CAMPO DELLA TECNICA AL QUALE SI RIFERISCE IL PRESENTE RITROVATO: il presente ritrovato riguarda il campo dell’endoscopia. Il completamento di una diagnosi endoscopica à ̈ rappresentato nella maggior parte dei casi da un prelievo istologico che viene eseguito con un particolare dispositivo chiamato pinza bioptica. La presente invenzione riguarda proprio questo dispositivo e quindi il ritrovato interessa tutti i campi dell’ endoscopia: l’endoscopia urologica, l’endoscopia gastroenterologica, l’endoscopia pneumologica, l’endoscopia laparoscopica.
STATO DELLA TECNICA PRECEDENTE AL PRESENTE RITROVATO: la biopsia à ̈ l’atto operativo più frequente in endoscopia. La normale e più comune struttura della pinza per biopsia endoscopica, precedente al presente ritrovato, à ̈ costituita da un manico, da una cannula flessibile, da due valve posizionate all’estremità della cannula e da un filo d’acciaio che corre dentro di essa. Il filo d’acciaio può essere più di uno, nella presente descrizione viene considerata una pinza per biopsia con un solo filo. Il manico permette di gestire la spinta o la trazione del filo d’acciaio che scorre nella cannula (da questo momento chiamata “cannula madre†) e condiziona l’apertura o la chiusura delle valve. La cannula madre à ̈ metallica e flessibile ed à ̈ ottenuta dall’ avvitamento progressivo di un filo d’acciaio su se stesso in modo da delimitare uno spazio uniforme che à ̈ il lume della cannula stessa. Mentre per la forma delle valve esistono numerosi varianti per la loro chiusura e la loro apertura esistono fondamentalmente due meccanismi. Un primo meccanismo prevede che Γ apertura a la chiusura delle valve avvenga grazie a due tiranti da un lato fissati al filo d’acciaio che scorre nella cannula madre e dall’altro i tiranti sono fissati alle due punte dei bracci inferiori di una struttura metallica a forma di X, posizionata alla fine del lume della cannula madre. Tale struttura a forma di X ha fissato sulle punte dei bracci superiori le due valve . I due segmenti della X ruotano intorno ad un piccolo perno che lega il punto del loro incrocio . Quando si attua coi tiranti la trazione sulle punte dei bracci inferiori si ottiene l avvicinamento delle punte dei due bracci superiori della X ai quali sono fissate le valve che chiudendosi concretizzano il momento bioptico sulla mucosa. Un secondo meccanismo per ottenere la chiusura delle valve à ̈ quello a “strangolo†. Anche per questa tipologia di pinza la cannula madre à ̈ flessibile perché costruita con un filamento d’acciaio opportunamente avvolto su se stesso ma nel suo tratto più distale la cannula flessibile diventa un corto tubulo metallico e non flessibile, (da adesso denominato “tubulo uno†). Su due punti opposti della circonferenza della punta del tubulo uno , sono fìssati i “codoli†metallici opportunamente conformati delle due valve. Nella cannula madre dell’attuale pinza da biopsia con meccanismo a strangolo, corre un filo d’acciaio azionato dal manico , che fuoriesce dalla punta di detta cannula e si fìssa su un corto tubulo metallico esterno di uguale lunghezza del tubulo uno che à ̈ ad esso coassiale. Tale formazione tubulare metallica che avvolge la punta della cannula madre ed in particolare il tratto denominato tubulo uno, per migliore chiarezza espositiva, da adesso à ̈ denominato tubulo due. Il punto della parete del tubulo due sul quale si fìssa il filo d’acciaio à ̈ quello distale così che quando si spinge il filo d’acciaio il tubulo due viene letteralmente tirato in alto sino a strozzare i codoli e a costringere le valve alla chiusura.
CARATTERISTICHE DEL PRESENTE RITROVATO: il presente ritrovato vanta una caratteristica non presente al momento in nessuna delle pinze per biopsia in commercio: esso à ̈ scomponibile in due moduli. Il primo modulo à ̈ rappresentato dal manico , dalla cannula madre flessibile e dal suo tratto distale rigido (tubulo uno) fornito da una fenestratura e da un filo d’acciaio che scorre nel lume della cannula madre ed aziona l’apertura e la chiusura delle valve. Il secondo modulo à ̈ rappresentato dalle valve fissate mediante dei codoli ad una base metallica cilindrica di idonea ed opportuna forma e grandezza in modo che si adatti e sia complementare nella funzione di aggancio al tappo metallico occludente la punta della cannula madre. Nella nostra preferita formulazione realizzativa il fissaggio e lo sgancio fra la base del secondo modulo e la punta della cannula madre occlusa da un tappo cilindrico metallico avviene per un meccanismo di avvitamento fra le due parti ma altre soluzioni sono possibili come tecniche di aggancio o di incastro. La prima peculiarità del presente ritrovato circa il modulo imo, à ̈ data dalla già menzionata fenestratura longitudinale presente nel tratto distale rigido della cannula madre (tubulo uno). Il filamento d’acciaio passa attraverso la fenestratura del tubulo uno per raggiungere e fissarsi al corto tubulo posizionato all’esterno della punta della cannula madre (tubulo due). Questa prima peculiarità strutturale distingue il presente ritrovato dalle pinze a strangolo in commercio nelle quali il filo fuoriesce dalla punta della cannula e non dalla fenestratura. Una seconda peculiarità del presente ritrovato circa il modulo uno à ̈ data dal fatto che il lume della cannula madre alla punta à ̈ tappato da un piccolo cilindro metallico. Una terza peculiarità del presente ritrovato circa il modulo uno à ̈ dovuta al fatto che il filo d’acciaio dopo aver travalicato la fenestratura del tubulo uno si fissa al tubulo due su un punto prossimale della sua parete. Questo fatto permette al filamento d’acciaio, grazie al peculiare livello al quale si fissa al tubulo due di concretizzare un più vantaggioso vettore di spinta e non di trazione come avviene nelle normali pinze a “strangolo†. Una quarta peculiarità del presente ritrovato circa il secondo modulo à ̈ rappresentata dal fatto che i codoli delle valve non sono fissati alla circonferenza del foro apicale della cannula madre come nelle normali pinze a strangolo bensì ad una propria e peculiare base che consiste in un corto cilindro metallico. I codoli hanno un’ angolatura tale con la base da opportunamente distanziare le valve così che quando vengono appoggiate sulla parete del viscere possano abbracciare un consistente pezzo di mucosa. Una quinta peculiarità del presente ritrovato circa il secondo modulo à ̈ dovuta al fatto che la base alla quale sono solidali le valve mediante i codoli à ̈ rappresentata da un piccolo cilindro metallico di diametro uguale a quello che occlude la punta della cannula madre. Una sesta peculiarità del presente ritrovato che riguarda entrambi i moduli à ̈ dovuto al fatto che il cilindro che occlude la punta della cannula madre à ̈ dotato di una cavità filettata e la base del cilindro metallico da cui partono i codoli delle valve à ̈ dotato di una protuberanza filettata complementare. Questo à ̈ il punto di aggancio reversibile fra i due moduli. Una settima peculiarità del presente ritrovato che riguarda il secondo modulo à ̈ data dal fatto che sulla faccia del cilindro sulla di cui circonferenza in punti opposti si agganciano i codoli à ̈ presente centralmente opportuna scanalatura in modo da accogliere la punta di un dispositivo con il quale à ̈ possibile attuare la rotazione in senso orario e quindi il fissaggio del secondo modulo al primo o in senso antiorario che ne permette lo sgancio.
DESCRIZIONE DEI DISEGNI: la tavola 1 mostra il normale funzionamento di una pinza per biopsia endoscopica a “strangolo†attualmente in commercio. Il filo d’acciaio (Tav:l;Fig:l;N:7) passa, contrariamente al presente ritrovato, attraverso la punta della cannula della pinza, libera da tappi metallici (Tavl;Figl;N3,4.) , e si fissa nel tratto distale della parete del corto tubulo esterno (tubulo due) (Tavl;Figl;N2,5.) Il filo à ̈ solidale (Tav:l;Fig:l,2;N:2) alla corta cannula esterna che spinta innanzi causa lo strozzamento dei codoli delle valve e la chiusura delle valve stesse (Tav:l; Fig: 2; N: 1). La tavola 2 prende in considerazione il funzionamento del presente ritrovato. Per una preferita formula realizzativa il presente ritrovato à ̈ accoppiato con valve modificate per la presenza di un sacchetto per la raccolta dei prelievi e di una protuberanza per la spinta del pezzo istologico. (Tav:2;Fig:3; N: 15,16). Tale pinza bioptica per endoscopia à ̈ la più recente proposta e si ritiene che l’accoppiata con il presente ritrovato, industrialmente e clinicamente sia estremamente vantaggiosa in quanto garantisce con il monouso delle valve la sicurezza di un sacchetto sterile altrimenti ottenibile solo costruendo tutta la pinza monouso a rilevante aumento del prezzo. La tavola 2 descrive i due moduli del presente ritrovato : il modulo uno à ̈ composto da un filamento d’acciaio (Tav:2; Fig:3; N: 7) che corre nella cannula madre della pinza (Tav:2; Fig:3; N:6), passa nella fenestratura presente nel tubulo uno (tratto distale rigido della cannula madre) (Tav:2; Fig:3;N:14,13.) e si fissa così al tubulo due ( corta cannula esterna) (Tav:2; Fig:3; N:5,2.). Il modulo uno à ̈ composto inoltre da un cilindro metallico occludente alla punta il lume della cannula madre. Tale cilindro à ̈ dotato di un sistema reversibile di aggancio al modulo due (Tav:2; Fig:3; N: 12, 11.). Il modulo due à ̈ composto da una base cilindrica dotata di un sistema di aggancio reversibile al modulo uno (Tav:2;Fig:3;N:9,10.) e delle due valve connesse mediante codoli opportunamente sagomati alla base cilindrica. La tavola tre mostra lo scorrimento del filo nella fenestratura (Tav:3;Fig:4,5;N:7,14.) e la conseguente progressione della corta cannula esterna sino alla chiusura delle valve (Tav:3; Fig:5;N5,8.). La tavola quattro mostra la diversa grandezza dei pezzi istologici quando vengono staccati con una pinza a strangolo al posto di una pinza normale. Nel caso di una pinza a “strangolo†le valve si chiudono affrontandosi parallelamente e non ad angolo acuto e pertanto la quantità di tessuto prelevato à ̈ maggiore(Tav:4; Fig 6,7,8.).La tavola cinque mostra la possibilità che il tubulo uno sia dotato di più fenestrature (Tav:5;Fig:9; N:14.).
VANTAGGI DEL PRESENTE RITROVATO: Il presente ritrovato à ̈ concettualmente un sistema modulare che accoppia e armonicamente integra e realizza nella stessa pinza i due concetti del multiuso e monouso, fatto assolutamente nuovo nel campo delle pinze per biopsia endoscopia. Il modulo uno rappresentato dal manico, dalla cannula flessibile, dal suo tratto distale non flessibile, dal filo d’acciaio che scorre nella cannula madre, ha il pregio di essere perfettamente sterilizzabile e di essere multiuso. Il modulo due à ̈ monouso. Il modulo due à ̈ rapidamente staccabile dal modulo uno e sostituibile. L’attuazione di una tecnica bioptica basata sul doppio modulo ha una enorme ricaduta sull’abbattimento dei costi. Utilizzando infatti delle valve che possono essere sostituite si evita di consumare un’intera pinza monouso per ogni paziente. Le pinze monouso sono costruite per essere utilizzate una sola volta, utilizzando invece una pinza modulare nella quale solo le valve sono monouso la parte rimanente della pinza potrebbe essere costruita della stessa qualità delle normali pinze multiuso. Nel caso poi che una delle valve à ̈ dotata di sacchetto il sistema modulare à ̈ ancora più vantaggioso perché permette al personale paramedico di staccare le valve ed inviarle direttamente all’istologo con il sacchetto pieno dei pezzi prelevati. E’ possibile allestire una confezione costituita dalla componente sterilizzabile e multiuso (modulo uno) e da un numero vario secondo preferite scelte commerciali e realizzative della componente monouso (modulo due).