ITBG20080034U1 - Strumentazione di misurazione di parametri ottici di un dispositivo oculare individuale - Google Patents

Strumentazione di misurazione di parametri ottici di un dispositivo oculare individuale

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ITBG20080034U1
ITBG20080034U1 ITBG20080034U ITBG20080034U1 IT BG20080034 U1 ITBG20080034 U1 IT BG20080034U1 IT BG20080034 U ITBG20080034 U IT BG20080034U IT BG20080034 U1 ITBG20080034 U1 IT BG20080034U1
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Danilo Mandelli
Marco Vergani
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Faos S A S Di Danilo Mandelli E C
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Description

“STRUMENTAZIONE DI MISURAZIONE DI PARAMETRI OTTICI DI UN DISPOSITIVO OCULARE INDIVIDUALE”
DESCRIZIONE
Il presente modello di utilità è relativo ad uno strumento di misurazione di parametri ottici di un dispositivo oculare di protezione individuale, quale può essere ad esempio un paio di occhiali da sole con lenti montate, una maschera da sci, una maschera da sub, una visiera per caschi, un paio di occhiali da motociclista.
Oggigiorno è sentita la problematica di effettuare la misurazione dei parametri ottici di potere sferico, potere astigmatico, potere prismatico e potere prismatico differenziale degli occhiali da sole e di altri dispositivi oculari individuali di protezione; tale misurazione viene attualmente eseguita principalmente secondo due metodologie.
Una prima metodologia si basa sulla effettuazione di una lettura dei parametri ottici con un dispositivo noto come “frontifocometro”. Tale strumento è utilizzato prevalentemente per eseguire la misura dei poteri di singole lenti oftalmiche, ma può essere impiegato anche per la misura dei poteri di singole lenti da sole o di singoli dispositivi oculari di protezione individuali. I fronti-focometri consentono quindi di effettuare misurazioni solo sulle singole lenti e non permettono di misurare contemporaneamente i valori ottici della lente sinistra e di quella destra. Ne risulta che l’operatore deve effettuare due misurazioni, una per la lente destra ed una per la lente sinistra, se vuole ottenere una completa analisi dei parametri ottici dell’occhiale. Inoltre, la caratteristica di potere prismatico differenziale deve essere calcolata dall’operatore attraverso i valori di potere prismatico delle singole lenti lette con le due misurazioni, non essendo i frontifocometri in grado di calcolare direttamente tale valore. Gli attuali frontifocometri non hanno inoltre la possibilità di classificare automaticamente gli occhiali oggetto della misura secondo le normative di settore. Tale operazione è, quindi, lasciata esclusivamente all’operatore che deve essere necessariamente essere a conoscenza delle normative e dei limiti previsti da queste per poter classificare in modo corretto l’occhiale in accordo a dette normative.
Con i frontifocometri di prima generazione (detti anche frontifocometri ottici) gli operatori dovevano inoltre focalizzare una mira vista attraverso la lente in misurazione; gli spostamenti del sistema ottico necessario alla localizzazione della mira, quando nel percorso ottico è inserita la lente in misura, danno, mediante relative formule ottiche, i valori ottici della lente. Nei frontifocometri di ultima generazione si è parzialmente risolto tale problema in quanto non è più l’operatore che esegue la localizzazione di una mira, la stessa essendo stata sostituita dalla lettura elettronica dello spostamento che una serie di fasci luminosi i subisce, rispetto al percorso base, quando passa attraverso la lente in misurazione.
Anche con questi frontifocometri elettronici sono comunque presenti degli inconvenienti in quanto sono necessarie due lo misurazioni distinte, della lente destra e della lente sinistra, per avere un esame completo dei parametri ottici dell’occhiale. Nessun tipo di frontifocometro di tipo noto però è in grado di determinare i parametri ottici valutando le variazioni dimensionali, introdotte dalla lente in misura, che si verificano nell’immagine, acquisita ad esempio tramite telecamere, di un oggetto di dimensioni note.
Una seconda metodologia nota di misurazione, analoga al sistema di misura dei frontifocometri denominati ottici, prevede la localizzazione di una mira, vista con un gruppo ottico, attraverso la lente in misura, il tutto essendo montato su un banco ottico. Tale seconda metodologia è descritta da normative europee in vigore.
Anche in questo caso, però, i valori dei parametri ottici sono determinati dagli spostamenti necessari al gruppo ottico per consentire all’operatore di focalizzare la mira che, vista attraverso la lente dell’occhiale, ha uno sfocamento causato dagli eventuali poteri ottici della lente stessa. Tali spostamenti sono correlati ai poteri ottici della lente misurata Come nei frontifocometri noti anche con l’uso di questa metodologia è necessario eseguire due distinte misurazioni per ottenere i valori di potere sferico, potere astigmatico, potere prismatico delle due lenti che compongono l’occhiale; inoltre, il potere prismatico differenziale viene letto con un diverso, e a sé stante, sistema ottico da banco che comporta l’esecuzione di un’operazione supplementare, questo incrementando i tempi ed i costi globali. Si ha infatti che il sistema ottico da banco per la misurazione del potere prismatico differenziale dell’occhiale prevede l’impiego di un laser di bassa potenza, installato su un banco ottico di lunghezza data, il cui raggio viene collimato su un diaframma sul cui asse mediano orizzontale sono disposti tre fori: l’immagine dei tre fori viene quindi localizzata, mediante una lente convergente, su uno schermo in un unico punto quando nel percorso ottico non è inserito l’occhiale.
A occhiale inserito, le due lenti introducono degli spostamenti dei cammini ottici relativi ai due fori laterali del diaframma che determinano, pertanto, due distinti punti immagine evidenziabili sullo schermo. Il rapporto tra la distanza fra questi due punti e la distanza tra occhiale e schermo determina il potere prismatico differenziale dell’occhiale.
La precisione di questo metodo è però proporzionale alla distanza che intercorre tra l’occhiale e lo schermo: maggiore è tale distanza, maggiore è la precisione.Anche in questo caso la lettura del valore ottico non è comunque immediata e deve essere calcolata attraverso una formula matematica.
Come per l’uso dei frontifocometri, anche con l’utilizzo di questa seconda metodologia è necessario conoscere i limiti previsti dalle varie normative per poter classificare correttamente l’occhiale. Inoltre, il tipo di strumentazione necessaria alla misura e il suo impiego richiedono una certa competenza tecnica nell’ambito delle misurazioni ottiche. Da rilevare che questa metodologia di misurazione é influenzabile dalle valutazioni soggettive dell’operatore. Entrambi i metodi, sopra descritti, prevedono, oltre che una rilevante competenza tecnica dell’operatore, tempi di misura e analisi significativamente lunghi rispetto alle necessità di controllo in produzione a livello industriale.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi escogitando un trovato che permetta di misurare parametri ottici, quali potere sferico, potere astigmatico, potere prismatico e potere prismatico differenziale, in modo automatico e rapido contemporaneamente su entrambe le lenti, senza contatto con le stesse e senza la necessità di dispone di un dispositivo di misura mobile.
Nell’ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che permetta, sempre in modo automatico ed immediato, di classificare, accettare e scartare gli occhiali o in generale il dispositivo oculare individuale sottoposto a controllo.
Un altro scopo è quello di realizzare un trovato che consenta di raggiungere le caratteristiche precedenti a prescindere dalla abilità dell’operatore preposto alla misura.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un trovato che risulti affidabile e sicuro nell’uso e che presenti costi realizzativi contenuti, il medesimo essendo realizzabile con gli usuali e noti macchinari e impianti.
Il compito e gli scopi sopra accennati, nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da uno strumento di misurazione di parametri ottici di un dispositivo oculare individuale secondo quanto indicato nella rivendicazione 1. Ulteriori aspetti del presente modello di utilità sono indicati nelle rivendicazioni dipendenti.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una particolare, ma non esclusiva, forma di realizzazione, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nelle allegate tavole di disegni in cui:
- la figura 1 è una prima vista in prospettiva di una possibile forma di realizzazione di uno strumento secondo il presente modello di utilità;
- la figura 2 è una seconda vista relativa allo strumento di figura 1 con il telaio aperto;
-la figura 3 è una terza vista relativa allo strumento di figura 1 con il telaio aperto.
Con riferimento alle figure precedentemente citate si è indicato con il numero 1 lo strumento in particolare per la misurazione di parametri ottici, quali il potere sferico, il potere astigmatico ed il potere prismatico differenziale in occhiali 2 con lenti 3 montate o dispositivi di protezione individuale sotto test. Nel corso della descrizione come dispositivo oculare individuale verrà indicato, unicamente per scopi descrittivi, un paio di occhiali da sole con lenti montate. E’ da intendersi che i principi e le soluzioni descritti di seguito restano validi anche per altri dispositivi quali ad esempio maschere da sci, maschere da sub e simili, visiere per caschi, occhiali da motociclista e altri simili articoli.
Il dispositivo di protezione individuale sotto test hanno valori non nulli dei summenzionati difetti ottici ne consegue una variazione delle caratteristiche dell’immagine rispetto alla condizione iniziale: il problema che si affronta è quello di discriminare le variazioni di immagine relative ai singoli parametri ottici e pertanto di misurarli.
Si ricorda che la presenza di potere sferico provoca una variazione delle dimensioni dell’immagine senza variarne la forma. La presenza di potere astigmatico provoca invece una deformazione dell’immagine con tendenza ad allungarla; un cerchio tende a diventare una ellisse tanto più schiacciata quanto maggiore è il potere astigmatico. La presenza di potere prismatico, infine, trasla l’immagine senza deformarla.
Lo strumento è costituito da un telaio 4 presentante una base 5 di appoggio dotata di guide 6 parallele e disposte longitudinalmente. Su dette guide 6 è associato un primo supporto 7 per due sorgenti luminose 8a ed 8b, un secondo supporto 9 per due lenti collimatrici 10a e 10b, un terzo supporto 11 per due lenti collettrici 12a e 12b ed un quarto supporto 13 per due telecamere 14a, 14b interagenti con mezzi per la loro collimazione e con una unità logica centralizzata contenuta entro un elaboratore elettronico 15 per la elaborazione di segnali luminosi.
Il telaio 4 risulta parzialmente scatolabile mediante un primo coperchio 16 rimovibile e scorrevole sulle guide ed una coppia di secondi coperchi 17a e 17b, vincolabili al telaio, per evitare che luci parassite influenzino le misure.
Le due sorgenti luminose sono disposte parallelamente tra loro e generano, per ciascuno dei due assi destro e sinistro, un fascio di luce; tali sorgenti possono essere costituite da un led. E’ presente, per ciascuna sorgente luminosa, un diaframma circolare l8a e 18b, posto nel fuoco oggetto di una lente collimatrice l0a e 10b ciascuna delle quali genera un fascio di luce parallelo con immagine del diaframma circolare 18a,18b proiettata all’infinito.
Le lenti collettrici 12a, 12b raccolgono il fascio di luce parallelo e generano una immagine reale localizzata sulle telecamere 14a e 14b che sono deputate alla rilevazione dell’immagine del diaframma circolare 18a e 18b fornita dall’insieme dello strumento ottico. Le due telecamere, una per l’asse destro e una per l’asse sinistro, sono collegate ad una scheda cattura immagini inserita nell’elaboratore elettronico dove le immagini sono sottoposte ad elaborazione mediante un software dedicato sviluppato in modo specifico e nel seguito descritto.
Lo strumento viene allineato e le immagini messe a fuoco sulle telecamere una sola volta in laboratorio durante le operazioni di montaggio, tale allineamento consistendo nel far giacere sullo stesso asse, definito asse ottico, ciascuna sorgente di luce, ciascun diaframma, ciascuna lente collimatrice e collettrice ed il centro delle telecamere l4a e 14b.
L’accuratezza dell’operazione è garantita sia dalle tolleranze costruttive delle parti meccaniche sia mediante la traslazione nel piano verticale nella direzione destra - sinistra (asse x) e alto - basso (asse y) di ciascuna telecamera mediante l’ausilio di predisposti mezzi costituiti da delle viti di regolazione rimovibili 19 e delle viti di fissaggio 20.
La messa a fuoco consiste nel fare cadere una immagine nitida del diaframma 18a, 18b sulle telecamere 14a, 14b: l’operazione è eseguita previa introduzione di una lente di sfocamento e taratura 21 avente potere sferico noto positivo ad esempio di 0,25 D (Diottrie), inserita nel proprio porta lente rotabile 22.
L’inserimento di detta lente di taratura 21 consente allo strumento di considerare il segno della misura del potere sferico nel corso del normale utilizzo poiché l’immagine del diaframma sferico viene forzatamente traslata al fondo scala di misura positivo, condizione nella quale l’immagine ha le dimensioni minime.
La regolazione grossolana della messa a fuoco avviene avanzando o arretrando il quarto supporto delle telecamere, mentre la regolazione fine avviene mediante un dispositivo di messa a fuoco telescopico 23.
Sia l’operazione di allineamento sia quella di messa a fuoco sono assistite dal preposto software che provvede, nella schermata dedicata alla messa a fuoco, a fornire la misura delle coordinate x e y affinché, mediante le viti rimovibili 19, sia possibile la regolazione per l’allineamento facendo corrispondere il centro di ciascuna telecamera con il centro immagine. Lo stesso software rende disponibile la misura della dimensione dell’immagine dei diaframmi circolari 18a e 18b affinché si possa, agendo sul movimento telescopico 23, verificare e minimizzare le sue dimensioni.
Lo strumento viene sottoposto a taratura mediante una serie di prismi campione a potere prismatico noto ed una serie di lenti campione a potere sferico noto. L’operazione avviene in due fasi distinte ed è finalizzata a definire la relazione tra le misure note dei campioni e quelle dello strumento.
Entrambe le operazioni sono assistite dal preposto software in una apposita schermata a video dedicata alla taratura; i dati numerici conseguenti la taratura sono memorizzati nella logica centralizzata ed utilizzati dallo stesso software in fase di misurazione per fornire le misure con il grado di accuratezza previsto.
La taratura del potere prismatico avviene, in modo consecutivo, inserendo su ciascun asse tra dette lenti collimatrici 10a e l0b e colletrici 12a, 12b, i prismi campione a potere prismatico noto, compreso tra - 1 DP (Diottria Prismatica) e 1 DP, e facendo acquisire la misura conseguente.
Per ciascun prisma campione lo strumento correla, mediante una funzione di primo grado, la misura effettuata della posizione del baricentro dell’immagine di ciascun diaframma circolare con il potere prismatico imposto. L’operazione di taratura viene effettuata per gli assi destro e sinistro nelle direzioni x e y.
La taratura del potere sferico avviene, in modo consecutivo, inserendo su ciascun asse tra dette lenti collimatrici 10a e 10b e collettrici 12a e 12b una serie di lenti campione a potere sferico noto, compreso tra - 0,25 D e 0,25 D, e facendo acquisire per ciascuna lente la misura conseguente.
Per ciascuna lente campione lo strumento correla, mediante una funzione di quarto grado, la misura effettuata della dimensione dell’immagine del relativo diaframma circolare, con il potere campione imposto. La funzione di quarto grado, interpolante i punti sperimentali, viene poi utilizzata nel corso delle normali misure. L’operazione di taratura del potere sferico viene effettuata per gli assi, destro e sinistro.
L’operazione di misurazione dei parametri ottici degli occhiali o dei dispositivi oculari individuali avviene semplicemente inserendo l’occhiale in un preposto vano di misura 24 appoggiandolo su opportuni mezzi di sostegno. Nella forma di realizzazione illustrata nelle figure tale mezzi di sostegno comprendono un falso naso 25 e supporti 30 regolabili porta astine 26. Tali supporti 30 sono costituiti da degli elementi cilindrici sporgenti da delle barre 31a, 31b regolabili in altezza e lungo l’asse longitudinale dello strumento grazie alla presenza, su ciascuna, di una predisposta vite 27a, 27b di bloccaggio di detta barra al telaio 4. Tale possibilità di regolazione permette di montare l’occhiale o il dispositivo nelle reali condizioni di utilizzo indipendentemente della geometria della montatura.
In forme di realizzazione alternative a quelle appena indicate, i mezzi di sostegno possono assumere una configurazione diversa legata in modo specifico alla tipologia del dispositivo di protezione. I mezzi di sostegno potrebbero essere cioè conformati in modo da sostenere specificatamente una maschera da sci o una maschera da sub le quali solitamente non comprendono le astine laterali. Conseguentemente devono considerarsi come rientranti nell’ambito del presente modello soluzioni alternative a quella descritta e illustrata nelle figure.
La chiusura dei secondi coperchi, scorrevoli, 7a e 7b garantisce la protezione dello strumento dall’ingresso di luce parassita.
L’attivazione della misurazione avviene premendo un predisposto tasto funzione della tastiera dell’elaboratore elettronico strumento che provvede in pochi secondi ad effettuare le seguenti attività che comprendono il ciclo di misura:
− autoregolazione dell’emissione di luce di ogni sorgente luminosa mediante anello di contro reazione elettronico;
− acquisizione delle immagini, eventualmente deformate per le imperfezioni delle lenti degli occhiali, fornite dalle due telecamere relative agli assi destro e sinistro;
− trasferimento delle immagini dalla scheda cattura immagini ad una predisposta memoria RAM dell’elaboratore elettronico;
− attivazione per ciascun asse del ciclo di elaborazione dell’immagine che, mediante la discriminazione dei pixel illuminati da quelli oscurati, consente la determinazione del raggio minimo e del raggio massimo dell’immagine circolare o ellittica del diaframma circolare e della posizione del baricentro di detta immagine;
− determinazione per ciascun asse dei valori di potere sferico come media tra i valori relativi al raggio minimo e massimo dell’immagine a forma di ellisse applicando la funzione di taratura di quarto grado;
− determinazione del potere astigmatico come differenza tra il raggio massimo e minimo dell’ellisse applicando la funzione di taratura di quarto grado;
− determinazione del potere prismatico come differenza tra la posizione finale ed iniziale del baricentro dell’immagine applicando la funzione di taratura di primo grado;
− determinazione della differenza tra i poteri prismatici delle due lenti nelle direzioni alto basso ed esterno - interno con identificazione della direzione del potere divergente indicato con base esterna, potere convergente indicato con base interna.
− applicazione del criterio decisionale per la classificazione, accettazione o reiezione degli occhiali secondo le varie normative vigenti, implementabili nell’elaboratore elettronico;
− memorizzazione automatica eventuale di tutti i dati misurati;
− aggiornamento della schermata di misura del software con l’esito della classificazione, tutte le misurazioni effettuate, le immagini dei diaframmi fornite dallo strumento le quali rendono possibile una valutazione qualitativa degli eventuali difetti o distorsioni introdotte dagli occhiali sotto test.
Lo strumento è dotato anche di una funzione diagnostica che consente di verificare il corretto funzionamento dello strumento simulando una misura reale. L’operazione, estremamente rapida, è possibile grazie all’inserimento rapido della lente di taratura; viene verificato il permanere della misura effettuata entro le tolleranze prestabilire.
Si è così constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati essendosi escogitato uno strumento che effettua, in una singola operazione su entrambe le lenti, la verifica dei parametri ottici di potere sferico, potere astigmatico, potere prismatico, potere prismatico differenziale di occhiali o di un dispositivo di protezione individuale, il tutto in modo automatico e rapido contemporaneamente su entrambe le lenti, senza contatto con le stesse e senza la necessità di disporre di un dispositivo di misura mobile.
Inoltre lo strumento permette, sempre in modo automatico ed immediato, di classificare, accettare e scartare gli occhiali ..sottoposti a controllo, a prescindere dalla abilità dell’operatore preposto alla misura.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose altre modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del medesimo concetto inventivo. Anche i materiali nonché le dimensioni dei singoli componenti il trovato potranno essere i più pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Strumento di misurazione di parametri ottici, particolarmente per un dispositivo oculare individuale (2) con lenti montate, caratterizzato dal fatto di comprendere un telaio (4), parzialmente richiudibile, fornito di guide (6) alle quali è operativamente associato: - un primo supporto (7) per due sorgenti luminose (8a, 8b); - un secondo supporto (9) per due lenti collimatrici (10a,10b); - un terzo supporto (11) per due lenti collettrici (12a, 12b); - un quarto supporto (13) per due telecamere (14a, 14b) interagenti con mezzi per la loro collimazione e con una unità logica centralizzata per la elaborazione di segnali luminosi, detto strumento di misurazione comprendendo mezzi di sostegno i quali sostengono detto dispositivo oculare (2) in un vano di misura (24) sostanzialmente definito fra detto secondo supporto (9) e detto terzo supporto (11).
  2. 2. Strumento secondo la rivendicazione 1, in cui detto strumento consente la misurazione di parametri ottici, quali il potere sferico, il potere astigmatico ed il potere prismatico differenziale di detto dispositivo oculare (2).
  3. 3. Strumento secondo la rivendicazione 1 o 2, in detto telaio è parzialmente scatolabile mediante un primo coperchio (16) rimovibile e scorrevole sulle guide (6) ed una coppia di secondi coperchi (17a, 17b), vincolabili a detto telaio (4).
  4. 4. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui dette due sorgenti luminose (8a,8b) sono costituite preferibilmente da due led e sono disposte parallelamente tra loro generando, per ciascuno dei due assi destro e sinistro, un fascio di luce.
  5. 5. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 e 4, in cui per ciascuna di dette sorgenti luminose (8a,8b) è presente un diaframma circolare, posto nel fuoco oggetto di una di dette lenti collimatrici (10a, 10b) ciascuna delle quali genera un fascio di luce parallelo con immagine di detto diaframma circolare proiettata all’infinito.
  6. 6. Strumento secondo la rivendicazione 5, in cui dette lenti collettrici (12a,12b) raccolgono il fascio di luce parallelo e generano una immagine reale localizzata su dette telecamere (14a,14b) che sono deputate alla rilevazione dell’immagine di detto diaframma circolare fornita dall’insieme di detto strumento ottico.
  7. 7. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 e 6, in dette telecamere (14a,14b), una per l’asse destro e una per l’asse sinistro, sono collegate ad una scheda cattura immagini inserita in detto elaboratore elettronico dove le immagini sono sottoposte ad elaborazione mediante detta unità logica centralizzata.
  8. 8. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui detto strumento consente la traslazione nel piano verticale nelle direzione destra - sinistra (asse x) e alto - basso (asse y) di ciascuna di dette telecamere mediante l’ausilio di predisposti mezzi costituiti preferibilmente da delle viti di regolazione rimovibili e da delle viti di fissaggio.
  9. 9. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 8, in cui la messa a fuoco è ottenuta facendo cadere una immagine nitida in detti diaframmi circolari su dette telecamere, detta messa a fuoco essendo ottenuta previa introduzione di una lente di focamento e taratura avente potere sferico noto positivo, preferibilmente di 0,25 D, inserita in un preposto porta lente rotabile.
  10. 10. Strumento secondo la rivendicazione 9, in cui l’inserimento di detta lente di taratura consente a detto strumento di considerare il segno della misura del potere sferico nel corso del normale utilizzo poiché l’immagine di ciascun diaframma sferico viene forzatamente traslata al fondo scala di misura positivo, condizione nella quale l’immagine ha le dimensioni minime.
  11. 11. Strumento secondo la rivendicazione 10, in la regolazione grossolana della messa a fuoco viene effettuata avanzando o arretrando detto quarto supporto di dette telecamere, mentre la regolazione fine avviene mediante un predisposto dispositivo di messa a fuoco telescopico.
  12. 12. Strumento secondo la rivendicazione 11, in cui dette operazioni di allineamento e di messa a fuoco sono assistite da detta logica centralizzata che provvede, nella schermata dedicata alla messa a fuoco, a fornire la misura di dette coordinate x e y affinché, mediante dette viti rimovibili, sia possibile la regolazione per l’allineamento facendo corrispondere il centro di ciascuna di dette telecamere con il centro immagine, detta logica centralizzata rendendo disponibile la misura della dimensione dell’immagine di detti diaframmi circolari affinché si possa, agendo su detto movimento telescopico, verificare e minimizzare le sue dimensioni.
  13. 13. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 12, in cui detto strumento è assoggettato a taratura mediante una serie di prismi campione a potere prismatico noto ed una serie di lenti campione a potere sferico noto, detta taratura avvenendo in due fasi distinte ed essendo finalizzata a definire la relazione tra le misure note dei campioni e quelle dello strumento, detta logica centralizzata consentendo la visualizzazione a schermo dei dati numerici conseguenti detta taratura e la loro memorizzazione per un loro impiego in fase di misurazione per fornire le misure con un grado di accuratezza previsto.
  14. 14. Strumento secondo la rivendicazione 13, in cui detta taratura del potere prismatico avviene, in modo consecutivo, inserendo su ciascun asse tra dette lenti collimatrici e collettrici, detti prismi campione a potere prismatico noto, compreso preferibilmente tra -1 DP e 1DP, e facendo acquisire la misura conseguente, per ciascuno di detti prismi campione detto strumento correlando, mediante detta logica centralizzata, la misura effettuata della posizione del baricentro dell’immagine di ciascuno di detti diaframmi circolari con il potere prismatico imposto, detta operazione di taratura venendo effettuata per gli assi destro e sinistro nelle direzioni x e y.
  15. 15. Strumento secondo la rivendicazione 13 o 14, in cui detta taratura del potere sferico avviene, in modo consecutivo, inserendo su ciascun asse tra dette lenti collimatrici e collettrici una serie di lenti campione a potere sferico noto, compreso preferibilmente tra -0,25 D e 0,25 D, e facendo acquisire per ciascuna lente la misura conseguente, per ciascuna di dette lenti campione detto strumento correlando, mediante detta logica centralizzata, la misura effettuata della dimensione dell’immagine del relativo diaframma circolare, con il potere campione imposto, detta operazione di taratura del potere sferico venendo effettuata per gli assi destro e sinistro.
  16. 16. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 15 in cui detti mezzi di sostegno comprendono un falso naso e dei supporti regolabili porta astine i quali sono costituiti da degli elementi cilindrici sporgenti da delle barre, regolabili in altezza e lungo l’asse longitudinale di detto strumento grazie alla presenza, su io ciascuna di esse, di una predisposta vite di bloccaggio di detta barra a detto telaio.
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