IT8909559A1 - Congegno di comando per la erogazione programmata mediante impulsi di pressione in un impianto di irrigazione od altro - Google Patents

Congegno di comando per la erogazione programmata mediante impulsi di pressione in un impianto di irrigazione od altro

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IT8909559A1 IT1989A09559A IT0955989A IT8909559A1 IT 8909559 A1 IT8909559 A1 IT 8909559A1 IT 1989A09559 A IT1989A09559 A IT 1989A09559A IT 0955989 A IT0955989 A IT 0955989A IT 8909559 A1 IT8909559 A1 IT 8909559A1
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Description

DESCRIZIONE
L'invenzione riguarda un perfezionamento ad un congegno di comando per la erogazione programmata tramite impulsi di pressione in una condotta di erogazione di acqua, atto ad evitare comandi errati in conseguenza di impulsi accidentali di breve durata, che ? descritto nella domanda 9335 A/89 dello stesso titolare. Questa precedente realizzazione comprende un otturatore ruotante ad avanzamenti intermittenti, una camera con un galleggiante associato a detto otturatore, la spinta sul quale ? consequenziale all'arrivo di fluido ed al conseguente riempimento di detta camera, un mezzo di scarico con dosatore di portata, atto a determinare lo svuotamento di detta camera in un tempo non inferiore ad un limite prestabilito (a partire dalla cessazione della pressione di esercizio), e mezzi per provocare un avanzamento unitario del detto otturatore tramite un comando a camma alla fine dello svuotamento di detta camera.
Il perfezionamento in oggetto assicura un migliore funzionamento, in quanto evita gli inconvenienti che possono derivare nel congegno dalla presenza dell'acqua di irrigazione.
Secondo il perfezionamento in oggetto, il congegno comprende: un circuito chiuso per un liquido di comando, nel quale circuito sono inseriti: la detta camera con galleggiante ed otturatore; un polmone di separazione, posto in comunicazione da una parte tramite un dosatore con detta camera e dall'altra con la condotta di arrivo dell'impianto; ed un organismo a relais idraulico comandato da detto circuito chiuso ed atto a comandare - con la pressione nella condotta di arrivo - una saracinesca di intercettazione nella condotta da controllare. Detta saracinesca di intercettazione - comandata da detto relais - ? cos? in definitiva azionata dalla pressione nella condotta di arrivo per alimentare la condotta a valle della saracinesca e per interromperla, ma il liquido nel congegno di comando ? isolato dall'acqua di irrigazione o comunque da distribuire.
Il detto polmone in pratica comprende un contenitore rigido con una membrana interna che ne suddivide l'interno in due camere a volume inversamente variabile; una delle dette camere a volume variabile ? comunicante con la condotta di alimentazione mentre l'altra ? comunicante con il detto circuito chiuso tramite il dosatore.
Il relais idraulico ? atto a scaricare od a porre in pressione - con l'acqua da erogare - la detta saracinesca, rispettivamente per aprirla e chiuderla su controllo della pressione del liquido del circuito chiuso.
In detto circuito pu? essere anche presente - associata alla camera del galleggiante - una camera supplementare, alla quale ? combinato il dosatore ed un ingresso comunicanti con l'organismo a polmone.
Il congegno pu? ulteriormente comprendere - sul condotto dalla condotta di arrivo e l'organismo a polmone - mezzi a valvola limitatori di pressione opportunamente tarati ed atti ad assicurare la funzionalit? del congegno stesso in presenza di una pressione residua nella condotta di arrivo, anche in assenza di onda di pressione.
Il trovato verr? meglio compreso seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra una pratica esemplificazione non limitativa del trovato stesso. Nel disegno:
Figg. 1 e 2 mostrano uno schema del congegno in due assetti;
Figg. 3 e 4 mostrano due particolari; e
Fig. 5 mostra una variante di realizzazione.
Secondo quanto ? illustrato nelle Figg. 1 a 4 del disegno annesso, il congegno 501 comprende una camera contenente il galleggiante associato all'otturatore ruotante e combinato con mezzi a camma. La detta camera 538 pu? essere realizzata con una parete tubolare 540 e due chiusure 542 superiore e 544 inferiore, e con ghiere di fissaggio 542A e 544A. La chiusura superiore 542 presenta un passaggio 546, che comunica con una cavit? a collettore 548. Sulla chiusura 542 ? previsto un foro 552 spostato lateralmente rispetto all'asse del complesso. La chiusura 544 inferiore forma un pozzetto 558, al quale ? inferiormente impegnato un elemento a tappo 560. Alla chiusura 544 ? impegnata la flangia 562A di un componente 562 formante una pluralit? di camme fisse 564, costituenti una corona di tali camme, ciascuna delle quali ? provvista di una coppia di piani inclinati 564A, 564B (vedi Fig. 3); fra le sporgenze a camma 564 si formano canali 564C terminanti appunto con i due profili inclinati 564A e 564B su un lato, mentre sull'altro lato ? presente un profilo rettilineo verticale 564E. All'interno della detta camera 538 ? accolto un equipaggio mobile assialmente e quindi verticalmente, che comprende uno stelo 568, il quale passa attraverso un foro della chiusura 542 superiore fino all'esterno per poter essere manovrato. Lo stelo 568 porta in posizione intermedia un galleggiante 572 superiormente corredato di guarnizione 578 per costituire otturatore discoidale; il galleggiante 572 presenta in particolare una zona anulare, a distanza radiale dall'asse del complesso corrispondente alla distanza radiale del foro 552, per assicurarne l'otturazione in tutte le posizioni angolari ad eccezione di una o pi? posizioni di apertura a seconda del programma previsto per l'installazione del congegno; in tale od in ciascuna di tali posizioni di apertura ? prevista una incavatura radiale 579, che pu? consentire la comunicazione fra il foro 552 e la camera 538. Lo stelo 568 inferiormente presenta una espansione 568A corredata di almeno due sporgenze a camma mobili 580, 582 con gli estremi interni inclinati per cooperare con le sporgenze a camma 564 gi? descritte. La conformazione dei mezzi a camma 564, 580, 582 ? tale da consentire - al termine di ogni escursione assiale verticale verso il basso ed al successivo inizio di una escursione assiale verso l'alto dell'equipaggio 568, 572 - di provocare in due tempi uno spostamento angolare di un passo dell'otturatore a galleggiante 572; l'escursione verticale dell'equipaggio dell'otturatore a galleggiante ? ottenuta attraverso la variazione di livello del liquido nell'interno della camera 538. Con l'abbassamento del livello e quindi del galleggiante 572, la camma 582 si abbassa rispetto al canale 564C e l'appendice a camma 580 superiore dello stelo 568, 568A entra in contatto con il profilo inclinato 564A di una sporgenza 564 contigua, provocando un parziale spostamento angolare dell'equipaggio dell'otturatore galleggiante; con questo parziale spostamento angolare, il profilo a camma 582 viene a portarsi al di sotto del profilo inclinato 564B di una sporgenza 564 contigua. Con il successivo aumento del livello e quindi con il sollevamento dell'otturatore galleggiante 572, la sporgenza 582 entra in presa con la superficie inclinata 564B della detta sporgenza 564 contigua provocando una ulteriore parziale rotazione dell'equipaggio 568 del galleggiante fino a penetrare nel canale 564C contiguo al profilo 564B. In definitiva, ad ogni escursione di abbassamento e di successivo sollevamento dell'equipaggio del galleggiante, si effettua uno spostamento angolare di un passo in due porzioni successive di tale spostamento. Consegue da ci? che ad ogni escursione del livello del liquido nella camera 538 si determina uno spostamento angolare dell'otturatore galleggiante 572 di un passo. Pertanto, prevedendo ad esempio la circonferenza suddivisa in sei passi con una sola incavatura 579, ogni sei escursioni del livello nella prima camera 538 del congegno 501 si determina la coincidenza dell'incavatura 579 con il foro 552 dell'elemento fisso 542, il che consente il deflusso del liquido a pressione dalla camera 538 nel condotto 546, mentre al termine delle altre cinque escursioni non si ha questa comunicazione .
L'elemento a tappo 560 impegna nella chiusura 544 inferiore un dosatore 602 che ? tarato per consentire 10 svuotamento della camera 538 in un tempo prestabilito per effetto della gravit?. Questo dosatore 602 ed 11 tappo 560 sostituiscono il tappo 460 del caso precedente, quando non sia prevista una camera supplementare come quella 403 del caso precedente. Quando sia prevista una camera supplementare indicata in Fig. 5 con 503, l'elemento a tappo 560 viene previsto per una completa otturazione e quindi senza il dosatore 602, mentre la camera supplementare 503 ? posta in comunicazione con un ingresso 605 laterale (corrispondente a quello 438 del caso precedente) e viene previsto un dosatore 526 analogo a quello 426 del caso precedente previsto nella carniera supplementare 403 di esso; il funzionamento ? assicurato nello stesso modo che in questo caso precedente, attraverso una comunicazione 536 equivalente a quella 436 del caso precedente. La presenza della camera supplementare 503 ha la funzione gi? descritta per il caso precedente.
Secondo questa esecuzione in via di descrizione, il dosatore come quello 602 o come quello 526 ? interessato non direttamente dal liquido da erogare con il distributore e quindi della condotta principale di erogazione, bens? da un liquido che ? contenuto in un circuito chiuso ed isolato, e quindi senza presenza di corpuscoli, particelle e sporcizia che possono essere trascinati invece dalla condotta del liquido da erogare come l'acqua di irrigazione. Si evitano con ci? tutti i possibili inconvenienti dovuti all?eventualit? di un irregolare funzionamento del dosatore per effetto di impurit? trascinate dall'acqua di erogazione.
Secondo il disegno (Figg. 1 a 4) il dosatore 602 tramite un tubetto 604 ? posto in comunicazione con un serbatoio 606 di un organismo a polmone genericamente indicato con 608, il quale comprende oltre al serbatoio 606 di tipo rigido anche un serbatoio a vescica 610 flessibile interno al serbatoio 606, per cui questo polmone 608 viene suddiviso in due camere 612 esterna e 614 interna alla vescica 610. Nell'esempio la cavit? 612 ? in comunicazione con il tubetto 604, mentre la cavit? 614 della vescica 610 ? in comunicazione con un tubetto 616 che raggiunge il ramo 620A della condotta da controllare, il quale ramo si trova a monte di una valvola idraulica 622 di otturazione della condotta fra il detto ramo 620A e quello 620B a valle della valvola 622 (la disposizione pu? anche essere invertita). Il condotto 616 presenta una diramazione in due tratti 624A e 624B separati fra loro e la cui intercomunicazione ? controllata da un relais idraulico 626 comandato nel modo descritto appresso; la diramazione 624A, 624B raggiunge una camera interna alla idrovalvola 622 per comandare una membrana 622A (vedi Fig. 2) che ? atta a determinare la chiusura della idrovalvola 622 e quindi la interruzione della comunicazione fra i due rami 620A e 620B della condotta principale, quando nella idrovalvola 622 arriva attraverso la derivazione 624A, 624B l'acqua a pressione dal ramo 620A della condotta. Il relais idraulico 626 ? suscettibile di raggiungere due posizioni: in una posizione per effetto di una pressione di liquido di comando si determina la interruzione della comunicazione fra i due tratti 624A e 624B della derivazione e lo scarico verso l'esterno, per cui non arriva pressione nella idrovalvola 622; in assenza di pressione di comando al relais idraulico 626 si stabilisce la comunicazione fra i due tratti 624A e 624B della derivazione e quindi pu? arrivare pressione idraulica dal ramo 620A della condotta di erogazione 620A, 620B che si trova a monte della idrovalvola 622.
Il polmone 608 in definitiva costituisce un trasduttore di pressione fra il condotto 616, che ? comunicante con il ramo 620A della condotta di distribuzione, ed il gruppo di comando comprendente la camera 538. La cavit? 612, la camera 538 con tutti gli spazi descritti di essa ed un condotto 630 che dall'uscita 546 raggiunge e comanda il relais idraulico 626, sono riempiti di un liquido in ciclo chiuso e quindi in condizioni stagne, che ? quello che pu? circolare attraverso il dosatore 602. Infatti detto liquido pu? essere sospinto verso l'alto e quindi verso la camera 538 dalla camera 612 quando questa si riduce di volume per effetto di una espansione della cavit? 614 e della vescica 610 per l'arrivo di acqua a pressione dal ramo 620A della condotta di erogazione tramite il condotto 616; la cavit? 614 definita dalla vescica 610 si scarica invece quando cessa la pressione nel ramo 620A della condotta di erogazione a monte della idrovalvola 622 controllata dal relais idraulico 626.
In assenza di pressione nella condotta 620A, si ha la condizione mostrata in Fig. 1, in cui il liquido del circuito chiuso suddetto si scarica nella cavit? 612, che aumenta di volume e quindi non si ha pressione nel condotto 630 ed il relais idraulico 626 ? pertanto comandato nella condizione di comunicazione tra i due tratti 624A e 624B della derivazione, per cui si ha comunicazione fra il ramo a monte 620A della condotta e la cavit? di comando della idrovalvola 622. Ogni volta che arriva un flusso di pressione al ramo 620A a monte della condotta di distribuzione dell'acqua, la pressione fa espandere la vescica 610 e quindi fa aumentare il volume della cavit? 614 e conseguentemente con la riduzione del volume della cavit? 612 il liquido di comando del circuito chiuso raggiunge la camera 538 e fa sollevare il galleggiante 572. Tutte le volte che il galleggiante 572 sollevandosi raggiunge l'elemento di chiusura 542 senza che corrisponda la od una incavatura 579, del galleggiante 572 con il passaggio 552, il detto passaggio 552 viene chiuso per cui nel condotto 630 e nel relais idraulico 626 non arriva la pressione che ? indotta nel liquido del circuito chiuso per effetto dell'aumento di pressione nel ramo 620A della condotta e nella vescica 610; si ha pertanto una permanenza delle sopra dette condizioni del relais idraulico 626 cio? di comunicazione fra i due tratti 624A e 624B della diramazione, che porta cos? pressione alla idrovalvola 622 e determina o mantiene la chiusura di tale idrovalvola 622 ad esempio ad opera della membrana 622A, impedendo il flusso del liquido a pressione dal ramo 620A a monte al ramo 620B a valle e quindi impedendo la erogazione di acqua dalla condotta 620B. Queste condizioni si verificano per un certo numero di volte in cui viene a cadere ed a ripristinarsi la pressione nel ramo 620A della condotta di erogazione, ed ogni volta il galleggiante 572 per quanto gi? detto si sposta di un passo angolare corrispondente alla interdistanza angolare fra i fori 576 otturati; come nel caso precedente, ogni perturbazione di breve durata con aumento e calo di pressione, non arriva a far avanzare angolarmente il galleggiante 572, il quale cos? ? solo influenzato da onde di pressione perduranti per tempi prestabiliti imposti dal congegno. Quando, con il ripetersi degli spostamenti singolari del galleggiante 572, viene a corrispondere al foro 552 la incavatura pervia 579 prevista nella guarnizione del galleggiante 572 stesso, il flusso di pressione nel ramo 620A della condotta di erogazione provoca una salita del liquido attraverso la camera 538 anche nel passaggio 552 e quindi nel condotto 630, e la pressione arriva (Fig. 2) al relais idraulico 626 che commuta dalla condizione di comunicazione fra i due tratti 624A e 624B alla condizione di scarico verso l'esterno della derivazione dal condotto 616; pertanto la pressione dal ramo a monte 620A della condotta non raggiunge la idrovalvola 622, il cui organismo di comando va quindi in depressione, il che determina la apertura della idrovalvola stessa; ? cos? consentito il deflusso del liquido cio? dell'acqua da erogare attraverso il ramo a valle 620B. Una nuova cessazione della pressione nella condotta di erogazione 620A, 620B determina di nuovo un abbassamento del galleggiante 572 ed il suo spostamento angolare, per cui alla risalita successiva del galleggiante il passaggio 552 ed il condotto 630 e quindi il relais idraulico 626 non vengono influenzati dalla pressione e si ritorna alla condizione di chiusura della idrovalvola 622.
Questo funzionamento ? possibile quando si raggiunge la pressione zero sul ramo a monte della condotta 620A ogni volta che cala la pressione in tale ramo. Quando invece rimane una pressione residua nella condotta, ad esempio per effetto di pressione idrostatica dovuta all'andamento altimetrico delle condotte
dell'impianto, si deve provvedere un idoneo accorgimento. Questo pu? consistere per esempio (vedi la sola Fig. 1) nell'inserimento lungo il condotto 616 di una valvola 634 che apre verso l'esterno il condotto 616 quando e solo quando la pressione scende al di sotto di una pressione limite ad esempio una pressione di 2,5 atmosfere; una seconda valvola di ritenuta 636 ? prevista sempre sul condotto 616 per determinare la apertura del condotto 616 quando nel ramo 620A della condotta di erogazione si supera una pressione limite di taratura di tale valvola, ad esempio al di sopra di 2 atmosfere. In questo modo il funzionamento descritto viene assicurato anche in presenza di una pressione residua durante le fasi di depressione nella condotta di distribuzione dell'acqua per il comando delle varie erogazioni settoriali.
Come nel caso precedente, il congegno sopra descritto pu? essere associato ad una seconda camera 503 equivalente a quella 403 del caso precedente, per gli stessi scopi. Allora (vedi Fig. 5) il tappo 560 viene previsto otturato e viene escluso il dosatore 602, mentre ? predisposto un dosatore 526 ad esso analogo in fondo alla camera 503 cio? nelle condizioni del dosatore 426 del caso precedente. Inoltre l'ingresso 509 (corrispondente a quello 409 del caso precedente) ? posto in comunicazione mediante una derivazione 650 con il tubetto 604A corrispondente a quello 604 ed associato al polmone 608 gi? descritto; detto polmone 608 quindi ? connesso al gruppo della camera 503 supplementare anzich? al gruppo della camera 538 precedentemente descritto; una comunicazione 536 fra i due complessi 503 e 538 consente di effettuare - con lo stesso criterio previsto per il caso precedente - il funzionamento in ciclo chiuso con un liquido che ? 1-solato da quello di erogazione (in pratica l'acqua di erogazione) sempre per la presenza del complesso del polmone 608; questo liquido del circuito chiuso ? contenuto anche nella camera ausiliaria 512 (corrispondente a quella 412 del caso precedente) e nella condotta 536 e quindi nella camera 538 e nel condotto 630 per il comando del relais idraulico 626. Si ottengono cos?, tramite il circuito chiuso ed il liquido isolato, gli stessi vantaggi della presenza del gruppo 403 nel caso precedente.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica del trovato, potendo,esso trovato variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto che informa il trovato stesso. L'eventuale presenza di numeri di riferimento nelle rivendicazioni accluse ha lo scopo di facilitare la lettura delle rivendicazioni con riferimento alla descrizione ed al disegno, e non limita l'ambito della protezione rappresentata dalle rivendicazioni.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un congegno di comando per la erogazione programmata tramite impulsi di pressione in una condotta di erogazione di acqua, atto ad evitare comandi errati in conseguenza di impulsi accidentali di breve durata, comprendente un otturatore ruotante ad avanzamenti intermittenti, una camera con un galleggiante associato a detto otturatore, la spinta sul quale ? consequenziale all'arrivo di fluido ed al conseguente riempimento di detta camera, un mezzo di scarico con dosatore di portata, atto a determinare lo svuotamento di detta camera in un tempo non inferiore ad un limite prestabilito (a partire dalla cessazione della pressione di esercizio), e mezzi per provocare un avanzamento unitario del detto otturatore tramite un comando a camma alla fine dello svuotamento di detta camera, detto congegno caratterizzato dal fatto di comprendere: un circuito chiuso (612, 604, 538, 630, 626; 612, 604A, 650, 512, 536, 538, 630, 626) per un liquido di comando, nel quale circuito sono inseriti: la detta camera (538) con galleggiante (572) ed otturatore; un polmone (608) di separazione, posto in comunicazione da una parte tramite un dosatore (602; 526) con detta camera (538) e dall'altra con la condotta di arrivo (620A); un organismo a relais idraulico (626) comandato da detto circuito chiuso ed atto a comandare con la pressione nella condotta di arrivo (620A) una saracinesca di intercettazione (622) nella condotta (620A, 620B) da controllare, detta saracinesca di intercettazione (622) - comandata da detto relais (626) - essendo azionata dalla pressione nella condotta di arrivo (620A) per alimentare la condotta (620B) a valle della saracinesca e per interromperla.
  2. 2. Congegno come da rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto polmone (608) comprende un contenitore rigido (606) con una membrana interna (610) che ne suddivide l'interno in due camere a volume inversamente variabile (612, 614), una delle quali tramite un condotto (616) ? comunicante con la condotta di alimentazione (620A) mentre l'altra ? comunicante con il circuito chiuso tramite il dosatore (602; 526).
  3. 3. Congegno come da rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il relais idraulico (626) ? atto a scaricare od a porre in pressione - con l'acqua da erogare - la detta saracinesca, rispettivamente per aprirla e chiuderla, su controllo della pressione del liquido del circuito chiuso.
  4. 4. Congegno come da rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che a detto circuito appartiene anche - associata alla camera (538) del galleggiante (572) - una camera supplementare (512) alla quale ? combinato un dosatore (526) ed un ingresso (509) comunicanti con l'organismo a polmone (608).
  5. 5. Congegno come da rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere, sul condotto (616)fra la condotta di arrivo (620A) e l'organismo a polmone (608), mezzi a valvola (634, 636) limitatori di pressione, atti ad assicurare la funzionalit? del congegno stesso in presenza di una pressione residua nella condotta di arrivo (620A) in assenza di onda di pressione.
  6. 6. Congegno come da rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che uno di detti mezzi a valvola (634) apre verso l'esterno quando la pressione scende al di sopra di un certo limite di taratura, mentre l'altro di detti mezzi a valvola (636) apre la comunicazione nel condotto (616) quando la pressione supera un valore limite di taratura leggermente pi? basso del precedente.
  7. 7. Congegno di comando per la erogazione programmata mediante impulsi di pressione in un impianto di irrigazione od altro; il tutto come sopra descritto e rappresentato per esemplificazione nell'annesso disegno.
IT1989A09559A 1989-11-03 1989-11-03 Congegno di comando per la erogazione programmata mediante impulsi di pressione in un impianto di irrigazione od altro IT8909559A1 (it)

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