L'invenzione si riferisce ad una apparecchiatura idraulica per tesatura funi e, particolarmente, per conduttori di elettrodotti. Come è noto, l'installazione di cavi elettrici o telefonici sotterranei, oppure sospesi in aria, richiede delle forze di trazione notevoli, la cui applicazione può risultare pericolosa in ragione di accidentali ostacoli che possono aumentare enormemente gli usuali attriti di scorrimento. Particolarmente difficoltosa è poi la tesatura di funi connessa con l’installazione dei conduttori elettrici ad alta tensione sui piloni degli elettrodotti: in questi casi, la enorme lunghezza dei conduttori ed il loro peso creano grandi resistenze, dell'ordine di molti quintali. In tali situazioni si ha infatti da vincere: - le componenti orizzontali del peso dei conduttori di ogni campata: - gli attriti generati dalle carrucole di supporto di essi conduttori; - gli impedimenti accidentali allo scorrimento generalmente causati dagli accessori. In tali situazioni, il conduttore deve essere tirato e fatto scorrere sui vari tralicci di supporto senza toccare il suolo, e pertanto deve essere svolto da una bobina che possa esercitare una ben specifica azione frenante durante la sua rotazione di svolgimento.
Per effettuare tali operazioni, vengono generalmente impiegati degli argani idraulici, consistenti in un motore termico azionante una pompa idraulica azionante, a sua volta, un motore idraulico. Tali apparecchiature usuali presentano svariati inconvenienti; ad esempio, il loro impianto idraulico è regolato unicamente da una "valvola di massima" interposta nel circuito, la quale mette in ricircolo (by-pass) la pompa allorché la pressione supera certi valori comportanti trazioni del conduttore che potrebbero risultare eccessive pericolose per la resistenza della sua stessa struttura. In questa usuale configurazione operativa la pressione di esercizio del circuito idraulico è dipendente dalla reazione offerta allo scorrimento del conduttore, giacché è tale reazione che pone sotto sforzo il motore idraulico attuante l'avvolgimento della fune traente il conduttore. In caso di ostacolo improvviso ed accidentale allo scorrimento (dovuto, per esempio, al grippaggio di una carrucola di guida), si ha pertanto un rallentamento del motore idraulico e, quindi, un innalzamento della pressione idraulica conseguente all'impedimento circolatorio così creato; tale innalzamento si scarica ovviamente sul motore idraulico, che diventa pertanto capace di esercitare trazioni pericolosamente grandi. Per ovviare a tali inconvenienti, la citata valvola di ricircolo provvede a mantenere la pressione a valori prestabilibili preventivamente. Ciò comporta ovviamente l'impiego della potenza meccanica, resa disponibile dal motore termico, per un inutile ricircolo della quasi totalità dell'olio. Si realizza pertanto una esagerata trasformazione della, citata potenza in calore che, addirittura, danneggia gli apparati per l'elevatissima temperatura che essa crea sull'olio operativo; tale danneggiamento è dovuto sia alla scarsa capacità lubrificante dell'olio connessa con l'elevatezza della sua temperatura, sia alla scarsa resistenza alle. alte temperature posseduta dalle parti in gomma. Scopo della presente invenzione è quello di eliminare citato inconveniente . Altro scopo è quello di realizzare un'apparecchiatura per la tesatura di funi e, partlcolarmente, per conduttori di elettrodotti, che possa essere utilizzata anche come freno, onde lavorare in cooperazione con una prima apparecchiatura motrice analoga. Altro scopo è quello di realizzare un'apparecchiatura che possa svolgere le sopra-citate operazioni in modo automatico. Altro scopo è quello di attuare un'apparecchiatura come sopra, che possa esercitare una gamma di sforzi traenti ampia ed idonea anche per conduttori di differente grossezza e peso. Questi ed altri scopi appariranno come raggiunti dalla lettura della descrizione dettagliata seguente, illustrante una apparecchiatura idraulica per tesatura di funi e, particolarmente, di conduttori di elettrodotti e cavi con fibre ottiche, avente la particolarità di attuare trazioni con una forza praticamente costante e di entità prestabilibile, indipendentemente dalla variabilità degli sforzi reattivi connessi con le intrinseche usuali mobialità operative e connessi con la potenzicilità di cause accidentali, detta costanza essendo derivante dall'adozione di una pompa reversibile a portata variabile manovrata da un servo-comando azionato da una pressione di pilotaggio differenziale definita da valvole regolabili attuatrici di controreazioni. Questa apparecchiatura è utilizzabile, sia in fasi attive di trazione d'argano che in fasi passive di reazione frenante, in un modo automatico predominante su iniziali manovre manuali contrarie eventualmente effettuabili. L'invenzione è illustrata sotto-forma di schema idraulico nella allegata tavola di disegno; in tale schema sono adottati i simboli internazionali CETOP e ISO, adottati anche dall'Italia, cosicché lo schema diventa eloquente anche a sè stante. Per una maggiore chiarezza valgano, comunque, le seguenti spiegazioni di esso. Un motore termico 1 è collegato meccanicamente ad una pompa a portata variabile 2 che, tramite tubazioni 3 e 4, alimenta un motore idraulico 5. Il circuito idraulico così definito è simmetrico; per una analisi del suo funzionamento possiamo ipotizzare la tubazione 4 come quella di alta pressione o di mandata, e la tubazione 3 come quella di bassa pressione o di aspirazione. La pompa 2 trae ia sua variabilità di portata da un comando meccanico 6 servito da un pistone idraulico (o equivalente) 7; tale pompa 2 è tipicamente del tipo a pistoni assiali con angolo di impegno rispetto al riferimento che è variabile (piattello, testa). Sostanzialmente, si configura pertanto una pompa che, relativamente all'angolo di lavoro, può realizzare una portata massima in un certo senso, la quale è riducibile fino a zero (portata nulla) con angolo di 0°, per realizzare poi da tale posizione anche una piortata progressivamente maggiore fino ad un altro valore massimo, ma con un flusso in un verso opposto: tutto ciò, ovviamente, a seconda della posizione in cui viene posto il dispositivio di impegno angolare relativo (es. piattello) dal comando meccanico 6 movimentato dal pistone idraulico 7. Questo pistone 7 è mantenuto in una posizione intermedia di equilibrio da due molle antagoniste 8 e 9. Esso può essere spostato tramite la pressione dell'olio che viene inviato in sue due camere opposte 11 e 12. In parallelo alle due tubazioni 3 e 4 sono poste simmetricamente due valvole di massima 13 e 14, le quali provvedono a far ricircolare, una per ognuno dei due possibili sensi, l'eccesso di olio determinante il superamento di un ,valore di pressione prefissabile nell'altro ramo del circuito. Lo scopo di tali valvole di massima 13 e 14 è quello di creare un collegamento di ricircolo (by-pass) nel circuito quando il motore idraulico 5 è assoggettato a sforzi eccessivi, ovvero ad una resistenza eccessiva P nella trazione di una fune 18. L'innalzamento di pressione che a ciò consegue, infatti, fa aprire la valvola 13, che fa confluire dell'olio pompato dalla pompa 2 direttamente alla tubazione di ritorno 3, abbassando così la pressione di alimentazione del motore 5 a valori compatibili con l'insieme dei mezzi impegnati. Questo notorio accorgimento del ricircolo vizioso dell'olio attraverso la valvola 13, pur costituendo una insostituibile garanzia di sicurezza per l'impianto determinerebbe un enorme surriscaldamento dell'olio a causa degli attriti di trafilamento, con grave dispendio energetico e grave deterioramento dell'apparecchiatura per gli inconvenienti tipici dell'olio surriscaldato. L'invenzione qui presentata consente di eliminar'e tale inconveniente, delegando alle citate valvole 13, e 14 esclusivamente una funzione di sicurezza. La regolazione della pressione dell'impianto con cui viene fatto operare il motore idraulico 5 è infatti attuata variando la portata della pompa 2. Ciò avviene pilotando esternamente il servo-comando 7 (pistone idraulico). Sulla tubazione di alta pressione 4 è presente una tubazione di pilotaggio 19 intercettata da una valvola 20 posta a pannello per una sua supera un certo valore prefissato su di tale valvola 20, l'olio fluisce in una successiva tubazione 21 in cui stabilisce una certa pressione dipendentemente dalla regolazione effettuata da una ulteriore valvola 22, e dipendentemente dalla resistenza incontrata nello spostare 11 pisone 7 del servo-comando immettendosi nella sua camera 12. Ciò consente, in ragione della differente pressione rispetto alla camera 11 alimentata dalla tubazione 23 derivata .da quella di bassa pressione 3, di variare proporzionalmente con il comando meccanico 6 l'angolo di lavoro della pompa 2; variando, ovvero riducendo, la portata di essa si determina, conseguentemente, una riduzione di pressione nella tubazione 4 e quindi una riduzione della forza di trazione esercitata dal motore 5 sulla fune 18. Ciò, fino a quando 1'abbassamento di pressione fa chiudere automaticamente la valvola 20 e ripristina la possibilità di innalzarti nuovamente la pressione aumentando la portata della pompa 2, ai causa dello spostamento contrario del pistone 7 per il relativo aumento di pressione creatosi nella tubazione 23. La possibilità operativa del pistone 7 è ottenibile anche con comando manuale 10 agente su un distributore 24, capace di invertire con gradualità l'alimentazione delle camere 11 e 12 e variare dunque il senso di flusso della pompa 2, variandone l'inclinazione di lavoro di questa. L'intervento di tale distributore è, tuttavia, subordinato all'intervento della valvola 20, la quale è perciò predominante. Pertanto, la configurazione illustrata consente alla pompa 2 di operare come motore (trascinando conseguentemente il motore termico 1) quando il motore idraulico 5 viene meccanicamente trascinato a ritroso da una puleggia di avvolgimento 25 mediante la trazione conseguente al peso della fune 18. Per evitare fenomeni di cavitazione e per evitare troppo brusche variazioni di pressione è preferibilmente adottata una piccola pompa di alimentazione o di precarico 26, inserita nel circuito. mediante una tubazione 16 e regolata mediante una 'valvola 17. Con la soluzione illustrata si ha, vantaggiosamente, l'eliminazione del ricircolo massivo dell'olio, giacché l'olio prelevato dalle tubazioni 19-21 è della sola minima quantità richiesta per l'alimentazione del servo-comando.