ITBO20090793A1 - Tutore ortopedico per bambini con piede torto-congenito - Google Patents

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Luca Malferrari
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Ct Ortopedico Essedi S N C
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    • A61FFILTERS IMPLANTABLE INTO BLOOD VESSELS; PROSTHESES; DEVICES PROVIDING PATENCY TO, OR PREVENTING COLLAPSING OF, TUBULAR STRUCTURES OF THE BODY, e.g. STENTS; ORTHOPAEDIC, NURSING OR CONTRACEPTIVE DEVICES; FOMENTATION; TREATMENT OR PROTECTION OF EYES OR EARS; BANDAGES, DRESSINGS OR ABSORBENT PADS; FIRST-AID KITS
    • A61F5/00Orthopaedic methods or devices for non-surgical treatment of bones or joints; Nursing devices; Anti-rape devices
    • A61F5/01Orthopaedic devices, e.g. splints, casts or braces
    • A61F5/0193Apparatus specially adapted for treating hip dislocation; Abduction splints

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Description

TUTORE ORTOPEDICO PER BAMBINI CON PIEDE TORTO-CONGENITO
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si inquadra nel settore tecnico degli apparecchi correttivi utilizzati in ortopedia infantile come coadiuvanti per rimediare a malformazioni congenite, tra le quali è annoverata quella relativa ai piedi torti, presente con incidenza statistica di circa un caso su mille neonati.
Tale malformazione consiste in un anomalo orientamento verso l’interno di uno o ambedue i piedi del neonato.
Il Dott. Ignatio Ponseti ha messo a punto un metodo non chirurgico per la correzione del piede torto-congenito, che consiste in manipolazioni che portano gradualmente il piede verso la posizione normale, sfruttando la risposta biologica di ossa e tessuti connettivi giovani.
Le posizioni intermedie via via raggiunte vengono stabilizzate per periodi prestabiliti con gessature dell’arto.
Al termine del ciclo di gessature, è prevista l’applicazione di un tutore costituito da una barra a lunghezza regolabile, alle cui estremità sono fissate le scarpette da calzare ai piedi del bambino.
Gli elementi che realizzano il fissaggio delle scarpette alla barra sono conformati in modo che esse possano assumere le prestabilite angolazioni sul piano di giacitura delle piante dei piedi, per imporre il corretto livello di abduzione.
Il metodo prevede che il suddetto tutore sia applicato per tutto il giorno, all’inizio, e quindi progressivamente di meno (comunque 14 ÷ 16 ore) sino a che il bambino non ha raggiunto i quattro-cinque anni di età.
L’efficacia del metodo terapeutico descritto si accompagna, purtroppo, al disagio che subisce il bambino e, di conseguenza, i familiari, nell’essere di fatto immobilizzato dal tutore per un periodo molto lungo.
Un altro medico, il Dott. Matthew Dobbs, ha sviluppato un tutore perfezionato, da utilizzare nel metodo Ponseti, conformato in modo da mantenere intatta la funzionalità terapeutica di correzione, lasciando tuttavia una possibilità di movimento indipendente alle gambe, così da ridurre il disagio dei piccoli pazienti. Il tutore Dobbs TD, illustrato nella Fig. 1, comprende una barra B a lunghezza variabile, costituita da due aste A1, A2 accoppiate, mutuamente vincolate e bloccate da un morsetto centrale M.
A ciascuna di dette aste A1, A2, in corrispondenza della propria estremità libera, è articolata una staffa C, sagomata a definire una piastra C1 ed un’aletta C2 disposta a squadro.
La staffa C è resa oscillante in un fulcro F situato in detta aletta C2, secondo un asse perpendicolare alla stessa barra B e parallelo alla relativa pianta del piede. Alle piastre C1 delle staffe C sono fissate le scarpette S (di cui una sola illustrata schematicamente), da calzare ai piedi del bambino, con interposizione di noti organi di regolazione angolare, già citati e non illustrati, atti ad imporre il corretto livello di abduzione per ciascun piede.
In pratica, ferma restando la posizione imposta al piede rispetto alla relativa gamba, si permette a quest’ultima una flessione indipendente da quella dell’altra gamba, che si traduce nella possibilità per il bambino, nella fascia di età in cui ancora non cammina, di muoversi autonomamente ed avanzare a “quattro zampe”.
Resta tuttavia impossibile assumere la posizione eretta mantenendo l’equilibrio e muovere passi, limitando la mobilità del bambino e quindi tutte le opportunità di interazione con i coetanei, nella fascia di età in cui questi ultimi possono già camminare.
L’articolazione delle staffe, sicuramente vantaggiosa nelle ore di veglia del bambino, risulta meno importante nelle ore di sonno dove, al contrario, una posizione maggiormente stabilizzata potrebbe risultare più efficace per la correzione.
Un inconveniente comune sia al tutore Ponseti che a quello Dobbs riguarda il peso, che risulta abbastanza elevato in relazione a quello del bambino, soprattutto nella fase iniziale del periodo di applicazione, quando il paziente è un neonato di un mese.
La prerogativa della presente invenzione è perciò quella di proporre un tutore ortopedico per bambini con piede torto-congenito, conformato in modo da assicurare la funzionalità terapeutica di correzione dei tutori conosciuti permettendo, al tempo stesso, una mobilità superiore al bambino.
Un altro scopo dell’invenzione consiste nel prevedere la possibilità di configurare il tutore secondo combinazioni diverse di movimenti concessi, in funzione della condizione di sonno o di veglia del bambino, dell’età e/o del programma terapeutico stabilito.
Un ulteriore scopo dell’invenzione riguarda la volontà di proporre un tutore più leggero rispetto ai tutori di cui all’arte nota, seppure dotato di elevata robustezza. Le caratteristiche dell’invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione di una preferita forma di realizzazione del tutore ortopedico in oggetto, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
• la Fig.1 illustra, in vista prospettica, un tutore ortopedico di tipo noto;
• la Fig.2 illustra il tutore ortopedico oggetto dell’invenzione in vista frontale; • la Fig.2A illustra una sezione longitudinale parziale del tutore di Fig.1;
• la Fig.3 illustra una vista prospettica del tutore di Fig.2;
• la Fig. 4 illustra, in prospettiva, un lato del tutore nella configurazione in cui i movimenti sono liberi;
• la Fig. 5 illustra, in prospettiva, un lato del tutore nella configurazione in cui i movimenti sono bloccati.
Con riferimento alla Fig. 1, è stato indicato con TD il tutore Dobbs di tipo noto descritto in premessa.
Con riferimento alle figure da 2 a 5, è stato indicato con 1 il tutore ortopedico oggetto dell’invenzione, nel suo complesso.
Nel tutore 1 la barra B è costituita da uno stelo 2, a sezione circolare, accoppiato telescopicamente, da ambedue i lati, con corrispondenti foderi 3, che vengono bloccati, rispetto allo stelo 2 medesimo, mediante organi di fissaggio 4, in opportune posizioni di sfilamento per ottenere la voluta lunghezza della barra B. Nell’esempio di cui alle figure, detti organi di fissaggio 4 comprendono: una serie di fori diametrali 20, realizzati nello stelo 2 a distanze prefissate; un foro trasversale passante, non illustrato in dettaglio, realizzato in ciascun fodero 3, in prossimità della relativa testata 3C rivolta verso il centro dello stelo 2; due spinotti 40, ciascuno dei quali destinato ad impegnare, contestualmente, il foro trasversale del rispettivo fodero 3 ed un prefissato foro diametrale 20 dello stelo 2, reso coassiale allo stesso foro trasversale (Figg.2, 2A).
Secondo una variante realizzativa, i fori diametrali 20 sono filettati e gli spinotti 40 sono del tipo a vite, ad esempio bulloni.
Alla testata esterna 3E di ciascun fodero 3 sono associati organi di collegamento 5, ai quali sono collegate corrispondenti staffe C simili a quelle del tutore TD di arte nota.
Alle piastre C1 delle staffe C vengono fissate le scarpette S (di cui una sola illustrata schematicamente nelle Figg. 2 e 3), mediante organi di regolazione angolare, ad esempio analoghi a quelli noti già descritti.
I suddetti organi di articolazione 5 sono atti a consentire alle staffe C, e alle relative scarpette S ad esse solidali, oscillazioni angolari rispetto alla barra B, secondo le modalità sotto specificate.
In una preferita forma di realizzazione, di cui alle figure allegate, detti organi di collegamento 5 sono organi di articolazione del tipo a cerniera e comprendono un braccio a squadro 50, le cui estremità sono rispettivamente articolate a detto fodero 3 ed alla citata aletta C2 della relativa staffa C in modo da definire due assi di snodo sfalsati e mutuamente perpendicolari, nell’ordine, dall’esterno all’interno, primo H e secondo V.
Il primo asse di snodo H risulta parallelo alla pianta del relativo piede, analogamente a quello del citato tutore TD, quindi orizzontale con riferimento alle figure; il secondo asse di snodo V risulta perpendicolare rispetto allo sviluppo longitudinale della barra B, quindi verticale con riferimento alle figure.
A ciascuno dei citati organi di articolazione 5 sono preferibilmente associati mezzi di attivazione e disattivazione 6, atti ad essere azionati selettivamente per agire sui citati assi di snodo H, V, rispettivamente per consentire la corrispondente escursione angolare di oscillazione o per impedirla, definendo, in quest’ultima condizione, una prestabilita configurazione degli stessi organi di articolazione 5. I mezzi di attivazione e disattivazione 6 comprendono un primo ed un secondo dispositivo di bloccaggio 61, 62, rispettivamente atti ad agire su detti primo e secondo asse di snodo H, V.
Il primo dispositivo di bloccaggio 61 è costituito, ad esempio, da un perno 610, mobile trasversalmente al proprio asse entro un’asola 611 realizzata nel braccio a squadro 50, tra due posizioni K1, K2, nella prima delle quali risulta non interferente con la rotazione della staffa C (si veda il lato sinistro della Fig. 2 e la Fig. 4), mentre nella seconda è atto ad impegnare, similmente ad un chiavistello, una nicchia 612 prevista nell’aletta C2 della medesima staffa C, così da bloccare quest’ultima in modo che la rispettiva piastra C1 permanga parallela alla barra B (si veda il lato destro della Fig.2 e le Figg.2A, 3, 5).
Il secondo dispositivo di bloccaggio 62 è costituito, ad esempio, da un manicotto 620, accoppiato esternamente al relativo fodero 3 e scorrevole assialmente rispetto a questo tra due posizioni W1, W2, nella prima delle quali risulta non interferente con la rotazione del braccio a squadro 50 rispetto al fodero 3 (si veda il lato sinistro della Fig. 2 e le Figg. 2A, 3, 4), mentre nella seconda è atto coprire detto secondo snodo V e ad intercettare lo stesso braccio a squadro 50, così da bloccare quest’ultimo in posizione allineata con la barra B (si veda il lato destro della Fig.2 e la Fig.4).
Gli elementi del tutore 1 sopra descritti sono studiati, quanto a forma e dimensionamento, per essere vantaggiosamente realizzati con materiale plastico stampato, in modo da contenere il peso complessivo ad un valore inferiore rispetto a quello dei tutori noti in alluminio, conservando al tempo stesso una sufficiente rigidità.
Con detti mezzi di attivazione e disattivazione 6 si possono ottenere diverse condizioni d’uso del tutore 1, ad esempio con tutti gli assi di snodo liberi, oppure con i primi assi H liberi ed i secondi V bloccati, o viceversa, secondo le prescrizioni terapeutiche; ovviamente sono possibili altre combinazioni non simmetriche tra il lato destro e sinistro del tutore, in ragione di diverse esigenze imposte ai corrispondenti piedi.
Una opzione particolarmente interessante offerta dal tutore 1 in oggetto riguarda la possibilità di essere applicato in posizione ribaltata rispetto a quella convenzionale, illustrata nelle figure allegate, nella quale la barra B risulta sottostante le scarpette S.
In tale posizione ribaltata (non illustrata), la barra B e gli associati organi di articolazione 5 vengono a trovarsi al disopra delle piastre C1 e delle scarpette S; mantenendo tutti gli assi di snodo liberi e predisponendo due solette ausiliarie antisdrucciolo (non illustrate) al disotto delle piastre C1, si consente al bambino con età adeguata di compiere i movimenti per camminare, pur mantenendo i piedi nella posizione di correzione prestabilita.
Il tutore 1 è stato descritto nella forma di realizzazione più completa, tuttavia è possibile prevedere varianti costruttive semplificate (non illustrate), che possono essere utilizzate in alternativa qualora determinate caratteristiche non fossero necessarie (od opportune) ai fini terapeutici:
− in una di dette varianti, ad esempio, sono presenti gli organi di articolazione a cerniera con due assi di snodo ma sono assenti i mezzi di attivazione e disattivazione;
− in un’altra variante sono presenti organi di articolazione a cerniera ad un solo asse di snodo, ad esempio quello indicato come orizzontale H, con i relativi mezzi di attivazione e disattivazione;
− in un’ulteriore variante sono presenti organi di articolazione a cerniera con il solo asse di snodo verticale V, con i relativi mezzi di attivazione e disattivazione;
− in un’altra variante sono presenti organi di articolazione a cerniera con il solo asse di snodo verticale V, senza i relativi mezzi di attivazione e disattivazione. La restante variante possibile, in cui sono presenti organi di articolazione con il solo asse di snodo orizzontale H, senza i relativi mezzi di attivazione e disattivazione ricalca, in pratica lo schema del tutore Dobbs TD di cui si è detto in precedenza.
Da quanto sopra descritto si comprende come il tutore ortopedico proposto raggiunga pienamente gli scopi indicati in premessa, in particolare per assicurare la giusta correzione terapeutica permettendo al bambino una mobilità superiore rispetto a quella che avrebbe con i tutori noti, con evidenti benefici psicologici sia a lui che ai famigliari.
A tale proposito vanno ulteriormente evidenziati i positivi effetti nelle capacità di relazione del bambino che, pur indossando il tutore, conserva la possibilità di camminare, come precedentemente spiegato in dettaglio.
Con i due assi di snodo per ciascun piede e la possibilità di concedere o impedire i movimenti secondo tali assi, in funzione della condizione di sonno o di veglia del bambino, dell’età e/o del programma terapeutico stabilito, si ottiene un tutore ortopedico non solo efficace, ma anche estremamente versatile in funzione di ciascun caso clinico trattato.
Un altro aspetto positivo del tutore oggetto dell’invenzione riguarda la grande leggerezza unita ad elevata robustezza.
L’utilizzo di materie plastiche, nella costruzione del tutore proposto, permette di ottenere, senza costi aggiuntivi, un oggetto a colori vivaci, volendo anche assortiti, in modo da favorirne l’accettazione da parte del piccolo paziente.
Il tutore descritto ha costi di realizzazione molto simili a quelli dei tutori noti, pur offrendo superiori caratteristiche e vantaggi.
Si intende comunque che quanto sopra detto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali modifiche di dettaglio, ad esempio nella forma degli organi di articolazione od in quella dei mezzi di attivazione e disattivazione, si considerano sin d’ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Tutore ortopedico per bambini con piede torto-congenito, del tipo in cui è prevista una barra B a lunghezza regolabile, atta a collegare e mantenere ad una prefissata distanza due staffe C alle quali vengono fissate, con un prestabilito orientamento angolare, corrispondenti scarpette S da calzare ai piedi del bambino, con il suddetto tutore 1 caratterizzato dal fatto di comprendere organi di collegamento 5, interposti tra la citata barra B e dette staffe C, a definire per queste ultime relativi posizionamenti angolari rispetto alla barra B medesima.
  2. 2) Tutore ortopedico secondo la riv. 1, caratterizzato dal fatto che detti organi di collegamento 5 sono organi di articolazione del tipo a cerniera con due assi di snodo sfalsati e mutuamente perpendicolari, rispettivamente primo H, parallelo alla pianta del relativo piede, e secondo V, perpendicolare allo sviluppo longitudinale della citata barra B.
  3. 3) Tutore ortopedico secondo la riv. 1, caratterizzato dal fatto che detti organi di collegamento 5 sono organi di articolazione del tipo a cerniera ad un asse di snodo V, disposto perpendicolare rispetto allo sviluppo longitudinale della medesima barra B.
  4. 4) Tutore ortopedico secondo la riv. 2, caratterizzato dal fatto che detti organi di articolazione a cerniera 5 comprendono un braccio a squadro 50, le cui estremità sono rispettivamente articolate alla citata barra B e ad un’aletta C2 prevista nella relativa staffa C, in modo che detti assi di snodo risultino sfalsati, con il primo H disposto all’esterno del secondo V.
  5. 5) Tutore ortopedico secondo la riv. 2 o 3 o 4, caratterizzato dal fatto di prevedere mezzi di attivazione e disattivazione 6, associati a detti organi di articolazione a cerniera 5, atti ad essere azionati selettivamente per agire sui citati assi di snodo H, V, rispettivamente per consentire una corrispondente escursione angolare di oscillazione o per impedirla, definendo, in quest’ultima condizione, una prestabilita configurazione degli stessi organi di articolazione a cerniera 5.
  6. 6) Tutore ortopedico secondo la riv.4 o 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di attivazione e disattivazione 6 comprendono, per ciascuno dei citati organi di articolazione a cerniera 5, un primo ed un secondo dispositivo di bloccaggio 61, 62, rispettivamente atti ad agire su detti primo e secondo asse di snodo H, V.
  7. 7) Tutore ortopedico secondo la riv. 6, caratterizzato dal fatto che detto primo dispositivo di bloccaggio 61 è costituito da un perno 610, mobile trasversalmente al proprio asse entro un’asola 611 realizzata nel citato braccio a squadro 50, tra due posizioni K1, K2, nella prima delle quali risulta non interferente con la rotazione della rispettiva staffa C, mentre nella seconda è atto ad impegnare una nicchia 612 prevista nell’aletta C2 della medesima staffa C, così da bloccare quest’ultima in modo che la rispettiva piastra C1 permanga parallela alla suddetta barra B.
  8. 8) Tutore ortopedico secondo la riv.6, caratterizzato dal fatto che detto secondo dispositivo di bloccaggio 62 è costituito da un manicotto 620, accoppiato esternamente a detta barra B e scorrevole assialmente rispetto a questa tra due posizioni W1, W2, nella prima delle quali risulta non interferente con la rotazione del citato braccio a squadro 50 rispetto alla stessa barra B, mentre nella seconda è atto coprire detto secondo snodo V e ad intercettare lo stesso braccio a squadro 50, così da bloccare quest’ultimo in posizione allineata con la suddetta barra B.
  9. 9) Tutore ortopedico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta barra B è costituita da uno stelo 2 accoppiato telescopicamente, da ambedue i lati, con corrispondenti foderi 3, che vengono bloccati, rispetto allo stelo 2 medesimo, mediante organi di fissaggio 4, in opportune posizioni di sfilamento per ottenere la voluta lunghezza della barra B, con ciascuno di detti foderi 3 associato, in corrispondenza della sua testata esterna 3E, con i relativi citati organi di collegamento 5.
  10. 10) Tutore ortopedico secondo la riv. 9, caratterizzato dal fatto che detti organi di fissaggio 4 comprendono: una serie di fori diametrali 20, realizzati nel citato stelo 2 a distanze prefissate; un foro trasversale passante, realizzato in ciascuno dei suddetti foderi 3, in prossimità della relativa testata 3C rivolta verso il centro di detto stelo 2; due spinotti 40, ciascuno dei quali destinato ad impegnare, contestualmente, il foro trasversale del rispettivo fodero 3 ed un prefissato foro diametrale 20 dello stelo 2, reso coassiale allo stesso foro trasversale.
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