ITBL20120006A1 - Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti cosi¿ ottenuti - Google Patents

Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti cosi¿ ottenuti Download PDF

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ITBL20120006A1
ITBL20120006A1 IT000006A ITBL20120006A ITBL20120006A1 IT BL20120006 A1 ITBL20120006 A1 IT BL20120006A1 IT 000006 A IT000006 A IT 000006A IT BL20120006 A ITBL20120006 A IT BL20120006A IT BL20120006 A1 ITBL20120006 A1 IT BL20120006A1
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furniture
supporting
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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione avente per TITOLO:
“SISTEMA STRUTTURALE PER LA REALIZZAZIONE DI MOBILI AUTOPORTANTI E MOBILI AUTOPORTANTI COSI’ OTTENUTI”.
RIASSUNTO:
Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti così ottenuti, costituiti da almeno due elementi montanti (A) anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale e detti montanti aventi delle scanalature utili all’inserimento di almeno 2 ripiani (B) anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale; ove detti montanti (A) e ripiani (B) vengono mantenuti in posizione tramite la messa in tensione di almeno un tirante (C) mediante l’azionamento di almeno un tenditore (D); detti tiranti (C) e tenditori (D) disposti secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.1, ossia tirante (C) passante lungo le scanalature appositamente ricavate nel lato esterno dei montanti (A) e posizionato in modo da incrociarsi su se stesso in un unico punto su uno dei due fronti, detto tirante (C) in questo modo costituendo un controvento a croce di Sant’Andrea che garantisce l’equilibrio statico dell’intera struttura.
DESCRIZIONE:
1) La presente domanda di brevetto riguarda un SISTEMA STRUTTURALE PER LA REALIZZAZIONE DI MOBILI AUTOPORTANTI E MOBILI AUTOPORTANTI COSI’ OTTENUTI.
2) Allo stato attuale dell’arte, la maggior parte dei mobili autoportanti vengono progettati, prodotti e montati a domicilio assemblando i vari elementi costitutivi mediante giunzioni e connessioni in materiali diversi, quali ad esempio il metallo (viti, chiodi, perni, etc. ) ed il legno (spine, lamelli, incastri, etc.) spesso applicati mediante l’uso di utensili elettrici e personale specializzato.
In taluni casi, sia nella fase produttiva che in quella del montaggio finale a domicilio, si fa anche ricorso a collanti di varia tipologia e composizione chimica per giuntare o connettere le varie parti del mobile, in questo caso in maniera irreversibile.
Il risultato di queste tecniche di assemblaggio si traduce in una moltiplicazione del numero di componenti e di tipologie di materiali diversi in ogni singolo mobile, con conseguenti complicazioni e difficoltà nelle delicate fasi di smontaggio, sostituzione di elementi, dismissione o fine vita del mobile stesso, quando si rende necessaria – anche ai fini dell’impatto ambientale – la separazione dei materiali e delle eventuali componenti tossiche, inquinanti e/o pericolose.
Inoltre, i singoli elementi costitutivi dei mobili così prodotti risultano nella maggior parte dei casi inidonei a qualsiasi ipotesi di riutilizzo, se non a seguito di particolari lavorazioni e/o modifiche, in quanto all’interno del volume utile riportano spesso delle forature, incollaggi o asportazioni di materiale realizzate per ospitare gli elementi di giunzione sopracitati, che compromettono l’integrità monolitica dei singoli elementi strutturali, spesso destinandoli allo smaltimento rifiuti in discarica.
Altra caratteristica intrinseca delle sopradescritte tipologie costruttive è la classica disposizione e relativa modulazione degli elementi costitutivi secondo le tre direzioni ortotropiche (costruzioni piane con superfici e pannelli paralleli e/o ortogonali tra loro), spesso scelta per ridurre al massimo le tensioni di sicurezza (e quindi le dimensioni) degli elementi di giunzione, che solitamente si cerca di nascondere alla vista anche con ornamentazioni sovrapposte agli elementi strutturali, secondo una insincerità strutturale che ha come conseguenza, tra le altre, una notevole complicazione della fase di smontaggio e/o dismissione, in quanto può risultare impossibile – o quantomeno complicato - individuare tipologia e posizione delle giunzioni utilizzate per il montaggio del mobile.
Da questa necessità di ridurre le dimensioni della ferramenta e degli elementi di giunzione nascosti, inoltre, nasce spesso l’esigenza e la scelta di trasformare un elemento costitutivo - non obbligatorio e non indispensabile ai fini statici - per controventare la struttura (aumentarne la rigidità e la resistenza alle spinte orizzontali): è il caso della “schiena” del mobile (il pannello solitamente disposto sul maggior piano verticale del mobile stesso, sul fronte posteriore), che, connessa ai fianchi, garantisce una certa indeformabilità e stabilità alla struttura, rendendo però possibile una fruibilità ed accessibilità ai vani del mobile solamente dal lato frontale dello stesso, e rendendone impossibile la trasparenza e la “permeabilità”, importanti esigenze per un mobile da libero posizionamento, non necessariamente addossato ad una parete.
Infine, sempre in ragione dell’utilizzo di questi elementi costitutivi in funzione strutturale, nella stragrande maggioranza dei casi risulta impossibile modificare l’assetto e l’inclinazione del mobile stesso, a meno di modificare sensibilmente o sostituire la maggior parte dei singoli elementi che lo compongono. Ma la possibilità di variare l’assetto del mobile (e quindi le sue dimensioni) può risultare di fondamentale importanza in caso di trasloco abitativo e/o spostamento dello stesso all’interno della medesima abitazione, oltre che in caso di modificazione della destinazione d’uso. A titolo di esempio, si consideri il vantaggio di poter diversamente inclinare i ripiani ed i fianchi di un mobile da destinarsi ad uso libreria, potendo così riporre i libri ordinatamente risolvendo l’annoso problema del ribaltamento degli stessi sui ripiani orizzontali con effetto a catena, che ha sempre richiesto come soluzione l’utilizzo di scomodi elementi aggiuntivi fermalibro.
3) Allo stato attuale dell’arte si fa riferimento ad un progetto di mobile libreria autoportante in tensostruttura, ideato e disegnato nell’anno 1940 dall’Architetto italiano Franco Albini (Robbiate, 17/10/1905 – Milano, 01/11/1977) e denominato “Veliero”. Attualmente prodotto da Cassina Spa, il mobile in oggetto è una tensostruttura autoportante sinteticamente costituita da un pesante basamento in trafilato di acciaio sul quale poggiano due montanti lignei sagomati a sezione variabile, inclinati e mantenuti in posizione tramite la tensione di una complicata serie di tiranti in tondino di acciaio ai quali sono appesi anche i ripiani in vetro orizzontali tramite un’altra serie di tiranti di acciaio e sostegni lignei sagomati.
La più significativa differenza rispetto all’invenzione che si chiede di brevettare si sostanzia nell’evidente complessità della struttura in oggetto, che si compone di oltre n.
40 tiranti diversamente assemblati, n. 30 sostegni in legno per n.12 ripiani in vetro, oltre a basamento, montanti, ferramenta e minuteria appositamente prodotte per asservire alla funzione strutturale, con costi di produzione e di montaggio piuttosto elevati, e con notevoli tempi di progettazione di eventuali varianti del mobile, anche solo dimensionali. Inoltre, è da rilevare come i ripiani della libreria denominata “Veliero” siano in definitiva sospesi nel vuoto, ed abbiano quindi una sconveniente libertà di oscillazione da spinte orizzontali, a fronte di una struttura a sostanziale assetto fisso, ossia l’esatto contrario dell’invenzione che si chiede di brevettare con la presente, la quale ha - per l’appunto -assetto variabile e struttura ad equilibrio statico con elementi costitutivi totalmente vincolati.
4) DESCRIZIONE DELLE FIGURE:
La fig.1 allegata è una vista in prospettiva che rappresenta l’intero sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti ed il mobile autoportante così ottenuto.
In questa fig. 1, “A” rappresenta un elemento portante laterale avente delle scanalature da un lato utili all’inserimento dei ripiani, e sul lato opposto utili all’inserimento della fune metallica; “B” rappresenta invece un ripiano del mobile stesso; “C” rappresenta una fune metallica; “D” rappresenta un tenditore di fune metallica (anche detto arridatoio o tendicavi) costituito da una canaula e da due elementi terminali filettati, delle tipologie comunemente reperibili in commercio.
La fig.2 rappresenta in vista frontale un particolare dell’incastro tra gli elementi “A” e “B”, ossia l’incastro tra l’elemento portante laterale ed un ripiano del mobile; e rappresenta, a titolo di esempio, una tipologia d’incastro atta ad impedire la rotazione dei due elementi “A”e “B”.
La fig.3 analogamente rappresenta in vista frontale un particolare della connessione tra gli elementi “A” e “B”, e rappresenta, a titolo di esempio, una possibile variante della tipologia di connessione degli elementi “A” e “B”, in questo caso atta a permettere, in funzione di cerniera, la rotazione dei due elementi “A”e “B” l’uno rispetto all’altro attorno all’asse geometrico della cerniera, detto incastro quindi permettendo la variazione dell’assetto geometrico dell’intera struttura, secondo le modalità descritte al successivo punto 5.
Nelle tre pagine successive, poi, sono riportati n.18 figure (dalla fig.4 alla fig.21) che raffigurano ciascuna l’intero sistema della presente invenzione, in vista frontale, e rappresentano diverse composizioni secondo diverse disposizioni dei singoli elementi costitutivi nello spazio, secondo le modalità descritte al successivo punto 5.
5) DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE:
Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti così ottenuti:
L’invenzione del sistema in oggetto prevede la congiunzione degli elementi strutturali del mobile (“A” e “B” della fig.1) mediante incastri a secco; e prevede altresì che questi elementi vengano mantenuti in posizione tramite la sola messa in tensione - mediante i tenditori (“D”) - di una fune metallica (“C”) disposta secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.1, ossia passante lungo le scanalature appositamente ricavate nel lato esterno degli elementi “A”, posizionata altresì in modo da incrociarsi su se stessa in un unico punto su uno dei due fronti, andando in questo modo a costituire un controvento a croce di Sant’Andrea che garantisce l’equilibrio statico dell’intera struttura.
Affinché sia garantito l’equilibrio statico del sistema in oggetto, sono dunque necessari almeno n. 2 elementi “A” (anche detti montanti o fianchi del mobile), almeno n.2 elementi “B” ( anche detti ripiani), almeno n.1 elemento “D” (anche detto arridatoio, tendicavo o tenditore) ed almeno n.1 fune metallica “C”.
Il metodo di montaggio più indicato del mobile così ottenuto consiste pertanto nei seguenti quattro principali passaggi: disposizione a terra degli elementi “A” e “B” opportunamente congiunti nelle scanalature dedicate; posizionamento della fune “C” con i tenditori “D” secondo lo schema illustrato; messa in tensione della fune “C” mediante i tenditori “D”; ribaltamento del mobile in posizione utile verticale.
Per comodità di tensionamento della fune “C”, è preferibile - ma non indispensabile ai fini statici - interporre in totale n.4 tenditori “D” come illustrato nella fig.1: ossia un tenditore “D” posizionato in corrispondenza di ciascuno dei quattro principali tratti o segmenti di fune “C” interposti in luce e tiranti tra un elemento “A” e l’elemento “A” suo opposto.
E’ inoltre importante descrivere una possibile variante della presente invenzione, nella quale, diversamente da come illustrato in fig. 1, il controvento a croce di Sant’Andrea in fune metallica “C” può similmente essere realizzato con n.2 funi metalliche (oppure altra tipologia di elemento lineare) indipendenti ed in qualunque modo ancorate agli elementi “A”; così come i n. 2 elementi tiranti sul fronte opposto al controvento possono essere indipendenti ed in qualunque modo ancorati agli elementi “A”. Non si rileva infatti alcuna differenza sotto il profilo statico tra la variante appena descritta e la soluzione a fune unica illustrata in fig.1, in quanto il tensionamento della fune stessa ne rende impossibile lo scivolamento lungo le scanalature, restando la fune vincolata per attrito negli angoli degli elementi “A”, e risultando del tutto corrispondente all’azione statica dei n.4 elementi lineari indipendenti della variante appena descritta.
Queste ed altre caratteristiche, vantaggi e possibili varianti della presente invenzione risulteranno più chiaramente dalla seguente descrizione di alcuni esempi esecutivi illustrati nei disegni allegati, in cui :
Le fig.4-5-6-7-8 e 9 illustrano delle viste frontali di alcune possibili varianti di forme esecutive del mobile secondo la presente invenzione; dette varianti aventi in comune la forma geometrica solida e le dimensioni di ogni singolo elemento costitutivo “A”,”B”,”C” e “D”, dette varianti essendo cioè ottenute con i medesimi elementi costitutivi “A”,”B”,”C” e “D” diversamente disposti nello spazio, dette varianti tutte generate dall’iniziale disposizione spaziale illustrata in fig.4 caratterizzata da ripiani “B” paralleli e fianchi “A” diversamente inclinati. E’ importante sottolineare come da detta forma esecutiva e schema geometrico di disposizione spaziale degli elementi costitutivi illustrato in fig.4 (e similmente da qualsiasi altra disposizione caratterizzata da ripiani “B” paralleli e fianchi “A” diversamente inclinati) si possano ottenere infinite varianti semplicemente effettuando una riduzione della tensione dei tiranti “C” tramite opportuno azionamento dei tenditori “D” e tramite l’applicazione manuale di una spinta orizzontale su di un fianco “A”. Questa possibilità di ottenere infinite varianti è garantita dalla capacità di variazione della lunghezza totale dei tenditori “D” che permette di adattare la lunghezza dei tiranti “C” alle specifiche dimensioni delle infinite varianti “trapezoidali” ottenibili. Questa necessaria variazione di lunghezza dei tenditori “D”, per mobili di medie dimensioni e con inclinazioni dell’ordine di quelle illustrate nei disegni allegati, è dell’ordine di pochi centimetri ed ampiamente coperta dai tenditori comunemente in commercio. Inoltre, in particolare, nel caso si dispongano i tiranti secondo lo schema illustrato in fig.1, si è verificato come le variazioni di lunghezza totale del tirante “C” necessarie ad ottenere le varianti illustrate nelle fig.4-5-6-7-8 e 9 sono di molto inferiori e dell’ordine di una decina di centimetri per mobili di medie dimensioni, e dunque ampiamente assecondate anche da un solo elemento tenditore “D” posizionato in qualsiasi posizione lungo il tirante “C” purché in luce tra i fianchi “A”.
Altra caratteristica indispensabile all’ottenimento delle varianti illustrate nelle fig.4-5-6-7-8 e 9 è la tipologia della connessione degli elementi “A” e “B”, che dovrà essere del tipo schematicamente illustrato a titolo di esempio nella fig.3, detta tipologia di connessione fungendo da cerniera atta a permettere la rotazione dei due elementi “A”e “B” l’uno rispetto all’altro attorno all’asse geometrico orizzontale della cerniera stessa e permettendo quindi infinite diverse combinazioni di inclinazione dei fianchi “A” e dei ripiani “B” rispetto al piano orizzontale, dette diverse inclinazioni rappresentando ad esempio un notevole vantaggio in caso di adattamento del mobile a nuove collocazioni oppure nella disposizione di libri e volumi cartacei sui ripiani del mobile senza rischio del classico ribaltamento “a catena” di detti libri.
Le fig.10-11-12-13-14 e 15 illustrano delle viste frontali di alcune possibili varianti di forme esecutive del mobile secondo la presente invenzione; dette varianti aventi in comune la forma geometrica solida e le dimensioni di ogni singolo elemento costitutivo “A”,”B”,”C” e “D”, dette varianti essendo cioè ottenute con i medesimi elementi costitutivi “A”,”B”,”C” e “D” diversamente disposti nello spazio, dette varianti tutte generate dall’iniziale disposizione spaziale illustrata in fig.10 caratterizzata da ripiani “B” paralleli ed equidistanti, nonché da fianchi “A” simmetricamente inclinati rispetto al piano orizzontale. Come per le soluzioni illustrate nelle fig. 4-5-6-7-8 e 9, anche nelle soluzioni illustrate nelle fig.10-11-12-13-14 e 15, dalla forma esecutiva e schema geometrico di disposizione spaziale degli elementi costitutivi illustrato in fig.10 (e similmente da qualsiasi altra disposizione caratterizzata da ripiani “B” paralleli ed equidistanti, nonché da fianchi “A” simmetricamente inclinati rispetto al piano orizzontale) si possono ottenere infinite varianti semplicemente effettuando una riduzione della tensione dei tiranti “C” tramite opportuno azionamento dei tenditori “D” e tramite l’applicazione manuale di una spinta orizzontale su di un fianco “A”. Caratteristica esclusiva di dette soluzioni illustrate nelle fig.10-11-12-13-14 e 15, nonché caratteristica esclusiva di tutte le possibili soluzioni ricavabili dalla disposizione illustrata in fig.10, è la possibilità di invertire la disposizione dei fianchi “A” effettuando una rotazione di 180° lungo un asse perpendicolare alle due facce principali di detti fianchi, secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.12 (riferendo detta rotazione alla disposizione iniziale illustrata in fig.10). Un’altra caratteristica esclusiva di dette soluzioni illustrate nelle fig.
10-11-12-13-14 e 15, è la possibilità di invertire la disposizione dei ripiani “B” effettuando una rotazione di 180° di tutti i ripiani (in blocco) lungo un loro asse longitudinale, secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.14 (riferendo detta rotazione alla disposizione iniziale illustrata in fig.10).
Le fig.16-17-18-19-20 e 21 illustrano delle viste frontali di alcune possibili varianti di forme esecutive del mobile secondo la presente invenzione; dette varianti aventi in comune la forma geometrica solida e le dimensioni di ogni singolo elemento costitutivo “A”,”B”,”C” e “D”, dette varianti essendo cioè ottenute con i medesimi elementi costitutivi “A”,”B”,”C” e “D” diversamente disposti nello spazio, dette varianti tutte generate dall’iniziale disposizione spaziale illustrata in fig.16 caratterizzata da ripiani “B” non paralleli e da fianchi “A” diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale.
Caratteristica esclusiva di dette soluzioni illustrate nelle fig.16-17-18-19-20 e 21, nonché caratteristica esclusiva di tutte le possibili soluzioni ricavabili dalla disposizione illustrata in fig.16 (e similmente da qualsiasi altra disposizione caratterizzata da ripiani “B” non paralleli e da fianchi “A” diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale), è la resistenza alle spinte orizzontali conferita all’intera struttura dalla disposizione non parallela dei singoli ripiani “B”, detta resistenza rendendo possibile la sostituzione del controvento a croce Sant’Andrea con dei semplici tiranti in luce anche non intersecati, detta resistenza rendendo invece impossibile la deformazione dello schema geometrico descritta relativamente alle fig. dalla 1 alla 15 ossia rendendo impossibile una diversa inclinazione degli elementi costitutivi a meno di ricavare delle scanalature aggiuntive nel lato interno dei fianchi “A” atte all’inserimento dei ripiani “B” come illustrato a titolo di esempio nelle fig.16-17-18-19-20 e 21, dette figure illustrando tutte le varianti ottenibili dalla disposizione illustrata in fig.16 mediante n.7 scanalature aggiuntive dedicate. Infine, l’aggiunta di dette scanalature aggiuntive, nelle posizioni opportunamente studiate in fase progettuale, permette - in qualsiasi momento e per qualsiasi composizione illustrata nelle figure allegate (oltre che per qualsiasi altra variante della presente invenzione, a condizione di geometria trapezoidale) - di trasformare ogni singolo ripiano inclinato in ripiano orizzontale e viceversa, senza dover necessariamente ridurre la tensione dei tiranti (in particolare per quanto riguarda i ripiani centrali) e senza dover necessariamente inclinare l’intera struttura, col vantaggio di poter variare la funzionalità e la destinazione d’uso di ogni singolo ripiano in qualsiasi momento, ad esempio da uso libreria (inclinato) ad uso contenitore o piano d’appoggio in genere (orizzontale), e potendo variare funzionalmente anche la distanza tra i ripiani.
6) RIVENDICAZIONI:
1) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti con il suindicato sistema composto da almeno due elementi montanti “A” anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale e detti montanti aventi delle scanalature utili all’inserimento di almeno 2 ripiani “B” anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale; ove detti montanti “A” e ripiani “B” vengono mantenuti in posizione tramite la messa in tensione di almeno un tirante “C” mediante l’azionamento di almeno un tenditore “D”; detti tiranti e tenditori disposti secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.1, ossia detto tirante “C” passante lungo le scanalature appositamente ricavate nel lato esterno dei montanti “A” e posizionato altresì in modo da incrociarsi su se stesso in un unico punto su uno dei due fronti, detto tirante andando in questo modo a costituire un controvento a croce di Sant’Andrea che garantisce l’equilibrio statico dell’intera struttura.
2) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo la rivendicazione 1), caratterizzati dal fatto che vi sono delle scanalature aggiuntive (ossia in numero superiore a quelle necessarie ad ospitare i ripiani “B”) sui montanti “A” atte a permettere la possibilità di variare la posizione e l’inclinazione dei ripiani “B”, come illustrato a titolo di esempio nelle fig.16-17-18-19-20 e 21.
3) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono due o più tiranti “C” indipendenti, in qualunque modo ancorati ai montanti “A” e detti tiranti “C” comunque posizionati anche senza incrociarsi tra di loro.
4) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dall’assenza di elementi tenditori “D”.
5) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono degli incastri vincolanti della tipologia illustrata in fig.2, o di qualunque altra tipologia atta ad impedire la rotazione degli elementi “A” e “B”.
6) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono delle connessioni della tipologia illustrata in fig.3, o di qualunque altra tipologia atta a permettere (in funzione di cerniera) la rotazione dei due elementi “A”e “B” l’uno rispetto all’altro attorno all’asse geometrico della connessione stessa.
7) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, che presentino elementi aggiuntivi e non strutturali atti a nasconderne in tutto o in parte il sistema strutturale descritto nella presente domanda di brevetto.
8) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, che presentino anche solo uno, oppure più elementi strutturali descritti nelle precedenti rivendicazioni, oltre a elementi aggiuntivi strutturali diversi come ferramenta o minuterie, anche se nascoste.
9) Mobili che vogliano emulare il presente brevetto presentando elementi costitutivi aventi forma, dimensioni, colori, finiture e materiali diversi ma comunque ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni e/o aventi struttura riconducibile al sistema strutturale descritto nella presente domanda di brevetto.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI dell’invenzione avente per TITOLO: “SISTEMA STRUTTURALE PER LA REALIZZAZIONE DI MOBILI AUTOPORTANTI E MOBILI AUTOPORTANTI COSI’ OTTENUTI”. RIVENDICAZIONI: 1) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti con il suindicato sistema composto da almeno due elementi montanti “A” anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale e detti montanti aventi delle scanalature utili all’inserimento di almeno 2 ripiani “B” anche diversamente inclinati rispetto al piano orizzontale; ove detti montanti “A” e ripiani “B” vengono mantenuti in posizione tramite la messa in tensione di almeno un tirante “C” mediante l’azionamento di almeno un tenditore “D”; detti tiranti e tenditori disposti secondo lo schema e la geometria di cui alla fig.1, ossia detto tirante “C” passante lungo le scanalature appositamente ricavate nel lato esterno dei montanti “A” e posizionato altresì in modo da incrociarsi su se stesso in un unico punto su uno dei due fronti, detto tirante andando in questo modo a costituire un controvento a croce di Sant’Andrea che garantisce l’equilibrio statico dell’intera struttura. 2) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo la rivendicazione 1), caratterizzati dal fatto che vi sono delle scanalature aggiuntive (ossia in numero superiore a quelle necessarie ad ospitare i ripiani “B”) sui montanti “A” atte a permettere la possibilità di variare la posizione e l’inclinazione dei ripiani “B”, come illustrato a titolo di esempio nelle fig.16-17-18-19-20 e 21. 3) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono due o più tiranti “C” indipendenti, in qualunque modo ancorati ai montanti “A” e detti tiranti “C” comunque posizionati anche senza incrociarsi tra di loro. 4) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dall’assenza di elementi tenditori “D”. 5) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono degli incastri vincolanti della tipologia illustrata in fig.2, o di qualunque altra tipologia atta ad impedire la rotazione degli elementi “A” e “B”. 6) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che vi sono delle connessioni della tipologia illustrata in fig.3, o di qualunque altra tipologia atta a permettere (in funzione di cerniera) la rotazione dei due elementi “A”e “B” l’uno rispetto all’altro attorno all’asse geometrico della connessione stessa. 7) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, che presentino elementi aggiuntivi e non strutturali atti a nasconderne in tutto o in parte il sistema strutturale descritto nella presente domanda di brevetto. 8) Sistema strutturale per la realizzazione di mobili autoportanti e mobili autoportanti ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, che presentino anche solo uno, oppure più elementi strutturali descritti nelle precedenti rivendicazioni, oltre a elementi aggiuntivi strutturali diversi come ferramenta o minuterie, anche se nascoste. 9) Mobili che vogliano emulare il presente brevetto presentando elementi costitutivi aventi forma, dimensioni, colori, finiture e materiali diversi ma comunque ottenuti secondo una o più delle precedenti rivendicazioni e/o aventi struttura riconducibile al sistema strutturale descritto nella presente domanda di brevetto. CLAIMS of invention having as a TITLE: "STRUCTURAL SYSTEM FOR THE IMPLEMENTATION OF SELF-SUPPORTING FURNITURE AND SELF-SUPPORTING FURNITURE THUS OBTAINED“ CLAIMS: 1) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained by the above mentioned system composed of at least two upright "A" elements also differently inclined with respect to the horizontal plane and said uprights of the grooves useful to the insertion of at least 2 shelves "B "also differently inclined with respect to the horizontal plane; where said uprights" A "and shelves" B "are retained in position by the biasing of at least one stay rod" C "through the actuation of at least one turnbuckle" D "; said stay-rods and turnbuckles arranged according to the scheme and the geometry referred to fig.1, said stay rod ie "C" pass along the grooves specially formed in the outer side of the uprights "A" and also positioned so as to cross over in a single point on one of the two fronts, said stay rods going in this way to form a St Andrew Cross brace that ensures the static balance of the entire structure.
  2. 2) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to claim 1), characterized by the fact that there are additional channels (ie a greater number than those necessary to accommodate the shelves "B") on the uprights "A" sufficient to permit the possibility of varying the position and inclination of the shelves "B", as shown by way of example in fig.16-17-18-19-20 and 21.
  3. 3) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, characterized by the fact that there are two or more independent stay rods "C" , in any way to the uprights anchored "A" and said stay-rods " C "still positioned without crossing each other.
  4. 4) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, characterized by the absence of tension members "D".
  5. 5) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, characterized by the fact that there is binding of the joints of the type illustrated in fig.2, or any other type suitable for preventing the rotation of the elements "A" and "B".
  6. 6) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, characterized by the fact that there are connections of the type illustrated in Figure 3, or any other type adapted to allow (as a function of the hinge) the rotation of the two elements "A" and "B" relative to each other around the geometric axis of the connection itself.
  7. 7) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, which present additional elements and non-structural parts to hide all or part of the structural system described in this patent application.
  8. 8) Structural system for the implementation of self-supporting furniture and self-supporting furniture obtained according to one or more of the preceding claims, which present only one, or more structural elements described in the preceding claims, in addition to additional structural elements as different hardware or small parts, even though hidden.
  9. 9) Furniture wishing to emulate the present patent presenting the constituent elements having shape, size, color, finish and different materials but obtained according to one or more of the preceding claims and / or having the structure due to the structural system described in this patent application.
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