ITFI20110037A1 - Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto per ottimizzazione di fronte d'onda oculare. - Google Patents

Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto per ottimizzazione di fronte d'onda oculare. Download PDF

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    • G02C2202/22Correction of higher order and chromatic aberrations, wave front measurement and calculation

Description

Descrizione dell'invenzione industriale a titolo:
"Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto per ottimizzazione di fronte d'onda oculare"
RIASSUNTO:
L'invenzione à ̈ un procedimento innovativo per la progettazione e la costruzione di lenti a contatto morbide le cui proprietà rifrattive sono mirate a compensare irregolarità anche complesse del fronte d'onda oculare del1'ametrope per cui sono costruite .
L'invenzione prevede la rielaborazione di un fronte d'onda digitale dell'occhio con tecniche di ray-tracing tridimensionale in modo da correggerne le aberrazioni non solo per i difetti usuali di defocus e astigmatismo (aberrazioni di secondo ordine), ma anche per aberrazioni di ordine superiore.
L'invenzione prevede in particolare la possibilità di calibrare la correzione del fronte d'onda specifica per il paziente che può essere configurata in modo da compensare deviazioni soggettive del comportamento rifrattivo, tipicamente per le aberrazioni di ordine superiore, legate al sistema visivo complessivo specifico del1'ametrope, deviazioni della distribuzione del film lacrimale tra lente e cornea rispetto a quella attesa, o altri fattori soggettivi.
Il procedimento prevede quindi una descrizione numerica della geometria della lente, che viene tradotta su supporto compatibile con una macchina a controllo numerico per la sua costruzione .
Nel seguito la superficie della lente che à ̈ a contatto della cornea sarà anche indicata come faccia posteriore della lente, mentre la superficie opposta sarà anche detta faccia anteriore o frontale della lente.
DESCRIZIONE:
La presente invenzione à ̈ un procedimento innovativo per il progetto e la realizzazione di lenti a contatto morbide per la correzione di ametropie più complesse ed in modo più accurato rispetto alle tecniche convenzionali.
Le proprietà rifrattive della lente a contatto sono definite in base ad una rappresentazione elettronica del fronte d'onda oculare, invece che in base ai parametri convenzionali di correzione sferica e cilindro (ovvero defocus ed astigmatismo), come accade nella pratica odierna. In altre parole, in questa invenzione, la costruzione della lente a contatto à ̈ mirata a correggere la forma del fronte d'onda oculare naturale, per convertirla in un fronte d'onda piano.
Mentre la tecnica convenzionale, basata su misure rifrattive fatte con occhiale di prova od autorefrattometro convenzionale, à ̈ basata sulla correzione dei due soli parametri rifraitivi principali, defocus ed astigmatismo, appunto, la tecnica oggetto della presente invenzione à ̈ basata sulla correzione dell'intera superficie del fronte d’onda oculare rilevata entro il foro pupillare, correggendone le componenti irregolari ed asimmetriche associate ad aberrazioni di ordine elevato, oltre a quelle convenzionali, associate ad ad aberrazioni di secondo ordine (defocus ed astigmatismo, appunto) .
I benefici sono di due tipi principali rispetto alle tecniche convenzionali: da un lato, nel caso di occhi con difetto rifra ttivo ordinario, dove le aberrazioni di secondo ordine sono dominanti, à ̈ possibile ottenere una acuità visiva superiore, in quanto si correggono componenti del difetto visivo altrimenti trascurate, sebbene minoritarie; dall'altro, nel caso in cui siano presentì aberrazioni di ordine elevato che siano particolarmente rilevanti, à ̈ possibile una buona soluzione del problema rifrattivo che non sarebbe possibile con lenti tradizionali (in particolare con lenti morbide tradizionali).
È evidente che la correzione ottenuta à ̈ specifica per l'occhio di cui viene rilevato il fronte d’onda. Questo rende la soluzione strettamente personalizzata per l'ametrope per cui si intendono costruire queste lenti.
Allo stesso tempo, poiché la geometria della lente risultante à ̈ descritta numericamente, può essere costruita con un alto grado di ripetibilità e realizzabile industrialmente con una macchina a controllo numerico, tipicamente per tornitura CNC con utensile oscillante, da un laboratorio convenzionato con lo studio dell'appiicat ore.
Nella tecnica contattologica, la superficie posteriore della lente a contatto viene definita in modo da soddisfare i requisiti applicativi per l'occhio in esame, ovvero garantire una stabilità della lente, dinamica e ricambio lacrimale tra lente e cornea ottimali. La faccia posteriore della lente deve inoltre rispondere a requisiti di regolarità geometrica per ottimizzare il comfort e la tollerabilità della lente stessa. Lo spessore della lente viene definito come compromesso ottimale tra stabilità dimensionale della lente, massa della stessa, comfort e permeabilità ai gas metabolici.
La superficie anteriore della lente à ̈ dedicata alla correzione rifrattiva, ed à ̈ quella alla cui definizione à ̈ dedicata questa invenzione .
Il fronte d'onda oculare rilevato da un aberrometro viene oggi tipicamente descritto numericamente tramite polinomi di Zernike , ma altre rappresentazioni potrebbero essere utilizzate dall<1>aberrometro senza uscire dall'ambito del trovato, potendosi convertire matematicamente il fronte d'onda rilevato in rappresentazione di Zernike.
Una volta definita la geometria della superficie posteriore della lente, lo spessore della stessa, e la superficie del fronte d'onda oculare da correggere, la definizione della su-perficie anteriore della lente risulta dalla soluzione del problema di ray-tracing tridimensionale associato alla configurazione di lente e fronte d'onda oculare indicati, imponendo che il fronte d'onda risultante dalla combinazione fronte d'onda oculare lente sia piano, ovvero privo di aberrazioni inclusi defocus ed astigmatismo.
Il metodo ray-tracing così utilizzato fornisce una descrizione per punti della superficie frontale della lente. Utilizzando gli strumenti di calcolo ed informatici oggi disponibili à ̈ possibile calcolare le coordinate di tale superficie con risoluzione sufficiente (tipicamente dell'ordine di 10 Î1⁄4πι) per la costruzione della superficie ai fini ottici rìfrattivi Le coordinate così calcolate possono essere trasferite ad una macchina a controllo numerico per la realizzazione della lente, tipicamente un tornio a controllo numerico equipaggiato con utensile oscillante sincronizzato con la rotazione del mandrino.
È importante a questo punto fissare l'attenzione su alcuni aspetti importanti dal punto di vista dell'efficacia della soluzione proposta.
In primo luogo bisogna osservare che durante l'uso la lente a contatto si muove (e si deve muovere) sulla cornea, principalmente a seguito dell'ammiccamento, con uno spostamento periodico tipico di circa 1-1.5 min. Questo comporta che la superficie di correzione rifrattiva della lente sì muove rispetto al fronte d'onda oculare da correggere. Evidentemente il risultato à ̈ che la superfìcie correttiva ed il fronte d'onda da correggere sono in relazione dinamica e non sono sempre allineati durante l'uso della lente. Considerando che siamo interessati a correggere aberrazioni di ordine elevato, e che tali aberrazioni sono associate a variazioni di fronte d'onda spazialmente ridotte entro il perimetro pupillare, questo disallineamento può comportare una degradazione dell'acuità visiva. Per ovviare a questo problema, la presente invenzione prevede che la correzione delle aberrazioni associate ai diversi modi ed ordini dei polinomi di Zernike descrittivi del fronte d'onda venga modulata da coefficienti di peso variabili per ordine e frequenza dei polinomi associati.
I coefficienti di Zernike, descrittivi del fronte d'onda da correggere, dei polinomi di ordine e/o frequenza più elevati, sono associati ad aberrazioni di ordine più elevato ed a dimensione spaziale (o perìodo di oscillazione spaziale) più ridotto, ovvero più sensibili ad un disallineamento spaziale tra fronte d'onda da correggere e superficie correttiva.
La presente invenzione prevede che nel calcolo della superficie frontale della lente (correttiva del fronte d'onda, per mezzo di ray-tracing tridimensionale) i coefficienti di Zernike descrittivi del fronte d'onda vengano moltiplicati da un vettore dì coefficienti di peso variabili per ordine e/o frequenza dei polinomi associati. Tipicamente i coefficienti di peso associati ai polinomi di ordine 2 sono pari a 1 (piena correzione di defocus ed astigmatismo), ed i coefficienti cienti Cn<ra>sono strettamente minori di 1 per ordine maggiore di 2.
- I modi di Zernike di ordine n piu basso presentano un periodo medio di oscillazione p più ampio, e quindi sono associati a coefficienti di peso C più elevati, così come i modi di Zernike a frequenza m più bassa, quindi Cn<m>sono decrescenti, o comunque non crescenti, all 'aumentare dell'ordine n e/o della frequenza m.
- I coefficienti Cn<m>sono inversamente proporzionali, o comunque decrescenti, all'aumentare del disallineamento d.
- I coefficienti Cn<m>sono pari a zero per valori dell'or¬
dine n oltre cui ~ >— , per cui la funzione precedenza 2
te si considera degenere. In pratica i coefficienti Cn<ra>sono tìpicamente maggiori di 0 per n almeno pari a 4.
Mentre le considerazioni fatte a proposito di questo primo aspetto sono applicabili anche a lenti rigide e rigide gas permeabili, il secondo aspetto da considerare riguarda specìficamente lenti a contatto morbide.
Per loro natura, queste lenti, quando sono a contatto con la cornea, tendono a seguire, con la loro superficie posteriore, la forma della cornea stessa. Data la natura elastica e defor-mabile del materiale, risulta difficilmente accurato prevedere la forma esatta della lente una volta applicata sull'occhio (ricordiamo che le variazioni di fronte d’onda e le conseguenti deviazioni della superficie anteriore della lente associate ad aberrazioni di ordine elevato sono dell'ordine del micron), anche in associazione con il movimento della lente sull'occhio sopra citato.
D'altro canto la forma naturale (ovvero quando la lente non à ̈ applicata sull'occhio) della superficie posteriore della lente à ̈ sempre molto regolare: la quasi totalità delle lenti morbideà ̈ costruita con curva base (superficie posteriore) sferica o torica, o, più raramente, con curve coniche. Questo perché nella pratica ormai consolidata questa costruzione rappresenta la migliore soluzione in termini di tollerabilità e prevedibilità applicativa della lente morbida. In particolare il raggio di curvatura della superficie posteriore viene scelto in modo che tale superficie segua la curvatura media della cornea quando la lente à ̈ applicata, garantendo comunque il necessario movimento della lente sull'occhio. Nella presente invenzione la superficie posteriore viene costruita sferica o, se asferica, comunque con simmetria rotazionale: l'eventuale correzione dell'astigmatismo viene infatti demandata alla superficie anteriore della lente, così come la correzione di tutte le altre componenti rifrattive, mentre evidentemente una volta applicata la superficie posteriore seguirà la curvatura media della cornea nei due meridiani principali.La questione a questo punto sorge a proposito delle deviazioni della forma della cornea dalla curvatura media, ovvero delle
irregolarità morfologiche a scala più fine rispetto alla sfera o toro di curvatura media nei due meridiani principali.
Nel procedimento oggetto della presente invenzione si tiene conto della considerazione che, dato che la superficie posteriore viene costruita sferica (o comunque con simmetria rotazionale) , che la lente viene costruita in modo che una volta applicata la faccia posteriore segua la curvatura media della cornea, la congruenza morfologica tra la cornea e la superficie posteriore della lente, una volta applicata, sarà totale per quanto riguarda la curvatura media nei due meridiani principali, e risulterà da un equilibrio dinamico per quanto riguarda le irregolarità morfologiche a scala più fine. Tale equilibrio dinamico essendo legato a vari fattori, tra cui principalmente le proprietà elastiche del materiale della lente, e le proprietà del film lacrimale {densità, tensione molecolare, viscosità, volume ecc.).
Tenendo conto che le aberrazioni oculari sono statisticamente per l'80% determinate dalla morfologia corneale, nel nostro procedimento si assume che le aberrazioni di ordine elevato siano associate alle irregolarità morfologiche a scala più fine della cornea. Per aberrazioni di ordine elevato si intende anche qui quelle di ordine superiore a 2, ovvero quelle associate alla curvatura media della cornea nei due meridiani principali. Tali aberrazioni di ordine elevato (più precisamente la componente corneale di esse) si manifesteranno oltre la superficie posteriore della lente in misura residuale tanto maggiore quanto maggiore sarà la congruenza morfologica tra la cornea e tale superficie posteriore.
Bisogna intatti considerare che il film lacrimale residuo tra lente e cornea sostituisce ai fini rifrattivi la superficie corneale con la superficie del film lacrimale a contatto con la lente applicata. A causa della elasticità del materiale della lente, questa superficie tra lente e film lacrimale, subirà una parziale regolarizzazione, rispetto alla superficie corneale. Le componenti aberrative di ordine elevato della superficie corneale dovranno, per un risultato ottimale, essere corrette in modo parziale, rispetto a quanto rilevato dall<1>aberrometro in assenza di lente applicata. Quindi utilizzando di nuovo dei coefficienti di peso gradualmente decrescenti con l'ordine della componente dì Zernike associata, e di valore compreso tra 0 ed 1: and esempio 0.80, 0.50, 0.30,
La compensazione dipende dalla elasticità del materiale.
Utilizzando un materiale molto elastico, ad esempio molto sottile e/o idrogel ad alta idratazione, con un contenuto in acqua del 70%, la compensazione dovuta al film lacrimale sarà più limitata, ed utilizzeremo coefficienti di peso più elevati: ad esempio 0.90, 0.70, 0.50 per componenti rispettivamente di ordine 3, 4, 5.
Utilizzando un materiale poco elastico, ad esempio più spesso o a bassa idratazione, quale HEMA (idrossietilmetacrilato) al 38% in acqua, i coefficienti più saranno bassi; ad esempio 0.70, 0.50, 0.30 per le stesse componenti di cui sopra.
In sintesi, anche per quanto riguarda il problema della congruenza morfologica tra la superficie posteriore della lente a contatto morbida e la cornea, nella presente invenzione si fa uso dei coefficienti di peso per le componenti aberrative di ordine elevato che abbiamo precedentemente introdotto. Utilizzando infatti coefficienti di peso < 1 si corregge qui la compensazione residua delle aberrazioni di ordine superiore indotta dal film lacrimale sotto la lente morbida.
Va spiegato che ci siamo qui dilungati a descrivere il comportamento della lente morbida costruita secondo il procedimento qui descritto rispetto alle irregolarità morfologiche corneali perché à ̈ in questa condizione che tali irregolarità diventano più rilevanti. Infatti:
Abbiamo già detto che le irregolarità morfologiche corneali sono statisticamente responsabili dell'80% delle aberrazioni oculari totali di ordine elevato.Nel caso di applicazione di lenti rigide, tali componenti corneali sono quasi completamente compensate dal film lacrimale tra cornea e lente (rigidamente nota nella sua forma).
Nel caso di cornea molto irregolare, l'applicazione di una lente a contatto morbida tradizionale fornisce risultati tipicamente insoddìsfacenti sotto il profilo della acuità visiva, proprio per la mancanza dì correzione delle aberrazioni (corneali) di ordine elevato che la presente invenzione invece reaiizza.
Per completezza di informazione, va qui indicato anche che una cornea molto irregolare à ̈ tipicamente anche una cornea patologica o comunque dai requisiti di tollerabilità fisiologica più stringenti di una cornea regolare. Per questo motivo, oltre che per il conseguimento di una migliore acuità visiva, in questi casi le lenti rigide gas permeabili(RGP) sono preferite nella pratica contattologica professionale. È infatti noto nella disciplina che le lenti RGP correttamente applicate sono sotto il profilo della fisiologia dell'occhio in generale, e della cornea in particolare, di norma sempre più tollerabili delle lenti morbide. Questo specialmente in associazione con porto regolare e prolungato per gran parte della giornata della lente a contatto. Ciononostante, la possibilità di poterutilizzare, sotto la supervisione del contattologo, anche lenti morbide con una migliore acuità visiva delle tradizionali, può portare anche in questi casi ad un miglioramento della qualità della vita. Ad esempio per un uso non prolungato in occasione di attività sportiva di movimento, condizione in cui la lente RGP può risultare meno pratica da utilizzare. Il porto limitato nel tempo della lente morbida garantirebbe comunque la sicurezza dell'ametrope sotto il profilo della fisiologia e del metabolismo corneale. Altre condizioni d'uso possono evidentemente essere considerate senza uscire dall'ambito del trovato.
DESCRIZIONE DEI DISEGNI:
In figura 1 Ã ̈ rappresentato uno schema a blocchi del procedimento oggetto della presente invenzione, in cui si evidenziano i passi principali dello stesso.
DESCRIZIONE DI UN MODO DI ATTUAZIONE DELL'INVENZIONE
In una modalità di attuazione dell'invenzione, si procede innanzitutto ad acquisire il fronte d'onda oculare per l'occhio da correggere. Si assume che il fronte d'onda sia espresso in forma di polinomi di Zernike o in una forma matematicamente riconducibile a questa.
In pratica, sia definito il fronte d'onda oculare da correggere seguendo lo standard indicato in: Thibos et al. "Standards for Reporting thà ̈ Optical Aberrations of Eyes", Conference Paper, Vision Science and its Applications (VSIA), Santa Fe, New Mexico, 11 febbraio 2000:
fi-(p .o)= v x y:-z;;(p.o)
/!— 0.“ \Λ' m =-/f . — /f 2r·â€™./I
dove N Ã ̈ l'ordine massimo dei polinomi nella rappresentazione, p e Î ̃ indicano la coordinata radiale ed angolare entro il fronte d'onda, P i coefficienti rappresentativi rilevati dal-1 'aberrometro.
Nella presente invenzione l'espressione del fronte d'onda da correggere viene sostituita da:
ϊΓ(Ï .()ι= ∑ ∑ C;;'- P:’-Z;(P .O)
n «Ct- V m *=“tt,“« *, «
dove vengono introdotti i coefficienti di peso C di cui abbiamo trattato.
Come già detto, tipicamente i valori dei coefficienti C sono: cJJ=cr<="'>=o cr<"'>=i o<c;2<"><i
Piu in dettaglio, si considerino ad esempio le componenti di ordine 4 le cui oscillazioni hanno periodo:
D JI
in senso radiale, e radianti in senso angolare.
i 2
Considerando un diametro pupillare D di 6 mm, questo equivale a oscillazioni spaziali di periodo di circa 3-4 mm:
~ — Zmm in senso radiale, e 4.5 mni in senso angolare
Considerando inoltre un disallineamento medio della lente di circa+/-0.5 mm durante il suo movimento, si può considerare
7Γ
uno sfasamento medio di circa 2 XrrX( radianti, per cui 4
utilizziamo :
C*~<'">= cosi -) = 0.7
4
Riassumendo, completando in modo analogo, la serie completa risulta, scegliendo di limitarci al 5° ordine:
Cj}=CT"<'>-0 CT<">= 1<C>T<">=0.9 ΓΓ =0·7 ΓΓ<">=0.5 c;:^ =0
Questi coefficienti di peso possono essere ulteriormente ottimizzati a seguito di valutazioni statistiche di test applicativi sulla popolazione, in base al tipo di cornea in esame (ad. es. regolare, astigmatica, cheratocono, post-operatoria di peso associati ai polinomi di ordine superiore sono decrescenti {o più precisamente non crescenti) per ordine e/o frequenza degli stessi con valori tra 0 ed 1 (le componenti di ordine 0 — pistone - ed 1 - lineari - sono tipicamente trascurate).
Per meglio chiarire questo aspetto, si consideri ad esempio la correzione di un profilo sinusoidale
57— scu { x)
per mezzo di un profilo correttivo anch'esso sinusoidale
S2 = C<'>Xsenf.v—/)
dove C rappresenta un coefficiente di peso, ed f uno sfasamento del profilo correttivo.
Si tratta evidentemente di una semplificazione rispetto al caso di correzione di fronte d'onda sopra descritto, in cui ci si sofferma solo sulle componenti oscillanti in senso spaziale dello stesso.
Il profilo risultante dalla correzione di SI con S2 sarà:
SJ = SI — S2 -scii{x ì — CXsen {x ~~ f \ — hX sai( x— g)
Ovvero il profilo risultante sarà ancora sinusoidale, di ampiezza b e sfasamento g .
Con pochi passaggi trigonometrici si dimostra che l'ampiezza minima del residuo b si ottiene quando:
C<'>=cos( f )
ovvero quando il coefficiente di peso associato alla componente da correggere à ̈ minore di 1 in presenza di uno sfasamento f non nullo.
Questo esempio mostra quindi come la migliore correzione di una componente oscillatoria del fronte d'onda da correggere, in presenza di disallineamento, si ottenga introducendo un coefficiente di peso della componente stessa diverso da 1, in particolare minore di 1, e maggiore di zero per disallineamento limitato.
Riassumendo :
Per le componenti di ordine 2 C = 1
- Per le componenti di ordine superiore, la formula prece-dente C=cos{f) applicata al caso applicativo della lente
a contatto conduce a porre j — 2Χττ(— , dove d à ̈ l'ampiezza P„
media del movimento della lente, e pa<m>à ̈ il periodo medio di oscillazione spaziale del polinomio di Zernike Z„<m>associato di ordine n e frequenza m.
Una definizione rigorosa del periodo medio di oscillazione spaziale del polinomio di Zernike presenta la difficoltà che non tutti i polinomi di Zernike presentano un profilo strettamente periodico, ma comunque e caratteristico delle componenti di alto ordine un profilo ondulatorio, o in senso radiale o ii senso angolare o in entrambi . Per cui nella presente invenzione si possono approssimare i coefficienti C se<ondo le principali carat-
d teristiche funzionali della fun:ione C«=cos(2X 7Γ( -j}:
P„
Il disallineamento d à ̈ sempre non nullo, quindi coeffiecc .) e/o possono essere resi accessibili all<1>appiicatore per modificarli secondo la propria conoscenza ed esperienza, ad esempio in funzione delle sue scelte applicative in merito all'entità del movimento della lente.
Per quanto riguarda la dipendenza dei coefficienti C in base al tipo di materiale:
- se si utilizza un materiale sottile (0.05 mm) e/o ad alta idratazione, con contenuto in acqua del 70%, si confermano i coefficienti sopra indicati.
- Se si utilizza un materiale più spesso {0.10 mm) e/o a bassa idratazione (HEMA al 38%), si riducono i coefficienti :
C 0.7 Câ€
Si definisce la forma della superficie posteriore della lente in base a considerazioni note nella pratica contattologica di interazione morfologica e meccanica tra lente e cornea, i cui dettagli esulano da questa descrizione, che à ̈ evidentemente focalizzata sulle proprietà rifrattive della lente.
Si procede quindi al calcolo della superficie anteriore della lente a contatto tramite ray-tracing tridimensionale, in base a :
* forma della superficie posteriore della lente
<•>indice di rifrazione del materiale e spessore della lente
definizione del fronte d'onda da correggere di cui sopra La superficie frontale così trovata risulta definita numericamente per punti.
Si procede quindi a conversione delle coordinate delle superile! della lente in base ai coefficienti di espansione per idratazione ,
Si trasferiscono tali sequenze di coordinate ad un tornio a controllo numerico equipaggiato con utensile di taglio oscillante sincronizzato con la rotazione del mandrino,
È opportuno osservare che in questo processo la descrizione della lente da realizzare risulta completamente definita in forma numerica.
Pertanto tale definizione numerica può essere trasmessa per via telematica dallo studio del contattologo, dove viene esercitata la pratica più propriamente contattologica, al labora-torio dove viene esercitata l'attività di costruzione della lente.
Inoltre, la stessa descrizione numerica della lente può essere registrata su supporto non volatile per poter essere rico-struita a distanza di tempo ad esempio in caso di rottura,
smarrimento, sostituzione programmata, o altro.
In pratica i dettagli realizzativi dell'invenzione potranno variare, senza modificare sostanzialmente i tratti caratteristici della presente invenzione, e senza uscire quindi dall'ambito del trovato.

Claims (3)

  1. "Procedimento dì costruzione di lenti a contatto per ottimizzazione di fronte d'onda oculare" RIVENDICAZIONI : 1) Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto morbide, caratterizzato da correzione rifrattiva del fronte d'onda oculare specifico per l’occhio da correggere. Tale procedimento à ̈ composto dai seguenti passi: - Acquisizione del fronte d'onda oculare dell'ametrope da correggere tramite aberrometro computerizzato. - Qualora il fronte d'onda non fosse espresso in forma di polinomi di Zernike, conversione matematica del fronte d'onda in questa forma, ovvero: /Î ̄·((>.0)= X y /<3>:-Z;;ÃŒP.O) dove ΛΓ à ̈ l'ordine massimo dei polinomi nella rappresentazione, p e Î ̃ indicano la coordinata radiale ed angolare entro il fronte d'onda, P i coefficienti di Zernike del fronte d'onda. - Definizione di un vettore di coefficienti di peso Cn<m>moltiplicativi dei coefficienti di Zernike del fronte d'onda, con la funzione di compensare il disallineamento per movimento per ammiccamento della lente a contatto, secondo lo schema : e più in dettaglio: I coefficienti Cn<e>sono non crescenti al crescere di n e/o m (ordine e/o frequenza) del polinomio di Zernike associato Zf , <0>Sono strettamente minori di 1 per n (ordine) maggiore di 2 ° Sono strettamente maggiori di 0 per n (ordine) almeno fino a 4 ° Sono inversamente proporzionali all'entità del movimento della lente, o comunque decrescenti all'aumento di detta entità. - Definizione del fronte d'onda da correggere tramite la superficie anteriore della lente come: dove vengono introdotti i coefficienti dì peso C sopra menzionati . - Calcolo della superficie anteriore della lente a contatto tramite ray-tracing tridimensionale, in base a: ° forma della superficie posteriore della lente ° indice di rifrazione del materiale e spessore della lente <B>definizione del fronte d'onda da correggere W di cui al passo precedente La superficie frontale così trovata risulta definita numericamente per punti. - Dopo conversione delle coordinate delle superfici della lente in base ai coefficienti di espansione per idrata-zione, trasferimento della geometria lente ad un tornio a controllo numerico con utensile oscillante sincronizzato con la rotazione del mandrino e costruzione della lente.
  2. 2) Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'acquisizione del fronte d'onda dell'occhio da correggere avviene presso lo studio del contattologo, mentre la costruzione della lente avviene da parte di un laboratorio convenzionato con lo studio suddetto, possibilmente separato dallo stesso. E caratterizzato dal fatto che la trasmissione della descrizione numerica della lente da realizzare avviene tramite collegamento telematico tra lo studio ed il laboratorio.
  3. 3) Procedimento di progettazione e costruzione di lenti a contatto secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la descrizione numerica della lente da realizzare viene registrata su supporto non volatile per poter essere ricostruita a distanza di tempo quandunque necessario.
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