ITFI20100049A1 - Impianto di fitodepurazione e relativo kit di montaggio - Google Patents

Impianto di fitodepurazione e relativo kit di montaggio Download PDF

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ITFI20100049A1
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IT
Italy
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discharge
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IT000049A
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Massimo Martini
Simone Mercuri
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Initram Impresa Italia S R L
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    • C02FTREATMENT OF WATER, WASTE WATER, SEWAGE, OR SLUDGE
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Description

IMPIANTO DI FITODEPURAZIONE E RELATIVO KIT DI MONTAGGIO
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce al settore degli impianti di fitodepurazione ed in particolar modo riguarda un impianto di fitodepurazione delle acque di scarico suddiviso in più bacini operanti in serie ed un kit per il montaggio di tale impianto.
Come è noto, con il termine fitodepurazione si intende un processo naturale di trattamento delle acque di scarico di tipo civile, agricolo e talvolta industriale basato sui processi fisici, chimici e biologici caratteristici degli ambienti acquatici e delle zone umide: si tratta sostanzialmente di sistemi ingegnerizzati progettati per riprodurre i naturali processi autodepurativi presenti nelle zone umide.
La fitodepurazione è considerata un trattamento secondario delle acque di scarico essendo preferibilmente impiegata a valle di un primo trattamento primario del refluo (fosse biologiche, degrassatori, fosse settiche, ecc).
Nella maggior parte dei casi gli impianti di fitodepurazione funzionano per gravità senza l’ausilio di organi elettromeccanici (quindi senza consumo di energia elettrica): risultano quindi particolarmente economici in quanto presentano costi di funzionamento sostanzialmente nulli. Vengono solitamente utilizzati per piccole, medie utenze non allacciate alla pubblica fognatura come abitazioni, agriturismi, campeggi, allevamenti, piccoli insediamenti ecc.
Gli impianti più comuni sono del tipo a flusso libero, a flusso sub-superficiale orizzontale (SFS-h), a flusso sub-superficiale verticale (SFS-v) ed ibridi.
Gli impianti di tipo SFS-h e SFS-v sono quelli maggiormente utilizzati: con la definizione orizzontale o verticale si fa riferimento all’andamento del refluo all’interno del bacino di depurazione. Nel caso di impianti a flusso orizzontale il refluo attraversa il bacino orizzontalmente, mentre negli impianti a flusso verticale il refluo è immesso verticalmente e successivamente raccolto dal fondo del bacino da un apposito sistema di captazione che lo invia ad un corpo recettore.
In particolare un impianto di fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale (SFS-h), sistema molto apprezzati per la loro capacità di depurazione di acque reflue sfruttando metodologie del tutto naturali e senza l’apporto di energia aggiunta, è costituito da un letto di terreno saturo realizzato ad esempio in ghiaia e pietrisco contenuto in bacini (che, in genere, presentano profondità variabile tra 0,6÷0,8m). Tali bacini sono realizzati tramite scavi opportunamente impermeabilizzati con rivestimenti in materiale plastico (guaine in PVC, vasche in vetroresina o altro materiale analogo). Sul terreno saturo sono successivamente piantate le essenze vegetali atte alla depurazione delle acque reflue (solitamente vengono utilizzate piante acquatiche con poteri depuranti come la cannuccia di palude o Phragmites australis, la mazzasorda o Typha latifolia, il giunco da corde o Schoenoplectus lacustris ecc.).
L’alimentazione del refluo all’interno del bacino di depurazione è continua ed il liquido scorre in senso orizzontale grazie ad una leggera pendenza del fondo del letto (circa 1%). Inoltre il livello del liquido all’interno rimane costantemente al di sotto della superficie del bacino e il suo valore è governato da dispositivi di regolazione (ad esempio sistemi a sifone) posti a valle del bacino stesso.
La depurazione del liquido di scarico avviene per azione diretta delle piante acquatiche e dei batteri biodegradatori che proliferano all’interno del riempimento del bacino e sugli apparati radicali di tali piante.
Durante il passaggio dei reflui attraverso la parte del terreno interessato dagli apparati radicali delle piante acquatiche (rizosfera) la materia organica viene decomposta grazie all’azione dei microrganismi, l’azoto viene nitrificato e denitrificato ed il fosforo e i metalli pesanti vengono fissati per adsorbimento sul materiale di riempimento.
La vegetazione permette inoltre il pompaggio dell’ossigeno dalla parte emersa alla parte radicale rendendo possibile una migliore ossigenazione del refluo e la creazione di alternanza di zone aerobiche, anaerobiche e atossiche, che favoriscono lo sviluppo di diverse famiglie di microrganismi specializzati e al contempo, la scomparsa dei patogeni, particolarmente sensibili ai rapidi cambiamenti del tenore di ossigeno disciolto.
Infine, i sistemi a flusso sommerso assicurano una buona protezione termica dei liquami nella stagione invernale specie nel caso si possano prevedere frequenti periodi di copertura nevosa. Inoltre, prevengono la formazioni di odori molesti e la presenza di insetti.
Solitamente gli impianti di fitodepurazione sono realizzati in toto da studi professionali e/o imprese specializzate che si occupano sia della progettazione che della costruzione dell’impianto. Difficilmente quindi ditte non specializzate potranno occuparsi della realizzazione di tali sistemi di trattamento secondari. Tuttavia, l’avvalersi di figure professionali specializzate comporta un aumento sostanziale dei costi di realizzazione del sistema di depurazione.
Per rispondere a questa problematica sono stati concepiti, ad opera dello stesso richiedente, impianti di fitodepurazione confezionati, già dimensionati (in pezzature standard che variano in relazione al numero di abitanti equivalenti occupanti l’utenza che deve essere servita) e pronti per la messa in opera. Acquistando questi kit il cliente può costruire indipendentemente (o al più con l’aiuto di una comune impresa edile) e senza l’ausilio di personale specializzato il proprio impianto di trattamento: grazie alla notevole semplicità realizzativa vengono sostanzialmente ridotti i costi di messa in opera dell’impianto, in modo da rendere questo tipo di prodotto facilmente accessibile ad una vasta clientela. Uno degli accorgimenti che rendono estremamente semplice il montaggio di tali kit è che per impermeabilizzare il bacino viene fornita alla clientela una guaina in pezzo unico, preassemblata dal richiedente e che non necessita di ulteriori saldature in fase di messa in opera.
Tuttavia, tale tipo di commercializzazione in kit non è attualmente prospettabile per grandi impianti a vasca unica in quanto, oltre agli eccessivi ingombri di imballaggio, una guaina in pezzo unico per impermeabilizzare bacini di grosse dimensioni avrebbe un peso tale da impedirne un’agevole posa in opera, inficiando così i vantaggi del fai da te. Per tale motivo è preferibile utilizzare impianti strutturati in piccoli bacini operanti a coppia in parallelo e/o anche in serie.
D'altra parte, per impianti operanti in serie è necessario avere la possibilità di escludere uno o più bacini in caso di un eventuale malfunzionamento o della necessità di manodopera garantendo, al contempo, il corretto funzionamento delle restanti vasche. Si deve deviare la portata di refluo in ingresso all’impianto verso i bacini funzionanti, escludendo quelli chiusi o difettosi. Questa funzione presuppone un sistema di bypass esterni ai vari bacini di depurazione. La necessità di inserire bypass, aumenta gli ingombri, i costi di realizzazione e messa in opera dell’impianto. Per questo, ad oggi, impianti predisposti in kit “fai da te” non sono di fatto utilizzabili per applicazioni in serie con bypass in quanto, per la realizzazione di sistemi di collegamento tra i singoli bacini, sono necessari lavori straordinari che solitamente non possono essere eseguiti direttamente dal cliente ma presuppongono l’intervento di personale specializzato.
Lo scopo della presente invenzione è quello di risolvere i problemi sopra descritti fornendo un impianto di fitodepurazione operante con più bacini operanti in serie che abbia costi e lavorazioni di messa in opera contenuti.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello fornire un dispositivo che permetta a chiunque di realizzare in maniera semplice e senza l’intervento di manodopera specializzata un impianto di fitodepurazione suddiviso in più bacini operanti in serie e dotati di un sistema di bypass secondo l’invenzione.
Questo ed altri scopi vengono raggiunti con l’impianto di fitodepurazione suddiviso in più bacini operanti in serie ed il relativo kit per la realizzazione di tale impianto secondo l’invenzione, le cui caratteristiche essenziali sono definite nella prima e nella settima delle rivendicazioni annesse.
Le caratteristiche e i vantaggi dell’impianto e kit secondo l'invenzione risulteranno più chiaramente dalla descrizione che segue di sue forme realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi in cui:
- la figura 1 rappresenta una sezione longitudinale di un modulo base costituente un impianto di fitodepurazione secondo l'invenzione;
- la figura 2 mostra una vista schematica dall’alto del modulo base di figura 1; - la figura 3 rappresenta, sempre in sezione longitudinale, un esempio di impianto di fitodepurazione con due bacini in serie e dotato di sistema di bypass, realizzato dalla combinazione di due moduli base rappresentati in figura 1;
- le figure da 4a a 4c mostrano una schematizzazione del sistema di tubazioni in ingresso ed uscita da rispettivi pozzetti dell'impianto di figura 3, e dei dispositivi di regolazione del flusso connessi a tali tubazioni; e
- la figura 5 rappresenta una schematizzazione del bacino in cui si evidenzia una guaina impermeabilizzante del bacino stesso e flange connesse a tale guaina per il passaggio delle tubazioni in ingresso e uscita dal bacino.
Con riferimento a dette figure, un impianto di fitodepurazione secondo l’invenzione, è realizzabile a partire da un modulo base costruito, vantaggiosamente, da un kit per singolo bacino, e comprenderà di norma almeno due bacini operanti in serie, come rappresentato nell'esempio illustrato. L’impianto potrà evidentemente essere realizzato con un numero di bacini variabile in funzione dell’utenza da servire. I materiali inerti di riempimento R e gli elementi vegetali V destinati a riempire i bacini nella configurazione operativa sono rappresentati esclusivamente in figura 1, e sono in sé e per sé del tutto riconducibili all'arte nota descritta nella parte introduttiva.
Il modulo base, rappresentato nelle figure 1 e 2, comprende un bacino di depurazione 2, un pozzetto di ingresso 1 ed un pozzetto di uscita 3. Replicando per n volte questo modulo si realizza un impianto delle dimensioni volute. Ogni kit comprende il materiale necessario alla realizzazione di un singolo modulo base.
Nel dettaglio, il bacino 2 è realizzato tramite uno scavo generalmente rettangolare avente, solitamente, profondità variabile tra 0,6m e i 0,8m. Tale scavo è caratterizzato da uno sviluppo principale secondo un asse longitudinale X (figura 2) che identifica il flusso del refluo dal pozzetto di entrata all’impianto a quello di uscita all’impianto stesso (secondo la figura 1, rispettivamente i pozzetti di entrata 1 e di uscita 3). Il flusso del refluo identifica anche l’orientazione dell’impianto che presenta una parte a monte (ingresso del liquido di scarico) e una parte a valle (uscita del liquido depurato): nel bacino sono quindi identificabili un lato a monte (2a) ed un lato a valle (2b).
Lo scavo è rivestito da una guaina in PVC 4, che ha lo scopo di impermeabilizzare il bacino (figura 5). La guaina in PVC (o altro materiale analogo adatto all’impermeabilizzazione del bacino), presenta tipicamente lo spessore di circa 1 mm ed è predisposta per l’attraversamento di tubazioni per l’immissione e lo scarico del refluo e di tubazioni di bypass.
Come è mostrato in figura 5, infatti, la guaina presenta appositi fori di passaggio tubi: in corrispondenza di tali fori di passaggio sono saldate flange in PVC 5 (quali quelle ad esempio oggetto del brevetto italiano n. 1333714 di titolarità dello stesso richiedente). Le flange in PVC essendo perfettamente solidali alla guaina, consentono il passaggio delle tubazioni garantendo al contempo una perfetta impermeabilizzazione del bacino.
La guaina 4 presenta dunque in primo luogo un foro di ingresso 40 atto al passaggio di un tubo di ingresso 11. Considerando il fatto che il flusso del refluo all’interno del bacino è realizzato per semplice gravità, il foro di ingresso 40 è collocato in corrispondenza dell’asse X sul lato a monte 2a dello scavo rettangolare, ad altezza prossima a quella della superficie superiore libera del riempimento inerte R (sostanzialmente corrispondente al livello del terreno su cui è intervenuto lo scavo), ma preferibilmente ad una qualche distanza da tale superficie (nell'ordine di circa 0,1 m).
Il foro di ingresso 40 così collocato consente il passaggio del tubo di ingresso 11 che collega il bacino 2 al pozzetto di ingresso 1 (figura 2). Dal tubo di ingresso 11, all'estremità interna al bacino 2, si estende in collegamento idraulico una tubatura di distribuzione trasversale 11a che si estende perpendicolarmente all’asse X, parallelamente al lato a monte 2a e circa per la totale estensione di esso.
Analogamente sul lato a valle 2b (in corrispondenza dell’uscita del flusso) sono realizzati fori di uscita 42, 44 provvisti di flange 5 come precedentemente descritto, che consentono il passaggio di tubazioni di uscita 12, 14. Le tubazioni di uscita collegano l’interno del bacino 2 al pozzetto di uscita 3 posto a valle del bacino.
Alle tubazioni di uscita 12, 14 internamente al bacino sono collegati tubi di raccolta trasversali 12a, 14a che si estendono perpendicolarmente all’asse X e parallelamente al lato 2b a valle del bacino.
Sempre considerando che il flusso all’interno del bacino è garantito per semplice gravità, i tubi di raccolta 12a, 14a del refluo e di conseguenza i fori di uscita 42, 44 sono collocati in prossimità del fondo del bacino (figura 1). Per favorire il defluire del refluo, il letto del bacino è, in genere, leggermente inclinato (pendenza all'incirca dell'1%).
Oltre alle tubazioni di ingresso e uscita descritte, il bacino, secondo un aspetto principale dell'invenzione, è attraversato internamente e in corrispondenza dell’asse di flusso X da un tubo di bypass 13 che collega direttamente il pozzetto di ingresso a quello di uscita. A tale scopo la guaina in PVC presenta ulteriori fori 41, 43, predisposti con le flange 5 in PVC, posizionati rispettivamente sul lato a monte 2a e a valle 2b del bacino e in prossimità del fondo del bacino stesso.
Riassumendo, sul lato corto a valle 2b del bacino la guaina 4 presenterà tre fori 42, 43, 44 allineati, disposti simmetricamente rispetto all’asse X e realizzati in prossimità del fondo del bacino. Sul lato posizionato a monte si avranno al contrario due fori realizzati in corrispondenza dell’asse X e disposti uno, quello di ingresso 40, in alto, l’altro, quello di bypass 41 disposto in prossimità del fondo e in allineamento con il foro di bypass 43 realizzato a valle.
Il bacino così realizzato è modulare e viene replicato fino a raggiungere, con l'ausilio di ulteriore componentistica descritta di seguito, l’estensione dell’impianto voluta. Come esempio costruttivo segue la descrizione di un impianto a due bacini in serie raffigurato nel suo complesso in figura 3.
Nel dettaglio, come da figura 4a, al pozzetto 1 di ingresso all’impianto giunge una tubazione 10 proveniente dal sistema di trattamento primario (fosse biologiche, degrassatori, fosse settiche ecc.) posto a monte dell’impianto di fitodepurazione. Tale tubazione 10 è posta all’altezza della tubazione di ingresso 11 che collega il pozzetto 1 al bacino 2 e permette il flusso del refluo all’interno del bacino stesso.
In prossimità del fondo del pozzetto 1 si trova l’ingresso alla tubazione di bypass 13, opportunamente intercettata da una valvola di chiusura 15 che consente di escludere la tubazione stessa.
Nel pozzetto di uscita 3 (figura 4b) entrano le due tubazioni di uscita 12, 14 dal bacino e quella di bypass 13. All’interno del pozzetto 3, le tubazioni di uscita 12, 14 sono intercettate da dispositivi di regolazione del livello del refluo rispettivamente 16a e 16b e alla base di tali dispositivi sono disposte valvole di chiusura rispettivamente 18a e 18b. I dispositivi di regolazione del livello 16a, 16b sono ad esempio sistemi a sifone di tipo in sé e per sé noto (quali quelli descritti nel precedente brevetto già citato, o altri sistemi equivalenti) che consentono di mantenere costante il livello del refluo all’interno del bacino permettendo la fuoriuscita del refluo all’interno del pozzetto 3.
Analogamente anche il tubo del bypass 13 è intercettato a valle, internamente al pozzetto 3, da una valvola a tre vie 19: tale valvola 19 può direzionare il flusso verso un raccordo 20 o alternativamente verso l’esterno, nel pozzetto. Tre tubazioni 12b, 13b, 14b, in uscita dalle valvole 18a, 18b e 19 si riuniscono nel raccordo 20. Da questo si diparte una nuova tubazione di bypass 13’ intercettata a monte e a valle da valvole idrauliche rispettivamente 15’ e 19’. In pratica, il pozzetto 3, di uscita del primo bacino rappresenta anche il pozzetto di ingresso del secondo bacino e il pozzetto 3', di uscita del secondo bacino, rappresenta in questo caso il pozzetto di uscita dell'intero impianto. La componentistica interna del pozzetto 3' corrisponde a quella del pozzetto 3 e non è descritta nuovamente (i componenti presentando analoghi indici numerici con apice). Sul raccordo 20’ è peraltro innestata un’uscita diretta nel pozzetto. Il liquido viene poi raccolto da una tubazione di scarico 30 che permette il deflusso dell’acqua depurata all’esterno dell’impianto (figura 4c).
Ovviamente, in caso vi siano più di due bacini in serie anche il pozzetto 3', ed eventuali analoghi pozzetti ulteriori 3'', 3''' ecc, riprenderanno in tutto e per tutto la configurazione del pozzetto 3, e il pozzetto finale avrà la configurazione del pozzetto 3' qui illustrato.
Riferendosi di seguito in particolare alle figure dalla 3 alla 4c, durante il normale funzionamento dell’impianto (entrambi i bacini funzionanti), tutte le valvole a due vie (15, 18a, 18b, 15’, 18a’, 18b’) sono chiuse e le valvole a tre vie (19, 19') regolate in modo da non consentire l'ingresso del fluido nelle tubazioni di bypass. Il refluo fluisce nel pozzetto di ingresso 1 riempiendolo fino alla quota della tubazione di ingresso 11. A questo punto il refluo entra nel primo bacino 2 dove subisce i trattamenti di fitodepurazione e fluisce, attraverso i tubi di raccolta 12a, 14a, nelle tubazioni di uscita 12, 14. Il liquido fuoriesce poi dalla sommità dei dispositivi di regolazione del livello 16a, 16b nel pozzetto di uscita 3 a valle del primo bacino 2. Quando il pozzetto 3 è colmo, fino alla quota del tubo di ingresso 10’ al successivo bacino 2’, il liquido può fluire nel bacino di depurazione. Analogamente, una volta subito il trattamento di depurazione, esce attraverso le tubazioni di raccolta 12a’, 14a’ e fuoriesce, dai dispositivi di regolazione 16a’, 16b’, nel pozzetto 3’. Raccogliendosi nel pozzetto 3’ il fluido depurato è raccolto dal tubo di scarico 30 per essere diretto all’esterno. Tale configurazione di normale funzionamento è appunto quella esemplificata in figura 3 (è rappresentato il livello del liquido nei pozzetti).
Nel caso si verifichi la necessità di escludere uno dei due bacini o entrambi per riparazioni o lavori di manutenzione, occorre attivare il sistema di bypass.
Ad esempio, per escludere il primo bacino 2 le valvole 18a, 18b, 15, 15’ vengono aperte, mentre le valvole 18a’, 18b’ restano chiuse. Le valvole a tre vie 19 e 19’ sono infine regolate in modo da deviare il flusso del refluo dentro i rispettivi pozzetti.
Aprendo le valvole 18a, 18b si mette in comunicazione diretta, bypassando i regolatori di flusso 16a, 16b, rispettivamente le tubazioni 12 con 12b e 14 con 14b, in modo tale che il refluo fluisca direttamente verso il raccordo 20 senza uscire, attraverso i regolatori, nel pozzetto. Il bacino 2 si svuota inviando il suo contenuto direttamente al pozzetto di uscita 3’. Infatti, il refluo contenuto all’interno del bacino 2 fluisce dalle tubazioni di raccolta 12a, 14a alle tubazioni di uscita 12, 14. Dal raccordo 20, attraverso la valvola 15’ (aperta), il flusso entra nel tubo di bypass 13’, uscendone infine, attraverso la valvola a tre vie 19’ nel pozzetto 3’. Contemporaneamente il refluo in arrivo nel pozzetto 1 entra attraverso la valvola 15 (aperta) nel bypass 13 attraversando il primo bacino 2 e fuoriuscendo nel pozzetto di uscita 3. Da qui il refluo entra nel tubo di ingresso 10’ al bacino 2’ dove subisce il trattamento di depurazione. A questo punto, il primo bacino 2 risulterà vuoto (di liquido) mentre il secondo bacino 2’ sarà pieno ed operativo.
Nel caso si voglia invece escludere il secondo bacino, sempre a partire dalla configurazione di entrambi i bacini pieni, si aprono le valvole 18a’, 18b’ dei dispositivi di regolazione 16a, 16b nel pozzetto di uscita 3’, svuotando così il bacino 2’, si apre la valvola 15' nel primo pozzetto di uscita 3, e si regola la valvola a tre vie 19 nel primo pozzetto di uscita 3 per far entrare il fluido nella tubazione di bypass 13'. Le valvole 18a, 18b del pozzetto di uscita 3 sono chiuse.
Il refluo proveniente dal bacino 2 esce dunque dai dispositivi di regolazione 16a, 16b nel pozzetto di uscita 3, entra nella valvola a tre vie 19 e viene convogliato tramite la tubazione di bypass 13’ direttamente al secondo pozzetto di uscita 3’, escludendo il secondo bacino 2’.
Risulterà altresì chiaro come, operando con ulteriori e diverse appropriate regolazioni del sistema di valvole dei pozzetti di ingresso e di uscita, si potrà realizzare anche l’esclusione di entrambi i bacini o l’esclusione del primo bacino mantenendo comunque il liquido al suo interno (esclusione del primo bacino senza svuotamento).
Come si evince da quanto descritto, l’impianto di fitodepurazione così realizzato presenta numerosi vantaggi. Innanzitutto l’impianto può essere organizzato in kit che includono la guaina, le tubazioni, il sistema delle valvole e dei dispositivi di regolazione del livello del liquido.
Questo comporta il notevole vantaggio che un utente, anche senza l’aiuto di manodopera esterna specializzata, può installare autonomamente l’impianto di fitodepurazione. Infatti, il sistema di bypass interno al bacino secondo l'invenzione non rende necessario il ricorso a complesse opere di scavo e messa in posa delle tubazioni e relative valvole. Questo comporta un contenimento dei costi di realizzazione dell’impianto e di fatto massimizza i vantaggi che si ottengono dall’acquisto di un impianto di fitodepurazione già assemblato in kit.
Con la presente invenzione l’impianto è venduto già pronto per essere messo in opera e non sono necessari scavi aggiuntivi oltre a quello dei bacini e dei pozzetti.
L’impianto secondo l’invenzione permette inoltre una gestione flessibile dei bacini che possono essere realizzati anche per ulteriori scopi come ad esempio il trattamento di acque di prima pioggia oppure per la depurazione di particolari reflui in cui sia necessario trattenere più a lungo il refluo internamente al bacino e contemporaneamente inviare le portate successive agli altri bacini per il normale trattamento.
Nel kit è presente la guaina già predisposta al passaggio delle tubazioni di ingresso e uscita e di bypass. Grazie al sistema di flange le tubazioni possono attraversare la guaina garantendo comunque l’impermeabilizzazione del bacino. Inoltre visto che il sistema di bypass è interno al bacino non occorrono ulteriori scavi. L'ingombro superficiale dell'impianto risulta contenuto e il costo di manodopera per la realizzazione di un impianto in serie è quindi paragonabile a quello per la realizzazione di un impianto a singolo bacino. Ulteriore vantaggio è che l’impianto è costituito da moduli che possono essere ripetuti: qualora ci fosse la necessità di ampliare la portata dell’impianto sarà sufficiente porre in serie a quelli già esistenti nuovi moduli, senza la necessità di fare dispendiosi lavori per modificare l’impianto già esistente.
Il kit così realizzato permette in definitiva di ridurre notevolmente i costi di impianto, rendendo la fitodepurazione accessibile ad un più vasto campo di possibili utilizzatori e campi di impiego.
Al di là di quanto precedentemente descritto l’impianto di fitodepurazione con due o più bacini operanti in serie e dotato del sistema di bypass secondo l’invenzione può essere realizzato anche con modalità costruttive differenti rispetto al kit di montaggio sopra prospettato.
I materiali e componenti utilizzati per la realizzazione del dispositivo saranno quelli comunemente impiegati per questo genere di applicazione, in sé e per sé estranei all'ambito dell'invenzione. In particolare le valvole potranno essere valvole a sfera di tipo commerciale.
L'invenzione è stata fin qui descritta con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, come definito dall’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un kit per la realizzazione di un impianto per la fitodepurazione di un liquido refluo comprendente almeno una guaina (4) atta all’impermeabilizzazione di un bacino (2), detta guaina (4) presentando almeno un ingresso di immissione (40) ed almeno un'uscita di scarico (42, 44) predisposti per la connessione di tubazioni di immissione e di scarico di detto liquido refluo (11, 12, 14) rispettivamente da e verso un pozzetto di ingresso (1) posto a monte di detto bacino (2) ed un pozzetto di uscita (3) posto a valle di detto bacino (2), detto kit comprendendo inoltre dette tubazioni (11, 12, 14) e mezzi per la regolazione del flusso e del livello del refluo all’interno di detto bacino (2), caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno una tubazione di bypass (13), almeno un ingresso (41) ed un'uscita di bypass (43) essendo predisposte su detta guaina per l’attraversamento di detta tubazione di bypass (13) percorrente internamente detto bacino (2) in modo da mettere in comunicazione diretta detto pozzetto di ingresso (1) e detto pozzetto di uscita (3).
  2. 2. Il kit secondo la rivendicazione 1, in cui detti almeno un ingresso ed un'uscita di bypass comprendono rispettivi fori (41, 43) ricavati su detta guaina (4) in modo da risultare disposti, quando detta guaina (4) è in opera, su rispettivi lati opposti (2a, 2b) ed in prossimità di un fondo di detto bacino (2), il foro di uscita di bypass (43) essendo affiancato da almeno una di dette uscite di scarico (42, 44).
  3. 3. Il kit secondo la rivendicazione 2, in cui detti almeno un ingresso (41) e un’uscita (43) di bypass sono allineati lungo un asse di simmetria longitudinale (X) lungo cui viene disposta detta tubazione di bypass (13), detta almeno un’uscita di scarico comprendendo due fori di scarico (42, 44) disposti simmetricamente rispetto a detto foro di uscita di bypass (43).
  4. 4. Il kit secondo la rivendicazione 3, in cui per ciascuna di dette almeno una guaina (4), detti mezzi per la regolazione del flusso e del livello del refluo all'interno di detto bacino (2) comprendono, per la disposizione entro detto pozzetto di ingresso (1), una valvola di intercettazione (15) di detta tubazione di bypass (13) a monte di detto almeno un ingresso di bypass (40), e, per la disposizione entro detto pozzetto di uscita (3), rispettive valvole di intercettazione (18a, 18b) di tubazioni di scarico (12, 14) a valle di detti fori di scarico (42, 44), due dispositivi di regolazione del livello (16a, 16b) disposti su dette tubazioni di scarico (12, 14) tra detti fori di scarico (42, 44) e le relative valvole (18a, 18b), una valvola a tre vie (19) disposta su detta tubazione di bypass (13) a valle di detta uscita di bypass (43), ed un raccordo (20) tra detta tubazione di bypass (13) e dette tubazioni di scarico a valle delle rispettive valvole (18a, 18b).
  5. 5. Il kit secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti ingressi ed uscite di detta guaina (4) per l’attraversamento di dette tubazioni (11, 12, 13, 14) sono predisposti con flange (5) fissate in modo solidale ed impermeabile a detta guaina (4), dette flange (5) essendo atte al passaggio in modo impermeabile di dette tubazioni (11, 12, 13, 14).
  6. 6. Impianto per la realizzazione di un trattamento di fitodepurazione comprendente almeno due bacini (2, 2’) disposti in serie, detto impianto comprendendo inoltre pozzetti di ingresso ed uscita (1, 3, 3’) da detti bacini (2, 2’) e tubazioni per mettere in contatto detti pozzetti (1, 3, 3’) con detti bacini (2, 2’), caratterizzato dal fatto di essere realizzato con almeno un kit secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  7. 7. Un impianto per la fitodepurazione di un liquido refluo comprendente almeno un bacino (2) presentante almeno un ingresso di immissione ed almeno un'uscita di scarico predisposti per la connessione di tubazioni di immissione (11) e di scarico (12, 14) di detto liquido refluo rispettivamente da e verso un pozzetto di ingresso (1) posto a monte di detto bacino (2) ed un pozzetto di uscita (3) posto a valle di detto bacino (2), e mezzi per la regolazione del flusso e del livello del refluo all’interno di detto bacino (2), caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno una tubazione di bypass (13), ed almeno un ingresso (41) ed un'uscita (43) di bypass predisposte per l’attraversamento di detta tubazione di bypass (13) percorrente internamente detto bacino (2) in modo da mettere in comunicazione diretta detto pozzetto di ingresso (1) e detto pozzetto di uscita (3).
  8. 8. L'impianto secondo la rivendicazione 7, in cui detti almeno un ingresso (41) ed un'uscita (43) di bypass sono disposti su rispettivi lati opposti (2a, 2b) ed in prossimità di un fondo di detto bacino (2), il foro di uscita (43) di bypass essendo affiancato da almeno una di dette uscite di scarico (42, 44).
  9. 9. L'impianto secondo la rivendicazione 8, in cui detti fori di ingresso (41) e di uscita (43) di bypass sono allineati lungo un asse di simmetria longitudinale (X) lungo cui viene disposta detta tubazione di bypass (13), dette uscite di scarico comprendendo due fori di scarico (42, 44) disposti simmetricamente rispetto a detto foro di uscita di bypass (43).
  10. 10. L'impianto secondo la rivendicazione 9, in cui per ciascuno di detti almeno un bacino (2), detti mezzi per la regolazione del flusso e del livello del refluo all'interno di detto bacino (2) comprendono, per la disposizione entro detto pozzetto di ingresso (1), una valvola di intercettazione (15) di detta tubazione di bypass (13) a monte di detto almeno un ingresso di bypass (40), e, per la disposizione entro detto pozzetto di uscita (3), rispettive valvole di intercettazione (18a, 18b) di dette tubazioni di scarico (12, 14) a valle di detti fori di scarico (42, 44), due dispositivi di regolazione del livello (16a, 16b) disposti su dette tubazioni di scarico (12, 14) tra detti fori di scarico (42, 44) e le relative valvole (18a, 18b), una valvola a tre vie (19) disposta su detta tubazione di bypass (13) a valle di detta uscita di bypass (43), ed un raccordo (20) tra detta tubazione di bypass (13) e dette tubazioni di scarico a valle delle rispettive valvole (18a, 18b).
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