere cilindriche previste nei due cilindri 101, 102 hanno le stesse dimensioni e sono posizionate equidistanti dal centro delle basi di detti cilindri 101, 102, essendo il centro delle basi dei due cilindri 101, 192 coincidente, in condizione accoppiata tra loro.
Detti cilindri 101, 102 sono realizzati in qualsivoglia materiale sterile, preferibilmente in plastica trasparente in modo tale da poter osservare e controllare lo stato del materiale adiposo che viene preparato al loro interno per poter essere successivamente trapiantato.
Come illustrato in figura 1 detti due cilindri 101 102 sono accoppiati e cooperano tra loro tramite uno dei due lati di testa o basi 111 e 112 di ciascun cilindro 101,102, essendo detti lati di testa posti a reciproco contatto in modo tale che detti due cilindri 101, 102 abbiano un asse comune longitudinale A passante per il centro delle basi di detti almeno due cilindri, essendo detti cilindri 101, 102 ruotabili l'uno rispetto all'altro attorno a detto asse A.
Le basi 111 e 112 dei due cilindri 101, 102 a reciproco contatto sono realizzate perfettamente lisce in modo tale da non avere nessuna forma di attrito durante la rotazione di un cilindro 101 sull'altro 102.
Come illustrato nelle figure 3 e 4 sono previsti mezzi di accoppiamento e rotazione reciproca di detti due cilindri 101, 102 i quali mezzi permettono di creare una elevata forza di attrazione reciproca tra i due cilindri mantenendoli strettamente a contatto tra loro.
Detti mezzi di accoppiamento e rotazione sono costituiti preferibilmente da un dispositivo a scatto composto da un perno 122, a sezione circolare o sostanzialmente circolare, che si diparte dalla base 112 del secondo cilindro 102, il quale perno 122 termina con una testa allargata, radialmente comprimibile ed espandibile, che si inserisce in una sede 121 con uno spallamento anulare interno, la quale sede 121 è ricavata nel primo cilindro 101 e presenta un' apertura di ingresso del perno 122 sulla base 111, in modo tale per cui detto perno 122 a testa allargata si comprime durante l'inserimento ed una volta inserito si espande garantendo il bloccaggio in detta sede 121.
Ulteriori forme esecutive prevedono che il perno 122 sia sostituito da un perno generico di qualsivoglia forma atta consentire la rotazione dei due cilindri 101, 102 accoppiati, il quale perno 122 si inserisce in una sede 121 atta a contenerlo.
Detto perno 122 e detta sede 121 sono previsti in corrispondenza del centro delle due basi 111 e 112 dei due cilindri 101, 102 posti a reciproco contatto in modo che detti due cilindri siano vincolati tra loro su un comune asse longitudinale A passante per il centro delle basi, senza poter traslare in qualsivoglia direzione ma potendo ruotare intono a detto comune asse longitudinale centrale A.
Ovviamente è possibile prevedere che detto perno centrale 122 sia presente sulla faccia 111 del primo cilindro 102 e, viceversa la sede d'impegno 121 del perno 122, sia realizzata nel secondo cilindro 102.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva è possibile prevedere che un foro passante sia realizzato lungo l'asse longitudinale centrale del primo cilindro 101 e che detto perno 122 abbia una lunghezza tale da passare attraverso detto foro centrale fino a sporgere con la testa allargata sull'opposto lato di testa del detto primo cilindro 101 in modo tale da garantire l'accoppiamento reciproco tra detti due cilindri 101, 102, senza ostacolarne la rotazione.
I mezzi di accoppiamento e rotazione sopra descritti, in particolare il perno con testa allargata inserito nella rispettiva sede, consentono di esercitare una elevata forza di trazione dei due cilindri 101, 102 l'uno verso l'altro, senza ostacolarne la rotazione.
Come illustrato nelle figure 3 e 4 per favorire l'accoppiamento stabile tra i due cilindri 101, 102, in combinazione ai mezzi di accoppiamento sopra descritti, è possibile prevedere che il secondo cilindro 102 presenti sul lato di testa o base 112 rivolta verso il primo cilindro 101 un prolungamento assiale terminale 132 della parete laterale del cilindro 102. Detto prolungamento evita una flessione dei due cilindri 101102 uno rispetto all'altro ossia evita che si possano inclinare rispetto all'alle longitudinale centrale comune A.
Nella fase di accoppiamento tra detto primo cilindro 101 e detto secondo cilindro 102, l'estremità del primo cilindro 101 viene inserita nello spazio delimitato da detto prolungamento 132 fino a battuta contro la base 112 del secondo cilindro 102, avendo detta estremità forma e dimensioni tali da poter occupare completamente detto spazio.
Ovviamente è possibile prevedere che, in alternativa a guanto sopra descritto, detto prolungamento 123 sia presente su un lato di testa 111 del primo cilindro 101.
Detto prolungamento 132 è atto ad evitare l'inclinazione dei due cilindri 101, 102 accoppiati in qualsivoglia direzione rispetto all'asse longitudinale centrale A, durante i movimenti di rotazione di detti due cilindri 101, 102.
Secondo una forma esecutiva preferita per avere un movimento rotatorio a scatti, in una o entrambe le direzioni, del primo cilindro 101 rispetto a detto secondo cilindro 102, e quindi evitare una libera rotazione di un cilindro 101 sull'altro 102, è possibile prevedere elementi dentati e rispettive sedi di impegno sulle superfici di contatto reciproco di detti due cilindri 101,102 che, in combinazione con l'elasticità intrinseca del materiale con cui sono realizzata detti due cilindri 101,102, consente di ottenere la rotazione a scatti di un cilindro rispetto all'altro in quanto consentono il superamento della condizione di impegno mediante temporanea deformazione elastica delle due parti che si impegnano tar loro e con una forza prestabilita.
Detti elementi dentati e le loro sedi hanno forme e sono presenti in numero tale da facilitare la rotazione di un cilindro 101 rispetto altro ossia possono ad esempio avere superfici smussate, in modo da creare un profilo ondulato, oppure detti denti possono avere dimensioni ridotte e una forma tale da creare un accoppiamento tra i due cilindri 101 102 tipo millerighe.
Secondo una forma esecutiva illustrata nelle figure 8 e 8a la parete di mantello interna del prolungamento 132 può essere liscia o può essere provvista di una corona di una pluralità di denti radiali 1231. Sul lato di testa del primo cilindro 101 previsto a contatto con il secondo cilindro 102, la porzione del primo cilindro 101 destinata ad innestarsi assialmente all'interno dello spazio delimitato dal detto prolungamento 132 presenta una superficie di mantello con forma e dimensioni tali da cooperare con le superfici di mantello dei denti 1321 del prolungamento assiale dentato 132.
Secondo una forma esecutiva la porzione della superficie del mantello del primo cilindro 101 in prossimità del della base 111 ha una forma corrispondente, cioè complementare, alla superficie di mantello interna del prolungamento assiale dentato 132, e quindi anch'essa dentata, in modo tale da impegnarsi con i suoi denti radiali con i denti radiali del prolungamento assiale 132 della parete laterale del secondo cilindro 102.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva, non illustrata per garantire un movimento di rotazione a scatti, è possibile prevedere che il perno centrale 122 per l'accoppiamento reciproco tra i due elementi a cilindro 101, 102 abbia una superficie di mantello provvista di denti radiali e che la sede 121 atta a contenerlo abbia una superficie interna complementare in modo tale per cui una volta che detto perno 122 è inserito in detta sede 121 il primo cilindro 101 rimane accoppiato a detto secondo cilindro 102 e può ruotare rispetto ad esso percorrendo in sequenza archi di cerchio.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva, come illustrato nelle figure 5, 6 e 7 per garantire la rotazione a scatto dei due cilindri 101, 102, è possibile che dalla base di uno dei due cilindri, ad esempio dalla base 111 del primo cilindro 101 si diparta un prolungamento assiale centrale 131 che presenta una sezione trasversale non rotonda ed in particolare provvista di una corona di una pluralità di denti radiali, ad esempio una sezione trasversale a stella con punte arrotondate.
I denti radiali possono essere spianati e/o con angoli smussati per favorire il movimento di rotazione.
Coassialmente lungo il detto prolungamento 131 ed almeno in parte all'interno del cilindro 101 è possibile prevedere un foro cieco che costituisce la sede di impegno 121 di un perno 122 di accoppiamento del secondo cilindro 102 a detto primo cilindro 101.
II diametro del prolungamento assiale non rotondo e dentato corrispondente all'apice dei denti è ovviamente minore del diametro del cilindro 101.
Il secondo cilindro 102 sulla base 112 rivolta verso detto primo cilindro 101, ha una rientranza centrale 124 con forma e dimensioni tali per cui la superficie di mantello della rientranza 124 coopera con le superfici di mantello dei denti del prolungamento assiale centrale 131. Secondo una forma vantaggiosa la superficie di mantello della rientranza 124 è realizzata preferibilmente di forma corrispondente, cioè complementare rispetto a quella del prolungamento assiale centrale 131 e quindi anch'essa è dentata in modo tale da impegnarsi con i suoi denti radiali smussati con i denti radiali smussati del prolungamento assiale 131 del primo cilindro 101.
Centralmente da detta rientranza 124 è possibile prevedere che diparta il perno di accoppiamento 122 che potrà quindi impegnarsi nella rispettiva sede 121, la cui apertura è prevista centralmente sul prolungamento assiale 131 come sopra descritto.
Lo spessore del prolungamento 131 e la profondità della rispettiva rientranza 124 così come la lunghezza del perno di accoppiamento 122 e la profondità della rispettiva sede di impegno 121 sono tali consentire che le due basi, realizzate perfettamente lisce. 111 e 112 dei due cilindri 101 102 siano perfettamente a battuta l'una contro l'altra in condizione montata del dispositivo 1 oggetto della presente invenzione.
Ovviamente è possibile prevedere che il prolungamento centrale assiale 131 sia presente sul secondo cilindro 102 e che, viceversa, la rientranza complementare 124 sia presente sul primo cilindro 101.
Secondo un'ulteriore variante non raffigurata, tra i due cilindri 101,102 è possibile prevedere un meccanismo di rotazione a cricchetto, ossia la superficie di contatto di un cilindro 102 con il secondo cilindro 101 presenta un profilo dentato destinato ad impegnarsi con un becco o dente complanare presente sul secondo cilindro 101 in modo tale da consentire la rotazione in un solo senso.
Come illustrato nelle figure detto secondo cilindro 102 presenta una camera cilindrica longitudinale 1021, definita camera di raccolta, destinata a contenere il materiale adiposo oggetto del presente trattamento.
Detta camera può avere asse longitudinale centrale parallelo all'asse longitudinale centrale del cilindro 102.
Il diametro di detta camera è tale da permettere lo scorrimento al suo interno dello stantuffo di una siringa.
Secondo una forma esecutiva il diametro della camera cilindrica è tale da accogliere lo stantuffo di una siringa da 10 cc e ha un volume interno pari a 20 mi.
Come illustrato in figura 7 detta camera cilindrica 1021 presenta un' apertura di ingresso 1121 del materiale adiposo ed un'apertura di uscita 1221 realizzate sulle basi di detto secondo cilindro 102, essendo l'apertura di ingresso realizzata sulla base 112 del secondo cilindro 102 a contatto con la base 111 del primo cilindro 101 ed essendo l'apertura di uscita 1221 prevista sulla base opposta.
Detta apertura di uscita 1221 è chiudibile mediante un tappo sterile o simili.
In una forma esecutiva preferita illustrata in figura 9 detta apertura di uscita 1221 può essere provvista di mezzi per il collegamento amovibile a tenuta del dispositivo 1 con altri dispositivi, quali siringhe o contenitori, i quali mezzi possono essere costituiti da elementi di collegamento a scatto, a vite o di tipo luer lock.
I noti mezzi di attacco luer lock sono raffigurati in maniera schematica nelle figure allegate.
I connettori luer lock, maschio, femmina e neutri sono noti e consentono un collegamento a tenuta tra due dispositivi provvisti di detti connettori. Attacchi luer loch sono ad esempio commercializzati dalla ditta GVS sul sito www.gvs. Com.
Secondo una forma esecutiva preferita detta apertura di uscita 1221 è prevista di un attacco tipo luer lock indicato nelle figure con 1321 per l'aggancio a tenuta di una siringa la cui estremità appuntita è provvista di un attacco luer lock complementare.
Come illustrato in figura 2 il primo cilindro 101 presenta una pluralità di camere longitudinali cilindriche passanti 1011 le cui aperture previste sulle basi del cilindro 101 hanno dimensioni preferibilmente identiche tra loro, ed identiche alle aperture della camera 1021 del secondo cilindro 102, le quali aperture sono posizionate equidistanti dal centro delle basi del cilindro 101.
Come rappresentato nelle figure le camere cilindriche possono essere distribuite all'interno del cilindro 101 equidistanti tra loro e hanno assi longitudinali centrali paralleli all'asse longitudinale centrale del cilindro 101.
In condizione montata del dispositivo 1 oggetto della presente invenzione, ossia quando i due cilindri 101, 102 sono accoppiati tra loro, è possibile, applicando un movimento rotatorio ad uno dei due elementi cilindrici, preferibilmente facendo ruotare il primo elemento cilindrico 101 rispetto al secondo elemento cilindrico 102, posizionare alternativamente ciascuna delle camere 1011, 1011<1>e 1011<11>del primo cilindro in comunicazione con la camera cilindrica 1021 del secondo cilindro in modo tale che la coppia di camere abbia un comune asse longitudinale passante per i centri delle rispettive aperture.
I mezzi che garantiscono una rotazione a scatti del detto primo cilindro 101 sul detto secondo cilindro 102 sono costituiti da uno o più denti con rispettive sedi di alloggiamento, distribuiti in modo tale da consentire l'allineamento, come sopra descritto e come raffigurato nelle figure, di una o più delle camere cilindriche previste nel primo cilindro 101, con la camera cilindrica 1021 prevista nel secondo cilindro 102.
Ad esempio per garantire la comunicazione tra due camere longitudinali dei due cilindri 101, 102 è possibile prevedere che i mezzi che consentono la rotazione a scatto siano costituiti da uno o più denti, in numero identico alle camere cilindriche previste sul primo elemento cilindrico 101, e che detto o detti denti siano previsti sul raggio di unione tra l'asse longitudinale centrale del primo cilindro 101 e l'asse centrale longitudinale di ciascuna camera cilindrica presente al suo interno.
Ovviamente le sedi di accoppiamento di detto o denti saranno previste in posizione complementare sul secondo cilindro 102, essendo prevista una prima sede di accoppiamento sul raggio che unisce l'asse centrale longitudinale di detta camera 1021 con l'asse longitudinale centrale del cilindro 102.
Ciascuna di dette camere presenta un'apertura di ingresso ed un'apertura di uscita circolari sulle basi opposte di detto cilindro 101. In particolare le aperture di uscita sono previste sulla base 111 a contatto con il secondo cilindro 102 e dette aperture di uscita sono destinate a cooperare con l'apertura di ingresso della camera cilindrica longitudinale 1021 prevista nel secondo cilindro 102.
Almeno una delle camere 1011, definita come camera di alimentazione, previste in detto primo cilindro 101 presenta mezzi di riduzione 1013, delle dimensioni del materiale adiposo lobulare ottenuto tramite liposuzione, per l'ottenimento di agglomerati cellulari, in particolare adipociti e cellule staminali, di dimensioni ridotte e mediamente identiche o simili tra loro.
Detti mezzi di riduzione 1013, come illustrato nelle figure 15a, 15b e 15c sono costituiti da almeno una rete di fili o lame in materiale sterile, ad esempio realizzato in metallo sterilizzato, incrociati tra di loro a formare una rete tagliente sottesa all'interno di detta camera cilindrica 1011, prevista in una posizione sostanzialmente perpendicolare al flusso del materiale adiposo previsto all'interno di detta camera 1011.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva è possibile prevedere che detti mezzi di riduzione 1013 siano costituiti da una serie di lamine taglienti posizionate parallele le une alle altre ad una distanza ridotta tra loro, in modo tale da poter tagliare la massa cellulare e formare filamenti di cellule di dimensioni ridotte.
Detti mezzi di riduzione 1013 sono previsti in prossimità dell'apertura di uscita della camera cilindrica 1011 e formano un disco con diametro corrispondente al diametro della camera cilindrica 1011.
Sono previsti mezzi per bloccaggio di detta rete o di dette lamine disposte parallele le une alle altre in prossimità dell'apertura di uscita.
Ad esempio la superficie interna del mantello della camera cilindrica 1011 può presentare una scanalatura poco profonda che si estende radialmente verso l'esterno in modo tale da creare una sede di alloggiamento della rete tagliente. In alternativa è possibile prevedere che sulla superficie interna del mantello della camera cilindrica 1011, sempre in prossimità dell'apertura di uscita, sia presente un elemento di battuta, come uno spallamento radiale o simili, che costituisce una superficie di battuta per l'elemento di rete inserito all'interno della camera cilindrica 1011. Per mantenere in posizione detto elemento di rete è possibile inserire all'interno della cavità cilindrica un o-ring, una rondella o simili, avente un certo grado di rigidità, in modo tale che detto elemento di rete si trovi bloccato tra detto spallamento radiale e detto o-ring. Secondo una forma esecutiva preferita detto spallamento radiale e/o detto o-ring sono posizionati in modo tale che detto o-ring possa sporgere per almeno parte del suo spessore al di fuori della camera cilindrica 1011 in modo tale da costituire anche un elemento di tenuta stagna tra l'apertura di uscita della camera 1011 del primo cilindro 101 e l'apertura di entrata 1121 della camera 1021 prevista nel secondo cilindro 102 quando detti due cilindri 101, 102 sono affacciati ed accoppiati l'uno all'altro con i rispettivi lati di testa.
Detto o-ring costituisce quindi sia un mezzo per il trattenimento in posizione della rete o comunque dei mezzi di riduzione delle dimensioni dei macroagglomerati, sia una guarnizione di tenuta posta tra i lati di testa dei due cilindri 101, 102 affiancati.
Per migliorare la tenuta stagna è possibile prevedere che intorno all'apertura circolare di uscita della camera cilindrica 1011 e/o intorno all'apertura circolare di entrata 1121 della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102, sia presente almeno una scanalatura concentrica di alloggiamento di un secondo elemento di tenuta quale un o-ring o simili.
Detta scanalatura avrà uno spessore pari a circa la metà dello spessore dell'o-ring in modo tale che detto o-ring possa sporgere esternamente dalla base del cilindro e funzionare come elemento di guarnizione posto intorno alle aperture delle camere cilindriche.
Detto secondo o-ring, agendo solamente da guarnizione potrà avere un grado di rigidità minore rispetto all'o-ring utilizzato per mantenere in posizione la rete di riduzione delle dimensioni.
Come schematicamente raffigurato in figura 12 detta camera cilindrica 1011 presenta in prossimità della apertura di ingresso, un condotto di alimentazione 1421 per l'introduzione del materiale adiposo aspirato all'interno della detta camera cilindrica 1011.
Detto condotto di alimentazione 1421 può essere provvisto di mezzi per evitare il riflusso e quindi la fuoriuscita di materiale all'atto della compressione di detto materiale adiposo contro i mezzi di riduzione 1013 delle dimensioni dei macroagglomerati cellulari ottenuti tramite liposuzione. Detti mezzi possono essere costituiti da valvole di non ritorno, un tappo inserito a scatto od avvitato o simili, o preferibilmente, per evitare la presenza di valvole costose, detto condotto di alimentazione 1421 è realizzato a becco di flauto con un asse longitudinale inclinato rispetto all'asse longitudinale della camera cilindrica 1011.
Secondo una forma esecutiva preferita detto condotto di alimentazione è provvisto di un attacco di tipo luer lock per consentire l'aggancio amovibile della siringa utilizzata durante la fase di aspirazione del materiale adiposo o in ogni caso è provvista di un elemento per l'aggancio di una siringa contenente il materiale adiposo lobulare.
Agendo sul pistone della siringa di prelievo è possibile iniettare il materiale adiposo all'interno della camera cilindrica 1011.
Come raffigurato in figura 12 attraverso l'apertura di entrata di detta camera cilindrica 1011 è posizionato uno stantuffo, ad esempio lo stantuffo di una siringa, che consente di esercitare una forza di compressione sul materiale adiposo introdotto all'interno di detta camera cilindrica 1011, ed eventualmente miscelato con liquido sterile, in modo tale da spingerlo a passare attraverso i mezzi di riduzione 1013 delle dimensioni del materiale lipoaspirato.
La riduzione delle dimensioni degli agglomerati cellulari al di sotto di un valore prestabilito è ottenuta grazie alle maglie della rete 1013 prevista all'interno della camera cilindrica 1011, la quale rete 1013 presenta maglie o interstizi di passaggio, preferibilmente di dimensioni uguali tra loro, con diametro compreso tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente tra 0,5 mm e 1,5 mm, in special modo all'incirca di 1 mm.
In una forma esecutiva gli interstizi dei mezzi di riduzione ed omologazione delle dimensioni degli agglomerati cellulari hanno un diametro di 750 pm.
Ovviamente è possibile prevedere anche maglie con dimensioni minori, purché permettano il passaggio della componente cellulare.
Le dimensioni identiche delle maglie consentono di avere una massa cellulare con cellule singole, frammenti cellulari, agglomerati cellulari, in particolare agglomerai di adipociti, di dimensioni ridotte e mediamente uniformi, o comunque agglomerati con dimensioni minori rispetto ad un certo valore determinato dal dimetro delle maglie della rete 1013, la quale massa cellulare è adatta ad essere utilizzata in una fase successiva di trapianto mediante aghi o cannule di introduzione con diametro particolarmente sottile, evitando l'intasamento di quest'ultimi .
Il materiale adiposo lobulare, iniettato all'interno della camera cilindrica 1011, che può essere definita come "camera di alimentazione", viene forzato a passare attraverso la rete 1013 o comunque attraverso i mezzi di riduzione, e a fuoriuscire dall'apertura di uscita prevista sulla base 111 del primo cilindro 101 accoppiata a tenuta contro la base 112 del secondo cilindro 102, tramite mezzi di compressione, quali lo stantuffo di una siringa o simili, che è previsto scorrevole all'interno di detta "camera di alimentazione".
Il materiale passa attraverso la rete o la serie di lamine e viene raccolto nell'unica camera cilindrica 1021 prevista nel secondo cilindro 102, grazie al fatto che le aperture delle due camere sono collegate tra loro a tenuta stagna.
All'interno della camera 1021 sarà eseguito il successivo passo di lavaggio del materiale adiposo ridotto.
Ovviamente per facilitare il passaggio del materiale adiposo attraverso le maglie della rete tagliente 1013 è possibile prevedere che detto materiale adiposo venga miscelato con dei liquidi, ad esempio una soluzione fisiologica sterile.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva è possibile prevedere che all'interno della camera cilindrica 1011 siano presenti due o più reti di filo o lame taglienti 1013, disposte, in prossimità dell'apertura di uscita, in serie, parallelamente tra loro e distanziate le une dalle altre.
E' possibile che le reti 1013 sottese all'interno della camera cilindrica 1011 abbiamo ciascuna interstizi o maglie di dimensioni diverse, in particolare interstizi con dimensioni decrescenti a partire dalla rete 1013 più vicina all'apertura di ingresso verso la rete prevista in corrispondenza dell'apertura di uscita degli agglomerati adiposi, in modo tale che la riduzione e la omologazione delle dimensione degli agglomerati cellulari avvenga in più passaggi attraverso le reti 1013 previste all'interno della detta camera cilindrica 1011.
Grazie al dispositivo 1 sopra descritto le dimensioni degli agglomerati cellulari sono sostanzialmente uniformi tra loro, o comunque uguali o minori rispetto ad un valore determinato dalle dimensioni delle maglie della rete scelta, essendo le dimensioni di detti agglomerati comprese tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente da 0,5 mm e 1,5 mm, in special modo all'incirca di 1 mm.
Secondo una variante è possibile prevedere che la "camera di alimentazione" sopra descritta sia priva dei mezzi di riduzione delle dimensioni del materiale lipoaspirato 1013 in modo tale che detto materiale adiposo venga iniettato, attraverso il condotto di alimentazione 1421, all'interno della camera cilindrica 1011 del primo cilindro 101 e passi direttamente, grazie alla pressione esercitata dallo stantuffo 1521, all'interno della camera cilindrica 1021 prevista nel secondo cilindro 102, senza subire una riduzione delle dimensioni dei macroagglomerati cellulari ottenuti con la liposuzione.
La forma cilindrica della camera 1011 consente di avere un rapporto 1:1 tra la superficie della rete 1013 e la superficie di una estremità dello stantuffo in modo tale che la pressione applicata sul materiale adiposo sia costante su tutta la superficie della rete e sia sufficiente a consentirne 1'attraversamento.
Per evitare che le maglie della rete 1013 vengano intasate dal materiale adiposo lipoaspirato è possibile prevedere mezzi per la miscelazione di detto materiale all 'interno di detta camera cilindrica 1011 durante la fase di compressione contro la rete 1013.
Ovviamente come mezzi di miscelazione è possibile prevedere qualsiasi mezzo atto ad imprimere una rotazione allo stantuffo 1521 durante la sua corsa di andata e ritorno all'interno della camera cilindrica 1011 o qualsiasi altro elemento collegato all'estremità dello stantuffo a contatto con il materiale adiposo e che sia atto a miscelarlo.
Detti mezzi di miscelazione, non raffigurati, possono essere costituiti da una scanalatura elicoidale prevista, almeno in prossimità dell'apertura di uscita, sulla parete interna della camera cilindrica 1011 la quale scanalatura permette di imprimere una rotazione allo stantuffo durante il suo spostamento lungo l'asse longitudinale della camera 1011.
Come illustrato nelle figure il primo cilindro 101 presenta almeno una seconda camera cilindrica longitudinale 1011<1>, definita come camera di di separazione e raccolta delle miscele di sostanze liquide, provvista, in corrispondenza dell'apertura di uscita di una membrana selettivamente permeabile 1026 che permette di separare la fase solida cellulare, rappresentata da cellule singole, agglomerati cellulari, in particolare adipociti, cellule staminali e cellule mesenchimali, ed eventualmente frammenti cellulari, da almeno parte della fase liquida costituita da una componente oleosa, una componente ematica, da soluzioni sterili quali liquido anestetico e/o soluzione fisiologica.
Come precedentemente descritto per 1 mezzi di riduzione delle dimensioni 1013, detta membrana selettivamente permeabile 1026 è prevista In prossimità dell'apertura di uscita della camera cilindrica 1011<1>e può essere costituita da una rete a maglie fini, liscia ossia priva di parti sporgenti o superfici irregolari o taglienti che possano danneggiare le pareti cellulari, le cui maglie o interstizi di passaggio hanno dimensioni tali da consentire il libero passaggio solamente di sostanze liquide. Detta membrana 1026 è a guisa di disco con diametro corrispondente al diametro della camera cilindrica 1011<1>, disposta in corrispondenza dell'apertura di uscita su un piano perpendicolare all'asse longitudinale della camera cilindrica 1011<1>.
Sono previsti mezzi per il bloccaggio di detta membrana 1026 in prossimità dell'apertura di uscita.
Ad esempio la superficie interna del mantello della camera cilindrica 101 può presentare una scanalatura poco profonda che si estende radialmente verso l'esterno in modo tale da creare una sede di alloggiamento della rete tagliente.
Come illustrato in figura 10 in alternativa è possibile prevedere che sulla superficie interna del mantello della camera cilindrica, sempre in prossimità dell'apertura di uscita, sia presente un elemento di battuta, come uno spallamento radiale o simili, che costituisce una superficie di battuta per l'elemento di rete inserito all'interno della camera cilindrica 1011<1>. Per mantenere in posizione detto elemento di rete è possibile inserire all'interno della cavità cilindrica un o-ring 104, una rondella o simili, in modo tale che detta membrana 1026 si trovi bloccata tra detto spallamento radiale e detto oring. Secondo una forma esecutiva preferita detto spallamento radiale e/o detto o-ring sono posizionati in modo tale che detto o-ring possa sporgere per almeno parte del suo spessore al di fuori della camera cilindrica 1011<1>in modo tale da costituire anche un elemento di tenuta stagna tra l'apertura di uscita della camera 1011<1>del primo cilindro 101 e l'apertura di entrata della camera 1021 prevista nel secondo cilindro quando detti due cilindri 101, 102 sono affacciati ed accoppiati l'uno all'altro con i rispettivi lati di testa 111, 112.
Detto o-ring costituisce quindi sia un mezzo per il trattenimento in posizione della membrana selettivamente permeabile 1026 sia una guarnizione di tenuta posta tra le basi 111,112 dei due cilindri affiancati 101, 102.
Anche in questo caso per migliorare la tenuta stagna tra le due camere cilindriche coassiali 1021, 1011<11>è possibile prevedere che intorno all'apertura circolare di uscita della camera cilindrica 1011<1>e/o intorno all'apertura circolare di entrata della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102, sia presente almeno una scanalatura concentrica di alloggiamento di un secondo elemento di tenuta quale un o-ring 105 o simili.
Detta scanalatura avrà uno spessore pari a circa la metà dello spessore dell'o-ring in modo tale che detto o-ring possa sporgere esternamente dalla base del cilindro e funzionare come elemento di guarnizione posto intorno alle aperture delle camere cilindriche.
Detto secondo o-ring, agendo solamente da guarnizione potrà avere un grado di rigidità minore rispetto all'o-ring utilizzato per mantenere in posizione la rete di riduzione delle dimensioni.
Detta membrana selettivamente permeabile 1026 che permette di mantenere separata la componente cellulare dalla componente liquida, può essere costituita da almeno una rete in metallo o plastica con maglie di diametro compreso tra 0,01 mm e 1 mm, preferibilmente tra 0,1 mm e 0,5 mm, in special modo all'incirca 0,2 mm.
Durante la fase di lavaggio quando il primo cilindro 101 viene fatto ruotare per mettere in comunicazione la camera cilindrica 1011<1>provvista della membrana 1026 con la camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102 contenente il materiale adiposo di dimensioni ridotte, detta membrana selettivamente permeabile trattiene all'interno della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102 la componente cellulare, e permette il libero passaggio della soluzione sterile di lavaggio, della componente oleosa ottenuta dalla rottura delle pareti cellulari degli adipociti, del sangue o altre componenti liquide utilizzate durante le fasi di aspirazione del materiale lipidico, come ad esempio la soluzione anestetica .
Secondo una forma esecutiva la rete che costituisce la membrana selettivamente permeabile 1026 ha maglie di dimensioni costanti e del diametro di circa 250 pm.
Secondo un'ulteriore forma esecutiva è possibile prevedere che la rete che costituisce la membrana selettivamente permeabile 1026 abbia maglie di dimensioni differenti, pur rimanendo all'interno dei range di valori sopra citati.
Secondo un'ulteriore variante la membrana selettivamente permeabile 1026 può essere costituita da più reti, con maglie anche di dimensioni diverse, sia con riferimento alla stessa rete sia con riferimento a reti adiacenti, posizionate affacciate le une alle altre, adese tra di loro o in posizione distanziata.
Come illustrato nelle figure 10 e 13 all'interno di ciascuna camera cilindrica longitudinale 1011<1>provvista di membrana selettivamente permeabile 1026 sono previsti, adiacenti alla membrana selettivamente permeabile 1026 sul lato rivolto verso l'apertura di entrata, mezzi di accoppiamento a tenuta per siringhe o simili.
In particolare per garantire la sterilità all'interno delle due camere cilindriche coassiali 1021, 1011<1>detti mezzi di accoppiamento possono essere costituiti da un attacco di tipo luer lock o simili, complementare all'attacco luer lock previsto sulla siringa.
Le dimensioni, in particolare il diametro, della camera cilindrica 1011<1>consentono l'inserimento al suo interno di una siringa in modo tale da consentire l'accoppiamento tramite l'attacco luer look.
Il contenuto della siringa, preferibilmente una soluzione sterile di lavaggio potrà quindi essere iniettato, agendo sullo stantuffo della siringa stessa, attraverso la membrana selettivamente permeabile 1026 nella della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro, all'interno della quale è raccolto il materiale adiposo, e successivamente aspirato.
Questa forma esecutiva che prevede siringhe contenenti il materiale liquido di scarto al termine dell'operazione di lavaggio consente di mantenere detti liquidi isolati in modo da evitare ogni tipo di contaminazione. L'attacco di tipo luer lock o simili tra la punta della siringa e la camera cilindrica 1021 consente che detta soluzione di lavaggio miscelata con sangue olio e liquido anestetico contenuto nella massa cellulare adiposa, possa essere raccolta all'interno della siringa senza dispersioni nell'ambiente.
Inoltre gli attacchi di tipo luer lock o dispositivi simili consentono di mantenere sempre il materiale biologico trattato in spazi chiusi e completamente sterili.
Ovviamente è possibile prevedere che in alternativa alla siringa, all'interno di detta camera cilindrica sia previsto scorrevole a tenuta uno stantuffo la cui compressione può comunque consentire il passaggio di una soluzione di lavaggio attraverso detta membrana.
Infine in detto primo cilindro 101 è prevista almeno una camera 1011<11>interna cilindrica longitudinale con una parete di mantello interna perfettamente liscia, ossia, priva di strutture fisse interne sporgenti nello spazio interno di detta camera 1011<11>, la quale camera 1011<11>verrà fatta comunicare con camera cilindrica 1021 presente nel secondo cilindro 102, al termine della fase di lavaggio quando sarà necessario espellere il materiale adiposo preparato all'interno di detto dispositivo 1 per consentirne il trapianto nei tessuti da trattare.
Detta camera può essere definita come di erogazione o scarico.
In una forma esecutiva preferita, detta camera è provvista di uno stantuffo 1014 scorrevole a tenuta al suo interno, inserito attraverso l'apertura di entrata, il quale stantuffo può liberamente scorrere lungo l'asse longitudinale della camera 1011<11>, e preferibilmente ha un'asta di lunghezza tale da poter entrare nella camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102.
La lunghezza dell'asta di detto stantuffo 1014 è quindi uguale o preferibilmente maggiore della lunghezza della camera cilindrica 1011<11>.
In questo caso per evitare disomogeneità tra le basi 111, 112 dei cilindri a contatto tra loro che possono favorire inclinazioni di un cilindro rispetto all'altro, tra le due camere cilindriche coassiali 1021, 1011<11>è possibile prevedere che intorno all'apertura circolare di uscita della camera cilindrica 1011<11>e/o intorno all'apertura circolare di entrata della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102, sia presente almeno una scanalatura concentrica di alloggiamento di un secondo elemento di tenuta quale un o-ring o simili.
Detta scanalatura avrà uno spessore pari a circa la metà dello spessore dell'o-ring in modo tale che detto o-ring possa sporgere esternamente dalla faccia del cilindro e funzionare come elemento di contatto tra le due basi 11, 112 dei due cilindri 101, 102.
Detto secondo o-ring, avrà un grado di rigidità minore rispetto agli o-ring utilizzati per mantenere in posizione la rete di riduzione delle dimensioni 1013 o la membrana selettivamente permeabile 1026 ma uguali agli o-ring di tenuta previsti attorno alle aperture delle altre camere cilindriche.
Il metodo di preparazione del materiale lipoaspirato, utilizzando il dispositivo 1 sopra descritto, prevede quindi che i due cilindri 101, 102 vengano accoppiati a tenuta 1'uno contro 1'altro in lungo un comune asse centrale longitudinale, con i due lati di testa strettamente a contatto tra di loro. Detto contatto a tenuta è garantito sia della presenza del perno di accoppiamento e rotazione sia da elementi per la tenuta stagna, quali o-ring o simili posti intorno alle aperture delle camere cilindriche.
Successivamente grazie alla presenza dei mezzi che consentono la rotazione a scatto, in una o entrambe le direzioni, il primo cilindro 101 viene fatto ruotare sul secondo cilindro 102 in modo tale da posizionare la cosiddetta "camera di alimentazione", in comunicazione con la camera cilindrica 1021 prevista nel secondo cilindro 102.
Il materiale lipoaspirato viene iniettato direttamente dalla siringa di prelievo con cui è stato prelevato all'interno della "camera di alimentazione" 1011 attraverso il condotto di alimentazione.
Lo stantuffo di una siringa inserito nell'apertura di entrata della "camera di alimentazione" 1011 viene fatto scorrere a tenuta all'interno di detta camera 1011 in modo tale da spingere il materiale adiposo contro la rete di fili o lame taglienti 1013 sottesa, in prossimità dell'apertura di uscita, all'interno di detta "camera di alimentazione" ed in modo tale da forzare detto materiale a passare attraverso le maglie della rete 1013.
La massa cellulare di dimensioni ridotte, miscelata ad una componente liquida, costituita ad esempio da olio, sangue, liquido anestetico e/o soluzione fisiologica, viene raccolta all'interno della camera cilindrica 1021 del secondo cilindro 102 grazie al fatto che i due cilindri 101, 102 sono posizionati con i lati di testa a tenuta tra loro.
Ovviamente è possibile prevedere che il secondo cilindro 102 abbia più di una camera cilindrica 1021 all'interno del quale raccogliere il materiale adiposo ridotto.
La fase successiva di lavaggio e separazione della componente cellulare solida dalla fase liquida prevede la rotazione del primo cilindro 101 sul secondo 102 in modo tale da posizionare una delle camere 1011<1>provviste della membrana selettivamente permeabile 1026, prevista adiacente alla "camera di alimentazione" 1011, in comunicazione con la camera cilindrica 1021 contenente il materiale adiposo ridotto .
Preferibilmente all'interno di ciascuna delle dette camere 1011<1>con membrana selettivamente permeabile è agganciata una siringa, ad esempio da 10 mi, con attacco luer lock, contenente soluzione la soluzione di lavaggio, ad esempio una soluzione fisiologica sterile.
Ovviamente è possibile prevedere che la fase di lavaggio avvenga con qualsivoglia soluzione.
Agendo sullo stantuffo di detta siringa la soluzione viene fatta passare attraverso la membrana selettivamente permeabile 1026 all'interno della camera cilindrica 1021 contenente il materiale adiposo .
La dimensione della camera cilindrica 1021 all'interno della quale avviene il lavaggio del materiale adiposo tramite la soluzione iniettata, e la quantità di soluzione iniettata e miscelata con la massa cellulare, sono tali da lasciare una porzione di volume interno libera in modo tale da consentire il movimento della detta massa cellulare miscelata a liquidi, all'interno di detta camera 1021.
Ad esempio è possibile prevedere siringhe da 10 mi di soluzione di lavaggio iniettata in una camera cilindrical021 da 20 mi.
Durante la fase di lavaggio il dispositivo 1 viene delicatamente agitato in modo da consentire la miscelazione della soluzione di lavaggio con la massa cellulare.
Posizionando il dispositivo 1 verticalmente con il primo elemento cilindrico 101 rivolto verso il basso, ossia verso terra, si aspira, agendo sullo stantuffo della siringa, il liquido di lavaggio, separandolo dalla massa cellulare che non può attraversare la membrana selettivamente permeabile 1026 in modo tale da poterlo contenere all'interno della siringa stessa.
La fase di lavaggio, ossia iniezione di soluzione liquida, miscelazione con il materiale cellulare, e successiva aspirazione, può essere ripetuta più volte, ad esempio inserendo in successione diverse siringhe contententi una qualsivoglia soluzione di lavaggio all'interno di detta almeno una camera cilindrica 1011<1>provvista di membrana selettivamente permeabile 1026 e/o prevedendo due o più di dette camere 1011<1>all'interno del cilindro 101.
Secondo una forma esecutiva preferita per mantenere le dimensioni del cilindro ridotte e facilmente maneggevoli è possibile prevedere nel primo cilindro sei camere, con quattro camere cilindriche 1011<1>provviste di membrana selettivamente permeabile 1026.
Ovviamente nel caso fossero presenti più camere 1011<1>la fase di lavaggio prevede la rotazione del primo cilindro 101 sul secondo cilindro in modo da portare ciascuna camera 1011<1>contenete la siringa con la soluzione di lavaggio in comunicazione con la camera 1021 contenente 11 materiale adiposo da trattare.
Detto agglomerato adiposo può essere soggetto a ripetuti lavaggi tramite l'iniezione a pressione di sostanze liquide, quali soluzioni fisiologiche sterili, in modo tale da ottenere un agglomerato cellulare con un elevato grado di purezza, ossia privo di olio, sangue, soluzione anestetica utilizzata durante la fase di prelievo, o detriti cellulari.
Il fatto che il dispositivo 1 oggetto della presente invenzione possieda una o più camere cilindriche per l'alloggiamento di siringhe contenenti liquidi di lavaggio, od eventualmente liquidi miscelati con altri componenti naturali o sintetici per il trattamento della massa cellulare, le quali siringhe possono essere facilmente sostituite, durante la procedura di trattamento del materiale biologico, consente che detto dispositivo 1 possa essere utilizzato più volte per lo stesso paziente, durante ripetuti cicli di prelievo di materiale adiposo.
Inoltre il ciclo di lavaggio può essere ripetuto un numero infinito di volte, essendo sufficiente prevedere una o più siringhe contenenti soluzione di lavaggio e/o una o più camere cilindriche 1011<1>di inserimento di dette siringhe.
La fase finale del metodo di trattamento del materiale biologico secondo la presente invenzione prevede la rotazione del primo elemento cilindrico 101 in modo tale da portare la camera 1021 contenente la massa cellulare con agglomerati cellulari di dimensioni ridotte, lavata tramite soluzione liquida sterile e separata dalla fase liquida, in comunicazione con la camera cilindrica 1011<11>priva di membrane o reti ma contenente lo stantuffo con asta lunga la cui compressione permette la fuoriuscita del materiale adiposo oggetto del trattamento sopra descritto attraverso l'apertura di uscita 1321 della camera 1021.
Come precedentemente descritto detta apertura di uscita 1321 chiudibile, ad esempio tramite tappi sterili avvitati o inseriti a scatto, durante la fase di riduzione delle dimensioni degli agglomerati cellulari e durante la fase di lavaggio e separazione del componente solida dalla componente liquida, può essere provvista di mezzi per realizzare un collegamento a tenuta stagna con altri dispositivi, quali un contenitore di raccolta od una siringa che potrà essere utilizzata per il trapianto.
Il materiale biologico preparato, attraverso l'apertura di uscita 1321, provvista di connettore luer look complementare all'attacco luer look di una siringa, viene trasferito all'interno di detta siringa che potrà essere utilizzata per il trapianto.
Il dispositivo sopra descritto consente quindi in poche e semplici fasi di trattare materiale biologico in ambiente completamente sterile.
Il dispositivo 1 è stato descritto come composto da due elementi cilindrici ma ovviamente è possibile che dette due componenti sia costituiti da un qualsivoglia prisma, ad esempio avente pianta esagonale .
La massa di tessuto adiposo preparata con il dispositivo 1 sopra descritto e costituita principalmente da adipociti, ma anche da altre tipologie di cellule che possono essere presenti in un lipoaspirato, perfettamente sane e vitali, può essere utilizzata per eseguire trapianti per il rimodellamento del viso e/o del corpo.
Di seguito è riportato un esempio di come può avvenire la fase di trapianto del materiale biologico preparato con il dispositivo 1 sopra descritto.
Eseguito il disegno e dopo un'accurata disinfezione delle aree riceventi, si procede con l'introduzione dell'ago o della microcannula della siringa contenente la sospensione cellulare preparata nel tessuto sottocutaneo o muscolare creando una rete tridimensionale di tunnel all'interno dei quali sono inserite minime quantità di agglomerati cellulari.
Detta operazione è eseguita preferibilmente con cannule sterili monouso a punta smussata, con attacco luer lock, aventi un diametro estremamente ridotto.
La riduzione delle dimensioni dei tunnel realizzati nei tessuti trattati favorisce l'integrazione delle cellule, degli agglomerati cellulari negli spazi interstiziali del tessuto sottocutaneo o all'interno del tessuto muscolare, diminuendo gli effetti traumatici dell'intervento e favorendo un rapido ritorno ad una normale consistenza dei tessuti sottoposti al trattamento di alimento di volume e rimodellamento.
La realizzazione quindi nei tessuti di tunnel con diametri ridottissimi ottimizza il risultato ricostruttivo volumetrico e/o di stimolazione biologica dei tessuti. Infatti grazie alla riduzione delle dimensioni dei lobuli di grasso in tanti agglomerati di cellule fa aumentare la superficie di contatto tra massa iniettata e i tessuti oggetto del trattamento, favorendo la stimolazione biologica delle aree interessate e quindi l'integrazione del tessuto adiposo trapiantato.
L'utilizzo di dette cannule particolarmente sottili, idealmente inferiori a 1 mm, è reso possibile grazie alla riduzione delle dimensioni del grasso lobulare lipoaspirato tramite il passaggio di detto lipoaspirato attraverso i mezzi di riduzione 1013 costituiti da una rete di filo o lamine sottili a maglie di dimensioni estremamente ridotte che lasciano passare agglomerati cellulari con dimensioni dell'ordine di micron.
La mancata riduzione delle dimensioni del materiale adiposo infatti causa l'intasamento delle cannule utilizzate nella procedura di trapianto.
In alternativa alle cannule sterili con punta smussata per il trapianto delle cellule adipose è possibile utilizzare una apposita cannula ad andamento elicoidale o a spirale 103 con punta appuntita o smussata come quella illustrata in figura 16.
Tale tipo di cannula 103 permette di trapiantare gli agglomerati cellulari di tessuto adiposo anche in tessuti di notevole consistenza o particolarmente delicati, come derma, tessuti cicatriziale, osso, cartilagine, miocardio od in altri organi, attraverso un singolo punto di iniezione che permette però di trattare un certo volume tessutale. La cannula infatti viene introdotta con un movimento rotatorio in modo tale da permettere l'ingresso della spirale nel tessuto. La cannula viene poi estratta nello stesso modo con la contemporanea iniezione nel tessuto degli agglomerati o clusters cellulari di tessuto adiposo. In questo modo si aumenta in maniera significativa, rispetto alla singola iniezione di una ago rettilineo, la quantità di tessuto adiposo trapiantato per unità di volume e contemporaneamente si aumenta il volume di tessuto trattato senza ridurre la superficie di contatto del tessuto adiposo iniettato con il tessuto ricevente, e quindi il potenziale di vascolarizzazione delle cellule iniettate, in quanto il tessuto adiposo è rilasciato come strisce o cordoni sottilissimi di cellule, grazie al diametro ridotto della cannula, e lungo un tragitto a spirale.
L'utilizzo di dette cannule, che permettono di rilasciare il materiale adiposo preparato, contenente oltre ad adipociti anche altri tipi di cellule tra cui cellule staminali, lungo un percorso spiraliforme all'interno dei tessuti da trattare, è particolarmente indicato quando non è possibile eseguire la tecnica di lipostruttura secondo Coleman, ossia la realizzazione di una rete di tunnel nel tessuto da trattare, a causa ad esempio di una eccessiva consistenza del tessuto da trattare, o quando si desidera limitare interventi eccessivamente traumatici sul tessuto, come ad esempio nel caso di trattamento del miocardio.
Oggetto della presente invenzione è anche un tessuto lipidico per l'esecuzione di autotrapianti composto da cellule, eventualmente frammenti cellulari, e/o agglomerati di cellule, in particolare adipociti e cellule staminali, di dimensione uniformi con diametri medi compresi tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente da 0,25 a 1,5 mm, in special modo all<1>incirca 0,75 mm.
Detto tessuto adiposo a seguito della preparazione a cui è sottoposto presenta una frazione liquida, priva di impurità, miscelata agli agglomerati cellulari estremamente ridotta e sufficiente a facilitare l'introduzione delle cellule nei tessuti da trattare.
Detta frazione liquida può essere inferiore a circa il 2% in peso del tessuto adiposo preparato per il trapianto.
Oggetto della presente invenzione è altresì un kit, preferibilmente sterile e monouso contenente:
- almeno un primo cilindro 101 con una o più camere cilindriche passanti longitudinali provviste di mezzi di riduzione 1013 delle dimensioni del materiale adiposo lobulare, ossia di macroagglomerati di cellule, ottenuto tramite liposuzione, in agglomerati cellulari, in particolare adipociti e cellule staminali, di dimensioni ridotte al di sotto di un valore prestabilito, e/o provviste di almeno una membrana selettivamente permeabile 1026 per eseguire il lavaggio e separazione della fase solida cellulare rappresentata da agglomerati cellulari, in particolare adipociti e cellule staminali, da almeno parte della fase liquida, costituita da una componente oleosa, una componente ematica, da liquidi sterili quali liquido anestetico e/o soluzione fisiologica,
- almeno un secondo cilindro 102, accoppiabile al primo, con una o più camere cilindriche passanti longitudinali per la raccolta del materiale adiposo.
Il kit oggetto della presente invenzione può altresì comprendere, in alternativa od in combinazione tra loro:
- una o più siringhe sterili monouso con differenti volumi e/o uno o più stantuffi con aste di lunghezza diversa,
- uno o più aghi sterili appuntiti o lamette sterili lanceolate di diverse e specifiche dimensioni per permettere l'introduzione transcutanea della cannule da anestesia, prelievo e trapianto.
- una o più cannule sterili monouso con estremità appuntita o smussata, almeno una delle quali presenta un diametro estremamente ridotto, dell'ordine di Imm.
In alternativa od in combinazione a dette cannule a diametro ridotto è possibile prevedere nel kit una cannula ad andamento elicoidale o a spirale 103 con punta appuntita o smussata, come quella illustrata in figura 16, che come sopra descritto permette di trapiantare la massa cellulare di tessuto adiposo anche in tessuti di notevole consistenza o particolarmente delicati aumentando, con un solo punto di iniezione il volume di tessuto trattato.
Il kit può anche comprendere uno strumento di bloccaggio delle siringhe durante la fase di aspirazione per impedire temporaneamente il ritorno dello stantuffo, ad esempio durante la lipoaspirazione, consentendo una aspirazione del tessuto adiposo meno traumatica.
Le siringhe incluse nel kit possono essere in plastica, preferibilmente con attacco di tipo luer lock o simili, e di vario volume.
E' possibile utilizzare a puro titolo esemplificativo:
- siringhe da 10 a 60 cc per l'iniezione di anestesia locale,
- siringhe da 5 cc con ago per praticare ponfi di anestesia,
- siringhe con volume da 10 cc o superiore collegate a cannule sterili con diametro da 1,5 a 3 min per il prelievo di tessuto adiposo dalle aree donatrici, - siringhe con volume di 1 cc per il trapianto di tessuto.
Il metodo oggetto della presente invenzione, consente quindi di preparare un estratto adiposo, ottenuto ad esempio tramite liposuzione, che si presenta come una miscela di sostanze fluide e frammenti cellulari e uno o più macroagglomerati cellulari di dimensioni eterogenee tra loro, in una sospensione cellulare contenente agglomerati cellulari, in particolare agglomerati di adipociti, con dimensioni ridotte e identiche o simili tra di loro, in ogni caso con dimensioni inferiori ad un certo valore in modo tale da consentire un trapianto, o preferibilmente un autotrapianto in zone del viso o del corpo del paziente che necessitano un intervento riempitivo con effetti traumatici ridotti e accompagnato da una stimolazione biologica dei tessuti coinvolti nell'intervento.
Ovviamente è possibile prevedere che il tessuto adiposo da trapiantare venga ottenuto non solo tramite liposuzione ma anche attraverso altre tecniche note.
Come sopra descritto le dimensioni degli agglomerati cellulari ottenuti sono comprese tra 0,01 mm e 2 miri, preferibilmente da 0,25 a 1,5 mm, in special modo all'incirca 0,75 mm.
Ad esempio è possibile ottenere agglomerati con dimensioni medie pari a 500 μπι, o anche più piccoli, a seconda delle dimensioni delle maglie della rete utilizzata per la riduzione delle dimensioni del materiale lipoaspirato.
La preparazione del materiale adiposo prevede quindi la suddivisione del detto materiale adiposo in frammenti di cellule, cellule o agglomerati cellulari di dimensioni minori rispetto alle dimensioni dei detti macroagglomerati aspirati.
Ovviamente è possibile prevedere che il materiale adiposo prima di essere suddiviso, o durante il passo di suddivisione venga miscelato, ed eventualmente lavato, con una soluzione sterile ad esempio con una soluzione fisiologica sterile.
Gli agglomerati cellulari così ottenuti sono sottoposti ad un ulteriore trattamento che prevede il lavaggio fino a quando la fase liquida di scarto che attraversa la membrana selettivamente permeabile 1026 e si raccoglie nella siringa, non appare perfettamente trasparente.
Vantaggiosamente il lavaggio degli agglomerati cellulari viene eseguito successivamente ai passi di separazione dei lobuli o macroagglomerati di tessuto adiposo e di riduzione delle dimensioni di detti agglomerati in quanto il passaggio attraverso la rete 1013 del tessuto adiposo, che è reso possibile esercitando una pressione sul detto materiale adiposo, può portare alla rottura delle pareti cellulari degli adipociti e alla conseguente formazione di olio che deve essere eliminato dalla sospensione cellulare contenente gli agglomerati cellulari, in modo tale da non compromettere l'esito del trapianto di detto tessuto.
Il passo di lavaggio del materiale adiposo è una fase importante del metodo oggetto della presente invenzione in quanto permette di avere aggregati cellulari integri e di eliminare l'olio ed eventuali detriti cellulari che si formano per rottura delle pareti cellulari degli adipociti durante le fasi meccaniche di prelievo del tessuto adiposo da aree donatrici tramite cannule o aghi, durante il passaggio del materiale adiposo, eseguito sotto pressione, attraverso la rete tagliente 1013 o durante la fase di lavaggio che prevede aspirazione dei liquidi e quindi anche il contatto della massa cellulare con la membrana selettivamente permeabile 1026.
Secondo un'ulteriore variante il passo di lavaggio e separazione delle dette sostanze fluide dai detti agglomerati avviene tramite due o più membrane selettivamente permeabili, ciascuna costituita da una rete con maglie di dimensioni differenti rispetto alla rete adiacente e/o da reti aventi maglie di dimensioni non uniformi tra loro.
Il metodo oggetto della presente invenzione consente, in modo semplice, rapido e poco costoso, di trattare estratti cellulari sottoforma macroagglomerati di cellule miscelati ad una fase liquida, in modo tale da avere aggregati cellulari di cellule integre e vitali di dimensioni prestabilite e sostanzialmente identiche tra di loro o comunque minori di un valore prestabilito, i quali agglomerati sono separati dalla componente liquida contenete liquidi di scarto. Detti agglomerati, opportunamente miscelati con una certa quantità di liquido, ad esempio una soluzione fisiologica sterile, possono essere utilizzati per eseguire trapianti autogeni.
Ovviamente è possibile che il materiale ottenuto dal trattamento dei lobuli adiposi contenga non solo aggregati cellulari ma anche cellule singole e frammenti cellulari da utilizzare come materiale biologico riempitivo.
Il metodo oggetto della presente invenzione quindi non prevede l'utilizzo di enzimi o altri componenti che possano attivare biologicamente le cellule che compongono gli agglomerati ma sfrutta la possibilità di ridimensionare detti agglomerati cellulari in modo tale da avere una maggiore superficie cellulare esposta che potrà venire a contatto con i tessuti trattati durante il trapianto.
Inoltre detti agglomerati cellulari essendo di dimensioni estremamente ridotte, inferiori a 1 mm, possono essere trapiantati utilizzando cannule sottilissime che permettono di rendere l'operazione meno traumatica e l'integrazione nei tessuti ottimale.
Inoltre l'utilizzo di un dispositivo per la preparazione del tessuto adiposo da trapiantare composto da semplici componenti 101, 102 che possono essere collegati tra loro in maniera stagna, consente di creare un sistema chiuso che isola il materiale biologico dall'ambiente esterno e permette di preparalo per l'utilizzo in tempi estremamente rapidi in modo tale da ridurre il rischio di contaminazioni.
Ovviamente è possibile prevedere che il dispositivo, il kit ed il metodo oggetto della presente invenzione siano utilizzati non solo per la preparazione di tessuto adiposo da trapiantare ma per la preparazione di qualsiasi tipo di agglomerato cellulare che deve avere specifiche dimensioni e deve avere un elevato grado di purezza per poter essere utilizzato .

Claims (28)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per la preparazione di tessuto in particolare tessuto adiposo per trapianto, ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione, essendo il detto materiale adiposo costituito da una miscela di sostanze fluide e frammenti cellulari, cellule e da uno o più macroagglomerati cellulari di dimensioni eterogenee tra loro, caratterizzato dal fatto che prevede il passo di suddivisione del detto materiale adiposo in agglomerati cellulari di dimensioni minori rispetto alle dimensioni dei detti macroagglomerati, in modo tale che detti agglomerati cellulari abbiano dimensioni pari o minori rispetto ad un determinato valore, e in modo tale che dette dimensioni siano mediamente uguali tra loro.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che le dimensioni dei detti agglomerati cellulari ottenuti sono comprese tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente da 0,5 a 1,5 mm, in special modo all'incirca 1 mm.
  3. 3. Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che il passo di suddivisione del detto materiale adiposo lobulare estratto in agglomerati di dimensioni minori rispetto alle dimensioni dei detti macroagglomerati viene effettuato mediante almeno un passaggio del detto materiale adiposo lobulare estratto attraverso mezzi di riduzione (1013) costituiti da una serie di lamine disposte parallelamente tra loro o da almeno una rete di fili o lame incrociate tra di loro a formare una rete tagliente, avendo le maglie di detta rete dimensioni identiche tra loro.
  4. 4. Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che in alternativa o in combinazione al passo di suddivisione prevede almeno un passo di lavaggio degli aggregati cellulari eseguito contestualmente ad un passo di separazione della miscela di sostanze fluide dai detti agglomerati cellulari.
  5. 5. Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che il passo di lavaggio e separazione delle dette sostanze fluide dai detti agglomerati avviene tramite una membrana selettivamente permeabile (1026) che permette di trattenere gli agglomerati cellulari, consentendo il passaggio di una miscela di sostanze fluide.
  6. 6. Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che la detta membrana selettivamente permeabile (1026) è composta da almeno una rete a maglie fini e priva di sporgenze e/o superfici che possano danneggiare le pareti cellulari, le cui maglie hanno dimensioni inferiori ai detti agglomerati cellulari.
  7. 7 . Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che le maglie della rete che costituisce la detta membrana selettivamente permeabile è compresa tra 0,01 mm e 1 mm, preferibilmente tra 0,1 mm e 0,5 mm, in special modo all'incirca 0,2 mm mentre la rete (1013) che costituisce i mezzi di riduzione ha maglie con diametro compreso tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente tra 0,5 mm e 1,5 mm, in special modo all'incirca di 1 mm.
  8. 8. Metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che il passaggio del detto materiale adiposo lobulare estratto attraverso mezzi di riduzione (1013) delle dimensioni degli agglomerati e/o il passaggio di una miscela di sostanze fluide attraverso la membrana selettivamente permeabile (1026) avviene tramite un effetto di pressione o aspirazione esercitato all'interno di camere chiuse contenenti detto materiale adiposo e/o detta miscela di sostanze liquide, tramite mezzi di compressione previsti scorrevoli a tenuta all'interno di dette camere.
  9. 9. Dispositivo (1) per la preparazione di tessuto, in particolare tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione, essendo il detto materiale adiposo costituito da una miscela di sostanze fluide, frammenti cellulari, cellule e da uno o più macroagglomerati cellulari di dimensioni eterogenee tra loro, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo (1) è costituito da almeno una camera di raccolta (1021) del materiale adiposo prevista in un elemento di supporto (102), almeno una camera di alimentazione (1011) di detto materiale adiposo, almeno una camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) ed almeno una camera di erogazione o scarico (1011<11>) di frammenti cellulari, cellule e agglomerati cellulari, essendo dette camere (1011, 1011<1>,1011<11>) previste su un ulteriore elemento di supporto (101), le quali camere (1011, 1011<1>,ΙΟΙΙ<11>) possono venire portate in comunicazione alternativamente tra loro con la detta camera di raccolta (1021), essendo previsto un elemento divisorio tra detta camera di raccolta (1021) e detta almeno una camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>), costituito da una membrana selettivamente permeabile (1026) che permette di trattenere la componente cellulare, consentendo il passaggio di una miscela di sostanze fluide, essendo inoltre previsti mezzi per comprimere od aspiratre la materia adiposa e/o la miscela di sostanze fluide da una camera all'altra ed essendo previsti mezzi di spostamento delle camere l'una rispetto all'altra.
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che la membrana selettivamente permeabile (1026) permette il passaggio di almeno parte della fase liquida, costituita da una componente oleosa, una componente ematica, da soluzioni preferibilmente sterili quali liquido anestetico e/o soluzione fisiologica e trattiene la fase solida cellulare, rappresentata da frammenti cellulari, cellule e dagli agglomerati cellulari, consentendo la separazione della fase liquida dalla fase solida, essendo detta membrana selettivamente permeabile (1026) costituita da almeno una rete a maglie fini, priva di parti sporgenti o superfici taglienti o irregolari che possano danneggiare le pareti cellulari, le cui maglie hanno dimensioni inferiori alle dimensioni dei macroagglomerati cellulari estratti e/o degli agglomerati cellulari ridotti dai mezzi di riduzione (1013) delle dimensioni del materiale adiposo.
  11. 11. Dispositivo secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che tra la camera di raccolta (1021) e la camera di alimentazione (1011) sono previsti mezzi di riduzione (1013) delle dimensioni del materiale adiposo in agglomerati cellulari di dimensioni ridotte ed uguali od inferiori ad un determinato valore, i quali mezzi, sono costituiti da una serie di lamine disposte parallelamente tra loro o da almeno una rete tagliente di fili o lamine incrociate tra loro.
  12. 12. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 11 caratterizzato dal fatto che dette camere (1021, 1011, 1011<1>,1011<IX>) sono di forma tubolare con diametri identici tra loro e sono disposte con i loro assi longitudinali fra loro paralleli e sono aperte in corrispondenza dei loro affacciati lati di testa, essendo dette camere di alimentazione, di separazione e raccolta e di erogazione e scarico, spostabili secondo un percorso tale per cui, in alternativa l'una all'altra, i lati di testa aperti della camera di alimentazione (1011), della camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) e della camera di erogazione o scarico (1011<IZ>) sono portati in coincidenza con il lato di testa aperto della camera di raccolta (1021).
  13. 13. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 12 caratterizzato dal fatto che le aperture della camera di alimentazione (1011), della camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) e della camera di erogazione o scarico (1011<11>) sono alternativamente messe in comunicazione a tenuta con l'apertura della camera di raccolta (1021) tramite guarnizioni, o-ring o simili posti intorno a dette aperture.
  14. 14. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 13 caratterizzato dal fatto che detta camera di alimentazione (1011) presenta in prossimità di un suo lato di testa aperto un condotto di alimentazione passante attraverso la sua parete di mantello (1421) per l'introduzione all'interno di detta camera (1011) del materiale adiposo lipoaspirato , ed essendo inserito nell'apertura di detto lato di testa uno stantuffo scorrevole a tenuta all'interno di detta camera (1011) per spingere il materiale adiposo a passare attraverso i mezzi di riduzione delle dimensioni (1013).
  15. 15. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 14 caratterizzato dal fatto che detta camera di raccolta (1021) presenta, sul lato di testa opposto a quello messo in comunicazione alternativamente con l'apertura della camera di alimentazione (1011), della camera di separazione e raccolta (1011<1>) e della camera di erogazione o scarico (1011<11>), un'apertura provvista di un elemento di contatto a tenuta (1321) per il collegamento a tenuta con una siringa, un contenitore o simili.
  16. 16. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 15 caratterizzato dal fatto che attraverso un lato di testa aperto di detta camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) sono inseribili scorrevoli all'interno di detta camera mezzi di compressione quali stantuffi o siringhe, l'estremità delle quali siringhe è accoppiabile a tenuta tramite mezzi di accoppiamento all'opposto lato di testa di detta camera in corrispondenza dell'elemento divisorio costituito dalla membrana selettivamente permeabile (1026) in modo tale che mediante un'azione di compressione ed aspirazione una miscela di sostanze liquide possa passare dalla camera di raccolta (1021) alla camera di separazione e raccolta (1011<1>) e viceversa.
  17. 17. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 16 caratterizzato dal fatto che detta almeno una camera di erogazione o scarico (1011<11>) è priva di strutture fisse interne sporgenti nello spazio interno di detta camera (1011<11>), essendo previsto inseribile attraverso un'apertura della camera uno stantuffo (1014) con asta di lunghezza maggiore della lunghezza di detta camera di erogazione o scarico (1011<11>).
  18. 18. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 17 caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi per l'avanzamento a passi delle camere (1011, 1011<1>,ΙΟΙΙ<11>) lungo un percorso, ciascun passo corrispondendo allo spostamento necessario per portare una delle camere di alimentazione (1011), di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) e una camera di erogazione o scarico (1011<11>) in coincidenza con detta camera di raccolta (1021).
  19. 19. Dipositivo secondo la rivendicazione 18 caratterizzato dal fatto detti mezzi sono costituiti da uno o più denti e rispettive sedi di impegno, previsti sulle superfici a reciproco contatto di detti due elementi di supporto (101, 102) di dette camere .
  20. 20. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 19 caratterizzato dal fatto che l'elemento di supporto (101) di dette camere di alimentazione (1011), di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) e di erogazione o scarico (1011<11>) è di forma cilindrica e gli assi longitudinali di dette camere (1011, 1011<1>,1011<11>) tubolari sono disposti ad una distanza radiale dall'asse centrale longitudinale di detto cilindro (101) identica, essendo la camera di raccolta (1021) disposta in un secondo elemento cilindrico coassiale (102) al primo cilindro, il quale asse longitudinale di detta camera (1021) è parallelo all'asse longitudinale di detto elemento cilindrico (102) e anch'esso ad una distanza radiale dall' asse longitudinale centrale identico alla distanza radiale delle altre camere, essendo i due cilindrici (101, 102) a contatto tra loro con gli affacciati lati di testa e vincolati tra loro a tenuta di liquido, coassialmente e in modo girevole l'uno rispetto all'altro intorno ad un comune asse centrale (A) .
  21. 21. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 20 caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi per consentire l'accoppiamento e la rotazione del primo cilindro (101) rispetto al secondo cilindro (102) , essendo detti mezzi costituiti da un dispositivo a scatto composto da un perno (122) che si diparte dalla base (112) del secondo cilindro (102) o del primo cilindro (101), il quale perno (122) termina con una testa allargata, radialmente comprimibile ed espandibile, che si inserisce in una sede (121) con uno spallamento anulare interno, la quale sede (121) è ricavata nel primo cilindro (101), o nel secondo cilindro (102) e presenta un' apertura di ingresso del perno (122) sulla base (111), in modo tale per cui detto perno (122) a testa allargata si comprime durante l'inserimento ed una volta inserito si espande garantendo il bloccaggio in detta sede (121).
  22. 22. Dispositivo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 9 a 21 caratterizzato dal fatto che il secondo cilindro (102) presenta sulla base (112) affacciata alla base (111) del primo cilindro (101) un prolungamento terminale (132) della parete laterale del cilindro (102), essendo, in condizione accoppiata dei due cilindri (101, 102) l'estremità del primo cilindro (101) di forma e dimensioni tali da poter essere inserita nello spazio delimitato da detto prolungamento (132) fino a battuta contro la base (112) del secondo cilindro (102), o viceversa.
  23. 23. Dipositivo e metodo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni caratterizzato dal fatto che prevede l'utilizzo di un qualsivoglia tessuto differente dal tessuto adiposo.
  24. 24. Tessuto per l'esecuzione di autotrapianti caratterizzato dal fatto che è composto da agglomerati di cellule, in particolare adipociti e cellule staminali, di dimensione uniformi con diametri medi compresi tra 0,01 mm e 2 mm, preferibilmente da 0,5 a 1,5 mm, in special modo all'incirca 1 mm.
  25. 25. Kit per la preparazione di tessuto adiposo per trapianto ottenuto da materiale adiposo lobulare estratto tramite liposuzione, caratterizzato dal fatto che comprende: - almeno un elemento di supporto (102) di almeno una camera di raccolta (1021) del materiale adiposo, - almeno un ulteriore elemento di supporto (101) per almeno una camera di alimentazione (1011) di detto materiale adiposo, di almeno una camera di separazione e raccolta di una miscela di sostanze liquide (1011<1>) ed di almeno una camera di erogazione o scarico (1011<11>) di frammenti cellulari, cellule e agglomerati cellulari, essendo detti elementi di supporto e detta camere (101,102) realizzate secondo una o più delle precedenti rivendicazioni da 10 a 22.
  26. 26. Kit secondo la rivendicazione 25 caratterizzato dal fatto che comprende ulteriormente in alternativa od in combinazione tra loro: - una o più siringhe sterili monouso con differenti volumi e/o uno o più stantuffi con aste di lunghezza diversa , - uno o più aghi sterili appuntiti o lamette sterili lanceolate di diverse e specifiche dimensioni per permetter l'introduzione transcutanea della cannule da anestesia, prelievo e trapianto, - una o più cannule sterili monouso con estremità appuntita o smussata, almeno una delle quali presenta un diametro estremamente ridotto, dell'ordine di Imm, - uno strumento di bloccaggio delle siringhe durante la fase di aspirazione per impedire temporaneamente il ritorno dello stantuffo e consentire un' aspirazione graduale e non traumatica dei tessuti.
  27. 27. Kit secondo la rivendicazione 26 caratterizzato dal fatto che in alternativa od in combinazione a dette cannule a diametro ridotto è prevista una cannula ad andamento elicoidale o a spirale con punta appuntita o smussata (103).
  28. 28. Kit per l'esecuzione di un metodo secondo le rivendicazioni da 1 a 9 comprendente un dispositivo secondo le rivendicazioni da 1 a 22 per il trapianto di tessuti secondo la rivendicazione 23.
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