ITBZ20110037A1 - Dispositivo di bloccaggio - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Dispositivo di bloccaggio”
DESCRIZIONE
L’invenzione riguarda un dispositivo di bloccaggio secondo il preambolo della rivendicazione 1.
Un tale dispositivo di bloccaggio può essere impiegato ad esempio come morsa per serrare al suo interno e mantenere fermo o fermi nello spazio uno o più pezzi da sottoporre a lavorazione, nel qual caso il dispositivo di bloccaggio fa parte di un banco di lavoro più generale, oppure può essere impiegato ad esempio anche come morsetto portatile, nel qual caso esso viene applicato a più pezzi da sottoporre a lavorazione, per serrarli al suo interno e mantenerli nella loro posizione reciproca, ma non per tenerli fermi nello spazio.
Quando il dispositivo di bloccaggio viene impiegato come morsa esso è collegato al banco di lavoro per mezzo della porzione lunga del suo primo elemento. Quando il dispositivo di bloccaggio viene impiegato come morsetto portatile, la porzione lunga del primo elemento viene usata per impugnare il dispositivo di bloccaggio.
H pezzo o i pezzi da sottoporre a lavorazione sono in genere dei corpi con superfici o porzioni di superficie piana e vengono serrati tra la ganascia fissa del primo elemento e l’elemento snodato di appoggio dell’organo di bloccaggio. Per attuare ciò si opera secondo due successive fasi operative.
In una prima fase operativa, relativa ad un posizionamento preliminare, si avvicina il più possibile l’elemento snodato di appoggio alla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione. Per ottenere ciò si fa scorrere il secondo elemento lungo la porzione lunga del primo elemento. Questo scorrimento è reso possibile dal fatto che la porzione lunga è infilata con gioco in un foro passante liscio del secondo elemento.
Poi in una successiva seconda fase operativa, relativa al bloccaggio vero e proprio, si mantiene il secondo elemento nella posizione che è stata raggiunta nella prima fase operativa e si agisce contemporaneamente sulla parte filettata dell’organo di bloccaggio, facendola ruotare nel foro passante filettato del secondo elemento. Per effetto di questa rotazione l’elemento snodato di appoggio si appoggia alla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione e poi nel prosieguo della rotazione esso preme con forza crescente contro la superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione, che viene in tal modo serrato tra l’elemento snodato di appoggio e la retrostante ganascia fissa. Qualora siano presenti più pezzi da sottoporre a lavorazione disposti uno sull’altro, l’elemento snodato di appoggio agisce sul primo di essi, la ganascia fissa agisce sull’ultimo di essi ed i pezzi disposti tra il primo e l’ultimo vengono serrati dai pezzi adiacenti.
Si noti che non sono previsti degli appositi mezzi di bloccaggio per tenere in posizione il secondo elemento mentre viene esercitata la forza di serraggio, in quanto questi mezzi di bloccaggio non sono necessari. Accade infatti che all’atto del progressivo aumento della forza di serraggio, il secondo elemento si possa inclinare un poco, grazie al fatto che il foro passante liscio accoglie con gioco la porzione lunga del primo elemento, rispetto alla posizione ortogonale perfetta che esso presenterebbe se la porzione lunga fosse accolta in modo preciso nel foro passante liscio, e questa inclinazione fa si che una porzione della superficie del foro passante liscio venga premuta con tale forza contro la superficie della porzione lunga del primo elemento, che la forza di attrito che si crea compensa la forza di serraggio e non è più possibile un ulteriore movimento di scorrimento del seconddo elemento lungo la porzione lunga del primo elemento.
Questo noto dispositivo presenta però un importante inconveniente che si manifesta all’atto del passaggio dalla prima fase operativa, quella in cui ha luogo il posizionamento preliminare, alla seconda fase operativa, quella in cui ha luogo il bloccaggio vero e proprio. Dato che il dispositivo di bloccaggio viene impiegato in posizione verticale, avviene lungo la verticale anche lo scorrimento del secondo elemento lungo la porzione lunga del primo elemento, per cui l’insieme formato dal secondo elemento e dall’organo di bloccaggio è sottoposto alla forza peso, che tende a farlo cadere lungo la porzione lunga cioè ad allontanarlo dalla ganascia fissa.
Accade allora che dopo avere posizionato l’elemento snodato di appoggio il più vicino possibile alla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione, si sia obbligati ad intervenire per non perdere questo posizionamento preliminare.
Nel caso si stia impiegando un morsetto portatile, sono allora necessarie due mani per permettere alla mano che impugna la porzione lunga del primo elemento di scorrere lungo di essa e posizionarsi al di sotto del secondo elemento per sostenerlo. Comunque è faticoso e difficile impugnare il dispositivo di bloccaggio e mantenere contemporaneamente in posizione il secondo elemento con una mano sola fino a che si manifesta una sufficiente forza di attrito, dato che l’altra mano serve per ruotare la parte filettata dell’organo di bloccaggio. Sono ugualmente necessarie due mani anche nel caso in cui si stia impiegando una morsa, in quanto una serve per mantenere in posizione il secondo elemento, mentre l’altra serve per ruotare la parte filettata dell’organo di bloccaggio. Il fatto di avere le due mani impegnate, impedisce però all’operatore di potersi dedicare, contemporaneamente al bloccaggio dei pezzi da sottoporre a lavorazione, a delle attività aggiuntive spesso ricorrenti o necessarie come ad esempio quella di posizionare meglio questi pezzi da sottoporre a lavorazione oppure quella di prendere un utensile e di operare su di essi mentre vengono bloccati.
In entrambi i casi sono poi difficili da realizzare eventuali piccoli aggiustamenti di questa posizione preliminare del secondo elemento, prima che abbia inizio il serraggio vero e proprio.
Il compito della presente invenzione è quindi quello di sviluppare in modo tale un dispositivo di bloccaggio del tipo citato inizialmente, che l’impiego di esso non rende necessario l’uso di una mano per tenere in posizione il secondo elemento.
Il compito viene risolto da un dispositivo di bloccaggio presentante le caratteristiche del preambolo della rivendicazione 1, per il fatto che secondo l’invenzione esso presenta in aggiunta anche le caratteristiche della parte distintiva della rivendicazione 1.
L’elemento frenante previsto secondo l’invenzione tiene fermo in posizione il secondo elemento nella posizione in cui esso è stato portato all’atto del posizionamento preliminare dell’elemento snodato di appoggio dell’organo di bloccaggio, compensando la forza peso cui è soggetto l’insieme formato dal secondo elemento e dall’organo di bloccaggio. Inoltre, dato che la forza frenante compensa solo la forza peso, il secondo elemento rimane si fermo in posizione ma è ancora scorrevole se con la mano si applica una qualsiasi forza per effettuare ad esempio degli aggiustamenti di questa posizione preliminare
La rivendicazione 2 riguarda una semplice ma molto affidabile ed anche economica forma di realizzazione dell’elemento frenante secondo l’invenzione. La striscia di bordo avvolta su sé stessa che viene rivendicata in questa rivendicazione forma la superficie di appoggio dell’elemento frenante ed esercita in modo costante la forza di attrito fungente da forza frenante, in quanto essa appoggia sempre completamente sulla superficie della porzione lunga anche in presenza di irregolarità di questa superficie. La striscia di bordo avvolta su sé stessa viene infatti premuta contro la porzione lunga del primo elemento per effetto dell’elasticità propria della lamiera metallica di cui fa parte e della conseguente deformazione cui essa è soggetta da parte dell’azione esercitata dai mezzi di fissaggio che la premono contro la porzione lunga del primo elemento.
La rivendicazione 3 riguarda le caratteristiche di una possibile forma di realizzazione di questi mezzi di fissaggio. Il relativo elemento angolato, previsto secondo l’invenzione, svolge contemporaneamente due diverse funzioni. Esso fissa in primo luogo per mezzo di una sua parte piana la lamiera metallica al secondo elemento. In secondo luogo esso preme, con la sua parte piana e con una sua striscia di bordo che è piegata rispetto alla parte piana, la striscia di bordo avvolta su sé stessa contro la porzione lunga del primo elemento. Per garantire nel tempo la necessaria intensità della forza frenante agente sulla superficie della porzione lunga del primo elemento, è previsto secondo la rivendicazione 4, che l’elemento angolato, che forma i mezzi di fissaggio, sia collegato con il secondo elemento in modo regolabile in più posizioni reciproche ed in modo bloccabile nella posizione reciproca regolata e che siano presenti dei mezzi di regolazione per regolare la posizione reciproca tra l’elemento angolato ed il secondo elemento.
Se l’azione dell’elemento angolato sulla striscia di bordo avvolta su sé stessa della lamiera metallica dipende dalla posizione reciproca tra l’elemento angolato ed il secondo elemento, dipende da questa posizione reciproca anche l’entità della deformazione della striscia di bordo avvolta su sé stessa ed in ultima istanza anche l’intensità della forza frenante. L’intensità della forza frenante dipende però anche dall’elasticità della striscia di bordo avvolta su sé stessa , per cui quando nel tempo questa elasticità si riduce progressivamente per invecchiamento o per usura si può ugualmente ottenere una forza di attrito atta a compensare la forza peso dell’assieme formato dal secondo elemento e dall’organo di bloccaggio aumentando l’entità della deformazione della striscia di bordo avvolta su sé stessa, il che equivale a spostare in un’opportuna altra posizione reciproca l’elemento angolato e il secondo elemento per mezzo dei mezzi di regolazione.
La rivendicazione 5 riguarda una semplice ma molto affidabile forma di realizzazione dei mezzi di regolazione della sopra citata posizione reciproca, secondo la quale i mezzi di regolazione sono costituiti da mezzi azionabili manualmente per avvicinare rispettivamente allontanare l’elemento angolato dalla porzione lunga del primo elemento. In tal caso tanto più l’elemento angolato viene avvicinato al secondo elemento, tanto più viene deformata la striscia di bordo avvolta su sé stessa.
La rivendicazione 6 rivendica una semplice ma molto affidabile forma di realizzazione dei mezzi di regolazione rivendicati nella rivendicazione 5.
Infine, se, come è rivendicato nella rivendicazione 7, la parte filettata del dispositivo di bloccaggio è unita in modo rigido ad un’impugnatura, è più facile far ruotare la parte filettata e quindi è più facile applicare una forza di bloccaggio grande.
Ulteriori vantaggi e caratteristiche dell'invenzione appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione che segue di un esempio di realizzazione del dispositivo di bloccaggio secondo l'invenzione, il quale è illustrato a puro titolo esemplificativo e indicativo, ma non certo limitativo, sulla base degli allegati disegni. Nei disegni mostrano:
la figura 1 in vista laterale il dispositivo di bloccaggio secondo l’invenzione,
la figura 2 in vista frontale il dispositivo di bloccaggio della figura 1,
la figura 3 in una scala ingrandita la sezione secondo la linea di sezione A-A della figura 1 , la figura 4 in una scala ingrandita la zona del dispositivo di bloccaggio della figura 2 in cui si trova l’elemento frenante,
la figura 5 in una scala ingrandita la medesima zona rappresentata nella figura 4, ma rappresentata in forma esplosa.
Come detto le figure mostrano un dispositivo di bloccaggio, in particolare una morsa o un morsetto portatile, per serrare al suo interno e mantenere fermo o fermi uno o più pezzi da sottoporre a lavorazione. Un tale dispositivo di bloccaggio comprende un primo elemento 1, un secondo elemento 2 ed un organo di bloccaggio 3.
Il primo elemento 1 è indeformabile e può essere suddiviso dal punto di vista operativo in una prima porzione la ed in una seconda porzione lb, generalmente più lunga della prima porzione la. Le due porzioni la,lb sono disposte reciprocamente ad angolo, in particolare ad angolo retto.
H primo elemento 1 può essere realizzato indifferentemente sia in un solo pezzo sia in due pezzi. In questo secondo caso è però essenziale che la porzione corta la e la porzione lunga lb siano collegate rigidamente tra loro, in modo che il primo elemento 1 sia indeformabile. Sebbene ciò non sia stato rappresentato nel disegno, nel caso in cui il dispositivo di bloccaggio sia una morsa la porzione lunga lb è collegata in modo fisso ad un banco di lavoro. Nel caso in cui il dispositivo di bloccaggio sia invece un morsetto portatile, la porzione lunga lb non è collegata a nessun altro oggetto e funge da impugnatura.
Occorre far notare che sebbene il funzionamento sia il medesimo e le caratteristiche rilevanti per la presente invenzione siano le stesse, il dispositivo di bloccaggio soddisfa nei due casi di impiego previsti, cioè come morsa o come morsetto portatile, delle esigenze diverse.
Una morsa serve infatti per serrare al suo interno e mantenere fermo o fermi in modo assoluto nello spazio uno o più pezzi da sottoporre a lavorazione, mentre un morsetto portatile serve per serrare al suo interno e mantenere fermi tra loro in una specifica posizione reciproca più pezzi da sottoporre a lavorazione, per cui esso poi, dopo essere stato applicato ai pezzi da sottoporre a lavorazione, si muove assieme ad essi.
La porzione corta la del primo elemento 1 forma una ganascia fissa. La porzione lunga lb del primo elemento 1 è collegata con il secondo elemento 2.
Questo secondo elemento 2 è disposto circa ortogonalmente alla porzione lunga lb del primo elemento 1 ed il suo collegamento con la porzione lunga lb viene realizzato per il fatto che esso 2 presenta un foro passante liscio 2a, nel quale è infilata con gioco la porzione lunga lb del primo elemento 1. Il secondo elemento 2 è collegato in tal modo in modo scorrevole lungo la porzione lunga lb del primo elemento 1 , sia per avvicinarsi alla ganascia fissa la sia per allontanarsi dalla ganascia fissa la, come è rappresentato nella figura 1 per mezzo della freccia doppia FI.
Il secondo elemento 2 presenta anche, in corrispondenza della sua estremità libera, un foro passante filettato 2b, il quale, come è rappresentato in particolare nella figura 3, è attraversato dalla parte filettata 3a dell’organo di bloccaggio 3. La parte filettata 3a è ruotabile in uno dei due versi RI e R2 rappresentati nella figura 1, il che equivale ad affermare che è avvitabile o svitabile. A tale scopo è opportunamente prevista un’impugnatura 7, che è unita in modo rigido alla parte filettata 3a dell’organo di bloccaggio 3.
L’organo di bloccaggio 3 presenta ad un’estremità della sua parte filettata 3a un elemento snodato di appoggio 3b, con il quale può essere bloccato o possono essere bloccati contro la ganascia fissa la il pezzo o i pezzi da sottoporre a lavorazione. L’elemento snodato di appoggio 3b è infatti avvicinabile alla ganascia fìssa la o è allontanarle dalla ganascia fissa la, come è rappresentato in figura 1 per mezzo della freccia doppia F2, per mezzo della rotazione in un primo verso RI o in un secondo verso R2 della parte filettata 3a nel foro passante filettato 2b. Il fatto che l’elemento di appoggio 3b sia snodato non è stato rappresentato nelle figure, ma ciò fa parte della tecnica nota.
Per bloccare tra la ganascia fissa la e l’elemento snodato di appoggio 3b uno o più pezzi da sottoporre a lavorazione, dapprima si avvicina il più possibile l’elemento snodato di appoggio 3a alla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione, facendo scorrere il secondo elemento 2 lungo la porzione lunga lb del primo elemento 1. Poi si agisce sulla parte filettata 3a dell’organo di bloccaggio 3 per farla ruotare nel foro passante filettato 2b del secondo elemento 2, in modo da appoggiare l’elemento snodato di appoggio 3b alla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione e poi nel prosieguo della rotazione in modo da premere con forza sempre maggiore l’elemento snodato di appoggio 3b contro la superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione. Grazie al fatto che la porzione lunga lb è infilata con gioco nel foro passante liscio 2b del secondo elemento 2, all’atto del progressivo aumento della forza di serraggio il secondo elemento 2 si può inclinare un poco rispetto alla posizione ortogonale perfetta che esso presenterebbe se la porzione lunga lb fosse accolta in modo preciso nel foro passante liscio 2b. Questa inclinazione fa si che una porzione di superficie del foro passante liscio 2b venga premuta con tale forza contro la superficie della porzione lunga lb, che la forza di attrito che si crea compensa la forza di serraggio e non è più possibile un ulteriore movimento di scorrimento del secondo elemento 2 lungo la porzione lunga lb del primo elemento 1. Ciò permette di serrare tra la ganascia fissa la e l’elemento snodato di appoggio 3b i pezzi da sottoporre a lavorazione.
Per evitare di dovere tenere fermo in posizione il secondo elemento 2, ad esempio con una mano ed in attesa che inizi a manifestarsi la sopra citata forza di attrito, mentre si fa ruotare la parte filettata 3 ad esempio con l’altra mano, è previsto in aggiunta un elemento frenante 4.
Questo elemento frenante 4 impedisce che, al termine del sopra descritto posizionamento preliminare dell’elemento snodato di appoggio 3b e prima che abbia iniziato a manifestarsi in maniera sufficiente la sopra citata forza di attrito, il secondo elemento 2 cada lungo la porzione lunga lb per effetto della forza peso.
Questo elemento frenante 4 permette quindi di non dovere più usare una mano a tale scopo. Esso presenta una superficie di appoggio 4a, che appoggia sulla porzione lunga lb del primo elemento 1 ed esercita una forza di attrito atta a compensare la forza peso cui è soggetto l’insieme formato dal secondo elemento 2 e dall’organo di bloccaggio 3. L’elemento frenante 4 è supportato sul secondo elemento 2 ed è formato da una lamiera metallica, una striscia di bordo avvolta su sé stessa della quale forma la superficie di appoggio 4a, la quale è rappresentata in particolare nella figura 5. Sono poi previsti dei mezzi di fissaggio 5, per fissare sul secondo elemento 2 la lamiera metallica 4, i quali 5 in aggiunta premono contemporaneamente la superficie di appoggio 4a, cioè la striscia di bordo avvolta su sé stessa, contro la porzione lunga lb del primo elemento 1, come è rappresentato in particolare nella figura 4.
Questi mezzi di fissaggio 5 sono costituiti da un elemento angolato presentante una parte centrale piana 5a ed una striscia di bordo 5b, la quale è piegata rispetto al piano principale dell’elemento angolato 5 ed è visibile in particolare nella figura 5. L’elemento angolato 5 è collegato con il secondo elemento 2 e serra tra la sua parte piana 5a e il secondo elemento 2 la lamiera metallica 4. Come si vede in particolare nella figura 4, l’elemento angolato 5 racchiude inoltre lateralmente con la sua parte piana 5a e da sopra con la striscia di bordo piegata 5b la striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a.
La striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a è realizzata in modo da presentare un ingombro maggiore dello spazio in cui essa viene racchiusa, per cui quando viene racchiusa essa viene deformata e appoggia elasticamente contro la porzione lunga lb, esercitando una forza frenante che dipende dall’elasticità dei suoi avvolgimenti e dall’entità della sua deformazione. La striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a agisce per reazione anche contro l’elemento angolato 5.
L’elemento angolato 5 preme quindi la striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a contro la porzione lunga lb del primo elemento 1. L’elemento angolato 5 è inoltre opportunamente collegato con il secondo elemento 2 in modo regolabile in più posizioni reciproche ed in modo bloccabile nella posizione reciproca regolata e a tale scopo sono previsti dei mezzi di regolazione 6 per regolare la posizione reciproca tra l’elemento angolato 5 ed il secondo elemento 2. A queste varie posizioni reciproche sono associati dei gradi di deformazione della striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a che sono di volta in volta diversi. In tal modo è quindi possibile contrastare la progressiva perdita di elasticità della lamiera metallica 4, e quindi della striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a, dovuta ad esempio dell’invecchiamento o all’usura, e ottenere sempre la necessaria intensità della forza frenante. Per fare ciò si regoleranno via via delle posizioni reciproche che determinano una sempre maggiore deformazione della striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a, in modo che una ridotta elasticità sia compensata da una deformazione maggiore. Questi mezzi di regolazione 6 sono opportunamente azionabili manualmente e servono in particolare per avvicinare l’elemento angolato 5 alla porzione lunga lb del primo elemento 1 o per allontanarlo 5 da essa lb. La conseguenza di questo avvicinamento è il rimpicciolimento dello spazio in cui è racchiusa la striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a, in modo che essa venga deformata di più. Nella figura 5 è visibile in particolare un esempio di realizzazione per questi mezzi di regolazione 6, i quali possono essere costituti da una vite, che si impegna in un foro passante liscio dell’elemento angolato 5 ed in un foro cieco filettato presente nel secondo elemento 2.
Avvitando la vite 6 l’elemento angolato 5 si avvicina al secondo elemento 2, svitando la vite 6 l’elemento angolato 5 si allontana dal secondo elemento 2.
Il funzionamento del dispositivo di bloccaggio e dell’elemento frenante 4 secondo l’invenzione è come segue.
Dopo avere spostato con una mano lungo la porzione lunga lb del primo elemento 1 il secondo elemento 2 per portare nella posizione preliminare l’elemento snodato di appoggio 3a, la persona che utilizza il dispositivo di bloccaggio secondo l’invenzione può disinteressarsi del secondo elemento 2 e iniziare a ruotare la parte filettata 3. Il secondo elemento 2 viene tenuto fermo in posizione dalla forza di attrito, fungente da forza frenante, esercitata sulla porzione lunga lb del primo elemento 1 da parte della striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a della lamiera metallica 4. Se ciò non dovesse accadere, significa che dopo l’ultimo impiego del dispositivo di bloccaggio è mutato qualcosa riguardo all’elasticità della lamiera metallica 4, ad esempio a causa della temperatura o altro. Per ripristinare una forza di attrito sufficiente a compensare la forza peso agente sull’insieme formato dal secondo elemento 2 e dall’organo di bloccaggio 3, è sufficiente agire sulla vite 6, per avvicinare un poco l’elemento angolato 5 al secondo elemento 2, il che comporta una maggiore deformazione della striscia di bordo avvolta su sé stessa 4a. Per quanto riguarda il bloccaggio vero e proprio dei pezzi da sottoporre a lavorazione, continuando a ruotare ovvero avvitare la parte filettata 3b nel foro filettato 2b si giunge progressivamente al serraggio dei medesimi tra la ganascia fissa la e l’elemento snodato di appoggio 3a. La forza di serraggio che viene applicata è assorbita dalla forza di attrito che si crea tra il foro passante liscio 2a e la porzione lunga lb per effetto di una lieve inclinazione del secondo elemento 2 rispetto alla virtuale posizione perfettamente ortogonale di esso rispetto alla porzione lunga 1. Grazie al suo snodo, l’elemento snodato di appoggio 3a appoggia comunque sempre correttamente a superficie piena sulla superficie del pezzo da sottoporre a lavorazione.
Claims (7)
- RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di bloccaggio, in particolare morsa o morsetto portatile, per serrare al suo interno e mantenere fermo o fermi uno o più pezzi da sottoporre a lavorazione, comprendente: un primo elemento indeformabile (1), suddiviso dal punto di vista operativo in una prima porzione (la) che forma una ganascia fissa ed in una seconda porzione (lb) che è disposta ad angolo, in particolare ad angolo retto, rispetto alla prima porzione (la) ed è generalmente più lunga della prima porzione (la) che forma la ganascia fissa, un secondo elemento (2), che si estende circa ortogonalmente alla porzione lunga (lb) del primo elemento (1) ed è collegato a questa (lb) per mezzo di un foro passante liscio (2a), previsto nel secondo elemento (2), nel quale la porzione lunga (lb) del primo elemento (1) è infilata con gioco, in modo che il secondo elemento (2) sia scorrevole lungo la porzione lunga (lb) del primo elemento (1) sia per avvicinarsi alla ganascia fissa (la) sia per allontanarsi dalla ganascia fìssa (la), un organo di bloccaggio (3), il quale è supportato con una sua parte filettata (3a) in un foro passante filettato (2b) previsto nel secondo elemento (2) in corrispondenza della sua estremità libera e presenta ad un’estremità della sua parte filettata (3a) un elemento snodato di appoggio (3b), con il quale il pezzo viene bloccato rispettivamente i pezzi da sottoporre a lavorazione vengono bloccati contro la ganascia fissa (la), per il fatto che l’elemento snodato di appoggio (3b) è avvicinabile alla ganascia fissa (la) o è allontanarle dalla ganascia fissa (la) per mezzo della rotazione in un primo verso o in un secondo verso della parte filettata (3a) nel foro passante filettato (2b), caratterizzato dal fatto che esso comprende in aggiunta un elemento frenante (4), il quale presenta una superficie di appoggio (4a) che appoggia sulla porzione lunga (lb) del primo elemento (1) ed esercita su di essa (lb) una forza di attrito atta a compensare la forza peso cui è soggetto Γ insieme formato dal secondo elemento (2) e dall’organo di bloccaggio (3), l’elemento frenante (4) essendo supportato sul secondo elemento (2).
- 2. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l’elemento frenante (4) è formato da una lamiera metallica, che la superficie di appoggio (4a) dell’elemento frenante (4) è formata da una striscia di bordo, avvolta su sé stessa, della lamiera metallica (4) e che sono previsti dei mezzi di fissaggio (5) per fissare la lamiera metallica (4) sul secondo elemento (2), i quali (5) in aggiunta premono contemporaneamente la striscia di bordo avvolta su sé stessa (4a) contro la porzione lunga (lb) del primo elemento (1).
- 3. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che i mezzi di fissaggio (5) sono costituiti da un elemento angolato, il quale presenta una parte piana (5a) ed una striscia di bordo (5b) piegata rispetto al piano della parte piana (5a), serra tra la sua parte piana (5a) e il secondo elemento (2) la lamiera metallica (4) e racchiude lateralmente con la sua parte piana (5a) e da sopra con la striscia di bordo piegata (5b) la striscia di bordo avvolta su sé stessa (4a) premendola contro la porzione lunga (lb) del primo elemento (1) e deformandola all’atto di ciò in modo tale che essa (4a) esercita detta forza di attrito sulla porzione lunga (lb) del primo elemento (1).
- 4. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che l’elemento angolato (5) è collegato con il secondo elemento (2) in modo regolabile in più posizioni reciproche ed in modo bloccabile nella posizione reciproca regolata e che sono previsti dei mezzi di regolazione (6) per regolare la posizione reciproca tra l’elemento angolato (5) ed il secondo elemento (2).
- 5. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che i mezzi di regolazione (6) sono azionabili manualmente e servono per avvicinare o allontanare l’elemento angolato (5) al o dal secondo elemento (2).
- 6. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che i mezzi di regolazione (6) sono costituti da una vite, che si impegna in un foro passante liscio dell’elemento angolato (5) ed in un foro cieco filettato presente nel secondo elemento (2).
- 7. Dispositivo di bloccaggio secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che la parte filettata (3a) dell’organo di bloccaggio (3) è unita in modo rigido ad un’impugnatura (7).
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DE202006001331U1 (de) * | 2006-01-27 | 2007-05-31 | Irwin Industrial Tools Gmbh | Spann- und/oder Spreizwerkzeug, insbesondere Schraubzwinge |
DE102006011280A1 (de) * | 2006-03-10 | 2007-09-13 | Irwin Industrial Tools Gmbh | Spann- und/oder Spreizwerkzeug, insbesondere Schraubzwinge, mit einer Wegrutschsperre |
-
2011
- 2011-08-09 IT IT000037A patent/ITBZ20110037A1/it unknown
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