ITBO20130350A1 - Dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere. - Google Patents

Dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere. Download PDF

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Federico Righetti
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Description

Titolo: DISPOSITIVO PER IL DRENAGGIO DI FERITE E LESIONI IN GENERE.
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere.
Come è noto, per assicurare una completa guarigione delle ferite, soprattutto quelle di origine chirurgica, è frequente l'impiego di dispositivi di drenaggio, in grado di assolvere varie compiti.
In primo luogo infatti, essi consentono la fuoriuscita e l'evacuazione di fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, eccetera, che, viceversa, potrebbero accumularsi nella ferita, determinando evidenti problematiche, pregiudicando la completa guarigione e/o provocando l'insorgere di ulteriori complicazioni. Inoltre, proprio il monitoraggio del materiale rimosso, consente di fatto di sorvegliare il processo stesso di guarigione, individuando tempestivamente eventuali emorragie, infezioni, comparse di materiale purulento o altre anomalie, consentendo così un tempestivo intervento (e, in ogni caso, provvedendo alla rimozione degli agenti estranei).
Sono quindi diffusi dispositivi di drenaggio che comprendono una vasca di raccolta posta all'estremità distale di un tubicino, solitamente realizzato in materiale polimerico, che da parte opposta, alla sua estremità prossimale, è posto direttamente a contatto con la ferita.
In alcune forme di realizzazione, l'evacuazione e la raccolta dei fluidi, avviene per semplice gravità, ma spesso tale soluzione si rivela insoddisfacente, in quanto non tutte le sostanze accumulate nella ferita ne fuoriescono per semplice caduta, con ciò determinando un drenaggio non ottimale.
Pertanto, in altre forme di realizzazione, si ricorre ad un serbatoio intermedio in materiale polimerico deformabile, interposto tra la ferita e la vasca di raccolta: per avviare il drenaggio, l'utilizzatore può comprimere il serbatoio, riducendone il volume interno; al rilascio del serbatoio, la ferite viene sottoposta ad una lieve pressione negativa, che provoca quindi l'aspirazione, e quindi la rimozione, di fluidi e delle altre sostanze eventualmente presenti, che si accumulano nel serbatoio.
Quando il serbatoio è pieno, è possibile svuotarlo nella vasca, e ripristinare la condizione iniziale, per riavviare il drenaggio.
Anche tale soluzione realizzativa non è però priva di inconvenienti.
Il dispositivo sopra descritto, prevede infatti il ricorso ad almeno una coppia di valvole, disposte rispettivamente a monte e a valle del serbatoio. Durante la fase di aspirazione, la valvola a monte deve ovviamente consentire il passaggio di sostanze lungo il rispettivo tratto di tubo, mentre quella a valle deve impedirlo; viceversa, durante la fase di svuotamento, la valvola a monte deve essere disposta in chiusura del passaggio di sostanze, mentre quella a valle deve permettere lo svuotamento del serbatoio intermedio nella vasca di raccolta.
Appare quindi evidente come l'infermiere (o altro utilizzatore) debba prestare massima attenzione alla disposizione delle valvole, soprattutto in corrispondenza della compressione del serbatoio: il drenaggio infatti si avvia non appena il serbatoio, compresso dall'utilizzatore, viene rilasciato, e quindi qualora non siano state precedentemente disposte in modo corretto le valvole, si verificano malfunzionamenti, potenzialmente dannosi per il paziente.
Inoltre, è opportuno osservare come la metodologia sopra descritta, consenta di sottoporre la ferita a pressioni negative di modesta entità, spesso inadatte per alcune specifiche applicazioni.
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un dispositivo in grado di effettuare un ottimale drenaggio di ferite e lesioni in genere.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che consenta di effettuare il drenaggio di ferite e lesioni in genere in modo semplice e pratico, senza richiedere particolari attenzioni all'utilizzatore.
Un ulteriore scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che permetta di drenare ferite e lesioni in genere, sottoponendole a pressioni negative anche elevate.
Un ulteriore scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare un dispositivo di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi scopi vengono raggiunti da un dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere, comprendente un condotto associabile, sostanzialmente in corrispondenza di una sua estremità prossimale, ad una lesione, del tipo di una ferita, di una piaga, e simili, detto condotto adducendo, da parte opposta, ad un serbatoio, l'involucro di detto serbatoio essendo realizzato almeno parzialmente in materiale deformabile, per la compressione selettiva di detto serbatoio da una configurazione indeformata ad almeno una predefinita configurazione deformata, e l'aspirazione di sostanze dalla lesione, per depressione pneumatica, durante il ritorno elastico di detto serbatoio da detta almeno una predefinita configurazione deformata a detta configurazione indeformata, caratterizzato dal fatto di comprendere un organo di ritegno di rispettive porzioni di detto involucro, automaticamente azionabile in corrispondenza del raggiungimento di detta almeno una predefinita configurazione deformata, e selettivamente disattivabile, per il rilascio di dette porzioni di detto involucro, e il ritorno elastico da detta almeno una predefinita configurazione deformata a detta configurazione indeformata.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del dispositivo secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra il dispositivo secondo il trovato, in alzato frontale e esploso;
la figura 2 illustra l'organo di ritegno, in vista prospettica, disposto in configurazione indeformata;
la figura 3 illustra l'organo di ritegno, in vista prospettica e sezionata, disposto in una configurazione deformata;
la figura 4 illustra l'organo di ritegno, in vista prospettica ed esplosa.
Con particolare riferimento alle figure citate, è indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere, che comprende un condotto 2 (un tubicino in materiale polimerico per esempio) che può essere associato, sostanzialmente in corrispondenza di una sua estremità prossimale 2a, ad una lesione, del tipo di una ferita, di una piaga, e simili.
Più precisamente, si osserva sin da ora che nell'applicazione preferita, alla quale si farà riferimento nel prosieguo della presente trattazione, il dispositivo 1 può essere infilato in una ferita chirurgica (o ad essa in altro modo associato), per rimuovere sostanze quali fluidi corporei, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, eccetera, che, viceversa, potrebbero accumularsi nella ferita stessa, determinando evidenti problematiche e/o provocando eventuali ulteriori complicazioni.
Non si esclude peraltro il ricorso, comunque rientrante nell'ambito di protezione qui rivendicato, al dispositivo 1, per il drenaggio di altri tipi di ferite o lesioni, in funzione delle specifiche esigenze, e/o anche, eventualmente, per la rimozione di altri tipi di sostanze, rispetto a quelle poc'anzi elencate a scopo meramente esemplificativo.
Da parte opposta rispetto alla ferita (e rispetto all'estremità prossimale 2a) il condotto 2 adduce ad un serbatoio 3, il cui involucro 3a è realizzato almeno parzialmente in materiale deformabile (preferibilmente, ma non esclusivamente, in un materiale polimerico elasticamente deformabile), per consentire la compressione selettiva del serbatoio 3 (da parte di un utilizzatore) e portarlo così da una configurazione indeformata ad almeno una predefinita configurazione deformata.
In questo modo, durante il successivo ritorno elastico del serbatoio 3, dalla predefinita configurazione deformata alla configurazione indeformata, il dispositivo 1 pone in depressione pneumatica la lesione, consentendo l'aspirazione di sostanze dalla lesione (e quindi il desiderato drenaggio).
Si osservi come il materiale costituente l'involucro 3a del serbatoio 3, è elasticamente deformabile proprio per consentire il succitato ritorno elastico ed è preferibilmente traslucido, così da permettere un agevole e immediato monitoraggio delle sostanze rimosse dalla lesione, e accumulate nel serbatoio 3. L'infermiere, o altro addetto, può così sorvegliare il processo di guarigione della ferita, e rilevare tempestivamente eventuali segnali dell'insorgere di complicazioni (emorragie, infezioni, comparse di materiale purulento, eccetera).
Secondo il trovato, il dispositivo 1 comprende un organo di ritegno 4 di rispettive porzioni dell'involucro 3a, che si aziona automaticamente, senza uno specifico dell'utilizzatore (o del paziente), in corrispondenza del raggiungimento della predefinita configurazione deformata, contrastando così l'immediato ritorno elastico verso la configurazione indeformata (e impedendo così l'avvio automatico dell'aspirazione).
L'organo di ritegno 4 è quindi disattivabile in modo selettivo, da parte dell'utilizzatore, per consentire il rilascio delle suddette porzioni dell'involucro 3a, e il ritorno elastico del serbatoio 3 dalla predefinita configurazione deformata alla configurazione indeformata (e l'aspirazione delle sostanze dalla lesione).
Risulta chiaro sin da ora come, diversamente da quanto accade ricorrendo a soluzioni note, mediante l'impiego del dispositivo 1 secondo il trovato l'aspirazione non si avvia automaticamente, dopo che l'utilizzatore ha compresso il serbatoio 3; è infatti necessario un ulteriore intervento dell'utilizzatore, che deve agire sull'organo di ritegno 4, per provocare il rilascio delle porzioni dell'involucro 3a e aspirare le sostanze dalla lesione, con i benefici che verranno meglio chiariti in seguito.
Secondo una soluzione realizzativa di rilevante interesse pratico, proposta nelle figure allegate a scopo illustrativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, l'organo di ritegno 4 comprende una prima valva 5 e una seconda valva 6, stabilmente vincolate (in qualsiasi modo) alle suddette porzioni, scelte reciprocamente contrapposte, dell'involucro 3a.
Le valve 5, 6 sono mantenute elasticamente distanziate, nella configurazione indeformata, come visibile nella figura 2, e sono inoltre provviste di mezzi di vincolo reciproco 7, che si attivano automaticamente in corrispondenza del raggiungimento della configurazione deformata (come illustrato in figura 3), per ritenere reciprocamente le porzioni e impedire il ritorno elastico del serbatoio 3 verso la configurazione indeformata.
I mezzi di vincolo 7 sono inoltre disattivabili in modo selettivo, per consentire appunto il rilascio delle porzioni contrapposte dell'involucro 3a del serbatoio 3, e il ritorno elastico dalla configurazione deformata alla configurazione indeformata (e la contemporanea aspirazione delle sostanze dalla ferita).
Opportunamente, l'organo di ritegno 4 comprende un elemento elastico (del quale si forniranno in seguito alcuni dettagli, in relazione ad una possibile forma di realizzazione), che è interposto tra le valve 5, 6, per mantenerle nella configurazione indeformata e per favorire il ritorno elastico dalla configurazione deformata alla configurazione indeformata, in corrispondenza della disattivazione dei mezzi di vincolo 7 (contribuendo quindi all'effetto prodotto dalla reazione elastica sviluppata dall'involucro 3a, preferibilmente realizzato in un materiale polimerico elasticamente deformabile).
Utilmente, i mezzi di vincolo reciproco 7 comprendono un nasello 8 (sostanzialmente conformato ad uncino), che sporge dalla prima valva 5 e che è rivolto verso la seconda valva 6. Quando, a seguito della compressione esercitata dall'utilizzatore sull'involucro 3a, il serbatoio 3 raggiunge la configurazione deformata, e le valve 5, 6 vengono così a trovarsi reciprocamente ravvicinate, il nasello 8 si impegna automaticamente in almeno un rispettivo riscontro 9, realizzato lungo la seconda valva 6.
Successivamente, a seguito di una ulteriore compressione del serbatoio 3, il nasello 8 può svincolarsi dal riscontro 9, avviando così il drenaggio della ferita.
Più particolarmente, come risulta chiaro per esempio dalla figura 3, il dispositivo 1 secondo il trovato comprende due riscontri 9, costituiti da una coppia di dentelli, che sporgono dal bordo di un'asola 10 realizzata lungo la seconda valva 6.
Quando il serbatoio 3, per effetto della compressione esercitata dall'utilizzatore, si porta nella predefinita configurazione deformata, il nasello 8 si inserisce almeno parzialmente nell'asola 10 e si impegna (per esempio, in corrispondenza di rispettive propaggini 8a), con i dentelli, per ritenere le porzioni contrapposte dell'involucro 3a, realizzando sostanzialmente la disposizione reciproca di figura 3 ed opponendosi al ritorno elastico verso la configurazione indeformata.
Per ottenere il disimpegno quindi, è sufficiente esercitare una lieve ulteriore pressione sull'involucro 3a, e quindi sulle valve 5, 6, per portare il nasello 8 a penetrare ulteriormente nell'asola 10, spingendolo oltre i riscontri 9 e quindi svincolandolo da questi ultimi, permettendo così il ripristino della configurazione indeformata.
Con ulteriore riferimento alla soluzione realizzativa illustrata nelle figure allegate, a scopo esemplificativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, ciascuna valva 5, 6 comprende una piastrina centrale 5a, 6a, una prima patta laterale 5b, 6b e una seconda patta laterale 5c, 6c. Le patte laterali 5b, 5c, 6b, 6c di ciascuna valva 5, 6 sono, da parti opposte, girevolmente vincolate ai rispettivi fianchi della piastrina centrale 5a, 6a della corrispondente valva 5, 6, e tale vincolo girevole consente il passaggio dalla configurazione indeformata di figura 2 alla configurazione deformata di figura 3, e viceversa.
Inoltre, proprio per permettere la movimentazione reciproca delle valve 5, 6 (e come illustrato per esempio nelle figure 2 e 4), la prima patta laterale 6b della seconda valva 6 è girevolmente articolata, ad incastro, attorno ad almeno un rispettivo primo perno 11 (e per esempio a due primi perni 11 reciprocamente allineati) della prima patta laterale 5b della prima valva 5. Simmetricamente, la seconda patta laterale 5c della prima valva 5 è girevolmente articolata, ad incastro, attorno ad almeno un rispettivo secondo perno 12 (e per esempio a due secondi perni 12 reciprocamente allineati) della seconda patta laterale 6c della seconda valva 6.
L'articolazione girevole ad incastro è ottenuta grazie a linguette terminali 13, piegate a semicerchio, che sporgono dalla seconda patta laterale 5c della prima valva 5 e dalla prima patta laterale 6b della seconda valva 6, e che, mentre abbracciano girevolmente i rispettivi perni 11, 12, si infilano con i loro lembi terminali in rispettive fessure 14, realizzate lungo la prima patta laterale 5b della prima valva 5 e lungo la seconda patta laterale 6c della seconda valva 6. Nella soluzione realizzativa preferita, non limitativa dell'applicazione del trovato, il già menzionato elemento elastico è costituito da una molla elicoidale 15 ad azione assiale, che è interposta tra le piastrine centrali 5a, 6a ed è ad esse perpendicolare: durante il passaggio dalla configurazione indeformata alla configurazione deformata, la molla 15 viene elasticamente sollecitata a compressione, e quindi, non appena i mezzi di vincolo 7 vengono disattivati, sviluppa una reazione elastica che allontana fra loro le piastrine centrali 5a, 6a, riportandole nella disposizione originaria, e, con esse, ripristinando la configurazione indeformata del serbatoio 3.
Pertanto, grazie al ricorso al dispositivo 1 secondo il trovato, il ritorno elastico nella configurazione indeformata, durante il quale la ferita viene posta in depressione pneumatica e viene quindi effettuato il drenaggio, è ottenuto non solo grazie alla deformabilità elastica del materiale scelto per l'involucro 3a del serbatoio 3, ma anche, e soprattutto, grazie alla molla 15. Variando a piacere le dimensioni e il precarico della molla 15, è possibile variare a piacere la sua reazione elastica, che contribuisce come osservato al ritorno alla configurazione indeformata, e quindi anche il valore di pressione negativa alla quale viene sottoposta la ferita. Questo consente di ottenere anche valori molto elevati di pressione negativa, superando uno dei limiti dei dispositivi noti, che sono in grado di sviluppare pressioni negative di modesta entità, dall'efficacia assai più limitata.
Vantaggiosamente, il dispositivo 1 secondo il trovato comprende almeno una prima valvola, di non ritorno, che è disposta lungo il condotto 2 tra l'estremità prossimale 2a e il serbatoio 3, per consentire l'aspirazione delle sostanze dalla lesione, ma contrastare il reflusso delle sostanze dal serbatoio 3 verso la lesione.
Positivamente, il dispositivo 1 secondo il trovato comprende anche una vasca di raccolta 16, associata ad una bocca di scarico 3b del serbatoio 3, nella vasca 16 possono essere così accumulate le sostanze aspirate dalla lesione ed evacuate dal serbatoio 3, quando quest'ultimo si riempe e/o viene definitivamente ripristinata la configurazione indeformata.
Ancor più particolarmente, il dispositivo 1 secondo il trovato comprende anche una seconda valvola 17, interposta tra il serbatoio 3 e la vasca 16: tale seconda valvola 17 è normalmente disposta in intercettazione del passaggio di materiale, ed è viceversa selettivamente azionabile per consentire il passaggio di sostanze e lo svuotamento del serbatoio 3.
L'impiego del dispositivo secondo il trovato risulta evidente da quanto sin qui descritto: il condotto 2 può essere infilato, con la sua estremità prossimale 2a, in una ferita chirurgica di un paziente, o altra lesione, ponendo quest'ultima in collegamento con il serbatoio 3. L'infermiere, o altro utilizzatore, può quindi comprimere l'involucro 3a del serbatoio 3, portandolo dalla configurazione indeformata ad almeno una predefinita configurazione deformata, nella quale le valve 5, 6 sono ravvicinate, come per esempio illustrato nella figura 3.
Automaticamente quindi, al raggiungimento della configurazione deformata, il nasello 8 (con le sue propaggini 8a) si impegna con i riscontri 9 (i dentelli), contrastando il ritorno elastico alla configurazione indeformata (dovuto alle proprietà elastiche del materiale dell'involucro 3a e, soprattutto, alla molla 15) e quindi l'immediato, automatico, avvio dell'aspirazione.
L'utilizzatore, dopo aver compresso il serbatoio 3, può così controllare che tutti i componenti del dispositivo 1 (la seconda valvola 17 per esempio) siano operativi e nella configurazione di funzionamento corretta, e solo dopo essersi accertato che non vi sono controindicazioni all'avvio dell'aspirazione, può agire sull'organo di ritegno 4, semplicemente esercitando una ulteriore compressione sull'involucro 3a, e quindi sulle valve 5, 6, per disimpegnare il nasello 8 dai riscontri 9, e quindi rilasciare le porzioni dell'involucro 3a del serbatoio 3.
Con il disimpegno del nasello 8, automaticamente il ritorno elastico avvia il passaggio del serbatoio 3 dalla configurazione deformata alla configurazione indeformata, e con esso l'ottimale drenaggio, per aspirazione di sostanze dalla ferita, posta in depressione pneumatica.
Risulta quindi evidente come l'aspirazione e il drenaggio possano essere effettuati in modo semplice e pratico, senza richiedere all'utilizzatore particolari attenzioni, durante la fase di compressione del serbatoio 3 (o prima): egli può infatti comprimere l'involucro 3a e limitarsi a compiere una semplice verifica della disposizione dei vari componenti coinvolti al termine della compressione, in quanto è necessario un ulteriore comando da parte sua (l'ulteriore compressione necessaria per disattivare i mezzi di vincolo 7 e l'organo di ritegno 4) per avviare l'aspirazione.
Questo scongiura il pericolo che l'aspirazione e il drenaggio si avviino quando la seconda valvola 17 (e/o la prima valvola, e/o altri elementi che regolano il flusso di sostanze) si trova nella posizione errata (per distrazione, e/o come conseguenza dei precedenti impieghi), con ciò determinando malfunzionamenti ed eventuali problemi per il paziente.
Inoltre, come si è visto, mediante un'opportuna scelta della molla 15 appropriata, è possibile variare l'entità della reazione elastica sviluppata durante il ritorno verso la configurazione indeformata, e quindi risulta facile imporre valori di depressione pneumatica di qualsiasi tipo, anche elevati.
Si è in pratica constatato come il dispositivo secondo il trovato, assolva pienamente il compito prefissato, in quanto, il ricorso ad un organo di ritegno di rispettive porzioni dell'involucro del serbatoio, che si aziona automaticamente in corrispondenza del raggiungimento di una predefinita configurazione deformata del serbatoio stesso, e che si disattiva in modo selettivo, per rilasciare le porzioni e consentire il ritorno elastico alla configurazione indeformata, per aspirare sostanze dalla lesione per depressione pneumatica, consente di realizzare un dispositivo in grado di effettuare un ottimale drenaggio di ferite e lesioni in genere.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo per il drenaggio di ferite e lesioni in genere, comprendente un condotto (2) associabile, sostanzialmente in corrispondenza di una sua estremità prossimale (2a), ad una lesione, del tipo di una ferita, di una piaga, e simili, detto condotto (2) adducendo, da parte opposta, ad un serbatoio (3), l'involucro (3a) di detto serbatoio (3) essendo realizzato almeno parzialmente in materiale deformabile, per la compressione selettiva di detto serbatoio (3) da una configurazione indeformata ad almeno una predefinita configurazione deformata, e l'aspirazione di sostanze dalla lesione, per depressione pneumatica, durante il ritorno elastico di detto serbatoio (3) da detta almeno una predefinita configurazione deformata a detta configurazione indeformata, caratterizzato dal fatto di comprendere un organo di ritegno (4) di rispettive porzioni di detto involucro (3a), automaticamente azionabile in corrispondenza del raggiungimento di detta almeno una predefinita configurazione deformata, e selettivamente disattivabile, per il rilascio di dette porzioni di detto involucro (3a), e il ritorno elastico da detta almeno una predefinita configurazione deformata a detta configurazione indeformata.
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto organo di ritegno (4) comprende una prima valva (5) e una seconda valva (6), stabilmente vincolate a dette porzioni, reciprocamente contrapposte, di detto involucro (3a), dette valve (5, 6) essendo mantenute elasticamente distanziate in detta configurazione indeformata ed essendo provviste di mezzi di vincolo reciproco (7), automaticamente attivabili in corrispondenza del raggiungimento di detta almeno una configurazione deformata per il reciproco ritegno di dette porzioni, detti mezzi di vincolo (7) essendo selettivamente disattivabili, per il rilascio di dette porzioni contrapposte di detto involucro (3a) di detto serbatoio (3) e il ritorno elastico da detta almeno una configurazione deformata a detta configurazione indeformata.
  3. 3. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che detto organo di ritegno (4) comprende un elemento elastico, interposto tra dette valve (5, 6), per il loro mantenimento in detta configurazione indeformata e per favorire il ritorno elastico da detta almeno una configurazione deformata a detta configurazione indeformata in corrispondenza della disattivazione di detti mezzi di vincolo (7).
  4. 4. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di vincolo reciproco (7) comprendono un nasello (8) sporgente da detta prima valva (5) e rivolto verso detta seconda valva (6), in corrispondenza del raggiungimento di detta almeno una configurazione deformata e del conseguente ravvicinamento reciproco di dette valve (5, 6), detto nasello (8) impegnandosi automaticamente con almeno un rispettivo riscontro (9), realizzato lungo detta seconda valva (6), detto nasello (8) svincolandosi da detto riscontro (9) a seguito di una ulteriore compressione di detto serbatoio (3).
  5. 5. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere due di detti riscontri (9) sostanzialmente costituiti da una coppia di dentelli, sporgenti dal bordo di un'asola (10) realizzata lungo detta seconda valva (6), e impegnabili con detto nasello (8), in corrispondenza del raggiungimento di detta almeno una predefinita configurazione deformata.
  6. 6. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ciascuna di dette valve (5, 6) comprende una piastrina centrale (5a, 6a), una prima patta laterale (5b, 6b) e una seconda patta laterale (5c, 6c), dette patte laterali (5b, 5c, 6b, 6c) di ciascuna di dette valve (5, 6) essendo girevolmente vincolate ai rispettivi fianchi di detta piastrina centrale (5a, 6a) della corrispondente detta valva (5, 6), detta prima patta laterale (6b) di detta seconda valva (6) essendo girevolmente articolata, ad incastro, attorno ad almeno un rispettivo primo perno (11) di detta prima patta laterale (5b) di detta prima valva (5), detta seconda patta laterale (5c) di detta prima valva (5) essendo girevolmente articolata, ad incastro, attorno ad almeno un rispettivo secondo perno (12) di detta seconda patta laterale (6c) di detta seconda valva (6).
  7. 7. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento elastico è sostanzialmente costituito da una molla elicoidale (15) ad azione assiale, perpendicolarmente interposta tra dette piastrine centrali (5a, 6a) e elasticamente sollecitata a compressione, durante il passaggio da detta configurazione indeformata a detta almeno una predefinita configurazione deformata.
  8. 8. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una prima valvola, di non ritorno, disposta lungo detto condotto (2) tra detta estremità prossimale (2a) e detto serbatoio (3), per consentire l'aspirazione di sostanze dalla lesione, ed contrastare il reflusso delle sostanze da detto serbatoio (3) verso la lesione.
  9. 9. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una vasca di raccolta (16), associata ad una bocca di scarico (3b) di detto serbatoio (3), per l'accumulo delle sostanze aspirate dalla lesione, ed evacuate da detto serbatoio (3).
  10. 10. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una seconda valvola (17), interposta tra detto serbatoio (3) e detta vasca (16), detta seconda valvola (17) essendo normalmente disposta in intercettazione del passaggio di materiale, ed essendo selettivamente azionabile per consentire il passaggio di sostanze e lo svuotamento di detto serbatoio (3).
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