ITFI960274A1 - Composizione ad uso odontoiatrico per la desensibilizzazione della dentina esposta - Google Patents

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Descrizione dell?Invenzione Industriale dal titolo:
?COMPOSIZIONE AD USO ODONTOIATRICO PER LA DESENSIBILIZZAZIONE DELLA DENTINA ESPOSTA?
RIASSUNTO
La presente invenzione riguarda il settore odontoiatrico e pi? precisamente si riferisce ad una composizione per il trattamento dell?ipersensibilit? dentinale.
Il desensibilizzante ? costituito da due soluzioni distinte da applicare in modo sequenziale sulla dentina esposta. La caratteristica della prima soluzione ? di comprendere due sali solubili di potassio, mentre la caratteristica della seconda soluzione ? di comprendere un sale solubile di calcio ed uno di stronzio.
DESCRIZIONE
Si tratta di una composizione ad uso odontoiatrico per la desensibilizzazione della dentina esposta, o per il trattamento di cavit? atte ad accogliere otturazioni in amalgama, o per il trattamento dei monconi in occasione di applicazione di elementi protesici, comprendente due soluzioni di cui la prima caratterizzata dal fatto che i soluti sono costituiti da Fosfato bipotassico e Carbonato di potassio, e che nella seconda soluzione i soluti sono costituiti da Cloruro di calcio e Cloruro di stronzio.
L?ipersensibilit? dentinale ? un sintomo che l?odontoiatra rileva frequentemente nell? anamnesi odontostomatologica. Il paziente riferisce come un disturbo fastidioso provocato dall?assunzione di alimenti caldi o freddi, zuccherini o aciduli, nonch? dallo spazzolamento.
In corrispondenza delle aree dentali ipersensibili, l?esame ispettivo spesso evidenzia una abrasione o una erosione dello smalto con superficializzazione pi? o meno grave della dentina, in altri casi ? la recessione gengivale che scopre la parte pi? sensibile del dente e cio? la giunzione smalto-cemento.
Si deve ricordare che la polpa ? riccamente innervata e contiene sia fibre nervose di tipo A (mieliniche) che di tipo C (amieliniche). Queste comprendono sia le fibre sensitive afferenti, coinvolte nella trasmissione del dolore, sia fibre simpatiche efferenti, che modulano la microcircolazione. Il dolore evocato dalla stimolazione delle fibre A ? qualitativamente differente da quello provocato dalla stimolazione delle fibre C: mentre il primo ? una senzazione acuta , penetrante o pugnalante, la stimolazione delle fibre C ? generalmente associata ad una senzazione di dolore sordo, bruciante, di pi? difficile sopportazione. Sembra quindi che le fibre A siano responsabili della sensibilit? dentinale, mentre le fibre C rispondono solo quando irritanti esterni raggiungono la polpa (sensibilit? pulpare).
La maggior parte delle fibre nervose entrano nel dente attraverso il forame apicale e si raggruppano in fasci paralleli nella regione centrale della polpa. Dopo essere entrati nel forame apicale i nervi attraversano la polpa radicolare senza quasi emettere collaterali. Gli assoni dei nervi posti nel centro della polpa radicolare non si diramano fino a quando raggiungono la polpa cervicale o coronale. Mentre le fibre nervose passano nella polpa coronale si aprono a ventaglio e si ramificano in pi? piccoli fasci nervosi.
Questi si dividono ripetutamente e forniscono collaterali che formano una estesa rete intrecciata di fibre nervose conosciuta come plesso sottoodontoblastico. Da questo plesso le fibre si estendono verso la dentina. Alcune di queste formano una arborizzazione di delicate fibre terminali che si insinuano pi? o meno profondamente nello strato degli odontoblasti, altre ancora possono attraversare la predentina senza dare collaterali ed entrano nella dentina attraverso i tubuli dentinali. La dentina infatti viene attraversata in senso radiale da innumerevoli tubuli dentinali, che risultano contenere il fluido dentinale. Inoltrandosi nella dentina (in senso centrifugo) la percentuale di tubuli che contengono fibre nevose diminuisce rapidamente. Le fibre nervose penetrano quindi nella dentina per non pi? di alcuni micrometri, pertanto la dentina ? in gran parte sprovvista di fibre nervose.
Diverse sono le ipotesi che cercano di chiarire i meccanismi attraverso i quali avviene la trasmissione degli stimoli dalla superficie esterna del dente fino alle strutture sensoriali della polpa.
Ad oggi la teoria pi? accreditata ? quella idrodinamica della sensibilit? dentinale. In sintesi questa teoria asserisce che avvengono piccoli spostamenti del contenuto fluido tubulare in risposta a stimoli tattili, termici od osmotici. Con l?applicazione di vari stimoli (disidratazione, caldo, freddo, o soluzioni iperosmotiche) ci sar? un conseguente movimento del fluido dentinale dentro i tubuli dentinali ed una consequenziale agitazione dell? odontoblasta, dei suoi processi all?interno del tubulo e dei nervi sensitivi a questi associati. Un tacito assunto della teoria idrodinamica ? che i tubuli dentinali abbiano l?imbocco aperto (per abrasione o erosione dello smalto): la dentina sensibile ? quindi la dentina permeabile. Quando il flusso viene rimosso dalle estremit? dei tubuli dentinali, ad esempio mediante disidratazione con getto d?aria, le forze capillari producono un rapido movimento di fluido verso l?estemo. Questo rapido spostamento del contenuto dei tubuli dentinali ? responsabile della eccitazione dei meccanocettori nervosi situati nella zona tra polpa e dentina, producendo cosi una risposta elettrica. La stimolazione nervosa ? trasmessa pi? facilmente quando le aperture dei tubuli esterne sono ampie ed il fluido dentinale ? facilmente accessibile. Viceversa la sensibilit? dentinale pu? essere considerevolmente ridotta obliterando gli orifizi dei tubuli, cosi? da diminuire la loro conduttanza. Qualsiasi sostanza capace di occludere i tubuli dentinali dovrebbe diminuire la sensibilit?. Questo avviene fisiologicamente quando ad esempio i tubuli sono occlusi alla loro estremit? da tartaro, o da precipitazione intratubulare dei sali minerali salivari, o da formazione di tappi di collagene ecc. Tutti questi processi tenderebbero ad occludere i tubuli dentinali e a diminuire la sensibilit? dentinale.
Si deve ricordare che la dentina normale ? rivestita perifericamente da smalto (nella dentina coronale) e da cemento (nella dentina radicolare). La dentina in queste condizioni non ? effettivamente permeabile.
Esistono per? delle sostanze come il nitrato o il cloruro di potassio capaci di diminuire la sensibilit? dentinale senza per? possedere capacit? di diminuire il flusso fluido attraverso la dentina. Tali osservazioni possono essere spiegate ipotizzando che il nitrato di potassio porti a desensibilizzazione per un aumento della concentrazione degli ioni potassio a livello extra-cellulare. Gli ioni potassio, presumibilmente, depolarizzano la membrana piasmatica deirassone, provocando un iniziale aumento del potenziale d?azione. Dopo l?iniziale depolarizzazione le fibre nervose non possono ripolarizzarsi a causa dei persistenti alti livelli di potassio extra-cellulare. Quindi l?effetto dell?aumento della concentrazione extra-cellulare del potassio consiste nella riduzione dell?eccitabilit? nervosa. Le fibre nervose rimangono ineccitabili per tutto il tempo in cui la concentrazione extra-cellulare di potassio rimane elevata.
Una altra sostanza che sembra ridurre l?eccitabilit? nervosa ? l?eugenolo. Nella pratica clinica vengono utilizzati dei composti chimici o dei trattamenti fisici per cercare di occludere meccanicamente l?apertura dei tubuli dentinali. Tra i primi ricordiamo Tossalato ferrico e potassico (attraverso una reazione con il calcio ionizzato presente nella saliva si formerebbe dell? ossalato di calcio che precipitando occluderebbe gli orifizi dei tubuli dentinali), il nitrato d?argento (ugualmente attraverso la precipitazione di complessi di argento), il floruro di stannio (con precipitazione di complessi di stannio), i sali di stronzio ecc. Oppure sali insolubili quali il fosfato di calcio, l?idrossiapatite, la silice colloidale ecc. che occludono direttamente gli orifizi tubulari. Vengono attualmente usati per tale scopo anche i cementi vetro-ionomerici ed alcuni tipi di resine. Tra i mezzi fisici si pu? ricordare il laser o gli scaler ad ultrasuoni che causano la formazione di una consistente quantit? di detriti (smear layer) con conseguente occlusione dei tubuli.
Attualmente nella pratica, quindi, si procede alla desensibilizzazione della dentina mediante occlusione tubulare chimica o fisica per bloccare il movimento dei fluidi all' intemo dei tubuli dentinali, oppure mediante applicazione di sostanze capaci di bloccare la attivit? nervosa pulpare alterando l eccitabilit? delle fibre nervose sensoriali. Comunque tutte le metodologie di occlusione i tubuli dentinali mediante sali solubili o insolubili e la conseguente desensibilizzazione hanno una durata relativamente breve anche se sono semplici da applicare. Ugualmente i composti ad azione depolarizzante le fibre nervose hanno ima durata di azione limitata (legata al mantenimento di una elevata concentrazione di ioni potassio nel tubulo denti naie, che essendo per? pervio fa fuoriuscire il fluido dentinale e con esso gli ioni potassio). Metodiche pi? nuove, ancora per altro non diffuse nella pratica clinica, che utilizzano i cementi vetroionomerici o le resine fotoindotte portano a risultati migliori per quanto riguarda la durata della desensibilizzazione, ma risultano complesse nella applicazione pratica ed indicate per le erosioni molto profonde. Il trattamento con laser o scaler ad ultrasuoni porta a risultati sovrapponibili, come percentuali di risposta e per durata, a quelli ottenuti con il trattamento topico con i suddetti sali solubili o insolubili, richiedendo inoltre una spesa rilevante per l?acquisto della attrezzatura.
E? scopo della presente invenzione fornire una composizione utilizzata nella terapia della desensibilizzazione dentinale che abbia una spiccata capacit? nella occlusione meccanica dei tubuli dentinali in aggiunta alla capacit? di depolarizzazione nervosa le fibre nervose dentinali, unita alla praticit? d?uso. Questo scopo viene raggiunto dalla composizione secondo linvenzione la cui caratteristica ? di comprendere almeno due soluzioni distinte da applicare in modo sequenziale sulla dentina esposta. Le caratteristiche di tali soluzioni sono di comprendere due sali solubili di potassio per la prima soluzione ed un sale solubile di calcio ed uno di stronzio per la seconda soluzione.
La proporzione ponderale generale per la prima soluzione ? la seguente: Fosfato bipotassico 0,5-20%
Carbonato di potassio 0,5-10%
Clorexidina gluconato 0,2%
Acqua deionizzata 69,8-98,8%
La proporzione ponderale generale per la seconda soluzione ? la seguente: Cloruro di calcio 0,5-20%
Cloruro di stronzio 0,5-10%
Clorexidina gluconato 0,2%
Acqua deionizzata 69,8-98,8%
L?uso combinato e sequenziale delle due soluzioni comporta la formazione istantanea, per una reazione di doppio scambio, di 4 sali insolubili (Fosfato di calcio, Fosfato di stronzio, Carbonato di calcio, Carbonato di stronzio) ed imo solubile (Cloruro di potassio). Viene a formarsi, secondo una reazione istantanea un ?complesso cristallino? formato da 4 sali insolubili che sorprendentemente ha dimostrato capacit? desensibilizzanti a breve (15 minuti) ed a lungo termine (3-6 mesi). La formazione contemporanea del Cloruro di potassio contribuisce all?efficacia nella desensibilizzazione per depolarizzazione nervosa.
E? da sottolineare il fatto che il Cloruro di potassio formandosi per la reazione di doppio scambio rimane in soluzione all?interno del tubulo dentinale quando avviene la formazione del ?complesso cristallino? che occlude l?apertura del tubulo, garantendo quindi livelli di potassio pi? alti nel tempo rispetto ai prodotti precedentemente ricordati, che non occludono il tubulo dentinale, permettendo la fuoriuscita del fluido dai tubuli dentinali e quindi anche degli ioni potassio.
L?uso di una ?cristallizzazione forzata? istantanea per occludere il tubulo dentinale unita alla formazione (sempre all?interno del tubulo) di una sostanza con capacit? depolarizzanti le fibre nervose, non ? noto nella tecnica del settore odontoiatrico, dove invece ? ottimamente utilizzabile secondo la presente invenzione.
E? da sottolineare che nella composizione del desensibilizzante con Fosfato bipotassico e Carbonato di potassio (per la prima soluzione) in proporzioni rispettivamente superiori al 20 e 10% e per la seconda soluzione con Cloruro di calcio e Cloruro di stronzio in proporzioni rispettivamente superiori al 20 e 10%, si ottiene una composizione ugualmente sfruttabile per gli scopi suddetti, ma meno indicata dal punto di vista pratico. Infatti al momento dell? unione delle due soluzioni la formazione dei 4 sali insolubili porterebbe alla formazione di un gel opalescente, meno maneggevole e stendibile sulla superficie da trattare. E? inoltre consigliabile che dinante il prelievo vengano utilizzati 2 distinti pennellini in quanto le soluzioni contenute nei 2 flaconi non devono venire a contatto.
Allo scopo di illustrare meglio la composizione secondo la presente invenzione, si riporta qui di seguito un esempio di composizione.
ESEMPIO
Una composizione ad uso desensibilizzante che utilizza l?uso sequenziale di 2 soluzioni a base di Fosfato bipotassico e Carbonato di potassio, la prima soluzione e a base di Cloruro di calcio e Cloruro di stronzio la seconda soluzione, con le seguenti proporzioni ponderali:
Soluzione N? 1
Fosfato bipotassico 15%
Carbonato di potassio 0,5%
Clorexidina gluconato 0.2%
Acqua deionizzata 84,3%
Soluzione N? 2
Cloruro di calcio 15%
Cloruro di stronzio 9%
Clorexidina gluconato 0.2%
Acqua deionizzata 75,8%
Viene utilizzata nel modo seguente per il trattamento desensibilizzante: dopo aver isolato il campo operatorio con rulli di cotone o mini-diga e rimosso la placca mediante spazzolamento elettrico a basso numero di giri, si deterge la superficie da trattare con pellets di cotone imbevuti di una soluzione disinfettante (es. ipoclorito di sodio 5%).Quindi si asciuga con getto d?aria per circa 15 secondi (l?azione deve tendere a provocare una disidratazione significativa dello strato pi? superficiale della dentina esposta). Si applica mediante pennellino o pellets di cotone o microspugna, strofinando delicatamente, la prima soluzione, per circa 20 secondi. Subito dopo applicare, con le stesse modalit?, la seconda soluzione. Nei casi di marcata ipersensibilit? si ripete l?applicazione seguendo le stesse modalit?. L?azione svolta da suddetta composizione ? duplice sommandosi la capacit? di occludere meccanicamente l?orifizio dei tubuli dentinali attraverso la formazione di un complesso cristallino (in quanto l?applicazione della prima soluzione sulla dentina disidratata provoca, per capillarit?, il riempimento del tubulo dentinale), alla attivit? di depolarizzazione nervosa data dal Cloruro di potassio che si forma sempre all?interno del tubulo per la reazione di doppio scambio.
La composizione pu? essere applicata a quelle regioni dentali dove sia presente una erosione o una usura dello smalto, oppure in quei pazienti dove essendo presente una recessione gengivale viene ad essere scoperta la giunzione amelo-cementizia. La composizione pu? anche essere utilizzata per trattare cavit? profonde atte ad accogliere otturazioni in amalgama oppure applicata sui monconi protesici.

Claims (3)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Una composizione ad uso odontoiatrico per la desensibilizzazione della dentina esposta, o per il trattamento di cavit? in occasioni di otturazioni in amalgama, o per il trattamento dei monconi in occasione di applicazione di elementi protesici, comprendente 2 soluzioni di cui la prima caratterizzata dal fatto che i soluti sono costituiti da Fosfato bipotassico e Carbonato di potassio, e che nella seconda soluzione i soluti sono costituiti da Cloruro di calcio e Cloruro di stronzio.
  2. 2) Composizione secondo la rivendicazione 1 da utilizzare come desensibilizzante il tessuto dent?nale comprendente un solvente ed una sostanza batterio-statica conservante la soluzione stessa.
  3. 3) Composizione secondo la rivendicazione 2 in cui il Fosfato bipotassico ed il Carbonato di potassio per la prima soluzione e il Cloruro di calcio e il Cloruro di stronzio per la seconda soluzione sono uniti al solvente ed al conservante la soluzione secondo la seguente proporzione ponderale generale: Soluzione 1 Fosfato bipotassico 0,5-20% Carbonato di potassio 0,5-10% Conservante 0,2% Solvente 69,8-98,8% Soluzione 2 Cloruro di calcio 0,5-20% Cloruro di stronzio 0,5-10% Conservante 0,2% Solvente 69,8-98,8% 4) Composizione secondo la rivendicazioni precedenti in cui detto solvente ? acqua deionizzata e detta sostanza conservante ? Clorexidina gluconato. 5) Composizione secondo la rivendicazione 4 in cui detti soluti, detto solvente, e detta sostanza conservante sono miscelati nella seguente proporzione ponderale. Soluzione 1 Fosfato bipotassico 15% Carbonato di potassio 0,5% Clorexidina gluconato 0,2% Acqua deionizzata 84,5% Soluzione 2 Cloruro di Calcio 15% Cloruro di stronzio 9% Clorexidina gluconato 0,2% Acqua deionizzata 75,8% 6) Composizione ad uso odontoiatrico per la desensibilizzazione della dentina esposta, per il trattamento desensibilizzante di cavit? atte ad accogliere otturazioni in amalgama o per il trattamento di monconi in occasione di applicazione di elementi protesici, sostanzialmente come sopra descritto ed esemplificato.
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