ITBO20130344A1 - Dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe, e simili. - Google Patents

Dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe, e simili.

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ITBO20130344A1
ITBO20130344A1 IT000344A ITBO20130344A ITBO20130344A1 IT BO20130344 A1 ITBO20130344 A1 IT BO20130344A1 IT 000344 A IT000344 A IT 000344A IT BO20130344 A ITBO20130344 A IT BO20130344A IT BO20130344 A1 ITBO20130344 A1 IT BO20130344A1
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Description

Titolo: DISPOSITIVO PER IL TRATTAMENTO DI LESIONI DEL TIPO DI FERITE, PIAGHE, E SIMILI.
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili.
Come à ̈ noto, sono molteplici i trattamenti attualmente impiegati per la cura di ferite chirurgiche, fistole, piaghe da decubito e altre lesioni di vario tipo, volti allo scopo di assicurare una completa guarigione della lesione e la richiusura dei lembi originariamente lacerati, scongiurando il pericolo di infezioni e cercando di ridurre al minimo (o di eliminare completamente) i segni visibili sulla pelle del paziente, al termine del percorso di guarigione. Tra tali trattamenti, à ̈ conosciuta la terapia che prevede l'applicazione di una pressione negativa (continua o intermittente) nella ferita, per rimuovere fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, eccetera, e nel contempo favorire la circolazione sanguigna (che accelera il processo di guarigione) e la rigenerazione cellulare.
Tale metodologia, nota come "V.A.C.® Therapy" o con l'acronimo NPWT (Negative Pressure Wound Therapy), prevede quindi di applicare una apposita medicazione sulla ferita (o piaga, o altra lesione), in modo tale da isolare l'ambiente da trattare, per poi porlo in depressione, grazie ad un tubicino, collegato ad una pompa e ad un serbatoio, che raccoglie il materiale aspirato dalla ferita.
La terapia sopra descritta si à ̈ dimostrata nel tempo efficace e per tale motivo risulta ora largamente impiegata, sebbene la necessità di ricorrere a dispositivi spesso costosi e ingombranti (in particolar modo la pompa) e l'esigenza di prestare estrema attenzione nell'applicazione della medicazione, ne limitino la diffusione alle sole strutture ospedaliere, e/o comunque a luoghi che dispongano di personale qualificato.
Inoltre, la terapia richiede ripetuti cicli di applicazione della pressione negativa, rendendo l'intero percorso curativo molto lungo (e dispendioso per il paziente).
Infine, e ancor più importante, gli studi clinici, e l'analisi dei risultati ottenuti nel tempo, mostrano come la terapia NPWT si riveli ancora solo parzialmente soddisfacente, non assicurando, nella totalità dei casi esaminati, la desiderata guarigione completa della lesione.
Compito precipuo del presente trovato à ̈ quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un dispositivo in grado di effettuare un'efficace trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe, e simili.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo che assicuri una completa guarigione di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili.
Un ulteriore scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo, per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili, che sia di facile e pratico impiego, anche senza ricorrere a personale qualificato.
Un altro scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo che assicuri, a costi contenuti, una rapida guarigione di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili.
Un ulteriore scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Non ultimo scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo di sicura applicazione. Questo compito e questi scopi vengono raggiunti da un dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili, che comprende almeno una unità di generazione di pressione negativa, operativamente associabile mediante un rispettivo circuito ad una lesione, del tipo di ferite, piaghe e simili, per sottoporre la lesione ad una depressione pneumatica, durante almeno una fase di aspirazione, eventualmente iterativa, in cui detta unità à ̈ funzionante, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un erogatore di ossigeno, operativamente associabile alla lesione mediante detto circuito, per l'invio di ossigeno alla lesione durante almeno una fase di emissione, eventualmente iterativa, contemporanea all'interruzione del funzionamento di detta unità di generazione di pressione negativa.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del dispositivo secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
le figure 1 e 2 mostrano l'applicazione del dispositivo secondo il trovato su una lesione, in vista prospettica.
Con particolare riferimento alle figure citate, à ̈ indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili, che comprende almeno una unità di generazione di pressione negativa 2, che può essere operativamente associata, mediante un rispettivo circuito 3, ad una lesione A, del tipo di ferite, piaghe e simili, per sottoporle ad una depressione pneumatica, durante almeno una fase di aspirazione, in cui tale 2 unità à ̈ funzionante e che eventualmente può essere ripetuta in modo iterativo e intermittente.
Di fatto quindi, mediante l'unità 2 la lesione A à ̈ sottoposta al trattamento noto come terapia NPWT o "V.A.C.® Therapy", che prevede appunto l'applicazione di una pressione negativa nella ferita, per rimuovere fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, eccetera, e nel contempo favorire la circolazione sanguigna (e accelerare così il processo di guarigione) e la rigenerazione cellulare.
Secondo modalità note, grazie alla terapia sopra ricordata, effettuabile con il dispositivo 1, à ̈ possibile quindi favorire la completa richiusura della lesione A, scongiurando o limitando il pericolo di segni o cicatrici permanenti, al termine del processo di guarigione, o di infezioni e altre problematiche, durante lo stesso.
Si precisa sin da ora che il dispositivo 1 secondo il trovato può trovare applicazione per il trattamento di qualsiasi tipo di lesione A (su un arto B di un paziente, come nell'esempio delle figure allegate, o su un altra parte del corpo): ferite chirurgiche o di altro tipo, fistole, piaghe da decubito o di diversa origine, preferibilmente di piccole o medie dimensioni.
Peraltro, non si esclude il ricorso al dispositivo 1 secondo il trovato anche per altri tipi di lesione A, anche di dimensioni maggiori, laddove le condizioni lo rendono possibile, in funzione delle specifiche esigenze operative.
Secondo il trovato, il dispositivo 1 comprende almeno un erogatore di ossigeno 4, che può essere a sua volta associato in modo operativo alla lesione A mediante il circuito 3, per poter così inviare ossigeno alla lesione A durante almeno una fase di emissione, che può anch'essa essere eventualmente ripetuta in modo intermittente e iterativa, e che à ̈ contemporanea all'interruzione del funzionamento dell'unità di generazione di pressione negativa 2.
Di fatto quindi, durante gli intervalli temporali in cui l'unità 2 à ̈ inerte, grazie all'erogatore 4 à ̈ possibile irrorare la lesione A con ossigeno, affiancando così alla terapia NPWT la somministrazione di un'altra terapia, nota come ossigeno-terapia, anch'essa volta a favorire la completa guarigione della lesione A.
E' opportuno precisare che, sebbene sia prevista la possibilità di alternare semplicemente una singola fase di aspirazione (di qualsiasi durata) con una singola fase di emissione (di qualsiasi durata), secondo la modalità di trattamento preferita entrambe l'unità 2 à ̈ preposta all'esecuzione di cicli intermittenti anche di tipo noto, e le fasi sono quindi ripetute iterativamente, alternando cioà ̈ a ciascuna fase di aspirazione una rispettiva fase di emissione (che viene quindi svolta negli intervalli temporali in cui l'unità 2 à ̈ inattiva).
Secondo una soluzione realizzativa di rilevante interesse pratico, citata a scopo illustrativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, il circuito 3 comprende un primo ramo 5a, che si sviluppa dall'unità di generazione di pressione negativa 2, ed un secondo ramo 5b, che à ̈ disposto in parallelo rispetto al primo ramo 5a e che si sviluppa dall'erogatore di ossigeno 4.
Da parti opposte rispetto all'unità 2 e all'erogatore 4, i rami 5a, 5b confluiscono (per esempio mediante un opportuno raccordo 5c a "Y"), in un tratto comune 5d, afferente ad una medicazione 6, che può essere amovibilmente applicata, in modo ermetico, sulla lesione A.
Si osservi come la medicazione 6 può essere del tipo sostanzialmente noto, già utilizzato per l'esecuzione di terapie NPWT o di ossigenoterapie, ed in ogni caso prevedere fasciature e/o bendaggi e/o strisce almeno parzialmente adesive, per rivestire completamente i tessuti lacerati e l'area circostante, eventualmente dopo aver provveduto a pulire la lesione A e ad aver eventualmente spalmato su di essa opportuni gel o pomate.
Inoltre, si rileva come il circuito 3 può anche presentare differente conformazione, in funzione delle specifiche esigenze, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato: a tale proposito, nelle prossime pagine si forniranno alcuni esempi, non limitativi, di differenti conformazioni del circuito 3 stesso.
Utilmente, il dispositivo 1 comprende un serbatoio 7, che à ̈ disposto lungo il primo ramo 5a e che à ̈ interposto tra la medicazione 6 e l'unità di generazione di pressione negativa 2, in modo da poter raccogliere al suo interno fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, e simili, rimossi dalla lesione A durante la fase di aspirazione (eventualmente iterativa, come si à ̈ visto).
In tale forma di realizzazione, il serbatoio 7 può essere alloggiato in una rispettiva sede 8, esternamente realizzata lungo la carcassa esterna 2a della unità di generazione di pressione negativa 2 (come nelle figure allegate): il serbatoio 7 può quindi essere messo in comunicazione con l'unità 2 semplicemente mediante opportuni orifizi reciprocamente affacciati e realizzati su facce contigue rispettivamente della carcassa 2a e del serbatoio 7 stesso.
In particolare, l'unità 2 può essere una pompa di tipo tascabile ed à ̈ atta alla generazione di un valore di pressione preferibilmente compreso fra 25 mmHG e 140 mmHG, eventualmente selezionabile a piacere mediante una rispettiva interfaccia di controllo 2b (e sensibilmente inferiore quindi alla pressione atmosferica, in modo tale da porre in depressione la lesione A, e consentire così l'aspirazione e più in generale l'esecuzione della terapia NPWT).
Opportunamente, anche l'erogatore di ossigeno 4 à ̈ di tipo tascabile: ciò consente di contenere gli ingombri complessivi degli elementi che compongono il dispositivo 1 secondo il trovato, permettendo il suo trasporto in modo pratico e agevole e consentendone l'utilizzo anche al di fuori di ospedali e strutture ospedaliere, e per esempio nella casa del paziente B che desideri utilizzarlo.
Secondo la soluzione realizzativa preferita, ma non limitativa dell'applicazione del trovato, l'erogatore 4 comprende mezzi elettrochimici di estrazione dell'ossigeno atmosferico, che sono interposti tra una bocca di aspirazione posta in comunicazione con l'ambiente esterno, e una bocca di mandata 9, associata al secondo ramo 5b.
Giova osservare come le modalità secondo le quali l'erogatore 4 à ̈ in grado di inviare ossigeno (da qualsiasi fonte) possono essere molteplici, e scelte fra le varie disponibili sul mercato e note nel settore. Nella soluzione realizzativa preferita comunque, l'erogatore 4 à ̈ sostanzialmente un setaccio molecolare, e comprende mezzi elettrochimici che si basano sui principi di funzionamento delle celle a combustibile, per estrarre l'ossigeno necessario direttamente dall'aria circostante (e proprio per tale motivo l'erogatore 4 à ̈ dotato della bocca di aspirazione).
Vantaggiosamente, il dispositivo 1 comprende almeno due valvole di intercettazione disposte rispettivamente lungo il primo ramo 5a e il secondo ramo 5b e che possono essere selettivamente azionate per consentire o impedire il passaggio di sostanze lungo il corrispondente ramo 5a, 5b.
Più precisamente, una prima valvola posizionata lungo il primo ramo 5a, può essere disposta in configurazione tale da consentire il passaggio delle sostanze rimosse dalla ferita, durante la fase di aspirazione, e destinate al serbatoio 7, mentre una seconda valvola chiude il passaggio lungo il secondo ramo 5b.
Viceversa, durante la fase di emissione, la prima valvola chiude il primo ramo 5a, lasciando l'ossigeno libero di circolare esclusivamente lungo il secondo ramo 5b, aperto dalla seconda valvola.
Preferibilmente, l'invio dell'ossigeno, ottenuto mediante l'erogatore 4, avviene semplicemente collegando quest'ultimo alla lesione A (come poc'anzi osservato, aprendo il secondo ramo 5b e chiudendo il primo ramo 5a, grazie ad un opportuno azionamento delle valvole), ottenendo l'invio automatico di ossigeno verso la lesione A stessa, in quanto essa à ̈ in depressione pneumatica, come conseguenza della fase di aspirazione.
In alternativa, qualora le condizioni di pressione ottenute durante la fase di aspirazione non fossero ritenute sufficienti, l'erogatore 4 può comprendere un piccolo compressore, preposto all'invio al secondo ramo 5b, e quindi alla lesione A, dell'ossigeno estratto dai mezzi, preferibilmente secondo un valore di portata (eventualmente selezionabile a piacere) compreso tra 1 ml/ora e 5 ml/ora.
Positivamente, il dispositivo 1 comprende una centralina di controllo e comando dell'unità 2 e/o dell'erogatore 4 (e preferibilmente di entrambi), in grado di attivare l'unità 2 e l'erogatore 4 stessi secondo almeno un ciclo prefissato, costituito (come anticipato nelle precedenti pagine) da una pluralità di fasi di aspirazione alternate a rispettive fasi di emissione, secondo tempi e parametri di funzionamento imposti dalla centralina.
Più particolarmente, la centralina può comprendere un modulo di memoria, per immagazzinare rispettivi tempi e parametri di funzionamento di molteplici cicli prefissati, anche riprogrammabili a piacere. Il paziente, o comunque l'utilizzatore, può quindi agire direttamente sulla centralina per azionare il dispositivo 1 e avviare ed eseguire il trattamento sulla ferita, secondo vari tempi e parametri di funzionamento, tutti già preimpostati nella centralina e/o riprogrammati a piacere in funzione delle specifiche esigenze.
Proprio per poter completamente conferire il comando e il controllo centralizzati del dispositivo 1 alla centralina, facilitando così il compito dell'utilizzatore, anche le valvole, laddove previste, possono essere asservite alla centralina, che può così attivarle per chiudere e aprire i rispettivi rami 5a, 5b del circuito 3 nel rispetto del ciclo impostato.
La centralina di controllo e comando può anche essere compresa nella sola unità 2, dotata del rispettivo serbatoio 7: in tale forma di realizzazione, l'erogatore 4 (ed eventualmente il compressore) può essere controllato e alimentato proprio dall'unità 2 (e dalla centralina di cui à ̈ equipaggiata).
Inoltre, si precisa che oltre alla possibilità di dotare il dispositivo 1 di una sola centralina di comando, comune, associata all'unità 2 e all'erogatore con un rispettivo cablaggio, à ̈ anche prevista la possibilità, comunque rientrante nell'ambito di protezione qui rivendicato, di prevedere due centraline di comando indipendenti, una per l'unità 2 e l'altra per l'erogatore 4, tra loro poste in comunicazione mediante cavi, o un collegamento di tipo "wireless".
Per contenere l'ingombro complessivo, e facilitare il trasporto e la maneggiabilità, il dispositivo 1 può inoltre comprendere un guscio esterno principale, che contiene l'unità di generazione di pressione negativa 2 e l'erogatore di ossigeno 4, ed eventualmente la centralina (sia essa compresa nell'unità 2, come poc'anzi osservato, o meno), o le centraline.
In tale forma di realizzazione quindi, il guscio può essere associato alla lesione A mediante un unico tubicino, costituente di fatto il tratto comune 5d, mentre all'interno del guscio può essere prevista la restante parte del circuito 3, e quindi i rami 5a, 5b.
Oppure, non si esclude la possibilità di associare l'unità 2 e l'erogatore 4 (e/o eventualmente il guscio) ad un unico condotto a due (o più) vie (rispettivamente associate all'unità 2 e all'erogatore 4 appunto): una di esse può così essere utilizzata per il passaggio delle sostanze aspirate dalla lesione A, mentre attraverso l'altra (o le altre) si provvede all'insufflazione della lesione A stessa con l'ossigeno.
L'impiego del dispositivo secondo il trovato risulta quindi evidente da quanto sin qui descritto: l'utilizzatore può applicare stabilmente ed ermeticamente la medicazione 6 su una lesione A, sottoponendola quindi, grazie al circuito 3, all'azione alternata dell'unità 2 e dell'erogatore 4.
Così, durante le fasi di aspirazione, l'unità 2 pone in depressione la lesione A, che viene così trattata con una terapia NPWT, mentre durante gli intervalli di tempo in cui l'unità 2 non à ̈ attiva (poiché à ̈ prevista l'esecuzione di una terapia NPWT a cicli intermittenti di trattamento per aspirazione), l'erogatore 4 invia ossigeno alla lesione A, in corrispondenza di fasi di emissione (anch'esse quindi intermittenti) che consentono di praticare l'ossigeno-terapia.
Oltre alla rimozione di fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, eccetera, l'effetto combinato delle due terapie a cui viene sottoposta la lesione A, mediante il dispositivo 1 secondo il trovato, assicura una ottimale e rapida guarigione della ferita (o piaga, o altra lesione A), aumentando e favorendo la circolazione sanguigna e la rigenerazione dei tessuti, riducendo così (o scongiurando del tutto) il pericolo che in corrispondenza della lacerazione permangano nel tempo, e a distanza di anni, segni visibili.
Proprio la semplicità di utilizzo, il ridotto numero di componenti da maneggiare (soprattutto, ma non solo, nel caso di adozione del guscio esterno), e le dimensioni contenute, rendono l'impiego del dispositivo 1 estremamente agevole e pratico, al punto da consentirne l'uso anche da parte del paziente stesso (o comunque da personale non qualificato), in strutture anche non specificatamente attrezzate, e senza esborsi economici significativi.
Si à ̈ in pratica constatato come il dispositivo secondo il trovato, assolva pienamente il compito prefissato, in quanto, il ricorso ad un erogatore di ossigeno, operativamente associabile ad una lesione, per inviarvi ossigeno, durante almeno una fase di emissione, contemporanea all'interruzione del funzionamento dell'unità di generazione di pressione negativa, che sottopone la lesione ad una depressione pneumatica, durante almeno una fase di aspirazione, consente di effettuare un'efficace trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe, e simili.
Il trovato, così concepito, à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo per il trattamento di lesioni del tipo di ferite, piaghe e simili, che comprende almeno una unità di generazione di pressione negativa (2), operativamente associabile mediante un rispettivo circuito (3) ad una lesione (A), del tipo di ferite, piaghe e simili, per sottoporre la lesione (A) ad una depressione pneumatica, durante almeno una fase di aspirazione, eventualmente iterativa, in cui detta unità (2) à ̈ funzionante, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un erogatore di ossigeno (4), operativamente associabile alla lesione (A) mediante detto circuito (3), per l'invio di ossigeno alla lesione (A) durante almeno una fase di emissione, eventualmente iterativa, contemporanea all'interruzione del funzionamento di detta unità di generazione di pressione negativa (2).
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto circuito (3) comprende un primo ramo (5a), sviluppantesi da detta unità di generazione di pressione negativa (2), ed un secondo ramo (5b), disposto in parallelo rispetto a detto primo ramo (5a) e sviluppantesi da detto erogatore di ossigeno (4), da parti opposte rispetto a detta unità (2) e a detto erogatore (4) detti rami (5a, 5b) confluendo in un tratto comune (5d), afferente ad una medicazione (6), amovibilmente ed ermeticamente applicabile sulla lesione (A).
  3. 3. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto di comprendere un serbatoio (7), disposto lungo detto primo ramo (5a), e interposto tra detta medicazione (6) e detta unità di generazione di pressione negativa (2), per la raccolta di fluidi, materiali infetti, essudati, eventuali frammenti di tessuto, e simili, rimossi dalla lesione (A) durante detta fase di aspirazione, eventualmente iterativa.
  4. 4. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto serbatoio (7) à ̈ alloggiato in una rispettiva sede (8) esternamente realizzata lungo la carcassa esterna (2a) di detta unità di generazione di pressione negativa (2).
  5. 5. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta unità (2) à ̈ una pompa, di tipo tascabile, atta alla generazione di un valore di pressione preferibilmente compreso fra 25 mmHG e 140 mmHG.
  6. 6. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto erogatore di ossigeno (4) à ̈ di tipo tascabile ed à ̈ sostanzialmente un setaccio molecolare, comprendente mezzi elettrochimici di estrazione dell'ossigeno atmosferico, interposti tra una bocca di aspirazione, posta in comunicazione con l'ambiente esterno, e una bocca di mandata (9), associata a detto secondo ramo (5b).
  7. 7. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno due valvole di intercettazione, disposte lungo rispettivi detti rami (5a, 5b) e selettivamente azionabili per consentire o impedire il passaggio di sostanze lungo il corrispondente detto ramo (5a, 5b).
  8. 8. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una centralina di controllo e comando di detta unità (2) e/o di detto erogatore (4), per l'attivazione di detta unità (2) e di detto erogatore (4) secondo almeno un ciclo prefissato, costituito da una pluralità di dette fasi di aspirazione alternate a rispettive dette fasi di emissione, secondo tempi e parametri di funzionamento imposti da detta centralina, dette valvole essendo asservite a detta centralina.
  9. 9. Dispositivo, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detta centralina comprende un modulo di memoria, per l'immagazzinamento di rispettivi tempi e parametri di funzionamento di molteplici cicli prefissati, anche riprogrammabili a piacere.
  10. 10. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un guscio esterno principale, contenente detta unità di generazione di pressione negativa (2) e detto erogatore di ossigeno (4), ed eventualmente detta centralina.
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Citations (5)

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