Descrizione di un'invenzione industriale a nome:
DESCRIZIONE
Questa invenzione si riferisce ad un raschiatore per nastri trasportatori a spinta di contatto pneumatica stabilizzata. Come è noto, esistono situazioni operative in cui dei nastri trasportatori convogliano materiali umidi, e comunque dotati di proprietà adesive, che impediscono ad essi di distaccarsi completamente e/o con immediatezza nel percorso di ritorno. Ciò comporta l'inconveniente di un rilascio casuale di particelle lungo il percorso del nastro che, a lungo andare, risulterebbe talmente imbrattato da renderlo inutilizzabile; ovvero, da danneggiare rulli di guida, parti meccaniche, strutture o macchinari che dovessero trovarsi al di sotto di esso. Alcuni esempi di tali materiali sono offerti dagli agglomerati di coke, dai minerali siderurgici, dalla generalità dei minerali umidi, dai calcestruzzi. Al di là della necessità di evitare ricadute di materiale nel tragitto di ritorno del nastro, resta comunque il fatto che, tale accumulo per adesione, sarebbe progressivo e costituirebbe un significativo fattore di riduzione della capacità di trasporto utile del nastro. Per ovviare a tali inconvenienti, all'inizio del percorso di ritorno del nastro è necessario inserire un elemento raschiente, cioè una racla che pulisca perfettamente il nastro. A tali usuali raschiatori è richiesta dunque una capacità di pulire a fondo il nastro, ma senza danneggiarlo. Una pulizia compieta richiede adeguatamente forti pressioni della lama raschiante sul nastro; la possibilità che tali pressioni non deteriorino il nastro è proporzionale alla morbidità della lama rispetto al nastro. Tra due parti che sfreghino tra di esse, la parte meno dura è generalmente quella più soggetta ad usura. Questi due aspetti stanno ad esprimere che un generico raschiatore è soggetto ad usurare la sua parte strisciante e che, nonostante ciò, esso deve conservare la forza con cui preme sul nastro trasportatore per pulirlo. Attualmente tale possibilità non è offerta da alcun tipo di raschiatore noto. Essi sono infatti generalmente delle leve azionate da molle, oppure da pesi, cosicché, lo spostamento angolare subito da una parte della leva, impegnata a contatto del nastro raschiato con una sua parte usurata, determina proporzionalmente una diminuzione della spinta esercitata dalla molla oppure dal peso. In tale situazione della tecnica notoria diventa, pertanto, periodicamente necessario effettuare delle regolazioni che consentano di ripristinare la spinta raschiante ai valori ottimali, nonostante l'usura a cui sono assoggettati i singoli raschiatori, affiancati in vario numero fino a servire l’intera larghezza del nastro. Ciò comporta degli interventi manuali che sono particolarmente lunghi, disagevoli, nonché pericolosi, giacché si deve intervenire in strutture ubicate ad una certa altezza dal suolo con parti di macchine in movimento, nel rumore, nella polvere, alle intemperie, basandosi su appoggi tutt’altro che ideali. Scopo della presente invenzione è quello di definire un raschiatore per nastri trasportatori che consenta di esercitare una pressione raschiente regolabile da zone comode e sicure lontane da esso. Altro scopo è quello di definire un raschiatore per nastri trasportatori, come sopra, che consenta tale regolazione in modo indipendente per i singoli elementi raschianti. Altro scopo è quello di definire un raschiatore per nastri trasportatori, come sopra, che consenta una regolazione in modo automatico. Questi ed altri scopi appariranno come raggiunti dalla lettura della descrizione dettagliata seguente, illustrante un raschiatore per nastri trasportatori avente la particolarità di trarre la sua spinta perpendicolare alla superficie utile del nastro da un attuatore pneumatico, detto attuatore essendo integrato in un circuito pneumatico idoneo a comandarlo da posizioni lontane ed idoneo al mantenimento di una pressione sostanzialmente costante anche a seguito delle espansioni realizzate all'interno dell’attuatore per effetto dell'usura della lama raschiante. L’invenzione è illustrata, a titolo puramente esemplificativo ma non limitativo, nella allegata tavola di disegno, in cui è illustrata una cassetta con due bombole, preposte a comandare un raschiatore. Con riferimento alla sopra citata figura, una o più bombole 1A, 1 B, costitutive di un generico serbatoio 1 di aria compressa, sono collocate all’interno di una cassetta 2 e fissate amovibilmente tramite staffe 3. Tali bombole sono collegate secondo tecnica usuale ad un circuito pneumatico 4, dotato di usuali valvole 5 e manometri 6. Tale circuito pneumatico comprende varie tubazioni 7, 8, 9 utilizzabili per distinti attuatori pneumatici 10 azionanti propri raschiatori e dotate di regolazioni della pressione autonome, come indicato in merito alla tubazione 9. Detto attuatore può essere di vario tipo: boccia gonfiabile in gomma, tubo gonfiabile in gomma, cilindro pneumatico, attuatore angolare a palmula. Scopo di tale attuatore è infatti quello di agire con una forza su un braccio di leva 11 onde esercitare, in funzione di un fulcro 12, una spinta contro un nastro trasportatore 13 mediante una lama raschiante 14 integrata in un altro braccio di leva 15. La forza con cui la lama raschiante 14 pulisce il nastro trasportatore, scorrevole secondo un verso 16 è dunque proporzionale alla pressione con cui viene alimentato l’attuatore pneumatico 10. In linea di principio, il collegamento tra detto attuatore 10 ed il serbatoio del’aria compressa 1 è da intendersi diretto e libero, ovvero realizzato da una semplice tubazione. In questo modo, infatti, si avrebbe che l’espansione del volume utile dell’attuatore 10, conseguente alla rotazione della leva determinata dall'usura della lama raschiante 14, risulterebbe incapace di ridurre in modo sensibile la pressione del serbatoio 1 quanto più è grande il volume di questo. Ovvero, che la lama 14 verrebbe mantenuta premuta contro il nastro trasportatore 13 con una forza costante, e sostanzialmente indipendente dalla sua usura, quanto più grande è il volume del serbatoio. Ciò premesso, il serbatoio 1 , ovvero una o più delle bombole 1A, 1B che lo potrebbero costituire, potrebbe avere una pressione maggiore della pressione che alimenta l'attuatore pneumatico. Ciò è consentito dalla separazione delle due parti del circuito pneumatico realizzata mediante una valvola 17. Quando la pressione all'interno di un tratto 18 di circuito alimentante l'attuatore 10 scende al di sotto di certi prestabiliti valori, allora la valvola 17 consente di far fluire in tale tratto 18 altra aria prelevata da un tratto di circuito a pressione maggiore 9: ciò fino a ripristinare la precedente pressione di esercizio voluta. Tale valvola 17 può essere manuale o automaticamente pilotata da sensori elettronici secondo tecnica usuale. In certi casi tale valvola potrebbe consistere in un usuale regolatore o riduttore di pressione, il quale, avendo impostato un certo valore della pressione del tratto 18 provvede a ripristinarla appena scende al di sotto della sua tipica soglia di intervento. Vantaggiosamente, si può dunque rilevare da quanto detto che l'entità dalla forza, con cui la lama raschiante 14 preme sul nastro 13, è regolabile con interventi su valvole 17, 5 e 19 che possono essere collocate in posizioni qualsiasi di massima comodità e comunque lontane dalle lame raschienti 14. La lama raschiante illustrata in figura è integrata in una leva di I genere; una tale soluzione è puramente esemplificativa, potendo la citata lama raschiante trarre la sua forza anche dagli altri usuali tipi di leve di II e di III genere, con fulcri più o meno rigidi a seconda dell’adozione o meno di perni in usuali “silent-block” di gomma. Benché l’aria costituisca il mezzo elastico più economico per il funzionamento del citato raschiatore, non è escluso che altre ragioni possano far adottare bombole piene di altri gas, per esempio azoto. L’attuatore pneumatico è preferibilmente di tipo a volume variabile; ovvero, a palla, o a tubo, o a cuscino gonfiabili.